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Repertorio linguistico: l’insieme delle risorse linguistiche possedute dai membri di una comunità linguistica,

vale a dire la somma di varietà di una lingua o più lingue impiegate presso una certa comunità sociale. (per
Gumperz) comprende anche, e in maniera sostanziale, i rapporti tra di esse e i modi in cui queste si
atteggiano, la loro gerarchia e le norme di impiego.

Tre prospettive per la definizione di Lingua:


- Prospettiva linguistica  una lingua è ogni sistema linguistico con una sua peculiarità per quanto riguarda
le sue caratteristiche strutturali
- Prospettiva variazionista  una lingua è una somma di varietà di lingua che formano un diasistema
- Prospettiva sociolinguistica  una lingua è ogni sistema linguistico socialmente sviluppato che sia lingua
ufficiale o nazionale in qualche paese, che svolga un’ampia serie di funzioni nella società, che sia
standardizzato e sovraordinato ad altri sistemi linguistici subordinati eventualmente presenti in quella
comunità (che, se imparentati geneticamente, saranno i suoi “dialetti”)

L’opposizione Lingua VS Dialetto va definita in termini di linguistica esterna. La LINGUA è un sistema


linguistico, generalmente con grado di elaborazione e standardizzazione alti, sovraordinato ad altri sistemi
linguistici presenti nella stessa comunità. I sistemi linguistici sottordinati sono definiti DIALETTI.

Il dialetto è la lingua propria di un numero limitato di parlanti che si trova a convivere con un’altra lingua
dagli usi più estesi.

Esistono lingue per distanzi azione E elaborazione (italiano, spagnolo, francese); per distanziazione e NON
per elaborazione (lingue africane non standardizzate); per distanzi azione e NON per elaborazione (serbo e
croato)

Generalità dei termini “bilinguismo” e “plurilinguismo”:


- sociale / individuale (additivo / sottrattivo ; precoce / non precoce)
- de facto / de jure
- endogeno / esogeno
- monocomunitario / bi-pluricomunitario
- orizzontale / verticale

a) Bilinguismo e diglossia: tutta la comunità padroneggia entrambe le lingue, ma le usa in modo


funzionalmente differenziato
b) Diglossia senza bilinguismo: comunità con forti disparità sociali, nelle quali molti parlanti non hanno
accesso alla lingua A
c) Bilinguismo senza diglossia: fasi transitorie durante le quali vige incertezza circa l’uso delle lingue;
di solito seguite da una sopraffazione di una lingua sull’altra
d) Né bilinguismo né diglossia: tipo raro, riscontrabile solo in comunità molto piccole e isolate

Plurilinguismo  condizione diffusa e naturale // Monolinguismo  “indotto” ideologicamente

La lingua ha un fattore simbolico: rappresenta coesione sociale e legittimazione del regno/dello stato (nel
Medioevo era la religione, nell’Età Moderna la lingua).
XIX secolo: emergenza delle entità nazionali (lingua come simbolo della nazione; individuazione di uno
standard; necessità di diffusione della lingua sul territorio nazionale; pianificazione linguistica e istruzione
scolastica)
Tutela della pluralità linguistica  Apparato legislativo:
- Carta europea dei diritti delle lingue regionali e minoritarie (1992)
- Costituzione italiana (1948), art. 6, “La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche”
- Legge 482 (1999), art. 2, “la Repubblica tutela la lingua e la cultura delle popolazioni albanesi, catalane,
germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il
ladino, l’occitano e il sardo.” Incluse le varietà minoritarie storiche (nazionali e regionali); escluse le
alloglossie interne (galloitalico di Sicilia; Tabarchino), le minoranze diffuse come varietà zingare, giudeo-
italiane, i dialetti primari e le minoranze di recente immigrazione
- Leggi regionali

Lingua italiana, lingua minoritaria e dialetto  italianizzazione delle forme, code-switching, dalla diglossia
alla dilalia

Altre tipologie di repertorio linguistico


- Bidialettismo (o dialettia sociale): coesistenza di due varietà della stessa lingua (lingua standard e sue
varietà dialettiali, es. Roma, Toscana)
- Diacrolettia: compresenza di varietà A e B negli usi alti (es. Galizia, con spagnolo e galiziano)

L’Europa multilingue
Oggi, l’UE è multilingue sia nel senso che al suo interno si parlano numerose lingue materne, sia nel senso
che una parte consistente dei suoi cittadini parla più lingue (plurilinguismo). In Europa, le competenze
linguistiche non sono però uniformemente distribuite e i suoi cittadini vanno incoraggiati a imparare le
lingue straniere.

Politiche di promozione e tutela del plurilinguismo:


- Libro Bianco per il plurilinguismo
- COM (2005)596, Un nuovo quadro strategico per il multilinguismo
- Carte europea delle lingue minoritarie e regionali (1992)
- Quadro di riferimento comune per le lingue
- Portfolio
- Progetti di scambio: Comenius, Erasmus+
- Apprendimento plurilingue (es. EuRom 4, EuRom 5)

Unità nella diversità  proverbio slovacco che dice “Quante lingue conosci, tante volte sei uomo”

Il multilinguismo / plurilinguismo dell’UE come diritto


Plurilinguismo, perché ogni cittadino sia competente in almeno una delle lingue ufficiali europee affinché:
tutti possano concorrere al parlamento europeo; tutti possano interloquire con le istituzioni dell’UE; tutti
possano leggere la gazzetta ufficiale dell’UE.
In questo modo, quindi, tutti vedono garantito il loro diritto di partecipare alla vita politica, di interloquire
con l’UE e di essere informati su leggi e questioni politiche essenziali.
Le politiche linguistiche dell’UE sono in relazione alla scelta e attribuzione di status e funzione alle lingue
dell’UE nelle istituzioni; vengono decise in senso programmatico per la diffusione e l’uso delle lingue in
Europa.

Lingua ufficiale: lingua a cui si assegna un riconoscimento ufficiale all’interno di uno stato e le si riconosce
una funzione veicolare, indipendentemente da valori simbolici o identificativi (come invece avviene per ciò
che definiamo lingue nazionali)
Teoricamente  Lingua ufficiale = Lingua di lavoro
Nella pratica  Le istituzioni della Comunità possono concordare, nelle loro regole di procedura, quali
lingue devono essere usate negli specifici casi

Multilinguismo VS volontà di monolinguismo funzionale


(pressione da parte dei paesi anglofoni per l’inglese e dei piccoli paesi membri)

3 obiettivi della Commissione per il multilinguismo:


- Incoraggiare l’apprendimento delle lingue (con modalità e progetti di insegnamento e rafforzamento)
- Promuovere una valida economia multilingue (anche con tutela di lingue minoritarie)
- Permettere a tutti i cittadini della UE di accedere alla legislazione, alle procedure e all’informazione dell’UE
nella propria lingua

Vantaggi del bilinguismo:


- Sviluppo più precoce di abilità cognitive;
- Maggiore flessibilità cognitiva;
- Maggiore capacità di concentrazione

Pianificazione linguistica (Language planning):

1) Status planning: tutela della pluralità linguistica (apparato legislativo)


Esiti  positivo (riconoscimento dello status e rivalutazione psicolinguistica); negativo (relegare alle
istituzioni il compito di salvaguardare la lingua locale)
Status VS Uso: vitalità sociolinguistica (capacità di reagire autonomamente, in termini di strutture
interne, alle pressioni provenienti da un altro sistema). Parametri:
- effettiva diffusione nella comunità;
- effettiva diffusione nell’uso (almeno alcuni domini);
- buona o sufficiente trasmissione intergenerazionale;
- buon mantenimento presso le giovani generazioni;
- forte lealtà linguistica;
- autocoscienza minoritaria identitaria negli atteggiamenti della comunità;
- possibilità d’uso sulla base di materiali e strumenti
2) Acquisition planning
- Possibilità di trasmissione intergenerazionale;
- Politiche linguistiche pubbliche (scuola, uso nelle istituzioni, media, ecc.)
Politiche per le lingue minoritarie:
- inserimento della lingua minoritaria in aggiunta alla lingua italiana nella scuola (diversi gradi e
ordini di scuola) e nelle università;
- possibilità d’uso nelle istituzioni, nei media;
- possibilità di realizzazione di toponomastica nella l.m.;
- possibilità d’uso nei contesti privati.
Modelli di rivitalizzazione: Reversing Language Shift:
1. Ricostruzione della lingua minoritaria e acquisizione della lingua minoritaria da parte di adulti
2. Interazioni culturali in lingua minoritaria che coinvolgano principalmente le vecchie generazioni
all’interno della comunità
3. Ambito intra-generazionale e demograficamente concentrato casa-famiglia-vicinato: la base per
la trasmissione della lingua materna
4. Scuole per l’acquisizione dell’alfabetizzazione, per adulti e giovani e non al posto dell’educazione
obbligatoria
5a. Scuole al posto dell’educazione obbligatoria e sostanzialmente sotto il controllo della comunità
di lingua minoritaria
5b. Scuole pubbliche per bambini di lingua minoritaria, con lingua minoritaria veicolare, ma
sostanzialmente sotto il controllo di istituzioni della comunità di lingua maggioritaria
6. Ambito di lavoro locale/regionale (cioè non il vicinato!...) sia tra parlanti della lingua minoritaria
si atra parlanti della lingua maggioritaria
7. Mass media e ambito burocratico e giuridico a livello locale/regionale
8. Scuola, lavoro, mass media e ambito legale a livelli superiori e su scala nazionale
3) Corpus planning
- Scelta di codice: quale varietà? (lingue per elaborazione, distanziazione)
- Lingua scritta: alfabeto, opzioni ortografiche
- Implementazione / elaborazione del corpus: morfologia e sintassi; lessico
- Standard orale

Fattori indicanti la vitalità e il rischio linguistico:


1. Trasmissione linguistica inter-generazionale (in scala): gradi di pericolo
6. Materiali per l’educazione linguistica e l’alfabetizzazione (scala di accessibilità)
8. Atteggiamenti dei componenti della comunità nei confronti della loro lingua

Finalità della pianificazione: conservative ed espansive.

Multilinguismo, plurilinguismo e lingue in contatto:


- Sociale / Individuale
- Distribuzione funzionale delle lingue del repertorio
- Effetti sulle competenze individuali ed effetti sul livello sociale (fenomeni di attrito linguistico, morte di
lingua)
- Effetti del contatto sul sistema (fenomeni di language contact su morfologia, sintassi, lessico, ecc.)
- Effetti del contatto sul discorso (code-switching)

Lingue in contatto:
- Contatto nella comunità e nell’individuo (plurilinguismo nelle sue varie forme)
- Contatto nel sistema (prestiti, calchi; processi di decadenza linguistica, koinizzazione; varietà pidgin,
creole, ecc.)
- Contatto nel discorso (commutazione linguistica connessa al discorso: code-switching, code-mixing)

Prestito: dovuto a fattori extralinguistici e riguarda il sistema linguistico.


Falsi anglicismi: creazioni (composti) autonome, ellissi di un composto inglese, mutamento semantico

Altri effetti del contatto: processi di perdita e morte di lingua (morte/sostituzione); creazione di varietà
pidgin e creole e koinizzazioni

Contatto linguistico e discorso  commutazione di codice (code-switching): passaggio da una lingua


all’altra all’interno di un discorso da parte di uno stesso parlante (si classifica sul piano strutturale, dunque
interfrasale, intrafrasale o enunciazione mistilingue, tag-switching, e sul piano funzionale)

Gli atteggiamenti sono un tipico oggetto di studio della psicologia sociale e interessano da vicino la SL sotto
la forma di atteggiamenti linguistici, che sono tutti gli atteggiamenti riguardanti lingue, varietà di lingua e
comportamenti linguistici, o che hanno comunque a che fare con la comunità parlante. Atteggiamento è in
sé una nozione molto ampia, potendo in prima ipotesi indicare le cose che la gente pensa di sé e degli altri,
i giudizi espliciti o impliciti, la disposizione favorevole o sfavorevole verso qualcosa, schemi di valutazione di
quello che succede intorno a noi, ecc. Una definizione più tecnica, e ancora più coerente in psicologia
sociale, è quella di Allport (1967), secondo cui atteggiamento è uno stato mentale di predisposizione,
organizzato attraverso l’esperienza, che esercita una influenza dinamica, polarizzata o in senso favorevole o
in senso sfavorevole, sulla risposta di un individuo agli oggetti e alle situazioni con cui si trova ad avere a
che fare.
Cosa determina l’atteggiamento? (diverso da opinione)
- Componente cognitiva, razionale (credenze fondate su esperienza diretta o altrui);
- Componente affettiva, emozionale
- Componente cognitiva e valutativa

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