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vale a dire la somma di varietà di una lingua o più lingue impiegate presso una certa comunità sociale. (per
Gumperz) comprende anche, e in maniera sostanziale, i rapporti tra di esse e i modi in cui queste si
atteggiano, la loro gerarchia e le norme di impiego.
Il dialetto è la lingua propria di un numero limitato di parlanti che si trova a convivere con un’altra lingua
dagli usi più estesi.
Esistono lingue per distanzi azione E elaborazione (italiano, spagnolo, francese); per distanziazione e NON
per elaborazione (lingue africane non standardizzate); per distanzi azione e NON per elaborazione (serbo e
croato)
La lingua ha un fattore simbolico: rappresenta coesione sociale e legittimazione del regno/dello stato (nel
Medioevo era la religione, nell’Età Moderna la lingua).
XIX secolo: emergenza delle entità nazionali (lingua come simbolo della nazione; individuazione di uno
standard; necessità di diffusione della lingua sul territorio nazionale; pianificazione linguistica e istruzione
scolastica)
Tutela della pluralità linguistica Apparato legislativo:
- Carta europea dei diritti delle lingue regionali e minoritarie (1992)
- Costituzione italiana (1948), art. 6, “La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche”
- Legge 482 (1999), art. 2, “la Repubblica tutela la lingua e la cultura delle popolazioni albanesi, catalane,
germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il
ladino, l’occitano e il sardo.” Incluse le varietà minoritarie storiche (nazionali e regionali); escluse le
alloglossie interne (galloitalico di Sicilia; Tabarchino), le minoranze diffuse come varietà zingare, giudeo-
italiane, i dialetti primari e le minoranze di recente immigrazione
- Leggi regionali
Lingua italiana, lingua minoritaria e dialetto italianizzazione delle forme, code-switching, dalla diglossia
alla dilalia
L’Europa multilingue
Oggi, l’UE è multilingue sia nel senso che al suo interno si parlano numerose lingue materne, sia nel senso
che una parte consistente dei suoi cittadini parla più lingue (plurilinguismo). In Europa, le competenze
linguistiche non sono però uniformemente distribuite e i suoi cittadini vanno incoraggiati a imparare le
lingue straniere.
Unità nella diversità proverbio slovacco che dice “Quante lingue conosci, tante volte sei uomo”
Lingua ufficiale: lingua a cui si assegna un riconoscimento ufficiale all’interno di uno stato e le si riconosce
una funzione veicolare, indipendentemente da valori simbolici o identificativi (come invece avviene per ciò
che definiamo lingue nazionali)
Teoricamente Lingua ufficiale = Lingua di lavoro
Nella pratica Le istituzioni della Comunità possono concordare, nelle loro regole di procedura, quali
lingue devono essere usate negli specifici casi
Lingue in contatto:
- Contatto nella comunità e nell’individuo (plurilinguismo nelle sue varie forme)
- Contatto nel sistema (prestiti, calchi; processi di decadenza linguistica, koinizzazione; varietà pidgin,
creole, ecc.)
- Contatto nel discorso (commutazione linguistica connessa al discorso: code-switching, code-mixing)
Altri effetti del contatto: processi di perdita e morte di lingua (morte/sostituzione); creazione di varietà
pidgin e creole e koinizzazioni
Gli atteggiamenti sono un tipico oggetto di studio della psicologia sociale e interessano da vicino la SL sotto
la forma di atteggiamenti linguistici, che sono tutti gli atteggiamenti riguardanti lingue, varietà di lingua e
comportamenti linguistici, o che hanno comunque a che fare con la comunità parlante. Atteggiamento è in
sé una nozione molto ampia, potendo in prima ipotesi indicare le cose che la gente pensa di sé e degli altri,
i giudizi espliciti o impliciti, la disposizione favorevole o sfavorevole verso qualcosa, schemi di valutazione di
quello che succede intorno a noi, ecc. Una definizione più tecnica, e ancora più coerente in psicologia
sociale, è quella di Allport (1967), secondo cui atteggiamento è uno stato mentale di predisposizione,
organizzato attraverso l’esperienza, che esercita una influenza dinamica, polarizzata o in senso favorevole o
in senso sfavorevole, sulla risposta di un individuo agli oggetti e alle situazioni con cui si trova ad avere a
che fare.
Cosa determina l’atteggiamento? (diverso da opinione)
- Componente cognitiva, razionale (credenze fondate su esperienza diretta o altrui);
- Componente affettiva, emozionale
- Componente cognitiva e valutativa