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La tutela giurisdizionale come principio generale

e come diritto fondamentale dell’uomo

• sentenza 23 aprile 1986, causa 294/83, Parti


écologiste Les Verts c. Parlamento europeo (p.
316),
• la CE « è una comunità di diritto, nel senso che
né gli Stati membri che ne fanno parte, né le sue
istituzioni sono sottratti al controllo della
conformità dei loro atti alla carta costituzionale
di base costituita dal trattato » (punto 23)
La tutela giurisdizionale come principio
generale e come diritto fondamentale
dell’uomo

• Carta dei diritti fondamentali Art. 47, I co.


• Diritto a un ricorso effettivo e a un giudice
imparziale
• “Ogni persona i cui diritti e le cui libertà garantiti
dal diritto dell'Unione siano stati violati ha diritto
a un ricorso effettivo dinanzi a un giudice, nel
rispetto delle condizioni previste nel presente
articolo.”
L’esercente il potere giurisdizionale: la CGUE
Tutela giurisdizionale
tutela vs. Unione tutela vs. Stati membri

Ricorso per Ricorso per


Rinvio pregiudiziale
Ricorso per responsabilità responsabilità
ex art. 267 TFUE sulla validità o Stato membro per
Procedura di
annullament extra-
l’interpretazione di norme di violazione diritto infrazione
o e per contrattuale
diritto UE UE ***
carenza UE
*** Commissione e
*** ***
Cooperazione tra Corte di giustizia *** Corte di giustizia
CGUE CGUE Giurisdizioni
e giurisdizioni nazionali
nazionali

Sistema: ● INTEGRATO = sinergia tra corti UE e giurisdizioni nazionali


● COMPLETO = da pdv. atti oggetto del controllo (atti UE e atti nazionali che
ricadono in ambito di applicazione dir. UE) e da pdv. mezzi di tutela (dinanzi alle corti UE o alle giurisdizioni
nazionali)
Tutela non giurisdizionale
Ricorso al Mediatore europeo; petizioni al Parlamento europeo;
Competenza contenziosa
CONTROLLO DI LEGITTIMITà degli atti UE:
• RICORSO IN ANNULLAMENTO
• PREGIUDIZIALE DI VALIDITà E DI
INTERPRETAZIONE
• ECCEZIONE DI INVALIDITà

INADEMPIMENTO AGLI OBBLIGHI UE


Dello STATO
A) procedura di infrazione
Delle ISTITUZIONI
A) RICORSO IN CARENZA
B) RESPONSAB. EXTRACONT. UE
PROCEDURA DI INFRAZIONE O
RICORSO PER INADEMPIMENTO
DI UNO STATO MEMBRO
Procedura di infrazione ORDINARIA
• Obiettivo
• Legittimazione attiva
• Legittimazione passiva
• Oggetto dell’infrazione
• Fasi della procedura
PROCEDURA DI INFRAZIONE
La disciplina : negli artt. 258-260 del Trattato sul Funzionamento
dell’Unione europea (TFUE),

OBIETTIVO: è volta a rilevare eventuali inadempimenti, da parte


degli Stati, di obblighi ad essi imposti dal diritto dell’Unione
europea.
AUTORE DELL’INFRAZIONE può essere ogni organo facenti capo al
governo nazionale (uffici fiscali, forze polizia, enti previdenziali)
ma anche a poteri indipendenti rispetto a quello esecutivo
[magistratura (per una giurisprudenza che fornisca
un’interpretazione della legislazione che porti ad una sua
applicazione incompatibile col diritto UE) , parlamento] ovvero ad
enti territoriali dotati i autonomia o competenze esclusive
L’inadempimento statale: nozione
Uno Stato Membro è inadempiente ogni qualvolta ponga in
essere un comportamento attivo od omissivo in violazione
del diritto dell’Unione Europea. Si può essere inadempienti,
quindi, sia per avere fatto sia per non avere fatto qualcosa.
Attenzione
non rientrano tra le violazioni che possono dar luogo alla
procedura di infrazione né le violazioni di obblighi derivanti
dal Patto di stabilità e crescita (è prevista la procedura per
deficit eccessivo), né quelle relative alla Convenzione
europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle
libertà fondamentali.
ATTORI DEL PROCEDIMENTO
- Commissione (spesso sulla
base di segnalazioni provenienti da persone
fisiche o giuridiche)
OPPURE
- un altro Stato membro (ipotesi che si è
verificata in rarissimi casi).
Perché la Commissione quale attore ?
• La Commissione Europea ha il compito di monitorare gli sforzi degli Stati Membri
nell’applicazione del Diritto dell’Unione Europea all’interno dei rispettivi
ordinamenti.
• Spetta alla Commissione garantire che gli Stati Membri adempiano agli obblighi
derivanti dal diritto comunitario. Tra questi ultimi, i più rilevanti sono:
recepimento delle Direttive UE;
rispetto dei Regolamenti UE;
rispetto delle norme contenute nei Trattati;
esecuzione e rispetto delle sentenze di Tribunale e Corte di Giustizia Europea.
• Quando uno Stato Membro non provvede all’applicazione del diritto UE, la
Commissione può aprire
una procedura di infrazione
nei confronti dello Stato inadempiente
1° FASE: PRECONTENZIOSA
2 finalità:
- FINE ULTIMO = Intesa a favorire la composizione amichevole della
controversia
- SCOPO PROCESSUALE = il suo svolgimento è condizione di ricevibilità
del ricorso giurisdizionale

SVOLGIMENTO
Invio allo Stato membro ritenuto inadempiente di una “lettera di messa in
mora” che indica le disposizioni violate e i motivi della violazione a fronte
della quale lo Stato interessato ha due mesi di tempo per presentare le
proprie osservazioni. Qualora dette osservazioni non vengano presentate
o sia decorso invano il termine per la loro presentazione …
Segue
• … la Commissione può inviare un parere motivato che discute nei
dettagli le osservazioni dello Stato e spiega perché la Commissione
resta convinta dell’esistenza di un’infrazione.
• Il parere indica un termine per porre rimedio e può spingersi a
suggerire le modalità migliori per rimuovere l’infrazione assegnando
un termine entro il quale provvedere.
• Il parere motivato non obbliga lo Stato, rappresenta la posizione
definitiva della Commissione circa la questione giuridica concernente
l’esistenza di una violazione. L’unica istituzione che ha il potere di
accertare la violazione con efficacia vincolante nei confronti dello
Stato interessato e di ogni altro soggetto è la Corte di giustizia e infatti
qualora lo Stato in causa non si conformi a tale parere nel termine
fissato dalla Commissione …
2° fase CONTENZIOSA
La Commissione può adire la Corte di giustizia dell'Unione
europea, con il ricorso per inadempimento. Nell’ipotesi in
cui la Corte riconosca che lo Stato in questione ha mancato
ad uno degli obblighi ad esso incombenti, lo stesso é
tenuto a prendere i provvedimenti che l'esecuzione della
sentenza della Corte di giustizia comporta.
SENTENZA DI MERO ACCERTAMENTO E NON DI
ACCERTAMENTO COSTITUTIVO (annullamento dei provv
nazionali riconosciuti come incompatibili) Né DI
CONDANNA
• Se la Commissione ritiene che lo Stato non si sia conformato
alla sentenza della Corte, essa avvia una procedura ex art. 260
del Trattato. In questa fase ciò che viene contestato allo Stato è
un inadempimento ulteriore e autonomo, consistente nella
mancata adozione dei provvedimenti necessari all'esecuzione
della sentenza che ha accertato la violazione del diritto
dell'Unione (es. modifica, abrogazione o introduzione di una
disposizione normativa; recepimento di una direttiva;
mutamento di una prassi amministrativa).
• Come negli ordinari procedimenti per inadempimento, la
procedura ex art. 260 si articola in una fase precontenziosa e in
una fase contenziosa.
Con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona il 1 dicembre 2009,
la disciplina delle procedure d’infrazione ha subito importanti
modifiche. Nei casi di cattiva applicazione del diritto dell'Unione,
una delle novità introdotte è rappresentata dalla maggiore
rapidità del procedimento d'infrazione ai sensi dell'art. 260, par.
2, TFUE rispetto a quanto disposto dal precedente art. 228, par. 2
e 3 del TCE. Infatti, se uno Stato membro non si conforma ad una
sentenza d'inadempimento emessa ai sensi dell'art. 258 TFUE e
non fornisce esaurienti giustificazioni in risposta alla "messa in
mora", la Commissione può deferirlo al giudizio della Corte di
Giustizia e chiedere il pagamento di una sanzione senza dover
intraprendere una nuova fase "precontenziosa".
La Corte, qualora riconosca che lo Stato membro
in questione non si è conformato alla sentenza
da essa pronunciata, può comminargli il
pagamento di una somma forfettaria o di una
penalità.
L'importo della sanzione viene determinato sulla base di
tre criteri fondamentali:
–  la gravità dell’infrazione,
–  la sua durata,
–  la necessità di garantire l’efficacia dissuasiva della
sanzione, onde evitare recidive.

La Commissione propone un certo ammontare, ma la


Corte è libera di determinare un importo diverso (inferiore
o superiore).
Le sanzioni consistono in una somma forfetaria e
in una penalità di mora, adeguate alla gravità e
alla persistenza dell'inadempimento. Le cifre
indicate dalla Commissione per l'Italia
ammontano a minimo 8.916.000 euro per la
somma forfetaria e oscillano da 10.753,5 a
645.210 euro al giorno per la penalità di mora
Mentre la somma forfetaria si paga anche se si è
posto rimedio nel corso del dibattimento in
Corte, la penalità di mora viene applicata
qualora l'infrazione persista dopo la sentenza di
condanna e viene calcolata, su base giornaliera,
a partire dalla data della sentenza stessa
Nella sentenza del 12 luglio 2005 (causa C-
304/02, Commissione c. Francia), la Corte di
Giustizia ha chiarito che la somma forfetaria e la
penalità di mora possono essere inflitte
cumulativamente qualora la violazione del
diritto dell'Unione sia particolarmente grave e
persistente.
Una seconda importante modifica introdotta dal Trattato di Lisbona
riguarda le sanzioni pecuniarie nei casi di mancato recepimento
delle direttive europee. Nel caso in cui uno Stato membro abbia
disatteso l'obbligo di comunicare alla Commissione le misure
adottate al fine di recepire una direttiva, quest'ultima può chiedere
alla Corte, nell'ambito dello stesso ricorso per inadempimento, di
comminare il pagamento di una sanzione pecuniaria. In sostanza,
con la nuova procedura di cui all'art. 260, par. 3 TFUE, la
Commissione può richiedere alla Corte sia di accertare l'avvenuto
inadempimento dell'obbligo, sia di condannare lo Stato
inadempiente al pagamento della sanzione pecuniaria, senza dover
attendere l'esaurimento di un'ulteriore fase precontenziosa.
in questo caso la Corte non può determinare un
importo della sanzione superiore a quello
suggerito dalla Commissione, come invece
accade nell’ipotesi ordinaria.
QUALE SEMPLIFICAZIONE?
Già nel SUO PRIMO INIZIALE RICORSO ALLA
CORTE (se dopo la lettera di messa in mora e del
parere motivato da parte della Commissione, lo
Stato membro non ha ancora comunicato le
misure di attuazione di una direttiva), la
Commissione può indicare direttamente
l’importo della somma forfettaria o della
penalità di mora da versare da parte dello Stato.
SINDACATO DI MERITO
Spetterà chiaramente alla Corte valutare la
sussistenza o meno dell’infrazione effettuata
dalla Commissione: nell’ipotesi in cui l’infrazione
venga riconosciuta, l’ammontare della somma
forfettaria o della penalità di mora non potrà in
ogni caso risultare superiore a quanto
originariamente proposto dalla Commissione nel
ricorso per inadempimento.
Le decisioni relative all'apertura, all'aggravamento o alla chiusura di una
procedura di infrazione sono adottate dal Collegio dei Commissari europei, in
apposite sessioni che hanno luogo a cadenza mensile. Il Collegio dei
Commissari adotta una decisione di archiviazione quando lo Stato membro si
conforma ai rilievi della Commissione europea o quando quest'ultima si
ritiene soddisfatta dalle osservazioni dello Stato in questione. Le archiviazioni
intervengono solo in occasione delle riunioni mensile, mentre l'apertura di
una procedura d'infrazione può essere decisa anche in occasione di una
qualunque altra riunione del Collegio. Ad esempio, le procedure per mancato
recepimento di direttive sono aperte automaticamente in una delle prime
riunioni successive alla scadenza del termine di trasposizione. Una volta
aperta la fase contenziosa, l'adempimento da parte dello Stato membro
potrà condurre ad una rinuncia agli atti del ricorso da parte della
Commissione per venir meno dell'interesse ad agire.
• Se il ricorso è avviato su inziativa di un altro SM
questo deve rivolgersi alla COMM chiedendole di
agire nei cfr dell’altro SM . La Comm deve porre in
condizione gli Stati interessati di presentare in
contraddittorio le loro osservazioni scritte a
seguito delle quali la Comm dovrà emettere parere
motivato. Se tale parere non viene formulato nel
termine di 3 mesi dalla domanda il primo Stato
può presentare ricorso direttamente alla Corte
LA PROCEDURA DI INFRAZIONE “SPECIALE” : LA VIOLAZIONE DEI
VALORI DI CUI ALL’ART. 2 TUE

Articolo 2 TUE
L'Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità
umana, della libertà, della democrazia,
dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei
diritti umani, compresi i diritti delle persone
appartenenti a minoranze.
Questi valori sono comuni agli Stati membri in una
società caratterizzata dal pluralismo, dalla non
discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla
solidarietà e dalla parità tra donne e uomini.
Articolo 7 TUE
Procedura di c.d. allarme preventivo (introdotta
dal Trattato di Nizza del 2011)
1. Su proposta motivata di un terzo degli Stati membri, del
Parlamento europeo o della Commissione europea, il
Consiglio, deliberando alla maggioranza dei quattro quinti dei
suoi membri previa approvazione del Parlamento europeo,
può constatare che esiste un evidente rischio di violazione
grave da parte di uno Stato membro dei valori di cui all'articolo
2. Prima di procedere a tale constatazione il Consiglio ascolta
lo Stato membro in questione e può rivolgergli delle
raccomandazioni, deliberando secondo la stessa procedura.
Il Consiglio verifica regolarmente se i motivi che hanno
condotto a tale constatazione permangono validi.
Alla procedura preventiva può affinacarsi quella
sanzionatoria successiva
( già introdotta dal Trattato di Amsterdam)
Il Consiglio europeo, deliberando all'unanimità su proposta di un terzo degli Stati
membri o della Commissione europea e previa approvazione del Parlamento
europeo, può constatare l'esistenza di una violazione grave e persistente da parte di
uno Stato membro dei valori di cui all'articolo 2, dopo aver invitato tale Stato
membro a presentare osservazioni.
Qualora sia stata effettuata la constatazione di cui al paragrafo 2, il Consiglio,
deliberando a maggioranza qualificata, può decidere di sospendere alcuni dei diritti
derivanti allo Stato membro in questione dall'applicazione dei trattati, compresi i
diritti di voto del rappresentante del governo di tale Stato membro in seno al
Consiglio. Nell'agire in tal senso, il Consiglio tiene conto delle possibili conseguenze
di una siffatta sospensione sui diritti e sugli obblighi delle persone fisiche e giuridiche.
Lo Stato membro in questione continua in ogni caso ad essere vincolato dagli
obblighi che gli derivano dai trattati.
Il Consiglio, deliberando a maggioranza qualificata, può successivamente decidere di
modificare o revocare le misure adottate a norma del paragrafo 3, per rispondere ai
cambiamenti nella situazione che ha portato alla loro imposizione.
Dunque
• Rispetto alla procedura preventiva, si accentua il carattere
politico, essendo il Consiglio europeo a decidere (non già il
Consiglio) all’unanimità (non già a maggioranza) e non
riconoscendo al PE il potere di proposta, che tuttavia deve
approvare la decisione. La gravità della procedura e
l’innalzamento delle soglie previste per l’adozione rafforza,
tuttavia, il principio del contraddittorio, poiché lo Stato non è
semplicemente “ascoltato”, ma è legittimato a presentare
«osservazioni». La violazione grave, in questa seconda fase di
accertamento, viene qualificata «persistente» (da intendersi,
secondo la risoluzione del PE prima ricordata, nel senso che
aumenta o rimane invariata almeno nell’arco di due anni).
• Le sanzioni successive all’accertamento non sono una conseguenza
necessaria: il Consiglio (a maggioranza qualificata) «può» (art. 7, par.
3) adottarle. Le sanzioni consistono nella sospensione di «alcuni»
dei diritti propri dello Stato, derivanti dall’applicazione dei Trattati,
compresi i diritti di voto del rappresentante del governo dello Stato
in questione, in seno al Consiglio. Le sanzioni, rectius (par. 4) le
«misure» sono modificabili o revocabili, considerati i «cambiamenti
nella situazione che ha portato alla loro imposizione». Anche in tal
caso vale il principio rebus sic stantibus(sulle procedure di voto l’art.
7, par. 5, rinvia all’art. 354 TFUE; in particolare, lo Stato membro in
questione non partecipa al voto e non se ne tiene conto nel calcolo
del terzo o dei quattro quinti).
• Quali siano i diritti sospendibili, la norma non lo precisa,
lasciando qualche incertezza, salvo prevedere che può
trattarsi anche dei diritti di voto, e che comunque il Consiglio
deve tener conto dei diritti e degli obblighi dei terzi, persone
fisiche e giuridiche: non se ne precisa la cittadinanza,
potendo dunque appartenere anche a Paesi terzi.
• Gli interessi dei soggetti diversi dagli Stati non debbono,
dunque, essere pregiudicati dalla sanzione applicata allo
Stato. Un limite, questo, che comporta un bilanciamento di
interessi e una probabile attenuazione dell’efficacia delle
sanzioni.
rilievi
• Se le istituzioni dell’Unione possono facilmente compierlo
quando le violazioni dei valori riguardano l’applicazione del
diritto UE, più difficilmente possono svolgere questo compito
quando le violazioni riguardano l’applicazione di norme interne
ovvero l’ambito di competenza interna, in particolare
costituzionale, dello Stato. La gravità delle violazioni “interne”,
non diversamente da quelle del diritto UE, può essere tale da
pregiudicare quella fiducia reciproca fra gli Stati che è valore
fondante dell’Unione. La comunicazione della Commissione, già
ricordata, ritiene che esistono «situazioni preoccupanti […] che
comunque rappresentano una minaccia sistemica allo Stato di
diritto».
• Il contributo di organizzazioni non governative per la tutela
dei diritti della persona o di organi propri di organizzazioni
internazionali, come la Commissione di Venezia
(Commissione europea per la democrazia attraverso il
diritto), che è organo consultivo del Consiglio d’Europa sulle
questioni costituzionali,  ma anche le denunce o segnalazioni
dei cittadini (dell’Unione o non) alla Commissione UE o,
attraverso petizioni, al PE (artt. 24, 227 TFUE; art. 44 Carta)
contribuiscono al monitoraggio da parte della Commissione.
Un ruolo importante, anche se non specifico rispetto
all’applicazione dell’art. 7, è svolto dall’Agenzia per i diritti
fondamentali, che ha, fra gli altri, il compito di raccogliere,
registrare, analizzare e diffondere informazioni e dati
rilevanti, attendibili e comparabili (sull’Agenzia per i diritti
fondamentali v. il reg. 168/2007, spec. l’art. 4, par. 1, lett. a).
RICORSO IN CARENZA
presupposti
• Esistenza di un obbligo di agire a carico dell’istituzione in causa
• Violazione dell’obbligo stesso
 La violazione dell’obbligo di agire può essere fatta valere solo se:
a) L’istituzione sia stata preventivamente RICHIESTA DI AGIRE (messa in mora che
chiarisca all’istituzione che in caso di inerzia rischia di subire un ricorso e che
indichi con precisione quali sono i provv che l’istituzione è richiesta di adottare)
b) sia scaduto il termine di 2 mesi da tale richiesta senza che l’istituzione abbia
PRESO POSIZIONE
 Dunque due fasi procedurali:
1) PRECONTENZIOSA: istituzione viene richiesta di agire e deve prendere
posizione
2) CONTENZIOSA: mancata risposta dell’istituzione fa azionare la Corte di
giustizia
Cosa è una PRESA DI POSIZIONE ?
• Adozione del provvedimento richiesto
• Rifiuto espresso e motivato di adottare l’atto
in questione
• Adozione di un atto con contenuto non
coincidente con la richiesta
Tali atti impediscono la proposizione del ricorso
in carenza ma sono impugnabili con ricorso in
annullamento
LEGITTIMAZIONE ATTIVA E PASSIVA
LEGITTIMAZIONE ATTIVA

Ricorrenti privilegiati, diritto al ricorso non soggetto a limitazioni attinenti all’interesse ad


agire o al tipo di carenza contestata
= SM e le ALTRE ISTITUZIONI che dunque ricomprende tutte le istituz incluse BCE e corte conti
Ricorrenti NON privilegiati
La giurispr ha chiarito che trattandosi per il ricorso in carenza dell’espressione dello stesso
rimedio giuridico del ricorso in annullamento (sent. T-PORT 1996) sono ammessi a presentare
il ricorso non solo i destinatari di decisioni individuali mancate ma anche coloro che
vogliano lamentare la mancata adozione di un regolamento o una decisione rivolta ad altre
persone a condizione di dimostrare che l’atto in questione ove adottato riguarderebbe
direttamente ed individualmente il ricorrente

LEGITTIMAZIONE PASSIVA
PE; Consiglio Europeo; Consiglio, COmmisisone, BCE
Organi e organismi dell’UE
La natura della sentenza
• Si tratta di una sentenza di ACCERTAMENTO
che non deve colmare la carenza adottando
l’atto omesso né condannare l’istituzione
responsabile ad un obbligo di facere specifico.
La sentenza fa sorgere in capo all’istituzione
un obbligo di agire, dunque di prendere i
provvedimenti che l’esecuzione della sentenza
comporta
RICORSO IN
ANNULLAMENTO
Atti soggetti a controllo
• UNICAMENTE ATTI DI DIRITTO DERIVATO
DELL’UNIONE
Atti legislativi sempre impugnabili mentre per altri atti
vige il criterio degli effetti = onere della prova
Si deve inoltre trattare di Atti definitivi
Legittimati passivi (autore dell’atto)

– Parlamento e Consiglio (atti legislativi)


– Consiglio, Commissione, BCE (escluse
raccomandazioni o pareri)
– Parlamento + Consiglio Europeo – con Lisbona
(nel caso di atti destinati a produrre effetti nei
confronti di terzi)
– “organi o organismi dell’Unione” (come sopra)
I legittimati attivi (art.263
TFUE)
• Privilegiati (SM, Comm, Cons; PE): non devono dimostrare
alcun interesse ad agire essendo considerati portatori di un
interesse generale alla legittimità degli atti delle istituzioni
• Intermedi (PE fino a Lisbona; corte conti; BCE e CdR –
entra con Lisbona): possono impugnare solo azioni dirette
alla SALVAGUARDIA delle loro PREROGATIVE – dunque
potranno ricorrere solo dimostrando che l’atto impugnato
invade la sfera riservata alle loro competenze o che ne
pregiudica l’esercizio
• Persone fisiche e giuridiche
(anche di diritto pubblico, anche dunque le regioni)
Art. 263 (4) TFUE i ricorrenti non privilegiati

A) Quando impugnano un atto adottato NEI LORO


CONFRONTI (destinatari diretti dell’atto) occorre solo
dimostrare di avere interesse ad agire perché la posizione
giuridica del ricorrente è pregiudicata dalla permanenza
dell’atto impugnato
B) Quando impugnano un atto di cui formalmente NON
sono i destinatari (decisioni rivolte ad altre persone
fisiche/giuridiche ovvero SM) i ricorrenti dovranno
dimostrare che
1) l’atto impugnato li RIGUARDI senza misure di esecuzione
I vizi dell’atto
• Incompetenza (interna/esterna)
• Violazione forme sostanziali (forme relative al procedimento ovvero
obbligo di motivazione [assente o insufficiente])
• Violazione Trattato / diritto
• Sviamento di potere = emanazione di un atto che istituzione ha
potere di adottare ma perseguendo scopi diversi da quelli per cui
potere le era attribuito
ULTIMI DUE RILEVABILI SU ISTANZA RICORRENTE
PRIMI DUE D’UFFICIO

Il termine di ricorso: due mesi da


pubblicazione, notifica o conoscenza
(230, comma 5, CE – 263.6 TFUE)
Effetti sentenze annullamento -
231 CE, 264 TFUE
• Annullamento ex tunc (dichiarazione di nullità dell’atto impugnato)
• Possibilità di conservare effetti atto che devono essere considerati
definitivi---la limitazione degli effetti temporali dell’ann. rigurdava pre-
Lisbona solo i regolamenti anche se la CGUE l’aveva estesa a direttive e
decisioni: ora il 264 TFUE ha esteso a qualsiasi atto tale possibilità

Controllo di mera legittimità – conseguenze


• IST. SARà TENUTA A ELIMINARE L’ATTO O MODIFICARNE LE
DISPOSIZIONI VIZIATE. MANCATA ESECUZIONE DELLA SENT---RICORSO
IN CARENZA e fatti salvi i diritti degli interessati a far valere la resp
extracontrattuale dell’autore dell’atto interessato
• Casi di controllo di merito limitata al riesame delle sanzioni previste nel
regolamento adottato da cons o cons e PE nel settore antitrust. La corte
dispone in tali casi del potere di modificare l’ammontare della sanzione (
229 CE, 261 TFUE)
AZIONE PER RESPONSABILITà DA
ILLECITO DELL’UNIONE EUROPEA
RICEVIBILITA’
Rapporti con gli altri mezzi di ricorso

 L’azione di responsabilità extracontrattuale e’ un ricorso


autonomo. E’ possibile chiedere i danni per un
pregiudizio causato da un atto non annullato o da una
carenza non preventivamente constatata (sent. Lutticke)
 Eccezione: se il ricorrente aveva la possibilità di
introdurre un ricorso per annullamento o per carenza
ottenendo i medesimi risultati il ricorso e’ irricevibile
(sent. Krohn)
 Sussidiarieta’/residualità rispetto ai mezzi di ricorso
nazionali, ma solo se adeguati a proteggere i diritti dei
ricorrenti

52
LEGITTIMAZIONE ATTIVA

Sono legittimati ad agire:


 gli Stati membri
 ogni persona fisica o giuridica che abbia
interesse ad agire

Interesse ad agire:
 Il pregiudizio causato dall’Unione deve essere
diretto e personale

53
LEGITTIMAZIONE PASSIVA
Il ricorso può essere diretto contro:
 Istituzioni
 Agenti della Comunità nell’esercizio delle loro funzioni
(sent. Sayag)

NB: nell’ultimo caso la valutazione del nesso di causalità


e’ particolarmente severa

54
I TERMINI

 Termine di prescrizione di 5 anni a partire


dal momento in cui il pregiudizio e’
arrecato

 Nel caso eccezionale in cui il ricorrente


abbia avuto notizia del fatto costitutivo del
pregiudizio una volta scaduto il termine di
prescrizione, il ricorso e’ ricevibile (sent.
Adams)
55
CONDIZIONI PER IL RISARCIMENTO

Condizioni per ottenere il risarcimento:


 Illegalità del comportamento pregiudizievole. Qualora si
tratti di un atto normativo che implica delle scelte di
politica economica, la responsabilità dell’UE sussiste
unicamente in caso di “violazione manifesta e grave di
una norma superiore intesa a tutelare i singoli” (sent.
Schoeppenstedt).
 Esistenza di un danno
 Esistenza di un nesso di causalità

56
RESPONSABILITA DELL’UNIONE PER ATTI DI
CARATTERE NORMATIVO

1) Norma superiore intesa a tutelare i singoli (sent.


Schoeppenstedt), esempi:
Rispetto dei diritti acquisiti
Principio di non retroattività
Principio di non discriminazione
Protezione del legittimo affidamento
Principio di proporzionalità
Ma CGUE tende a superare questo requisito allineando
i presupposti della respons delle istituz a quelli richiesti
per la responsabilità degli SM 57
2) Violazione manifesta e grave:

 l’azione della Comunità deve essere


caratterizzata da eccesso di potere o
arbitrarietà (sent. Amylum)
 deve esserci colpa grave della Comunità

58
IL DANNO

Il danno deve essere:


 certo (quantificabile);
 attuale (in alcuni casi potrà essere promossa un’azione
per un danno futuro imminente e prevedibile anche se
non ancora quantificabile);
 grave (il danno deve andare al di la dui quello che e’ il
normale rischio legato allo svolgimento di una attività
economica);
 speciale (il pregiudizio deve colpire un numero limitato
e individuabile di soggetti).

59
IL NESSO DI CAUSALITA’

Il nesso di causalità può non sussistere se il


pregiudizio deriva anche parzialmente da:
 Il comportamento del ricorrente
 Il comportamento di una autorità nazionale

60
Responsabilità da ATTIVITà LECITA
• Presupposto sarebbe l’ECCEZIONALITà del
DANNO subito da un soggetto per effetto di
un’attività svolta nell’interesse generale
IL RINVIO PREGIUDIZIALE
Caratteristiche generali

Il rinvio pregiudiziale è una procedura:


 incidentale;
 non contenziosa, ma di cooperazione giudiziaria dovuta alle
peculiari caratteristiche dell’ordinamento UE che crea un
sistema decentralizzato di applicazione del diritto UE e la cui
natura è spesso quella di norme dotate di efficacia diretta;
 caratterizzata da scarso formalismo;
 caratterizzata dalla competenza esclusiva della Corte di
Giustizia;
 avente ad oggetto l’interpretazione o la validità del diritto
comunitario.

63
Caratteristiche generali (2)

Vi sono dunque due tipologie di rinvio:


 Rinvio pregiudiziale di interpretazione: ha ad oggetto
l’interpretazione delle norme di diritto comunitario
primario e secondario.
 Rinvio pregiudiziale di validità: ha ad oggetto un giudizio
di validità sulle norme secondarie di diritto comunitario.
Non può essere proposto se il ricorrente avrebbe potuto
ottenere quanto richiesto ricorrendo in annullamento nei
termini di impugnazione.

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LA PROCEDURA
La natura incidentale

 Il rinvio pregiudiziale e’ un ricorso incidentale sollevato nel


corso di un giudizio nazionale.
 La decisione di disporre il rinvio spetta al solo giudice
nazionale, su istanza di parte ovvero d’ufficio.
 Tutte le parti nel giudizio di rinvio, gli Stati membri e le
istituzioni comunitarie possono intervenire nel
procedimento promosso dinanzi alla Corte di giustizia.
 Il giudizio nazionale viene sospeso nel corso del
procedimento comunitario e riprende dopo che la Corte di
Giustizia si e’ pronunciata

65
LA PROCEDURA
La natura incidentale
 La Corte non decide nel merito della
controversia, ma risponde unicamente alle
questioni sollevate dalla giurisdizione di rinvio.
 La Corte non è competente né a pronunciarsi su
questioni di fatto sollevate nell'ambito della
causa principale né per l'interpretazione o
applicazione del diritto nazionale.
 Il giudice nazionale e’ l’unico che può decidere
nel merito della controversia.

66
LA PROCEDURA
L’assenza di formalismo

 La Corte può riformulare le questioni sottopostele


(sent. Tisser)
 La Corte può esaminare norme comunitarie non
menzionate dalla giurisdizione di rinvio se le ritiene utili
per risolvere la controversia (sent. Belovo).
 La Corte può statuire sull’interpretazione o sulla validità
indipendentemente dal tenore della richiesta (sent.
Schwarze)
 La decisione pregiudiziale può essere adottata in
qualsiasi forma (es. sentenza o ordinanza)

67
DISPOSIZIONI CHE POSSONO ESSERE
OGGETTO DI UN RINVIO
Interpretazione:
 Trattato CE
 Statuti degli organismi creati dalle Istituzioni
 Sentenze della Corte di giustizia
Interpretazione e validità:
 Atti delle Istituzioni comunitarie (Parlamento, Commissione,
Consiglio, Corte dei Conti, Corte di giustizia) e degli organismi
creati dalle Istituzioni (es. Agenzie; v. sent. Meroni)
 Atti della BCE
 Atti di conclusione di accordi internazionali (sent. Haegerman II)
 Disposizioni nazionali che rinviano ad una norma comunitaria per
determinare la regola applicabile (sent. Dzozi)

68
DISPOSIZIONI CHE POSSONO ESSERE OGGETTO
DI UN RINVIO: condizioni oggettive di rinvio
Atti derivati:
 Sono inclusi gli atti non direttamente applicabili (es.
direttive; v. sent. Grad).
 Sono inclusi gli atti non obbligatori (sent. Frecassetti).
 Sono inclusi gli atti a carattere individuale eccetto i casi in
cui il ricorrente era legittimato ad ottenere quanto richiesto
impugnando l’atto nei termini (sent. Deggendorf TWD). Il
rinvio per interpretazione resta comunque sempre
possibile.

69
LA GIURISDIZIONE DI RINVIO
condizioni soggettive di rinvio
deve trattarsi di una ‘giurisdizione’ a sollevare i quesiti

La giurisdizione di rinvio deve possedere le seguenti caratteristiche


(sent. Vaassen-Gobbels e Dorsch Consult):
 origine legale;
 carattere permanente;
 carattere vincolante e obbligatorio della sua competenza;
 natura contraddittoria della procedura che si segue dinanzi ad essa;
 potere di applicare regole di diritto;
 vincolatività delle decisioni adottate;
 Indipendenza;
 appartenenza ad uno o piu’ Stati membri --- Sono escluse le corti
internazionali (es. CEDU).

70
LA GIURISDIZIONE DI RINVIO
La nozione comunitaria di giurisdizione

Sono inclusi nella nozione di giurisdizione:


 Il giudice che statuisce in via cautelare (sent. Hoffmann-la
Roche I)

Sono esclusi nella nozione di giurisdizione:


 Gli arbitri (sent. Nordsee)
 Le associazioni e gli ordini professionali, salvo quando
statuiscono in materia disciplinare
 Le amministrazioni pubbliche nel contesto di procedure di
ricorso interno (sent. Corbiau)
 I pubblici ministeri

NB: la Corte adotta un approccio funzionale

71
LA CORTE COST IT
• CGUE non ha mai messo in discussione che la Corte cost sia abilitata a proporre quesiti pregiudiziali
• Corte cost. fino a non molto tempo fa riteneva di essere competente in tal senso solo quando agiva
da giurisdizione di merito di una controversia
• Con ordinanza 2008 Pres cons v Regione Sardegna la corte cost ha ritenuto che quando una
questione di interpretazione di norme UE si pone nel quadro di un giudizio di costituzionalità in via
principale per violazione di vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario richiamati dall’art. 117
(1) cost la corte cost pur nella sua peculiare posizione di supremo organo di garanzia costituzionale
nell’ordinamento interno, costituisce una giurisdizione nazionale di UNICA ISTANZA legittimata a
proporre rinvio CGUE
= la storica “svolta” che ha condotto la Corte costituzionale a sollevare per la prima volta rinvio
pregiudiziale alla Corte di giustizia (sent. n. 102/2008) ha visto poi estesa la possibilità di operare
rinvio per la corte cost anche ai giudizi instaurati in via incidentale)  significativo recupero del ruolo
della Corte costituzionale nella gestione delle dinamiche di relazione tra ordinamenti, nell’ottica,
però, di un loro approfondimento in senso cooperativo.
(i) nei giudizi in via principale (posto che manca un giudice a quo),
 e (ii) nei giudizi in via incidentale, ma solo qualora le norme invocate siano sprovviste di efficacia
diretta. (C. cost., 18.7.2013, n. 207
LA GIURISDIZIONE DI RINVIO
L’obbligo di rinvio
Vi e’ obbligo di rinvio pregiudiziale se contro la decisione
della giurisdizione nazionale non e’ possibile proporre
un ricorso giurisdizionale di diritto interno (regola
generale).
---obbligo per GIURISDIZIONI DI ULTIMA ISTANZA
Viceversa il TR prevede la Facoltà di rinvio per tutte le altre
giurisdizioni

73
Tuttavia : eccesioni/elementi di flessibilità

 Anche la giurisdizione nazionale non di


ultimo grado che desideri dichiarare
l’invalidità di un atto comunitario è
OBBLIGATA AL RINVIO (sent. Foto Frost)
Viceversa esistono 3 ipotesi di DEROGA
ALL’OBBLIGO DI RINVIO
• Se esistono precedenti della Corte di giustizia che risolvano
questioni materialmente identiche sollevate in relazione ad
analoga fattispecie (sent. Da Costa)
• Quando la risposta da dare alle questioni risulti da una
giurisprudenza costante della Corte che, indipendentemente
dalla natura del procedimento in cui sia stata prodotta, risolva il
punto di diritto litigioso anche in mancanza di una stretta
identità fra le materie del contendere (CILFIT)
• Quando la corretta applicazione del diritto UE si imponga con
tale EVIDENZA da non lasciare adito ad alcun ragionevole dubbio
sulla soluzione da dare alla questione sollevata (TEORIA
DELL’ATTO CHIARO)
LA GIURISDIZIONE DI RINVIO
Irricevibilita’
Motivi di irricevibilita’ del rinvio:
 Applicazione della teoria dell’atto chiaro (per il rinvio in
interpretazione; v. sent. Cilfit);
 non pertinenza della questione o manifesta irrilevanza;
 imprecisione della questione;
 Questioni puramente IPOTETICHE che cioè non rispondono ad
un bisogno del giudice in vista della soluzione della
controversia
 Questione FITTIZIA (sent. Foglia/Novello in cui le parti erano
già d’accordo sull’interpretazione della norma UE);
 esistenza di una pronuncia analoga della Corte (a meno che il
giudice di rinvio non intenda discostarsene).
76
LA GIURISDIZIONE DI RINVIO
Sanzioni per il mancato rinvio
Possibili rimedi per il mancato rinvio:
 mezzi di ricorso interni;
• responsabilità extracontrattuale dello Stato membro (sent. Kobler - « in
considerazione del ruolo essenziale svolto dal potere giudiziario
nella tutela dei diritti che ai singoli derivano dalle norme
comunitarie, la piena efficacia di queste ultime verrebbe rimessa in
discussione e la tutela dei diritti che esse riconoscono sarebbe
affievolita se fosse escluso che i singoli possano, a talune condizioni,
ottenere un risarcimento allorché i loro diritti sono lesi da una
violazione del diritto comunitario imputabile a una decisione di un
organo giurisdizionale di ultimo grado di uno Stato membro.”
 avvio di una procedura di infrazione (in presenza di talune condizioni, sent.
Boucherau);
 avvio di un procedimento dinnanzi alla CEDU (sent. Canela Santiago).
77
GLI EFFETTI DELLA SENTENZA
Rinvio pregiudiziale di interpretazione
La sentenza interpretativa:
 ha effetto erga omnes (sent. Benedetti)
 ha carattere dichiarativo, nel senso che indica il significato da
attribuire alla norma al momento della sua entrata in vigore:
“L’interpretazione chiarisce e precisa, quando ve ne sia il bisogno,
il significato e la portata della norma, quale deve, o avrebbe
dovuto, essere intesa ed applicata dal momento della sua entrata
in vigore” (sentenza 27 marzo 1980, causa 61/79, Denkavit)
 ha effetto ex tunc, ma la Corte può eccezionalmente limitare nel
tempo gli effetti della sentenza (es. sent. Defrenne)
 l’interpretazione può essere successivamente modificata, anche su
richiesta di un giudice nazionale

78
GLI EFFETTI DELLA SENTENZA
Rinvio pregiudiziale di validità
La sentenza che dichiara l’invalidità:
 ha effetto erga omnes sebbene abbia come diretto destinatario solo il giudice che
si è rivolto alla Corte=costituisce per qualsiasi altro giudice un motivo sufficiente
per considerare tale atto non valido ai fini di una decisione che esso debba
emettere” (sentenza 13 maggio 1981, causa 66/80, ICC).
Dal canto loro, le istituzioni dell’Unione sono tenute a rimuovere l’atto invalido
dall’ordinamento.
 l’atto invalido deve essere disapplicato, ma la sentenza non comporta il suo
annullamento;
 ha effetto RETROATTIVO (chiarisce il significato e la portata della norma quale deve
o avrebbe dovuto essere intesa ed applicata dal momento della sua entrata in
vigore, anche a momenti anteriori rispetto alla sentenza interpretativa) ma la Corte
può eccezionalmente limitare nel tempo gli effetti della sentenza (sent. Societe des
produits de mais) per esigenze di certezza del diritto e legittimo affidamento;
 La sentenza che dichiari un atto valido può anch’essa essere tenuta in conto dai
giudici diversi dal giudice a quo, ma non impedisce loro di proporre nuovamente la
questione di validità del medesimo atto, per motivi diversi da quello sul quale la
Corte si è già pronunciata 79

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