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Diritto interposto: principi
generali
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Diritto derivato: regolamenti,
direttive, decisioni.
delle tre originarie Comunità europee (CEE, CECA, EURATOM) all’utilizzo della fonte dei
principi generali come porta di ingresso per la tutela di diritti fondamentali propri dell’Unione:
2 livelli di applicazione:
• Attività delle istituzioni UE e di ogni altro soggetto
che, a prescindere dalla qualificazione formale, è
inquadrato nella architettura istituzionale
dell’Unione --- qualsiasi atto
• Attività degli Stati membri, ma solo nei limiti in cui
essi «attuano» il diritto UE - cosa vuol dire ?
Natura non free-standing delle
disposizioni della Carta:
necessità di una norma di diritto UE diversa dalla disposizione della Carta in
questione, che “attiva” ( norma trigger ) l’applicazione di quest’ultima - la
Carta si applica quando una norma di diritto dell’Unione diversa dalla norma della Carta
di cui si lamenta la violazione (ma, più in generale, diversa da una norma della Carta o
da un principio generale di diritto UE) è applicabile al caso pendente davanti al giudice
nazionale.
Inoltre,
Laddove accanto ad una base giuridica di carattere generale sia utilizzabile una base giuridica più specifica occorrerà
privilegiare quest’ultima. Può però accadere che un atto persegua una pluralità di scopi o presenti contenuti
differenziati. In tal caso la base giuridica va dedotta dal c.d. CENTRO DI GRAVITà dell’atto mentre non dovrà tenersi
conto di scopi accessori o secondari dell’atto
Qualora non sia possibile individuare il centro di gravità dell’atto perché i vari scopi e contenuti hanno una eguale
importanza l’atto dovrà eccezionalmente avere una BASE GIURIDICA PLURIMA consistente in tutte le disposizioni dei
TR corrispondenti ai suoi vari scopi o contenuti
N.B. Ciò non vale però se le disposizioni che dovrebbero fungere da basi giuridiche plurima prevedono PROCEDURE
DECISIONALI INCOMPATIBILI- in tali casi sarà da preferire come base giuridica la disposizione che non pregiudichi i
poteri di partecipazione del PE
PROCEDURA LEGISALTIVA
SPECIALE
1) Procedura di CONSULTAZIONE : Adozione atto da parte del cons
all’unanimità o mq previa consultazione del PE --- parere del PE è
solo consultivo cioè obbligatorio (consultazione effettiva e regolare)
ma non vincolante
Non è previsto un termine specifico per la resa del parere ma secondo il
pr di leale collaborazione il PE sarà tenuto ad emanarlo entro un
termine RAGIONEVOLE e a tenere conto delle eventuali richieste del
cons per ottenerlo d’urgenza
2) Procedura di APPROVAZIONE
In questi casi il potere deliberativo non appartiene più al Consiglio
ma è CONDIVISO col PE come nella procedura legisl ordinaria.
Tuttavia mentre in quest’ultima il PE ha ampio spazio di manovra
per contribuire a determinare il contenuto dell’atto, nella
procedura di approvazione il PE si limita ad approvare o
respingere l’atto
N.B. in alcuni pochi casi, gli atti sono adottati dal Parlamento con
l’approvazione del Consiglio:
• definizione dello Statuto dei membri del PE (art. 223, par. 2,
TFUE)
• modalità per l’esercizio del diritto d’inchiesta (art. 226 TFUE)
• definizione dello Statuto del Mediatore europeo (art. 228, par. 4,
TFUE)
LA FORMA DEGLI ATTI LEGISLATIVI E
NONSia gli atti legislativi, che non legislativi (delegati o di esecuzione) possono
assumere la forma di
regolamenti,
direttive o
decisioni.
A tal riguardo, il TFUE mantiene appunto la denominazione tradizionale degli
atti giuridicamente vincolanti (regolamenti, direttive e decisioni) al posto
della più innovativa terminologia del Trattato costituzionale (legge europea,
legge quadro europea, regolamento), che viene pertanto abbandonata.
1. Gli atti legislativi adottati secondo la procedura legislativa ordinaria sono firmati dal presidente del
Parlamento europeo e dal presidente del Consiglio.
Gli atti legislativi adottati secondo una procedura legislativa speciale sono firmati dal presidente dell'istituzione
che li ha adottati.
Gli atti legislativi sono pubblicati nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea.
Essi entrano in vigore alla data da essi stabilita oppure, in mancanza di data, il ventesimo giorno successivo alla
pubblicazione.
2. Gli atti non legislativi adottati sotto forma di regolamenti, di direttive e di decisioni, quando queste ultime non
designano i destinatari, sono firmati dal presidente dell'istituzione che li ha adottati.
I regolamenti, le direttive che sono rivolte a tutti gli Stati membri e le decisioni che non designano i destinatari
sono pubblicati nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea. Essi entrano in vigore alla data da essi stabilita
oppure, in mancanza di data, il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione.
Le altre direttive e le decisioni che designano i destinatari sono notificate ai destinatari e hanno efficacia in virtù
di tale notificazione.
Regolamenti
I REGOLAMENTI: la PORTATA
GENERALE
• L’atto si rivolge non a un numero limitato di destinatari indicati espressamente o facilmente
individuabili ma a una o più categorie di destinatari determinate astrattamente e nel loro
complesso.
Ciò non importa che debba essere impossibile identificare il numero o l’identità dei destinatari
dell’atto purché la qualità del destinatario dipenda da una situazione obiettiva di diritto o di fatto
definita dall’atto in relazione alla sua finalità
Es. ZUCKERFABRIK 6/68
Regolamento 1009-67-CEE del Consiglio, in data 18 dicembre 1967, relativo all'organizzazione
comune dei mercati nel settore dello zucchero, il quale stabilisce che il regime di prezzi si applica
allo zucchero di barbabietola solo fino al 31 dicembre 1969
Se si negasse il carattere di regolamento di una disciplina dei prezzi, solo perché essa concerne un
prodotto determinato e in vista della circostanza ch'essa riguarda i produttori in ragione di una
situazione di fatto che il caratterizza rispetto a chiunque altro, si estenderebbe la nozione di
decisione in modo tale da pregiudicare il sistema del Trattato
I REGOLAMENTI: OBBLIGATORIETà
sono obbligatori in tutti i loro elementi
-NON Può ESSERE DUNQUE APPLICATO IN MANIERA SELETTIVA
- ONERE DI CONFORMARSI IN MANIERA RIGOROSA (questo però non
esclude che il regolamento abbia bisogno di atti di esecuzione, adottati
dalla Commissione o dagli Stati membri, per poter operare
concretamente; generalmente, il regolamento stesso indica la necessità
di atti di esecuzione)
Diretta applicabilità
• non è soggetto a misure di recepimento nel diritto nazionale;
• È applicabile in tutti gli Stati membri a partire dalla sua entrata in vigore, ossia venti giorni dopo la sua pubblicazione nella
Gazzetta ufficiale.
• L’art. 288 (2) TFUE prescrivendo l’adattamento diretto ed automatico degli ordinamenti interni al regolamento si configura come
norma sull’ADATTAMENTO: nel momento in cui i reg entrano in vigore nell’ordinamento di origine (UE) i reg sono applicabili negli
SM essendo ogni atto nazionale di recepimento non solo superfluo ma incompatibile con art. 288 producendo l’effetto di
trasformare il reg in un provv interno occultando ai giudici nazionali la stessa natura comunitaria dell’atto.SENT VARIOLA
(1973) prassi it di dare esecuzione ai reg incorporandoli in decreti legislativi – CGUE sottolinea l’inammissibilità di tale prassi coi
Tr in quanto pregiudizievole dell’applicazione simultanea, automatica e uniforme dei reg nel territorio di tutti gli SM –
Sent ICIC (corte cost) accoglie tali principi mettendo in evidenza, accanto all’effetto pregiudizievole ed inammissibile del
deferimento nel tempo dell’applicazione di un reg attraverso la sua incorporazione in un atto normativo interno, anche quello della
sottrazione della loro interpretazione in via definitiva alla CGUE con palese violazione del regime di cui all’art. 177 ora 267 TFUE
• La diretta applicabilità non esclude però PROVV NAZIONALI INTEGRATIVI. Talvolta è il reg stesso a richiederlo, in altri casi la loro
necessità discende dal principio di leale cooperazione
• D’altro canto la diretta applicabilità contiene in sé l’altro lato dell’EFFICACIA DIRETTA tale per cui conferisce dei diritti e dei doveri
indipendentemente da una misura nazionale di attuazionee può essere utilizzato come riferimento dai singoli individui nelle loro
relazioni con altri singoli individui, con le istituzioni o con le autorità europee.
REGOLAMENTI
• La Corte di Giustizia ha affermato il principio in base al quale la sostanza prevale sulla forma degli
atti: pertanto, una direttiva dettagliata che si indirizzi a tutti gli Stati membri e ponga norme di
carattere generale è, nella sostanza, un regolamento; così pure una direttiva dettagliata che si
indirizzi ad un singolo Stato membro è, sostanzialmente, una decisione. A ciò non osta la differenza
di forme di pubblicità previste per regolamenti, direttive e decisioni; infatti tale ostacolo è superato
dalla prassi invalsa di far seguire alla notifica delle direttive anche la loro pubblicazione sulla Gazzetta
Ufficiale.
• In dottrina, al fine di stabilire la legittimità o meno delle direttive dettagliate, si distingue tra due casi:
- se la direttiva dettagliata viene emanata in materia disciplinabile indifferentemente con
regolamenti, direttive o decisioni, essa deve essere considerata legittima;
- se, viceversa, si tratta di materia che può formare oggetto soltanto di direttive, si dovrebbe
negare la legittimità dell’adozione di direttive dettagliate. Tuttavia, la prassi dell’UE era orientata in
senso opposto a tale conclusione ed è caratterizzata dall’emanazione di direttive dettagliate anche in
tali materie
LA DECISIONE
Elementi essenziali di tale atto sono:
• l’obbligatorietà in tutti i suoi elementi, sia in relazione al risultato che ai
mezzi da utilizzare per raggiungere l’obiettivo indicato
• SE designa i destinatari (Stati o singoli) è vincolante solo per essi
Dunque due TIPOLOGIE di decisioni:
Decisioni INDIVIDUALI dotate di destinatari individuati nell’atto che sono i
destinatari della portata obbligatoria – notificate ai destinatari e hanno
efficacia in virtù di tale notificazione . SI tratta per lo più di quelle decisioni
individuali rivolte ai singoli che hanno natura spiccatamente amministrativa
(es quelle che la COMM adotta in ambito antitrust
• Es. L’effetto di sostituzione è ben palesato nella sentenza Becker laddove la Corte stabilisce
che la ricorrente possa, richiamandosi ad una norma Ce self-executing della direttiva sull’IVA,
chiedere la non applicazione della normativa tedesca contrastante e valersi invece del
precetto comunitario che le consente d’essere esonerata dal pagamento di detta imposta
Requisiti oggettivi: chiarezza, precisione e
incondizionatezza che si presuppongonono per:
1. Disposizioni che impongono OBBLIGHI DI NON
FARE (es divieto di restrizioni quantitative alle
importazioni – sent. IANNELLI
2. Disposizioni che prevedono l’ASTENSIONE cioè
dovere di non introdurre misure (ad es
restrittive al diritto di stabilimento)
3. Disposizioni che impongono OBBLIGHI DI FARE
(abolizione di ostacoli alla circ lavoratori o
obbligo di parità retributiva uomo-donna)