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Variabili e varianti

Variabili: principi definitori delle varianti

1. Equivalenza semantica: l’uso alternativo delle varianti non deve causare cambiamenti di significato
2. Identità di struttura: l’uso alternativo delle varianti non deve produrre cambiamenti di struttura
linguistica

Problematicità:

- Livello fonetico e fonologico


- Livello morfologico
- Livello sintattico e morfosintattico
- Livello lessicale
- Livello pragmatico

>> Importanza del contesto <<

Variazione semantica  la parte invariabile è il significato (fegato/coraggio, sei una volpe/sei furbo); geo-
omonimi (tovaglia “asciugamano” per un siciliano)

Marcatezza delle variabili  alcuni tratti linguistici rivelano lo stesso tipo di marcatezza sociolinguistica;
vernacular universal (es. semplificazione nessi consonantici, preferenza per analisi anziché sintesi)

La variabilità interna al sistema linguistico non è necessariamente predittiva del mutamento linguistico.
Inoltre, l’assegnazione di un certo valore di marcatezza sociolinguistica ad un dato tratto linguistico (e
dunque ad una certa variabile sociolinguistica e ad una sua variante) è in buona sostanza arbitraria e
dipende da questioni di prestigio o stigma da parte dei parlanti, non ad una questione determinata dal
sistema linguistico stesso. Importante quindi la questione della consapevolezza (forma di meta-riflessione
che dovrebbe portare ad un piano leggibile e quindi gestibile gli atti di parola)

Tipi di variabile

 Marker (o contrassegno/differenziatore):
sensibile alla stratificazione sociale e alla variazione situazionale;
(r) o (th) a New York; (ng) a Norwich
 Indicatore
sensibile alla stratificazione sociale
(ɑ:) a Norwich
 Stereotipo
sensibile alla variazione situazionale
(æS) a Teheran

Regole variabili (rappresentazione tradizionale)

Variabilità della caduta della occlusiva alveolare nell’American-English


M = parole monomorfematiche (tra cui verbi forti, forme suppletive; es. went)
S = forme del passato di verbi semideboli (es. kept)
R = forme del passato di verbi regolari o deboli (es. packed)
EG = età giovane dle parlante
ᵄ <M>

[t], [d]  <Ø>/C___# ᵝ <S> <EG>

ᵞ <R>

Regole variabili e pattern di variazione

Configurazione di co-occorrenza di tratti linguistici e fattori extra-linguistici. A ciascun fattore è assegnato


un indice di probabilità. L’ordine di incidenza dei fattori è segnato dall’ordine delle lettere dell’alfabeto
greco. L’assegnazione viene fatta sulla base di dati empirici.

Regole variabili  nuova rappresentazione


Si tiene conto sia del valore di probabilità (peso) assegnato a ciascun fattore, sia del numero (in % e N) di
contesti presenti nel corpus per ciascun fattore.

Pattern di variazione  una certa configurazione di co-variazione tra tratti linguistici e tratti extra-
linguistici.

Punti nodali

- Competenza o esecuzione?
- Valore non predittivo delle regole variabili > carattere probabilistico
- Caratterizzazione comunitaria della regola variabile (e definizione della comunità linguistica, di per
sé già eterogenea, sulla base di un concetto di variabilità)
- Forma e ragioni della variabilità

Scale di implicazione

- Negli anni ’70 nell’ambito della sociolinguistica americana al concetto e all’apparato teorico delle
regole variabili, è stato aggiunto il principio delle scale di implicazione (o implicazionali), un
costrutto formulato dapprima all’interno della creolistica
- Le scale implicazionali descrivono i rapporti tra diverse variabili; lo scopo cui rispondono non è più
quello di contare la percentuale del verificarsi di un certo fenomeno in rapporto alle variabili
diastatiche o diafasiche o le regole attraverso cui si alternano le varianti di una variabile (regole
variabili), ma è quello più raffinato di scoprire se esistono rapporti implicazionali tra le diverse
variabili individuate in una specifica comunità o situazione e, dunque, se esistono rapporti e
gerarchie tra i diversi tratti analizzati.

Come si costruisce la scala implicazionale?


Si parte da una certa distribuzione di tratti e si verifica se la scelta o attuazione di uno implichi o escluda la
realizzazione di un altro. In linea di principio una scala implicazionale è una matrice a due dimensioni che
contiene su una coordinata i tratti considerati e sull’altra i parlanti o i gruppi di parlanti analizzati in
relazione ai tratti; la costruzione della matrice viene di solito fatta in modo da avere come risultato ideale
posizione caratterizzati da + e – e disposte così che, presa una casella qualsiasi dello schema, se questa è
positiva abbia sopra di sé solo valori positivi e sotto di sé solo valori negativi.

Le regole implicazionali sono intese come categoriche (+/-) e non variabili; la variazione, dunque, è data
dall’applicazione categorica di regole diverse. La realizzazione di regole diverse determina di fatto scelte di
varietà: varietà di lingua (varietà 1, varietà 2, ecc.)

Inserimento del dato quantitativo  la nuova analisi implicazionale vuole rappresentare la realtà linguistica
non solo attraverso regole categoriche (meno realistiche), ma anche attraverso quelle variabili.

Modelli di variazione: laboviano, generativista, competenza/esecuzione.

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