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Il mutamento sintattico

Grammaticalizzazione
e mutamento sintattico
Mutamento che riguarda i meccanismi in base ai quali
vengono stabilite le relazioni tra le parole all'interno di una frase

• Il ruolo delle inferenze pragmatiche: in certi contesti, particolari


condizioni semantiche e comunicative innescano la
convenzionalizzazione di inferenze pragmatiche, con conseguente
✓ reinterpretazione delle forme
✓ generalizzazione degli ambiti d’uso
✓ diffusione a nuovi contesti e ampliamento di funzioni

• Ciclicità e rinnovamento: quando gli elementi perdono trasparenza e


sostanza fonetica, ma soprattutto forza semantico-pragmatica (enfasi e
novità espressiva), vengono affiancati e poi sostituiti da altri in un
nuovo ciclo di grammaticalizzazione
Il futuro inglese be going to
(a) He is going to London
(b) He is going to eat
(c) He is going to do his best to win
(d) The rain is going to come

➢ Non c’è discontinuità di significato ma slittamento progressivo: il


movimento descritto in (a) è marginale in (b) e (c) e incompatibile in (d)
➢ Convenzionalizzazione dell’inferenza spazio-temporale
direzione > intenzione > futurità
tramite i passaggi graduali

(a) direzione > (b) direzione e intenzione > (c) intenzione e futurità >
(d) futurità

➢ Da going to a gonna (TODAY’S MORPHOLOGY IS YESTERDAY’S SYNTAX, T. Givón)


Lo sviluppo del passé récent in francese

(a) Je viens de Lyon


io vengo da Lione
‘Vengo da Lione’
(b) Je viens de manger
io vengo da mangiare
‘Ho appena mangiato’
(c) Je viens d’arriver
io vengo da arrivare
‘Sono appena arrivato’
Il ‘ciclo della negazione’ in francese

• La negazione in latino e nelle lingue romanze: lat. non amat, it. non
ama; ma fr. ne….pas
• Elementi frequenti e fondamentali: tendenza al rafforzamento e
all’enfasi mediante intensificatori
fr. ant. ne + rien ‘niente’, point ‘punto’, pas ‘passo’
cfr. it. mica, lomb. e ven. mi(n)ga, bologn. brisa, salent. filu, tosc.
non mi piace punto, non ho punti amici; non ci vedo un tubo, ecc.
• A partire da contesti semanticamente coerenti, estensione
dell’intensificatore pas anche laddove non è implicato un movimento
Jean ne marche pas “Giovanni non cammina (un) passo”
Jean ne mange pas “Giovanni non mangia”
• Indebolimento semantico e grammaticalizzazione: pas si integra nella
negazione standard discontinua ne…pas
Il ‘ciclo della negazione’ in francese
• Oggi pas è impiegato anche in contesti non verbali: pas plus tard
qu’hier “non più tardi di ieri”, absolument pas “assolutamente no”;
• Nel francese parlato, la forma ne…pas tende ad essere semplificata in
pas e il “reale” elemento negativo di partenza è omesso:
j’ai pas dit ça

➢ Motivazione alla base di questi cicli di grammaticalizzazione: esigenza


di maggior espressività da parte del parlante
Lat. ne > ne unum > noenum > it. non

La massima della stravaganza: ”talk in such a way that you are noticed”;
”New and innovative ways of saying things are brought about by
speakers seeking to enhance expressivity” (Hopper & Traugott 2003: 73)
Fonti della grammaticalizzazione

• verbi di movimento: be going to, je viens de


• verbi cognitivi basici dell’esperienza umana: willan, il verbo
avere
• parti del corpo, azioni e oggetti concreti: -mente, *līkam
‘corpo’, pas “passo”, mica “briciola”

“Grammaticalization is a cognitive mechanism whereby


concrete and salient concepts serve as vehicles or structural
templates to conceptualize less concrete and less readily
accessible concepts—so that linguistic expressions for
concrete concepts, such as physical objects or actions, are
recruited to express more abstract concepts. Thus […]
concrete actions serve as conceptual vehicles to express more
abstract concepts describing the aspectual, temporal, or
modal contours of events” (Heine & Kuteva 2011: 513)
Unidirezionalità della grammaticalizzazione

entità lessicale > elemento grammaticale > clitico o


autonoma (autonomo) suffisso

➢ Eccezioni: casi di degrammaticalizzazione, ossia di mutamenti che vanno


in direzione contraria: grammatica → lessico
✓ Suffissi > nomi: ital. anta, ingl. teens; gli ismi, ingl. the isms, ted. die
Ismen
✓ Preposizioni > nomi, verbi: ingl. to down a plane, the ups and downs

➢ ma i controesempi sono pochi e rappresentano ciascuno un caso a sé,


senza che si possa elaborare una tendenza generale
La ‘grammatica emergente’
• Il significato delle espressioni linguistiche non è fisso, ma
deriva da una convenzione stabilita tra parlante e
ascoltatore nel corso del processo comunicativo
• La combinazione di forma e significato non avviene mai
esattamente nello stesso modo, e la distribuzione dei vari
significati tra le varie componenti di una costruzione
sintattica può cambiare nel corso del tempo
• La prospettiva della ‘grammatica emergente’ (Paul
Hopper): la sintassi è concepita come un insieme non
delimitato di forme, che viene via via sistematizzato
durante l’uso e ristrutturato dai parlanti in base alle
esigenze comunicative

La sintassi non è una stabile architettura sincronica, ma,


sottoposta a continui processi di grammaticalizzazione,
è un insieme di costruzioni in divenire
In conclusione…
Come e perché le lingue cambiano
• All’interno delle lingue, le relazioni forma-significato non sono
date una volta per tutte, ma sono dinamicamente
reinterpretabili dai parlanti in base a esigenze comunicative
che possono cambiare nel tempo
– il ruolo della creatività: “creativity is about modifying rules or
constraints by using and combining existing means in novel ways,
giving new meanings and structures. Not all categories serve the
purpose for which they were designed” (Heine & Kuteva 2011: 514)

• Il mutamento linguistico è spesso innescato e governato


dall’uso che i parlanti fanno della lingua (approccio usage-
based), favorendo
– principi ‘economici’ e isomorfici
– innovazioni che impongono trasparenza, analogia, o maggior
espressività
– cambiamenti che tendono alla facilità di pronuncia, alla ‘naturalezza’,
alla facilità di processazione, al minor carico cognitivo e sforzo per la
memoria
In conclusione…
Si può prevedere la direzione
del mutamento linguistico?
• Solamente in senso induttivo e probabilistico: la
linguistica storica, sulla base di una vasta gamma di
dati, può offrire indicazioni tendenziali riguardo
all’attuazione di mutamenti verso strutture più naturali,
basiche e non marcate e verso modelli grammaticali
armonici e più coerenti

• Però non tutte le lingue attuano gli stessi mutamenti


né mutamenti che vanno sempre nella stessa
direzione. Le forze in gioco sono molteplici e complesse
(fattori sociali e culturali; contatto interlinguistico…) e il
mutamento non è prevedibile
In conclusione…
Dove avviene il mutamento?
• Il luogo in cui il mutamento si realizza coincide spesso
con la negoziazione di significati nei processi
comunicativi: ruolo significativo sia dell’ascoltatore sia
del parlante
• Nella comunicazione agiscono spesso forze
contrapposte che si possono riassumere come
massimizzazione dell’efficienza vs. massimizzazione
dell’informatività

“The history of language moves in the diagonal of two


forces: the impulse toward comfort, whic leads to the
wearing down of sounds, and that toward clarity, which
disallows the erosion and the destruction of the language”
(von der Gabelentz 1901: 256)
In conclusione…
La natura del linguaggio umano
• La spiegazione ultima delle tendenze alla base della
struttura, dell’uso e del mutamento del linguaggio
umano sono di natura funzionale, esterne al sistema
stesso:
– funzionamento dell’apparato fonatorio (es. semplificazione
nella produzione di foni)
– processi e comportamenti cognitivi (analogia, isomorfismo,
iconicità, economia)
– tendenze semantiche e/o pragmatiche (esigenza di
chiarezza o di espressività)
• Il linguaggio è un sistema di adattamento delle
esigenze comunicative dei parlanti (problem solving
system)
In conclusione…
Cosa c’è di universale nel linguaggio umano
• Principi cognitivi e funzionali che sono alla base di
tendenze generali caratteristiche di tutte le lingue,
verificata mediante la comparazione interlinguistica
• Tali caratteristiche e tendenze sono dovute a meccanismi
di concettualizzazione e processazione uguali per tutti i
parlanti; ad es., in tutte le lingue il plurale è più marcato e
complesso del singolare e questo si spiega a partire da
come è fatto il mondo
• Le lingue non variano all’infinito perché i principi di
funzionamento della mente sono uguali per tutti i parlanti e
determinano l’occorrenza e la ricorrenza di un numero
limitato di modelli di variazione possibile e compatibile con
tali meccanismi percettivi, cognitivi, comunicativi,
pragmatici e psicologici

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