Le regole variabili esprimono le analisi ricavate dall’esame minuzioso dei dati linguistici
rappresentati attraverso le strutture sociolinguistiche introdotte da Labov. In particolare, si
riferiscono alla realizzazione di una determinata variante di una variabile.
Il loro obbiettivo è l’elaborazione di descrizioni formali della lingua in grado di dar conto della
variabilità. Si tratta di regole simili a quelle di riscrittura della grammatica generativa, in cui però si
tiene conto non solo di categorie e tratti linguistici, ma anche dei fattori che influiscono sulla loro
probabilità e frequenza di selezione.
La regola descrive UN PATTERN DI VARIAZIONE.
Considerato un certo corpus, si assegna a ciascun correlato un indice di probabilità (espresso
dall’ordine delle lettere greche) nell’influenzare l’occorrenza della variante. La probabilità di
ciascun fattore di influenzare la realizzazione della regola è calcolato statisticamente con
programmi informatici, come GoldVarb. Alle strutture laboviane e alle regole variabili, oggi si
preferisce ordinare i dati in tabelle, in cui viene riportato il valore di probabilità associato a ciascun
fattore, e il numero, in percentuale e assoluto, di contesti presenti nel corpus per ciascun fattore.