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CONSERVATORIO STATALE DI MUSICA

“LORENZO PEROSI” DI CAMPOBASSO

DIPLOMA ACCADEMICO DI I LIVELLO


in

FISARMONICA

SALVATORE DI GESUALDO:
LA FISARMONICA, LA SUA VOCE

A.A. 2021-2022
Relatore Candidato
M° Ferdinando Pietro Bentivenga
MUTTILLO
Indice generale

Introduzione……………………………………………………….…..1

Capitolo I: Salvatore di Gesualdo, il papà della fisarmonica


classica...........................................................…………...………..…....2

1.1 Le origini...........................................................…………….……..2

1.2 La formazione................................................……...……….….….3

1.3 La carriera......................................................……...………….….5

Capitolo II: Il concetto..…......................................…….....………….7

2.1 La visione.........................................................……………..……...7

2.2 Le opere...........................................................…………….…….…8

2.3 Improvvisazione n.1…......................................……………...…….9

Capitolo III: L’opera pittorica..................................………………...19

3.1 Epitaffio ..................................…......…...…...........….......….…..19

3.2 Eterni del sogno ........…........…..........................…....…..…...…20

3.3 Forze…......…......…......…......…....…...…....…........…......…...….21

3.4 Il paese della memoria ..................................................…….…..22


Capitolo IV: La didattica.......................................……….………….23

4.1 La scuola................................................……………….……….....23

4.2 I seminari..................................................……………............…...24

Capitolo V: l’ ultimo periodo…..…........................………...………...28

5.1 L’arte della fuga...............................…………….…………….….28

5.2 Kunst e fuga……..........................................……………..……....29

5.3 L’ultimo concerto..............................................……………..…....31

Conclusioni……………………………………………………………32

Ringraziamenti……………………………………………………….33

Bibliografia…………………………………………………………...33

Sitografia……………………………………………………………...33

Parte esecutiva………………………………………………………..34
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INTRODUZIONE

La fisarmonica è uno strumento di giovane concezione, ha infatti, una storia di


poco più di due secoli; tuttavia nell’arco della sua giovane vita ha subito un’
evoluzione tecnologica molto veloce e significativa, tanto da guadagnarsi un
posto di eccellenza nelle culture dei popoli di tutto il mondo e grazie alla sua
versatilità fisica e sonora, si è fatta strada nei più svariati generi, dalla musica
della tradizione al jazz, passando per il klezmer, il tango,il liscio ecc.

L’invenzione di uno strumento dotato di due manuali a note singole (bassi


sciolti), ha permesso la maturazione dell’esecutore che oggi, grazie all’opera
dei didatti, può godere di un ampio repertorio fatto di trascrizioni che vanno
dal barocco al ‘900 fino ad arrivare ad una letteratura originale di musica
contemporanea.

La figura di maggior spicco in Italia e non solo, è sicuramente il maestro


Salvatore di Gesualdo, il quale ha introdotto, dopo un lungo lavoro di ricerca, il
concetto di “fisarmonica classica”, attraverso un programma di composizioni
inquadrabili in un arco di quattro secoli rappresentato da compositori quali:
Frescobaldi, Gesualdo da Venosa e soprattutto Bach, ad arrivare poi ai giorni
nostri con Sciarrino, Berio e altri.

Le peculiarità espressive della fisarmonica, grazie all’articolazione del mantice,


alle combinazioni dei registri, al tocco dell’esecutore e ai fraseggi, hanno fatto
sì che il genio del maestro di Gesualdo elaborasse un nuovo concetto di
differenziazione nella polifonia delle singole voci, che stabilisce una nuova
visione esecutiva non emulativa dell’organo o del pianoforte, ma comparativa e
propositiva di nuove soluzioni interpretative.
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CAPITOLO I
SALVATORE DI GESUALDO
IL PAPA’ DELLA FISARMONICA CLASSICA

1.1 Le origini

Il Maestro Salvatore di Gesualdo nasce a Fossa, un piccolo centro della


provincia dell’Aquila l’11 Aprile del 1940. Trascorre la sua giovinezza fino
all’età di ventotto anni a Canzano, altro piccolo centro dell’Aquilano. Ben
presto manifesta la sua innata passione per l’arte in generale e in particolare per
la musica; il padre Lorenzo, pittore e chitarrista dilettante, gli trasmette i primi
rudimenti proprio attraverso l’ insegnamento della chitarra, ma l’attenzione del
piccolo Salvatore è rivolta al suggestivo suono dell’organo che lui ascolta
attraverso la radio da diversi esecutori come Vignanelli, Tagliavini ecc.

Affascinato dal suono tenuto di questo antico quanto nobile strumento, all’età
di dieci anni esprime il desiderio di poterlo studiare, ma nel suo piccolo paese,
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come nei centri limitrofi, non ci sono organi nelle chiese, così il papà decide di
regalargli una fisarmonica.

Il piccolo Salvatore rimane subito attratto dal suono di quel piccolo strumento
tanto da indurlo immediatamente a cercare di trarne degli effetti atipici e non
convenzionali e comuni della fisarmonica popolare.

1.2 La formazione

Non avendo potuto compiere gli studi musicali, frequenta le scuole


commerciali per poi iscriversi all’università, quindi dai dieci ai ventidue anni,
la sua formazione musicale è affidata molto al suo intuito, al suo innato talento
e alla personalità poliedrica e instancabile.

Grazie al suo amico Marco Bisenia, grande sostenitore dei suoi progetti, riesce
ad ottenere dalla Victoria, un’ azienda costruttrice di fisarmoniche di
Castelfidardo, uno strumento in prestito che gli consente di prepararsi
adeguatamente a partecipare a vari e numerosi concorsi nazionali ed
internazionali, strumento puntualmente restituito dopo ogni competizione.

Nel 1962 partecipa al XII trofeo mondiale di fisarmonica di Salisburgo


classificandosi al primo posto su sedici concorrenti di altrettante nazioni, grazie
al raggiungimento del suo ennesimo successo, l’ azienda decide di regalargli
proprio quella fisarmonica che lo accompagnerà fino al suo ultimo concerto.
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Dopo i ventidue anni, intraprende gli studi di composizione col maestro


Rosolino Toscano di Pescara, che lo porteranno a conseguire il diploma in
musica corale e direzione di coro presso il conservatorio “Rossini” di Pesaro
nel 1967.

Continua sotto la guida del maestro Boris Porena che lo porterà a comseguire il
diploma in composizione nel 1970, giudicato dalla commissione formata da:
Marcello Abbado, Mario Bertoncini, Aldo Clementi e lo stesso Boris Porena.
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In seguito studia direzione di orchestra all’accademia “S.Cecilia” di Roma col


maestro Ferrara.

Il maestro di Gesualdo riesce a bruciare in circa tre anni l’ intero percorso di


studi di conservatorio, nonostante una scottante bocciatura all’esame del quarto
anno di composizione.

1.3 La carriera

Salvatore di Gesualdo è stato il primo fisarmonicista a svolgere attività


concertistica in prestigiose sale da concerto, auditorium, teatri ed emittenti
radiofoniche e televisive in tutto il mondo tra cui: National Theatre di
Reykjavic, Royal Academy di Kopenagen, Tel Aviv Museum, vari teatri in
Grecia, Gerusalemme e molti altri.

Dopo il successo di Salisburgo nel 1962, per Salvatore di Gesualdo (citando le


sue parole) avviene il “divorzio” dalla cultura fisarmonicistica contemporanea,
rinuncia quindi alle lusinghe dei facili guadagni per rifugiarsi in un lungo e
travagliato periodo di isolamento e di ricerca che lo vedrà, alla fine degli anni
sessanta, protagonista di tournéè concertistiche in tutta Europa, Medio Oriente
e Stati Uniti d’America.
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Riuscirà a superare quelle che allora erano le rigidissime selezioni RAI, in una
di queste, presieduta da Giorgio Vidusso , si distingue tra i ben novanta
candidati, proponendo per la prima volta in Italia, un repertorio
fisarmonicistico basato su trascrizioni dalla letteratura da tasto e da sue
composizioni ispirate alle istanze della nuova musica, quindi dalla dissoluzione
della tonalità alla musica elettronica e dal formalismo alla musica aleatoria.

In un’intervista rilasciata nella trasmissione radiofonica “Incontri musicali”


trasmessa da RAI Radio3 nel 1976 e condotta dal musicologo e critico
musicale Leonardo Pinzauti,

egli si definisce un “autodidatta integrale”, in quanto la sua è una tecnica molto


personale ricercata e suggerita dai particolari del suo strumento che è dotato di
due manuali a note singole che permettono di esprimere a pieno la polifonia.

Secondo quanto dichiarato da lui stesso, non c’è stato un vero e proprio inizio
dell’attività concertistica poiché all’epoca la fisarmonica era uno strumento che
nell’immaginario collettivo non poteva trovare collocazione nelle sale da
concerto, quindi in realtà non c’è mai stato un debutto ma una conquista
graduale data da una lotta continua contro le istituzioni che negavano
l’ingresso della fisarmonica nei calendari concertistici.
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Dai primi anni settanta le sue apparizioni in trasmissioni televisive e


radiofoniche nelle reti RAI e in altre emittenti europee, costituiscono una pietra
miliare nella storia della fisarmonica perché, non solo Salvatore di Gesualdo
inventa letteralmente la fisarmonica classica in Italia, ma riesce a comunicare il
proprio pensiero a critici e musicologi in maniera molto eloquente, trovando in
loro validi interlocutori.

La critica internazionale gli riconosce il merito di aver dato vita ad un nuovo


corso nella storia della fisarmonica, la letteratura fisarmonicistica si
arricchisce, grazie alle sue opere, non solo di un vasto repertorio composto da
trascrizioni di composizioni che vanno dal barocco al classico, ma anche da
numerose sue opere ispirate alla musica contemporanea.

CAPITOLO II
IL CONCETTO

2.1 La visione

Il maestro Salvatore di Gesualdo, individua nella fisarmonica, data la sua


natura, un mezzo strumentale completamente nuovo ed individuale che può
sicuramente richiamare l’ organo o il pianoforte ed eseguire la letteratura da
tasto ma, soprattutto uno strumento unico che si differenzia dall’organo perchè
non ha la possibilità di modulare il suono tenuto dal punto di vista della
dinamica e dell’intensità (come lo definisce di Gesualdo in maniera ironica:
“una gigantesca fisarmonica ad espressione fissa”) e si differenzia dal
pianoforte che data l’evanescenza del suono non ha la possibilità di tenerlo in
modo fisso. Quindi la fisarmonica è il solo strumento capace sopperire alle
mancanze “fisiche” dell’organo e del pianoforte. Il maestro presta molta
attenzione alla musica contemporanea e alle possibilità timbriche che lo
strumento può offrire tanto da essere indotto a creare una vera e propria scuola
della fisarmonica da concerto, che diventa mezzo per elaborare nuove
concezioni espressive del linguaggio della musica dei nostri giorni, si può
infatti affermare che Salvatore di Gesualdo abbia scoperto in uno strumento di
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estrazione popolare, un nuovo mondo in cui l’ancia libera ed il mantice


riescono a creare una gamma infinita di effetti sonori.

2.2 Le opere

Salvatore di Gesualdo è stato il primo concertista della RAI TV ed è stato


insignito del premio alla carriera “Apollo Musagete” nel 1985.

Ha composto per pianoforte e orchestra da camera, ma le sue opere più


significative, oltre ai numerosi adattamenti e trascrizioni per fisarmonica
classica tratte dal repertorio di J.S.Bach, W.Byrd e altri autori, sono le sue
composizioni originali per fisarmonica da concerto ispirate alle correnti
innovative della musica contemporanea.

Tra le sue composizioni ricordiamo le improvvisazioni n.1; n.2 e n.3; Epitaffio;


Moduli per fisarmonica e nastro magnetico; Musica pro Guido, sempre per
fisarmonica e nastro magnetico, scritta in occasione del millenario di Guido
Monaco da Talla. Cura la collana “Fisarmonica Classica” per l’edizione
musicale Physa, creata da Francesco Visentin. In questa collana sono presenti
trascrizioni dai repertori di Frescocobaldi, Byrd, Walther e una selezione di
contrappunti tratti da “L’Arte della Fuga” di Bach.
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2.3 Improvvisazione n.1

Come si può evincere dalla partitura di una delle sue improvvisazioni e


precisamente la n. 1 (in tutto le improvvisazioni sono tre), i riferimenti sonori,
semiologici e stilistici, sono molto vicini a quelli di altri autori della corrente
musicale della seconda metà del ‘900.
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Prendendo in analisi la scrittura e di tutto quello che può essere il suo


“corredo” semiologico, potremo renderci conto di come la corrente della
musica aleatoria abbia influenzato molti compositori ad usare nuovi e
soggettivi simbolismi che per essere ben interpretati hanno bisogno di una sorta
di “Manuale di istruzioni”, ovvero, nel caso della fisarmonica, una legenda che
indichi all’esecutore come azionare le ance attraverso un uso non
convenzionale dei registri e come oscillare e/o percuotere il mantice per creare
un’ampia gamma timbrica.
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Da quanto si può evincere, la scrittura di questa opera è per certi aspetti simile
alla più importante composizione del pioniere della musica elettronica;
Karlheinz Stockhausen realizzata tra il 1958 e il 1960: Kontakte, titolo che si
riferisce ai contatti tra gruppi sonori strumentali ed elettronici.
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Riporto per comparare la soggettività dell’espressione semiologica, una


composizione di Kriztof Olczak, fisarmonicista e compositore polacco,
contemporaneo del maestro di Gesualdo. La composizione ha per titolo
“Phantasmagorien” e come le improvvisazioni di Salvatore di Gesualdo non
solo ha come premessa una legenda per la corretta interpretazione della
scrittura, ma è anche ricca di potere evocativo.
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Oltre alla improvvisazioni n. 1,2,e,3, vi sono altre opere originali come


Epitaffio n.1 e n. 2 per nastro magnetico e fisarmonica, metodi per fisarmonica.

Ha scritto la voce “Fisarmonica” sul nuovo dizionario UTET e alla fine degli
anni ‘80, ha progettato la fisarmonica da concerto S.d.G. V 1 che a differenza
della fisarmonica tradizionale, dispone di una maggiore estensione della
tastiera e della bottoniera che è composta da otto file.
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CAPITOLO III
L’OPERA PITTORICA

Oltre all’animo e il talento vivo di ricercatore e compositore, con gli anni


emergono il talento e la passione per la pittura, ereditati anch’essi dal padre
Lorenzo, che lo vede protagonista in diverse mostre personali sia in Italia che
all’estero. Le sue opere, realizzate con varie tecniche, rappresentano spesso
figure archetipiche e paesaggi della sua infanzia visti con gli occhi del suo
spirito di artista.

3.1 Epitaffio, 1987, tecnica mista su carta-cotone,cm 150X110


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3.2 Eterni del sogno, 1987, tecnica mista su carta-cotone, cm 150X110


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3.3 Forze, 1986, china e grafite su carta-cotone, cm 100X70


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3.4 Il paese della memoria, 1994, tecnica mista, 50X70


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CAPITOLO IV
LA DIDATTICA

4.1 La scuola

Dalla fine degli anni settanta, Salvatore di Gesualdo avverte la necessità di


trasmettere il suo sapere e condividere con le nuove generazioni il proprio
bagaglio di esperienza, crea una nuova scuola di fisarmonica intesa come
strumento da concerto per offrire un nuovo mezzo che contribuisca
all’arricchimento delle sonorità e dell’espressione della musica del nostro
tempo. Il maestro evita la strada delle lezioni private e individuali per
coinvolgere gruppi formati da più studenti; nascono così i “Seminari”.
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4.2 I seminari
Il primo, tenutosi ad Arezzo presso l’ex palazzo pretorio nel 1982, annovera
numerosi partecipanti, dagli studenti ai fisarmonicisti di livello già avanzato,
tra questi sono presenti diversi fisarmonicisti che oggi sono docenti di
fisarmonica nei conservatori d’Italia: Ivano Battiston, Patrizia Angeloni e
Ivano Paterno.

In seguito fonda e dirige il “Centro ricerche per la fisarmonica classica”


divenuta poi “Scuola superiore di fisarmonica classica”.Dal 1984 al 1989,
promuove i seminari di Firenze presso il centro culturale “Il Punto”, a questi
seminari prendono parte fisarmonicisti giovani e meno giovani provenienti da
ogni parte dello Stivale che riconoscono nel Maestro un importante punto di
riferimento.

Tra i suoi allievi più illustri troviamo nomi come:


Fausto Settevendemie, concertista.
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Francesco Palazzo, concertista, compositore e docente di fisarmonica al


conservatorio “N.Piccinni” di Bari.

Patrizia Angeloni, concertista e docente di fisarmonica al conservatorio


“Ottorino Respighi” di Latina.
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Ferdinando Muttillo, concertista e docente di fisarmonica al conservatorio


“Lorenzo Perosi” di Campobasso.

I seminari rappresentano i momenti più significativi dell’attività didattica di


Salvatore di Gesualdo in quanto si discute di temi legati alla filologia musicale,
come il confronto tra diversi manoscritti e moderne edizioni delle
composizioni di J.S.Bach e di problematiche legate alla prassi esecutiva
attraverso il confronto con illustri esecutori di strumenti a tastiera. Il maestro
Di Gesualdo vuole, attraverso la sua metodologia, allargare il campo della
formazione affrontando varie tematiche culturali introducendo laboratori di
composizione e musicologia coinvolgendo nomi come: Leonardo Pinzauti,
Boris Porena e altri; inoltre tiene varie lezioni concerto con pianisti e organisti
illustri quali: Giancarlo Gardini e Mario Vavolo.
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Nel 1992 il Ministero dell’Istruzione gli conferisce l’ incarico di Presidente


della commissione atta a redigere il programma ministeriale della scuola di
fisarmonica nei Conservatori Statali di Musica d’Italia. Ancora negli anni ‘90,
la sede definitiva dei seminari diviene Talla, in provincia di Arezzo, presso la
Sala Teatro dedicata a Guido Monaco.

L’esperienza dei seminari si conclude alla fine dello scorso millennio, anche se
continuano ad esserci vari incontri e lectio magistralis come quella tenutasi
presso il conservatorio di Bari nel 2004, in occasione dell’esecuzione completa
de “L’Arte della Fuga” di J.S.Bach.
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CAPITOLO V
L’ULTIMO PERIODO

5.1 L’ arte della fuga

A partire dagli anni duemila, le apparizioni in pubblico di Salvatore di


Gesualdo si limitano solo ad eventi e concerti di grande rilievo, la lontananza
dalla scena pubblica e dall’attività mediatica è dettata da una scelta ben precisa:
immergersi completamente nella ricerca e negli studi della più grande opera di
J.S.Bach: “L’Arte della Fuga” ascoltata per la prime volta alla Sebaldus-Kirche
di Norimberga e alla quale dedicherà molti anni della sua vita, di cui completa,
raggiungendo il suo massimo traguardo, la sua rielaborazione e trascrizione per
fisarmonica classica.

Dopo un lungo lavoro, “L’Arte della Fuga” è oggetto di numerosi concerti. Tra
questi possiamo ricordare, la XXXI Estate Fiesolana nel 1979; il concerto
trasmesso da Rai Uno il 22 marzo 1985, in occasione del terzo centenario della
nascita di J.S. Bach; il concerto al Teatro Comunale di Firenze del 20 Febbraio
1986 che si conclude con una sua personalissima improvvisazione di una fuga
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partendo da note suggerite dal pubblico. Senza dimenticare, come già citato
prima, la lectio magistralis e il concerto tenuto in occasione del “Premio
Nazionale delleArti”, al conservatorio “N.Piccinni” di Bari il 24 e 25 Febbraio
del 2011, occasione un cui presentò la sua opera letteraria “Kunst e Fuga”.

5.2 Kunst e fuga

Tranne che per pochi concerti di storica rilevanza, il Maestro si dedica alla
scrittura della sua opera letteraria “Kunst e Fuga” una stesura di quattro volumi
dedicati a “L’Arte della Fuga”. Quest’opera letteraria non è propriamente
dettata dal bisogno di fare solo un’analisi approfondita della Fuga ma diventa
un mezzo per raccontarsi e dire tutto ciò che sente spiritualmente rispetto a
l'Arte della Fuga e non solo, anche rispetto alla musica in generale, alla
fisarmonica, e alla condizione socio-culturale del fisarmonicista oggi in base
alla sua esperienza non solo di musicista ma anche di ricercatore e
compositore. Il primo è probabilmente quello più ricco di pensieri ermetici
perché contiene aforismi, considerazioni e critiche molto aspre sul mondo della
musica e della pittura tanto da auspicare, in modo utopico, l’eliminazione di
“Quei clan che decidono a tavolino il destino degli artisti con criteri di
mercato” in quanto “L’ intermediazione lucra e non educa”. Ancora nel primo
libro, scrive che il suo compito è stato quello di un “musicista-contro” che ha
dovuto inventarsi arti e parti (ovvero tutto, non essendoci ancora sia il
repertorio, sia lo stesso “nuovo strumento”) per aver diritto ad esprimersi.

Il terzo che ha come sottotitolo "Exit"è un lavoro autobiografico. Racconta di


un di Gesualdo già non vedente da un occhio a causa di un incidente subito in
età adolescenziale, che si ritrova totalmente non vedente per alcuni mesi in
seguito ad un problema avuto all'altro occhio. Questa condizione lo porta a
ripensare a tutto ciò che è stata e che è la sua vita. I racconti di questo volume
sono basati molto sui ricordi della sua infanzia in Abruzzo, ai suoi ricordi legati
alla guerra vissuta sulla propria pelle, al dolore provato nel vedere la sua terra
espropriata dalla mafia.
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Il quarto volume affronta invece in un modo molto bello e sentito il discorso


dell'interpretazione e del suo valore altissimo. Il secondo volume, non ancora
prodotto, dovrebbe contenere oltre cinquecento pagine ed è completamente
dedicato all'analisi musicale e compositiva de L’Arte della Fuga.

Salvatore di Gesualdo, investe ogni energia affinché la sua opera possa essere
completata, questa esigenza nasce da una sua urgenza di trasmettere tutto il suo
sapere dettato appunto da un laborioso quanto meticoloso lavoro di ricerca non
solo musicale, ma anche profondamente spirituale, per combattere il degrado
culturale che emerge nel panorama fisarmonicistico in quanto egli teme, grazie
al dilagare puro di un cattivo gusto sempre crescente, una retrocessione della
fisarmonica di almeno quarant’anni.
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5.3 L’ultimo concerto

Nel frattempo la salute del Maestro è minata da una patologia cardiaca che
diventa sempre più sintomatica creandogli non poche difficoltà anche durante i
suoi concerti. Questi episodi si manifestano con crescente frequenza e appena
dopo la sua esibizione, come sempre impeccabile, alla Galleria degli Uffizi a
Firenze nell’Aprile del 2011, durante la quale avverte diversi episodi cardiaci, è
costretto a sottoporsi a un delicato intervento al cuore. Dopo una lunga
convalescenza, accetta di esibirsi in un importante evento organizzato per lui
dall’Associazione “Amici della musica” di Trapani in occasione del suo
Cinquantesimo anniversario di attività, dalla vittoria del trofeo mondiale di
Salisburgo. In questa occasione tiene una Lectio Magistralis e un concerto
durante il quale esegue i brani più amati del suo repertorio, da Gesualdo da
Venosa a Frescobaldi a Bach. E’ il 29 Gennaio del 2012, la data del suo ultimo
concerto, infatti quando tutto lascia presagire ad una ripresa dell’attività, il
maestro è colpito da un male incurabile che lo stronca in poche settimane.

Il 30 Marzo 2012, la vita del Maestro Salvatore di Gesualdo, si spegne.


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CONCLUSIONE

Ho voluto dedicare questo mio lavoro a quella che per me, è la figura più
importante del panorama fisarmonicistico italiano.
Salvatore di Gesualdo è stata una persona straordinaria, capace con la sua
sensibilità e la sua caparbietà di rivoluzionare quella che era la cultura popolare
in cui si crogiolava il mondo della fisarmonica. Con passione, dedizione e
oserei dire, anche coraggio, ha affrontato una lotta continua contro le istituzioni
musicali per far si che il mondo conoscesse le reali possibilità di uno strumento
relegato ad una concezione, come egli stesso definiva, dopolavoristica, infatti a
lui dobbiamo la redazione del programma ministeriale che ha portato la
fisarmonica nelle cattedre dei conservatori d’ Italia.

La sua ricerca, il suo impegno e il suo enorme lavoro condotto in silenzio,


quasi da recluso hanno fatto si che tutti i fisarmonicisti potessero maturare ed
evolversi dal punto di vista soprattutto culturale in quanto ha fornito i mezzi
necessari, attraverso la sua opera, per poter accedere ad una conoscenza
universale delle potenzialità dello strumento, non solo grazie ad un accurato
lavoro di elaborazione di un repertorio che va dal barocco al classico ma anche
e soprattutto con le sue composizioni originali che hanno ispirato anche atri
autori contemporanei quali Sciarrino, Luciano Berio e altri.

La sua poliedricità lo vede artista completo, non è solo musicista e


compositore, ma è un accurato ricercatore, un letterato, un pittore e uno
scrittore, un uomo di cui purtroppo ancora si conosce poco e che meriterebbe
un posto ben più importante nella storia e nella letteratura musicale.
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RINGRAZIAMENTI

Ringrazio mia moglie Clelia e mia figlia Alessandra per aver creduto in me e
per il sostegno che mi hanno sempre dimostrato. Ringrazio il mio maestro,
Ferdinando Muttillo per la fiducia che ha riposto in me, per la dedizione e per
la passione che dimostra nell’insegnare.

BIBLIOGRAFIA

"Viaggio intorno alla figura di Salvatore Di Gesualdo - Bach, il mio Dio, la


fisarmonica la sua voce", di S. Dell'Atti, Ritratti, 2013.

“La fisarmonica e l’operazione di Salvatore di Gesualdo, attraverso


trascrizioni, revisioni, nuova letteratura e didattica” Salvatore Costantini,
Edizioni Physa.

SITOGRAFIA

Questo lavoro è stato completamente tratto dal documentario “Salvatore di


Gesualdo, il genio della fisarmonica” curato dal maestro Francesco Palazzo e
consultabile sulla piattaforma Youtube al link: https://youtu.be/DiJYSAUnaks.
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PARTE ESECUTIVA

- J.S. BACH, Preludio e fuga n. VII BWV 876


- J.S. BACH, Preludio e fuga n. II BWV 847
- W. BYRD, Pavana in la minore
- D. SCARLATTI, Sonata k 35 in sol minore
- J. PACHELBEL, Ciaccona in fa minore
- G. HERMOSA, Anantango
- J. GART, Scherzo
- R. CABERLOTTO, Racconto d’autunno
- G. HERMOSA, Brehme

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