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S.D.G. la fisarmonica, la sua voce
S.D.G. la fisarmonica, la sua voce
FISARMONICA
SALVATORE DI GESUALDO:
LA FISARMONICA, LA SUA VOCE
A.A. 2021-2022
Relatore Candidato
M° Ferdinando Pietro Bentivenga
MUTTILLO
Indice generale
Introduzione……………………………………………………….…..1
1.1 Le origini...........................................................…………….……..2
1.2 La formazione................................................……...……….….….3
1.3 La carriera......................................................……...………….….5
2.1 La visione.........................................................……………..……...7
2.2 Le opere...........................................................…………….…….…8
3.3 Forze…......…......…......…......…....…...…....…........…......…...….21
4.1 La scuola................................................……………….……….....23
4.2 I seminari..................................................……………............…...24
Conclusioni……………………………………………………………32
Ringraziamenti……………………………………………………….33
Bibliografia…………………………………………………………...33
Sitografia……………………………………………………………...33
Parte esecutiva………………………………………………………..34
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INTRODUZIONE
CAPITOLO I
SALVATORE DI GESUALDO
IL PAPA’ DELLA FISARMONICA CLASSICA
1.1 Le origini
Affascinato dal suono tenuto di questo antico quanto nobile strumento, all’età
di dieci anni esprime il desiderio di poterlo studiare, ma nel suo piccolo paese,
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come nei centri limitrofi, non ci sono organi nelle chiese, così il papà decide di
regalargli una fisarmonica.
Il piccolo Salvatore rimane subito attratto dal suono di quel piccolo strumento
tanto da indurlo immediatamente a cercare di trarne degli effetti atipici e non
convenzionali e comuni della fisarmonica popolare.
1.2 La formazione
Grazie al suo amico Marco Bisenia, grande sostenitore dei suoi progetti, riesce
ad ottenere dalla Victoria, un’ azienda costruttrice di fisarmoniche di
Castelfidardo, uno strumento in prestito che gli consente di prepararsi
adeguatamente a partecipare a vari e numerosi concorsi nazionali ed
internazionali, strumento puntualmente restituito dopo ogni competizione.
Continua sotto la guida del maestro Boris Porena che lo porterà a comseguire il
diploma in composizione nel 1970, giudicato dalla commissione formata da:
Marcello Abbado, Mario Bertoncini, Aldo Clementi e lo stesso Boris Porena.
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1.3 La carriera
Riuscirà a superare quelle che allora erano le rigidissime selezioni RAI, in una
di queste, presieduta da Giorgio Vidusso , si distingue tra i ben novanta
candidati, proponendo per la prima volta in Italia, un repertorio
fisarmonicistico basato su trascrizioni dalla letteratura da tasto e da sue
composizioni ispirate alle istanze della nuova musica, quindi dalla dissoluzione
della tonalità alla musica elettronica e dal formalismo alla musica aleatoria.
Secondo quanto dichiarato da lui stesso, non c’è stato un vero e proprio inizio
dell’attività concertistica poiché all’epoca la fisarmonica era uno strumento che
nell’immaginario collettivo non poteva trovare collocazione nelle sale da
concerto, quindi in realtà non c’è mai stato un debutto ma una conquista
graduale data da una lotta continua contro le istituzioni che negavano
l’ingresso della fisarmonica nei calendari concertistici.
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CAPITOLO II
IL CONCETTO
2.1 La visione
2.2 Le opere
Da quanto si può evincere, la scrittura di questa opera è per certi aspetti simile
alla più importante composizione del pioniere della musica elettronica;
Karlheinz Stockhausen realizzata tra il 1958 e il 1960: Kontakte, titolo che si
riferisce ai contatti tra gruppi sonori strumentali ed elettronici.
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Ha scritto la voce “Fisarmonica” sul nuovo dizionario UTET e alla fine degli
anni ‘80, ha progettato la fisarmonica da concerto S.d.G. V 1 che a differenza
della fisarmonica tradizionale, dispone di una maggiore estensione della
tastiera e della bottoniera che è composta da otto file.
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CAPITOLO III
L’OPERA PITTORICA
CAPITOLO IV
LA DIDATTICA
4.1 La scuola
4.2 I seminari
Il primo, tenutosi ad Arezzo presso l’ex palazzo pretorio nel 1982, annovera
numerosi partecipanti, dagli studenti ai fisarmonicisti di livello già avanzato,
tra questi sono presenti diversi fisarmonicisti che oggi sono docenti di
fisarmonica nei conservatori d’Italia: Ivano Battiston, Patrizia Angeloni e
Ivano Paterno.
L’esperienza dei seminari si conclude alla fine dello scorso millennio, anche se
continuano ad esserci vari incontri e lectio magistralis come quella tenutasi
presso il conservatorio di Bari nel 2004, in occasione dell’esecuzione completa
de “L’Arte della Fuga” di J.S.Bach.
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CAPITOLO V
L’ULTIMO PERIODO
Dopo un lungo lavoro, “L’Arte della Fuga” è oggetto di numerosi concerti. Tra
questi possiamo ricordare, la XXXI Estate Fiesolana nel 1979; il concerto
trasmesso da Rai Uno il 22 marzo 1985, in occasione del terzo centenario della
nascita di J.S. Bach; il concerto al Teatro Comunale di Firenze del 20 Febbraio
1986 che si conclude con una sua personalissima improvvisazione di una fuga
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partendo da note suggerite dal pubblico. Senza dimenticare, come già citato
prima, la lectio magistralis e il concerto tenuto in occasione del “Premio
Nazionale delleArti”, al conservatorio “N.Piccinni” di Bari il 24 e 25 Febbraio
del 2011, occasione un cui presentò la sua opera letteraria “Kunst e Fuga”.
Tranne che per pochi concerti di storica rilevanza, il Maestro si dedica alla
scrittura della sua opera letteraria “Kunst e Fuga” una stesura di quattro volumi
dedicati a “L’Arte della Fuga”. Quest’opera letteraria non è propriamente
dettata dal bisogno di fare solo un’analisi approfondita della Fuga ma diventa
un mezzo per raccontarsi e dire tutto ciò che sente spiritualmente rispetto a
l'Arte della Fuga e non solo, anche rispetto alla musica in generale, alla
fisarmonica, e alla condizione socio-culturale del fisarmonicista oggi in base
alla sua esperienza non solo di musicista ma anche di ricercatore e
compositore. Il primo è probabilmente quello più ricco di pensieri ermetici
perché contiene aforismi, considerazioni e critiche molto aspre sul mondo della
musica e della pittura tanto da auspicare, in modo utopico, l’eliminazione di
“Quei clan che decidono a tavolino il destino degli artisti con criteri di
mercato” in quanto “L’ intermediazione lucra e non educa”. Ancora nel primo
libro, scrive che il suo compito è stato quello di un “musicista-contro” che ha
dovuto inventarsi arti e parti (ovvero tutto, non essendoci ancora sia il
repertorio, sia lo stesso “nuovo strumento”) per aver diritto ad esprimersi.
Salvatore di Gesualdo, investe ogni energia affinché la sua opera possa essere
completata, questa esigenza nasce da una sua urgenza di trasmettere tutto il suo
sapere dettato appunto da un laborioso quanto meticoloso lavoro di ricerca non
solo musicale, ma anche profondamente spirituale, per combattere il degrado
culturale che emerge nel panorama fisarmonicistico in quanto egli teme, grazie
al dilagare puro di un cattivo gusto sempre crescente, una retrocessione della
fisarmonica di almeno quarant’anni.
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Nel frattempo la salute del Maestro è minata da una patologia cardiaca che
diventa sempre più sintomatica creandogli non poche difficoltà anche durante i
suoi concerti. Questi episodi si manifestano con crescente frequenza e appena
dopo la sua esibizione, come sempre impeccabile, alla Galleria degli Uffizi a
Firenze nell’Aprile del 2011, durante la quale avverte diversi episodi cardiaci, è
costretto a sottoporsi a un delicato intervento al cuore. Dopo una lunga
convalescenza, accetta di esibirsi in un importante evento organizzato per lui
dall’Associazione “Amici della musica” di Trapani in occasione del suo
Cinquantesimo anniversario di attività, dalla vittoria del trofeo mondiale di
Salisburgo. In questa occasione tiene una Lectio Magistralis e un concerto
durante il quale esegue i brani più amati del suo repertorio, da Gesualdo da
Venosa a Frescobaldi a Bach. E’ il 29 Gennaio del 2012, la data del suo ultimo
concerto, infatti quando tutto lascia presagire ad una ripresa dell’attività, il
maestro è colpito da un male incurabile che lo stronca in poche settimane.
CONCLUSIONE
Ho voluto dedicare questo mio lavoro a quella che per me, è la figura più
importante del panorama fisarmonicistico italiano.
Salvatore di Gesualdo è stata una persona straordinaria, capace con la sua
sensibilità e la sua caparbietà di rivoluzionare quella che era la cultura popolare
in cui si crogiolava il mondo della fisarmonica. Con passione, dedizione e
oserei dire, anche coraggio, ha affrontato una lotta continua contro le istituzioni
musicali per far si che il mondo conoscesse le reali possibilità di uno strumento
relegato ad una concezione, come egli stesso definiva, dopolavoristica, infatti a
lui dobbiamo la redazione del programma ministeriale che ha portato la
fisarmonica nelle cattedre dei conservatori d’ Italia.
RINGRAZIAMENTI
Ringrazio mia moglie Clelia e mia figlia Alessandra per aver creduto in me e
per il sostegno che mi hanno sempre dimostrato. Ringrazio il mio maestro,
Ferdinando Muttillo per la fiducia che ha riposto in me, per la dedizione e per
la passione che dimostra nell’insegnare.
BIBLIOGRAFIA
SITOGRAFIA
PARTE ESECUTIVA