L’OSSERVATORE ROMANO

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GIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO

Unicuique suum Non praevalebunt
Anno CLXIV n. 59 (49.574) Città del Vaticano lunedì 11 marzo 2024

All’Angelus la preoccupazione e il dolore del Pontefice per la grave crisi che colpisce l’isola

Pace e riconciliazione per Haiti

A
d Haiti «cessi ogni sorta di
violenza e tutti offrano il loro
contributo per far crescere la
pace e la riconciliazione, con il so-
stegno rinnovato della comunità in-
ternazionale». A ispirare l’accorato
appello di Papa Francesco all’Ange-
lus domenicale sono la preoccupan-
te e dolorosa «grave crisi che colpi-
sce» il Paese «e i violenti episodi av-
venuti negli ultimi giorni». Assicu-
rando vicinanza «alla Chiesa e al ca-
ro popolo» dell’isola caraibica, «da
anni provato da molte sofferenze»,
il Pontefice invita a invocare, per
questa intenzione di pace, l’inter-
cessione della Madonna del Perpe-
tuo Soccorso, particolarmente ve-
nerata dagli haitiani. Secondo la
tradizione infatti li salvò da un’epi-
demia di vaiolo nel 1882 e per que-
sto nel 1942 l’arcivescovo di Port-
au-Prince le consacrò la nazione.
Analoghi appelli di pace Papa
Bergoglio ha lanciato inoltre per la
Repubblica Democratica del Con-
go — la cui comunità che vive a Ro-
ma era presente in piazza San Pietro
—, la «martoriata Ucraina» e la
«Terra Santa. Cessino al più presto
le ostilità che provocano immani
sofferenze nella popolazione civile»
ha detto, ricordando anche la Gior-
nata internazionale della donna ce-
lebrata due giorni prima e rivolgen-
do «un pensiero a tutte le donne,
specialmente a quelle la cui dignità
non viene rispettata».
PAGINA 12

In un’intervista rilasciata
alla Radio televisione
svizzera il Papa parla
della guerra in Ucraina

Avere
Nell’antica il coraggio
IRAQ città di Ur di negoziare
Rintocchi una nuova chiesa
diventa un simbolo
La guerra in Ucraina e quanto
sta accadendo tra israeliani e

di speranza
palestinesi, in particolare a Ga-
per la comunità za, sono tra gli argomenti af-
frontati da Papa Francesco nel-
cristiana nel Paese l’intervista rilasciata, all’inizio di
febbraio, a Lorenzo Buccella,
giornalista della Radio Televisione
Svizzera (RSI) per il magazine cul-
turale “Cliché” in una puntata de-
dicata al bianco, il colore del
bene, della luce, ma sul quale
gli errori e la sporcizia risaltano
maggiormente. Anticipata ieri
da alcune agenzie, l’intervista al
Pontefice verrà trasmessa dalla
Tv elvetica il prossimo 20 mar-
zo.
(Forqan Salam / Reuters)

PAGINA 11

H
a la voce della speran-
za e della pace la cam-
pana di una nuova
chiesa che ieri, 10 marzo, ha ri-
suonato per la prima volta in
Iraq, nei presi dell’antica città
di Ur, lì dove visse Abramo, pa-
dre delle religioni monoteiste.
Realizzata con il tradizionale
mattone di fango iracheno di
colore giallastro, la campana fa
parte del complesso denomina-
to “Ibrahim Al-Khalil”, co-
struito su una pianura desertica
all’ombra della ziggurat, ovvero
L’OSSERVATORE
y(7HA3J1*QSSKKM( +&!"!%!=!?
il luogo di culto dalla tipica
struttura piramidale di Ur.
La nuova chiesa vuole essere
un incoraggiamento a tutta la
comunità cristiana irachena,
decimata nel corso degli ultimi
due decenni dal terrorismo e
dall’estremismo di Al-Qaeda e
del sedicente Stato islamico. Se
in passato, infatti, nel Paese si
contavano circa 1,5 milioni di
cristiani, ora se ne registrano
poche centinaia di migliaia.
Un dramma ricordato anche
da Papa Francesco che proprio
SPECIALE di José Corvaglia
a Ur, il 3 marzo 2021, ha preso
parte a un incontro interreli-
gioso, simbolo del suo storico
viaggio in Iraq. Sottolineando
che «il terrorismo ha barbara-
mente distrutto» parte del pa-
trimonio religioso iracheno, il
Pontefice ha quindi lanciato un
forte appello a seguire «la via
della pace», perché «non ci sa-
rà pace senza una giustizia che
assicuri equità e promozione
per tutti». E oggi quell’appello
risuona ancora, anche nel rin-
tocco di una nuova campana.
ALL’INTERNO
Un nuovo gruppo di minori è arrivato
questa notte in Italia per ricevere cure
Le ferite
dei bambini di Gaza
ROBERTO CETERA
Ancora scontri tra Israele e Hamas nel centro e nel sud della Striscia
A Gaza in arrivo aiuti per gli sfollati
TEL AVIV, 11. Mentre inizia il
mese del Ramadan senza che
Israele e Hamas siano riusciti
a trovare un accordo per la tre-
gua nella Striscia, a muoversi
per assistere la popolazione
colpita dalla guerra è la mac-
china degli aiuti umanitari.
Del resto, «a Gaza la fame è
ovunque», è la denuncia riba-
dita anche ieri dall’Unrwa,
l’agenzia dell’Onu per i rifu-
giati palestinesi.
Dalla Virginia, negli Usa, è
A PAGINA 9
salpata la nave militare “Ge-
neral Frank S. Besson” diretta
verso il Mediterraneo con a
to «meno di 36 ore» dopo che
il presidente Joe Biden, nel
corso del discorso sullo stato
dell’Unione di giovedì, aveva
annunciato l’iniziativa. Se-
condo il Pentagono per realiz-
zare la banchina galleggiante
occorreranno da uno a due
NOSTRE
INFORMAZIONI
PAGINA 12
mesi e circa 1.000 militari, nes-
suno dei quali approderà però
direttamente nella Striscia.
Nella giornata di ieri, gli
Stati Uniti e la Giordania
hanno effettuato un nuovo in-
vio di aiuti umanitari ai pale-
stinesi di Gaza, lanciando con
il paracadute più di 11.500 pa-
sti. Il Centcom Usa ha spiega-
to che l’ultimo lancio aereo è
avvenuto nella parte nord e
che i pacchi alimentari inclu-
devano riso, farina, pasta e ci-
bo in scatola.
Aiuti dal cielo arriveranno,
secondo quanto riferisce l’e-

Le risorse idriche tra emergenze bordo l’equipaggiamento per mittente israeliana Kan, an-
climatiche, sprechi e guerre costruire un molo tempora- che dal Marocco, che dovreb-
neo al largo della costa di Ga- be avviare l’operazione nella
Un mondo blu za da utilizzare per la distri- giornata odierna. Con il coor-
di contraddizioni buzione di viveri e beni di pri- dinamento, tra l’altro, delle
ma necessità. La nave, ha reso autorità israeliane, sei aerei da
EMILIO CIARLO noto il Comando centrale sta-
NELLA RUBRICA «IMPACTA» tunitense (Centcom), è parti- SEGUE A PAGINA 2
pagina 2 L’OSSERVATORE ROMANO lunedì 11 marzo 2024

A Gaza in arrivo aiuti Guterres sulla guerra in Medio Oriente

per gli sfollati Tregua umanitaria e due Stati

NEW YORK, 11. «Basta!». È il aggiunto Guterres nel corso Sul piano diplomatico i
CONTINUA DA PAGINA 1 perso la vita e decine di altre sono state ferite in segretario generale dell’O nu, di un’intervista alla trasmis- tentativi di superare lo stallo
seguito a un raid aereo israeliano contro una ca- António Guterres, a chiedere sione televisiva italiana “Che tra le parti sono già ripresi,
trasporto Hercules della Royal Moroccan Air sa nel quartiere di Sabra a Gaza City, e anche nel di fermare le ostilità a Gaza, tempo che fa”, in un momen- con un nuovo round negozia-
Force dovrebbero atterrare all’aeroporto Ben sud, a Khan Yunis, si sono svolti «intensi com- invocando una «tregua uma- to in cui l’immagine di Gaza è le iniziato ieri al Cairo, ha fat-
Gurion in Israele per fare rifornimento prima di battimenti» tra militari e miliziani di Hamas. nitaria» che è «essenziale»: il oggi quella di «bimbi che to sapere l’Egitto, spiegando
decollare alla volta del nord della Striscia. Un portavoce delle Forze di difesa israeliane Ramadan, al via in queste ore, muoiono di fame» e un «terri- che ai colloqui partecipano i
E se è ancora in attesa di salpare da Cipro la (Idf) ha detto che negli scontri sono rimasti uc- si ritiene possa essere una «ot- bile numero di morti», oltre mediatori di Qatar e Stati
nave “Open Arms”, che attraverso il corridoio cisi «17 operativi di Hamas», mentre ha infor- tima occasione» per il cessate- 31.000 secondo Hamas. Le Uniti. Da Ryiad, re Salman
umanitario aperto dall’Ue, do- il-fuoco tra Israele e Hamas, operazioni militari «sono sta- ha intanto invitato la comuni-
vrebbe trasportare 200 tonnel- in una guerra che è entrata te lanciate in un modo dove il tà internazionale a porre fine
late di viveri nella Striscia, nel sesto mese di combatti- prezzo per i civili è stato agli «atroci crimini» di Gaza.
compresi riso, farina, carne e menti. «Non c’è altra soluzio- drammatico», ha osservato, Hamas però ha puntualiz-
pesce forniti dall’organizzazio- ne» per il Medio Oriente se chiedendo inoltre il rilascio zato che non ci sono «ancora
ne Usa World Central Kitchen non quella dei due Stati, ha degli ostaggi. date» per il ritorno dei propri
(Wck), nel Sinai è invece stato negoziatori nella capitale egi-
attivato il centro di approvvi- ziana. Israele, invece, col pri-
gionamento alimentare “Hu- mo ministro, Benjamin Neta-
manitarian Kitchen”. Si trova nyahu, ha risposto alle affer-
nella città di Sheikh Zuweid ed Da oggi al 14 marzo mazioni del presidente degli
è stato progettato per fornire Stati Uniti, Joe Biden, che in
alle famiglie sfollate a Gaza du-
rante il Ramadan pasti “iftar” e
L’arcivescovo Gallagher un’intervista aveva osservato
come l’approccio alla guerra a
“suhur”, consumabili rispetti-
vamente alla preghiera del tra- Aiuti umanitari paracadutati sul territorio palestinese (Afp)
in visita in Giordania Gaza stesse «danneggiando
Israele più che aiutarlo». A
monto e prima dell’alba. Mo- proposito delle operazioni
stafa Refaat, responsabile dei soccorsi della mato circa la morte anche di un altro riservista CITTÀ DEL VATICANO, 11. Missione in Giordania dall’11 al 14 nella Striscia, Netanyahu ha
Mezzaluna Rossa egiziana, affiliata al centro, ha dell’esercito, facendo così salire il bilancio dei marzo per l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, Segretario assicurato: «Non è solo la mia
spiegato che in una prima fase saranno prodotti soldati uccisi a 249. per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazio- politica privata, è della stra-
7.000 pasti, per poi salire a 30.000 al giorno. Stamattina hanno inoltre suonato le sirene di nali della Santa Sede. Monsignor Gallagher, secondo quan- grande maggioranza degli
Intanto, nella serata di ieri è arrivato all’aero- allarme nelle città vicine al confine settentriona- to fa sapere una nota della Segreteria di Stato, incontra og- israeliani».
porto di Roma-Ciampino un volo — il terzo dal- le tra Israele e Libano per un sospetto raid di gi, 11 marzo, il re di Giordania, Abdullah II bin al-Hussein, e
l’inizio dell’operazione gestita dall’Unità di cri- droni di Hezbollah. Ieri una quarantina di razzi il vice-primo ministro nonché ministro degli Esteri, Ayaman
si del ministero degli Esteri italiano e dal Co- sono stati lanciati in due raffiche dal Paese dei Safadi. Successivamente visiterà il centro di raccolta degli
mando operativo di vertice interforze (Covi) — cedri nella zona del Monte Meron, e Israele per aiuti umanitari per Gaza dell’Hashemite Charitable Organi-
con a bordo altre 45 persone (tra cui diversi parte sua ha ucciso tre operativi dei miliziani li- zation, e celebrerà la messa con l’assemblea gli ordinari cat-
bambini) provenienti da Gaza e bisognose di as- banesi. tolici di Terra Santa e i rappresentanti delle comunità catto-
DAL MOND O
sistenza umanitaria. Queste vanno ad aggiun- Nella notte, infine, si è riunito il gabinetto di liche in Giordania. Il 12 marzo l’arcivescovo si recherà al
gersi alle 85 giunte in Italia nelle settimane scor- guerra, presieduto dal premier, Benjamin Neta- centro di accoglienza Caritas per rifugiati siriani e iracheni a Ventesimo anniversario
se anche grazie alla nave della Marina militare nyahu. In agenda i preparativi per il Ramadan, Madaba; il 13 visiterà i Luoghi santi del Battesimo di Gesù, delle stragi a Madrid
“Vulcano”, poi dislocate in diverse strutture gli aiuti umanitari e i negoziati, che — nonostan- del Monte Nebo e del Macheronte, e incontrerà il ministro
ospedaliere della penisola. te lo stallo — sembrano andare avanti per rag- del Turismo e delle Antichità, Makram Mustafa Qeisi. Gio- «Ci riuniamo per ricordare
All’interno della Striscia non si arrestano pe- giungere un accordo con Hamas che porti alla vedì 14, infine, si terrà un incontro tra monsignor Gallagher coloro che morirono quel
rò le attività belliche. Almeno 16 persone hanno liberazione degli ostaggi. e il commissario generale dell’Unrwa, Philippe Lazzarini. giorno, ma anche tutti colo-
ro che sono morti in altri at-
ti di terrorismo in Europa e
altri luoghi»: così il commis-
sario Ue agli Affari interni,
La guerra in Ucraina Al centrodestra Ylva Johansson, ha comme-
morato oggi a Madrid le

Denunciato l’uso di nuove armi con sostanze velenose e lacrimogene
La regione di Zaporizhzhia
sotto il fuoco russo
KYIV, 11. Cresce la tensione
nella regione ucraina sudo-
rientale di Zaporizhzhia, dove
le truppe russe stanno aumen-
tando l’intensità dei bombar-
damenti e delle operazioni di
assalto con l’ausilio di nuove
armi, che contengono sostan-
ze velenose e lacrimogene. Lo
ha dichiarato in una nota
Dmytro Lykhovij, portavoce
del gruppo operativo Tavria,
citato dall’agenzia di stampa
locale Unian.
Negli ultimi giorni, secon-
do il report, l’esercito russo ha
lanciato (da droni) circa cin-
quanta granate con gas lacri-
mogeno soffocante del tipo
cloropicrina: «Solo ieri — ha
dichiarato Lykhovi — sono
state lanciate 15 munizioni di
questo tipo, quasi tutte nel
settore di Zaporizhzhia».
Intensi attacchi russi sono
segnalati in direzione di Ori-
khiv, nel tentativo di superare
la difesa di Kyiv a Robotyne.
Il villaggio di Robotyne, si-
tuato a circa 15 chilometri a
sud di Orikhiv e 70 chilometri
a sudest di Zaporizhzhia, è
stato liberato dall’Ucraina
durante la sua controffensiva
nell’estate del 2023 e da allora
è in prima linea. Il comando
del gruppo operativo Tavria
ha dichiarato che le unità
ucraine stanno conducendo
una vasta operazione difensi-
va, infliggendo «perdite si-
gnificative agli occupanti rus-
si».
Intanto, il ministero della
Difesa russo ha reso noto che
un drone è stato distrutto vici-
no a San Pietroburgo. Secon-
do quanto si legge sul sito di
«Kommersant», il capo della
regione di Leningrado, Ale-
xander Drozdenko, ha dichia-
rato che il drone è stato ab-
battuto nelle vicinanze del vil-
laggio di Fornosovo, nel di-
stretto di Tosnensky. Bloccato
tutto lo spazio aereo sopra la
regione e chiuso per motivi di
sicurezza l’aeroporto interna-
zionale di Pulkovo di San
Pietroburgo.
Successivamente, un vasto
rogo è stato segnalato alla pe-
riferia della città. L’incendio è
scoppiato nella zona sudocci-
dentale, in un hangar con una
superficie di mille metri qua-
drati. Due persone sono rima-
ste ferite e sono state ricovera-
te in ospedale.
le legislative in Portogallo vittime delle stragi jihadiste
che, l’11 marzo 2004, colpi-
rono i treni dei pendolari e
LISBONA, 11. La coalizione di
centrodestra Alleanza demo-
28%, ma Ad supera i sociali-
sti solo grazie a poco più di
la stazione di Atocha. Dieci
gli ordigni esplosi, 193 i
cratica (Ad, formata dal Par-
tito socialdemocratico, dai
50.000 voti e ai tre seggi ot-
tenuti dai socialdemocratici
morti e decine di feriti. A
presiedere le commemora-
popolari del Cds-Pp e dai e dai popolari sull’isola di zioni, i monarchi spagnoli,
monarchici) ha vinto le legi- Madeira, dove i due partiti Felipe VI e Letizia.
slative anticipate di ieri in non si presentavano con il
Portogallo, ma con un van- simbolo di Alleanza demo-
taggio sul Partito socialista cratica. Attacco contro il Wfp
che si è andato assottiglian- Il partito di destra estre- in Sud Sudan
do durante un complicato ma Chega, fondato 5 anni fa,
spoglio dei risultati protrat- è stato votato dal 18% degli Due persone sono morte in
tosi ben oltre la mezzanotte. aventi diritti, diventando la- un attacco in Sud Sudan
Entrambe le formazioni si go della bilancia nella for- contro un convoglio umani-
sono attestate attorno al mazione del nuovo governo. tario di dieci camion del
Programma alimentare mon-
diale (Wfp), in viaggio per
distribuire aiuti. L’agguato
ha avuto luogo nella contea
Bocciati in Irlanda di Duk, nello Stato di Jon-
glei. Le vittime sono il con-
i referendum costituzionali ducente di uno dei camion e
un’operatrice umanitaria di
nazionalità somala.
DUBLINO, 11. Doppia bocciatura, in Irlanda, per i due referen-
dum svoltisi l’8 marzo miranti a modificare la Costituzione: il
primo, che proponeva di estendere il concetto di famiglia anche Italia: al centrodestra
alle relazioni durature al di fuori del matrimonio, è stato respinto le regionali in Abruzzo
dagli elettori con il 67 per cento dei no. Il secondo, che chiedeva
l’eliminazione della clausola “Donne in casa” secondo cui il bene Marco Marsilio, candidato
comune dello Stato si fonda sulla vita domestica femminile, è del centrodestra alle elezioni
stato rifiutato invece dal 74 per cento dei votanti. regionali di ieri in Abruzzo,
Forti le critiche contro il governo di centrodestra del Taoiseach, è stato riconfermato presi-
ovvero del premier, Leo Varadkar, promotore dell’iniziativa refe- dente con il 53,50% delle
rendaria, da molti vista solo come un diversivo per celare le man- preferenze. Lo sfidante del
canze dello Stato in ambito sociale. Dal canto suo, Varadkar ha centrosinistra, Luciano D’A-
parlato di «un fallimento totale del governo», tanto che, per gli mico, ha invece ha ottenuto
analisti, l’Irlanda potrebbe andare a elezioni anticipate. il 46,50%.

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lunedì 11 marzo 2024 L’OSSERVATORE ROMANO pagina 3

Al momento 26 i morti accertati Protesta l’opposizione Usa e Ue evacuano il personale diplomatico

Devastanti inondazioni In Pakistan

e frane in Indonesia
KUALA LUMPUR, 11. Sono
almeno 26 — ma si teme che
che possano essere molti di
più — i morti per le deva-
stanti inondazioni, seguite
da frane, che stanno col-
pendo da giorni l’isola in-
donesiana di Sumatra. I di-
spersi sono decine e con il
passare delle ore diminui-
scono le probabilità di tro-
vali vivi.
Secondo un report di
Abdul Muhari, portavoce
della Agenzia nazionale per
la gestione dei disastri, le
piogge torrenziali hanno
causato inondazioni e smot-
tamenti soprattutto nel di-
stretto di Pesisir Selatan,
nella provincia di Sumatra
occidentale: almeno 23 le
vittime uccise dal fango,
mentre sei risultano ancora
disperse. Oltre 75.000 per-
sone sono state costrette a
cercare rifugio in rifugi tem-
poranei.
Alcuni residenti hanno
raccontato che tonnellate di
fango, rocce e alberi sradi-
cati sono rotolati giù da
una montagna, raggiungen-
do un fiume che ha rotto
gli argini e ha inondato di-
versi villaggi.
Altre tre persone sono
morte nel distretto di Pa-
dang Pariaman, dove eson-
dazioni dei fiumi e frane
hanno inghiottito intere
abitazioni. «Il bilancio delle
vittime potrebbe aumentare
ulteriormente», ha confer-
mato ai giornalisti Fajar Su-
kma, direttore locale dei
servizi di emergenza.
Le condizioni meteorolo-
giche e le interruzioni di
corrente stanno complicato
a dismisura il lavoro dei
soccorritori, mentre la piog-
gia continua a scendere in-
cessantemente. Ieri, nume-
rosi volontari sono riusciti
ad accedere alle zone più
colpite e a distribuire aiuti
agli sfollati, comprese ten-
de, medicine e cibo. Centi-
naia di case ma anche pon-
ti, moschee ed edifici pub-
blici sono stati danneggiati
dall’ondata di maltempo.
insediato
il nuovo
presidente
ISLAMABAD, 11. Il nuovo presi-
dente del Pakistan, Asif Ali
Zardari, vedovo dell’ex pre-
mier Benazir Bhutto assassi-
nata nel 2007, ha prestato giu-
ramento durante una cerimo-
nia nel palazzo presidenziale
di Islamabad, alla presenza di
leader politici e vertici militari.
È stato eletto sabato dal parla-
mento per un mandato di cin-
que anni, che inizia però tra le
proteste dell’opposizione per
le denunce di brogli alle legi-
slative dello scorso febbraio,
in cui nessun partito ottenne
la maggioranza.
Già presidente del Pakistan
dal 2008 al 2013, Zardari —
leader del Pakistan People
Party e sostenuto dal Pakistan
Muslim League Nawaz, il par-
tito dell’ex due volte primo
ministro Nawaz Sharif — ha
battuto Mahmood Khan
Achakzai, appoggiato dal Pa-
kistan Tehreek-e-Insaf, dell’ex
premier Imran Khan, attual-
mente in carcere.
Ad Haiti rilasciate
tre suore e quattro religiosi
PORT-AU-PRINCE, 11. Sono sta-
te rilasciate ad Haiti le tre suore
della congregazione di San
Giuseppe di Cluny, rapite mar-
tedì scorso dall’orfanotrofio di
La Madeleine da un gruppo di
banditi armati, nel quadro del-
la grave insicurezza del Paese
caribico, in preda alle violenze
delle gang. Lo riferisce l’agen-
zia Fides, che cita fonti religio-
se locali.
È stata inoltre confermata la
liberazione di quattro dei sei
religiosi della congregazione
dei Fratelli del Sacro Cuore e
di un loro collaboratore, tutti
sequestrati il 23 febbraio a
Port-au-Prince. Lo scorso 18
febbraio monsignor Pierre An-
dré Dumas, vescovo di Anse-à-
Veau Miragoâne, era rimasto
gravemente ferito in una esplo-
sione mentre si trovava nella
capitale: nessuna banda ha ri-
vendicato l’attacco contro il
presule, che ora è ricoverato in
Florida e si sta riprendendo.
Port-au-Prince, intanto, ri-
mane una «città sotto asse-
dio», secondo quanto testimo-
niato dall’Organizzazione in-
ternazionale per le migrazioni,
con civili in fuga, ospedali sot-
to attacco, carenza di cibo e in-
frastrutture bloccate. In questo
clima, l’esercito degli Stati
Uniti ha condotto ieri notte
una missione per evacuare il
personale e rafforzare la sicu-
rezza presso l’ambasciata Usa
ad Haiti. Anche il rappresenta-
te diplomatico tedesco e tutto
il personale dell’Unione euro-
pea hanno lasciato il Paese.
Mentre il primo ministro
haitiano Ariel Henry rimane a
Porto Rico, il presidente della
Repubblica Dominicana, Luis
Abinader, ha deciso di dichia-
rare Henry persona non grata.
Il provvedimento, motivato da
ragioni di «sicurezza naziona-
le», nel timore che l’onda lun-
ga dei disordini possa raggiun-
gere anche la parte orientale di
Hispaniola, giunge quando
oggi in Giamaica si tiene un in-
contro sulla crisi ad Haiti: a
partecipare, un gruppo di rap-
presentanti di Comunità dei
Caraibi, Onu, Stati Uniti — at-
teso il segretario di Stato, An-
tony Blinken — e Canada.

Giovedì scorso il sequestro di oltre 280 bambini
Altri 15 studenti rapiti
nel nord della Nigeria
ABUJA, 11. Ancora un attacco
contro una scuola in Nigeria.
Un gruppo di uomini armati
ha assaltato il dormitorio di
un istituto nello Stato setten-
trionale di Sokoto e ha rapito
15 alunni, tutti di età compre-
sa tra gli 8 e i 14 anni. Lo ha
riferito la polizia nigeriana.
Secondo le prime ricostru-
zioni, il commando ha fatto
irruzione nel villaggio di Gi-
dan Bakuso e ha portato via
gli studenti. Tra i rapiti anche
una donna, prelevata con la
forza in un’altra zona del vil-
laggio. L’area si trova in un
territorio remoto, senza tele-
fonia mobile e con strade per-
corribili perlopiù in moto.
Soltanto giovedì scorso ol-
tre 280 studenti erano stati ra-
piti dalla loro scuola a Kuri-
ga, nello Stato centro-setten-
trionale di Kaduna. Nelle
scorse ore la Bbc ha riferito
che almeno 28 di loro sono
riusciti a fuggire dai rapitori.
Un altro sequestro di massa
era avvenuto la settimana pre-
cedente: circa 200 persone, in
prevalenza donne e bambini
sfollati a causa di una prolun-
gata instabilità, erano state
portate via con la forza nello
Stato nord-orientale di Bor-
no. Nessun gruppo ha riven-
dicato i recenti rapimenti,
presumibilmente orditi a sco-
po di estorsione, in una realtà
in cui operano bande crimi-
nali locali, estremisti islamici
e gruppi di pastori nomadi in
conflitto con le comunità
stanziali. Secondo Acled, una
ong statunitense che monito-
ra i conflitti e le aree instabili
di tutto il globo, nell’ultimo
anno in Nigeria sono state ra-
pite più di 3.500 persone.
In Burkina Faso
oltre 2.000 bambini
colpiti dal morbillo
OUAGAD OUGOU, 11. Sarebbero oltre 2.000 bam-
bini del Burkina Faso ad aver contratto il morbil-
lo negli ultimi quattro mesi, a causa della diffu-
sione di un’epidemia mortale in tutto il Paese. Se-
condo l’Istituto di sanità pubblica locale, i bam-
bini malati di morbillo rappresentano il 96 per
cento dei casi, in un’età compresa tra 1 e 15 anni.
L’epidemia non mostra segni di diminuzione,
con circa 1.700 casi registrati solo nel mese di feb-
braio e stime in salita in ogni settimana. La regio-
ne del centro della capitale, Ouagadougou, è sta-
ta la più colpita, con circa il 37 per cento dei casi
segnalati. Benoit Delsarte, direttore nazionale
della ong Save the Children, ha ribadito l’urgen-
za di fermare questa malattia per il benessere dei
bambini, delle famiglie e delle comunità attraver-
so un rafforzamento del programma vaccinale
già avviato e una maggiore mobilitazione degli
operatori sanitari, così da fornire sostegno alle
zone più colpite dall’epidemia.
Il Burkina Faso è il Paese maggiormente sog-
getto a epidemie di morbillo: nel 2023 ha regi-
strato 2.190 casi, nel 2021 3.866 casi, nel 2020
2.480 contagi. Nel 2022, invece, i casi erano dimi-
nuiti a 252.
Naufragio di migranti al largo della Tunisia
Almeno cinque vittime e altrettanti dispersi
ROMA, 11. Il mar Mediterraneo si con- mero di migranti è molto aumentato
ferma ancora una volta un “cimitero” di nelle ultime settimane. Secondo i media
migranti: al largo della Tunisia, infatti, locali, all’origine dell’incremento ci sa-
oggi si registra un nuovo naufragio che rebbe un accordo, firmato a Vienna a di-
ha coinvolto un barcone partito dalla cembre dal premier Nikolaj Denkov con
Libia. Al momento, si contano 5 vittime le autorità austriache, in base al quale
e altrettanti dispersi. Lo rende
noto l’Organizzazione interna-
zionale delle migrazioni, riferen-
do anche di 24 sopravvissuti.
Con questa ennesima tragedia
del mare, salgono a 215 i migran-
ti morti nel Mediterraneo cen-
trale dall’inizio dell'anno.
Ma il dato è destinato a salire:
Alarm Phone segnala che da sa-
bato non si hanno più contatti
con un barcone di 85 migranti
partito dalla Libia. Sofia avrebbe accolto 6.000 migranti ir-
Soccorsi riusciti, invece, in Grecia, regolari espulsi dall’Austria, a condizio-
dove ieri le autorità hanno messo in sal- ne di un ritiro del veto di Vienna sull’a-
vo 151 naufraghi al largo di Creta. Se- desione della Bulgaria allo spazio
condo l’Agenzia Onu per i rifugiati Schengen. Ma l’ingresso di numerosi
(Unhcr) nei primi tre mesi del 2024 sul- migranti nel Paese ha suscitato proteste
l’isola sono giunti oltre 900 migranti. tra la popolazione bulgara, che ieri è
Anche la rotta migratoria balcanica fa scesa in piazza per manifestare il pro-
registrare nuovi arrivi: in Bulgaria, il nu- prio dissenso.

Sullo sfondo resta aperta la questione delle risorse contese nella regione dei Grandi Laghi

Tra Unione europea e Rwanda un accordo controverso sulle materie prime

di MARINA PICCONE mocratica del Congo. Cosa ha provocato gno, tungsteno, oro e niobio e dispone di una popolazione la cui colpa è solo cardinale Fridolin Ambongo Besungu,
il cambio di atteggiamento? «È evidente di riserve di litio e di terre rare», recita il quella di vivere in un territorio ambi- arcivescovo metropolita di Kinshasa, il

U
n accordo fra l’Unione europea e
il governo del Rwanda «per fa-
vorire lo sviluppo di catene di
valore durature e resilienti per le materie
prime critiche» cioè i minerali strategici
per l’attuazione della “economia verde”.
Questo protocollo d’intesa, firmato a feb-
braio, segna un cambio di linea nei rap-
porti tra l’Ue e Rwanda visto che, nel
2012, Bruxelles aveva deciso di sospende-
re i finanziamenti per nuovi progetti di
sviluppo nel Paese africano in attesa di un
chiarimento circa l’implicazione di Kigali
nel conflitto che imperversava nell’est
congolese. Un rapporto dell’Onu di
quell’anno denunciava il sostegno del go-
verno di Paul Kagame al gruppo ribelle
M23 che, ancora oggi, è autore di omicidi
e soprusi nell’est della Repubblica De-
che il Global Gateway, il piano per collegare
il mondo con investimenti e partnership
lanciato dalla Commissione europea il
primo dicembre 2021, permette di supera-
re qualsiasi altra decisione presa in prece-
denza», risponde Maurizio Gressi, esper-
to di relazioni internazionali e di diritti
umani. «La tappa inaugurale del piano
strategico è stata il pacchetto di investi-
menti Africa-Europa, con circa 150 miliar-
di di euro destinati a rafforzare la coope-
razione con i partner africani, fra i quali il
Rwanda è uno dei privilegiati».
Il recente sodalizio comporta una
mobilitazione di fondi verso lo Stato
africano per creare le infrastrutture ne-
cessarie. «Il Paese è un attore maggiore
a livello mondiale nel settore dell’estra-
zione del tantalo. Produce anche sta-
protocollo. «Un’affermazione che serve
a garantire il rispetto della legalità se-
condo le norme di tracciabilità che l’Eu-
ropa stessa si è data nel 2021, ma che
non risponde a verità», si legge in un co-
municato della Rete “Insieme per la Pa-
ce in Congo” (Ipc), una delle tante voci
contrarie all’iniziativa della Ue. «Il
Rwanda — continua il comunicato —
non dispone di quantità significative di
questi minerali e ne è diventato grande
esportatore solo grazie alle guerre che
ha provocato a ripetizione nella Repub-
blica Democratica del Congo a partire
dal 1996. Dall’est congolese esce un pro-
fluvio di oro, coltan, cobalto e terre rare
che entra in Rwanda e altri Paesi confi-
nanti ad est. Tutto questo a prezzo di
vittime, violenze, sfollati e furti di beni
to».
La notizia dell’accordo è arrivata
proprio quando, nel mondo, ci si stava
accorgendo di questo conflitto, riacce-
sosi da due anni, e appena dopo che il
popolo congolese aveva ricevuto la no-
tizia dei 20 milioni attribuiti dall’Ue al
governo rwandese, a fine 2022, per il so-
stegno alle sue forze presenti in Mo-
zambico per contenere la violenza jiha-
dista.
In risposta alle critiche, il Parlamen-
to europeo ha dichiarato che lo scopo
dell’intesa è accrescere la tracciabilità e
la trasparenza e rafforzare la lotta al
traffico illegale di minerali. Un para-
dosso, secondo la Rete Ipc, consideran-
do il ruolo di Kigali nella regione. Con-
corde su questa linea critica è anche il
quale, citato dall’agenzia Fides, si dice
convinto che per portare la pace nella
Repubblica Democratica del Congo sia
«necessario anche porre fine alla viola-
zione dell’integrità territoriale del Paese
e alla predazione delle sue risorse natu-
rali».
“Insieme per la Pace in Congo”
esprime con forza la richiesta all’Ue di
tornare sui propri passi e anche di «con-
siderare attentamente la situazione in-
terna del Rwanda, dove c’è un altissimo
livello di sofferenza repressa». Le trage-
die passate, come il genocidio del 1994,
di cui Kigali si accinge a commemorare
il trentennale, «non devono far chiude-
re gli occhi su ciò che ormai è denuncia-
to apertamente da molte serie inchieste
e dall’Onu stesso, fin dal 2010».
pagina 4 L’OSSERVATORE ROMANO lunedì 11 marzo 2024

Per la cura della casa comune - IMPACTA: l’economia per l’uomo

Le risorse idriche tra emergenze climatiche, sprechi e guerre

Un mondo blu
di contraddizioni
di EMILIO CIARLO* considerare, a tutti gli effetti, paese a valle, privato di un
come la catena di trasmissio- flusso millenario di vita, es-

S
iamo disposti a paga-
re mille volte il prez-
zo dell’acqua pubbli-
ca, a patto che sia
messa in una delle 200.000
bottiglie di plastica che sono
consumate in tutto il mondo
ogni secondo che passa. Ep-
pure quando parliamo del-
l’acqua che esce dai rubinetti,
o che irriga i nostri campi,
siamo abituati a considerarla
come l’aria e il sole: inesauri-
bile, vitale e sempre a dispo-
sizione. Così finisce che il 30
per cento dell’acqua viene di-
sperso in vario modo, incluso
lo spreco alimentare.
L’acqua è un mondo blu di
contraddizioni: in alcune aree
del globo e in alcuni momen-
ti dell’anno è drammatica-
mente scarsa, in altri contesti
e in altre stagioni è troppa.
Così se da una parte, negli
ultimi decenni, quasi un mi-
liardo e mezzo di persone
hanno sofferto per la siccità,
con un danno economico che
si aggira attorno ai 110 miliar-
di di euro, dall’altra quasi lo
stesso numero di persone ha
subito inondazioni ed eventi
estremi che perdite umane
che superano i 100.000 mor-
ti.
Il Papa ha da poco ricor-
dato che «l’acqua non può
essere oggetto di sprechi,
abusi o motivo di guerre, ma
va preservata a beneficio no-
stro e delle generazioni futu-
re». Tuttavia ancora una per-
sona su tre non ha ancora ac-
cesso all’acqua potabile e
quasi la metà della popolazio-
ne mondiale non dispone di
adeguati servizi sanitari.
Per vincere questa sfida, la
comunità internazionale si è
posta obiettivi ambiziosi: ot-
tenere per tutti l'accesso al-
l'acqua potabile e ad impianti
igienico-sanitari; migliorare la
qualità dell'acqua, eliminando
ne del cambiamento climati-
co. La capacità di gestire l’e-
lemento acqua è, d’altra par-
te, essenziale anche per l’a-
dattamento delle comunità ai
cambiamenti del clima.
Una risorsa così essenziale
— per l’energia, per il cibo,
per la salute — quando scar-
seggia o quando deve essere
irreggimentata, regolata o
convogliata per produrre
energia, diventa spesso fonte
di conflitto, spartizione, acca-
parramento.
La “geopolitica” dell’acqua
studia il nesso tra gli interessi
pubblici e privati ad essa con-
nessi e la pace, ed è divenuta
un argomento sempre più
centrale. Sin dall’epoca roma-
na la gestione dell’acqua ha
germinato un sistema di rego-
le, codici e tribunali che rego-
lavano le inevitabili contro-
versie. Ai nostri giorni, a li-
vello internazionale, le acque
transfrontaliere, condivise tra
diversi Stati, rappresentano il
60 per cento dell’acqua dolce
mondiale, più di 3 miliardi di
persone dipendono da esse.
Sul Water conflict chronology si
contano oggi oltre 500 con-
flitti, esplosi o latenti, legati
all’acqua. Si va dalle tensioni
per la gestione dell’acqua sul-
le alture del Golan, tra Siria e
Israele, alle crescenti dispute
legate alle acque del Nilo,
contese tra l’Etiopia — paese a
monte che produce energia
bloccando il corso con gigan-
tesche dighe — e l’Egitto —
Intervista a Eleonora Borgia, referente della Fondazione Missio, sui progetti in Africa
«Cari benefattori, finalmente l’acqua scorre dai rubinetti»
di GIULIANO GIULIANINI
senziale per la sua agricoltu-
ra. La preoccupante avanzata
del deserto nelle zone sahelia-
ne e il drammatico prosciu-
garsi del grande Lago Ciad
spinge le popolazioni a mi-
grare, destabilizza così intere
aree e genera migliaia di
“profughi climatici” (catego-
ria non riconosciuta dalla
Convenzione di Ginevra) che
vanno ad aumentare la pres-
sione antropica su aree vicine,
egualmente in situazione di
distress idrico.
Pace e acqua sono un en-
diadi e una contraddizione,
ancora una volta. Se l’acqua è
ponte tra civiltà e culture lon-
tane, giacché il mare è sempre
stato la via di comunicazione
privilegiata per le lunghe di-
stanze, spesso divide e inimi-
ca i vicini.
La Convenzione delle Na-
zioni Unite sulla protezione e
l’uso dei corsi d’acqua e dei
laghi transfrontalieri è uno
strumento giuridico interna-
zionale che fa fatica ad affer-
marsi. Ma laddove si è riusciti
a mettere attorno a un tavolo
i Paesi che condividono i ba-
cini — io stesso ho visto un
esempio virtuoso per il fiume
Senegal — la cosa funziona.
Nonostante questa sua cen-
tralità e pervasività, l’acqua
per decenni ha stentato a di-
ventare protagonista del di-
battito e della politica. È co-
me se la sua assenza di forma
— come direbbe Camilleri —
l’avesse fatta adagiare e rima-
che la cura dei figli, perché spesso in-
torno ai vent'anni diventano mamme;
nere intrappolata nei conteni-
tori in cui la rinchiudiamo
(ambiente, salute, infrastrut-
ture), sempre come ingredien-
te scontato, comprimario sen-
za parola.
All’improvviso, negli ultimi
anni, qualcosa è cambiato.
Spinte dagli eventi estremi
che funestavano tutti i Paesi e
dalle sempre più frequenti
crisi per siccità, le Nazioni
Unite, dopo oltre venti anni,
nel 2023 hanno riorganizzato
la UN Water week a New York,
che si è conclusa con l’invito
a nominare un “inviato spe-
ciale per l’acqua” (non ancora
individuato) e con un’Agenda
di 800 impegni volontari as-
sunti da Stati e stakeholder.
Nei prossimi anni e fino al
2030 — data dell’auspicato
raggiungimento degli obietti-
vi dell’Agenda dello sviluppo
sostenibile — sono diversi gli
appuntamenti internazionali
che segneranno il dibattito
vista per chiudere la raccolta, spedire
il denaro e realizzare il progetto di
sull’acqua. Nel 2026 le Na-
zioni Unite organizzeranno
una conferenza per accelerare
il conseguimento degli obiet-
tivi che, come visto, stanno
sfuggendo di mano. Nel 2028
in Tajikistan si terrà la Confe-
renza finale della decade ri-
servata alle azioni sull’acqua
per uno sviluppo sostenibile.
Gli appuntamenti del World
Water Forum del 2027 e del
2030 saranno eventi impor-
tanti, allargati a cittadini, im-
prese e società civile, che ali-
menteranno con una spinta
dal basso il dibattito politi-
co.
Sarebbe ora di proporre
una visione olistica del tema
acqua, ponendo la salvaguar-
dia, la valorizzazione e l’ac-
cesso all’acqua al centro e ap-
procciando una visione anco-
ra più integrata della sua ge-
stione, dalla sorgente alla fo-
ce, connettendo i tanti fili che
costituiscono la trama del fu-
Quella zona è afflitta dalla guerra
civile. Questo progetto è inserito nel-
turo blu del pianeta.
È l’approccio “One Water”
che da qualche parte inizia a
fare capolino: acque superfi-
ciali e sotterranee, digitalizza-
zione dell’acqua, utilizzo del-
le tecnologie per la raziona-
lizzazione dell’uso e la ricerca
di nuove fonti, finanza blu e
impact bond, coinvolgimento
del settore assicurativo per la
mitigazione del rischio, “just
water” per migliorare accesso
e distribuzione, tutela della
qualità delle acque, rendicon-
tazione dell’uso razionale.
Tutto in una visione comples-
siva e unica che non disperda
l'attenzione in tanti silos di-
versi ma che garantisca la
centralità dell’elemento ac-
qua, il rispetto per il suo va-
lore, la consapevolezza della
“sorellanza” con il genere
umano.
*Esperto di relazioni internazionali
e sviluppo globale

le discariche e riducendo l'in-
quinamento e il rilascio di
prodotti chimici. (obiettivo 6
dell’Agenda 2030 sullo svi-
luppo sostenibile); infine pre-
servare la biodiversità nel-
l’ambiente marino (obiettivo
14).
Basta fare un giro su
Atlas4dev, il nuovo atlante sta-
tistico sullo sviluppo interna-
zionale pubblicato dall’Agen-
zia Italiana per la cooperazio-
ne allo sviluppo, per capire
che il mondo non è certo sul-
la buona strada per raggiun-
gere questi risultati. Senza
un’accelerazione sostanziale
degli sforzi nessuno degli
obiettivi è alla nostra porta-
ta.
Pensiamo di cavarcela sem-
plicemente spostando qualche
anno più in là gli impegni?
Il cambiamento climatico
sta sconvolgendo il ciclo del-
l’acqua: l’andamento delle
precipitazioni; l’aumento del-
la siccità e delle inondazioni;
lo scioglimento dei ghiacciai,
del permafrost e dei poli. So-
no tutti fenomeni che colpi-
scono l’acqua e che sono da
«C
ari benefattori, siamo lie-
ti di comunicare che nella
parrocchia Saint Charles
Lwanga ora l’acqua scorre fresca e pu-
lita direttamente dai rubinetti». Con
queste parole qualche mese fa don
Ghislain Ngamouna, ringraziava i
donatori che hanno reso possibile
l'acquisto di una pompa solare, una
cisterna da 10.000 litri, e i lavori ne-
cessari per portare l'acqua nella sua
parrocchia a Mouyonzi, Repubblica
del Congo. La comunità ospita un or-
fanotrofio con 24 bambini, una scuola
materna per 170 scolari e una scuola
di formazione professionale per 80 ra-
gazzi e ragazze. È uno degli interven-
ti legati all’acqua, portato recente-
mente a termine grazie alle raccolte
fondi della “Fondazione Missio”
(www.missioitalia.it), come ci raccon-
ta Eleonora Borgia, referente del set-
tore progetti.
Che cosa ha significato l'acqua corrente per
Mouyondzi?
La comunità creata da don Ghi-
slain accoglie diverse realtà. Una è la
scuola professionale. In quelle situa-
zioni è molto importante insegnare
un mestiere; ma la cosa fondamentale
è la disponibilità d’acqua. Alle ragaz-
ze in età adolescenziale si insegna an-
non che manchi loro il senso dell'ac-
cudire e della maternità, ma con ac-
qua pulita a disposizione è tutto più
facile. In molti villaggi africani si va a
cercare in fiumi e laghi, ma ciò signi-
fica fare diversi chilometri per un sec-
chio d'acqua che deve bastare tutta la
settimana. Prima i ragazzi, a turno,
andavano al fiume e dovevano saltare
la scuola. Acqua corrente significa
migliori condizioni igienico-sanitarie;
ce n’è di più per cucinare, lavare le
stoviglie, fare pulizia, per l’igiene per-
sonale, e per dedicare più tempo alla
scuola e alla formazione. Il fatto poi
che una missione distribuisca l'acqua,
avvicina anche i non cristiani: perché
diventa un punto di approvvigiona-
mento che ovviamente i missionari
aprono a tutti. Così si avvia anche un
incontro con altre culture, quella dei
musulmani o delle religioni tradizio-
nali, che magari prima non si cono-
scevano o non si avvicinavano.
Un progetto simile è in corso a Ruhehe, Bu-
rundi, dove finora le Suore del Cuore Imma-
colato di Maria “Bene-Mariya”, missionarie
nella parrocchia di Saint Joseph, condivide-
vano con gli abitanti l'incombenza quotidiana
della ricerca d'acqua potabile. Qual è la si-
tuazione oggi?
Siamo quasi arrivati alla quota pre-
una conduttura che porti l’acqua dal- la missione del Coe - Centro Orienta-
la cisterna comunale alla parrocchia. mento Educativo, che più volte è sta-
In questo caso emerge il problema to minacciato. I missionari rischiano
della “privatizzazione” dell’acqua. Al di dover lasciare la zona in caso di at-
mercato è in vendita; chi può la com- tacchi delle milizie. La missione reste-
pra in bottiglia. Quella del lago inve- rà finché sarà possibile, anche perché
ce è malsana e quindi innesca un pro- c’è la scuola, ma ovviamente sono
blema sanitario (tifo, colera, epatite sempre in allerta. Il vecchio pozzo è
A, in queste zone, ndr.). Ci sono paesi
in Africa dove ancora si muore di dis-
senteria. Ai governanti non interessa
sanificare l’acqua nelle zone più peri-
feriche. Un progetto come questo mi-
gliora la vita per un intero quartiere.
Quando le suore metteranno il rubi-
netto nel cortile della missione, tutti
avranno accesso a un’acqua buona,
filtrata nel deposito che la raccoglie:
un sistema arcaico che però funzio-
na.
Da un progetto idraulico può dipendere anche
lo sviluppo sociale di una comunità. Succede a
Rungu, villaggio rurale nella Repubblica De-
mocratica del Congo, dove la raccolta fondi
serve a ripristinare un pozzo. La missione, av-
viata quasi vent’anni fa dai padri combonia-
ni, comprende la scuola materna Saint Fran-
çois (450 bambini), la Ecole Sourd Muet
Ambrosoli (con annessa casa di accoglien- crollato. Abbiamo approvato il pro-
za) con circa 100 bambini e ragazzi sordi e getto per quello nuovo, sperando che
muti, avviati allo studio e ai mestieri di sar- nel frattempo non accada nulla. La
toria e falegnameria. scuola che accoglie anche i ragazzi
lunedì 11 marzo 2024
di GABRIELE RENZI
T
ra le conseguenze
più evidenti e dram-
matiche del cambia-
mento climatico c’è
sicuramente l’aumento delle
zone esposte al rischio deserti-
ficazione, processo di degra-
dazione progressiva del suolo
— dovuta all’attività umana ol-
tre che al cambiamento clima-
tico in corso — che nelle sue
forme più estreme può porta-
re alla scomparsa della biosfe-
ra e alla trasformazione del-
l’ambiente naturale in deser-
to.
Secondo il Global Land Ou-
tlook delle Nazioni Unite, del
2022, il 70 per cento delle aree
terrestri prive di ghiaccio è
stato modificato dall'attività
umana, percentuale che po-
trebbe salire fino al 90 per
cento già entro il 2050. Que-
sto non vuol dire che tra qual-
che decennio ci troveremo ad
abitare un grande deserto, ma
è certamente in corso un pro-
cesso dai preoccupanti risvolti
ambientali e sociali che cresce
in modo esponenziale. Già
oggi — evidenzia il rapporto —
circa mezzo miliardo di perso-
ne vive in aree dove il degra-
do del suolo ha raggiunto li-
velli critici, con una perdita
totale di produttività. Zone in
cui le precipitazioni sono or-
mai insufficienti a sostenere la
vegetazione.
È facile immaginare le con-
seguenze di questa situazione
sulle popolazioni locali —
spesso costrette alla migrazio-
ne in cerca di terreni più ospi-
tali — o sugli equilibri geopo-
litici di aree sempre più nume-
rose ed estese nelle quali la
scarsità idrica rischia di sfocia-
re in tensioni o conflitti.
Ma dove c’è anche una sola
goccia d’acqua può esserci vi-
ta. Basta saperla usare con
lungimiranza, moltiplicando-
con disabilità è importante anche per
lo sviluppo sociale della comunità: fi-
no a dieci anni fa bambini nati con
una malformazioni fisiche erano visti
come una “maledizione” e venivano
nascosti. La scuola cerca di dare di-
gnità e valore a ciascun essere umano.
Non è facile, ma le nuove generazioni
sono molto più aperte. Ed anche a
Rungu arrivano persone da diverse
regioni e di tutte le etnie.
Da dove arrivano di solito le donazioni?
Dalle persone più semplici e “po-
vere”. Gente di buona volontà che
non ha smesso di donare con la crisi
economica. Magari rinunciano a
qualcosa per dare agli altri, perché si
rendono conto che noi abbiamo avu-
to la fortuna di nascere in questa par-
te di mondo. Noi delle Pontificie
Opere Missionarie, paradossalmente,
in proporzione riceviamo più dona-
zioni da paesi come il Burundi, che
hanno beneficiato dei nostri aiuti, che
da paesi europei. “Sono stato salvato
quindi dono in segno di gratitudine”:
è la solidarietà di persone che oggi
magari possono donare meno, perché
sono diventate un po’ più povere, ma
comunque continuano ad aiutare chi
non è ancora al loro livello.
Colpisce il fatto che un progetto “minimo” co-
me un pozzo o una conduttura significhi tanto
per comunità tanto vaste: li chiamiamo “vil-
laggi” ma Ruhehe ha 2.400 abitanti, e Run-
gu 15.000. Quanto costano questi progetti?
Per un semplice pozzo ci impe-
gniamo a raccogliere 3.000 euro. Lad-
L’OSSERVATORE ROMANO pagina 5
Il progetto vincente di una start up nata in Marocco goccia a goccia o di irrigazio-
Dalla sabbia al verde
ne sotterranea che ci aiutano a
rendere fertile il deserto. In
generale tutto il nostro pro-
cesso è sostenibile e circolare,
a partire dall'energia necessa-
ria per alimentare la macchina
ne il valore, anche grazie al stiere nella regione di Goul- produzione d’acqua dolce su- con questo materiale si stanno di desalinizzazione che viene
sostegno della tecnologia che min, nel sud del Marocco, periore ed un processo meno cominciando a realizzare dei da fonti rinnovabili, prevalen-
in questo caso può dare più di Sahara occidentale. La solu- oneroso, dal momento che le mattoni. temente solare ed eolico. Non
una mano. È il caso di Sand to zione consiste nello scavare membrane che filtrano l’acqua abbiamo inventato nulla in
Green una startup che nasce in un pozzo vicino alla costa re- risulteranno meno cariche di L’acqua desalinizzata è potabile? realtà, piuttosto mettiamo in-
Marocco con l’ambizione di cuperando acqua parzialmen- sale e quindi più efficienti. Il Le unità di desalinizzazio- sieme tecnologie esistenti per
trasformare il deserto in terre- te filtrata dalla spiaggia che la metodo funziona anche recu- ne sono utilizzate anche per fare qualcosa che fino ad oggi
no fertile, grazie ad un model- depura dei detriti più grandi. perando e risanando le acque produrre acqua potabile, so- non era ancora stato imple-
lo di produzione sostenibile In alternativa, possiamo anda- sporche come stiamo facendo prattutto in certe isole come mentato.
che apre scenari importanti
per l’agricoltura in zone a L’acqua sta diventando sempre più
bassissima o nulla disponibili- scarsa in tante aree del pianeta. Che
tà idrica, come spiega Michele ruolo possono svolgere progetti di ri-
Patierno, uno dei co-fondatori generazione del terreno come questo?
dell’impresa. Un ruolo molto importan-
te. Nel ciclo dell’acqua dob-
Qual è la missione di questa star- biamo considerare dove que-
tup? sta si dovrebbe trovare duran-
Sand to Green applica meto- te l’anno, cioè all'interno del
dologie di agricoltura sosteni- suolo. Se è arido si perde la
bile e di rigenerazione del capacità di trattenerla. Con
suolo per convertire aree de- un processo di rigenerazione e
sertificate o degradate in terri- di umificazione del suolo in
tori coltivabili. Lo facciamo profondità andiamo ad au-
utilizzando biochar, una sostan- mentarne la capacità di man-
za a forte carica di carbonio tenimento della risorsa idrica,
che costituisce un’ottima base sostenendo la rigenerazione
per i batteri e che, avendo una delle falde e ottimizzando la
consistenza porosa, aiuta so- quantità di acqua necessaria
prattutto a trattenere l'acqua per irrigare. Con un suolo sa-
in profondità. Al biochar abbi- no infatti possiamo irrigare
niamo poi latto-fermentazioni una volta a settimana; se il
mescolate con compost. Uti- terreno non trattiene l’acqua
lizziamo quindi sistemi di invece, siamo costretti a farlo
agroforestazione, evitando molto più spesso.
monocolture e selezionando Un altro aspetto spesso sot-
piante in grado di resistere a tovalutato è la capacità di una
forti periodi di siccità e a ter- zona verde di impattare sul
reni con un Ph o una concen- clima locale. Se analizziamo le
trazione salina molto elevati. grandi piantagioni, a partire
Alla base di tutto questo però re a lavorare con acque pre- ad esempio nella città di Er- ad esempio Capo Verde. Usa- dai 4/500 ettari, vediamo che
ci deve essere la disponibilità senti nella falda sotterranea bil, in Iraq. Insomma un me- re la macchina per la produ- l’evaporazione creata dalla
di acqua marina che noi desa- che, anche se salmastre e me- todo versatile. zione di acqua potabile vuol biomassa incide direttamente
linizziamo. L’acqua è sempre scolate con acqua salata, han- dire però accettare quantitati- sulle precipitazioni. Immagi-
alla base di tutto. no un tasso di salinità inferio- È una soluzione applicabile anche su vi molto inferiori. A valle del- niamo di portare questo mo-
re. Dal punto di vista tecnico larga scala? la desalinizzazione per l’agri- dello su larga scala: potremmo
Come funziona il processo? il procedimento è lo stesso, La desalinizzazione è già coltura l'acqua dolce non deve andare a migliorare la situa-
Abbiamo sviluppato il mo- ma lavorando con acque a sa- utilizzata a livello industriale essere bevuta ma andare ad zione in aree vastissime nelle
dello in zone desertiche co- linità inferiore avremo una in molti paesi e le tecnologie alimentare i campi con sistemi quali ormai non piove più.
stanno evolvendo rapidamen-
te. Il sistema di filtraggio —
detto ad osmosi inversa — sta
migliorando molto grazie ai
dove sia necessario fare arrivare anche nuovi materiali con i quali si
una trivella si arriva a 10.000 euro. stanno realizzando le mem-
BREVI DAL PIANETA
brane. Un buon impatto po-
Sembrano investimenti alla portata di un go- trà averlo il grafene, che per-
verno locale, anche di un paese povero. Perché mette di lavorare a pressioni • Dalle fave agli asparagi: in Italia il clima
è necessario l'intervento di missionari e dona- molto più basse. Questo ren- anticipa le primizie di un mese
tori? derà il metodo più facile da
Perché i governi non ci guadagna- applicare e quindi più scalabi- Le fave vengono raccolte nel Lazio con oltre un mese di
no nulla. Alcuni paesi africani stanno le a livello mondiale. anticipo, così come in Sardegna e Puglia, e lo stesso va-
vendendo vasti territori alle aziende le per le fragole, mentre in Veneto sono comparsi sui
petrolifere per costruire oleodotti che Sembra tutto molto bello. Quali sono banchi dei mercati contadini gli asparagi verdi. Ma in
portano il petrolio all’Oceano India- i problemi da risolvere? arrivo ci sono anche carciofi romaneschi, piselli, erbe
no. Quelle terre si desertificano; il ter- Ce ne sono due principali: spontanee e agretti. È quanto emerge da un monitorag-
reno arriva a temperature oltre i 50°C il primo è prettamente econo- gio della Coldiretti. La finta primavera, con un febbraio
e le popolazioni locali vengono slog- mico e riguarda il ciclo di vita che è stato il più caldo mai registrato (+3,09° rispetto al-
giate, magari con la promessa di rico- dei filtri, quindi i costi di la media storica) e un gennaio con +1,6° — sottolinea la
struire altrove il loro villaggio. Se non mantenimento degli impianti; Coldiretti — ha mandato in tilt le coltivazioni nei campi
c’è un missionario, o un “illuminato” il secondo, più importante, ri- lungo tutto lo stivale e stravolto completamente le offer-
capo villaggio locale, che ha cono- guarda il concentrato salino — te stagionali normalmente presenti su scaffali e bancarel-
scenze, si batte e fa la voce grossa, l’o- lo scarto di produzione — che le in questo periodo dell’anno rendendo impossibile una
perazione riesce. Le compagnie por- nella gran parte delle applica- programmazione scalare della raccolta. Il risultato è un
tano denaro ai governanti; far arrivare zioni industriali viene rigetta- boom di primizie sui banchi di verdure e ortaggi, dove è
l'acqua ai poveri invece non porta to in mare o interrato gene- possibile trovare una grande varietà di offerta Made in
niente. Anzi costa denaro. rando un impatto negativo Italy.
sull’ambiente.
Secondo la vostra esperienza, l'Africa è il con-
tinente più afflitto dal problema? Sarebbe una grave contraddizione • Prime misure in Francia
Sicuramente l’Africa subsahariana danneggiare l’ambiente. Come si può contro la “fast fashion”
è la regione che ne risente e risentirà risolvere?
sempre di più. Il Malawi, ad esempio, Usando il concentrato sali- Penalità finanziarie, divieto di pubblicità e una migliore
è uno dei paesi più poveri, e uno di no per la coltivazione di alghe informazione per i consumatori: primo via libera in
quelli che sta subendo maggiormente e piante alofite. È chiaro che Francia ad una serie di misure contro la cosiddetta “fast
la desertificazione. Altri si stanno in- questa soluzione funziona su fashion”, la moda effimera a prezzi stracciati, alimentata
gegnando: in Kenya stanno avviando volumi contenuti. Quando si da prodotti importati e dal forte impatto ambientale. La
attività di desalinizzazione dell'acqua va su scala industriale, la bozza di legge è previsto, tra l’altro, una sorta di sistema
di mare. Occorre provvedere, perché quantità di concentrato salino “bonus-malus”per disincentivare l’acquisto dei capi
da qui a poco la gente scapperà in è talmente elevata che biso- d’abbigliamento meno rispettosi dell’ambiente ed incen-
cerca d’acqua e avremo sempre più gnerebbe trovare soluzioni di- tivare invece l’acquisto di quelli eco-responsabili. La pe-
migranti climatici. Se non c’è acqua, verse per poterlo trattare. Un nalitá massima potrebbe raggiungere fino a dieci euro
non c’è vita. esempio è nell’edilizia dove per prodotto entro il 2030.
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Quella “madeleine”
del ricordo
Una riflessione sulla felicità dei lettori
Pubblichiamo stralci tratti dell’articolo un’esperienza di libertà, ma piut-
intitolato “L’infinita magia delle espe- tosto, a volte, uno specchio narci-
rienze di lettura” uscito sul primo numero sistico, o una fuga, una scappa-
di quest’anno della rivista «Vita e pen- toia o un riparo per staccarsi dalla
siero» . vita o per sostituire la vita, mentre
spesso accade che la letteratura
di GIULIANO VIGINI salvi realmente chi legge, consen-
tendogli di portarlo altrove da sé
S
econdo un’inchiesta di per allargargli lo sguardo, avere
qualche anno fa «i lettori una visione più larga della realtà e
sono più felici dei non let- trasformarla in una nuova espe-
tori». In un mondo in cui rienza fantastica, intellettuale e
anche i modi della lettura sono spirituale. In ogni caso, è proprio
cambiati, spesso accade che un li- dall’infinito campionario di tante
bro salvi realmente chi legge, esperienze individuali, conserva-
aprendo lo sguardo a una visione te come patrimonio della memo-
più larga della realtà. ria e dell’anima, che si viene aiu-
Il tema della lettura è stato in- tati a capire quanto vario e segre-
dagato sotto molteplici aspetti, to possa essere il rapporto con la
teorici e pratici, ed è naturale che lettura. Pensate come possa appa-
sia così, perché la lettura è la reale rire strano che nelle grotte degli
conclusione e il coronamento di anacoreti dell’Egitto o della Cap-
ogni opera, nel senso che, in quel- padocia, in quegli spazi così an-
la simbiosi che si stabilisce tra gusti che si fatica a credere che
l’autore e il lettore, «un’opera — qualcuno abbia potuto viverci an-
come affermava Charles Péguy — che solo per un giorno, si trovino
compie il suo destino». Ogni li- dei ripiani su cui poter mettere
bro, però, si sedimenta in modo delle pergamene di testi sacri,
diverso da un lettore all’altro, e considerati beni evidentemente
questa è l’infinita magia delle irrinunciabili per la vita di pre-
esperienze di lettura. Infatti, es- ghiera e di ascesi. Oppure come
sendo ogni esperienza legata alla sia altrettanto strano che san Pao-
storia personale di ogni lettore, lo, in prigione a Roma e ormai
prossimo alla morte, si
preoccupi di raccomanda-
re a Timoteo di andargli a
prendere, oltre al mantel-
lo che aveva lasciato a
Tròade, «i libri e soprat-
tutto le pergamene» (2 Ti-
moteo 4, 13).
Eppure, questo rappor-
to personale con la lettura
non è strano. Esprime una
necessità e una familiarità
irrinunciabile. (...)
Passando gli anni, au-
mentando la copiatura dei
codici e la loro disponibi-
lità, entreranno presto in
scena gli scritti dei Padri
della Chiesa, che affian-
cheranno la lettura della
Pierre Auguste Renoir, «La liseuse» (1874) Bibbia. Una ricca serie di
autori e titoli, dove ricer-
ciascuno può raccontare la pro- care — secondo un autore medie-
pria, dove possono di volta in vol- vale — non solo la conoscenza e la
ta convivere entusiasmo e parteci- sapienza, ma anche il sapore: «Chi
pazione, senso di evasione e liber- si mette a leggere non ricerchi
tà, oppure stanchezza, disillusio- tanto la scienza, quanto il sapore»
ne e noia. (...) (Arnoldo di Bohéries, Specchio dei
Quanto all’esperienza della monaci). In questo passo si può co-
lettura, se volessi evocare qualche gliere quello che già appare un
momento della mia — giusto per concetto moderno di lettura: os-
introdurre brevemente il tema — sia il piacere di leggere come atto
ricorderei l’emozione da ragazzo in sé, non solo quindi per evitare
quando mio padre mi leggeva il pericolo che la mente fugga ver-
Cuore di De Amicis o La madre di so cose vane e superflue (...).
Gorkij o Padri e figli di Turgenev, o Naturalmente, questo concet-
quando io stesso mi commuovevo to di lettura si è alimentato e raf-
nel seguire le vicende di Pinoc- forzato di pari passo con l’evolu-
chio o del povero Nemecsek dei zione e la diffusione del prodot-
Ragazzi della via Pál, o quando, da to-libro. (...) Il passaggio decisivo
adolescente, mi appassionavo alle dal codice al libro a stampa non
avventure del tenente Drogo nel ha però cambiato soltanto il corso
Deserto dei Tartari di Buzzati, o mi della storia del libro, della comu-
colpiva la capacità narrativa di nicazione e dell’economia; non
Bacchelli in Lo sguardo di Gesù o di solo ha posto le basi di un nuovo
Hemingway in Il vecchio e il mare, o umanesimo e di una nuova civiltà
le riflessioni così folgoranti di europea, ma ha introdotto nuove
don Primo Mazzolari, oppure dinamiche nel rapporto persona-
quando mi perdevo, ammirato, le con la lettura (...).
dietro alcune paradossali quanto Per esempio, in un passo illu-
raffinate elucubrazioni di Che- minante di Il libro della mia vita (IV,
sterton. 9), Teresa d’Ávila scriveva: «Io
Un’esperienza come tante, non osavo mai cominciare l’ora-
s’intende. Ma se, a molti anni di zione senza un libro, perché la
distanza, molti libri restano anco- mia anima aveva paura di farlo
ra vivi nella memoria, vuol dire senza un tale aiuto, come se do-
che alcune esperienze di lettura vessi combattere contro molti ne-
hanno esercitato una seduzione mici esterni». (...)
non effimera e lasciato dei segni Anche i grandi classici che tutti
che non si cancellano. (...) apprezzano (...) sono “rifatti” dai
Per alcuni autori che abbiamo singoli, innumerevoli lettori che
amato, è possibile che la lettera- hanno stabilito con uno o con al-
tura non sia stata, come per noi, cuni di loro un dialogo e un’inti-
L’OSSERVATORE ROMANO lunedì 11 marzo 2024
Günter Grass,
«Penna d’oca» (XX secolo)
mità speciale. La celebre defini-
zione di Calvino che «un classico
è un libro che non ha mai finito di
dire quel che ha da dire» esprime
appunto il senso della perenne
novità dei classici. (...)
Ecco perché alla fine ogni let-
tore potrebbe raccontare quando
e perché gli è nata la passione per Pubblicato il carteggio tra Giacomo Leopardi e Carlo Pepoli
determinati libri, quelli che gli so-
no rimasti più durevolmente im-
pressi e che in un certo senso gli
hanno attraversato per intero la
Di poesia
vita. Non necessariamente i libri
più belli da un punto di vista let-
terario, ma libri che — in una de-
canuto amante
terminata fase della sua esistenza
— hanno saputo interpretare uno di GABRIELE NICOLÒ Pepoli dichiara: «Veramente si accrebbero le
stato d’animo e suscitare un’emo- cagioni della mia ardente amicizia a Pietro
I
zione così intensa da esser conser- n nove giorni a Bologna Leopardi stabilì Giordani per avermi fatto conoscere un giova-
vata nel tempo (...). più contatti che a Roma in cinque mesi. A ne pieno di tanto merito, e di così fatta genti-
C’è un passo delle Giornate di Bologna, da lui definita «città quietissi- lezza sovraeccellente». Il carteggio ha come
lettura di Proust che, evocando il ma, allegrissima, ospitalissima» il recana- sfondo una letteratura bolognese che presenta
tempo trasognato delle ore passa- tese ebbe un’intensa frequentazione con il conte una sua propria unitarietà di contenuti e di for-
te all’aperto, ricrea un intero Carlo Pepoli, poeta, politico e librettista. Tra i me. È dominata da un pronunciato classici-
mondo, sottolineando come quei due intercorsero ventidue missive, un numero smo, che trae linfa da Dante e dalla tradizione
libri che portava con sé e che, nel- sufficiente per rivisitare, anche negli angoli più italiana linguistica e stilistica trecentesca e cin-
l’atmosfera movimentata delle reconditi, la temperie culturale dell’epoca. Il quecentesca, ed è percorsa da accesi ideali pa-
scampagnate, potevano perfino prezioso scambio epistolare viene ora riproposto triottici che, con l’arrivo a Bologna delle trup-
sembrare inopportuni, diventas- dalla casa editrice Leo S. Olschki Giacomo Leopar- pe francesi, si consolidano. Ideali che fermen-
sero in seguito il legame più dolce di-Carlo Pepoli (1826-1832), a cura di Andrea Cam- tano in modo più celato durante il periodo del-
con quegli anni lontani: «Non pana e Pantaleo Palmieri (Firenze, 2023, pagina la Restaurazione per poi manifestarsi con fer-
esistono forse giorni della nostra 160, euro 35). Il volume apre la collana Carteggi vente vigore attraverso i moti antipapali degli
infanzia che abbiamo vissuti tan- leopardiani. L’intento di questa benemerita inizia- anni Trenta e Quaranta.
to pienamente come quelli che tiva editoriale è di proporre — in venti pubblica- Nell’Epistola a Pepoli, Leopardi scrive:
abbiamo creduto di aver trascorsi zioni affidate a studiosi scelti — le corrisponden- «Questo affannoso e travagliato sonno che noi
senza vivere, in compagnia d’un ze di maggiore spessore e consistenza. Si tratta vita nominiam, come sopporti Pepoli mio?».
libro prediletto (…). Questa di un’operazione che consentirà di rivolgere una Poi più avanti: «A te conceda tanta ventura il
proustiana madeleine del ricordo è ciel; ti faccia un tempo la favilla che il petto og-
uno dei tanti esempi possibili del- gi ti scalda, di poesia canuto amante». Espres-
lo speciale rapporto che un letto- sioni, queste, che rivelano l’intento di Leopardi
re può instaurare con i propri li- L’intento del recanatese di creare una netta divaricazione fra Pepoli,
bri, anche se mi rendo conto che è di stabilire una netta divaricazione fanciullo illuso, e sé stesso, filosofo disilluso;
si rischia di apparire dei nostalgi- fra un Pepoli poeta caldo e attivo, e un filosofo
ci e di tornare indietro ad anni in fra Pepoli, fanciullo illuso, freddo e disimpegnato. L’Epistola è l’unico can-
cui la centralità della parola scrit- e sé stesso, filosofo disilluso to dedicato ad un vivente, assieme alla Palino-
ta, attraverso la forma del libro, dia. Pepoli risulta dunque una figura «estrema-
era pressoché assoluta. Oggi sap- mente rilevata», come lo sarà quella di Gino
piamo che non è più così. Nell’e- Capponi, ma non in quanto depositaria di par-
poca dei mezzi tecnologicamente ticolari affetti, ma per essere un medium. Come
avanzati e delle molteplici oppor- specifica attenzione ad ogni scambio epistolare, nella Palinodia, Leopardi parla ad un gruppo ri-
tunità dell’offerta culturale, non sia per quanto riguarda il testo, i suoi contenuti, volgendosi a Capponi, così nell’Epistola parla ai
solo si sono affiancati al libro altri le sue peculiarità e implicazioni, sia per quanto Felsinei e, in generale, agli appartenenti alla
strumenti formidabili di informa- concerne il profilo dei corrispondenti: viene così scuola classica, rivolgendosi a Pepoli. Nell’Epi-
zione e conoscenza, ma si sono a configurarsi un ideale bilanciamento tra lo stu- stola il recanatese non intende fare un discorso
aggiunte altre modalità di frui- dio dei documenti e gli approfondimenti di na- sociale, alla maniera del Parini, che bacchetti
zione del libro stesso, che non so- tura storica. gli usi «oziosi» dell’aristocrazia, esortandola
no però comparabili tra loro. (...) Il legame con Pepoli, affermano i curatori ad un nuovo dinamismo. «È tutta — si legge in
Detto questo, non so se si pos- nell’introduzione, assume subito i tratti dell’af- un passo — in ogni umano stato, ozio la vita, se
sa stabilire in assoluto un “indice finità elettiva. Li accomuna l’origine aristocra- quell’oprar, quel procurar che a degno obbiet-
di felicità” tra lettori e non lettori tica, le ambizioni culturali, il forte sentimento to non intende, o che all’intento giunger mai
— come emergeva da un’inchiesta patriottico, la vicinanza ai liberali. Li separa, al non potria, ben si conviene ozioso nomar». Il
di anni fa —, nel senso che «i letto- contempo, il carattere: Pepoli è espansivo e im- poeta, pur nella consapevolezza della «infinita
ri sono più felici complessiva- petuoso, Leopardi è riservato e riflessivo. An- vanità» di ogni cosa umana, sostiene che co-
mente dei non lettori», ma è certo che l’aspetto fisico marca una differenza: il re- munque è meglio per l’animo l’attività e la pro-
che l’esperienza della lettura pro- canatese è emaciato, nonché minato da una sa- duttività che giacere sfaccendati e supini alla
duce benessere ed emozioni posi- lute malferma, mentre il conte è il bellimbusto noia, come fa la maggior parte dei nobili. Tut-
tive, confermando che la “felici- più celebre di Bologna, secondo Stendhal. tavia non è dato di constatare un invito convin-
tà” può materializzarsi davvero Il principale trait d’union fra i due fu lo scritto- to ad una riforma: l’esortazione rimane circo-
nel momento in cui si legge. re Pietro Giordani. Nelle Ricordanze biografiche scritta entro i confini di un discorso sulla felici-
tà, profondissimo certo, ma pur sempre un di-
scorso sulla vita interiore del singolo, sui diver-
si gradi di approssimazione ad una supposta
«eudaimonia». Solo Pepoli, anche se nobile,
È la guerra la protagonista sembra fare eccezione al vincolo inderogabile
della noia.
nella notte degli Oscar I critici si chiedono, ma già conoscendo la ri-
sposta, se tra i due ci fu una vera amicizia. È da
escludere. Si tende piuttosto a porre l’accento
Due film e un documentario dedicati alla guerra — Oppenheimer, La Zona di Interesse e sul valore di una reciproca simpatia. Non si
20 Days in Mariupol — si sono imposti nella notte degli Oscar. Il primo — per la regia può infatti non considerare il fatto che mentre
di Christopher Nolan — si è aggiudicato sei premi: dal miglior film al migliore at- Pepoli aveva un’alta considerazione delle doti
tore protagonista (Cillian Murphy), dalle musiche alla fotografia, dal montaggio intellettuali di Leopardi, questi, in virtù del suo
al miglior attore non protagonista. La seconda pellicola, diretta da Jonathan Gla- genio, le scorgeva appena nell’interlocutore.
zer, ha vinto l’ambita statuetta come miglior film internazionale e per il suono. Op- Significativa, in merito, è l’involuzione del loro
penheimer — basato sulla biografia intitolata Robert Oppenheimer, trionfo e caduta dell’in- rapporto così come si evince tra le pieghe del
ventore della bomba atomica di Kai Bird e Martin J. Sherwin (2023) — si concentra sugli carteggio. Nella lettera del 28 luglio 1830, Pe-
studi del fisico statunitense e sulla direzione del progetto Manhattan durante la poli scrive: «Caro amico, io sono in gran colle-
seconda guerra mondiale. La Zona di Interesse è l’adattamento cinematografico del ra teco e ne ho gran ragione. Si ha in Bologna
romanzo omonimo del 2014 scritto da Martin Amis. Narra la storia di un amore un Manifesto ove si notano soscrizioni per la
impossibile tra il nipote di un gerarca nazista e la moglie di un sadico comandan- stampa di certi Canti di G. Leopardi, ed io lo
te: il luogo del loro incontro è il campo di concentramento di Auschwitz. 20 Days devo sapere da altri invece di saperlo da te?
in Mariupol, del regista Mstyslav Cernov, racconta di un gruppo di giornalisti Che avrò mai fatto per essere sì bruttamente
ucraini intrappolati nella città assediata all’inizio dell’invasione russa: documen- trattato e proprio come se fossi l’ultimo de’ tuoi
teranno gli orrori della guerra. L’Oscar per la migliore attrice protagonista è stato amici?». Quella di Pepoli è una protesta intrisa
conferito ad Emma Stone, per l’interpretazione nel film Povere creature. di risentimento.
lunedì 11 marzo 2024 L’OSSERVATORE ROMANO pagina 7

Presentato il Padiglione della Santa Sede per la Biennale di Venezia

Quando Corita Kent, «E eye love» (1966, particolare),

un’immagine tratta dalla raccolta “The Circus Alphabet Series “

ti abbiamo visto? lazionale, per lo spessore in termini artistici non-

Nella mattina di oggi, 11 marzo, presso la Sala
Stampa della Santa Sede si è tenuta la confe-
renza stampa di presentazione del Padiglione
della Santa Sede per la Biennale di Venezia.
Pubblichiamo l’intervento del cardinale prefetto
del Dicastero per la Cultura e l’Educazione.
di JOSÉ TOLENTINO
DE MEND ONÇA
ché mediatici. Inoltre, «la partecipazione delle de-
tenute ha raggiunto livelli mai visti».
tutti nella parabola del giudizio finale Gli artisti coinvolti sono otto: Maurizio Catte-
che Gesù racconta. lan, Bintou Dembélé, Simone Fattal, Claire Fon-
Ed è lì che Gesù offre la chiave di taine, Sonia Gomes, Corita Kent, Marco Perego &
una nuova visione, dicendo: «tutto Zoe Saldana e Claire Tabouret. Il punto è che le
quello che avete fatto a uno solo di que- detenute, di età intorno ai 40 anni, “ospitano” l’e-
sti miei fratelli più piccoli, l’avete fatto vento negli spazi comuni dell’Istituto penitenzia-
a me». rio e contribuiscono alle creazioni artistiche. Il ca-
Questo è uno dei testi biblici più talogo sarà curato da Irma Boom e pubblicato da
commentati da Papa Francesco e che Marsilio.
possiamo certamente associare alle linee Chiara Parisi ha parlato di «serbatoi di doppia
portanti del Suo pontificato. creatività», di «moltiplicata energia creativa degli

N
on è un caso che la Santa
Sede abbia scelto di presen-
tare il suo padiglione alla
Biennale di Venezia — nel-
Papa Francesco afferma: «Le opere artisti nutrita dalla forza delle detenute». Una for-
di misericordia non sono temi teorici, za che in alcuni casi ha significato condividere fo-
ma sono testimonianze concrete. Obbli- to dell’infanzia o di figli, in altri casi è stata vei-
gano a rimboccarsi le maniche per alle- La conferenza stampa di presentazione colata dai componimenti poetici scritti per gli ar-

l’anno in cui questa celebra la sua ses-
santesima edizione — in un luogo appa-
rentemente inaspettato, come lo può es-
sere il carcere femminile dell’Isola della
Giudecca. E non è certo un caso che il
titolo del padiglione, Con i miei occhi, vo-
glia focalizzare la nostra attenzione sul-
Serbatoi
viare la sofferenza... A noi, dunque, è tisti dalle detenute stesse. In sostanza si mette in
richiesto di rimanere vigili come senti- contatto il vissuto con i valori universali di solida-
nelle, perché non accada che, davanti rietà, di coraggio, di pace veicolati attraverso la
alle povertà prodotte dalla cultura del bellezza. Si declinano in modi molto diversi: dai
benessere, lo sguardo dei cristiani si in-
debolisca e diventi incapace di mira-
re».
di doppia workshop alla danza, dalle performance ai dipinti.
D ell’esperienza dei visitatori ha parlato Bruno
Racine, mettendo in luce come nell’arte contem-

Riacquistare la capacità di
guardare la realtà, come punto di
partenza per ridisegnarla, coreo-
grafando nuove possibilità: que-
sto ha sottolineato Papa France-
sco agli artisti quando li ha rice-
creatività
poranea si possa cercare e individuare «una di-
mensione spirituale al di là della materialità del-
l’opera». Si tratta — ha spiegato — di un’esperien-
za di visita in un luogo particolare per accedere al
di FAUSTA SPERANZA quale bisogna lasciare documenti e telefonino.
«L’unicità della Santa Sede, Stato unico e senza

I
vuti nello storico incontro dello l 28 aprile prossimo Papa Francesco si re- scena artistica nazionale, ha spinto a sperimentare
scorso giugno, nella Cappella Si- cherà alla 60esima Esposizione Internazio- una nuova formula», ha confidato Racine aggiun-
stina. nale d’Arte. Si tratta della prima volta che gendo che «la scelta della location è un manifesto,
«Voi artisti — disse allora il un Papa visita la Biennale di Venezia, che una dichiarazione di attenzione per percorsi par-
Santo Padre — avete la capacità quest’anno si svolgerà, sul tema Stranieri Ovunque - ticolari di vita mentre la scelta di coinvolgere ar-
di sognare nuove versioni del Foreigners Everywhere, dal 20 aprile al 24 novembre tisti provenienti da diversi Paesi e senza distinzio-
mondo. E questo è importante: 2024 e ospiterà il Padiglione della Santa Sede in- ne di fede testimonia un messaggio universale di
nuove versioni del mondo. La titolato With My Eyes. L’allestimento della Santa inclusione».
capacità d’introdurre novità nella Sede, installazione fisica e concettuale, ha coin- È stato ricordato che il carcere femminile Vene-
storia. Per questo Guardini dice volto artisti internazionali e si svolgerà all’interno zia Giudetta è un luogo storico dalla metà del-
che assomigliate anche ai veg- della Casa di reclusione femminile Venezia Giu- l’Ottocento: è stato un convento al quale venivano
genti. Siete un po’ come i profe- decca, offrendo una declinazione particolare della affidate donne che la Repubblica di Venezia rite-
ti. Sapete guardare le cose sia in questione dei diritti umani e della figura degli ul- neva dovessero essere “convertite” a vita più de-
profondità sia in lontananza, co- timi. Significati e valori che accompagnano l’ini- gna. In seguito è stato trasformato in una casa di
me sentinelle che stringono gli ziativa sono stati presentati
occhi per scrutare l’orizzonte». questa mattina in Sala Stampa
È con grande gioia, quindi, Vaticana.
che abbiamo accolto la notizia Rispondendo alle domande
della visita di Papa Francesco al dei giornalisti, il prefetto del
Bintou Dembélé, (2024) Padiglione. Si tratterà di un mo- Dicastero per la Cultura e l’e-
mento storico poiché Papa Fran- ducazione, cardinale José To-
l’importanza di come costruiamo il no- cesco sarà il primo Papa a visitare la lentino de Mendonça, ha chiari-
stro sguardo sociale, culturale e spiri- Biennale di Venezia, il che dimostra to che «la Chiesa si attende un
tuale, di cui siamo tutti responsabili. Vi- chiaramente la volontà della Chiesa di vero dialogo con gli artisti e
viamo in un’epoca marcata dal predo- consolidare un dialogo fecondo e ravvi- non che siano cassa di risonan-
minio del digitale e dal trionfo delle cinato con il mondo delle arti e della za». Ha ricordato che «Papa
tecnologie di comunicazione a distanza, cultura. Francesco riconosce l’importan-
che propongono uno sguardo umano Un mio ringraziamento va alle auto- za del senso critico degli artisti
sempre più differito e indiretto, corren- rità italiane per loro indispensabile col- che aiuta a pensare», per poi
do il rischio che esso rimanga distaccato laborazione, in particolare al Ministero parlare di una polifonia che
dalla realtà stessa. della Giustizia nella persona del Capo contiene qualcosa di inatteso o
La contemporaneità preferisce meta- Dipartimento dell’Amministrazione Pe- diverso che, anche nelle sue
forizzare lo sguardo; invece, vedere con nitenziaria nazionale, Giovanni Russo, espressioni radicali, può offrire
i propri occhi conferisce alla visione qui presente. interrogativi o suggestioni utili
uno statuto unico, poiché ci coinvolge Una parola è dovuta anche ai curato- a rintracciare, ricostruire una vi-
direttamente nella realtà e ci rende non ri Bruno Racine e Chiara Parisi, che sione del sacro. Ha ribadito,
spettatori, ma testimoni. formano una squadra straordinaria che, dunque, che «la Chiesa si atten-
Questo è ciò che acco- de un dialogo vero con il mon-
muna l’esperienza religio- do e le dinamiche degli arti- Corita Kent (1918 – 1986) in una foto del 1970
sa con l’esperienza artisti- sti».
ca: nessuna delle due Gli artisti — ha sottolineato Papa Francesco — In conferenza stampa, oltre alla riflessione del reclusione senza perdere il target femminile. Oggi
smette di valorizzare l’im- hanno la capacità di sognare nuove versioni porporato pubblicata in questa pagina, sono inter- si trova al centro di una iniziativa che non lo coin-
plicazione totale del sog- venuti Giovanni Russo, capo del Dipartimento volge solo come luogo di esposizione ma anche
getto. del mondo dell’amministrazione penitenziaria del ministero come microcosmo relazionale in cui il lavoro arti-
L’anno in cui la Bien- E la capacità d’introdurre novità nella storia della Giustizia della Repubblica italiana; i curatori stico si offre nella consapevolezza del contesto.
nale Arte celebra il suo del Padiglione della Santa Sede, Chiara Parisi e Parole di ringraziamento per l’invito a parteci-
sessantesimo anniversario Per questo Romano Guardini ha scritto Bruno Racine, che si distinguono tra i curatori più pare seppure a diverso titolo sono state espresse
segna anche i sessant’anni che assomigliano anche ai veggenti e ai profeti importanti nel panorama artistico internazionale; e da Paolo Maria Vittorio Grandi, che ha ricordato
dalla prima esibizione del il Chief governance officer di Intesa Sanpaolo che sono varie le iniziative di Intesa San Paolo in
film Vangelo secondo Matteo, Paolo Maria Vittorio Grandi. Ha moderato l’in- altri istituti penitenziari, come a Caserta, Bari,
di Pier Paolo Pasolini, contro Cristiane Murray, vicedirettore della Sala Foggia, con un’attenzione alle famiglie dei detenu-
proiettato per la prima Stampa Vaticana. ti, in particolare ai figli. Grandi ha ricordato l’in-
volta a Venezia. ne sono certo, elaborerà una proposta Giovanni Russo ha raccontato della profonda vito di Papa Francesco a creare modelli di svilup-
E Pasolini confessò allora che il suo ispiratrice. Non voglio dimenticare nep- emozione provata nel rispondere alla proposta di po in grado di generare soluzioni nuove per aiu-
fascino per il Gesù narrato dall’evange- pure coloro che stanno collaborando al- ospitare in carcere la mostra voluta dalla Santa Se- tare individui e comunità, e ha affermato che si
lista Matteo era dovuto «ai limiti della la realizzazione del padiglione: Cor ar- de, ricordando che «trasformare l’attesa in speran- deve parlare di piani di impresa e non di isolati
metaforicità, fino ad essere una realtà». chitetti, e in particolare l’architetto Ro- za è lo scopo degli istituti penitenziari: l’attesa di gesti caritatevoli.
Basti ricordare il capitolo 25 del Van- berto Cremascoli. Al nostro principale tornare a vita diversa da quella che ha portato a Emerge l’idea di andare oltre ogni desiderio di
gelo di Matteo: «Ho avuto fame e mi partner, la banca Intesa-San Paolo subire una condanna». Si tratta del «compito dif- voyeurismo o di giudizio, assottigliando i confini
avete dato da mangiare, ho avuto sete e esprimo la mia gratitudine. ficile di produrre una revisione critica dell’agito tra osservatore e osservato, tra chi giudica e chi
mi avete dato da bere, ero straniero e mi Ed infine, ma non per ultimo nel mio che ha condotto alla condanna e alla reclusione». viene giudicato. E nella convinzione che l’arte sia
avete accolto, nudo e mi avete vestito, cuore, il Patriarcato di Venezia, e mon- Sono tante le iniziative che avvicinano le persone in grado di esplorare il linguaggio delle emozioni
malato e mi avete visitato, ero in carcere signor Francesco Moraglia, con il quale detenute all’arte, ha detto Russo per poi sottoli- in tutte le sue sfumature facendosi mezzo di co-
e siete venuti a trovarmi». Signore, intrattengo una stretta ed amichevole neare però che nessuna è comparabile con quella municazione sociale, la soglia da attraversare è an-
«quando ti abbiamo visto?» si chiedono collaborazione. voluta dalla Santa Sede per il coinvolgimento re- che quella tra bellezza e speranza.
pagina 8 L’OSSERVATORE ROMANO lunedì 11 marzo 2024

S(Punti) di vista

A margine di un articolo di Antonio Spadaro sulla “Città” nel pensiero di Bergoglio

Il degrado dei luoghi

e quello dei comportamenti
di MARIO PANIZZA mancano i luoghi di riferi- del mondo, arrivando, in un gettive, come si può interve-
mento, sono incerti i confini eccesso di cinismo, a trascu- nire? L’architetto-urbanista

L
a fuga della popola-
zione mondiale dalle
campagne verso le
grandi città, anche
se ultimamente il fenomeno è
meno intenso, ha provocato
un depauperamento genera-
lizzato del territorio, destabi-
lizzando sia i terreni agricoli
che le aree urbane. I primi,
una volta abbandonati, per-
dono la loro fertilità e sono
recuperabili a fini produttivi
solo dopo anni. In alcuni ca-
si, addirittura, non sono più
utilizzabili perché, trasforma-
ti abusivamente in discariche,
restano inquinati per sempre,
sia in superficie che nelle fal-
de del sottosuolo. E il feno-
meno che coinvolge i centri
urbani è ancora più dramma-
tico, in quanto le città, co-
strette ad accogliere abitanti
in tempi molto ristretti, non
hanno il tempo di stabilizzar-
si, di trovare il giusto equili-
brio; subiscono uno sviluppo
quasi sempre fuori controllo,
privo del rispetto di quelle
regole dimensionali e formali
che assicurano il corretto rap-
porto tra la residenza e i ser-
vizi e, più in generale, tra le
varie parti che compongono
il tessuto urbano. Questi
squilibri non appartengono
tuttavia esclusivamente agli
aspetti fisici della città; essi
agiscono, e in modo profon-
do, nei rapporti tra le perso-
ne, alterando in termini del
tutto negativi la composizio-
ne sociale della comunità.
Antonio Spadaro ha appe-
na pubblicato, il 28 febbraio,
su «Il Fatto Quotidiano»,
l’articolo Città e anti-città, la
geometria simbolica dello
spazio urbano in Papa Fran-
ed è quasi impossibile rin-
tracciare i segnali che descri-
vono i limiti. Questa indeter-
minatezza non è solo territo-
riale: allontana ogni senso di
appartenenza, condizionando
nel profondo i comportamen-
ti.
La sempre più diffusa alie-
nazione urbana trova quindi
le sue radici nell’anonimato
dei quartieri sorti troppo in
fretta, senza carattere e per-
sonalità, se non addirittura
malsani e pericolosi per i
suoi abitanti. Questo, che ri-
guarda solo in parte le città
occidentali, esprime la condi-
zione prevalente nelle mega-
lopoli che, in Africa e in
Asia, e più in generale nel
sud del mondo, si espandono
senza le dotazioni primarie
del vivere civile. La spinta al-
l’alienazione non può però
essere ricondotta esclusiva-
mente ai fattori fisici della
città; al suo diffondersi, spes-
so allarmante, partecipa, e
non secondariamente, l’indo-
le dei singoli: si disinteressa-
no di quanto accade intorno,
sono impermeabili ai proble-
mi della società. Un’afferma-
zione molto efficace di Papa
Francesco — balconear la vida —
sintetizza il comportamento
di tanti: rimangono distanti,
non partecipano agli eventi
di DARIO FERTILIO
rare anche la loro conoscen-
za.
Nella città il centro e la
periferia non sono più soltan-
to categorie topografiche; as-
sumono un valore simbolico
che accompagna la connota-
zione sociale delle parti che
costruiscono l’intero agglo-
merato urbano. Nella loro
definizione prende corpo la
distinzione tra la città “for-
male”, quella storicamente
consolidata, ma anche quella
moderna fedele a precisi
obiettivi di sviluppo, e la cit-
tà “informale”, quella priva
di regole, spesso abusiva, che
compromette gli equilibri ter-
ritoriali. A tal fine l’impegno
individuale è indispensabile,
forse prioritario: non è infatti
sufficiente scendere dal bal-
cone e incontrare i propri vi-
cini; bisogna immergersi in
tutte le aree, anche quelle più
lontane, sapendo che solo da
una sufficiente distanza è
possibile comprendere i pro-
blemi e le necessità generali.
Solo nella sua piena immer-
sione e nella lettura della sua
geometria simbolica, la città
può tornare a vivere come un
organismo parlante.
Per contrastare questo dif-
fuso disagio sociale, che si
fonda su un composto di
condizioni oggettive e sog-
In un libro a due voci di Dario Antiseri e Marcello Pera
L’anima dell’Europa
che appare una versione aggiorna-
ta del pensiero “teocon”, in cui la
non può non rivolgersi a
scelte che favoriscano la con-
tinuità del tessuto cittadino,
impedendo il formarsi di dif-
ferenze nella dotazione dei
servizi pubblici. In definitiva
progettare soluzioni che ri-
muovano le barriere, anche
simboliche, per rendere la
città interamente fruibile.
Personalmente considero la
“Città Razionale” la risposta
più efficace al malessere ur-
bano dei nostri giorni. L’e-
quilibrio delle dotazioni e,
soprattutto, l’offerta dei servi-
zi è l’unico deterrente alle di-
sparità sociali. Certo alla ba-
se di tutto ciò non si pone
solo la corretta impostazione
della cultura architettonica e
urbanistica. È necessario che
il piano economico che go-
verna lo sviluppo complessi-
vo preveda le risorse e la vo- Il deterrrente più efficace che il degrado dei comporta-
lontà di distribuirle tra le risiede nella percezione che il menti. La risposta al circolo
parti socialmente più disagia- controllo sia continuo. L’illu- vizioso che degrado chiama
te. minazione, l’assenza di bar- degrado viene dall’attenzio-
Sicuramente il contrasto al riere visive e, attraverso la cu- ne, da parte dell’amministra-
disagio non può prescindere ra del luogo, la protezione zione pubblica, a riparare
dalla lotta al degrado. E, an- delle cose sono tra i fattori quanto va in malora, ma an-
che in questo caso, la compo- che più allontanano il rischio che, e sicuramente in ugual
nente soggettiva non è affatto delle vandalizzazioni e delle misura, dal senso civico di
secondaria. Il comportamen- aggressioni. Dove avvengono tutti a intervenire per sanare
to scorretto dei singoli provo- infatti gli episodi di violenza le isole di abbandono.
ca lacerazioni profonde, sia contro le persone? Nei luoghi Sembra impensabile, eppu-
nella fisicità della struttura dove il controllo sociale è as- re gli scarti delle cose porta-
edilizia, sia nelle azioni degli sente e il degrado fisico delle no a identificare in essi anche
individui e dei gruppi. parti sembra autorizzare an- chi vive nella marginalità.
fede. Senza di esso, è impossibile riti mediatici, che esaltano le diffe-
stabilire una serie di princìpi — renze d’ogni tipo oltre i fondamen-

cesco, dove riprende alcuni
temi, già avviati da Bergoglio
quando era ancora arcivesco-
vo di Buenos Aires. Alla base
del suo pensiero c’è l’idea
che «la città non è solo spa-
zio/luogo ma soprattutto di-
namica di eventi». Facendo
sue le parole di Marco Polo
nelle Città Invisibili di Calvi-
no, Papa Francesco, in un di-
scorso del 2016, afferma che
«le città come i sogni sono
costruite di desideri e di pau-
re».
Se questo binomio — desi-
deri e paure — accompagna
bene la narrazione delle Città
Invisibili, la città contempora-
nea sembra attraversata so-
prattutto dalle paure. E que-
ste non sono sempre ricono-
scibili: sia perché la città ha
perso la capacità di raccon-
tarsi, e quindi descrivere con
sincerità la natura delle sue
parti; sia perché i suoi abi-
tanti si sentono sempre meno
componenti di un insieme:
sono distratti, inconsapevoli,
alienati rispetto all’ambiente
che li circonda. La paura è
latente, si percepisce e si vive
attraverso stati di ansia ricor-
renti, anche se molto spesso
non riconducibili a eventi
precisi. Forse perché nelle cit-
tà, che sono cresciute som-
mando periferie amorfe,
L’
idea che l’Europa stia
smarrendo la sua anima,
rischiando di collassare
sotto la pressione crescente di
contestazioni interne e minacce
geopolitiche globali, è l’inquieto
punto di partenza del dibattito
fra due filosofi italiani, Dario An-
tiseri e Marcello Pera. Nel dialo-
go a distanza di Europa senz’anima?
(Scholé, pp. 143, 15 euro), spetta
al primo, cattolico ed erede della
tradizione liberale austriaca, il
compito di spronare l’interlocuto-
re; al secondo di esporre quella
religione cristiana viene dichiarata
parte ineliminabile e fondante
della politica. Marcello Pera, che
è stato presidente del Senato e
oggi è intellettuale di punta della
destra al governo, si definisce
“laico cristiano”, e chiama in cau-
sa sant’Agostino e Locke per
esprimere un convincimento di
fondo: l’Unione Europea non
può fare a meno del cristianesi-
mo, per il semplice fatto che la
sua dimensione politica, e le sue
stesse utopie, richiedono come
condizione preliminare un atto di
concordia, ubbidienza alla gerar- ti della natura umana; e le assun-
chia, fedeltà alle istituzioni — in zioni dogmatiche («il mondo fisico
grado di animare la politica. In- è tutto ciò che abbiamo, l'aldilà è
fatti, in assenza delle religione, illusione o pura fantasia consolato-
l’indispensabile atto di fede ini- ria»).
ziale, cioè la ricerca di un terreno È questo il nodo da sciogliere
condiviso su cui fondare la co- secondo Pera: se non esiste alcun
struzione comune, rimane sospeso obbligo nei confronti di Dio, ven-
nel vuoto, non ha gono meno i doveri ad esso con-
dove affondare le nessi, e di conseguenza si moltipli-
radici. Si riduce a cano i diritti senza limiti né fine,
puro culto della compresi quelli anticristiani che
storia, oppure a re- pretendono di dettare le regole ri-
torica del patriotti- guardo al matrimonio, alla pro-
smo costituzionale, creazione, all'ingresso nella vita e
quando non scade all’uscita nella morte. Se cade il
addirittura a ideo- senso del limite, dell'assoluto e del
logia relativista. peccato, insomma, la società si di-
Quest’ultima fini- sgrega e prepara la sua dissoluzio-
sce per essere poi ne.
un surrogato, un’i- È una prospettiva inquietante,
mitazione delle re- quella tratteggiata nel dialogo fra
ligione trascenden- Antiseri e Pera, perché liberalismo
te, imponendo a e democrazia, senza cristianesimo,
sua volta rigide appaiono ad entrambi destinati a
proibizioni, delle sfociare nel relativismo, e nel sod-
quali la più grave è disfacimento costante e autodi-
l’esclusione degli struttivo di qualsiasi esigenza e de-
argomenti religiosi siderio. Dunque, a suo tempo, il
dalla sfera pubbli- rifiuto della classe dirigente euro-
ca. pea di inserire l’importanza delle
Per non parlare radici cristiane in quella che avreb-
della morale cui tutti devono in- be dovuto essere la Costituzione
chinarsi — «la libertà dell'uomo della Ue, ha rappresentato un er-
dev’essere comunque rispettata» —, rore grave e un'enorme occasione
e del suo credo politico fuori di- perduta per rafforzare il suo senso
scussione: «lo Stato è neutro, la re- di unità.
ligione ostacola la concordia». Cui E, in prospettiva, è un limite da
si possono ricondurre anche i vari superare.
lunedì 11 marzo 2024 L’OSSERVATORE ROMANO pagina 9

Un nuovo gruppo di minori è arrivato questa notte in Italia per ricevere cure mediche

Le ferite
dei bambini di Gaza
di ROBERTO CETERA Identità femminile
J
iwan ha 7 anni. Le sue parole
sono un torrente in piena. E di GIOVANNA ROSSI* posta sull’eguaglianza formale tra uomo e
quando non parla, canta. donna e sui diritti riproduttivi, a scapito

L
Canta canzoncine popolari e sfide per l’identità femminile dello speciale bisogno di tutela della
palestinesi. Canzoni che alternano nella società si evidenziano in tre maternità e criticando l’eliminazione dai
tenerezza a rabbia. Il mediatore ambiti: il mercato, il sistema documenti dei diritti dei genitori e della
culturale che l’assiste all’ospedale politico e il femminismo, nel religione. Il “neo-femminismo della
Rizzoli di Bologna ce ne traduce quadro della prospettiva dominante di dignità” può essere il nome di questo
qualche brano. Perché Jiwan, a so- omogeneizzare i generi. nuovo orientamento. Si tratta di
li 7 anni, parla e ragiona come un Il mercato del lavoro non ha rispetto per mantenere viva la sensibilità per l’umano,
adulto. Il suo interminabile parla- le donne e la funzione materna. L’identità portando in salvo il legame che ne
re indica una ferita psicologica, femminile adulta deve confrontarsi con costituisce l’essenza. È un prendersi cura
forse anche peggiore di quella fisi- un mondo del lavoro ancora improntato a della vita, dei poveri, dell’educazione,
ca. Una ferita dalla quale forse Padre Ibrahim Faltas accoglie i gazawi all’interno dell’aereo atterrato a Ciampino stanotte codici maschili. Il sistema politico tende
non guarirà mai. Perché quello (foto: George Jaraiseh) a uguagliare uomini e donne in quanto
che ha vissuto, e quello che ha vi- semplici cittadini. Le misure cosiddette di
sto, saranno indelebili nella sua compatibile con l’inserimento di lui, esce dalla stanza e si unisce a welfare contribuiscono spesso a mantenere
memoria. Le sue gambe sono ma- una protesi. Quando Shaimaa noi e alle due bambine. Ora sem- la donna in una condizione di “assistita”
ciullate dalle macerie della sua ca- sente che stiamo parlando e gio- bra più sollevato. piuttosto che di protagonista. Il tema-
sa, colpita dalle bombe israeliane, cando con Jiwan si fa forza, vince «Non stiamo facendo nulla di problema della donna si è imposto sulla
da cui l’hanno estratta ancora vi- l’imbarazzo, e ci raggiunge nella speciale» è la bugia buona che ci scena sociale nel Novecento con i
va. Suo padre no. Suo padre è ri- sala d’ aspetto. Ora, accanto alla porge Anselmo Campana, il diret- movimenti libertari propugnati dal
masto sotto. Lei lo sa che suo pa- sua amichetta, è più serena. Si affi- tore del Rizzoli. Modestia smenti- femminismo. Mentre gli studi di genere
dre non c’è più, ma non ne vuole da ai nostri abbracci. Sorride. Ma ta dall’osservazione dei medici e considerano l’identità femminile come
parlare. La fragilità della bambina di un sorriso colmo di tristezza. degli infermieri che non sembrano data, in quanto assimilabile alla
è compensata da un’intelligenza Salem ha sei anni. La bomba affatto presi dall’ordinarietà trat- corporeità, le ipotesi costruzionista e
straordinaria. A Gaza non si può israeliana lo ha colpito mentre an- tando questi bambini. La passione decostruzionista propongono di
essere bambini a lungo, si diventa dava a prendere il pane. Più delle che esprimono gli occhi della ca- concepire il genere come costruzione
adulti subito. In sole due settima- fratture per lui sono stati micidiali posala Caterina Guerra ce lo con- sociale, indipendente dalla dimensione della famiglia, della pace, degli anziani,
ne al Rizzoli è riuscita ad imparare i frammenti della bomba. Ha un ferma. biologica. dei giovani, della politica, del lavoro e
anche un po’ di italiano. «Ti vollio centinaio di piccole schegge su Fuori del palazzo del Comune Una parte della cultura femminista ha della scienza. Le donne che sanno essere
tutto il corpo e sul viso. un grande striscione reclama sentito l’esigenza di cominciare a pensare fedeli al loro “genio” possono mettere in
La maggior parte lo ac- «Ceasefire now!», «Cessate il fuoco il gender secondo un codice simbolico guardia l’uomo contemporaneo che
compagneranno per ora». «Bologna continua a rima- relazionale, che implica una reale dualità rischia di perdere “l’umano”, risucchiato
tutta la vita. Gli vengo- nere aperta al soccorso di chi è in tra uomo e donna. Così le diversità si dal mito dell’efficienza, dal successo, da
no estratte solo quelle difficoltà, nell’impegno quotidia- pongono come positive e articolano ritmi di lavoro disumanizzanti rispetto al
pericolose per gli orga- no per offrire accoglienza alle vit- relazioni tra maschile e femminile che paziente ascolto del dolore, al gusto del
ni vitali. Già ha subito time, ai deboli e ai vulnerabili – arricchiscono l’umano. Mary Ann condividere la vita… La donna riesce a
due operazioni per spiega il cardinale Matteo Maria Glendon ha espresso chiaramente questa “vedere oltre”, perché vede l’umano con
estrarle dagli occhi, e Zuppi –. Quello che Hamas ha visione in occasione della Conferenza la ragione e con il cuore.
non ci vede molto be- fatto il 7 ottobre è terribile, non ha Onu sulle donne a Pechino nel 1995,
ne. Dobbiamo anche giustificazioni e va condannato. guidando la delegazione vaticana; *già Docente di sociologia della famiglia
parlargli a voce alta Ma con altrettanta fermezza biso- sottolineando in senso negativo l’enfasi presso l’Università cattolica del Sacro Cuore
perché la bomba gli ha gna dire che la giustizia non è mai
leso i timpani. Sarà for- vendetta e la reazione di Israele è
se per questo che, a dif- spropositata. Il terrorismo non lo
ferenza delle due ra- si sconfigge con una guerra, anzi
L’arrivo dei piccoli malati da Gaza (foto: George Jaraiseh) gazzine, rimane in si- la guerra lo alimenta perché è La «modalità» nel canto gregoriano spiegata nel libro di Campesato
lenzio e in disparte. O sempre fonte di rabbia e mai di
tanto tanto tanto bene» dice a pa- forse è timido. O forse, più proba- pace». Le ferite e gli sguardi di
dre Ibrahim Faltas che le ha porta- bilmente è traumatizzato. Poi si ri- questi bambini gli danno ragio-
Un linguaggio teologico
to in dono un grande uovo di Pa- sveglia quando squilla il telefono ne.
squa. La dottoressa che ci accom- della nonna che lo accompagna. È Dopo gli arrivi delle scorse set- di MARCOS PAVAN* da comprendere. Si tratta della “moda-
pagna la osserva in un misto di ap- suo padre che lo chiama da Gaza. timane, è atterrato questa notte al- lità” o octoechos (otto “espressioni sonore”

I
prensione e di dolcezza e ci rac- Sbirciamo la video chiamata e ve- l’aeroporto di Ciampino un aereo l canto gregoriano è un linguaggio in cui è classificabile tutto il repertorio).
conta: «Ora è molto socievole e diamo che dietro il viso del padre con nuovi bambini provenienti da teologico. La musica e il testo costi- Proprio una recente pubblicazione: Alle-
parla tanto per difendersi dalla c’è un panorama che sembra luna- Gaza, traferiti in Italia per essere tuiscono un binomio inscindibile goria Modale (Lit Verlag, Münster, 2021,
sua ferita interiore, ma appena ar- re, di totale distruzione. Lui ri- curati. Ad accoglierli in aeroporto caratterizzato da una reciprocità: la Pa- pagine 536, euro 39), cerca di approfon-
rivata è stato molto difficile: teme- sponde a monosillabi ma sorride, padre Ibrahim Faltas e il generale rola ispira la composizione e il suono si dire questo elemento, la modalità, come
va di essere finita in mano agli si vede che ora è contento. «Voglio Francesco Paolo Figliuolo, al ver- fa ermeneutica liturgica e mezzo per un linguaggio teologico. L’autore, don
israeliani, voleva ogni momento tornare da te» sibila al padre. Do- tice del Comando operativo di raggiungere l’intimo di chi ascolta. Claudio Campesato della diocesi di Pa-
avere la certezza che anche noi po la telefonata, complice un uovo vertice interforze dello stato mag- Questo appare sempre più evidente dova, ha unito il metodo di ricerca di
medici e le infermiere non fossimo di cioccolata che attende anche giore della difesa italiana. da quando studio ed esecuzione del due Istituti pontifici, quello di Musica
israeliani». Le sue fratture sono canto gregoriano sono stati Sacra e quello di Liturgia. È
scomposte, occorreranno inter- illuminati dalle ricerche di quindi partito da una “fon-
venti e molto tempo perché possa dom Eugène Cardine (1905- te”, un testo medievale un
guarire. Qui è accompagnata dalla 1988) con il concetto di “se- po' dimenticato, di un teolo-
zia, che oggi è preoccupata. Non Dopo 80 anni il “Sant Crist de la Sang” miologia gregoriana”. Il mu- go francese: la Summa liturgica
riesce a parlare con il fidanzato, sicologo benedettino, perso- di Guglielmo di Auxerre (XII
che vorrebbe sposare presto, ma in processione a Barcellona naggio chiave nella riforma Sec.). Proprio lì ha trovato
non sa quando potrà mai rientrare dei libri liturgici “in cantu” al come, in quel periodo, si at-
a Gaza. E intanto lui è in perico- Concilio Vaticano II, intro- tribuisse “un perché” (ratio)
lo. ducendo la sua opera fonda- ad un determinato modo.
Shaimaa ha cinque anni. Quan- mentale del 1968, Semiologia L’analisi accurata ha portato
do entriamo nella sua stanza si na- gregoriana, scriveva: «Gli a dimostrare come l’intellet-
sconde sotto le lenzuola. Ma, co- scrittori più antichi del canto tuale medievale ricorresse al-
me la sua amica Jiwan, è tutt’altro gregoriano pur essendo ancora imper- l’esegesi simbolico-allegorica anche per
che timida. Semplicemente non fetti nel segnare il rapporto materiale quei riferimenti numerici, da 1 a 8, con
vuole farci vedere la gamba che acustico fra i singoli suoni, cercarono di cui si indica la modalità di un canto. Ne
non c’è più. Anche lei è accompa- essere più precisi nel fissare la parte è emerso, come scrive l’autore, che «il
gnata da una giovane zia. Che ci espressiva, musicale della melodia. Le canto gregoriano si dona all’ascoltatore
racconta: «È stata estratta dalle grafie più antiche avevano quindi que- attraverso precisi colori sonori […] per
macerie della sua casa bombardata sto doppio significato: melodico ed raccontare un “di più”, il Mistero» che
dall’aviazione israeliana, i soccor- espressivo (...) Di qui deriva la necessità la Chiesa celebra.
ritori si sono subito resi conto che di tornare ai manoscritti, la necessità del Se il tema può sembrare indirizzato
(foto: Simón-Castellví)
per salvarle la vita era necessario nostro studio». Questo genere musica- ai soli “addetti ai lavori” di questa disci-
tagliarle la gamba. È stata operata le, allora, contiene un messaggio teolo- plina, proprio l’approccio tra retorica e
subito, dentro una tenda, pulita Mentre la Catalogna deve affrontare una grave siccità, la Chiesa di gico che affianca tutto il fascino di quel- teologia, rende la lettura accessibile e
con acqua piovana, e soprattutto è Barcellona ha organizzato una settimana di preghiera per invocare le Antifone, Responsori, Alleluia cantati utile a tutti coloro che volessero cono-
stata amputata senza anestesia». l’arrivo della pioggia, che si è conclusa sabato sera con una proces- per secoli e ancora proposti come il can- scere maggiormente la teologia medie-
Ci colgono i brividi solo ad imma- sione della figura del Sant Crist de la Sang, un crocifisso custodito nel- to ufficiale della Chiesa (Sacrosanctum vale e la sua espressione nel canto litur-
ginarlo. Al Rizzoli è stata operata la basilica di Santa María del Pi. Un tale evento non accadeva da concilium, n. 116). gico.
di nuovo, e forse altri interventi quasi 80 anni: l’ultima volta che il Sant Crist de la Sang fu spostato dal- Nel canto gregoriano, però, oltre al-
saranno necessari per correggere la sua abituale collocazione nella cappella di Sant Miquel fu nel l’espressione della melodia c’è anche *Direttore della Cappella Musicale Pontificia
l’amputazione, fino a renderla 1945. un’altra componente, oggi più difficile “Sistina”
pagina 10 L’OSSERVATORE ROMANO lunedì 11 marzo 2024

NOI, GLI ALTRI • Ramadan nella comunità Ahmadiyya L’impegno in campo ecumenico della Society for Ecumenical Studies

Preghiera e digiuno Presenza rinnovata nella società

comune per la pace di RICCARD O BURIGANA

P
romuovere una conoscenza
di PAOLO AFFATATO cati musulmani Ahmadiyya, che storica-teologica del cammino
raduna oltre 900 membri, tra i ecumenico nelle Chiese e nella

C’
è un islam che pre-
dica «amore per
tutti, odio per nes-
suno». Lo dice di
fronte alla guerra che infuria a
Gaza. Lo ripete all’inizio del
mese sacro del Ramadan, che si
apre il 10 marzo, un tempo per
ritrovare, grazie a pratiche come
la preghiera, il digiuno e la cari-
tà, un terreno di comunione
con credenti di altre religioni. È
l’islam della comunità “Ahma-
diyya” che, alcune settimane fa,
ha incontrato Papa Francesco
in Vaticano, all’interno di una
delegazione di rappresentanti
di varie fedi. Il pontefice ha ac-
colto calorosamente i membri
della comunità Ahmadiyya e, in
un profondo scambio spirituale
e dialogo interreligioso, ha elo-
giato gli sforzi che la comunità
promuove in ogni angolo del
mondo, ribadendo il suo ap-
prezzamento per il motto che
sintetizza il loro agire, mai incli-
ne all’ostilità e alla violenza.
«Anche quando questo signifi-
ca, come avviene in Pakistan,
persecuzione discriminazione
quali avvocati, accademici, giu-
risti ed ex giudici di 25 paesi,
«presa a cuore la tragica situa-
zione, ha stigmatizzato l’ucci-
sione di civili innocenti nel con-
flitto armato tra Israele e Ha-
mas». In una lettera inviata ai
leader mondiali, riferisce Atalu,
«i giuristi rilevano i crimini di
guerra commessi nel conflitto e
invitano gli stati a prevenire
stragi di innocenti a Gaza, con-
sentendo l’arrivo di aiuti uma-
nitari alla popolazione strema-
ta». L’imam informa che il do-
cumento redatto dai giuristi ha
dato il via all’iniziativa #Voice-
sForPeace, lanciata dalla comu-
nità Ahmadiyya a livello globa-
le.
«Siamo in piena sintonia con
Papa Francesco che – prosegue
l’imam – pur consapevole dei
drammi del mondo e della com-
plessità dei problemi, chiede a
tutti di moltiplicare gli sforzi di
pace. Apprezziamo e condivi-
diamo il suo invito a non perde-
re mai uno spirito positivo nella
vita: ad esempio la capacità di
sorridere insieme nutre l’empa-
società: questo è stato il com-
pito della Society for Ecumenical Stu-
dies fin dal momento della sua fonda-
zione il 14 marzo 2003. Per questo, nel
corso degli anni, la Society, che racco-
glie cristiani inglesi di confessioni di-
verse, si è impegnata nella formazione
ecumenica attraverso una serie di inizia-
tive (convegni, seminari, progetti di ri-
cerca, momenti di preghiera) per favori-
re una sempre migliore conoscenza di
quanto i cristiani fanno per il supera-
mento delle divisioni nel rispetto delle
diverse tradizioni.
In questa sua azione, come è stato ri- realtà sempre più secolarizzata e inter- sunto una valenza del tutto particolare,
cordato anche di recente, la Society si è religiosa, percorsa da proposte politi- proprio alla luce della situazione econo-
proposta di offrire un aggiornamento che, soprattutto riguardo ai migranti e mica e sociale della Gran Bretagna, dal
sullo stato della riflessione teologica e alla guerra, che sono state fortemente momento che la Society ritiene fonda-
di raccontare l’esperienza quotidiana contestate dagli organismi ecumenici. mentale che il movimento ecumenico
dell’ecumenismo non solo in Gran Bre- Centrale nell’attività della Society è debba proseguire la sua testimonianza
tagna. Anche se non sono mancate oc- l’Assemblea annuale, organizzata que- contro ogni forma di discriminazione,
casioni per approfondire la dimensione st’anno il 7 marzo, in modalità remota, soprattutto nei confronti dei migranti,
globale dell’ecumenismo, l’attenzione per affrontare il tema «Una visione per rilanciando dei percorsi di formazione
della Society si è concentrata soprattut- l’ecumenismo». Ad aprire i lavori è sta- in grado di far conoscere il passato e il
to sul cammino ecumenico in Gran Bre- to Callan Slipper, sacerdote anglicano e presente della tradizione cristiana a par-
tagna, proprio per cogliere i passi com- membro del Movimento dei Focolari, tire dalle esperienze delle prime comu-
piuti nell’approfondimento del- nità, tanto rilevante per la costruzione
l’ecclesiologia di comunione, di una cultura dell’accoglienza.
nella promozione della riconci- La Society si interroga anche su co-
liazione delle memorie, nella te- La Society ritiene fondamentale me i cristiani possano contribuire, con-
stimonianza comune del patri- che il movimento ecumenico debba cretamente, a mettere fine alla guerra in
monio cristiano, nella costruzio- Ucraina, con il pensiero rivolto alla de-
ne di una cultura dell’inclusione proseguire la sua testimonianza finizione di percorsi di riconciliazione
e nella ricerca di nuove forme contro ogni forma di discriminazione per radicare la pace sulla Parola di Dio.
per una presenza cristiana nella Di fronte a questa situazione la Society
società inglese. si propone così di rilanciare la propria
Proprio quest’ultimo aspetto azione per favorire l’incontro uomini e
ha condotto, soprattutto dopo donne di tradizioni cristiane diverse,
la pandemia, a un rafforzamento dei attuale presidente della Society, per il aperte al dialogo con le altre religioni,
rapporti tra la Society e altri organismi quale è quanto mai necessario «riflette- sempre più presenti nella società ingle-
ecumenici, come l’organizzazione re sulla vitalità della sfida per l’unità se, nella convinzione che nel XXI secolo
Churches Together in Britain and Ire- cristiana e sul ruolo della teologia nei sia fondamentale approfondire la cono-
land, che conta più di quaranta mem- tempi presenti nei quali non mancano scenza la natura e le finalità del cammi-
bri, in modo da dare un contributo, nel coloro che esprimono perplessità sull’e- no ecumenico così da proseguire sulla
campo della formazione, di fronte alle cumenismo». strada per vivere l’unità nella scoperta
nuove sfide poste alle Chiese in una Si tratta di un passaggio che ha as- quotidiana della diversità dei doni.

A destra Ataul Wasih Tariq

verso di noi», racconta a
«L’Osservatore Romano»
Ataul Wasih Tariq, l’imam della
comunità Ahmadiyya d’Italia,
La Church of England promette di intensificare gli sforzi
tia con l’altro, mentre la pre-
ghiera, il digiuno comune, atti
di solidarietà nel tempo di Ra-
Per riparare ai legami con lo schiavismo
madan – che per un tratto coin-

presente all’incontro con il Pa-
pa. Ataul ha apprezzato il fatto
che «particolare attenzione è
stata dedicata ai conflitti in cor-
so a Gaza e in Ucraina e agli
sforzi a cui le religioni sono
chiamate per promuovere pace
e fraternità universale», notan-
do una speciale consonanza con
la Santa Sede su questo terre-
no.
«Il Papa si è detto preoccu-
pato per i livelli di crudeltà
umana nelle zone di conflitto e
ha voluto invitarci a compiere
sforzi globali per la pace. Ha ri-
marcato l’importanza dell’opera
quotidiana di ogni uomo e ogni
donna, per la pace, il dialogo, la
riconciliazione tra i popoli», ri-
leva l’imam. «L’unico vero anti-
doto al dilagare dell’odio è un
dialogo aperto e sincero, in cui
l’altro viene riconosciuto come
essere umano, depositario di di-
gnità e diritti inalienabili», ag-
giunge.
In particolare, rifedendosi al
Medio Oriente, ha raccontato
di «nostri confratelli ahmadi a
Gaza che sono in lutto e vivono
la tribolazione con tutta la po-
polazione della Striscia». A co-
storo, nota, giungono «preghie-
ra e solidarietà: non possiamo
voltare il nostro sguardo altrove
di fronte alle terribile situazione
di guerra e morte a Gaza».
Per questo, nota, la Associa-
zione internazionale degli avvo-
cide con la Quaresima per i cri-
stiani – sono strade di unione e
comprensione reciproca».
«La nostra comunità – spiega
– vanta una storia di oltre cento
anni di impegno per la pace e il
dialogo. Crediamo fermamente
che l’amore e la comprensione
vicendevole siano le fondamen-
ta su cui costruire un mondo
migliore», nota. «Condividere
questa visione con il capo spiri-
tuale della Chiesa cattolica raf-
forza la nostra responsabilità e
la speranza per il futuro. È mo-
tivo di grande gioia per noi ve-
dere che i principi di amore,
tolleranza e dialogo, che abbia-
mo sempre promosso, trovano
un terreno comune con i catto-
lici, in un spirito di piena frater-
nità per costruire pace, giustizia
e armonia tra persone e popo-
li».
Fondata nel 1889 a Qadian,
nell’attuale Punjab indiano, da
Hazrat Mirza Ghulam Ahmad,
un mistico musulmano autore
di oltre 90 testi, l’Ahmadiyya
Muslim Jama’at è una comunità
religiosa internazionale, oggi
presente in tutti i continenti che
conta circa cento milioni di fe-
deli. Riconosce un’unica guida
spirituale, attualmente Mirza
Masroor Ahmad, autore del li-
bro “La crisi mondiale e la via
per la pace” che declina gli au-
tentici e pacifici insegnamenti
dell’islam.
L
a Chiesa d’Inghilterra ha pro-
messo di intensificare gli sforzi
per risarcire le comunità bri-
tanniche rispetto alle conseguenze
prodotte dai legami storici con lo
schiavismo del suo organismo finan-
ziario, il Church commissioners of En-
gland.
«Nella ricerca della giustizia — ha
affermato l’arcivescovo di Canterbury
e primate della Comunione anglica-
na, Justin Welby — dobbiamo conti-
nuare a lavorare insieme ricordando
che tutti siamo stati creati a immagi-
ne e somiglianza di Dio. Il lavoro in-
dipendente del gruppo di supervisio-
ne con i membri della Church Commis-
sioners è l’inizio di una risposta mul-
tigenerazionale allo spaventoso male
della riduzione in schiavitù e dello
sfruttamento delle loro risorse. Possa
la mia preghiera — ha auspicato Wer-
lby — stimolare questo lavoro per ul-
teriori pratiche ed azioni concrete».
Secondo un rapporto realizzato da
un gruppo di esperti incaricati di
consigliare i vertici anglicani su que-
sta delicata materia, gli investimenti
messi a disposizione in un fondo ad
hoc dovrebbero raggiungere un miliar-
do di sterline (1,17 miliardi di euro),
dieci volte di più rispetto alla somma
di 100 milioni di pounds prevista un
anno fa.
La prima stima era contenuta in
un precedente documento, pubblica-
to nel giugno del 2022, nel quale ve-
niva fatto un ampio mea culpa dopo
una lunga ricerca storica sull’istitu-
zione dei Church Commissioners of En-
gland, nato nel 1948 in parte grazie a Dopo la pubblicazione del docu-
un fondo creato nel 1704, ai tempi mento, i Church commissioners of England,
della regina Anna e per questo chia- in una nota, si dicevano «profonda-
mato “Queen Annès Bounty”, per mente dispiaciuti per i legami dei lo-
aiutare i membri più poveri del clero. ro predecessori con la tratta transa-
tlantica degli schia-
vi». Inoltre, l’organi-
smo britannico si
impegnava a mettere
a disposizione risor-
se per «un futuro
migliore e più giusto
per tutti», destinate
alle «comunità che
sono state colpite
dalla schiavitù». Par-
te dei fondi viene
utilizzata per appro-
fondire la ricerca sui
legami tra la Chiesa
Justin Welby, arcivescovo di Canterbury e primate della Comunione anglicana e la schiavitù.
La Church of En-
Fondo che però aveva investito im- gland ha dunque accolto con favore
porti significativi nella “South Sea il nuovo rapporto degli esperti, accet-
Company”, impegnata nella tratta de- tandone i suggerimenti e le racco-
gli schiavi africani e nell’economia mandazioni, con l’obiettivo indicato.
delle piantagioni. (francesco ricupero)
@oss_romano - LA DOMANDA DEL VANGELO
Lunedì 11 marzo - Gv 4, 43-54
«Se non vedete segni e prodigi, voi non credete», Gesù conosce bene il cuore
dell’uomo. E compie dei segni. A volte questi sembrano indecifrabili, o forse noi
vogliamo solo prodigi e non segni?
A. M.
lunedì 11 marzo 2024
L
a guerra in Ucraina e
quanto sta accadendo
tra israeliani e palesti-
nesi, in particolare a
Gaza, sono tra gli argomenti af-
frontati da Papa Francesco nel-
l’intervista rilasciata, all’inizio di
febbraio, a Lorenzo Buccella,
giornalista della Radio Televisione
Svizzera (RSI) per il magazine cul-
turale “Cliché” in una puntata de-
dicata al bianco, il colore del be-
ne, della luce, ma sul quale gli er-
rori e la sporcizia risaltano mag-
giormente.
In proposito, rispondendo
alle domande dei giornalisti, il
direttore della Sala stampa della
Santa Sede, Matteo Bruni, ha
spiegato che nell’intervista il Pa-
pa usa il termine bandiera bian-
ca, e risponde riprendendo l’im-
magine proposta dall’intervista-
tore, per indicare con essa la ces-
sazione delle ostilità, la tregua
raggiunta con il coraggio del ne-
goziato. Altrove nell’intervista,
parlando di un’altra situazione
di conflitto, ma riferendosi a
ogni situazione di guerra, il Pa-
pa ha affermato chiaramente: «il
negoziato non è mai una resa».
L’auspicio del Papa resta quello
sempre ripetuto in questi anni, e
ripetuto recentemente in occa-
sione del secondo anniversario
del conflitto: «Mentre rinnovo
il mio vivissimo affetto al marto-
riato popolo ucraino e prego per
tutti, in particolare per le nume-
rosissime vittime innocenti,
supplico che si ritrovi quel po’ di
umanità che permetta di creare
le condizioni di una soluzione
diplomatica alla ricerca di una
pace giusta e duratura».
L’intervista, anticipata ieri da
alcune agenzie, verrà trasmessa
dalla Tv elvetica il prossimo 20
marzo. Pubblichiamo di seguito
il testo integrale secondo la tra-
scrizione della Radio Televisio-
ne Svizzera (con alcune modifi-
che).
Come trovare una bussola per orientar-
si su quanto sta accadendo fra Israele e
Palestina?
Dobbiamo andare avanti.
Tutti i giorni alle sette del pome-
riggio chiamo la parrocchia di
Gaza. Seicento persone vivono
lì e raccontano cosa vedono: è
una guerra. E la guerra la fanno
due, non uno. I responsabili so-
no questi due che fanno la guer-
ra. Poi non c’è solo la guerra mi-
litare, c’è la “guerra-guerriglie-
ra”, diciamo così, di Hamas per
esempio, un movimento che
non è un esercito. È una brutta
cosa.
Però non bisogna perdere la speranza di
provare a mediare?
Guardiamo la storia, le guer-
re che noi abbiamo vissuto, tutte
finiscono con l’accordo.
In Ucraina c’è chi chiede il coraggio del-
la resa, della bandiera bianca. Ma altri
dicono che così si legittimerebbe il più
forte. Cosa pensa?
È un’interpretazione. Ma cre-
do che è più forte quello che ve-
de la situazione, pensa al popo-
lo e ha il coraggio della bandiera
bianca e negoziare. E oggi si
può negoziare con l’aiuto delle
potenze internazionali. Ci sono.
Quella parola negoziare è una
parola coraggiosa. Quando tu
vedi che sei sconfitto, che la cosa
non va, avere il coraggio di ne-
goziare. E ti vergogni, ma se tu
continui così, quanti morti (ci
saranno) poi? E finirà peggio
ancora. Negoziare in tempo,
cercare qualche Paese che faccia
da mediatore. Oggi, per esem-
pio con la guerra in Ucraina, ci
sono tanti che vogliono fare da
mediatore. La Turchia, per
In un’intervista rilasciata alla Radio televisione svizzera il Papa parla della guerra in Ucraina
Avere il coraggio di negoziare
esempio... Non avere vergogna
di negoziare prima che la cosa
sia peggio.
Anche lei stesso si è proposto per nego-
ziare?
Io sono qui, punto. Ho invia-
to una lettera agli ebrei di Israe-
le, per riflettere su questa situa-
zione. Il negoziato non è mai
una resa. È il coraggio per non
portare il Paese al suicidio. Gli
ucraini, con la storia che hanno,
poveretti, gli ucraini al tempo di
Stalin quanto hanno sofferto...
È il bianco del coraggio?
Va bene, è il bianco del corag-
gio. Ma delle volte l’ira che ti
porta al coraggio non è bian-
ca...
Torniamo al 2020, alla preghiera in
piazza San Pietro durante la pande-
mia. Lei era una macchia bianca in
mezzo alle tenebre.
In quel momento si vedeva la
macchia bianca, perché era not-
te, tutto era oscuro. È stata una
cosa spontanea, fatta senza ac-
corgermi che avrebbe avuto un
grande significato, una cosa
spontanea, sia la solitudine sia la
preghiera.
In quel momento lei era concentrato su
quello che voleva fare. Capiva anche,
però, che il messaggio stava entrando in
tutte le case, a tutte le persone che erano
costrette a rimanere in casa?
Non me ne sono accorto in
quel momento. Ho pregato da-
vanti alla Salus Populi Romani
e davanti al crocifisso in legno
che hanno portato da via del
Corso. Pensavo a ciò che dovevo
fare, ma non mi sono accorto
della trascendenza che ha avuto
quel momento. Anche io ero
provato. Avevo quella sofferen-
za e avevo il dovere del mediato-
re, del prete, di pregare per il po-
polo che soffre. Ho pensato a un
passaggio biblico, quando Da-
vide pecca nel fare il censimento
di Israele e di Giuda e il Signore
distrugge 70.000 uomini con
una pestilenza. Alla fine, quan-
do l’angelo della peste sta per
colpire Gerusalemme, il Signore
si commuove e ferma l’angelo
perché ha pietà del suo popolo.
Sì, io con questa peste pensavo e
pregavo: “Signore, commuoviti
e abbi pietà del popolo che sof-
fre questa peste”. Questa è la
mia esperienza in quel giorno.
Sentiva la solitudine di quella piazza
che era anche una solitudine fisica?
Sì, perché pioveva e non era
facile.
Il bianco è il simbolo della purezza, del-
l’innocenza. L’abito bianco per eccellen-
za è il suo. Da dove nasce questa tradi-
zione? E perché il Papa è vestito di
bianco?
È stato un Papa domenicano.
Aveva l’abito domenicano, che è
bianco. E da lì tutti i Papi hanno
usato il bianco. È nata lì. Se non
sbaglio era Pio V, che è sepolto
in Santa Maria Maggiore. Da lì
nasce la tradizione che i Papi ve-
stono di bianco.
Qual è il valore principale che ha il
bianco per la Chiesa?
La Chiesa usa i paramenti
bianchi, per esempio, nelle do-
meniche di Pasqua, di Natale. Il
bianco ha un significato anche
di gioia, di pace, di cose belle.
Per esempio, nella Messa dei de-
funti si usano i paramenti viola.
È un significato di gioia e di pa-
ce, si usa nel tempo di Natale,
nel tempo di Pasqua.
L’OSSERVATORE ROMANO
Per lei cosa ha significato indossare l’a-
bito bianco quel 13 marzo del 2013, il
giorno dell’elezione al soglio di Pietro?
Non ci ho pensato, soltanto
penso alle macchie, perché que-
sto è terribile: il bianco attira le
macchie.
L’aveva già detto: più il vestito è bianco
più le macchie diventano visibili...
È vero, è così.
Ma vale anche a livello simbolico, oltre
alle macchie fisiche?
Sì, tante volte le macchie si
vedono bene. Per esempio: una
persona che è in un posto di ser-
vizio. Pensa a un prete, a un ve-
scovo, a un Papa. Le macchie lì
si vedono meglio perché quel-
l’uomo è un testimone di cose
belle, di cose grandi. E sembra
che non debba avere macchie. Il
bianco ci apre anche a questa sfi-
da del non avere macchie.
Ma si possono non avere macchie? Lei
ha sempre detto che è un peccatore...
Sì, siamo tutti peccatori. Se
qualcuno dice che non lo è, sba-
glia: tutti. È vero, un peccato
sporca, sporca l’anima. E per
simbologia possiamo dire che
sporca anche il bianco. Quando
penso al bianco penso ai bambi-
ni, al Battesimo: tutti sono vesti-
ti di bianco. Penso alla mia Pri-
ma Comunione, ho la fotografia
della mia, in bianco. Il bianco
ha un significato di purezza, di
cose belle. Penso anche ai bam-
bini, alle donne che si sposano.
Il bianco è un colore forte, non è
debole.
Sono tutti riti di passaggio: il bianco
aiuta anche in questi passaggi?
C’è un tango argentino che
rimprovera una donna che si
sposa di bianco dopo aver vissu-
to una vita non buona. Il tango
dice: “Quale scandalo, signora,
vestirsi di bianco dopo che ha
peccato”. Cos’è la saggezza po-
polare... Il bianco significa
un’anima pura, un’anima con
buone intenzioni: pensa al Bat-
tesimo, alla Prima Comunione.
Sono simbologie che dicono
tanto.
Quando è diventato Papa è cambiata
la sua relazione col bianco?
No, è la stessa. Ma non te ne
accorgi: ti vesti di bianco, ma
non te ne accorgi. Me ne accor-
go quando vedo le macchie.. È
una cosa naturale.
È pesante la responsabilità che deve
portare?
Questo sì, ma non dobbiamo
drammatizzare. Tutti abbiamo
delle responsabilità nella vita. E
il Papa ha una responsabilità
più grande: un capo di Stato più
grande, un prete, una suora so-
no responsabili di testimonian-
za. Per me, per esempio, è più la
responsabilità della testimo-
nianza che quella delle decisio-
ni. Perché con le decisioni mi
aiutano in tanti qui dentro, pre-
parano, studiano, e mi danno
qualche soluzione. Invece, nella
vita quotidiana, non hai tanto
aiuto. Le decisioni sono anche
pesanti.
E lì è quasi più difficile per lei?
Per me è più facile qui per tut-
to l’aiuto che ho. Se penso alla
responsabilità è pesante. Ma il
Papa ha tanti aiuti, tanta gente
che l’aiuta.
Il Papa ha tanta gente che l’aiuta. Ma
siccome è da solo, vestito in questo mo-
do, come punto di riferimento può sof-
frire anche di solitudine. Può sentirsi
solo in questa veste bianca?
Ci sono momenti di grande
solitudine quando devi prende-
re una decisione, per esempio.
Ma questo non è solo del Papa.
Nella vita clericale, anche i ve-
scovi sentono questo, o i preti...
Anche un padre di famiglia, tan-
te volte: pensa a quando deve
prendere decisioni sui figli. O
quando un matrimonio non va:
prendere la decisione di allonta-
narsi. Sono decisioni che pesa-
no tanto. Tutti noi, come perso-
ne, abbiamo situazioni di solitu-
dine davanti a delle decisioni da
prendere. Anche sposarsi.
Quando uno è solo, dice: questo
è per tutta la vita. Sono decisio-
ni che pesano e si può dire che
queste decisioni portano nella
solitudine. E la solitudine è
bianca. Non è neanche buia né
nera, ma è bianca. C’è una soli-
tudine brutta che è quella dell’e-
goismo. Quello di tante persone
che guardano solo a loro stesse.
Non è una solitudine bianca,
quella, ma brutta.
Ci sono le macchie individuali e poi ci
sono le macchie collettive, le grandi
macchie che sporcano come le guerre. E
cosa si può fare?
È un peccato collettivo que-
sto. Mi diceva l’economo, un
mese fa — mi dava il rendiconto
di come stavano le cose in Vati-
cano, sempre in deficit — mi di-
ceva: lei sa dove oggi gli investi-
menti danno più reddito? La
fabbrica delle armi. Tu guada-
gni per uccidere. Più reddito: la
fabbrica delle armi. Terribile la
guerra. E non esiste una guerra
bianca. La guerra è rossa o nera.
Io questo lo dico sempre: quan-
do sono stato nel 2014 al Redi-
puglia ho pianto. Poi lo stesso
mi è successo ad Anzio, poi tutti
i 2 novembre vado a celebrare in
un cimitero. L’ultima volta sono
andato al cimitero britannico e
guardavo l’età dei ragazzi. Terri-
bile. Questo l’ho detto già, ma
lo ripeto: quando c’è stata la
commemorazione dello sbarco
in Normandia, tutti i capi di go-
verno hanno celebrato quella
data ma nessuno ha detto che su
quella spiaggia sono rimasti ben
20.000 ragazzi.
L’uomo ha la percezione netta di quello
che le guerre comportano ma ci ricasca
sempre. Penso anche a lei, con i suoi ap-
pelli… Come mai non si riesce a far
passare il messaggio di quante vittime
comporta la guerra?
Due immagini. Una che a me
sempre tocca e la dico: l’imma-
gine della mamma quando rice-
ve quella lettera: “Signora ab-
biamo l’onore di dirle che lei ha
un figlio eroe e questa è la meda-
glia”. A me importa del figlio,
non della medaglia. Le hanno
tolto il figlio e le danno una me-
daglia. Si sentono prese in gi-
ro... E poi un’altra immagine.
Ero in Slovacchia. Dovevo an-
dare da una città a un’altra in eli-
cottero. Ma c’era maltempo e
non si poteva. Ho fatto il tragit-
to in macchina. Sono passato
per diversi paesini. La gente
sentiva per la radio che il Papa
passava e veniva per strada per
vedermi. C’erano bambini,
bambine, coppie giovani, e poi
nonne. Mancavano i nonni: la
guerra. È il risultato della guer-
ra. Non ci sono nonni.
Non c’è fotografia più forte di questa per
far capire l’eredità che lascia la guerra.
La guerra è una pazzia, è una
pazzia.
La colomba è il simbolo della pace, è il
segnale che la guerra è finita. Ma poi c’è
il dopoguerra, che comunque è un altro
momento in cui si devono ricucire tutte
queste ferite...
C’è un’immagine che a me
viene sempre. In occasione di
una commemorazione dovevo
parlare della pace e liberare due
colombe. La prima volta che
l’ho fatto, subito un corvo pre-
sente in piazza San Pietro si è al-
zato, ha preso la colomba e l’ha
portata via. È duro. E questo è
un po’ quello che succe-
de con la guerra. Tanta
gente innocente non
può crescere, tanti bam-
bini non hanno futuro.
Qui vengono spesso i
bambini ucraini a salu-
tarmi, vengono dalla
guerra. Nessuno di loro
sorride, non sanno sor-
ridere. È un bambino
che non sa sorridere
sembra che non abbia
futuro. Pensiamo a que-
ste cose, per favore. La
guerra sempre è una
sconfitta, una sconfitta
umana, non geografica.
Come le rispondono i potenti della terra
quando chiede loro la pace?
C’è chi dice, è vero ma dob-
biamo difenderci... E poi ti ac-
corgi che hanno la fabbrica de-
gli aerei per bombardare gli al-
tri. Difenderci no, distruggere.
Come finisce una guerra? Con
morti, distruzioni, bambini sen-
za genitori. Sempre c’è qualche
situazione geografica o storica
che provoca una guerra... Può
essere una guerra che sembra
giusta per motivi pratici. Ma
dietro una guerra c’è l’industria
delle armi, e questo significa sol-
di.
La guerra è sempre associata all’oscuri-
tà, alle tenebre.
Una guerra è tenebrosa, sem-
pre, oscura. Il potere dell’oscu-
ro. Quando si parla di bianco si
parla di innocenza, di bontà e di
tante cose belle. Ma quando si
parla dell’oscuro, si parla del
potere delle tenebre, di cose che
non capiamo, di cose ingiuste.
La Bibbia parla di questo. Le te-
nebre hanno un potere forte di
distruggere. È un modo lettera-
rio di dirlo, ma quando una per-
sona uccide — pensiamo a Cai-
no, ad esempio — è una persona
tenebrosa. Quando una persona
si occupa soltanto del proprio
beneficio, ad esempio con gli
operai, questa persona uccide
moralmente altra gente. O pen-
so a un padre di famiglia che
non riesce a vedere i suoi figli
addormentarsi la sera perché ar-
riva tardi e di mattina esce pre-
sto per avere uno stipendio...
questa persona è tenebrosa, è
nera.
pagina 11
Ma tutti noi rischiamo di avere un po’
di tenebre dentro di noi...
Siamo peccatori, e un po’ di
tenebra l’abbiamo.
Anche un Papa.
Anche un Papa. Tutti abbia-
mo un po’ la saggezza di cono-
scere cosa succede. E tante volte
noi non capiamo cosa succede.
Può essere anche un lungo percorso.
Tutta una vita, ma quando tu
cerchi tutta una vita di sistemare
bene, di correggere le cose, arri-
verai a una cosa molto bella che
è la vecchiaia felice. Penso a quei
vecchi, quelle vecchiette con gli
occhi trasparenti, sono stati giu-
sti, hanno lottato... Pensiamo
un po’ alla vecchiaia. Possiamo
dire la vecchiaia bianca, quella
vecchiaia bella, trasparente.
Ma lei crede di viverle queste sensazioni
adesso, per esempio la trasparenza, in
questo momento?
Cerco di non essere bugiar-
do, di non lavarmi le mani sui
problemi altrui. Cerco, sono
peccatore, e alle volte non riesco
a fare così. Poi quando non rie-
sco vado a confessarmi.
Quale rapporto ha un Papa con l’erro-
re?
È forte, perché quanto più
una persona ha potere (tanto
più) corre il pericolo di non ca-
pire le scivolate che fa. È impor-
tante avere un rapporto autocri-
tico con i propri errori, con le
proprie scivolate. Quando una
persona si sente sicura di sé stes-
so perché ha potere, perché sa
muoversi nel mondo del lavoro,
delle finanze, ha la tentazione di
dimenticarsi che un giorno starà
mendicando, mendicando gio-
vinezza, mendicando salute,
mendicando vita… è un po’ la
tentazione dell’onnipotenza. E
questa onnipotenza non è bian-
ca. Tutti dobbiamo essere matu-
ri nei nostri rapporti con gli er-
rori che facciamo, perché tutti
siamo peccatori.
Abbiamo parlato spesso di come una
cosa o l’altra dipende dallo spirito con
cui la si fa. Il bianco solitamente si ac-
compagna a delle cose belle, ma c’è an-
che il rischio di un bianco di facciata,
della vernice che usiamo per nasconde-
re l’ipocrisia. Ci può essere questo ri-
schio?
C’è la persona verniciata, di-
ciamo così, che sa nascondere le
proprie debolezze e si presenta
in modo artificiale. Quindi ab-
biamo questo problema di fare
finta di... E questa si chiama
ipocrisia, le persone ipocrite...
tutti abbiamo un pochettino di
ipocrisia.
Anche la società stessa può essere ipocri-
ta, ad esempio facendo le guerre e poi
mandando aiuti umanitari...
Interventi umanitari? Si alle
volte sono umanitari, ma sono
per coprire anche un senso di
colpa. E non è facile.
Il bianco è anche un colore neutrale.
Quando ci sono contrasti tra ideologie
diverse, anche tra persone diverse, è un
valore la neutralità per lei?
Tanto. Alla base della no-
stra vita possiamo parlare del-
la pagina in bianco. Non si di-
ce la pagina nera, la pagina
verde, la bandiera gialla...
quando si parla di una pagina
da scrivere è una carta bianca.
E ognuno deve scrivere lì le
proprie decisioni, sul bianco
che è la vita. La vita è una car-
ta in bianco e sarà bella se tu
riesci a scrivere su quella carta
una cosa bella, ma se tu scrivi
cose brutte non sarà bella
quella pagina.
pagina 12 L’OSSERVATORE ROMANO lunedì 11 marzo 2024

All’Angelus la preoccupazione e il dolore del Papa per la grave crisi che colpisce l’isola

Tutti contribuiscano
alla pace e alla riconciliazione ad Haiti
Vicinanza ad Haiti, colpita da
una «grave crisi» soprattutto per
«i violenti episodi avvenuti negli
ultimi giorni», e auspici di pace
per Repubblica Democratica del
Congo, Ucraina e Terra Santa: il
Papa li ha espressi al termine del-
l’Angelus recitato ieri, 10 marzo,
con i quindicimila fedeli presenti in
piazza San Pietro e con quanti lo
seguivano attraverso i media. Af-
facciatosi a mezzogiorno dalla fine-
stra dello Studio privato del Pa-
lazzo apostolico, come di consueto il
Pontefice ha introdotto la preghiera
mariana commentando il Vangelo
della domenica, nella circostanza la
quarta di Quaresima. Ecco il testo
della sua meditazione.
Cari fratelli e sorelle,
buongiorno!
In questa quarta domenica
di Quaresima il Vangelo ci
presenta la figura di Nicode-
mo (cfr. Gv 3, 14-21), un fa-
riseo, «uno dei capi dei Giu-
dei» (Gv 3, 1). Egli ha visto i
segni che Gesù ha compiuto,
ha riconosciuto in Lui un
maestro mandato da Dio ed
è andato a incontrarlo di
notte, per non essere visto. Il
Signore lo accoglie, dialoga
con lui e gli rivela di essere
venuto non a condannare ma
a salvare il mondo (cfr. v.
17). Fermiamoci a riflettere
su questo: Gesù non è venuto a
condannare, ma a salvare. È bel-
lo!
Spesso nel Vangelo vedia-
mo Cristo svelare le inten-
zioni delle persone che in-
contra, a volte smascheran-
done atteggiamenti falsi, co-
me con i farisei (cfr. Mt 23,
27-32), o facendole riflettere
sul disordine della loro vita,
come con la Samaritana (cfr.
Gv 4, 5-42). Davanti a Gesù
non ci sono segreti: Egli leg-
ge nel cuore, nel cuore di
ognuno di noi. E questa ca-
pacità potrebbe inquietare
perché, se usata male, nuoce
alle persone, esponendole a
giudizi privi di misericordia.
Nessuno infatti è perfetto,
tutti siamo peccatori, tutti
sbagliamo, e se il Signore
usasse la conoscenza delle
nostre debolezze per con-
dannarci, nessuno potrebbe
salvarsi.
Ma non è così. Egli infatti
non se ne serve per puntarci
il dito contro, ma per ab-
bracciare la nostra vita, per
liberarci dai peccati e per
salvarci. A Gesù non interes-
sa farci processi o sottoporci
a sentenze; Egli vuole che
nessuno di noi vada perduto.
Lo sguardo del Signore su
ognuno di noi non è un faro
accecante che abbaglia e
mette in difficoltà, ma il
chiarore gentile di una lam-
pada amica, che ci aiuta a
vedere in noi il bene e a ren-
derci conto del male, per
convertirci e guarire con il
sostegno della sua grazia.
Gesù non è venuto a condanna-
re, ma a salvare il mondo. Pen-
siamo a noi, che tante volte
condanniamo gli altri; tante
volte ci piace sparlare, cerca-
re pettegolezzi contro gli al-
tri. Chiediamo al Signore
che ci dia, a tutti, questo
sguardo di misericordia, di
guardare gli altri come Lui
guarda tutti noi.
Maria ci aiuti a desiderare
il bene gli uni degli altri.
Dopo l’Angelus, Francesco ha assi-
curato vicinanza a tutte le donne,
all’indomani della Giornata inter-
nazionale ad esse dedicata, e ha
lanciato gli appelli per Haiti, Re-
pubblica Democratica del Congo,
Ucraina e Terra Santa. Inoltre ha
rivolto un augurio ai musulmani
per l’inizio del Ramadan e saluta-
to i gruppi presenti.
Cari fratelli e sorelle!
Due giorni fa si è celebrata
la Giornata internazionale
della donna. Vorrei rivolgere
un pensiero ed esprimere la
mia vicinanza a tutte le don-
ne, specialmente a quelle la
cui dignità non viene rispet-
tata. C’è ancora tanto lavoro
che ciascuno di noi deve fare
perché sia riconosciuta con-
cretamente la pari dignità
delle donne. Sono le istitu-
zioni, sociali e politiche, che
hanno il dovere fondamenta-
le di proteggere e promuove-
re la dignità di ogni essere
umano, offrendo alle donne,
portatrici di vita, le condi-
zioni necessarie per poter ac-
cogliere il dono della vita e
assicurare ai figli un’esisten-
za degna.
Seguo con preoccupazione
e dolore la grave crisi che
colpisce Haiti e i violenti
episodi avvenuti negli ultimi
giorni. Sono vicino alla
Chiesa e al caro popolo hai-
tiano, che da anni è provato
da molte sofferenze. Vi invi-
to a pregare, per intercessio-
Il Santo Padre ha ricevuto
in udienza nella mattina di
domenica 10 Sua Eccellen-
za Monsignor Vincenzo
Turturro, Arcivescovo tito-
lare di Ravello, Nunzio
Apostolico in Paraguay,
con i Familiari.
Il Santo Padre ha ricevu-
to questa mattina in udien-
za:
l’Eminentissimo Cardina-
le Victor Manuel Fernán-
dez, Prefetto del Dicastero
per la Dottrina della Fede;
Sua Eccellenza Monsi-
gnor Nicola Girasoli, Arci-
vescovo titolare di Egnazia
Appula, Nunzio Apostolico
in Slovacchia;
l’Eminentissimo Cardina-
le Mauro Gambetti, Vicario
Generale di Sua Santità per
la Città del Vaticano.
ne della Madonna del Perpe-
tuo Soccorso, perché cessi
ogni sorta di violenza e tutti
offrano il loro contributo per
far crescere la pace e la ri-
conciliazione nel Paese, con
il sostegno rinnovato della
Comunità internazionale.
Stasera i fratelli musulma-
ni inizieranno il Ramadan:
esprimo a tutti loro la mia
vicinanza.
Saluto tutti voi che siete sima della parrocchia Nostra come pure nella martoriata
venuti da Roma, dall’Italia e Signora di Guadalupe e San Ucraina e in Terra Santa.
da tante parti del mondo. In Filippo Martire in Roma; i Cessino al più presto le osti-
particolare, saluto gli studen- fedeli di Reggio Calabria, lità che provocano immani
ti del collegio Irabia-Izaga di Quartu Sant’Elena e Castel- sofferenze nella popolazione
Pamplona, i pellegrini di lamonte. civile.
Madrid, Murcia, Malaga e Accolgo con affetto la co- Auguro a tutti una buona
quelli di St. Mary’s Plain- munità cattolica della Re- domenica. Per favore, non
field - New Jersey. pubblica Democratica del dimenticatevi di pregare per
Saluto i ragazzi della Pri- Congo a Roma. Preghiamo me. Buon pranzo e arrive-
ma Comunione e della Cre- per la pace in questo Paese, derci!
NOSTRE INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevu- civescovo titolare di Sarsen- Provvista
to questa mattina in udien- terum, finora Nunzio Apo- di Chiesa
za i Vescovi delle Marche, stolico in Lituania, Lettonia
in visita «ad Limina Apo- ed Estonia. Il Santo Padre ha nomina-
stolorum». to Vescovo di Požega (Croa-
Il Santo Padre ha accet- zia) il Reverendo Padre Ivo
Il Santo Padre ha nomi- tato la rinuncia al governo Martinović, T.O.R., finora Mi-
nato Nunzio Apostolico in pastorale della Diocesi di nistro Provinciale della Pro-
Italia e nella Repubblica di Požega (Croazia), presenta- vincia di San Girolamo del
San Marino Sua Eccellenza ta da Sua Eccellenza Mon- Terzo Ordine Regolare di
Monsignor Petar Rajič, Ar- signor Antun Škvorčević. San Francesco in Croazia.
La visita «ad limina Apostolorum»
dei vescovi delle Marche

IL MESSAGGIO PER LA QUARESIMA 2024 Messa nel centenario

illustrato da Maupal della nascita
del cardinale
Jozef Tomko
«Un nobile non di nascita ma di
spirito, un uomo, un sacerdote,
un vescovo con il cuore di un pa-
dre che amava i suoi figli, la sua
nazione, la sua Chiesa». Con
queste parole l’arcivescovo ge-
suita Cyril Vasil’, vescovo di
Košice per i cattolici di rito bi-
zantino, ha ricordato la figura
del cardinale Jozef Tomko nel-
l’omelia pronunciata ieri duran-
te la messa in occasione del cen-
tenario della nascita del porpo-
rato slovacco, morto l’8 agosto
2022. La celebrazione, presiedu-
ta dal cardinale decano Giovan-
Il Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale ha ni Battista Re, si è svolta nella
diffuso stamane la quinta delle immagini dell’artista di strada chiesa del Pontificio Istituto e
Mauro Pallotta (noto come “Maupal”) che accompagnano Collegio Slovacco dei Santi Ci-
ogni settimana il percorso indicato da Francesco nel messag- rillo e Metodio a Roma, alla pre-
gio per la Quaresima 2024 sul tema «Attraverso il deserto Dio senza, tra gli altri, del nunzio
ci guida alla libertà». Dedicato al tema del «digiuno», il dise- apostolico in Slovacchia, l’arci-
gno è accompagnato da una citazione del testo papale: «Pre- vescovo Nicola Girasoli, e del-
ghiera, elemosina e digiuno non sono tre esercizi indipenden- l’ambasciatore di Slovacchia
ti, ma un unico movimento di apertura, di svuotamento». presso la Santa Sede, Marek Li-
sánsky.
Nella mattina di lunedì 11 marzo il Pontefice ha ricevuto in udienza i vescovi delle Marche in
occasione della visita «ad limina Apostolorum».
Nomina episcopale
in Croazia
Ivo Martinović
vescovo di Požega
Nato il 28 giugno 1965 a Županja, arcidioce-
si di Đakovo-Osijek, dopo aver frequentato
la scuola a Zagreb, ha compiuto gli studi in
filosofia e teologia presso la Facoltà di Teo-
logia dell’Università della capitale croata.
Ha emesso la prima professione nel Terz’O r-
dine Regolare di San Francesco il 2 agosto
1987 e quella solenne il 4 ottobre 1990. Ordi-
nato sacerdote il 28 giugno 1992 a Zagreb, è
stato vicario parrocchiale a Belišće (1992-
1993) e della Santa Famiglia a Split (1993-
2001); ministro locale del Convento e parro-
co di San Giovanni Battista a Zadar (2001-
2005); ministro locale del Convento e parro-
co di San Francesco Saverio a Zagreb (2005-
2009). Dopo aver conseguito la licenza in
Teologia pastorale presso la Pontificia Uni-
versità Lateranense a Roma (2011), è stato
consigliere provinciale (2011-2013), ministro
locale del Convento, parroco della Santa Fa-
miglia a Split e formatore del Seminario mi-
nore nel Convento di San Giuseppe a Split
(2013-2017), membro del Consiglio presbite-
rale dell’arcidiocesi di Split-Makarska (2013-
2018) e direttore della Commissione per la
formazione permanente presso la Conferen-
za croata dei religiosi (2017-2020). Attual-
mente, per il secondo mandato, è ministro
provinciale della Provincia di San Girolamo
del suo ordine in Croazia.