Sei sulla pagina 1di 18

FOCA ACCETTA

Francesco Pasquale Cordopatri: patriota filantropo


e collezionista d’antichità

T
ra la prima e la seconda metà del XVIII secolo
Monteleone (oggi Vibo Valentia), ricca “piazza”
commerciale e capitale dei vasti possedimenti dei
Pignatelli in Calabria, rappresentava il luogo naturale in cui
la borghesia cittadina, l’aristocrazia provinciale e i ceti im-
prenditoriali – provenienti da diversi luoghi della Calabria
(Stilo, Laureana di Borello, Mammola, Briatico, Tropea) o
da centri extra regionali (Napoli, Cava dei Tirreni, Genova),
dediti al fiorente mercato della seta e all’esercizio di pubblici
“uffici” – s’incontravano e nel quale tendevano a concretiz-
zare la propria stabile dimora attraverso complesse alleanze
matrimoniali e strategie economiche. Ciò era dovuto non so-
lo alla posizione geografica di Monteleone, mediana tra le due
Calabrie, ma anche all’illuminata politica dei Pignatelli, vol-
ta a favorire l’attività mercantile e lo sviluppo culturale e ar-
tistico della città1. In questo contesto socio-economico s’in-
scrive l’inserimento dei Cordopatri2 all’interno della scac-
chiera delle famiglie vibonesi.
Provenienti da Rizziconi, centro della piana di Gioia
Tauro, i Cordopatri giunsero in Monteleone intorno al 1750
– non risultano infatti censiti nel Catasto Onciario – attratti
non solo dagli intensi scambi commerciali (olio, seta, ecc.)
che si operavano, ma anche dalla presenza in città di una fit-
ta rete di parentele.
Il capostipite del ramo monteleonese della famiglia fu
Pasquale Cordopatri, coniugato con Rosaria Paparatti, figlia
del barone Francesco Antonio di Rosarno. Questi aveva di-
versi consanguinei, diretti e acquisiti, già impegnati sulla sce-
na monteleonese: la zia Maddalena Cordopatri era sposata
con tal Tommaso o Federico Grillo3; mentre Antonio,
Teresa, Eleonora, Francesca e Marianna Paparatti, germani
di Rosaria, erano legati rispettivamente a Porzia Solari
(1747)4, a Francesco Saverio Romei, a Antonio Capialbi, a Fig. 1. Palazzo Cordopatri. Vibo Valentia.

473
FOCA ACCETTA

nomiche, ad estinguere i debiti contratti dalla madre Caterina7,


e a presentare in attivo i rendiconti di gestione: «Ha dato […]
di tutto puntuale e sollecito conto ad essa […] sua madre, ver-
sando in di lei potere tutte le somme, generi, olj, ed in genera-
le ogni sorta di vendita ritratta sino al presente giorno senza ri-
tenere in sua mano somma o qualità alcuna di generi, neppure
di quello gli sarebbe spettato sui beni di famiglia come figlio di
età maggiore, ma di tutto distintamente ha dato conto ad essa
signora dichiarante e versato le dette rendite»8.
Accanto all’impegno di risollevare le sorti della famiglia,
un’altra operazione condotta da Francesco Pasquale
Cordopatri, e con la quale intendeva rimarcare e ribadire al-
l’esterno la solidità economica acquisita e lo status sociale del
casato, fu la costruzione, nel 1857, dell’imponente e maesto-
so palazzo Cordopatri, lungo la strada che conduce al com-
plesso conventuale dei Cappuccini, nella zona alta della città
nei pressi del Castello; l’immobile, nonostante gli evidenti se-
gni di degrado, è ancora oggi una delle residenze architetto-
nicamente più significative di Vibo Valentia. Il contratto, ro-
Fig. 2. Stemma araldico dei Cordopatri.
gato dal notaio Giuseppe Giusto il 21 ottobre 18579, tra il
commendatore Francesco Pasquale Cordopatri e mastro
Giuseppe Lo Gatto di Fabrizio, per l’esecuzione di lavori di
Leoluca e Antonio Ceniti, tutti esponenti di rilievo del nota- ampliamento dell’originaria struttura, realizzata dopo il ter-
bilato cittadino. È evidente quindi che i Cordopatri trovaro- remoto del 1783, consente di stabilire che la definitiva impa-
no in Monteleone un ambiente favorevole per parentele e per ginazione architettonica del palazzo10, generalmente attribui-
comuni interessi nelle attività economiche5. Affinità queste ta all’architetto Giovan Battista Vinci (1772-1834), deve es-
che vennero ulteriormente rafforzate e ribadite nel secolo suc- sere assegnata all’ingegnere Giuseppe Santulli (1817-1882).
cessivo quando i Cordopatri strinsero rapporti con le famiglie
Fabiani, Marzano, Basile, Taccone e Lombardi Satriani.
A Francesco Pasquale Cordopatri (1814-1886) di 2. L’impegno pubblico
Pasquale e Caterina Lombardi de’ Satriani6 – patriota, filan-
tropo e collezionista di opere d’arte, libri, manoscritti e so- Se nel privato Francesco Pasquale Cordopatri dimostrò
prattutto di reperti archeologici – si deve la notorietà della fa- una particolare dedizione alla famiglia attraverso i molteplici
miglia tra la prima e la seconda metà dell’800. oneri sostenuti per mantenerne il prestigio socio-economico,
non di meno fu il suo impegno per affermare gli ideali di li-
bertà nel corso dell’epopea risorgimentale. Partecipò ai moti
1. L’impegno privato del 1848, di cui conservava gelosamente una «bandiera trico-
lore in gran parte tarlata», e favorì lo sbarco di Garibaldi a
Francesco Pasquale, dopo la scomparsa del padre e l’im- Nicotera conducendolo poi trionfalmente in Monteleone11.
provvisa dipartita del fratello primogenito Antonio († 1833), Tuttavia, come tanti protagonisti di quelle gesta, egli ri-
assunse il ruolo di capo della famiglia, responsabile di tutti gli mase deluso per l’imposta conclusione dell’impresa garibal-
affari del casato. Negli anni successivi ai luttuosi eventi attra- dina, cioè la mancata presa di Roma, per la politica intrapre-
verso una attenta politica di ristrutturazione e riorganizzazione sa dal governo unitario nei confronti del Sud, per la morte o
del patrimonio, soprattutto di quello ubicato nella zona di più l’esclusione di molti uomini di spicco del Risorgimento e so-
antico possesso, riuscì a risanare le disastrate condizioni eco- prattutto per la presenza nel parlamento di personaggi ambi-

474
FRANCESCO PASQUALE CORDOPATRI: PATRIOTA FILANTROPO E COLLEZIONISTA D’ANTICHITÀ

gui, interessati «a’ negozi di governo, assai spesso […] dia- 4. La volontaria rinuncia all’attività pubblica
metralmente opposti ai grandi concetti che avevano precor-
so» l’epopea risorgimentale. Per tale motivo, come si vedrà, Dal gennaio del 1878, […], si era ridotto nella solitarietà de’
preferì ritirarsi «nel silenzio della pace domestica fra i suoi li- suoi lari, e ad altro non intendeva che a rinfrancare la spirito
bri, i suoi quadri e il suo medagliere»12. richiamandolo alle delizie delle reminiscenze archeologiche
Dopo la proclamazione dell’Unità Francesco Pasquale ed artistiche, praticando la carità cristiana in tante specie di
Cordopatri rinunciò a qualsiasi riconoscimento, anche alla buone opere, compiacendosi della conversazione di pochi in-
proposta di essere nominato senatore del Regno o eletto de- timi co’ quali riandava i passati tempi, dispensando consigli
putato al Parlamento. Tuttavia, dopo non poche insistenze e e lumi fra’ suoi amatissimi figli, carteggiando con gli amici e
per spirito di servizio alla sua città natale, accettò di ricoprire co’ consanguinei lontani, adempiendo sinceramente e con
la carica di sindaco di Monteleone (1861-1865). Della sua in- coscienza convinta gli obblighi di religione.
tensa attività sindacale, in un periodo delicato che segnava il In questo raccoglimento e mentre che con serenità di mente
passaggio del Regno delle due Sicilie allo Stato unitario, resta e con divota rassegnazione attendeva la sua fine, lo ritrovò l’a-
una Memoria per la città di Monteleone diretta al Ministero e tra inesorabile Parca [morte], involando per sempre agli af-
al Parlamento Nazionale in Novembre del 1864, edita dalla fetti della famiglia ed alla stima de’ concittadini, alla gratitu-
Tipografia Filantropica nel 1865, in cui il Cordopatri faceva dine ed alla riconoscenza de’ molti, che da anni sperimenta-
istanza al governo nazionale affinché la città fosse elevata alla vano gli ammirevoli impulsi del suo bel cuore, alla benedi-
dignità di Provincia «o almeno [riconosciuta come] uno dei zione dei poverelli di Gesù Cristo, che non tornavano mai
centri amministrativi delle Calabrie», attraverso l’istituzione dalle sue scale e dalle sue porte, con le mani vuote o con l’a-
del «Circolo d’Assise», di una sezione della Corte d’Appello, marezza del rimprovero15
di una succursale della Banca d’Italia e dell’università.

5. L’amore per l’antichità


3. Opere filantropiche
Dopo la morte di Vito Capialbi (1790-1853) l’eredità idea-
Durante l’attività sindacale non trascurò comunque i pro- le del noto bibliofilo e archeologo venne raccolta da Francesco
blemi sociali della città e facendo leva sulle proprie risorse si Pasquale Cordopatri. Questi, al contrario del primo che con i
dedicò con abnegazione alla beneficenza. Alla sua liberalità si suoi studi contribuì ad accrescere la conoscenza della storia ca-
deve l’impianto di una officina tipografica allestita all’inter- labrese, si limitò a radunare nella sua domestica magione re-
no dell’Orfanotrofio cittadino, affinché i giovani ospiti perti archeologici, monete, documenti ed altro, senza però
dell’Istituto potessero apprendere un mestiere, denominata aver dato alle stampe alcuna opera in cui fosse delineato il con-
Tipografia Filantropica Cordopatri13. tenuto del suo «domestico museo». Ciò fu dovuto probabil-
Nell’ambito del suo umanitarismo rivolto all’infanzia, s’i- mente ai suoi molteplici impegni politici e familiari che non
scrive un’altra opera di beneficenza fortemente voluta dal gli consentirono, al contrario del Capialbi, di dedicarsi alla ca-
Cordopatri: l’asilo infantile. Egli nel 1865 avviò tutte le pra- talogazione dei reperti archeologici e archivistici raccolti e a
tiche necessarie presso le autorità superiori e i necessari con- uno attento studio dei medesimi per darne notizia agli stu-
tatti con le Suore di Carità per mettere in atto il suo proposi- diosi. Egli comunque tenne corrispondenza con gli studiosi e
to. Non di meno chiese e ottenne la disponibilità accolse tutti coloro che chiedevano di visitare la sua casa. Cosa
dell’Amministrazione Comunale di un suolo accanto al contenesse la collezione Cordopatri, con notizie sulla sua for-
Conservatorio dello Spirito Santo. Successivamente però in- mazione, lo indica velocemente Giovan Battista Marzano,
trighi locali impedirono che l’opera, che sarà inaugurata nel congiunto del comm. F. Pasquale, a cui fu concessa la possi-
1867, venisse intitolata al suo fondatore, accusato di vana- bilità, decaduta subito dopo la sua scomparsa del Cordopatri,
gloria. Ciò dispiacque molto al Cordopatri che, subito dopo di descrivere e di decifrare alcune iscrizioni16:
la solenne apertura dell’asilo, pubblicò un libello in cui è ri-
costruita tutta la vicenda14. Il comm. Francesco Pasquale Cordopatri fu un appassiona-

475
FOCA ACCETTA

to cultore delle patrie memorie. Fino dal 1852 imprese a rac-


cogliere ciò che rimaneva in queste contrade delle reliquie
della civiltà osca, greca e latina, spigolando in un campo già
mietuto e raccolto dal conte Vito Capialbi. Egli non si
preoccupò a fare degli scavi per arricchire la sua collezione
archeologica, ma intese a raggiungere il medesimo scopo, re-
tribuendo generosamente con moneta gli oggetti di antichità
che gli venivano offerti, di guisa che i lavoratori dei campi
come s’imbattevano in medaglie, in marmi, ed in mattoni let-
terati, in bronzi, vasi, idrie, ed altre figuline, li portavano a
lui, sicuri di essere ben ricompensati, non solo da luoghi cir-
costanti a Monteleone, ma anche da Nicotera, Rosarno,
Seminara, Cotrone e financo da Cosenza. Né a questo sol-
tanto si limitò: ma raccolse tutte le antiche scritture e per-
gamene, ch’erano sfuggite al Capialbi, libri rari e di edizio-
ni pregiate e moltissimi documenti della rivoluzione del
1848 e del 1860 che spargono viva luce sulle cose e sugli uo-
mini, che vi presero parte nelle Calabrie, e i Registri
Circondariali della Polizia Borbonica, che contengono il no-
tamento dei Benemeriti e degli Attendibili con piccanti po- Fig. 3. Gronda a testa leonina, Museo archeologico di Vibo Valentia, col-
stille. Raccolse inoltre buon numero di quadri di pregiati ar- lezione Cordopatri.
tisti italiani, fra i quali occupano un posto condegno anche
quelli dei nostri pittori monteleonese: Zoda, Curatoli,
Aloisio, Mergolo e Paparo. Finché visse, a tutti era dato di Libri antichi, manoscritti, fasci di diplomi su pergamena so-
poter visitare quella preziosa raccolta, e fra gl’illustri visita- no ammucchiati a montagne, fra le quali si può appena cir-
tori stranieri vanno annoverato il Mommsen e il Lenormant, colare, in certe sale del piano superiore del palazzo del signor
il quale nella sua opera La Grande Grèce [Paysage et Histoire Cordopatri, il quale si scusa dello stato di disordine della sua
par François Lenormant], Tom. III [La Calabre, Paris, A. collezione, causato dalle riparazioni all’edificio, che lo han-
Lèvy Libraire – Editeur, Rue Lafaiètte 13, 1884], consacra no costretto a sgombrare ogni cosa, accatastandola alla rin-
parecchie pagine al Cordopatri e alla raccolta di lui. A me, fusa; per un danno al tetto, molti oggetti sono stati sciupati
poi, che gli ero legato per vincoli di sangue, aveva permesso dagli stillicidi prodotti dalla pioggia. Egli è, del resto, d’una
di porre un ordine alla collezione e di descriverla parte a par- perfetta cortesia per aiutarvi a rovistare nel suo caos e per
te; e già verso gli ultimi di marzo del 1886 avevo comincia- elargirvi ogni facilità di lavoro che possiate desiderare. Delle
to a copiare i Marmi ed i Mattoni Letterati e ad interpretare pitture ad olio affumicate, di cui alcune sembrano avere
i Bolli, quando, colto il Cordopatri da fulminante apoples- qualche merito, sono appese al muro insieme con vecchie in-
sia è morto à 29 aprile di quell’anno, l’intrapreso lavoro ri- cisioni, o deposte negli angoli delle sale. Interi armadi sono
maneva interrotto17. ripieni di vestiti dell’ultimo secolo; abiti da uomo e da don-
na di seta intessuta d’oro; coltri trapunte e tende della stes-
Come riferisce Giovan Battista Marzano nella citazione sa epoca; vecchie stoffe ancora in pezza, antichi. merletti,
precedente, i materiali archeologico (figg. 3-4-5), archivisti- tutto un guardaroba di famiglia, in una parola, che baste-
co, diplomatico, artistico e librario raccolti e radunati da rebbe a riempire una sala in una esposizione retrospettiva.
Francesco Pasquale Cordopatri, furono visionati dal François Vi sono cassetti pieni di gioielli di tutte le epoche: gli uni an-
Lenormant il quale, pur colpito dal disordine, restò affasci- tichi, gli altri del Rinascimento e dei secoli XVII e XVIII.
nato dalla quantità e qualità degli oggetti ammassati nei di- Ecco qui ora degli specchi di Venezia, dei mobili intarsiati
versi ambienti del palazzo, e scrisse: di madreperla alla spagnola, degli altri ad intarsio all’italia-

476
FRANCESCO PASQUALE CORDOPATRI: PATRIOTA FILANTROPO E COLLEZIONISTA D’ANTICHITÀ

Fig. 4. Gocciolatoio a testa leonina, Museo archeologico di Vibo Valentia, Fig. 5. Antefissa a testa di Sileno, Museo archeologico di Vibo Valentia,
collezione Cordopatri. collezione Cordopatri.

na, degli altri, infine, coperti di ricchi intagli. Su piccoli ta- comprende qualche campione originale dei timbri di bron-
voli è posta in ordine una collezione numerosa di maioliche, zo con cui s’imprimeva, una specie di oggetti ben conosciuta
di cui disgraziatamente molti pezzi sono mutilati e sbrecca- nelle collezioni. La parte della collezione che mi ha offerto
ti. […]. In questa serie di maioliche abbiamo osservato spe- le cose più nuove è quella delle statuette di terracotta. Se ne
cialmente un gruppo di vasi di farmacia dei due grandi con- trovano frequentemente nelle tombe della Ipponio greca; ed
venti vicini di S. Domenico di Soriano e di S. Stefano del io sono riuscito ad acquistarne a Monteleone, pel Museo del
Bosco, con la marca di Carlo Antonio Gruë, il più abile ed Louvre, un piccolo lotto proveniente da scavi recentissimi,
il più famoso dei pittori di Castelli. A fianco di essi si veg- in mezzo al quale vi sono alcuni frammenti realmente di
gono delle antiche porcellane della Cina e del Giappone, al- prim’ordine. Il signor Cordopatri ne possiede un armadio
tre di Capodimonte, dei biscuits di quest’ultima fabbrica e pieno. Queste terrecotte d’Ipponio sono puramente elleni-
di quella di Este, dei gruppi usciti dai laboratori di che, di un’arte fine e leggiadra, e si distinguono per caratte-
Giustiniani di Napoli, ed infine delle vetrerie veneziane. ri ben definiti dalle terrecotte delle altre località della Magna
[…] Il medagliere è importante e ricco soprattutto, com’e- Grecia; […] L’archeologo erudito ha di che vedere nella col-
ra da aspettarsi, di tipi della serie romana, repubblicana ed lezione Cordopatri non meno del semplice curioso […]18.
imperiale, nonché di quella delle città della Magna Grecia e
dei Bruzii. Ecco dei marmi che portano delle iscrizioni gre- La descrizione fornita dal Lenormant e quella redatta dal
che e latine; ne trascrivo parecchie inedite. La scultura gre- Marzano sono parzialmente integrate da un inedito inventa-
ca in marmo è rappresentata da alcune belle teste. Una del- rio redatto tra la fine del 1886 e l’inizio dell’anno seguente19.
le serie più abbondanti è quella dei mattoni segnati dai bol- Infatti, nel documento, rinvenuto di recente nell’archivio di
li dei fabbricanti, gli uni greci, gli altri latini. Ne rilevo fino Stato di Vibo Valentia, l’arredamento interno, i quadri (non
a 22 differenti, quasi tutti sconosciuti. La collezione è fornita alcuna informazione circa la raffigurazione, le di-
Capialbi non è meno ricca a tal riguardo. […] A fianco dei mensioni e l’artista che li realizzò), il materiale archivistico e
mattoni bollati dalla stampiglia, la collezione Cordopatri archeologico Cordopatri sono indicati in modo superficiale e

477
FOCA ACCETTA

sommario; ciò è dovuto non solo al disordine in cui i reperti in cui furono rinvenute «collocate in diversi scompartimenti
d’antichità e d’archivio erano conservati, provocato dai lavo- e caselle numero 123 monete di rame greche e romane, nu-
ri di risanamento del palazzo che, come si legge nelle pagine mero 51 monete d’argento dello stesso conio e numero 21
del Lenormant, aveva problemi di infiltrazione d’acqua, ma monete d’oro di simil natura, valutato in complesso sempre
soprattutto al metodo con cui vennero redatto il documento; del valore archeologico, lire 200»; diversi reperti archeologici
infatti, il notaio e i periti si limitarono a una mera e comples- ammucchiati in una stanza che erano «vetrami, cretaglia, ter-
siva descrizione e valutazione economica dei «pezzi»rilevati raglia, cristalli tutti in gran parte di antica provenienza, valu-
nel corso delle operazioni d’inventariazione. tati complessivamente pel valore archeologico lire 50», e infi-
Nella seduta del 18 dicembre 1886 fu registrato e valuta- ne una libreria con sei scaffali con 506 volumi di opere diverse
to ciò che era «nell’ultimo piano del palazzo». In particolare in parte legali, non autore non specificato, e diverse «carte
nei diversi ambienti, oltre la presenza di quadri, mobili d’ar- giudiziarie e di famiglia» che non furono «esaminate» rin-
redamento ed altro, furono rinvenuti un «cassettone di legno viando l’esame «a miglior tempo».
noce […] quasi pieno di cretaglie rotte in gran parte e dai pe- Attualmente il patrimonio artistico-diplomatico e archeo-
riti ritenute di nessun valore venale, ma soltanto di un valore logico Cordopatri è disperso, a causa delle diverse liti eredi-
archeologico»; un «pancone di legno abete dipinto ad ulivo» tarie insorte subito dopo la scomparsa del Commendatore
contente «due mucchi di monete antiche di rame, una scato- Francesco Pasquale, e fatalmente si avverte la profezia del
la contenente diverse ceramiche antiche ed anelli romani, va- Lenormant: «quel guazzabuglio, […] di cose da far svenire di
lutati sempre pel valore archeologico lire 50»; due «vetrine»: piacere un amatore […. un] giorno, il che dovrà avvenire fa-
una con diversi manoscritti, e l’altra con «oggetti d’antichità talmente, […] sarà preda degli antiquari di Napoli, che già
in creta e cretaglia che non hanno valore venale, ma soltanto [lo] spiano, i loro magazzini saran forniti di gingilli di ogni
archeologico»; uno «stipetto di legno noce detto monetiere» qualità per parecchio tempo».

478
FRANCESCO PASQUALE CORDOPATRI: PATRIOTA FILANTROPO E COLLEZIONISTA D’ANTICHITÀ

APPENDICE totto, a condizione che i vani delle finestre e delle porte si do-
vessero considerare per pieni, e nella misurazione di essi si do-
1. Contratto per l’edificazione di palazzo Cordopatri – vrà serbare la costumanza, e che tutt’i stipiti ed archi di tali
185720 vani debbano farsi con mattoni.
Oggi 21 ottobre 1857, regnando Ferdinando Secondo per Per le volte dette alla Siciliana, [os]sia lamia ad un matto-
la grazia di Dio re delle Due Sicilie […] avanti a noi Giuseppe ne fornita d’intonaco rustico, ossia griggie si è stabilito il prez-
Giusto fu Leoluca, notaio residente in Monteleone col nostro zo di ducati uno, e grani venti la canna di palmi otto in qua-
studio [in] Strada Mercato, ed ai sottoscritti testimoni cono- drato; come pure allo stesso prezzo si dovranno pagare le in-
sciuti aventi le qualità volute dalla legge, si sono personal- telate anche alla Siciliana forniti d’intonaco grezzo, ossia ru-
mente costituiti: il cavaliere signor don Francesco Pasquale stico. Se poi tanto le lamie nel modo anzidetto, quanto le in-
Cordopatri fu don Pasquale, tanto nel proprio nome, quanto telate si vorranno dal Cordopatri a doppio mattone e fornite
qual messo ed intermediario di suo cognato don Paolo Basile d’intonaco, come ora si è detto, resta fissato il prezzo di du-
di Monterosso, proprietario domiciliato in Monteleone; ma- cati uno e grani ottanta la canna.
stro Giuseppe Lo Gatto di Fabrizio, muratore domiciliato in Le lamie reali di mattoni della grossezza di mezzo palmo,
Monteleone; e il signor don Cortese Latorre Scalfari di cementate con calce di San Giovanni, si dovranno pagare dal
Caterina, domiciliato in Monteleone e proprietario. Tutti e Cordopatri a Lo Gatto a ducati tre e grani venti la canna di
tre essi costituiti sono da noi notaio e testimoni bene cono- palmi otto in quadrato.
sciuti. Asserisce e dichiara esso signor Cordopatri che volen- Per ogni pavimento che esso Cordopatri vorrà fare con
do continuare le fabbriche, già principiate di suo conto per mattoni paesani strofinate e squardati si è stabilito il prezzo
l’accrescimento del suo palazzo, sito in questa città, strada di ducati due per ogni canna in quadrato, e quante volte dal
Cappuccini, ha stabilito per l’esecuzione il presente contrat- signor Cordopatri si vogliono applicare mattoni napoletani
to col summentovato mastro Giuseppe Lo Gatto, che nei se- da questi si dovrà pagare la differenza tra l’una e l’altra qua-
guenti articoli si contiene: lità e colla spiega però che i mattonati debbano essere ce-
Si obbliga esso Lo Gatto continuare le fabbriche che esso mentati di gesso.
signor cavaliere crederà necessarie nell’accrescere detto suo pa- Per l’intonaco grezzo e governato si è stabilito il prezzo di
lazzo già principiato, e altre che crederà convenienti dallo stes- grani cinquanta la canna. Per l’intonaco semplice curato con
so giusta i disegni che gli saranno indicati, e segnatamente si calce colata a grani venti la canna, per quello semplice grezzo
obbliga completare, per tutto giugno entrante anno 1858, il ossia rustico a grana trenta la canna.
quarto che guarda a mezzogiorno, mentre il rimanente delle Nei lavori suaccennati si obbliga esso Lo Gatto di usare
fabbriche medesime dovrà compirle nel successivo della stes- della migliore calce di Vena o della Sanità, meno che per le
sa cennata epoca e secondo gli verrà disposto da Cordopatri lamie reali, nelle quali si dee applicare della calce di S.
medesimo. Giovanni.
I materiali necessari per l’esecuzione della fabbrica in pa- Le opere suaccennate debbano essere eseguite con tutta la
rola, sia di calce, sia di pietra, gesso, mattoni ed altro si do- regola di arte, con buono e proporzionato cemento, con per-
vranno impiegare di conto d’esso Lo Gatto, poiché il signor fetti materiali, tal che il risultato della fabbrica fosse confatto
Cordopatri ha della pietra e zavorra; esso Lo Gatto si obbliga senza alcuno difetto, conforme alle leggi di architettura.
servirsene nella costruzione delle fabbriche medesime, e per Tutte le forme necessarie per l’arcato e per le volte saran-
evitare l’incomodo per la consegna di tale pietra, si stabilì fra no a carico del padrone, meno che quelle delle finestre e del-
essi che in che in ciascuna canna di fabbrica piena dovrà il si- le pareti che saranno di conto del maestro.
gnor Cordopatri, sul prezzo della canna stessa, che verrà qui Il signor Cordopatri concede ad esso Lo Gatto che si po-
appresso precisato, avere abbonati da detto mastro carlini die- tesse servire del legname che ha disponibile per usarsi negli
ci, che è appunto il prezzo della pietra e zavorra che s’impie- anditi, a condizione però che si dovesse restituire a sua ri-
ga, e che sarà ceduta da esso Cordopatri. chiesta intero per come si lo riceve, e segnatamente le tavo-
Per il prezzo di detta fabbrica si sono fissati ducati tre e gra- le, le quali nel restituirle debbono essere nuove, e non usate,
na sessanta per ciascuna canna composta di palmi centoven- essendo del tutto gratuità e volontaria tale concessione. Di

479
FOCA ACCETTA

detto legname si terrà conto per via di note formate da esse il dettaglio fatto da esso Lo Gatto e che il signor Basile con-
parti. serva, e ciò per tutto il mese di giugno del 1858, senza ulte-
Il prezzo delle opere suddette verrà pagato a norma che riore dilazione.
verranno eseguiti i lavori e non pria dell’ammontare di du- Lo Gatto impiegherà tutto il materiale necessario per le
cati trenta, dovendosi tenere volta per volta ragione del- opere sudette, sempre relativo alla sua arte, ed il signor
l’importo della pietra che si consegnerà impiegarsi da esso Basile dovrà pagarli per prezzo di tutte le opere, definito e
Lo Gatto nella fabbrica come sta detto nel primo articolo stabilito, ducati quattrocento, dei quali ducati cento di-
del presente istrumento. In questo caso la misurazione do- chiara esso Lo Gatto averli ricevuti dal signor Basile diret-
vrà eseguirsi da due periti, cioè da don Domenico Solari per tamente, ed i rimanenti ducati trecento dovranno pagarsi
parte del signor Cordopatri, e da don Domenico Marzano nel corso dei lavori, a di cui effetto esso signor Cordopatri
per parte di Lo Gatto, e tutte le volte che si riscontreranno promette il fatto del signor Basile e vuole esser tenuto an-
essere delle controversie nella esecuzione del presente con- che egli nel proprio nome.
tratto; resta parimenti da ora stabilito che si dovesse rimet- Non adempiendo esso Lo Gatto di eseguire esattamen-
tere ogni questione al giudizio del signor Giuseppe Santulli. te e puntualmente i lavori sudetti, e darli compiti per tut-
Si obbliga esso Lo Gatto assicurare le fabbriche, dovrà to giugno, come si è detto, ovvero non ci vi trovasse nell’e-
fare nel modo suaccennato per giro di anni dieci da conta- secuzione delle opere, difetto di arte, o malizia nell’impie-
re dal dì della consegna di esse. Tale garanzia però cessa tut- go dei materiali, si sottomette a tutti i danni ed interessi che
te le volte che le opere crollassero per causa di tremuoti e si potranno verificare, ed oltre a ciò ad una penale di duca-
per altre cause fortuite e senza colpa del mastro. ti cinquanta nella quale incorrerà, senza bisogno d’inter-
In conto delle suddette opere esso Lo Gatto si ricevé dal pellazione giudiziaria, ed assume tutte le obbligazioni con
signor Cordopatri la somma di ducati […] in tanti matto- arresto personale.
ni e calce, qual sommati dovrà scomputare nelle rispettive Esso don Cortese La Torre Scalari garantisce il prefato
consegne di detti lavori ducati dieci la volta, oltre l’impor- Lo Gatto per tutte le obbligazioni da lui assunte a favore
to della pietra, come all’articolo decimo secondo. del signor Basile e relative al di costui palazzo, e vuole che
Tutte le obbligazioni sudette si assumono con l’arresto in caso di inadempimento agli obblighi assunti da Lo
personale, ed in caso di inadempimento alle condizioni so- Gatto, fosse tenuto solidamente da medesimo Lo Gatto.
pra espresse, vuole essere tenuto per tutt’i danni, spese ed Per questa garanzia rinuncia esso garante all’azione di divi-
interessi, e tutte le volte che non vorrà portare a compi- sione ed esc[l]usione, e vuole in solido con lui essere co-
mento i suddetti lavori, e per ogni altro impedimento su stretto per tutte le conseguenze di questo contratto, e per
sottomette anche con arresto personale ad una penale di ducati quattrocento prezzo dell’appalto, come pure per la
ducati cinquanta a favore del signor Cordopatri, oltre de’ penale di ducati cinquanta, e danni ed interessi, si sotto-
danni ed interessi, e per la sola contravvenzione agli obbli- mette, come Lo Gatto medesimo all’arresto personale ver-
ghi assunti, colla spiega parimenti che in detta penale do- so il signor Basile.
vrà incorrere senza interpellazione giudiziaria. Finalmente si è stabilito rimaner facoltato il signor
Dichiara inoltre il signor Cordopatri nella qualità di Basile di verificare, a fare da altri, ma di persone esperte del-
messo ed internuncio di suo cognato signor don Paolo l’arte, fare verificare i lavori se sono o non eseguite in buo-
Basile che volendo compiere il palazzo di costui e proprio na e perfetta regola e con materiali adatti, e non di difetto-
il quarto che guarda a ponente è divenuto con lo stesso Lo si, e trovandosi al contrario delle leggi di architettura vuo-
Gatto al seguente contratto a staglio, e però in questo atto le Lo Gatto esser tenuto agli obblighi come dell’articolo ter-
medesimo son divenuti ai seguenti articoli di convenzione, zo di questo contratto.
sempre interessi del signor Basile medesimo. Per interessi poi tra il garante don Cortese ed esso Lo
Esso mastro Giuseppe Lo Gatto si obbliga di continua- Gatto, quest’ultimo ringraziando il primo per la suddetta
re le menzionate opere del palazzo in questa città del ridet- garanzia solidale presta[ta]gli promette indennizzare il ga-
to signor Basile e proprio quelli del solo quarto che guarda rante medesimo di ogni danno, spesa ed interessi che lo
a ponente coi rispettivi bassi, dovendolo compiere secondo stesso signor La Torre Scalari potrebbe soffrire per questo

480
FRANCESCO PASQUALE CORDOPATRI: PATRIOTA FILANTROPO E COLLEZIONISTA D’ANTICHITÀ

contratto in caso pagherà per Lo Gatto. Quale indennizzo Revoco ed annullo qualunque altra mia disposizione te-
si vertirà si per qualunque somma il garante pagherà per lui, stamentaria, sotto qualsiasi forma anteriore a questa data.
ed egli si obbliga rivolerlo dopo venti giorni che il garante Della quota disponibile di tutto quanto ho e posseggo,
pagheà al signor Basile. Per sicurezza maggiore del garante depurato prima di tutte le passività, nomino ed istituisco
esso Lo Gatto si sottomette ad esser costretto con ogni mo- miei eredi universali e particolari, i miei figliuoli maschi
do legale, e col suo arresto personale, e sottometterà ad Pasquale, Antonio, Cesare, procreati in costanza di matri-
ispeciale ipoteca a fa[vo]re del prefato signor La Torre monio con la diletta mia consorte signora Rachele Fabiani
Scalari la sua casa di abitazione sita in Monteleone, strada dei Duchi di Grottaminarda e dei Baroni di Stalettì, ed in-
Maio o Spogliatore, in superiori e bassi per come si trova, sieme a’detti miei figli nomino ed istituisco mio erede uni-
limita con due strade, signor Caloggero ed altri. Quale ipo- versale e particolare, nella mentovata quota disponibile, il
teca dovrà militare a favore del signor La Torre Scalari per mio caro nipote Francesco Pasquale, primogenito del detti
la casa suddetta, e per tutte la somma che gli prestata la ga- mio figlio Pasquale e della signora Francesca de’ Marchesi
ranzia suddetta con altro apposito atto. L’estratto catastale Bisogni di lui consorte.
della sudetta casa, che viene riportata nel catasto di questa Ciascuno di essi miei figli maschi e mio nipote testè no-
Comune, all’anzidetto istrumento che verrà stipulato a ri- minato succederà nella quota che verrà raccogliendo a nor-
chiesta del garante, esso Lo Gatto promette esibirlo per ivi ma della disposizione appresso dichiarata e con gli obblighi
inserirsi a sue spese, come a sue spese sarà l’apposito istru- e le condizioni che si leggono ne’ rispettivi articoli.
mento e la iscrizione. Tale disposizione della metà de’ miei beni s’intende fat-
Fatta lettura da noi notaio dell’intiero presente atto ad to a titolo di prelegato ed anteparte, esente di collazione, a
esse parti e testimoni a chiara ed intellegibile voce, fatto e favore de’ ripetuti miei figli maschi e nipote. Se taluno di
pubblicato oggi sudetto dì, mese ed anno in questa comu- essi miei figliuoli Pasquale, Antonio e Cesare, ed il nomi-
ne e circondario di Monteleone in provincia della Calabria nato mio nipote, non vorrà o non potrà accettare la mia
Ultra seconda e nella casa di abitazione di esso signor La eredità, voglio che la quota su la disponibile resti esclusiva-
Torre Scalari in presenza dei medesimi costituiti e sotto- mente devoluta a favore di quei di essi miei figliuoli maschi
scritti testimoni, mastro Giuseppe Giordano fu Domenico e nipoti che si gioveranno delle presenti disposizioni, esclu-
falegname e mastro Giuseppe Parisi di Carmine muratore dendo sempre le femine.
e ambi domiciliati in Monteleone. Dell’altra metà dei beni che formano la quota legittima
di tutti i sei miei figli maschi e femine, cioè Pasquale,
Cav. F. Pasquale Cordopatri -Cortese La Torre Scalari Antonino, Cesare, Caterina, Grazia e Saveria, istituisco ere-
– Giuseppe Lo Gatto -Giuseppe Giordano, testimone – di gli stessi in parti uguali secondo la legge. Ben vero sic-
Giuseppe Parisi, testimone come la mia figliula primogenita nel passare a marito col
Conte Sig.re Vito Capialbi si ebbe da me costituito una an-
Notar Giuseppe Giusto fu Leoluca di Monteleone ho ticipata successione, e per sua quota su la legittima, così nel
stipulato. caso ella dopo il mio decesso vorrà concorrere alla mia ere-
dità, sarà nell’obbligo di mettere in collazione tutto ciò che
da me si ha ricevuto, cioè ducati diecimila, pari a lire
2. Testamento di F. P. Cordopatri – 187621 42.500 in fondi e canoni siti in Stefanaconi e Maierato, ed
Io commendatore Francesco Pasquale Cordopatri dei in denaro contante.
Capace, figlio del fu barone Pasquale, gentiluomo della Lascio alla mia diletta consorte Signora Rachele Fabiani,
città di Monteleone, volendo che continuasse la pace e l’ar- un vitalizio di annue lire 1.555,50 pagabili mensilmente
monia tra i miei figliuoli, i quali devono succedere alla mia dai miei tre figliuoli Pasquale, Antonino, Cesare in porzio-
eredità, mi son risoluto di fare con questo atto il mio ulti- ni uguali sopra l’usufrutto del mio disponibile. Questo le-
mo testamento in forma mistica, scritto di ultimo caratte- gato è approssimativamente il corrispettivo e l’equivalente
re, datato, approvato e sottoscritto. Esso si racchiude negli di quanto per legge potrebbe spettare alla mentovata mia
articoli che seguono: signora consorte di usufrutto sopra i miei beni, il quale non

481
FOCA ACCETTA

sarebbe così esplicito, né potrebbe rispondere all’assegno da glio Antonio, il quale neanche potendo o volendo accet-
me fattole a fine di conseguire la semplicità dell’ammini- tarla, resta delegato il terzo mio figliuolo Cesare.
strazione ed esazione. Non volendo poi ella contentarsi di Dichiaro che mio figlio Pasquale nel passare a matri-
tale legato, e volendo raccogliere la quota di usufrutto che monio con la signora Francesca Bisogni ebbe, fra l’altro, da
le potrà aspettare per legge sul mio asse, rimane come non me assegnato il fondo Gabellotto facente parte della Villa
disposto, e dee ritenersi come non fatto, il legato medesi- Santo Antonio, in territorio di Gioia Tauro, come dall’i-
mo. strumento rogato per notar Musolino Zimatore di Briatico
Lascio parimenti alle mie figliuole Maria Grazia e addì 10 marzo 1867, registrato in Monteleone à 23 dello
Saveria, oltre l’uso d’abitazione come appresso dirò, un an- stesso mese, al numero 148, volume 6, fol. 87. Da allora in
nuo vitalizio di lire 1.200,00 per ciascuna da pagarsi anche qua le rendite del mentovato fondo sono state, per mezzo
mensilmente dai tre miei figli maschi Pasquale, Antonino, del defunto mio fratello Cesare, da me introitate ad esclu-
Cesare in porzioni uguali e ciò pel corrispettivo di quella sivo mio vantaggio e per i miei bisogni, e tali rendite, giu-
eredità che potrebbero percepire sulla loro quota legittima, sta il conto fatto, mi introito di lire duecentoquattromila,
e fino a che le stesse non si avranno la proprietà delle ri- £ 204.000, laonde mi dichiaro verso il predetto mio figlio
spettive quote legittime. Ma quante volte le dette mie figlie debitore della cennata somma di lire duecentoquattromila,
non vorranno profittare di questo mezzo che semplicizza la corrispondenti ad atto annualità di rendita del fondo
rendita loro spettante e che io ho imposto loro nel loro pro- Gabellotto da me riscossa.
prio vantaggio, in tale ipotesi cesserà l’obbligo dei miei fi- Dichiaro ancora che verso lo stesso mio figlio Pasquale
gli maschi di dover corrispondere le suddette lire 1.200 ed sono debitore pure della somma di lire trentacinquemila
esse mie figlie percepiranno invece la rendita della rispetti- circa , ch’egli già assunse obbligo di pagare di mio conto
va quota legittima. agli eredi di D. Domenico Mattei in estinzione di un capi-
Se alla mia morte qualcuno o più dei miei figli saranno tale bullare già risoluto legalmente da più anni.
minori ed a me non sopravviverà la mia signora consorte, Dichiaro del pari che lo stesso mio figlio Pasquale, es-
ovvero se ella mancherà ai viventi durante la minore età dei sendosi addossato il debito ch’io ho verso il cavaliere signor
miei figli, nomino per loro tutore il mio caro cognati Cesare de’ Marchesi Bisogni da Briatico, così fino alla con-
Barone signor Francesco Fabiani domiciliato in Nicotera, correnza della prova a cui ascende il debito medesimo mi
dispensandolo dall’obbligo di dar cauzione, e per pro tuto- dichiaro anche debitore del ripetuto mio figlio Pasquale.
re mio cugino signor Francesco Lombardi de’ Satriani. Voglio che tutti i suddetti miei debiti siano pagati per
Non volendo o non potendo il detto mio cognato accetta- l’intero mio asse ereditario, come ancora qualunque altro
re l’incarico affidatogli, nomino tutore il mentovato mio mio debito che potrebbe acclararsi, e che nel presente te-
cugino signor Francesco Lombardi de’ Satriani, ed a pro tu- stamento per dimenticanza non si troverà espresso, non es-
tore l’altro mio cugino signor Francesco Di Francia sendo io stato nella possibilità di estinguerli né con l’usu-
Villacane. Non volendo ancora o non potendo accettare frutto de’ beni del defunto mio fratello Cesare, né con le
l’incarico il ripetuto signor Lombardi de’ Satriani nomino rendite delle mie proprietà.
a tutore il detto signor Marchese Di Francia Villacane, ed Avvalendomi poi della facoltà che mi viene dalla legge,
a protutore mio nipote signor Nicola Taccone di Filippo giusta gli articoli 1044 eseguenti del Codice Civile, volen-
da Mileto. Tutti essi nominati quante volte uno o più non do togliere ogni occasione di lite tra i miei figli ed eredi, mi
potranno o non vorranno accettare la tutela o la protutela sono determinato di stabilire ed effettuare tra essi anticipa-
come sopra, resterà fatta la nomina per colui che è imme- ta divisione della mia eredità, ed assegnare a ciascuno la sua
diatamente successivo sempre nell’ordine come sopra, e ciò quota di fondi nel modo seguente:
dovrebbe praticarsi nel caso che taluno di essi nominati Assegno a mio figlio Pasquale per sua quota nella legit-
usurà di vivere. tima, quanto nella disponibile, tutto quanto gli donai in
Se mio figlio Pasquale non potrà o non vorrà accettare contemplazione del suo matrimonio contratto con la si-
l’amministrazione del minorenne suo figlio Francesco gnora Donna Francesco Bisogni, specialmente nel fondo
Pasquale, rimane sostituito nella medesima l’altro mio fi- Villa Santo Antonio in territorio di Gioia, e propriamente

482
FRANCESCO PASQUALE CORDOPATRI: PATRIOTA FILANTROPO E COLLEZIONISTA D’ANTICHITÀ

la parte che chiamasi Gabellotto di cui sopra ho fatto cen- Padri Filippini e la strada che conduce a Sant’Onofrio, as-
no, come risulta dall’istrumento nuziale del 10 marzo 1867 sieme alla pagliata in esso esistente ed alla piccola terra li-
stipulato da notar Zimatore e registrato à 23 detto mese, mitrofa dello stesso nome, che si apparteneva alla nostra fa-
numero 148, volume 6, folio 87, al quale in tutto e per tut- miglia anche prima dell’acquisto del detto fondo
to mi riporto. Pagliarone.
Lascio ed assegno sul mio disponibile ed a titolo di pre- Il fondo Sansimino, di natura oliveto ed aratorio, per
legato ed anteparte, con la dispensa della collazione, al quanto è, sito in territorio di Rizziconi, secondo i suoi no-
suaccennato mio caro nipote, istituito erede come sopra, a ti confini.
nome Francesco Pasquale primogenito del detto mio figlio Il fondo di delizia degli antichi signori Fabiani, deno-
Pasquale e della signora Francesca Bisogni, tutto quanto al- minato Silica, ove esiste gran caseggiato antico alquanto in
tro ho e posseggo, mi appartiene nel predetto fondo Villa deperimento, e con chiesa ed altro, con tutti i suoi acces-
Sant’Antonio, con tutte le sue dipendenze, adiacenze, dirit- sori, dipendenze, diritti d’acqua, intersecato dalla strada
ti, azioni, ragioni, caseggiato da me molto ingrandito con nazionale, pervenuto per diritto su l’eredità del fu nostro
disegno mio proprio sull’antico che esisteva fin dal mille- signor zio D. Marcantonio Fabiani, e per acquisto dell’al-
cinquecento circa, fondato da’ miei maggiori. tro erede nostro cugino signor Tommaso Fabiani. Tal fon-
Voglio che de’ beni lasciati, come dietro, al detto mio do è sito pure in questo territorio di Monteleone giusta i
nipote l’usufrutto debba andare per intero a favore di suo suoi noti confini.
padre mio figlio Pasquale durante la sua vita. Ma quante Il fondo Candrilli sito nella marina di Bivona, limito
volte, Dio non voglia, esso mio figlio Pasquale mancherà a’ Scrugli, Rizzo, Frezza ed altri, pervenutomi per l’interme-
viventi durante la minorità del detto mio nipote, in questa dia persona della mia signora consorte.
ipotesi che sia lontanissima, voglio che l’amministrazione Finalmente il fondo Conace sito nell’agro di
di tali fondi sia devoluta al mio figlio Antonino durante la Monteleone, limito il Dottor Cutelli, Candela, strada pub-
minorità del detto mio nipote, e laddove Antonino non blica ecc. ecc.
vorrà o non potrà amministrare, resta sostituito a lui l’altro Spiego semprepiù che l’assegno dei fondo Pagliarone,
mio figlio Cesare, escludendo in tale amministrazione ogni Sansimino, Silica, Candrilli, Conace, da me si è fatto per
altro. L’usufrutto poi percepito durante tale amministra- compensare al di là del giusto esso mio figlio Pasquale per
zione di mio figlio Antonino, sia di mio figlio Cesare, an- la cessione impostagli (a favore de’ suoi fratelli Antonino e
drà sempre a beneficio di mio nipote Francesco Pasquale, Cesare) del quarto del palazzo di cui già era stato donata-
e voglio che qualunque di essi due miei figli terrà l’ammi- rio, cosicché s’egli non adempirà a questa mia volontà e
nistrazione di cui in parola, impieghi il detto usufrutto nel- condizione sarà obbligato a pagare a’ fratelli lire ventimila
l’acquisto di tanta rendita sul Gran Libro a vantaggio del – £ 20.000 – ovvero rilascerà a loro esclusivo favore i sum-
ripetuto mio nipote. menzionati fondi Pagliarone, Sansimino, Silica, Candrilli,
Voglio espressamente che il ripetuto mio figlio Pasquale Conace, i quali in tal caso formeranno un accrescimento al-
ceda gratuitamente ai suoi fratelli Antonino e Cesare, altri le quote per disponibile e legittima ad essi miei figli maschi.
miei figli, il quarto del palazzo sito in questa città, strada Assegno per quota legittima e disponibile a mio figlio
Cappuccini e Castello, statogli da me donato nell’istru- Antonino i seguenti immobili per le parti che rappresento
mento contenente capitoli matrimoniali. Tale palazzo io su di essi.
avevo in pensiero di dare tutto intero al esso mio figlio Il fondo Cocari sito in sito in territorio di Monteleone,
Pasquale si non si fosse provveduto, come fece, di un’altra limito strada pubblica, signori Augurusa, Francia,
abitazione donatogli da suo zio Barone Fabiani, con mio Gasparro, Ortona, Santulli ed altri nella quale limitazione
piacere, più conveniente alle sue vedute. Per ricompensa di van pure comprese le porzioni Sambuco e Rotondella lascia-
tale gratuita cessione gli assegno i seguenti fondi, per la par- te dal mio defunto fratello Cesare al detto mio figlio
te che rappresento su di essi, benché di maggior valore del Antonino.
suddetto quarto di palazzo. Il fondo detto Maddalena sito in Monteleone acquista-
Il fondo Pagliarone sito in questo territorio, limito i to con mio denaro sotto il nome di mio figlio Pasquale dal

483
FOCA ACCETTA

demanio, secondo risulta da una dichiarazione di esso mio di mio figlio Cesare di lui nipote, così voglio e dispongo
figlio Pasquale rilasciatami. che il medesimo mio figlio Cesare rispetti l’assegno dello
Tutti i fondi rustici ed urbani di mia pertinenza siti nel stesso fondo, come soprana me fatto a favore di mio figlio
territorio di Filogaso. E perché sui beni di Filogaso il de- Pasquale, avendo avuto esso mio figlio Cesare, fra l’altro,
funto mio fratello Cesare rappresentava quattro none par- un corrispettivo su l’assegno a suo favore da me fatto. E
ti ed avendo questo assegnati le medesime a mio figlio muovendo disputa o contrastando in qualunque modo la
Pasquale, voglio che costui rinunzii a favore di suo fratello proprietà del detto fondo Sansimino a suo fratello Pasquale,
Antonino la proprietà e l’usufrutto delle dette quattro no- voglio ch’esso mio figlio Pasquale sia tenuto ad indenniz-
ne parti di tutti i fondi e rispetti l’assegno che fo delle in- zarlo in contante dell’equivalente valore del ripetuto fondo
tiere proprietà di Filogaso a favore di mio figlio Antonino, Sansimino, ed all’uopo lo gravo espressamente per la rival-
il quale dovrà dopo la mia morte rimanere proprietario as- sa del detto valore su la quota di beni assegnatagli con que-
soluto di tutti i beni di qualunque natura posti in territo- sto testamento, volendo che il valore del ripetuto fondo
rio di Filogaso, senza che suo fratello Pasquale possa mole- Sansimino formi un accrescimento della quota disponibile
starlo menomamente per le disposizioni dello zio fatte a suo a favore del detto mio figlio Pasquale.
favore. Assegno ai detti miei figli Antonino e Cesare il palazzo
Dispongo tutto ciò perché egli, Pasquale, con l’assegno sito in questa città di Monteleone, strada Cappuccini e
da me fattogli si ebbe, fra l’altro, un corrispettivo di quan- Castello comprensivi anche la parte ch’io avea disposto a
to potevano valere le dette quote, ed è perciò che, quante favore di mio figlio Pasquale, come pure le case matte di
volte esso Pasquale muoverà disputa, voglio che su la quo- rimpetto al medesimo palazzo, i quattro bassi ossia magaz-
ta di lui favore da me disposta a titolo di prelegato sia te- zini e la stalla, e similmente il fondo Varelli o Castello die-
nuto a pagare a suo fratello Antonino il valore delle ripetu- tro il palazzo medesimo giusta i noti confini di tal fondo,
te quattro none parti in fondi, senza di che non potrà mai da dividersi tra di loro come meglio si potrà senza depre-
pretendere la proprietà delle medesime quattro none parti ziare per causa di vile interesse il disegno, il comodo, l’ar-
sui beni di Filogaso. chitettura e la proprietà.
A scanzo di equivoco dichiaro che tutti i beni di Possedendo in territorio di Pizzo il fondo Piedigrotta,
Filogaso, disposti come sopra a favore di mio figlio Gallo e Cordillaro sotto le diverse sue denominazione, di na-
Antonino, è compreso il fondo Mortilli che figurava com- tura agrumeto in parte, terreno aratorio ed in pendio, limi-
prato dal fu mio fratello Cesare, per sua quota su la dispo- to da levante la strada nazionale, da ponente le arene del ma-
nibile e la legittima, i seguenti fondi per le parti che rap- re, da mezzogiorno Stillitano, e da tramontana il vallone det-
presento su di essi. Tutti i beni stabili, rustici ed urbani, to Vallis Dei, che tutto forma una sola continenza; e volen-
niuno escluso, ed in tutta la loro estensione ed i loro noti do che ciascuno dei miei figli maschi si avesse una parte di
confini, macchine idrauliche, agrumeti, canoni ed altri di- tal fondo, soprattutto per villeggiatura e per delizia, dispon-
ritti, siti nel territorio di Rizziconi, dico sua, in realtà sia go che quella parte che trovasi agrumeto e che ha per limite
mio, come questi confessò nel suo testamento. il signor Stillitano, fino al limite della chiesetta, non esclusa
Assegno a mio figlio Cesare, per sua quota su la dispo- la stessa, in tutto la sua costruzione, e salendo verso oriente
nibile e le legittima i seguenti fondi per le parti che rappre- fino alla strada nazionale, la lascio a mio figlio Pasquale. La
sento su di essi: tutti i beni stabili rustici e urbani, niun seconda parte di tal fondo, la quale ha principio dal limite
escluso ed in tutta la loro estensione ed i loro noti confini, della mentovata chiesetta fino al detto vallone Vallis Dei, la
macchine idrauliche, agrumeti, canoni ed altri diritto, siti lascio ai predetti miei figli Antonino e Cesare. E poiché in
tutti nel territorio di Rizziconi, […] con la spiega che fra questa seconda parte mi trovo d’aver costruito un casino che
tutti i beni siti nello stesso territorio di Rizziconi vi è il fon- limita la strada provinciale, voglio e comando che la pro-
do denominato Sansimino, sopra descritto, il quale ho as- prietà di esso casino sia di tutti i miei figli, da dividersi tra di
segnato come sopra, per quota a mio figlio Pasquale. Ma loro in tre parti uguali affinché abbia ciascun di loro la sua
poiché tal fondo in origine si pertineva al fu mio fratello comodità. Voglio purò che il mio figlio primogenito
Cesare, i quale con suo testamento l’avea disposto a favore Pasquale abbia il quarto superiore e due bassi.

484
FRANCESCO PASQUALE CORDOPATRI: PATRIOTA FILANTROPO E COLLEZIONISTA D’ANTICHITÀ

Assegno alle due mie figlie nubili Maria Grazia e po di terremoto, tutto secondo il disegno che trovasi fra le
Saveria, per loro quota di legittima, i due miei fondi Santo mie carte, il quale caseggiato è anche necessario per sicu-
Antonio e Zuppone, siti nel territorio di Rosarno, giusta i rezza e tutela del palazzo. Resta anche attribuito ad essi miei
noti limiti e confini di essi fondi, circostanti quell’abitato. figli Cesare ed Antonino il diritto di rivendicare, se lo cre-
Però siccome voglio che le dette due mie figlie abbiano una deranno, l’ortello dietro le nostre case matte site avanti la
dote di ducati diecimila, pari a lire quarantaduemilacin- piazza de’ Cappuccini, e dietro l’attuale stalla, rimessa ed
quecento, £ 42.500, per ciascuna: così dispongo che la pro- altro. Tale orticello viene presentemente posseduto, non so
prietà sia fino alla concorrenza della somma di ducati ven- come, dal signor Gagliardi, ed era un tempo di nostra fa-
timila, pari a lire ottantacinquemila, £ 85.000; e qualora miglia, giusta i titoli che si conservano nel mio archivio, e
non giungeranno a tale valore, mio figlio Antonino dovrà dove i nostri maggiori entravano per un cancello del quale
supplire alla mancanza con altri suoi fondi. Se poi il valore tuttavia esistono le corrispondenti imposte di fabbrica.
di essi sarà maggiore dei ducati ventimila, l’avanzo rimane Non avendo mio figlio Pasquale alcuna macchina idrau-
attribuito allo stesso mio figlio Antonino. lica oliaria ne’ beni che gli ho di sopra assegnati, voglio, or-
Esso mio figlio Antonino ed il terzo mio figlio Cesare dino e comando, che mio figlio Cesare gli dia, gratuita-
avranno l’obbligo di dar abitazione alla mia diletta consor- mente senza riserba alcuna, l’uso di quattro pietre macine
te in tre stanze del quarto nobile del palazzo loro assegnato delle undici che esistono nella macchina sita nella proprietà
come sopra, sito in questa città strada Cappuccini e della Franola da me lasciata ed assegnata al detto mio figlio
Castello, ed a piacimento di lei, con tutti gli addobbi che Cesare insieme a’ beni in territorio di Rizziconi. Tale uso
vi si troveranno al tempo della mia morte, e col diritto d’ac- che io dispongo a favore di mio figlio Pasquale dovrà dura-
cesso e di servirsi della più conveniente delle quattro cuci- re per anni sei, nel qual termine spero che curi di provve-
ne del palazzo medesimo. dersi di macchina nei suoi fondi e specialmente nel caseg-
Dove abiterà la mia signora vi avranno uguale diritto le giato di Villa Sant’Antonio, costruendone una a vapore, ol-
mie figliuole Maria Grazia e Saveria finché non saranno tre di qualche macchina ad acqua nel fondo Telesio lascia-
collocate in matrimonio, ed anche se, non essendo ancora to ad esso mio figlio Pasquale nel testamento del defunto
maritate, premuoia ad esse la detta mia sposa loro madre. suo zio Cesare mio fratello. Dopo tale termine di anni sei
S’intende gia, ed io espressamente lo comando, che tanto i tutta la suddetta macchina idraulica nel fondo Franola e le
miei figli Antonino e Cesare, che avranno la proprietà del undici pietre macine saranno di esclusivo uso e godimento
palazzo suddetto, quanto la mia signora e le mie figlie di esso mio figlio Cesare a di cui favore è stata da me di-
Maria Grazia e Saveria, che vi avranno [reci]procamente il sposta. Le dette due macchine, che spero voglia per suo co-
diritto d’abitarvi nel modo già detto, avranno pure la fa- modo far costruire esso mio figlio Pasquale in Villa
coltà di servirsi delle acque della cisterna esistente nel cor- Sant’Antonio e nel fondo Telesio, dovranno servirgli la pri-
tile, del diritto d’ingresso pel portone e delle scale che sa- ma per molire ulive e l’altra per lavorare noccioli.
ranno comuni per poter ciascuno accedere nella rispettiva Dichiaro di lasciare le mie scritture e quelle di nostra fa-
dimora. Voglio del pari che abbiano il diritto d’ascoltare la miglia a ciascuno de’ miei figli conforme ai loro rispettivi
messa nella cappella o chiesetta, sotto il titolo della Vergine interessi. Le carte poiché riguardano il nostro Casato voglio
SS.ma Addolorata, sottostante al palazzo, raccomandando che siano conservate dai miei tre figli maschi, cioè gli ori-
loro di mantenervi con decenza il corrispondente culto di- ginali dal più piccolo di essi Cesare, ed altrettante copie au-
vino. tentiche dagli altri due miei figli Pasquale ed Antonino. Si
Colgo quest’occasione per raccomandare ai miei figli raccomando loro di custodirle per decoro di nostra
Antonino e Cesare il progetto che io non ho potuto finora Famiglia e per memoria de’ nostri maggiori. E sul proposi-
attuare per la mia cagionevole salute: quello cioè di co- to non lascio di raccomandare a detti miei tre figli maschi,
struire, col loro comodo, dietro il palazzo suddetto e pro- e con sommo calore, l’attenta e accurata lettura delle dette
priamente nella Coltura Varelli a loro assegnata, una vil- carte tutte e per tutto, nessuna esclusa, immediatamente
letta con caseggiato ad uso di stalla, rimessa, abitazione pei dopo il mio decesso, affinché s’illustrino intorno alle cose
domestici, magazzini ed una baracca per sicurezza in tem- che li riguardano, e non siano colti all’improvviso nelle cir-

485
FOCA ACCETTA

costanze, né siano ignari delle fasi e della nobile condizio- di accrescimento tra loro a titolo di prelegato ed anteparte
ne della loro famiglia. e con la dispensa della collazione.
Chiudo questo mio testamento col dichiarare formal- Raccomando a’ miei diletti figli di continuare a conser-
mente che nelle soprascritte mie disposizioni mi sono stu- vare tra loro l’armonia e la pace domestica, e di zelare il
diato di tenere presenti le convenienze di ciascuno de’ det- proprio onore e quello della patria e di vivere giustamente
ti miei figli, riguardando le loro particolari circostanze di nel santo timore di Dio, da cui imploro la prima delle ce-
età, salute, senz’alcuna deferenza e credo in coscienza di lesti benedizioni sul loro capo e sui loro discendenti.
non essermi ingannato. Ma se per qualunque causa o mo- Da ultimo voglio, dico, ordino che i miei figli facciano
tivo potrà venir meno la divisione inter liberos come sopra le mie esequie senza veruna promessa, bastandomi che at-
da me fatta, è sempre la mia volontà, come ho detto e ma- tendano alla celebrazione delle messi in suffragio dell’ani-
nifestato fin dall’esordire le presenti mie disposizioni, e vo- ma mia e per tutt’altro si attengano a ciò che loro comuni-
glio ognora più che i miei figli maschi Pasquale, Antonino cato a voce
e Cesare e mio nipote Francesco Pasquale siano miei eredi
universali e particolari del disponibile, ossia della metà di Monteleone di Calabria, 19 gennaio 1876
tutti i miei beni e di tutto quanto ho e posseggo, col dritto Commendatore Francesco Pasquale Cordopatri

486
FRANCESCO PASQUALE CORDOPATRI: PATRIOTA FILANTROPO E COLLEZIONISTA D’ANTICHITÀ

ABBREVIAZIONI: ASVV = Archivio di Stato di Vibo Valentia. annebbiare l’antico lustro di padrona di feudi, furono sprone a
Francesco Pasquale Cordopatri, perché tutto il pensiero e tutto l’inte-
resse lo dedicasse per qualche tempo al rifacimento, all’acconcime, al-
NOTE la ristorazione economica, all’augumento di questa rilevante eredità.
Laboremus egli disse allora, ed eccolo alla testa di ciurme di contadini
1
G. SCALAMANDRÈ, a cura di, Liber Carminun. Inedito dei secc. XVI- darsi qua a prosciugare e bonificare pantani e stagni, là dissodare lan-
XVII, Vibo Valentia, Qualecultura-JacaBook, 1993, pp. X-XXI; G. de e brughiere, a questo luogo con comitive d’artigiani d’ogni magi-
GALASSO, Economia e società nella Calabria del Cinquecento, Milano, stero stabilire fattorie, in quell’altro tramutare coloni a portarvi nuo-
Feltrinelli, 1975. ve piante, raffazzonare, innovare in ogni cosa. […] In poco più d’un
2
La famiglia Cordopatri ha origini antichissime. Una iscrizione su una decennio, dal 1833 al 1845, […] sorsero come per incanto da tale sua
lapide ritrovata a Rizziconi fra i ruderi dell’antico palazzo riportava un iniziativa ed attività, masserie modello là dove c’era stato non altro che
sunto storico trascritto dal notaio Damiano Affilastro. Il capostipite macchie e fratte selvagge di vepri, di felci e di sterpi, giardini di cedri
fu Sigismondo Capace, figlio di Corrado, un nobile tedesco giunto in e aranci, orti ridenti di pometi, tenute amenissime rallegrate da mi-
Italia nel 1220 al seguito di Federico II di Svevia. Dopo la caduta del- gliaia di filiari di viti e di gelsi, à dove la vista era stata accorata allo
la dinastia sveva, Sigismondo si rifugiò a Roma, dove per salvarsi cam- spettacolo d’interminabili e desolanti paludi. […] Proverbiale fu […]
biò il suo cognome in Cordopatri, dall’espressione latina «cor do pa- in quei paesi della Piana il suo fare tutto bonario e alla mano, del gen-
tri», un cognome simbolico che alludeva all’offerta della sua vita al tiluomo che sa essere cortese ed amabile con chi lo serve, senza essere
Signore. I Cordopatri si trasferirono poi in Sicilia e in seguito in mai volgare e basso anche quando ha motivo di alterarsi e accigliarsi
Calabria dove si stabilirono definitivamente fondando il paese di un poco. In mezzo a fattori, segretarii e contabili lo si vide continua-
Rizziconi. Cfr. G. B. MARZANO, Genealogia della famiglia Cordopatri, mente in quel periodo di evoluzione della sua mente amministratrice
Laureana di Borello, Tip. Editrice Popolare, 1914. e della sua sostanza patrimoniale, sedersi patriarcalmente a terra sotto
3
Il Marzano (Ivi, p. 21), Genealogia, cit., p. 21 indica il nome di un albero a far colazione o desinare, dividendo il pasto fra i lavoratori
Tommaso, mentre nel manoscritto conservato dalla famiglia e foto- e ammettendo costoro a discorrere con lui liberamente, ammaestran-
grafato da Samà Francesco (cfr. più avanti nota 10) si legge il nome di doli, moralizzandoli, inculcando delle verità attinenti all’agricoltura e
Federico. Comunque sia ad un Grillo sposato con Maddalena alla pastorizia […]» N. LA FORTUNA, Cenno biografico di Francesco
Cordopatri si deve l’edificazione del nucleo originario del palazzo, che Pasquale Cordopatri patrizio monteleonese, Piazza Armerina,
per mancanza di discendenti diretti passò a Pasquale Cordopatri chia- Stabilimento Tipografico di Adolfo Pansini, 1886, pp. 4-5.
mato alla successione dalla zia Maddalena. 9
ASVV, Notaio Giuseppe Giusto, b. 1941, atto del 21 ottobre 1857,
4
Dal matrimonio tra Porzia Solari e Antonio Paparatti nacque Orsola ff. 491-496 v.
Paparatti, consorte del barone di Santa Caterina Diego Di Francia. I 10
In un manoscritto, conservato dalla famiglia elaborato probabil-
capitoli matrimoniali furono stipulati nel 1766. La dote di 25 mila du- mente alla fine ‘800, l’articolazione e la disposizione interna del ma-
cati portata da Orsola venne impiegata dai di Francia per pagare l’ac- nufatto sono descritti nei termini: «Tal palazzo costa delle seguenti
quisto del feudo di Santa Caterina. Cfr. Archivio privato Enrico Reale- parti: un androne basolato di pietra granita, a fronte del portone com-
Di Francia Vibo Valentia Capitoli Matrimoniali, 1766. parisce la scala di pietra granita, ai lati dell’androne esistono due por-
5
Per i rapporti economici e commerciali tra i Cordopatri e i parenti te d’entrata nei magazzini, che si contano nel numero di tre; al primo
Di Francia e Romei cfr. ASVV, Notaio Rizzo Francesco, atti del 14 lu- riposo della scala si veggono due vette di scala, una conduce alla cuci-
glio 1788, ff. 53 v – 66; del 20 luglio 1788, ff. 62-64; del 28 marzo na, ed una prosegue il suo cammino pel primo appartamento. Nel ri-
1789 ff. 13-14 v. posto di essa vetta si vedono due porte di entrata pel primo apparta-
6
G. B. MARZANO, Genealogia cit., p. 27. ASVV, Notaio Candela mento, quindi prosegue con altre due viste e termina al secondo no-
Leoluca, b. 1111, anno 1804, atto del 30 ottobre, ff. 174-183: Capitoli bile piano. Il primo piano vien composto di una saletta ed otto stan-
matrimoniali tra Pasquale Cordopatri e Caterina Lombardi de’ ze, inclusi due camerini, più vi è una grande cucina dalla quale si en-
Satriani. Su Pasquale Cordopatri e la sua collezione si veda in questo tra in un picciolo atrio ove esiste una cisterna; dall’ultima stanza a si-
stesso volume il saggio di F. CAMPENNÌ, pp. 455 e sgg. nistra si entra in un coretto per comodo di ascoltar la messa la fami-
7
ASVV, Notaio Luigi D’Inzillo, b. 1409, atto del 22 maggio 1839, ff. glia Cordopatri nella chiesetta che fa parte di detto palazzo, chiesetta
321-324. costruita alquanto anni dopo della edificazione del palazzo, cagion per
8
Ivi, atto del 7 settembre 1839, ff. 579-582 v. L’impegno e la deter- [cui] si è essa aggiunta al palazzo con un disegno congegnato alla me-
minazione dimostrati per risollevare le sorti della famiglia sono de- glio per non far sfigurare la facciata anteriore. Il piano nobile vien
scritti, nella biografia di Francesco Pasquale Cordopatri, elaborata nel composto da un richiuso gran tetto al termine della scala, nel quel si
1886 da Nicola la Fortuna, con i toni enfatici tipici dell’oratoria otto- osservano la porta di entrata a fronte, ed a lato dritto la scala di legna-
centesca, utile a delineare la personalità di un uomo dal carattere for- me che conduce ad un superiore quartino, da una sala anticamente
te e risoluto, ma intimamente progressista e democratico; infatti si leg- galleria, e numero sei stanze, due retré, ed in una stanza vi è il focone.
ge: «[…] L’amor proprio, germinante in un giovine dall’attrattiva del- Il quartino superiore viene composto di stanze numero tre, di una cu-
le memorie gentilizie che ne decorano il rango, l’ansia d’un virile pro- cina, ed un retré nonché di una saletta. Cammin facendo si va nella
posito a rinvigorire il materiale benessere di una casa e non lasciarne scala nobile, che in quella del quartino superiore s’incontrano due pic-

487
FOCA ACCETTA

cole porte che vi menano in due camini per comodo di tener carboni 14
Per un asilo infantile in Monteleone, Monteleone, Tip. Giovanni
o altro che si vorrà. Il palazzo è sito nella strada Cappuccini, confinante Troise, 1867.
da nord via pubblica, come pure da est e da sud. Da ovest poi limita 15
N. LA FORTUNA, Cenno biografico cit., pp. 17-18.
l’orto di Don Antonio Costanzo. Su tal palazzo non vi esiste alcun cen- 16
Il Marzano di questo suo lavoro di inventariazione, catalogazione e
so, peso, o servitù. La baracca in cui venne in[n]alzato il palazzo di cui trascrizione delle iscrizioni rinvenute sui reperti archeologici raduna-
è parola, si era costruito da D. Pasquale Cordopatri sopra alcuni ru- ti dal Cordopatri ne da conto nel saggio Notizie degli scavi eseguiti dal
deri di antico palazzo che si aveva ricevuto in eredità dalla famiglia 1861 al 1886 nel monteleonese. Necropoli Ipponiate e Villa Gelonia.
Grillo nobile di Briatico, oriunda da Stilo e da Oppido, che si estinse Iscrizioni e bolli, pubblicato nel 1887 sulla «Strenna Letteraria
da più di un secolo e mezzo di una certa Maddalena Cordopatri [che] dell’Avvenire Vibonese», cfr. Giovan Battista Marzano. Scritti storici,
aveva sposato un certo D. Federico Grillo. È riportato in catasto sot- genealogici e demologici, a cura di F. CAMPENNÌ, Vibo Valentia, tipo-
to il nome di Cordopatri D. Pasquale all’articolo 313, per la rendita grafia Mapograf, 1999, pp. 127-144.
di ducati sessantotto, unitamente ad altri tre cespiti ed alle case dei 17
G. B. MARZANO, Genealogia cit., pp. 35-36.
quali si farà cenno appresso. Tale antico palazzo fu accresciuto, re- 18
Ibidem.
staurato dal commendatore Cordopatri Francesco Pasquale e fratelli». 19
L’inventario fu redatto dal notaio Domenico Citanna, unitamente
Cfr. F. SAMÀ, Palazzo Cordopatri, in Un presidio di Civiltà. Dimore sto- ai periti nominati, in tre sedute distinte: 1 novembre 1886, 18 di-
riche vincolate in Calabria, a cura di G. CERAUDO, Rubbettino, Soveria cembre 1886, 15 gennaio 1887. Cfr. ASVV, Atti Pubblici Vibo
Mannelli, 1998, pp. 248-250. Valentia, b. 76, ff. 433-442.
11
N. LA FORTUNA, Cenno biografico cit. 20
ASVV, Notaio Giuseppe Giusto, b. 1941, anno 1857, atto del 21 ot-
12
Ibidem, pp. 16-17. tobre 1857, ff. 491-496 v.
13
Valentianum. Il convento domenicano di Vibo Valentia attraverso il 21
ASVV, Atti Pubblici Vibo Valentia, b. 91, ff. 89-98 v. Il testamen-
tempo, a cura di F. ACCETTA-G. FLORIANI-G. NAMIA, Tropea, to, redatto in Monteleone il 19 gennaio 1876, fu pubblicato il 18 lu-
Romano Arti Grafiche, 2009. glio 1894 dal notaio Ortona Francesco Saverio.

488
FRANCESCO PASQUALE CORDOPATRI: PATRIOTA FILANTROPO E COLLEZIONISTA D’ANTICHITÀ

FONTI ARCHIVISTICHE ra di F. CAMPENNÌ, Vibo Valentia, tipografia Mapograf, 1999.


GALASSO, G., Economia e società nella Calabria del Cinquecento,
Capitoli matrimoniali 1766. Milano, Feltrinelli, 1975.
ASVV, Atti Pubblici Vibo Valentia, b. 76, ff. 433-442. LA FORTUNA, N., Cenno biografico di Francesco Pasquale Cordopatri
ASVV, Atti Pubblici Vibo Valentia, b. 91, ff. 89-98 v. patrizio monteleonese, Piazza Armerina, Stabilimento Tipografico
ASVV, Notaio Candela Leoluca, b. 1111, anno 1804, atto del 30 ot- di Adolfo Pansini, 1886.
tobre, ff. 174-183 MARZANO, G. B., Genealogia della famiglia Cordopatri, Laureana di
ASVV, Notaio Giuseppe Giusto, b. 1941, atto del 21 ottobre 1857, ff. Borello, Tip. Editrice Popolare, 1914.
491-496 v. Per un asilo infantile in Monteleone, Monteleone, Tip. Giovanni
ASVV, Notaio Luigi D’Inzillo, b. 1409, atto del 22 maggio 1839, ff. Troise, 1867.
321-324. SAMÀ, F., Palazzo Cordopatri, in Un presidio di Civiltà. Dimore stori-
ASVV, Notaio Luigi D’Inzillo, b. 1409, atto del 7 settembre 1839, ff. che vincolate in Calabria, a cura di G. CERAUDO, Rubbettino,
579-582 v. Soveria Mannelli, 1998, pp. 245-252.
ASVV, Notaio Rizzo Francesco, atti del 14 luglio 1788, ff. 53 v – 66; SCALAMANDRÈ, G., a cura di, Liber Carminun. Inedito dei secc. XVI-
del 20 luglio 1788, ff. 62-64; del 28 marzo 1789 ff.13-14 v. XVII, Vibo Valentia, Qualecultura-JacaBook, 1993.
Valentianum. Il convento domenicano di Vibo Valentia attraverso il tem-
po, a cura di F. ACCETTA-G. FLORIANI-G. NAMIA, Tropea,
BIBLIOGRAFIA Romano Arti Grafiche, 2009

Giovan Battista Marzano. Scritti storici, genealogici e demologici, a cu-

489

Potrebbero piacerti anche