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Mil
LA
CMLTA CATTOLICA
ANNO QUABANTESIMOSETT1MO
VOL. VI.
DELLA SERIE DECIMASESTA
V
2>
ROMA
DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE
Via di Bipetta, 246
1896
- 9
FEB 1957
PBOPBIETA LETTERARIA
sua politica, infelice nella sua milizia, infelice nelle sue finanze ;
infelicissima nel suo presente, piu ancora che nel suo passato,
<e,che peggio e, infelicissima per quello che del suo futuro puo
presagirsi. Nel canto di questa elegia, amici e nemici si sono
accordati. Cio che si e letto od inteso fra noi d' iroso, di lu-
E le cause ? Innumerevoli se ne
sogliono addurre dalla
turba dei sapienti e degP insipienti del liberalismo, i quali, a
maniera del caae, si fermano a guardare il sasso tiratogli ad-
dosso, e non la mano che 1' ha tirato. Di cause immediate e
6 LEZIONI DELLA PROVVIDENZA
puo tessere una lunga fila. Ma pochi, ancora fra i cosi nomi-
nati benpensanti, sorgono a quella prima e potissima, che tutte
le altre compr.ende, perche tutte e ciascuna ha indirizzate e
indirizza a raggiungere i suoi fini: vogliamo dire alia Prov-
II.
1
c. xxxix, 20.
*
Mai. 5, 4.
AOL' ITALIANI 7
trova pericolante?
III.
!
effervescenza popolare che minaccia 1'edifizio eretto sopra
,
IV.
sua nel mondo. Questo ebbe in mira la setta, motrice delP im-
presa e goditrice dei frutti suoi, che sono stati Poro, il sangue
e Ponore della nazione.
Ma due argomenti coi quali sedusse il popolo italiano e
i
1
Dichiarazione del marchese di Rudini alia Camera, il giorno 17
marzo 1896.
12 LEZIONI BELLA PROVVIDENZA
1
Giornale H Mattino di Napoli, num. 14-15 marzo 1896.
AGL' ITALJANI 13
combattere, non poteva avere che una molle idea della guerra.
Che cos'era pel popolo italiano la guerra? Una serie di grandi
razzie garibaldine, di battaglie francesi, nelle quali il re d'ltalia
conquistava i
galloni di caporale, e di proficue disfatte. Tren-
t'anni di grandi manovre e di dispute bizantine sul parasitismo
V.
duta ;
cosi la giustizia medesima, fino da dieci anni, ha spinta,
1
ivi.
14 LEZIONI DELLA PROVVIDENZA
costa del Mare Rosso, che bagna la terra in cui Faraone te-
1
EXOD. VIII, 4-19.
16 LEZIONI BELLA PROVVIDENZA
VI.
gliano il
corpo sociale.
Cosi ha scritto e stampato Edoardo Scarfoglio *, forse piu
1
11 Mattino di Napoli num, cit.
LA NORYEGIA
E UNA COKSA APOSTOLICA DI MONS. FALLIZE
I.
vestigia.
Ma venne, ai tempi della riforma luterana,
la patria loro
II.
III.
appanna.
Nel piu fitto delle tenebre vedesi a un tratto biancheggiare
Porizzonte come allora che albeggia, poscia apparire un
grand' arco luminoso in cielo, che poggia a smisurata altezza,
e dolcernente scende fino a posare sulla terra o sul mare.
L'arco risalta e spicca dal cupo fondo del cielo con una tinta
ora argentina, ed ora di dolce zaffiro o di fiammante piropo,
dal cui centro e dagli orli sprizzano lampi e scintillii di ru-
bini, di crisopazii, di
smeraldi, di giacinti intramezzati da dar-
deggiamenti e guizzi di luce si sfolgorante che 1'occhio non
la sostiene.
IV.
y.
husmand, a'
quali proprietario cede 1'uso e il frutto del suo
il
e per forma ch'ella sola puo rifornirne gran parte del mercati
di Europa ;
sue coste brulicano di aringhe, merluzzi,
dacche le
VI.
gran fatto ;
e la ragione di cio sembra essere il manco di
economia e il lusso sfrenato che vi regna. Gonsumasi oggi
famiglia, in cui i
genitori ammaestrano essi stessi i figliuoli,
massime nelle lunghe notti invernali, sia al gran numero di
scolari che frequentano le scuole comunali, nonostante il
lungo
cammino che debbono spesso percorrere per arrivarvi, sia fi-
nalmente per un'assai commendevole industria usata dal Go-
verno, il quale manda ogni anno per le provincie maestri am-
bulanti, incaricati di sorvegliare 1'istruzione de' fanciulli e di
ne' quali sulle loro ottomila navi essi visitano ogni angolo della
abitatori, sia
per appagare la dotta curiositk dei nostri lettori,
sia per seguire con maggior conoscenza de' luoghi e delle
persone la corsa apostolica di M. r Fallize, il quale ci forni
molte delle notizie da noi piu innanzi accennate.
E UNA CORSA APOSTOLIGA DI MONS. FALLIZE 29
VII.
E
qui egli nota che senza questi canali e senza i laghi
il paese sarebbe una landa deserta, dove che con essi e per
essi non solamente possiede le piu belle vie di comunicazione
amici.
Ma nel nostro interminabile inverno tutto cambia d'aspetto,
massime lungo la costa orientale. Mentre il gulfstream impe-
disce che il mare e anche i fiords della costa occidentale ge-
VIII.
tenere Palto mare, e non puo entrare che ne' porti assai ricchi
per mantenere aperto un canale. Quanto agli altri porti, vi
si spediscono la posta e le mercanzie in treggia fino al limite
de' ghiacci, trasformati in uno scalo provvisorio e nonostante
;
IX.
edificata.
da S. E., e la calca con che affollossi cola alle funzioni del po-
r
meriggio, e accompagno poscia M. Fallize alia visita e bene-
dizione delPospedale, vivamente commossa, non meno degli
infermi, dallo spettacolo della carita cattolica. Si corono la
LA MACEDONIA
1
STRAB. VII, Fragm, 11.
GLI HETHEI-PELASGI NEL CONTINENTS ELLENIGO 37
L' Ematia, considerata ne' suoi limit! geografici, ebbe a set-
tentrione la Pelagonia e la Migdonia; a mezzodi la Tessaglia;
a oriente la Pieria e il seno Termaico e ad occidente 1'Adria-
tico *. Vero e che i poeti usano il nome di Ematia per tutta
2
la Macedonia, la Tessaglia e la Farsalia . Poiche dell' origine
-del nome Ematia, come Emathos, di Macedone, di fratello di
1
PLIN. H. N. IV, 10, 17.
Cf. VERG. (Zeorg. I, 492; OVID. Met. 15, 825; Luc. Phars. I, 694 e
passim.
3
DE CARA, Gli Hethei-Pdasgi, VoL I, p. 403, 405.
*
A*POLLODOR. Ill, XII, 11, 4.
6
Cf. DE CARA, o. c. p. 654.
38 GLI HETHEJ-PELASGI
si noti che questo nome nel Lib. I, cap. I, de' Maccabei &
scritto :
capo VIII, 5, dello stesso Libro, KITI&OV.
Xeneteifx, e al
La terra dunque de' Khettim o de' Kitii e la Macedonia del
tempo di Alessandro il Grande e di Perseo, perciocch6 1'uno
e detto il Macedone e che usci dalla terra di Khettim, e Faltro
maggior parte delle citta lungo il mare:... vfjaoi IE TcSaai, xai TO.
3
TtXefa) TWV Tiapa GaXaaaav -)($i\L 6716 'Eppafwv 6vo[ia^iat . Ora 1'an-
Cf. DE CARA, o. c. p.
1
428, sfeo.
2 DE CARA, o. c. p. 58 e segg.
3
FLAV. I. Ant. lud. I, 6, . I.
NEL CONTINENTE ELLENIGO 39
tra' popoli della Macedonia v' erano i Brigi, che poi trasmi-
grati d' Europa in Asia, si dissero Frigi. 01 & ^puyes, &$ Ma-
*s86vs Xlyouai, IxaXsuvio Bpfyss XP^ VOV Saov EGpawcr/foi ^6vT$ au-
VCLXO: laav Maxe86ac. [Aia[3avT Se i? TTJV 'Aafyv a[Aa -qjx^ * al
TO ouvojAa (jLEil^aXov i; Opuya? *. Ora, come fu da noi dimostrato,
non sono Brigi che passano d' Europa in
i Asia, si bene i Frigi
che primi vanno ad abitare le contrade de' Brigi, e la tras-
formazione de' nomi" non e altrimenti quella che ci da Ero-
doto, ma la contraria. I Frigi si mutano in Brigi, non vice-
1
HERODOT. LXXIII.
VII,
*
Cf. DE CARA, c. p. 627 e
o. seg-g.
3
HERODOT. V, XXII.
40 GLI HETHEI-PELASGI
1
STRAB. VIII, VI, 9.
2
STRA.B. 1. c.
3
DE CARA o. c. p. 321, dove si prova Teguaglianza fra Ai^stog ed
HetJiaeus.
k
Cf. 0. MILLER, Dorians, Vol. I, p. 3 della trad, ing-lese.
NEL CONTINENTE ELLENIGO 41
imparar quella degli Arii. Ora 6 noto che molti nomi di citta,
di monti, di fiumi, di divinita, di feste e di assai altre cose
restano e perpetuano anche sotto
si la signoria de' conqui-
vano e li fan propri. Laonde dove troviamo Arii col loro idioma
in paesi che furono prima de' Pelasgi, non puo fare che voci
pelasgiche non si sieno infiltrate nelP idioma ario,
avvegnachk
prendendo, conservata la radice, forma e fattezze convenevoli
alia natura del nuovo linguaggio. Se nelle nostre province
d' Italia, dove per piu o meno tempo dominarono
Alemanni,
Frances! e Spagnuoli, vivono tuttora parecchi vocaboli delle
costoro lingue, a maggior ragione ne sarebbe restato un piu
gran numero, anzi la lingua italiana si sarebbe guasta e cor-
rotta con voci e modi non suoi, se qualcuno de' tre ricordati
verasse dalle voci italiche quelle che tali non sono, si bene
tedesche.
Ma il caso non sarebbe lo stesso per la ricerca di vocaboli
nelle iscrizioni d' una delle piu illustri nazioni, 1' etrusca. II
studio de' dialetti gia ricordati, ne' quali sono tuttora vivi gli
element! dell' idioma pelasgico. II secolo XIX, ch' e in sul chiu-
dersi, restera memorabile nella storia letteraria per il decifra-
mento della scrittura geroglifica delPEgitto e della cuneiforme
assira ;
ma P idioma etrusco, benche la sua scrittura sia nota,
rimane tuttora muto. Al secolo che terra dietro al nostro, sara
sola che giace a mezzodi della catena del monte Cissus, Kca-
seguenze: che i
popoli primitivi della Calcidica che furono i
1
STEPH. B. s. v.
2
STRAB. X, III, 19.
3
EUSTATH. in Dio. PERIEG. 764.
NEL CONTINENTE ELLENICO 45
1
THUCYD. IV, 109, 4.
*
Cf. DE CARA, c. c., p. 408.
3
Cf. DE CARA, o. c., p. 407.
46 GLI HETHEI-PELASGI
2
thoon, Thyssus, Gleonae Goteste citta peraltro sono da Tuci-
.
1
HOM. II. XIV, 29.
1
HERODOT. VII, XXII.
3
THUCYD. IV, CIX.
4
DE CARA, o. c. p. 640, 641.
NEL CONTINENTS ELLENIGO 47
verranno piu tardi dal settentrione d' Italia, non per recare la
civilta che nel Lazio era antichissima, ma per prendervi parte
lidi.
i
v.
1
Vedi quaderno precedente
e la nota apposta a pag 665. 1
.
2
Nella pratica le scuole governative non danno nessuna istruzione re-
ligiosa, e credo che anche nelle altre scuole, non dirette dai missionarii, non
si insegni relig'ione.
52 LA DONNA
In terzo luogo Peducazione, che sivuol cosi impartire, non
e per nulla acconcia alia donna ;
la quale dalla natura stessa
solamente ; perche i
ragazzi, essendo insieme colle ragazze, im-
1
Vedi nostro quad. 1084 del 17 ag-osto 1895, pp. 501-510.
2
lb., pag. 502.
NELLE INDIE ORIENTALI 53
VI.
dove i
ragazzi, se passano Teta dei 12, 15, 18 e 20 anni non
hanno stipendii, per le ragazze basta l'et di 13, 16, 19, 21 anni.
Ma e superfluo addurre altri esempii, dappoiche tutto il codice
e in favore delle ragazze. Inoltre, se si tratta di aprire scuole
apposte ai nuovi istituti, sia negli aiuti pecuniarii che per av-
ventura occorressero. Cosi, quando a Mangalore si apri la scuola
Vittoria per le Indiane, il Direttore della pubblica istruzione
stimo onore suo di presiedere all' apertura. Pochi anni fa, per
favorire T istruzione delle donne, il Governo diede speciali ispet-
trici alle scuole femminili, mentre prima queste erano visitate
dagli ispettori.
Un altro mezzo potente per diffondere 1' educazione e 1' isti-
VII.
VIII.
Bisogna distinguere il
programma di quest! due ultimi anni
da quello degli antecedent!. II presente e calcato quasi per in-
tero sul programma per i
giovani. Almeno nelle class! alte,
voglio dire, delle matricole F. A., B. A., non v'e nessuna diffe-
PREMONIZIONE.
CAPITOLO PRIMO.
I.
rito, che e un paradisino di delizie. Beata te, cbe sei nata sotto
addosso, Tuna non aspetta 1'altra. Non fosse altro, tu sei con-
cevuto !
- La nostra
Si, e vero. gratitudine a quei buoni Padri del
collegio, che ci hanno educato ed istruito Aldo, sark eterna.
Di questo figliuolo non si possono fare se non elogi. Egli e
la speranza di suo padre, 1'
allegrezza di sua madre, la perla
del nostro casato.
E la bellissima e graziosa Rita? Io mi figuro ch'ella debba
essere la tua gioia. Ah, se la mia piccola Giuseppina diven-
tasse piu tardi come lei, avrei per nulla tutte le tribolazioni
he soffro ! Non
direbbe che tanto ingegno, brio e spirito
si
II.
Dove ?
Al Pino.
ho pur detto stamani, che questa non era giornata
Ti
da o da gite e ti conveniva tener compagnia alia zia
visite, ;
promise loro che oggi, senza meno, sarei andata. Yengono altre
loro amiche, mie compagne di convitto, per le grandi partite
di Croquet, con premii americani. Mancar di parola non si puo.
Si promise ! lo veramente non promisi nulla. Tu da te,
- Gara mi
zia, scusi tanto: la sua visita non era saputa;
rincrescerebbe di fare, la al Pino, una figura non bella.
Te la risparmiero io la figura non bella; soggiunse la
madre. E presto fatto. Mando subito ilcocchiere, con un mio
bigliettino di scusa alia Teresa.
No, Claudia, te ne prego, non privare, per cagion mia,
la Rita di un gradito suo divertimento; ripiglio la Virginia.
gioventii ama i suoi pari. Qua, sempre sola con te, un pochino
sideve annoiare. Noi, da giovani come lei, volentieri ci spas-
savamo, colle parenti e colle amiche. Non te la pigliar tanto,
Claudia ! Se la tua Rita non ha altri demeriti che questo, puoi
ringraziar Dio.
La Claudia tacque, e con bel garbo cerco di sviare il ra-
gionamento. Pure chi ne avesse scrutato 1'occhio ed il sem-
biante, vi avrebbe letto qualche cosa altra, che le labbra non
esprimevano, ma dentro le amareggiava il cuore. E la Virginia,
III.
nozze.
Teobaldo, ovvero Aldino o Aldo, come per vezzo fu poi
chiamato, era cresciuto robusto, vivace, studioso e costumato
quanto desiderare si potesse. Alle cure dei maestri, che nel
collegio si erano adoperati ad ammorbidirne il naturale ruvido
e selvatico, aveva corrisposto piu di quello che si sperava. La
Serie XVI, vol. VI, fasc. 1099. 5 27 marzo 1*696.
66 RITA - STORIA DI IERI
impetuosa baldanza.
II giorno nel quale, dopo ottenuta negli esami rultima li-
in tempi come i
presenti, nei quali avvengono tantf capitom-
boli e cadimenti di famiglie opulentissime. Molto piu che di
sola entrata delle terre diviene difficile campare da signore,
per che sempre aumentano, e per le rendite che sem-
le tasse
IV.
E come ti ha detto?
Mi ha detto, che gradirebbe tanto di'vederti in quel
V.
superata.
Quanto poi i rari talenti suoi le guadagnavano di concetto,
altrettanto i non men rari altri suoi pregi le conciliavano di
Angelico da Fiesole.
Per giunta, si mostrava semplice di modi e niente, nel suo
trattare, orgogliosa. Oltre cio, era d'anima illibata, pia e pro-
piu che, se ella voleva sodo quello che s' impuntava a volere^
non le sembrava mai di volere il male. Magra scusa di uno
spirito annebbiato da eccessiva presunzione di se.
La signora Claudia, piu tardi, si lagnava a torto che le
Madri avessero mancato di formarle la figliuola, come nel col-
legio le era stato formato Aldo: e gik qualche cenno di la-
mento aveva dato, nel suo parlare della Rita, con la signora
Virginia. Non considerava ella, che Aldo era di tempera ben
altrimenti manevole che la sorella, e dove la materia resiste,.
non vi ha magisterio di educatore che possa.
Povera signora ! La cugina le faceva il panegirico delle
sue felicita ;
mentr'ella aveva 1'animo traboccante di un'ama-
rezza, che penava a celare : e la Rita appunto, che dall'altra
le era lodata quasi celeste colomba, era allora il tormento del
suo cuore.
GAPITOLO PRIMO. OGNI ROSA HA LA SUA SPINA 73
fretta avete voi due di mandarmi via di casa! Per ora non
ci pensate!
Per ora !
replied una volta sdegnoso
padre ; questo il
per ora quanto ha egli a durare? Gli anni passano anche per
te i buoni
:
partiti sono come la fortuna, che va pigliata pei
capegli. che ti frullerebbe nel cervello 1' idea di farti suora?
Da quest' idea dovresti esser lontana le mille miglia !
i.
nome del Palmieri (non meno illustre di quello del Ballerini) che
qua e la riempiva le lagune lasciate dall'Autore, godeva, in siffatte
1
Vedi i Quaderni 952, 1023, 1036, 1038, 1040, 1063.
RIVISTA BELLA STAMPA 75
sposte, date agli innumerabili Yescovi e Teologi che, specialmente
dall'estero, lo consultavano ne' casi piu intrigati colla voce, per ben
;
1
Etudes Religieuses. Paris, Retaux-Bray. XXVI. Anne'e. T, XLVIII.
Pp. 140-142.
2
Baata che il lettore ricordi per poco la polemica che il Ballerini ebbe
a sostenere contro i Bosminiani.
76 RIVISTA
da questo o quel teologo citati eppero il piu ed il meglio del suo
;
lavoro altro non e, pud dirsi, che un'esposizione esatta della loro
rent, apertum esset, atque eorum potius quam suis verbis contexta
tractatio Maiorum turn doctrinam turn demon strationis methodum
luculentius exhiberet
l
. E continua dicendo che non raramente il
est ipse non semel se nihil novi dicere, quod nempe iam a Scholae
Busembaum 4
. II raccogliere in uno tante citazioni ci mostra
1
Opus Theologicum Morale. I. p. VII.
'
Ivi.
3
The Month. London. Ottobre 1889. Vol. LXVIL p. 278-282. Si vegga.
anche il quaderno del giugno 1890. pp. 276-281.
v
Literarischer Handweiser. 1889, n. 493, p. 723.
DELLA STAMPA 77
1'acuto critico *. La stessa osservazione farmo la LINZEB QUARTAL-
SCHEIFT 2
,
FUR KATHOLISCHE THEOLOGIE 3 LES ETUDES
e la ZEITSCHRIPT .
portato dall' ottimo periodico, LES ETUDES, che scrivono : Son respect
etait grand pour les Docteurs anciens ; mais, usant de son droit de
Theologien, il faisait librement la critique de leurs opinions, de leurs
torita, tutto sta nel dimostrare che i Dottori dicono veramente quello
che si crede che dicano, quello che si riferisce e conduce all'og-
getto della conclusione che si vuol dimostrare. Per questo e necessa-
rio in prima indicar bene 1'oggetto della conclusione ; poi determinar
bene la competenza dell'autore ;
non enim perinde est, osserva
giustamente il
Palmieri, pro aliqua amplectenda opinione siye auctor
1 2 3
1890, v. IV, p. 915. RAUCH. Innsbruck 1891, IV, p. 778. Ivi
k "
p. 724. Tom. XLVIII, p. 141. PALMIERI nella Prefazione, vol. I,
6 7
p. VIII. Ivi. Zeitschrift filr katholische Theologie, an. 1889, IV,
8
p. 715 seg. Etudes Rtligieuses, 1. c. p. 142.
78 RIVISTA
*
tibi sit S. quindi determinar bene il
Antoninus, sive Antcine,... ;
guito. Or bene questo lavoro, ben detto dal Palniieri opus emen-
dationis 2 che apparisce dalla prima aU'ultima pagina di ciascuno
,
rige a non perder mai di vista 1' essenziale, che e la salute eterna
delle anime. In questo modo lo studio del Ballerini, secondo noi,
forma un Moralista acuto, erudito, solido ed imparziale.
Ne noi siamo soli a cosi giudicare del Ballerini. Grande pure e la
stima in cui e tenuto dai piu dotti Teologi de' giorni nostri. II Lehmkuhl
dice che 1' Opus Morale contiene vastam eruditionem summumque
3
acfuumen ;
ed altrove : con breve esame delle ragioni (il
Balle-
4
rini) divide con acume e chiarezza il
probabile daH'improbabile .
1
Vol. I, p. VIII. Ivi.
3
Theologia Moralis. Herder, Friburgi Brisgoviae, ed. VI, pag. 801.
fc
Linzer Quartalschrift, 1890. IV, p. 915.
DELLA STAMPA 79
L'illustre Mgr. Gennari, oggi Assessors del S. Uffizio, chiama il
Ne minore e il
pregio in cui tengono il Ballerini i
periodic!
scientific! d' Italia, di Francia, di Germania, d' Austria, d' Inghilterra.
La SCUOLA CATTOLICA di Milano nel salutare il primo volume
Opiis Morale dice:
dell' II nome del P. Ballerini... era divenuto
1
Anno 1889 n. 493. pp. 722-724.
2
Anno 1889. Vol. IV. p. 715.
3
Anno 1891. v. IV. p. 778.
k
Nomendator. Editio secunda. Tom. Ill, pp. 1445-1446.
BELLA STAMPA 81
vagliandovisi per cinque anni. Poiche, que' sette volumi che ora
noi vediamo, non erano gia un' opera del tutto finita (quale il Bal-
lerini da lungo tempo meditava) ma solarnente e semplicemente que-
principale.
II.
diosa del clero e presso i KR. Padri Domenicani, che hanno ivi
aperto una scuola di studii biblici, sul luogo santificato dal sangue
del protomartire S. Stefan o.
In questa scuola fu teste per due anni professore di teologia
il ch. P. Zanecchia, nel. qual tempo non
passare occasione
lascid
di studiare la Palestina,
percorrendola su e giu nelle province della
Giudea, della Samaria e della Gfalilea; ed ora ci presenta in que-
st'
opera il frutto di quegli studii e di quei viaggi, quale poteva
aspettarsi da un uomo ben versato nella teologia, nella bibbia, nella
BELLA STAMPA 83
lazione mista di Turchi, Ebrei e Cristiani, sui costumi che ivi sono
in vigore, e sui luoghi storici che s'incontrano tra Giaffa e Geru-
salernme. Appresso ci offre in settantacinque pagine un bel com-
1
L'A. ha fatto anche eseguire una grande carta topografica dell' in-
ffina cristiana che in dieci dei Gen- lato Gl'inni sacri al cospetto della
tili. Ne puo dirsi mancar del tutto storia e dell'arte ,
che vivamente
alia sacra innodia dei Padri della invoglia del libro.
Chiesa la stessa forma poetica: se Aspettiamo con desiderio il se-
non vi e
1'eleganza di Virgilio e condo volume, che conterra i eacri
d'Orazio, vi e un calore, uno slancio, carmi latini moderni, 1'edizione del
una efficacia che non teme confront! ; quale ci auguriamo che riesca meno
e noi udiremmo volentieri quali poe- scorretta e piu elegante della pre-
sie 1'antichita pagana possa contrap- sente, che tale ei richiede ai tempi
porre al nostro Stabat Mater e al Dies nostri.
1
Mota. opuscoli, annunziati nella Biblio gratia, (o nelle Riviste
I libri e gli
della. stampa) Civilta Cattolica
della non puo 1'Amministrazione assumeie
,
in nessuna maniera 1'incarico di provvederli, salvo che i detti libri non sieno
indicati come vendibili presso la stessa Amministrazione. Cio vale anche per gli
annunzi fatti sulla Copertina, del periodico.
L'AMMINISTRAZIONE.
BIBLIOGRAFIA 85
BECCARIA P1ETRO. Letteratura italiana ad uso de' Ginnasi e
Licei. Edizione ritoccata ed accresciuta il terzo. Torino, tip. Sa-
della Poetica, della Oratoria italiana. che lasciasse scorgere meglio 1'or-
pp. 292.
S. Alberto (f 7 agosto 1306) nato de Beaurepaire mette in bella vista il
tesco intravede il
grande navigatore dal canto nostro diciamo che questo
e scopritor di terre Colombo : il Tar- libretto e un bellissimo documento
ducci dissente da lui e vigorosamente di sapere e di cortesia, e puo ser-
sostiene un'altra interpretazione: ter- vir di modello a tutte le dispute let-
zo fra cotanto senno entra il Fran- terarie.
a
GAETANI GIUSEPPE. - - I
Mississipiani. 2 edizione. Roma, tip.
G. Bertero, 1895, 16 di pp. 60. -- L. 1,00.
II famoso scozzese Giovanni Law presente lavoro passate in rassegna
sotto la Reggenza di Filippo d'Or- ed esposte coi loro foschi e tetri co-
leans die nuova vita alia Compagnia lori. Perci6 la lettura ne e piacevole
d'Occidente, che quindi prese nome ed istruttiva. Credetelo; die' egli,
di Compagnia delle Indie, a fine di al disagio economic vi hanno con-
usufruire le ricchezze della Luisiana, corso in parte le nazioni armate, il
corsa dal fiume Mississipi. troppo sciupio di danaro, le specu-
I partenevoli od azionisti che si lazioni improduttive, il poco rispar-
vogliano dire, vi fecero colle loro mio ma quello
e la poca previdenza;
frodi inaudite grossi guadagni e sif- proprio che lo determina, e ii per-
fatti affaristi ne andarono col nome vertimento del senso morale... giu-
di Mississipiani. La narrazione dei stizia o liquidazione della societa mo-
raggiri dei Mississipiani del secolo derna.I capitalist! che hanno gua-
nei paesi fuori della Francia special- alia storia perduta di C. Nipote, che
mente in Inghilterra. Nelia seconda Ausus... omne aevum tribus explicare
professa religiosa, specie in un tempo essi non sanno dar pronta ragione
dove tanti discorrono della Bibbia al momento opportuno di quegli ar-
e nondimeno pochi sono pronti a ren- gomenti e di quei principii, che ser-
derne retta ragione. La dimostrazio- vono a confutare gli errori correnti
ne e sempre solida ma popolare in- e che sempre aiutano gli uomini di
sieme e letteraria. II Autore per
ch. buon volere nella ricerca del vero.
illustrare il suo soggetto dai punto II manuale del Heuser pare scritto
scolo, quella della fine del mondo tiamo ch'egli presuppone vera la pro-
egli la scioglie col dire che 6 Ion- fezia di S. Malachia (vedi la Civilta
tana abbastanza, contro due anonimi, Cattolica, quad. 1084, pag. 430-443).
BIBLIOGRAFIA 89
Parlando poi della durata straordi- del 19 marzo 1899, domenica di
naria del pontificate di 17 Papi, sog- passione ed antivigilia della festa
giunge: Leone XI22, dovendo rag- di S. Giuseppe. Si finisce coll'asse-
giungere almeno la media dei tre ul- rire che i mondi celesti probabil-
timi regni (di Pio VI, Benedetto XIV mente sono abitati.
legrini ed un grazioso inno alia Ver- elogio della pieta de' Maltesi.
terarie che sono prescritte dai pro- almeno dei principal! di loro. Si e
grammi, e molte altre non prescritte anche avuto cura di dare alle donne
ma utilissime, qui sono raccolte ed letterate un posticino un po' piu am-
esposte con sufficiente larghezza. La pio di quel che si soglia da altri loro
materia e distribuita secolo per se- accordare.
MONCADA CARLO CRISPO. La Biblioteca Yaticana e mons. Isi-
dore Carini. Ricordi. Palermo, tip. Davy, 1895, 16 di pp. 50.
11 Moncada
nel presente opuscolo fine parla del catalogo dei codici
da contezza della biblioteca vaticana arabi, che il Carini fece compilare
e dei lavori fattivi da mons. Isidoro all'Autore.
Carini e dal P. Francesco Ehrle; in
MORI GIUSEPPE Sac. II Rosario in Terra Santa. Quadri biblici
illustrati. Roma, tip. Poliglotta della S. C. di Propaganda Fide,
1896, 8 di pp. 704.
Scopo dell'Autore e stato quello dolorosi, gloriosi. Le incisioni sono
di fornire ai fedeli un potente aiuto nulla meno di trentacinque, cavate da
per formarsi una esatta composizione fotografie prese sul luogo. Le dichia-
di luogo nella recita e meditazione razioni poi che fa Tegregio A., cosi
del santo Rosario, mettendo loro sot- dei fatti, come dei luoghi (di tutte
t'occhio, rappresentati in tanti qua- le quali noi non intendiamo farci mal-
che in quello
dri, i fatti misteriosi levadori) sono ricche di erudizione
son rammentati, non che i santi luo- antica e moderna, ma esposta in ma-
ghi in cui avvennero, e gli uni e gli niera allettante, non opprimente.Sif-
altri illustrando con ben acconce de- fatti pregi intrinseci all'opera, con-
scrizioni. A tal fine, recatosi in Terra giunti agli estrinseci della nobile
Santa, ha scrutato ivi ogni cosa, ha edizione, c' inducono a credere che
interrogato la tradizione, ha consul- questo lavoro storico critico tornera
tato i dotti del paese ;
e cosi n'e accetto, non solo ai parroci, ai pre-
uscita quest'opera, divisa in quattro dicatori, ai direttori di confraternite
parti. La prima va tutta in premesse e di altri somiglianti istituti, ma an-
sul Rosario, sulla Confraternita del che a tutti quei fedeli a cui stanno
Rosario, sulla Terra Santa, su Naza- molto a cuore i
luoghi di Terra Santa
reth, sul Santuario del Pater, ecce- e la divozione del Rosario, tanto rac-
tera. Le tre seguenti descrivono 1'un comandata ed inculcata dal nostro
dopo I'altro i fatti e i
luoghi relativi Santo Padre.
alle tre classi di misteri, gaudiosi,
BIBLIOGRAFIA 91
briccino, di 112 pagine, racconta tre quale, fra gli altri testimonii, ha de-
miracolose guarigioni operates! in posto con giuramento anche il me-
Siena, nella Casa madre delle Sorelle dico curante. Noi invitiamo gP in-
dei Poveri, il 29 giugno e 2 luglio creduli ai miracoli a leggere e stu-
del 1895, per 1' intercessione di Ma- diare queste paginette, intorno alle
quali niun sofisma e possibile. Al
1
ria SS. venerata ivi sotto I invoca-
zione di Advocata nostra, nella chiesa tempo stesso poi eccitiamo quanti
detta di Provenzano, della quale si hanno zelo per la fede e per la glo-
celebrava in quei giorni il terzo Cen- ria della Madre divina a propagarle,
tenario di fondazione. La narrazione acciocche si tocchi con mano che
e semplicissima e condotta colla mas- nella nostra Italia ancora Maria fa
sima veracita in ogni minima circo- bei miracoli, e che Ella e sempre
stanza. Nell' appendice e riferita la pur oggi quella tesoriera dell' Onni-
diagnosi medica delle malattie, da potenza di Dio, che e stata in tutti
cui le tre inferme furono risanate, ed i secoli del Cristianesimo. Maria heri
il certificate autentico del regolare et Jiodie, ipsa et in saecula.
per quattro novene. Pavia, tip. del Priv. Istit. Artigianelli, 1895,
16 di pp. 452. -- L. 3,25.
I discorsi della prima novena ver- si vogliano persoddisfare
all'esigenza
sano su i patimenti dei fedeli defunti differente degli uditori, alia cui ca-
nel purgatorio ; quelli della seconda pacita, gusto e bisogno, deve adat-
novena sono tratti dalle parabole e tarsi il banditore della divina parola;
si osservi Timbarazzo in cui
dagli insegnamenti del Vangelo; i se- quando
guenti sono intorno la condizione ed trovasi spesso il parroco, a cui d'or-
i difetti varii delle anime purganti, dinario fa difetto il tempo a prepa-
sicche sono raggruppati sotto il titolo rarsi i suoi discorsi corrispondenti
Compagnia di Gesu. Le notizie bio- cio che nota 1'abbate Profilet, che
grafiche sono molte ed attraenti e cioe la presente biografia e cavata
provengono dagli appunti e dalle me- dall' opera del P. Mercier S. L, inti-
morie del Robinet. La lettura di libri tolata: Marin et Jtsuite.
buoni fece del dissipato officiale un
ROCCA D'ADRIA. Come diventa Parroco d'azione cattolica. (Let-
si
a
tera ad un giovane sacerdote). 2 edizione notevolmente accresciuta.
Torino, tip. F.
m di pp. 88. -- Cent. 40.
Canonica, 1896, 16
Questo libro porta in fronte let- rocchiani. II ch. Auto re, mosso dal
tere commendatizie degli Arcivescovi suo ardente zelo pel bene morale e
o Vescovi di Torino, Vercelli, Tor- materiale delle nostre popolazioni,
tona, Ivrea, Alba, Saluzzo. specialmente rurali, traccia al gio-
E un opuscolo prezioso che ogni vane parroco uno stupendo pro-
parroco dovrebbe avere a mano per gramma d'azione, tutto acconcio a
giovarsene nelle sue relazioni coi par- guadagnarsi l'animo de'parrocchiani,
BIBLIOGRAFIA 93
giu flno alle istituzioni cattoliche 1'istruzione religiosa nella scuola Co-
ordinate al vantaggio materiale ed munale* della Cassa rurale per aiuto
economico della medesima. Parla del- de' contadini e del concorso alle Urne
tata, ma altresi confortata dalle let- vivacita tratta uno degli argomenti
tere commendatizie dell'Arcivescovo piu importanti ai giorni nostri, e che
di Spoleto e del Vescovo di Cesena, per6 di bel nuovo caldamente rac-
e dai favorevoli giudizii dei princi- comandiamo tanto piu che si vende
;
Chimica s'aggira di fatto sulla trita detto limite come disposizione ultima
questione della costituzione ultima alia composizione di una nuova so-
dei corpi, della quale, ancor nel senso stanza ecc. Quindi la spiegazione dei
scolastico, sembrava essersi detto ne- fenomeni della valenza, dell'isomeria
gli ultimi anni quanto v'era da dir- e allotropia.
scienza moderna. II Sassoli schiva e che nelle ultime pagine, per di-
perfettamente 1'uno e 1'altro scoglio: fetto certamente di correzione nelle
senza professarsi ligio per nessun'si- bozze, si legge piu d'una sentenza,
stema, discute le opinioni moderne di cui ci e riuscito impossibile d'in-
con termini del nostro tempo; e le dovinare il senso (V. p. e. a pag. 21).
sue conclusion! adatta ai canoni della L'altro appunto si riferisce alPinso-
Chimica moderna, di cui si mostra lita ortografia usata dai ch. Autore
appieno e non superficialmente co- nel dividere vocaboli composti, che
noscitore. Non vi e chimico il quale come si pronunziano cosl si sogliono
BIBLIOGRAFIA 95
scrivere congiunti in uno: ad esem- testo modo di notazione, di cui si
svolge, e una confutazione della ca- inique leggi, che governarono il mon-
lunnia, colla quale si cerca dai capi do pagano di Grecia e di Roma relati-
del socialismo di accendere nel cuore vamente ai bambini, alia donna, al po-
del popolo rancore ed odio accanito polo,messe a confront colla condi-
contro il prete e con lui contro la zione legale, in cui si trovano al pre-
e quinta il ch. A. annovera i beni re- scolo con piacere la diffusione riusci-
;
dalle gravi inesattezze, onde sono vati dalle loro opere, ne chiarisce il
fatto un confronto tra i principii pro- sproposito siano citati dai socialisti.
fessati e proclamati dai socialisti e Questo opuscolo puo essere utile ai
quelli seguiti e predicati dai santi socialisti per farli ricredere, ed an-
Padri, fa toccare con mano, come i che a quelli che si occupano della
primi facciano a calci coi secondi. quistione.
- II Comunismo
dell'antica Sparta, della primitiva Chiesa e del Pa-
Sparta descrive le leggi ed i costumi tori, che le hanno vedute coi pro-
e ne addita le gravi magagne. Inol- prii occhi, riferisce le lodi date da
tre dimostra, come i nostri sociali- uomini chiari in ogni scienza e con-
sti non saprebbero acconciarsi a quel futa le accuse, di che le gravarono
duro reggimento, in cui lo Stato era alcuni per ignoranza ed altri per ma-
tutto, e Pindividuo e la famiglia lignita. Ci congratuliamo col ch. Au-
nulla. Quanto alia primitiva Chiesa, tore del suo zelo, della forza e dello
colle testimonianze degli atti degli stile popolare, che adopera nel suo
doriche e latine dei norni proprii nelle con vero diletto, perchfc sono svolte
epigrafi cristiane; se ne osserva la esattamente.
TINELLI GIRO mons. La Enciclica Leonina 8 dicembre 1892 e
la pastorale dell' Episcopato pugliese pubblicata in gennaio 1893.
Serie XVI, vol. VI, fasc. 1099. 7 2S marxo 1896.
98 BIBLIOGRAFIA
tessitura e nello stile. I caratteri dei ranno le qui descritte battaglie men
personaggi sono coloriti con qualche clamorose, e gli affetti magnanimi
si, ma piu domestici ed intimi,
nuova circostanza e resi piu spiccati: che
di maggior luce risplende partico- sono proprii del romanzo moderno;
larmente Flavia, che sostiene le parti tanto piu che i personaggi che pri-
di protagonista, e ci conduce ad am- meggiano in questo poema son veri
mirare la gran lotta rappresentata eroi di Roma ,
come quelli che
da un lato dal pontefice e martire col sacrifizio del sangue diventarono
Stefano I e dall'altro da Valeriano e a un tempo martiri della vera fede,
Marciano, persecutor! della Chiesa della patria, della civilta. Potra es-
nascente; il verso 6 qua e la piu tor- sere questo un utile e gradito regalo
nito e piu elegante la frase. Ai giorni alia gioventu d'ambo i sessi.
CRONACA GONTEMPORANEA
I.
COSE ROMANE
1. II triplice anniversario di Leone XIII: Pelezione, il di natalizio e 1'inc*-
ronazione. 2. Suo discorso ai Cardinal!; gravi parole suir apostasia
giorni solenni pel S. P. Leone XIII. Nel primo, ricorrendo 1' anni-
versario della sua elezione, egli entrava nel 19 anno del suo ponti-
ficato nel secondo, celebrando il suo di natalizio, compiva 1'86 anno
;
eseguire per la prima volta la Messa Assumpta est Maria del Palestrina,
la quale fu interpretata con gusto veramente artistico e degno della
faina che meritamente gode la Cappella papale. Le tribune e la Cap-
pella riboccavano di gente.
2. II 2 marzo recossi il Collegio de' Cardinali a fare ossequio al
S. Padre per le due ricorrenze accennate qui sopra, ossia del giorno
natalizio di lui e della sua incoronazione. II Card. Monaco La Valletta
parlo a nome de' suoi eminentissimi colleghi, ricordando specialmente
il ristabilimento della gerarchia cattolica nella nazione de' Copti. II
sulla terra.
3. Era cominciato da pochi momenti il giorno 12 di marzo, e il
scrive bene 1'italiano come lo scrive Mauri. II Card. Mauri era nato
102 CRONACA
a Montefiascone, il 9 decembre del 1828. A 28 anni entro nell'Or-
dine Domenicano alia Quercia; tra i suoi confratelli esercito alti uf-
fizii ed ebbe fama tra i primi predicatori d' Italia. Create Vescovo da
Pio IX nel 1871, resse varie diocesi quella di Eieti in Sabina quella
:
;
II.
COSE ITALIANS
1. Vittoria degli Abissini sugli Italian! ad Abba G-arima presso Adua.
2. Narrazione della battaglia: gl' Italian! ricacciati dentro gli antichi
conflni; perdite, morti e prigionieri. 3. Particolarita narrate da chi
politico :
sciogliendo, cioe, il corpo del Gen. Baratieri, costringendolo
ad una precipitosa fuga; e riconquistando all'iinpero tutto il Tigre.
Kimane bensi, fino al punto in che scriviamo, il forte di Adigrat, ma
esso e gia circondato dagli Abissini e quindi moralmente nelle loro
mani. Narriamo ora brevemente la battaglia campale di Abba Garima,
che restera fainosa nella storia della colonia italiana in Africa e tra ]e
nelle vicinanze delle gole stesse, far coronare le alture dal resto dei
suoi per fulminare di lassu i nemici, che necessariamente avrebbero
colonna del Gen. Da Bormida con quattro batterie alia destra. La bri-
gata del Gen. Ellena con batterie a tiro rapido era rimasta in riserva a
Debra Damo, ed i battaglioni del D'Ameglio, dello Stevani e del Brusati
erano piu lungi in il fuoco la brigata degl' indi-
altri posti. Aperse
geni dell 'Albertone, corpo piu valente
il dell'esercito coloniale, avan-
zandosi in una delle gole. Ma gli Abissini furono desti e pronti a re-
spingere 1'attacco, piombando addosso alia colonna delP Albertone con
tutte le loro forze anzi eseguirono essi, per conto loro, il piano del
;
impedirla con la rivoltella alia mano. ISEsercito italiano nel n.* 28,
cosi scrive Piuttosto che un vero e proprio combattimento, 1'azione
:
Quanto al numero de' morti, de' prigionieri e de' dispersi, ecco quanto
narra V Italia militare, ed e un giornale dipendente dai Governo. Pre-
sero parte alia battaglia 5 Generali, di cui due sono morti (Dabor-
mida e Arimondi), uno e prigioniero (Albertone), due sono reduci
(Baratieri ed Ellena). Yi presero parte 7 colonnelli, dei quali due
morti (Airaghi e Eomero), uno prigioniero (Rava), quattro reduci (Ya-
lenzano, Brusati, Stevani, Ragni)... Complessivamente hanno preso
106 GRONAGA
parte alia battaglia novemila Italiani, e ne tornarono solo tremila, del
quali molti feriti ; i prigionieri Italian! sono solo quattrocento. Ne con-
segue che cinquemila seicento Italiani, su novemila, sono morti in com-
battimento o di ferite sul campo. Aggiungendovi le perdite de' sol-
dati neri cene andiamo quasi su diecimila morti. Cosi Vltalia mi-
litare. Le notizie posteriori poi, nonche diminuire tali numeri, li hanno-
piuttosto accresciuti.
3. Le seguenti particolarita della battaglia di Adua sono tolte dall' Africa
italiana dell' 8 dimarzo e da una lettera del Tenente Augusto Vaccari che
scrive ad un amico le sue vicende durante la battaglia. L 'Africa italiana
1
file dei nostri ascari, tirando lanciate e sparando colpi, che facevano strage
nelle nostre truppe indigene. La nostra artiglieria taceva; era gia quasi
tutta in mano
degli Scioani. Non si vedevano che le fumate degli spari del
nemico. Solo alia batteria Loffredo fu dato aprire il fuoco contro questa massa
irrompente. Vi fu un breve momento di sosta, che permise ai nostri ascari
di sfilare sotto la posizione occupata dalla batteria; ma tosto gli Scioani
ripresero piu accanitamente 1'inseguimento, girando una parte sulla sinistra,
rivolgendosi i piu contro la posizione tenuta dalla brigata Arimondi. E qui
il fuoco di fucileria e di artiglieria divenne vivissimo. Le batterie a tiro
rapido erano state chiamate d'urgenza. Invano le truppe della brigata Ari-
mondi tentavano spiegarsi perfino gli zaptiS ed i servi del quartier gene-
;
aveva trovato contatto col nemico, col quale aveva impegnato combatti-
mento. Essa si sostenne molto bene, e la massima parte delle sue forze
spiegava la dove maggiormente ferveva la lotta. Ebbe attacchi e contrat-
tacchi brillantissimi, arriv6 persino a poche centinaia di metri dagli atten-
damenti scioani. Per un momento ufficiali e soldati credettero sicura la
vittoria, e entusiasti sventolarono i fazzoletti in segno di esultanza. Ma
ahim& ! le altre colonne, incalzate dal nemico sempre piu da vicino, non
GONTEMPORANEA 107
poterono piu tenere le loro posizioni. Incominciarono a dare indietro le ;
denza del mio capitano, era il comando di tappa, che comprende tutti i
servizi de' viveri, della sanita e della posta. Con noi era pure il noto Felter,
:
vano nuove sempre piu desolanti,ed allora, fatti armare i nostri militi,demmo
ordine di procedere al carico delle salmerie, che si esegui rapidamente. Alle
14 circa un Tenente al galoppo venne ad avvertirci che gli Scioani avan-
zavano e che i nostri si ritiravano precipitosamente. Noi incolonnammo il
che agiva in modo deprimente, specie nelle gambe, cosicch& anche adesso
mal regge in piedi.
si Gli ultimi casi, afferma che hanno finito di stre-
marlo....Fu, egli dice, un momenta di debolezza e di follla, al quale ho ce-
duto. Come ritirarsi senza vergogna t Riconosce purtroppo che le conse-
era cosa nota prima della battaglia) la stanchezza de' soldati, obbligati
;
a battersi con nemici fierissimi, dopo tutta una notte di marcia e, per
giunta, a ventre vuoto Pessere stato il corpo d'operazione della colonia for-
;
mato di soldati raccolti qua e la dalle guarnigioni d' Italia, sconosciuti tra
loro e dai capi, ed essere stati per lopiii giovani che da poco tempo erano
sotto le armi ;
combattere con un esercito, che difen-
Paver dovuto essi
dendo le sue terre, era reso altiero da due solenni vittorie. Agli errori mi-
litari e politici aggiungansi i morali, quali sono primo, la mancanza del :
quasi sempre in tutta questa faccenda africana. Mentirono cioe quando af-
fermavano che il clero abissino era favorevole agl'Italiani che a Coatit e ;
mucce ;
che la fuga di 70 chilometri dell'Arimondi dopo Amba Alagi fosse
una ritirata, e che la compra capitolazione di Makalle fosse una gloria. Fi-
nalmente, per salire dalle cause immediate ad una causa piti alta (a cui
ci danno diritto le analogic storiche e gP insegnamenti cristiani) ricordino
i lettori che la bandiera umiliata cosi in Africa, air Amba Alagi, a Makalle
e ad Adua, e quella stessa che combatte il Papa a Castelfidardo, ad An-
cona e a Porta Pia. Pareva che Dio si fosse dimenticato ma, non era ;
scoppid, come una fiamma sinora soppressa, alia iiotizia della sconfitta san-
guinosa; e furono messe fuori piu apertamente tutte le accuse che gia
erravano di bocca in bocca contro gli autori della inutile e vergognosa
guerra. E lo scoppio fu universale, eccetto, s'intende, i pochi che in Africa
pescavano i loro guadagni: cio sono gli alti personaggi, che di la inten-
devano trarre gloria al loro nome coloro, che cosi sarebbero rimasti al
;
potere i fornitori che facevano i loro grassi affari, e pochi fuor di posto
;
Crispi, il Governo ed
andavano a ripercuotersi contro la tettoia, pro-
altri,
ducendo un frastuono indescrivibile. Yennero tolte le assi che servono pel
passaggio dei viaggiatori fra le rotaie, e ammucchiate attraverso ai binari
per arrestare il treno, e si svitarono dai traversini alcuni pezzi di rotaia,
interrompendo la linea. I soldati intanto, circuiti, arringati in tutti i
modi,
se ne stavano silenziosi e tristi. Ad un ufficiale che voleva opporsi, fu
spezzata la spada. Il drappello de' soldati intanto fu preso in mezzo dalla
folia, che per porta Cavour entro in citta. Allora la dimostrazione divenne
vecchi, fanciulli, e alia vista dell' immenso corteo che racchiuddva in mezzo
i dieci soldati col loro berrettone rosso, il sacco sulle spalle ; le donne
altre cose che il Fisco non ci permette di registrare. Col capo del Governo,
primo autore delle disgrazie africane, erano associati i giornalisti compri
e partigiani della guerra, come la Tribuna di Roma, che ebbe le vetrine
rotte e fracassate. A Milano la dimostrazione contro gli autori della guerra
africana fu piu grande e terribile, che altrove, e per le milizie accorse a
frenare i
tumulti, v'ebbero parecchi feriti e anche un morto, un tal tipo-
grafo, Carlo Osnaghi. che tardando ad ubbedire allo squillo della tromba,
che intimava lo scioglimento della folia, spinto, non si sa bene, dalla calca,
si trovo trapassato dalla baionetta d'un soldato, e poco dopo mori. Tra gli
altri fatti contrarii all'impresa africana e da registrare quello dell'emigra-
zione de' coscritti, di coloro che temevano d'essere richiamati e mandati in
110 CRONACA
Africa e anche di alcuni gia sotto le armi. Telegramrni dall'Austria annun-
ziavano, gli scorsi giorni, che il Trentino era pieno di disertori italiani.
L'istesso mandano a dire da Parigi. E interrogate della fuga rispondono
colla voce del buon senso, che non si volevano fare uccidere per difendere
un suolo che non e la loro patria. E poi anche de' Principi di Casa Savoia,
niuno e finora andato a combattere colaggiii !
Dopo quests dimostrazioni
popolari, fatte per lo piu contro gente legale e penne vendute di giorna-
grini, e ricorreva alle mine e al pugnale, era allora detto il popolo sovrano,
ovvero il popolo che insorgeva come un sol uomo, ovvero opera di popolo,
e simili. E bene osservare questa differenza di linguaggio, ora che i fischi
e gli abbasso toccano altri che non sono i cattolici.
6. II 5 marzo, giusto dopo campale d'Africa, si dovevano
la sconfitta
riaprire le Camere, prorogate appositamente dal Crispi per non aver noie
dai deputati, che pur s'erano mostrati tanto a lui docili e ligi, mandan-
dogli buono anche la questione sulla sua moralita, dal Cavallotti impugnata.
Ma cosl era fisso, pare per insistenza del Saracco, il quale minacciava di
dimettersi, se ancora piu lungamente si tenesse chiusa la rappresentanza
nazionale, che e Potere sommo in un regno costituzionale. Ma quel giorno
fu 1'ultimo per la sovranita dell'antico cospiratore. Diecimila vite umane,
mandate da lui ad essere uccise ad Abba Garima, pesavano per la sua
coscienza ; pesava la ignoranza e T impreparazione del Generale da lui pre-
d' Italia dinanzi all'Abissinia. II popolo, per6, s'era rivoltato contro di lui,
Parve allora che un incubo fosse tolto dall' intera nazione e la gioia si ;
manifesto coi fischi popolari che accompagnarono il Crispi a casa fin sotto le
sue flnestre. Ai soldati e alle guardie accorse rispondevano i popolani Che :
state 11 ? A difendere quelli che vi rubano ? Noi siamo fratelli, non dovete
venire contro di noi. Sono loro (i Ministri) che vi fanno anna infaccia a
li neri. Ve manneno pe carnaccia a Menelicche. E a un questore che
diceva, : Un popolo civile non fischia, gli risposero :
Gia, paga solo le
tasse..; e giu Viva Milano! Viva Pavia ! Abbasso Crispi! Abbasso i tra-
:
ditori! Cosi cadde il Crispi e cadde per vera volonta di popolo, non per
interessati voti di camorre legali. E dopo che egli ebbe dato saggio di si
CONTEMPORANEA 111
poco senno nell'impresa africana e sacrificato al capriccio diecimila vite, e
davvero meraviglia udir vantare il forte ingegno, il rapido sguardo da
poterne formare un uomo di Stato e anche (chi il crederebbe ?) 1'uomo
superiore nel fango settario e che egli per6 tornera
,
Son giudizii .
un momento di distrazione.
proferiti forse in Col Crispi caddero due altre
cose, o meglio, una cosa ed un Generale. La cosa e la festa civile
del 14 marzo, almeno per quest'anno. Infatti il Popolo romano annunzio:
Causa la situazione in Africa, Sua Maesta il Re, con delicate pensiero,
ha partecipato al presidente del Consiglio ed ai ministri della guerra e
marina essere suo desiderio, cbe la prossima ricorrenza del suo gene-
tliaco (XIV marzo) non sia considerata come festa civile; quindi nessuna
rivista e nessuna altra manifestazione pubblica. E cosl fu. Alcuni hanno
osservato che dopo aver dichiarata festa civile il 20 settembre, quei signori
sono stati costretti a non celebrare un'altra festa civile gia preesistente.
11 Generale caduto, non fisicamente per i fucili abissini, ma moralmente, e
litti. II Gen. Ricotti e nato a Borgo Lavezzano (Novara) nel 1822. Fu Mi-
nistro della guerra al tempo della presa di Roma; egli e quindi uno degli
autori della breccia di Porta Pia. II Colombo e deputato di Milano; ha
56 anni, ed e insigne ingegnere. G-iacomo Costa, Avvocato generale erariale,
ha 59 anni, 6 dotto giureconsulto ed eloquente oratore. Ascanio Branca e
nato a Potenza nel 1840. Costantino Perazzi e nato a Novara il 1862. Ema-
nuele Gianturco e giovane di 39 anni, professore di diritto ed illustre Av-
vocato. Di costui, dice la Lega Lombarda, che e la piu simpatica figura
del nuovo ministero. Dotato di un ingegno fortissimo, di una rapidita di
parola che supera quella di Bernardino Grimaldi ed e molto piu simpa-
tica, egli nella vita politica ha fatto una rapidissima camera. Era un
povero giovanotto quando venne a Napoli dal suo oscuro paese delle pro-
vince meridional!. Sonatore di mandoline, capit6 in casa di Pasquale Sta-
nislao Mancini. Comincio a leggere, a studiare e divenne avvocato. Bene-
detto Erin ha 62 anni ed e deputato di Torino. Francesco Guicciardini ha
43 anni. Pietro Carmine e noto per i lavori e le relazioni fatte alia Camera,
tanto che era detto Carmine relatore. Onorato Caetani ha poco phi di 50
112 CRONACA.
anni. Gia Sindaco di Roma 6 uno
de' piu noti gentiluomini romani ed e
d'indole tutta romana, anche col suo liberalismo ed anticlericalismo. Fi-
lippo Crispolti cosi lo descrive. Egli ha una coltura larga e svariatissima,
acquistata per eredita in una casa dove 1' arguzia e la passione per le cose
dell'intelletto sono tradizionali ha pel suo nome, per le sue parentela una
:
notorieta europea e quindi otterra senza sforzo dagli ambasciatori delle po-
tenze quella considerazione che molte qualita acquisite difficilmente rie-
scono a dare; ha un ingegno in cui 6 entrata al disopra delle innegabili
qualita positive, una qualita negativa preziosa, 1' assenza della rettorica.
Per lui due due fanno quattro, e non si & mai arreso a quella specie di
e
fantasia, cos\ cara ai patrioti, per cui due e due riescono a far cinque. Questa
e stata la ragione per la quale comincio a veder di mal occhio Crispi, anche
sempre opposto a Baccelli al quale affibbio un'altra delle sue terribili de-
finizioni. II Caetani fu promotore del monumento a Giordano Bruno. An-
che in cio egli die' mostra di una cotale bonomia sarcastica propria dello
spirito romano. Un giorno (continua il lodato pubblicista) che il Caetani
assisteva con un Consigliere cattolico ad un seggio elettorale politico per
un'elezione assai importante e che gli elettori scarseggiavano egli disse:
Ecco come sono gli Italiani, per una cosa seria, come questa, non si inco-
moda nessuno; per una corbelleria come quella dell'inaugurazione della
statua a Bruno ci corrono a migliaia. E il Consigliere nostro rispose: Ha
ragione; ma se non sbaglio, alia corbelleria di Bruno contribui piu lei, per
esempio, che io. Caetani si mise a ridere e dov6 convenirne.
8. II 14 marzo fu pubblicato un decreto di amnistia pei condannati dai
steggiava. Questi fatti davvero fanno perdere il senso morale alia gente,
la quale non intende piu nulla, e dice tra se: costoro erano malfattori
o no se malfattori, perch6 ora sono messi sul seggio del comando ? Se no,
;
III.
COSE STRANIERE
AUSTRIA-UNGHER1A (Nostra Corrispondenza). 1. A Vienna: sconfttta
del liberalismo nelle elezioni municipal!; prima nomina del D. Lueger
r
degli awersarii, che non lasciarono intentato alcun mezzo per pro-
vocarli, e mettere a romore il campo elettorale. La vittoria rimase
agli antisemiti, che piantarono la loro bandiera sulle due rocche prin-
cipali del nemico, credute inespugnabili, la Leopoldstadt dove i
figli trovansi in maggioranza, e il primo distretto della
d'Israello
Stadt o citta interna, centro del liberalismo e dell' alta finanza
prima vittoria, seguita ben presto da due altre nel secondo e primo
corpo, dove agli antiliberali venne fatto di strappare ai liberali quin-
dici nuovi seggi. Per tal modo essi si assicurarono la maggioranza
assoluta con parecchi voti d'avanzo, riducendo i liberali ad una mi-
noranza impotente. Fra i nuovi eletti spiccano alcuni ecclesiastic!, e
laici clerical! della piu bell'acqua. Notevole an che il fatto, che grande
numero di maestri e di impiegati civili e militari, appartenenti al
IE corpo (che a detta dei liberali accoglie in sS 1'eletta dell' intelli-
visorio, a tutti gli impiegati dello Stato, per distoglierli dal favorire
La disfatta dei liberali fu compiuta, tan to da superare
gli antisemiti.
di lunga mano ogni piu triste previsione dei loro partigiani, gia sco-
rati prima del combattimento. II giubilo della popolazione sali al
colmo, e gli organi liberali non poterono far altro, che sfogarsi in
piagnistei interminabili per la sconfitta toccata, che uno di essi chiamo
il" Sedan degli Ebrei. La notizia della vittoria antiliberale fu
accolta con plauso immenso anche nelle province, dove i cattolici in
predominanti per numero, e per loro stretti rapporti col nuovo ga-
i
binetto, i
Polacchi, sempre compatti fra di loro, non ostante il mi-
scuglio di credenti, cattolici, scismatici, ebrei, atei settarii, e radicali,
tenuti insieme unicamente dall' interesse nazionale il partito te- ;
role per cavarsela, e che il fatto nella sostanza sia vero. Tuttavia
anche gli antisemiti uscirono un po' malconci da questa seconda batta-
glia campale, per le parole di qualche loro oratore contro il Badeni,
cotanto brutalmente intemperanti, da alienare 1'animo delle persone
tedesca; fra questi tutti i Tirolesi, meno due, cio& Dott. Kathrein
prossima corrispondenza.
gna ;
nelP anno 1751 prese possesso di quel santuario, a maggior de-
coro del culto, una Collegiata di canonici secolari, presieduta da uno
di essi col titolo di Abate, e per ultimo il Papa Benedetto XI Y con-
cesse nel 1754 Uffizio e Messa propria con rito doppio di prima classe
ed obbligatorio in tutto il territorio messicano.
Yenendo oraai nostri giorni, nell'anno 1886, il defunto Arcive-
scovo Don
Pelagio Antonio de Labastida ebbe la felice idea d'ineoro-
nare con solennita la miracolosa immagine. Si mise d'accordo con gli
altri metropolitan! di questa Chiesa messicana, e fece con essi la do-
manda alia Santa Sede, che benignamente acconsenti. Non mancd chi
facesse notare in questa circostanza che il coro della collegiata, col-
locato secondo il costume spagnuolo nella navata centrale, all' estre-
mita opposta al presbiterio, riduceva
notevolmente la capacita del
tempio, e non occupava luogo che gli competeva secondo il costume
il
delle altre chiese. Si risolvette, prima di far uso della grazia ponti-
presero parte oltre quaranta Yescovi, riunione non mai sognata per
questa terra del Messico. Ognuno dei rimanenti giorni del mese fu
solennizzato con funzioni da alcune delle altre diocesi messicane, o
da associazioni pie o da corporazioni ecclesiastiche di questa capitale ;
dimodoche, tenendo con to del priino del inese, nel quale si fece il
trasporto della sacra Immagine, e del giorno due, nel quale fu con-
sacrato il tempio restaurato, officiando oltre il nostro Yescovo altri
dodici Prelati nei rispettivi dodici altari delle cappelle, risulto dedi-
cato a questa grande solennita tutto il mese di ottobre, che per la
pieta del nostro Beatissimo Padre Leone XIII e il mese del santo Ro-
sario. La devozione di cui fece mostra il popolo messicano, che di
per se e devoto, formo 1'ammirazione e lo stupore dei Yescovi e degli
altri Ecclesiastici venuti dagli Stati Uniti, dove il freddo del tempe-
del lampo la notizia della inaspettata morte del Sr. D. Emanuele Ro-
mero Rubio, Ministro del Groverno dal 1 decembre del 1884. Era
suocero del Presidente D. Porfirio Diaz; a tale circostanza egli tio-
governo di Don
Sebastiano Lerdo de Tejada rovesciato dalle baionette
di Don Porfirio, ed il quale accompagno nella sua caduta fino al-
1'esilio. Aveva prima parimente appartenuto al governo di D. Benito
Juarez. La sua poderosa e malefica influenza nella politica del paese
data dai suoi primi passi nella camera della vita pubblica. Benche
educato nel Seminario sotto gli auspicii di eminenti ecclesiastici, fino
al termine della sua camera di avvocato, non appena abbandono le
Gl' incaricati delle sue orazioni funebri (sic) nella Camera dei Deputati,
convertita in cappella ardente magnificarono in modo superlativo i me-
riti della sua vita liberale, non tocca dal minimo alito d' incoerenza poli-
bable que depuis 1'arrivee de 1'homme dans ces regions, les alluvions
et les coulees volcanique se sont succede; mais une des empreintes
observees est celle d'un pied chausse d'un mocassin ;
ce n'est done
pas aux hommes prehistoriques que nous pouvons la faire remonter?
Come di consueto le sedute del Congresso furono allietate con in-
termezzi di banchetti e gite, In quest' anno il XII Congresso si riu-
IV.
COSE VARIE
1. II messale di S. Agostino di Canterbury. 2. La persecuzione relig-iosa
nella Repubblica dell' Equatore. 3. La produzione della lana in Italia.
non lieve per gli studii liturgici. La scoperta fu in certo modo fortuita,
6 sebbene due o tre studiosi inglesi 1'avessero gia esaminato ed anzi
uno di loro lo citasse, non sospettarono neppur da lontano la ric-
chezza del tesoro che il signer Rule sostiene di avere tratto in luce.
Sine dalla meta del decimosettimo secolo, il celebre maestro di litur-
CONTEMPORANEA 125
gia Dom Menard, aveva afferinato che 1' Inghilterra conservava come
aveva certamente ricevuto il vero testo del Sacramentario di S. Gre-
gorio Magno, giacche, diversamente dalla Gallia e dallaG-ermania,
1'In-
parsi nella struttura (due aspetti questi, che 1'autore studiasi di elu-
cidare con cura) mentre nel manoscritto, quale ci e pervenuto, il
;
nosciuto, che, tra il 732 ed il 766 deli' era cristiana, i Messali o al-
cuni dei Messali (poiche di piii libri parlano le storie) portati ai lidi
126 GRONACA
di Kent da Sant'Agostino, furono adoperati nell'Abbazia del SS. Pietro
e Paolo di Canterbury, da Egberto Arcivescovo di York. Questa no-
tizia stprica costituisce il punto di partenza della dimostrazione, la
pus Christi College col testo pameliano, che offre con esso i caratteri
della piu stretta parentela, il Rule enumera fra i due non meno di
ottanta variazioni, entro i limiti del solo Proprium de tempore; ed e in-
dotto a concluderne che il suo testo gregoriano rappresenti meglio
sopprime tutti i debiti dei conciertos verso i loro padroni (giova sa-
pere che gl'indiani di una hacienda sono quasi sempre pieni di de-
biti verso il loro padrone, anche per causa della loro ben nota indo-
I.
1
La sentenza del Tribunale militare di Palermo fu da noi pubblicata
nel quaderno 1056 del 16 giugno 1894, pag. 750.
2 stesso che fu oggetto
Secondo i giuristi 1'amnistia risale al fatto
dell'mcolpazione, ne toglie la criminalita, ne cancella tutti gli effetti e
tutte le conseguenze; essa annulla inoltre tutte le condanne pecuniarie,
giorni.
1
Vedi La Tribuna, nn. del 16-28 marzo 1896.
2
Fascicolo del 15 marzo 1896, pag-. 389.
E IL DELITTO POLITICO 131
II.
1
Chi desidera uno svolgimento di questc nozioni qui brevemente ac-
cennate consult! il TAPARELLI, Saggio teoretico di diritto naturale, nn. 790-
793; I'AUGIAS, Del Potere civile, Sez. IV, tit. I, cap. 5, art. 2.
132 L'AMNISTIA DEL 14 MARZO
in quasi tutti i codici penali, non escluso quello d' Italia del
gravi delitti sono appunto i delitti politiei. Tra questi poi bi-
societa nella sua stessa esistenza, nella sua integrita, nella sua
forza ;
nessun altro come questi 1'offende in cio che costituisce il
1
II Delitto e la scienza moderna. Treviso 1896, pag. 371.
8
Relazione a M. il Re del Ministro Guardasigilli (Zanardelli) per
S.
I'approvazione del testo definitivo del Codice penale, Napoli 1890, pag. 103.
3
La sentenza del Tribunale militare condanno Ton. De Felice a di-
ciotto anni di reclusione, alPinterdizione perpetua da' pubblici ufficii, a tre
anni di sorveglianza speciale, alia confisca degli oggetti sequestrati, e alle
spese del dibattimento.
B IL DELITTO POLITICO 133
III.
1
Civitatem in qua editi susceptique in hanc lucem sumus praeci-
pue diligere tuerique iubemur lege naturae usque eo, ut civis bonus vel
mortem pro patria oppetere non dubitet. ENCYCLICA Sapientiae christia-
nae del 10 gennaio 1890.
134 L'AMNISTIA DEL 14 MARZO
1
IUD., Epist., V, 8.
2 Si vegga quel che ne serisse Leone XIII nella sua memorabile Enciclica
Quod Apostolici muneris del 28 decembre 1878, in cui tratta degli errori
de' Socialisti.
3
ULPIANO, p. II, D. 48, 4. Vedi anche CARELLI negli Appunti al Codice
Pcnale, Torino 1889, pp. 322 e 328; PBLLIZZARI, op. cit. pag-. 375.
E IL DELITTO POLITICO 135
IV.
zione di questo ;
ma altresi d' identificare la Patria col pro-
prio partilo politico, considerando i vantaggi di questo come
i vantaggi di quella. Cosi il patriottismo
soli e gli essenziali
1
La Tribuna num. de' 29 giugno 1892. Si vegga a questo proposito
1'articolo Del Patriottismo in Italia, pubblicato nel nostro quaderno 1015,
pp. 25-36.
1
Op. cit., pag. 374. Anche il CARELLI (Op. cit., pag. 319) osserva, e
con ragione, cbe il tentative di modificare la unitk della
Patria, nel senso
cbe desiderano i repubblicani federalist!, rari in Italia, o i clerical! papi-
eti (sic), puo considerarsi un reato contro la
organizzazione politica, con-
tro le forme di Governo, non mai un reato contro la Patria. Questo si e
detto o potra dirsi tutto al piu per figura rettorica ma senza bisogno
:
LOMBROSO per6, in una sua nota a questo testo, dicbiara che, la mag-
gioranza degli antropologi criminali non divide (sic) le idee dell'Autore.
136 L'AMNISTIA DEL 14 MARZO
sua opinione, tratti da passione sia folle, sia sconsigliata, s' in-
possibile
2
Ma
questo, ripigliamo noi,
. non basta a giustificarli.
II desiderio di fare a chicchessia un qualsivoglia bene non e
un sentimento giusto se non quando e ordinato ne e ordinato, ;
1
Appunti al nuovo Codice Penale, Torino 1889, pag. 320.
1
Ibid.
3
Giova qui ricordare la dottrina cattolica, la quale proibisce a' pri-
vati d' insorgere a proprio talento contro i loro Governanti, anche quando
questi esercitano la pubblica potesta a capriccio e oltre misura. Si quan-
V.
maius exinde detrimentum capiat LEONE XIII . nell' Enciclica Quod apo-
stolici muneris., del 28 dicembre 1878.
1
Quad. 1099 del 4 aprile 1896, pag. 112.
*
Pag. 320.
138 L'AMNISTIA DEL 14 MARZO
poi da seguirsi da'- Social isti saranno quelli stessi che furono
per lo passato seguiti da' liberal!, nel condurre anche all'apice
del potere antichi delinquenti politici e antichi reclusi a gran
VI.
*
Cosl son chiamati Ton. De Felice ed i suoi complici nella proposta
fatta al Re dal Ministro Crispi, di decretare lo stato d'assedio per tutte le
province della Sicilia. Vedi il nostro quad. 1047 del 3 febbraio
1894, p. 369.
E IL DELITTO POLITICO 139
VII.
1
Nel Cittadino di Geneva, num. del 18 marzo 1896.
E IL DELITTO POLITICO 141
1
ENCYCLICA, InscrutaWi Dei del 21 aprile 1878.
142 L'AMNISTIA DEL 14 MARZO E IL DELITTO POLITICO
il cammino a ritroso ;
ascoltino la Chiesa, ridonino ad essa
8
PROV. xiv, 34.
LA STORIA NATURALE DELLE PIANTE
SEOOLO
V.
quei moltissimi che nella Storia Naturale delle Piante non ap-
prezzano se non i fenomeni piu peregrini e strani e leggen- ;
nali, come dallo stomaco dei vitelli. Ora di questo succo ap-
punto si le piante carnivore
avvalgono per istemperare con
digestione esterna (come fanno i serpenti ed altri) le loro
prede.
Con queste nuove particolarita si e quindi chiarito il
punto
della digestione; ma quello della caccia e del diverso tenore
con che ella si effettua dalle varie specie, era stato notato e
NEL SEGOLO XIX 145
sole, ha riportati quei bei titoli per 1'aspetto delle sue foglio-
line ricoperte di peli rossi, terminati ciascuno in vetta da
sembra dire Chi ne vuole, si spicci, che mo' si chiude (V. sop.
:
1
GIUSEPPE RODA, Botanica ricreativa 1895, p. Paravia 8 di pp. 294
con 290 incisioni. L. 5. 00. 11 ch. Autore, cbe e dei piu insigni Fioricul-
tori d'ltalia, ci ha raccolte ed esposte in istile gradevole le curiosita della
Natura vegetale.
148 LA STORIA NATURALE DELLE PI ANTE
reditus.
dere non pose mente alia selva di acuti peli ond' e guernita
la gola del cartoccio, e sono tutti inchinati verso il fondo ;
e).
La prima specialmente e famosa per la bizzarra confor-
mazione delle foglie che confondono ogni analisi, e per Puso
delPurna in cbesi terminano e serve primieramente a ripor-
;
avventure.
Vha certi Naturalisti che, descrivendo queste mirabili ri-
nazione! Alia base di ciascuna delle sue scarne foglie ella s'
GRIMARD, La plante.
1
NEL SEGOLO XIX 153
F acqua che i peli forcuti resero piu pesante con un loro di-
stillato; sicche tutto il sistema affondo da capo, e la nostra
stagione.
II Grimard non lascia di avvertire che egli non attribuisce
intendimenti ed artificii alle piante se non per metafora : ma
tal metafora appunto percio riesce possibile e gradita, perche
e evidente, in questi esseri maravigliosi per organismo e per
quando
sconde. II Desmodio fu scoperto nel Bengala da una viag-
giatrice inglese, Lady Monson, sullo scorcio del secolo passato.
II Gornut (& 1652) noto fino dai suoi tempi il comporsi
che fanno le foglie delFacacia al cadere del giorno: al qual
fenomeno, che variamente si manifesta in molte altre specie
col raccogliersi o ricascare o storcersi sui loro picciuoli le foglie
i fiori, si diede il nome di sonno delle piante: e sarebbe
stata giustizia il lodarne per contrapposto la veglia notturna
per quelle non poche, che, schive e ritrose, chiudono di giorno
1 loro fiori ne si
aprono se non nel segreto della notte, nella
compagnia delle stelle, a imperlarsi di rugiada. Cos! vediamo
fare nei giardini ai Gonvolvoli rampicanti e ai Gelsomini di
notte e al Geranio notturno (Pelargonium triste Ait.), coi suoi
foglie piu vicine, per dormire secondo il solito, fra due guan-
ciali. Ma questa volta c'era il Linneo ad osservarlo : e di qui
mosse la serie di osservazioni, che misero in sodo e in luce
i
il fenomeno del sonno delle piante .
*
Appuntando che sogliono varie piante crepuscolari o not-
le ore, in
turne espandere i quasi destarsi dal sonno, ne fu composto il se-
fiori e
1
Histoires et Romans des Vtgttaux. Paris, Paul Dupont Rue Jean-Jac-
ques Rousseau 41. Pag. 207.
156 LA STORIA NATURALE DELLB PI ANTE
dalla Elisa, flgliuola che era del Linneo; e si legge da lei de-
scritto fra le Memorie dell'Accademia di Stoccolma.
VI.
1
V. SACCARDO. 11 numero delle Piante (Atti del Congresso Internazio-
nale Botanico 1892).
NEL SECOLO XIX 157
singolar modo i
compilatori delle Flore proprie di ciascuna
regione o provincia o territorio, anche ristretto. Per non dire
che dell' Italia, il Caruel conta flno a 400 le opere di tal ge-
nere pubblicatevi dal Rinascimento in poi *. Fra queste va an-
noverata in primo luogo la Flora italica del Bertoloni, uscita
in luce dal 1833 10 volumi; poi la nobilissima
al 1855, in
1
Memoria letta dal socio Prof. Teodoro Caruel nell'adunanza ordina-
ria del 6 settembre 1885, della R. Accademia Economico-Agraria dei
di
Che se, non ostante una si lodevole operosita, 1' Italia non
possiede ancora una flora sua propria cosi compiuta per ogni
parte, come ne hanno a cagion d'esempio 1' Inghilterra, la Sviz-
zera, il Belgio, la Francia e Germania, essa non manca
la
cosi Saccardo,
il Bizzozero, il Massalongo, rinomati per le loro
il
I.
Origini delle logge israelitiche.
1
DEUMONT, La France juive, Parigi (1885), 2-16; La France juive de-
vant I'opinion, ivi, 1886, 16 di p. 430.
2 DE LA RIVE, Le Juif dansla Franc-Maconnerie, Parigi, Pierret, 1895,
16 di p. 430 Eccellente lavoro, che vorremmo vedere in tutte le biblio-
teche del popolo, delle famiglie, e delle persone colte. E per lo studio della
Massoneria una raccolta di document! di un valore grandissimo, avendo
1'Autore fatto tesoro specialmente delle pubblicazioni giudaiche e masso-
niche. In questo articolo noi ce ne approfittiamo largamente ; e serva esso
quasi di una rassegna letteraria per far conoscere al pubblico italiano
il bel libro del nostro amico.
3
Ai quali scrittori si potrebbero aggiungere otto o dieci altri, illu-
stranti le dottrine ed
della sinagoga, attentatorii alia vita e alia
i riti
1
burgo, 1892, 8 di p. 132 NEOFITO, ex Rabbino, II sangue cristiano ne riti
;
glia, S. J.; LAURENT, Relation historique des affaires de Syrie, 1840-1842, ecc.
Parigi, 1846 ; e simili, che 1' industria dei kakam giudei fa seomparire
dal commercio.
PIENAMENTE ILLUSTRATE 163
come cittadini inglesi. Cio nel 1715. Ma invano per allora:
solo una passeggera emancipazione si concesse loro molti
anni dopo. Intorno a quel tempo (1754), non paghi i
giudei di
affigliarsi alle logge dei Rosacroce, e poi alia gik sorta mas-
soneria, vollero raffazzonare questa societk a modo loro ed :
origine.
Altra impresa giudaico-massonica e durevole fu il riordi-
namento del cosi detto rito Scozzese antico ed accettato. Sul
fine del secolo scorso il rito massonico piu comune era stato
trasportato neH'America inglese. Varii giudei, tra i quali il
dotto ed accanito cabalista F.\ Mose Holbrook (che tra poco
ci tornerk innanzi) misero mano ad ebraizzarlo. Ne accrebbero
il numero dei gradi sino a 33, o tre volte 11, che 6 il numero
persone oneste ;
ma cio sempre come parte del culto di Sa-
tana, che la gradisce, e in odio al Cristo di Dio che la divieta
col suo: Non fornicare.
Cosi nacque massone e giudaico il
primitivo Grand'Oriente
del rito piii diffuso se non piu numeroso. Ebbe culla a Char-
leston nella Carolina del Sud, e ne fu di fatto primo Gr.\ Mae-
stro il giudeo F/. Isacco Long, il 31 maggio 1801. II generale
F.\ Alberto Pike, succeduto poi a suo tempo, affermo che le
1
Vedi Ricoux, L'existence des loges defemmes. Parigi, Tequi, (1891), 16.
*
Ivi, si legga, a pag. 64 e Begg., il testo di questa famosa Istruzione
o Bolla storica e dommatica del Papa luciferiano. Non vi si pud piu sfac-
ciatamente proclamare la bonta e divinita del diavolo, e il culto di forni-
cazione con cui si deve onorare. E cio nell' anno 000889 della Vera
Luce !
PIENAMENTE ILLUSTRATE 165
irresistibile preponderanza nel governo massonico e Timmensa
influenza che pote esercitare il Pike, con si numeroso esercito
e i
gradi massonici in
America, in Europa le si opponeva
Pinsuperabile dispregio che i
popoli provavano per la loro
stirpe. Nel convento, ossia assemblea internazionale, tenutosi
-a Wilhelmsbad nel 1781, da massoni d'ogni pessima risma,
Illuminati del Weisshaupt, Martinisti, Rosacroci ed anche parec-
<chi giudei, fu preso il partito di escludere dalle logge i cir-
Stato, le
imprese lucrative, banche, i ministeri. Ma & le
<TIsraele.
Notabile e caratteristico e il
perpetuo maneggio de' giudei
neH'affratellarsi, fondersi e immedesimarsi il piu possibile cogli
adepti della massoneria; ma nel tempo stesso non subirne la
legge, si bene governare a piacimento loro le logge e i
&perse a New York nel 1843. In breve gli Stati Uniti si popo-
larono di logge giudaiche, PInghilterra e la Germania ne
videro pullulare per tutto con la facility onde si propagano i
s' intende, sempre pei soli connazionali. Tutte le vie dei gua-
dagni e degli onori erano aperte ai giudei: essi, impercetti-
bile frazione del popolo francese, tenevano le banche piu Heche,
168 LE LOGGE ISRAELITIGHE SECRETE
Ma non
senza asprissima lotta di molti elettori che
cio fu
fine, secondo il
beneplacito dei piloti, si salvo con gettita
PIENAMENTE ILLUSTRATE 173
stro divin Maestro. L' inviato del Bnai Berith sottoscrisse que-
sta formola satanica a nome del mandanti, non meno che
il Pontefice del luciferismo, Alberto Pike: atto gravissimo, e
1
MARGIOTTA, Adriano lemmi, chef supreme, etc. sopra cit., pag. 225
e sgg.
1 76 LE LOGGE ISRAELITICHE SECRETE PIENAMENTE ILLUSTRATE
stra infelice Italia, & lavorata da ben 109 delle loro logge
proprie, senza contare che gli ebrei popolano largamente tutte
le altre logge dei cattivi cristiani.
RITA
STORIA DI IERI
CAPITOLO SECONDO.
I.
Sta bene ;
ma intanto, per nostra regola, bisogna pure
avere il sentimento della Rita. Si tratta di lei, ed ella piu di
tutti ha da avere voce in capitolo. Non ti par giusto?
Giustissimo, se fosse sperabile di cavarne un costrutto. Ma
ella tornera a dirti, che c' e tempo da pensarvi ;
e poco o nulla
vorra saperne.
-
Te lo figuri tu. Ma non lo crederei. Per sino a tanto che
si e stato sulle generali, e le si e discorso alto alto di darle ma-
Strie XVI, vol. VI, fasc. 1100. 12 8 aprile 1896.
178 RITA - STORIA DI IERI
passi. Ma
da questo ad aver perduta la fede, ci corre!
Eppure, Marco, io, che P ho avuta sempre vicino a me,
e con agonia di cuore ho seguito il suo rilassamento nella
Aldo, che delle chieste, o proposte, venute per lei, colla sorella
non avesse fiatato. Cio non ostante gli sapeva duro il tener
osi a dondolo i richiedenti, e non afferrare tosto una delle
occasioni si belle, che la Provvidenza gli porgeva di assicurare
la figliuola.
II.
ragione.
Se non che forte gli rincrebbe, che ella avesse indotto il
glietti ma vale
;
tant'oro Senti come da tutte
! le parti, d'onde
le ban cercate, si sono avute in casa sua informazioni mera-
vigliose della Rita; cominciando da quelle della Madre supe-
riora del convitto. Sono elogi invidiabili, delPingegno, dell' istru-
lettera.
E perche no?
Senza religione ?
Ma la Rita non ne e senza. Va pure in chiesa !
e un giglio immacolato !
Dio sieno materia da celia? Con te, Aldo, non sono mai en-
trata in questo argomento : non ti ho voluta screditare la so-
mio ella a cui, come a te, ho istillato col latte 1' amore a
;
clusione ?
-
Appunto.
Oh, smetti il
sospetto, che sarebbe temerario ! Esse
avranno potuto invaghirla un poco della mondanita, di mode
e di divertimenti, perche sono leggerine. Ma sono buone e
III.
da sola, non annoiava mai. Ella era cosi destra in tante cose,
si
cezza, che ella soleva dire il cuore della sua signorina esser
fatto di zucchero e di miele. Niente, in somma, la madre aveva
omesso, per rendere alia figliuola il
soggiorno domestico ge-
niale e giocondo.
Al disegno la Rita s' era mostrata ben disposta, flno da
piccoletta. Nel convitto vi si era fatta abilissima. Rimessasi
in casa, desidero vivamente di perfezionarsi nell'acquerello.
Prima, n'ebbe lezioni da un vecchio pittore, che in quest'arte
la porto molto innanzi. I suoi saggi, sopra carta bambagina,
giadre cornicine.
Innanzi che giungessero le sopra mentovate lettere di ri-
nitezza.
IV.
centissima.
scudo?
- Forse lo comprendo, forse no. Tu, mamma, spiega-
melo tu.
esprimere prima il
complimento, cioe quello che dicono che
tu pari; e poi la realta, cioe quello che tu devi essere dav-
vero. Non parere soltanto, nota bene, ma essere, come leggi
nello scudetto. Rita mia, devi nelPanima tua essere colomba
e zaffiro : avervi la docilitk colombina e la pietk celeste : essere
colomba nel capo e zaffiro nel cuore. Questo e il voto di tua
madre, Paugurio di Capodanno, che ella fa a te, insieme con
mille altri di ogni tuo bene, di ogni tua felicita.
RITA - STORIA DI IERI
188
La figliuola capi tutto, si commosse e, ribaciata con impe-
tuoso affetto la mano della madre: Ti prometto, mamma,
soggiunse, che io, dal canto mio, faro quello che potro per
contentarti. Ma io posso ben poco: il mio naturale e piii forte
di me.
Tu devi che puoi, e chiedere a Dio quello
fare quello
che non puoi. Pensi tu che noi possiamo nulla, contro il na-
turale, senza Paiuto di Dio? Per questo ti ho dati i zaffiri,
che, nel linguaggio del lor colore ceruleo, ti dicono :
Rita,
occhio e cuore al cielo! Domani si entra nell'anno nuovo.
Puo essere anno risolutivo di cose important! per te. Avrei
caro che tu Io principiassi bene.
In qual modo?
Inzaffirando 1' anima tua, col fare le tue devozioni. Da
un pezzo tu non le fai piu. Rita, riconoscilo; tu hai smesse
buone pratiche
tutte le di pieta che usavi, quando uscisti dal
sciato. Perche?
Perche non mi andava piu. E poi, a confessare me non
si domanda un gran teologo. Io non voglio mai fare del male,
e credo di non farlo. I miei peccati li
posso dire anche a te.
Gik tu ora mi hai mezzo confessata. Seguita a interrogarmi :
i.
cese, era mestieri udire lui stesso, il Cardinal Herzan, che dal fondo
del monastero di S. Giorgio mantenne una corrispondenza assai fre-
quente col suo Governo. Percio" noi abbiamo interrogate gli archivii
di Yienna, a fine di. prendere ragguaglio, cogli scritti official! alia
mano, della violenza che il Gabinetto imperiale adopero verso il
conclave ed il nuovo Papa e dell'azione
personale che dispiegd il
Cardinale Herzan sotto 1'ispirazione del barone di Thugut, 1'onni-
1
J. CRETINEAU-JOLY, Memoires du cardinal Consalvi avec une introduc-
tion et des notes. 2 e Edition, Paris, H. Plon, 1866.
2
Correspondance diplomatique et Mtmoires inedits du cardinal Maury
(1792-1817). Lille, Societe de Saint-Augustin, 1891, 2 vol. in 8 di pp.
LXXI-516 ; 576. Vedi la rivista del nostro periodico (ser. XV, vol. X, pag.
716-721).
8
Die Intriguen des osterreichischen Cardinals Herzan bewirkten die
Verzogerung der Wahl und die Umgangnahme von Bellisomi (Gl'intrighi
del Cardinale Herzan fecero si che si differisse 1'elezione e non si pensasse
RIVISTA BELLA STAMPA 191
ora tutta quella sceua che per poco non fini in tragedia, ci si pre-
senta davanti viva e reale in tutti i suoi particolari, e per dippiu
insieme con essa ci si palesa un caposaldo, a fine di meglio deter-
minare a chi si debba il merito di avere
distrigato la grande fac-
cenda dell'elezione libera e pronta d'un Papa.
Come e chiaro per se*, la forza ed il pregio di questi document!
si possono dal lettore dedurre soltanto dalla lettura ordinata ed intera
s. 697.
192 RIVISTA
siva assoluta e formale elezione di qualsiasi Cardinale spagnuolo,
all'
Durante una tale sospensione 1' Herzan si valse della sua qualita
d'ambasciatore imperiale, perche falh'sse 1'elezione del Bellisomi e
vi riusci ma allo stesso tempo si formo tale scissura nel sacro
:
1
Memorie del CONSALVI. I. 263; ib. 268.
DELL A STAMPA 195
II P. Duerm continua a dire che
comparire in pubblico le
al
6 7
poldo von Ranke il Petruccelli della Gattina
, Mcodemo Bianchi 8 , ,
9 10
Maurizio Brosch ed Enrico Geffcken In certi punti pero, bisogna .
pur confessarlo, ancora non si e fatta piena luce: percid nasce natu-
rale il desiderio che si facciano altre indagini negli archivii di Roma,
di Napoli e di Madrid e che si pubblichino in volgare italiano le
Memorie del Consalvi.
Eterna, che non servi ad altro che a far meglio risaltare la gran-
dezza d'animo, la mitezza e la saggezza di Pio YII e dei suoi mi-
nistri. Sono rilevanti le manifestazioni del Thugut (pag. 311 seg.) e
del re di Sardegna (pag. 353) rispetto al ristabilimento della Com-
pagnia di Gesu, soppressa da Clemente XIY, il
quale ristabilimento,
secondo gli atti dei primi giorni del pontificato, era gia cosa con-
chiusa 1'a. 1800. Non poche delle piu belle parti di questi document!
1
Histoiredu pape Pie VII, I, chapitre V. Revue d'Histoire diploma-
tique. Annee 1894, 437 et suivantes.
*
Relazione delle avversitd, e dei patimenti del glorioso papa Pio VI.
Vol. I, 414, Roma, tip. di Propaganda Fide, 1889.
8 er
Tome 268 (note) et 271.
I ,
4 m * edition.
L'jZglise romaine et le premier empire, I, Paris, 1870, 3
8 6
Lehrbuch der Weltgeschichte. Die Staatsverwaltung des Kardinals Con-
7 8
salvi. Histoire diplomatique des conclaves, torn. IV. Storia della di-
9
plomazia europea in Italia, 6, nota 3. Geschichte des Kirchenstaates, II.
10
Staat und Kir che, 350.
196 RIVISTA
temporel des Papes. Cosi la storia, frugando ne' piu riposti nascon-
digli delle passioni timane, ne scopre i
vituperii, e, ministra della
giustizia divina, flagella di santa ragione chi si discosto dalla via
diritta dell'onesta e della virtu cristiana ;
ed allo stesso tempo mo*
stra che nelle gravi vicissitudini di questa bassa e tempestosa regione
una mano occulta e provvida mena gli uomini piu ritrosi la, dove
essa intende.
II.
n ch. Autore del libro, che qui con molto piacere annunziamo,
zione, che, pure con alcun difetto di forma, riesce nella sostanza
mentato col riporre 1'umano consorzio sopra basi diverse dalle an-
contra me
est. Molto piii che il soprannaturale e tutt'altro che acol-
oggetto e inteso alia suprema delle cause, alia causa delTordine e del
bene universale (pag. 78). E continua dimostrando quanto esi-
ziale sia stata alia moralita pubblica la lotta scandalosissima del
liberalisino italiano contro il Papa, principalmente per 1'intima
perche piu non abbia via alcuna di scampo. Ma in far tutto ci6 si
guarda bene dal dar a divedere la menoma velleita di schiacciar
periferia,
ma va difilato al centro, non si limita ad amputare i rami
dell'albero infetto, ma ne risana la radice. Sapendo che dal cuore
vengono gli smodati desiderii, la turpe ingordigia, 1'albagia del po-
tere, gl'intenti disumani, lo purifica occupandolo della divina carita
e per essa deH'amore dei fratelli (pag. 101). Non si nega punto
ai socialist! che le istituzioni debbano mirare allo svolgimento di
tutte le attivita umane in ciascuna delle condizioni sociali. Ma a
tale intento non fanno ostacolo, siccome coloro pretendono, ne il
capitale ne la privata proprieta. Bisogna soltanto che i rapporti
tra il capitale e il proletariate, tra il
capitale e il lavoro, tra il la-
voro e la inercede, tra il ricco e il povero, tra la borghesia e 1'in-
digenza sieno meno tesi, piu equi, piu umani che non siano al pre-
sente. Come si pud venire a capo di questo? Col far affluire per
le arterie sociali la vita cristiana (pag. 133).
E qui il ch. Autore prende ad illustrare parecchi mezzi atti a
far affluire nelle arterie sociali la vita cristiana, naturalmente pre-
supponendo tutti quegli altri che sono stabiliti dallo stesso divina
III.
piu di loro pensano ancora che nulla muova tanto le anime quanto
una sentenza, una frase della Scrittura, e che sia proprio questa
quella parola di Dio che penetra come spada a due tagli nel piu-
vivo del cuore. Oonvien perO badar bene di" non citarla a sproposito.
Non sono pochi coloro i quali, purche 1'applicazione sia comoda ed.
ingegnosa, non si dan poi molto pensiero se sia anche giusta ed
al peccatore, di cui il
quaeretur... Dunque quell VZ^^s si riferisce
-
parole seguono nel sacro testo queste altre : vineam meam non custo-
letteraleed il contesto.
Dcpo queste regole generali, 1'Autore spiega le principali partico-
larita dilingua e d' espressione che si trovano nella nostra Yolgata, la
qaale essendo in gran parte traduzione dall' Ebraico, usa molte parole
in 'senso piu ebraico che latino. Cosi verbum molte volte significa, non
II femminile pel neutro, donde haec facia est mihi, imam petii
a Domino in luogo di hoc e di unum. In corde et corde locuti
sunt, a significare doppiezza, e non (come alcuni pessimaniente in-
tesero) il colloquio intimo e cuore a cuore. Odio habere per 'mi-
nus diligere. Non omnis invece di nullus. I verbi inipiegati
in senso avverbiale, come conversi sunt et tentaverunt Deum, in-
vece di rursus tentaverunt. per 1' ablativo, quindi multi
II dativo
degli ernpii a cui tutto sorride dalla culla alia tomba, nella quale
discendono senza dolori, senza ambasce.
Diminntae simt veritates a filiis hominum (Ps. 11, 2). Si cita
a piu diversi propositi, ma il vero senso e questo: Sono divenuti
rari i fedeli, i giusti, in mezzo agli uomini.
Cum sancto sanctus eris... et cumperverso perverteris (Ps. 17, 26).
Si usa ogni giorno per inculcare la fuga dei cattivi compagni. Ma
il senso vero e questo: Coi buoni sarai buono, o Signore, e coi cat-
tivi cattivo, cio& severe.
In meditatione mea exardescet ignis (Ps. 38, 4). Non il fuoco
dell' amor di Dio si accendera nella rnia meditazione, come spiegano
molti ascetici ;
ma il fuoco dello sdegno nel ripensare al male che
trionfa.
Ad Deum qui laetificat iuventutem meam (Ps. 42, 4). Qui non
si tratta gioventu naturale, quella parola va presa in senso
della
in bocca ai vecchi.
Ego iustitias iudicabo (Ps. 74, 3). Non vuol dire che Dio giu-
dichera le opere buone, ma che giudichera giustamente.
Manum suam misit ad fortia et digiti eius apprehenderunt
fusum (Prov. 31, 19). Quanto bene si presta a celebrare le donne straor-
dinariamente virili, le Pulcherie, le Catarine da Siena, le Giovanne
d'Arco Peccato perd che a quel fortia corrisponda nelF ebraico una
!
se. Cid non vuol dire che ella stia in ozio, e non ci prepaid forse
anche qualche sorpresa clamorosa. Intanto essa non rista dall'altro
lavoro non meno importante, che e di assodare con accurati riscontri
le scoperte gia annnnziate per innanzi dai loro an tori, ma che abbi-
sognano del suffragio autorevole degl'intendenti per venire ammesse
nel codice della Scienza. Solo in seguito a una tale conferma esse
principiano ad aver corso e valore, e di li comincia propriamente la
vita, se non 1'istoria, d'una scoperta. A questo titolo possiamo
ora
rifarci sulla nuova determinazione della rotazione di Yenere, pubbli-
cata dallo Schiaparelli nel 1890 e confermata con recenti osserva-
zioni dal Tacchini a Roma
e dal Perrotin in Francia. Egli e un punto
che interessa non solo gli austeri analizzatori della meccanica celeste,
ma niente meno gli amatori dell'Astronomia fisica ed amena.
Abituata oramai a considerare i pianeti, non come fiammelle va-
ganti nel firmamento, ma come altrettanti mondi, di cui conosciamo,
colla distanza, la di versa grandezza e persino il peso, e la misura del
calore e della luce che ricevono dall'astro centrale, 1'Astronomia fisica
si occupa di rappresentarci alia mente e all'imaginazione le condizioni
determinazioni datene dal Cassini nel 1666, dal Bianchini nel 1726
e dal De Vico nel 1840, che s'accordavano nel dare al giorno di Ye-
nere la durata di circa 24 ore. Nondimeno parve una grande no vita
quando lo Schiaparelli, direttore dell'Osservatorio di Brera in Milano.
celebre gia per le sue scoperte intorno alia relazione delle stelle ca-
denti colle comete, e per le nuove osservazioni sul pianeta Marte,
usci ad annunziare che nel mondo di Yenere, come pure in quello
NATURAL! 209
di Mercuric, la durata del giorno uguaglia semplicemente quella del-
1'anno. Quei due pianeti seguirebbero a riguardo del Sole lo stesso
tenore che la Luna a riguardo della Terra, intorno alia quale il
nostro satellite gira, tenendo sempre rivolta a lei la stessa faccia.
Cosi una mela, conficcata all'estremita di un regolo rotante intorno
a un pernio, guarderebbe sempre il centro con lo stesso emisfero, e alia
fine di ogni corsa avrebbe compiuta appunto una vertigine intorno
a se stessa.
Conseguenza immediata di tal legge di moto sarebbe che un
emisfero del mondo di Venere non vedrebbe mai sole, n& saprebbe
che sia giorno, immerso sempre nelle gelide tenebre di una notte
cimmeria; e 1'emisfero opposto, invece, non avrebbe mai un istante
di rifrigerio dall'ardore incessante dei raggi solari. Immaginatevi il
nostro vecchio continente, a mezza via tra il Capo Verde e le isole
Salomone, immerso in una notte eterna, salvo due spicchi crepuscolari
ai due lembi; e per contrario il Continente Americano col Pacifico
sottoposti senza posa alia sferza quadruplicata di un sole canicolare :
tale e principio della distribuzione del calore nel mondo strano di Ve-
il
nere: una caldaia, o fornace che sia, e una ghiacciaia,addossate 1'una al-
gurare.
Tutto e che lo Schiaparelli nelle sue osservazioni non abbia tra-
veduto il che potendosi, senza ingiuria ancora di un pari suo, rite-
;
nere per possibile, i piu circospetti fra gli astronomi si sono ristretti
a prender nota della sua asserzione aspettandone dal tempo la conferma.
E questa sembra ora venuta in buona forma da due parti : dalPOsser-
vatorio del Collegio Komano e da quello del monte Mounier in su quel
di Nizza, a 2741 metri sul livello del mare.
II primo, come e no to, apparteneva ai Gesuiti, spogliatine ed espul-
sine dal liberale Governo italiano, non appena ebbe chiusi gli occhi il
P. Secchi. Ora ne e direttore il Prof. Tacchini. Questi, nel novembre del-
1'anno decorso!895,intraprese in circostanze favorevoli uno studio sulla
rotazione del pianeta. Le macchie maggiori, che gia si veggono ritratte
nei vecchi disegni, e simulano dei continenti o dei mari, apparivano
assai distinte, e quindi piu facile a discernerne lo spostamento, che,
nella ipotesi di una rotazione di 24 ore, doveva rapidamente mani-
festarsi. Ma fu al contrario; che presi in 6 ore 4 disegni a intervalli
di 2 ore 1'uno dall'altro, le macchie anziche avere percorso un arco
di 90, apparvero dal principio alia fine sensibilmente immote. II so-
migliante avvenne per uno screzio luminoso, osservato il 1 di set-
tembre sul lembo interno del corno, di quei di, sottilissimo. Non solo
Sorie XVI, vol. VI, fasc. 1100. U 10 aprile 1896.
210 SGIENZE
parelli.
Perrotin dal canta suo, direttore che e dell'Osservatorio di Nizza,
II
poiche non v'e premura di pronunziarlo, non v'e dubbio che egli gia,
inclina all'accettazione di cotesta no vita quanto curiosa, poiche tra-
sporta fra i pianeti una legge di moto che credevamo propria del
nostro satellite, altrettanto capitale per la conoscenza delle condizioni
fisiche in che versa il mondo di Yenere.
L'andazzo seguita pero ad essere pei nuovi raggi del Roentgen^
2.
Non v'e gabinetto di Fisica, dove non si siano voluti vedere alia prova r
ne v'e per poco un fisico di vaglia, che in questi due mesi non abbiali
voluti studiare sotto un aspetto o sotto un Lasciamo a quei dotti
altro.
gini s'avrebbero oramai da domandare non gia fotografie che vuol dire
effigie o stampe a luce, ma scotografie cioe stampe ad ombra o ad oscu-
rita; tanto piu che oggimai i raggi x si denominano e con ragione-
raggi oscuri.E basti 1'avere spesa qiiesta gocciola d'inchiostro per una
questione che non vale di piu. Yeniamo alle nostre fotografie scoto
grafiche.
NATURALI 211
Tanto per soddisfazione del lettori a cui nella passata Appendice
non avessimo resa abbastanza intelligibile la propria maniera, onde i
la riportiamo qui
raggi Roentgen impressionano le lastre fotografiche,
in figura, secondo 1'ottimo Cosmos di Parigi. (N. 576, 8 fevr. 1896,
p. 301). Vi si vede il rocchetto generatore della corrente, i due elet-
4
II contrario avverra, come e evidente, se Pombra della mano sia ri-
cevuta non sopra una lastra fotografica, ma sopra un diaframma tbsfore-
scente che fu il principio delle esperienze del Roentgen. Nell' immagine
;
loro non v' e ora cosa piu facile che il riconoscere il diamante vero
dal falso. Basta metterli alia prova scotoscopica. Un diamante falso,
che le imitate.
cora, quali sono i corpi vegetali, foglie, frutta, legno, carbone, &
singolarmente diafano ai raggi x. II solfo invece, il selenio, il fosforo,
il iodio agiscono come fortemente opachi. Le materie organiche, etere,
ossigeno, azoto; e le ossa invece pei loro sali minerali, delineati con
ombre vigorose.
E qui, per non tediare chi delle novita scientifiche non gusta
tanto la discussione quanto le conclusioni di comune intelligenza,
trasmetteremo i cento altri particolari di questioni circa la natura
silli di mente non meno chedi fede. Yiceversa poi giova ricordare
esempio.
Eacconta adunque il Cosmos che la nave baleniera Star of the
Jfiast, trovandosi nelle acque delle isole Malvine, spedi due schifi in
caccia di un maestoso cetaceo, che si scorgeva a qualche distanza.
II mostro fu fiocinato e ferito a morte. Mentre si dibatteva perd
nell'estrema lotta, uno degli schifi ne toccd un colpo di coda che lo
capovolse. Accorso 1'altro schifo, raccolse i marinai caduti in mare,
salvi tutti, eccettuati due, dell' uno dei quali si ripesco il cadavere,
1'altro essendo scomparso, e ritenendosi che fosse andato al fondo.
Morto frattanto il cetaceo, se ne accosto il corpo alia nave e si pro-
quando in quel gran sacco, fra la poltiglia degli altri cibi ingeriti,
trovarono svenuto bensi ma tuttora spirante James Bartley, che cosi
si chiamava il loro compagno dianzi scomparso.
preda ad accessi di pazzia furiosa, che non gli lasciavano dir parola
assennata. In capo a tre settimane tuttavia ricuperd 1'uso della ra-
gione, e potS soddisfare alia giusta curiosita dei colleghi.
< Mi ricordo chiaramente, disse egli, del momento in che la balena
Aggiungeva poi il capitano dello Star of the East, che i casi in cui
i cetacei infuriati inghiottiscono uomini, non sono rari; ma essere
questa la prima volta che ne vedeva uno uscir vivo da un cimento
cosi arrischiato.
Ora per ritornare al confronto di questo fatto (supponendolo anche
accertato) con quello di Giona, il lettore osservera primieramente come
i pescatori stessi nel dare il nome di balena ad un grosso cetaceo ca-
pace d'inghiottire in un solo boccone un uomo e polpi e pesci di di-
mensioni anche maggiori, non hanno gli scrupoli della gente di studio,
che sogghigna, sentendo parlare di un Griona ingoiato dalla balena.
Alia fin fine il significato dei vocaboli dipende dall'uso e se nell'uso
;
guaggio. Del resto a tutti e noto che il testo biblico non nomina la
balena ma un gran pesce, piscem grandem, che e la versione del greco
polti vivi. Per tutti e due la difficolta del reggersi in vita proveniva
in modoparticolare sia dalla mancanza d'aria sia dall'azione dei succhi
gastrici. Se il fatto del Bartley e vero, dovremo ammettere per espe-
rienza positiva che nello stomaco di un cetaceo, insieme coi gassi che
si svolgono nella digestione dei cibi inghiottiti, vi sia una quantita
baste vole di aria atmosferica, la cui presenza cola e tanto piu espli-
cabile in quanto i cetacei sono propriamente mammiferi a sangue caldo r
usati di risalire ogni poco a galla per respirare nel quale atto 1'aria,
;
eziandio la respirazione.
A questo primo inconveniente dell 'aria si aggiunga Fazione for-
216 SGIENZE NATURALI
midabile dei succhi dello stomaco d'un tal mostro, capaci di disfare
e concuocere le masse coriacee di polpi giganteschi, ed altri boc-
coni di simile resistenza. Ne lo scender vivi in quel bagno offre
contro la sua mordacita il menomo vantaggio
poiche, occorrendo ad
;
ogni momento il caso che le prede di quei giganti siano da loro tran-
era bagno mordente e crogiuolo, tre giorni e tre notti, tribus diebus
et tribus noetibus, dice il sacro Testo. Restringasi pure questa durata
che accetteremo quell 'altra espressione, cioe che oramai non v'e
nessuna difficolta ad ammettere il racconto biblico, come vero letter-
ralmente > e non soloallegoricamente. Se la difficolta consisteva in
cio che il fatto di Giona importava un gruppo di miracoli, ella sus-
siste tutta intera oggi, come Faltrieri. L'errore e di riguardare la
presenza di un miracolo come una difficolta, e come una ragione suf-
ficiente per abbandonare il senso letterale dei racconti e interpretarli
allegoricamente. Introdotto un tal criterio, dove ci menera la logica?
I.
COSE ROMANS
dica cio, polemizzando contro chi condusse 1'Italia alia rovina, e non
che 1'intimo non venga dal Yaticano, ma dall'a/fr-o trono che s'e vo-
luto erigere di fronte al Yaticano. Ma la guerra vien da Roma, e gli
Abissini molto facilmente nell'odio contro coloro, che vennero ad usur-
pare le loro terre, travolgeranno insieme Yaticano e Quirinale, Cappuo
cini e soldati. Quanto ai PP. Cappuccini e alle Suore di S. Anna,
che lavorano nell' Eritrea al pacifico conquisto della Fede, secondo
recenti notizie, pare che niuno sia perito nella disfatta di Adua.
2. Quello che poco fa udimmo dire a mezza roce dai liberali
stato compito ed asserito dal Papa con I'autorita che gli viene dal suo
alto officio. In un colloquio avuto da lui, non e molto, col Card. Fer-
rari, Arcivescovo di Milano, e pubblicato poi da questo in una sua
lettera ai suoi diocesani, Leone XIII parlo a lungo delle ultime vi-
cende d'ltalia. Con pennellate da maestro (dice il Card. Ferrari) mi
pose sott'occhio lo stato in cui si trova presentemente il Yicario di
questa povera nazione una serie di piu gravi calamita, le quali an-
cora continuano, ne si sa quando potranno terminare. Un dissidio pro-
fondissimo divide gli animi; la mano di Dio sembra aggravarsi ogni
giorno piu su questa Italia, e, purtroppo sara sempre cosi, finche al
Paltro giorno, perchd gPItaliani non sono quel che potrebbero essere,.
220 GRONAGA
perche sono lungi da Dio e non rispettano il loro Capo religiose che
e il Papa. Dopo ci6, ecco 1'avvenuto nella Lombardia insieme colla
morte edificante del suo Comandante, il genovese Olivari. La febbre
gialla e un terribile flagello della costa brasiliana. I casi sono mici-
diali e non di rado fulminanti. Ma in niun modo quest'anno si e svi-
luppata con maggior violenza quanto sulla nave Lombardia, una co-
razzata italiana ancorata sul porto di Rio de Janeiro. Da qualche
tempo il Governo italiano aveva inviato a Rio questa grossa nave da
guerra allo scopo di far valere certi suoi reclami per alcuni indennizzi
che esso pretende da quel Governo per danni, dicesi, recati a sud-
diti italianidurante la rivoluzione. Imprudenza maggiore non poteva
commettersi, perche e sommamente pericoloso, per navi europee, sta-
zionare a lungo, durante Testate, nel porto infetto di Rio de Janeiro,
ed infatti nessuna nazione vi nianda, in questi mesi i suoi legni, o,
se pur ve li manda, non ve li fa rimanere piu di due giorni. Comun-
que sia, & avvenuto ci6 che si prevedeva. II 10 febbraio scoppio im-
provvisamente il morbo fatale a bordo della nave e in poche ore il nu-
mero de' colpiti ascese a 62 e a poco a poco crebbe, talche ne morirono
131, come dicemmo. Edificante e stata la morte del Comandante Oli-
vari, uomo di 48 anni, uno degli ufficiali piu stimati della marina ita-
liana. Onesta a tutta prova e professione aperta della religione erano due
sue ottime qualita. Tutte le domeniche, poi, il buon Comandante andava
alia chiesa del S. Cuore, ove Monsignor Gruidi & solito dir la Messa,
anch'egli in questi giorni dare agli scrittori della Voce un bell' atte-
stato di stima con questo rescritto : Veritatis libera voce et invicta,
gregazione.
I. In votorum simplicium Institutis opus quaeritandi
eleemosynas alum-
nae non aggrediantur nisi in spiritu fidei, quod stipem non sibi quaerant
sed ipsi Christo lesu, memores verborum eius: Quamdiu fecistis uni eat
his fratribus meis minimis, mihi fecistis. Praeterea Ordinaries locorum,
etiamsi eorum territoria pertranseant, obsequio, reverentia et devotione pro-
sequantur tamquam parentes et patronos, quos adeant cum fiducia pro con-
turas, intra dioecesim non ultra mensem, extra dioecesim non ultra duos
menses, et semper ea pecuniae summa instructas qua, inopinato quocum-
que casu cogente, possint statim domum redire. Sorores quaeritantes sem-
per et ubique ea, qua decet, modestia eniteant, virorum familiaritatem et
germones inutiles caveant clamores, tabernas aliaque loca incongrua evi-
:
tent; nee in domibus longiorem moram faciant, quam sit necessarium pro
expectandis eleemosynis. Singulae numquam incedant, neque ab invicem
separentur, nisi necessitate impellente. Iter facientes, si commode fieri po-
terit, utantur via ferrea; sedquantum possunt, de nocte neque ab uno
loco diecedant, neque ad alium perveniant. De suo adventu future praemo-
neant ilium, cui datae sunt Episcopi literae eique cum pervenerint se si-
;
II.
COSE ITALIANS
1. Politica africana del nuovo Ministero, 140 milioni per 1'Africa, sconfitta
del Crispin!. 2. Stato degli animi in Italia dopo la rovina africana ;
1' Imperatore e dell' Imperatrice di Germania attorno alle coste d' Ita-
dunque, rivolgendo di primo acchito il suo discorso sulla cosa che piu
premeva, che e la grossa faccenda africana, su di essa espose questi
concetti. Primo, rinunzia ad ogni tentative di riconquistare il Tigre.
Se anche il Negus (disse il Di Kudini) ci offrisse il Tigre, noi lo
respingeremmo come un dono esiziale ai nostri interessi, poiche coloro i
quali immaginano di trovare nel Tigre il dominio, la gloria e le ric-
<;hezze, non sanno davvero che cosa sia V Etiopia o lo sanno anche
troppo, tentando spingerci scientemente ad un' impresa che consume-
rebbe senza profitto vicino o lontano tutte le nostre energie. Noi non
dobbiamo, o signori, cercando 1' ignoto, indebolire o perdere la nostra
posizione di grande potenza in Europa. Cos! il Presidente del Consi-
seconda, che 1' interesse dell' Italia non lo permette. Ed in fatti osti-
224 GRONACA
narsi a proteggere chi non vuol esser protetto e come metterei a
famiglie de' diecimila morti ad Abba Grarima sanno quanto costa quella
protezione, se non lo sanno i Fascia della politica. Poiche quello che
per quest! son parole, per quelle e sangue. La terza cosa detta dal
Capo del Governo e la dimanda di 140 milioni per sopperire alle spese
stra, che volevano il richiamo delle milizie dall'Africa, mostro che alia
fin fine le trattative di pace col Negus erano state cominciate anche
dall'antico Ministero. Cattivatasi cosi alquanto la benevolenza anche
dei Crispin!, era facile in quelle congiunture che la maggioranza della
Camera col voto de' credit! unisse anche la fiducia nel nuovo Mini-
stero, come avvenne. La qual votazione evidentemente fu una piena
maggioranza si ligia al Crispi, che a! tempi del
disfatta di quella tal
costui comando, avrebbe appro vato anche il taglio della testa senza
discutere. Tanto era servile! In fatti, implicitamente e rea della
morte di diecimila vite, lasciate macellare inutilmente ad Abba Ga-
rima. Ora nel famoso giorno del 21 marzo molt! di costoro, se non
tutti, convertitisi a un tratto, passarono al servizio del nuovo Mini-
prima che quelli che discorrono cosi son quelli stessi, che quando si
parlava d'onore e di moralita (ai tempi delle gravi accuse del Caval-
lotti contro il Capo del Governo) rispondevano : L' onore e la moralita
non entrano. Son quelli stessi che, pronti a gettare i milioni in
c'
Africa, non vedono nessun disonore per 1' Italia che a Palermo vi
sieno 20 mila mendicanti, che a Torino (citta delle piu agiate) ve
ne sieno 5 mila e che nella sola Sardegna in dieci anni sieno stati
messi all' asta per conto dello Stato 27 mila fondi immobili cose :
tutte che ci narra la Nuova Sardegna nel n. 72. In queste cose nes-
suno di costoro che predicano contro la pace vede alcun disonore o
manco di dignita. Ma lasciamo questo e discorriamo in altro modo.
Un discepolo di Socrate, uscendo da una cattiva casa, vide il suo mae-
stro e fe' atto di nascondersi per vergogna. La vergogna, gli disse
allora Socrate, non e uscir di la, ma entrarvi. Ecco la risposta a questi
predicatori della
guerra. La vergogna e il disonore non e ora nella
far la guerra senza utilita, senza diritto, senza mezzi logistici, senza
tarlo, che, dopo avere roso un crocifisso, si arresto quando giunse alia
croce. Dicono, dunque, che e indecoroso per il Re Umberto mettere
la sua sottoscrizione vicino a quella dell* Imperatore di Etiopia, che
e un brigante E il verbo dei signori della Tribuna. Yedremo,
.
pace ;
e si ricordi il lettore che queste che a prima vista sembrano
discussioni filosofiche, non sono in realta che un quadro storico dello
stato psicologico degl' Italiani dopo la sconfitta di Adua.
3. II ritorno de' feriti dall'Africa e 1' arrive di molte lettere private for-
niscono tanti preziosi particolari del vero stato delle cose nell'ultima guerra,
che ai tutto debbono conservarsi per ammaestramento storico. La difficolta
e solo nella scelta e nel metter da banda quel che vi potesse essere di
esagerato. all'arruffata materia. E per primo sia
Diamo un qualche ordine
la parte direttiva e amministrativa della guerra. II pubblicista Mercatelli,
presente alia battaglia, dopo la caduta del Baratieri parla nella Tribuna del
30 marzo senza reticenze. Le titubanze ed incertezze prima della battaglia
erano assai, specialmente per mancanza di viveri, di cognizione dei luoghi e
delle forze nemiche. II nemico era disprezzato e i nuovi ufficiali venuti non
facevano che sognar vittorie. L' ottimo Felter che aveva recato le prime
notizie sulle forze degli Abissini, era quasi messo in canzonatura. Qualcuno
gli batteva sulle spalle e diceva ridendo Dunque sono proprio ottantamila ?
:
II Generate Albertone, uomo audace ed ardito diceva: Appena saremo loro ad-
dore, stavano al loro posto adesso per amore del dovere e per ispirito di
sacriticio, sempre pronti a dare la vita, come 1' hanno data, ma sfiduciati
del risultato finale. I servizi, che a furia di buona volonta e di lavoro, si
terra a patire fame e sete, a far tutti i giorni 30 chilometri su per le mon-
quio con uno scrittore deintalie, disse che arrivato cola per ordine del
Ministero, il Baratieri fu imbrogliatissimo a metterlo a posto, e da questo
e da altri indizi 1' Ellena s' accorse del disordine che regnava. Aggiunse di
piu: II Baratieri non si occupava di niente, non dava mai alcun ordine.
i
patti della resa di Makalle, patti quali non sarebbero stati osser-
i
d'un duello tra due legislator! il gia Ministro della guerra Mocenni
:
verita, le cosi dette regole della perfetta cavalleria insegnano che bi-
toeto, nel salutarlo, una sua fotografia. Assai commosso da tali dimo-
strazioni di cordialita, il Card. Sanfelice, che all'austerita dello spirito-
congiunge quella soave dolcezza di cuore che e tra le sue piu eminent!
qualita, fece al Sovrano un'accoglienza di padre tenerissimo. Tutto-
d'altronde concorreva a dar carattere d'intimita aH'avvenimento so-
lenne : il luogo, il piccolo numero delle persone, la rozza semplicita-
del cenobio, la natnra stessa dei due personaggi, che pareva si fossero
conosciuti da lungo tempo. L' Imperatore, 1'Imperatrice e i Principi
restarono oltre un'ora alia Certosa, senza, si pud dire, che la visi-
taseero. II nostro angelico Arcivescovo esercito sopra di loro il suo-
fascino immancabile e Ohiglielmo II, su cui questo fascino opercK
:
partecipandovi, tratto tratto, con atti del capo e con sorrisi.... L'linpe-
ratore, interrogando e ascoltando le risposte, mostrava
sempre piu
d'essere sollecito d' interrogare e soddisfatto, e compiaciuto e lieto
di ascoltare. Egli era intento : i suoi acuti occhi azzurri eran piu che
mai vigili. Spesso egli fu visto sobbalzare in quei suoi scatti irrepri-
mibili che lo scotono quando lo penetri 1'entusiasmo o la commozione*
Ed era supremamente bello quello sfondo di quadro d'altri tempi, a
cui la nobilta delle figure, 1'espressione dei volti, 1'armonia delle
attitudini e perfino la tonalita dei colori dava una composizione e un-
rilievo maravigliosi. Gli spettatori, quasi muti al colloquio, furono
III.
COSE STRANIERE
3FRANCIA (Nostra Corrispondenza). 1. La politica estera, 1' Inghilterra e la
Germania; le relazioni con la Russia per risguardo all'Armenia e al-
1'Abissinia. 2. II richiamo del sig. Lefebvre de Behaine, la politica
anzitutto tutelati esso conserva una tal quale diffidenza verso 1' In-
;
d'altra specie ancora con quel paese atto a costituire un Impero cri-
stiano. L'Abissinia e fornita di efficaci ordinamenti guerreschi, che,
mani, 1' Italia ha tratto dal fiioco la castagna per 1' Inghilterra, che
cosi trovasi un po' fuori d' impaccio dal lato di Chartum. Comunque
cittadini, per che ogni rendita al disotto dei 2,500 franchi andra esente
dalla tassa, che e dell'l al 5 per cento dai 2,500 franchi di rendita
ai 50,000. Le persone daccio asseriscono che, invece dei 150 milioni
registrati dal ministro per le finalize nel suo bilancio, la tassa sulla
rendita non fruttera 110 milioni. Ad ogni modo la prudenza dette-
GONTEMPORANBA 235
di Bon avventurarsi cosi alia leggiera nella riforma tributaria.
.Nel 1895 le riscossdoni sono rimaste di 70 milioni al di sotto di quanto
.siera previsto; e similmente avverra nel 1896; con questo ehe le
spese crescono ogni anno, laddove i risparmi che il sig. Doumer ottiene
nel suo disegno di bilancio pel 1897 sono piu parventi che effettivi.
J tre ultimi anni ci lasciano gia uno scoperto di 540 milioni, che bi-
^sognera ben presto liquidare. Del rimanente, I'estrema sinistra, che
si e costituita a partito governativo sotto il presente Ministero, ha piu
smania prebende che di riforme. Esso ha mandato suoi delegati al
di
sig. Bourgeois, per ammonirlo di por mano alia purgazione del per-
sonale. II sig. Bourgeois ha loro promesso che nel prossimo movi-
mento di prefetti, due o tre di questi, specialmente odiati dai partiti
estremi, rimarranno sul lastrico. C'e" molto a temere che, essendo inat-
tuabili le divisate riforme, tutto lo sforzo dei partiti estremi si rivol-
gera contro la Chiesa. Sono questi partiti, che hanno proposto e for-
:mulato la legge sulle Associazioni, e che spingono all'intera esecu-
zione della legge sulle fabbricerie delle Chiese. Ancor qui di recente
-Hons. Goullie Arcivescovo di Lione ha dovuto esporre al Ministro pel
che quest' ultima legge non e attuabile, e domandare che la si
'Cuilti,
faccia ripremdere a disamina da una Commissione mista, di delegati
del Governo e delegati dei Yescovi. Al medesimo intento hanno scritto
al Ministro i Yescovi di Montpellier, di Annecy e di Nevers. Di questi
dispetto di tutti gli sforzi delle pubbliche autorita e dei loro servi-
una deliberazione della Camera che volea si facesse luce intera sulle
frodi delle ferrovie meridionali, avea promesso di rnettere in chiaro
tutte le bricconate di questi ultimi anni e fame punire i colpevoli.
1
La parola francese qui usata dal nostro Corrispondente non e leggi-
bile. Non sappiamo se ebbia voluto scrivere commerciaux o communei
o qualche cosa di simile. N. d. D.
8
L'Arton fu consegnato nel mese d\ febbraio.
CONTEMPORANEA 237
trovare Arton e la sua famiglia, promettendo danaro e scampo da qual-
siasipena, se voleva consegnare la lista degli uomini politic! che eb-
bero denari del Panama, come pure il registro degli cheques ecc. In-
terrogate intorno a cio alia Camera il sig. Richard ministro per la giu-
stizia, ha confessato che il sig. Lefebvre si era assunto 1' incarico
di farsi
indicare dall' Arton il nascondiglio delle sue carte compromettenti, ben
inteso per gli chequards, delle quali il Governo aveva risaputo 1'esi-
stenza. Egli desidera di aver in mano quelle carte per la sua opera
di giustizia. Dopo 1'Arton si catturd, a Parigi questavolta, un tal
Saligoux, che aveva intinto il becco nel Panama, come anche il si-
gnor Dupas, che, qual impiegato, era stato spedito a Venezia nel 1892
per contra ttare coll 'Arton la consegna delle dette sue carte. II Dupas
ha raccontato poco dopo tutta la faccenda in un opuscolo, senza essere
disturbato. Ed ora e imprigionato coH'accusa di aver dato ricetto a
un malfattore. La cosa e tan to singolare, che non puo a meno di
suscitare violente censure. Poscia si e imprigionato una filza di per-
pier, incaricato d' inquisire sulle ferrovie meridional! sarebbe stato so-
stituito da un altro giudice istruttore, il sig. Le Poittevin. TJn gior-
nale officioso ne ha dato la versione il sig. Rempler non era d'accord
:
col sig. Ricard ministro per la giustizia, per quel che concerne 1'av-
viamento da darsi alia sua inchiesta. Finora avevamo sempre creduto
che il solo indizio da darsi ad una inchiesta fosse quello che adduce
allo scoprimento della verita. Tutto cio produce pessimo effette nel
cio che i nostri avi sperarono, cio che la gioventii tedesca aveva bra-
mato Impero, del che noi possiamo ralle-
e cantato, di ristabilire 1'
grarci. Ma
questo obbligo di conservare quanto si e acquistato.
ci fa
spese pel suo esercito (ora si domandano, fra 1'altre cose, 180 milioni per
costruire nuove caserme) che essa non pud pensare a mantenersi una
armata di prima classe, che possa emulare quella dell' Inghilterra o
della Francia. Per giunta, gli otto milioni di Tedeschi emigrati dimo-
rano per la maggior parte negli Stati Uniti d' America, ove hanno
ottenuto la quali ta di naturali. Parimente al Brasile i quattrocento-
mila o cinquecentomila Tedeschi sonosi fatti naturali di quel paese,
e la maggior parte di essi e nata la; non pud dunque trattarsi di
diera di farle prendere un inarito, che sia seel to da lei, uno de' suoi
protetti ;
la Germania si opporra certamente all' instaurazione di una
dinastia ostile, ligia all' Inghilterra, in Olanda, la quale altro non e
che il delta del Reno, il fiume nazionale della Germania. Si tratta
inoltre delle colonie olandesi, che 1' Inghilterra agogna sempre, ben-
che ricca a dismisura di sterminati possedimenti oltre mare. Ove
fosse minacciato lo statu quo presente, la Germania cerchera di assi-
curare per se il possesso dell' Olanda e delle sue colonie ed in tal ;
easo dovra fare i conti coll' armata inglese. Con 1' Olaada e con le
sue colonie la Germania acquisterebbe vantaggi economici e strate-
da far contrappeso all' Impero coloniale dell' In-
gici di si alto valore,
ghilterra.Per cagione di questi eventi, che possono nascere in ri-
sguardo all' Olanda, la Germania da appoggio dappertutto alia poli-
tica coloniale della Francia ;
il che tien vivo il contrasto secolare
coll' Inghilterra. La Francia ha buone ragioni di procacciarsi una con-
dizione prevalente nel Mediterraneo, ove gia fece sua 1'Algeria e la
Tunisia. Com' e ben naturale, e contraria affatto all' occupazione del-
1'Egitto da parte dell' Inghilterra, e si giovera di qualunque occa-
sione per costringerla a sgomberare da un paese che e la chiave del-
PAsia e delle Indie. Tuttavolta non mi sembra probabile che in questi
ultimi giorni la Francia abbia suscitato la questione dell' Egitto, seb-
bene si riferisca che il Sultano, istigato da essa, abbia chiesto lo
sgombero. Non e giunto ancora il momento per un' azione di questa
specie. L' Inghilterra uscira dall' Egitto soltanto allora che avra contro
di se, non la Francia sola, ma si ancora la Russia, la Germania e
quistione estera. Per ora gli basta Pesito propizio ottenuto in Bul-
garia, merce la politica fiacca e malaccorta del principe Ferdinando.
Non occorre rilevare che le gazzette russe non fanno mistero che il
un giro d' atari per quasi dugento miliardi di franchi. Dopo 1' Inghil-
terra e gli Stati Uniti Americani, la Germania e la nazione che pro-
duce maggiore quantita di carbone e di ferro le sue miniere ed i ;
di 50 a 60,000 in media da
quindici anni in qua. Uno statista fran-
cese sig. Bertillon, asserisce che il popolo tedesco e costretto a
il
dieci volte piu presto e con minor numero d impiegati di quelli d'adesso.
La burocrazia stradale e tuttora alia posta coi suoi cavalli e colle sue
cattive strade di un secolo fa, mentre il mondo gia si serve della
.ferrovia e della luce elettrica. La giustizia si perde nella sofistica e
uegli artificii per sentenziare delitti dove non ce n'e, allo scopo di
i
ginnasii cattolici, benche sieno mantenuti da fondazioni cattoliche.
Quindi e che ha messo professori protestanti nei ginnasii di Santa
Maria a Posen, a Braunsberg, a Roessel, a Coblenza, a Culma, eccetera.
Ben si vede dun que che il Governo
prussiano, come i Governi degli
altri Stati tedeschi, continua con asprezza la sua opera di protestan-
tizzare i cattolici. E siccome non v' e liberta d' insegnamento, non
torna guari possibile istituire ginnasii cattolici indipendenti. I ginnasii
protestanti e misti non sono acconci in verun modo ad apparecchiare
candidati al Sacerdozio: da cio proviene che le cerne pel clero sono
gia molto pericolanti in molte diocesi. II Cardinale Kopp Yescovo di
Breslavia nella sua pastorale per la Quaresima eccita nel modo piu
incalzante a giovare le vocazioni religiose, mediante una educazione
cristiana e il buon esempio della pieta. Adesso v' ha solamente 1100
sacerdoti nella sua diocesi, che ha tre milioni d'anime; oltre 500 par-
rocchie e vicariati sono vacanti per mancanza di preti. II zelante
prelato ha costruito nuovi collegii, (i cui alunni frequentaiio i
gin-
nasii esistenti), ed ha ampliato il suo Seminario maggiore. Gli e dato
"246 CRONAGA
il eonforto di vedere che il numero degli aspirant! al sacerdozio e piu
della professione, che non vanno d' intesa col sentimento popolare per
corpo degl' impiegati. Conviene sperare che, per opera del Centro, al
nuovo Codice si faranno grandi modificazioni prima che sia accettato.
7. Sulla meta dello scorso febbraio, i sarti, gli operai e le operaie
di Berlino, 100,000 in complesso, si misero in isciop'ero e cosi anche ;
per diventare ;
non pochi di essi sono ebrei. Molte operaie non arri-
settimana si reca cola per ferrovia a far lezione, per offerire ai teo-
logi della facolta protestante un insegnamento ortodosso, ispirato alia
fede in Dio ed alia Redenzione. perche tutti i professori in officio sono
razionalisti e increduli. II sig. Zahn ha 30 o 40 uditori. Un pastore
narra piangendo, che in capo a un anno suo figlio aveva perdu ta la
fede, studiando a Tubinga; una vedova si lamenta della stessa scia-
gura toccata a suo figlio, e invece di pastore e diventato ingegnere.
Sono esempii, che si contano a centinaia ed a migliaia. II sig. Weiz-
saecker, professore a Tubinga, insegna che Gesu non ando a Gerusa-
lemme a farsi uccidere secondo il sig. Haering, il Cristo non e morto
:
sopprimere ogni autorita alia Chiesa. E cosi via via, tutti i profes-
sori di codeste facolta! II Deutsche Adelsblatt rileva che nelle altre
facolta di teologia protestante della G-ermania, le cose non vanno punto
sinche nella pace generale del 1814 non venisse regolarmente ceduto
all'Inghilterra. Adunque, gli affittaiuoli Neerlandesi, segregatisi dalla
Colonia del Capo nel 1840, stabilironsi primieramente a Natal, ove
li raggiunse in breve la crescente dominazione inglese. Ma, piuttosto
mezzo, invitato a visitare 1' Inghilterra, per conferire col nostro Go-
verno sui provvedimenti piu acconci ad appagare i giusti voti dei
nostri emigrati nella Repubblica ed a pacificare, per il comune loro
stata esposta con grande pompa in una pubblica conferenza dal dottor
Gore, che fu il primo direttore della Pusey House, donde usci per
avere incespicato sullo scabroso cammino della critica scritturale'r
eenza perdere percio 1' idoneita ad occupare un pingue canonicato nel-
1'abbazia di Westminster. II Gore non manco di cantare all' orecchio
della Chiesa anglicana molte dure verita, sopra tutto per essersi desssi
IV.
COSE VARIE
1. II Vescovo coadiutore di Sion ed il nuovo principe Abate Benedettino
di Einsiedeln. 2. Pel credito agrario nell' Italia meridionale. 3. La
crologico.
sica, fmche nel 1894 fu eletto Decano. I giornali della Svizzera tutti
si felicitarono per la saggia scelta, e vedono nell' Abate Brugger, un
intelligente e degno successore dell' Abate defunto P. Basilio Oberholzer.
Pel credito agrario nell'Italia meridionale. Nel nostro fascicolo
2.
nazione finanziaria. Sappiamo intanto che & intenzione del Sig. Mo-
dugno e degli altri suoi cooperatori che la Banca agricola del mez-
zogiorno abbia sede in Roma, Napoli e Bari ed il successo gia ot- ;
non sei piu mio padre, egli deve sborsare a questo una somma di
danaro secondo i suoi mezzi che se invece egli vuol separarsi dalla
:
sua genitrice dicendole tu non sei pift mia madre, esso dovra in
:
pena sborsare una forte somma, perdera i suoi diritti civili, e sara
bollato a fuoco in sulla fronte. Tre altre tavolette recano gli atti di
254 CRONACA
un processo portato dinanzi al supremo tribunals babilonese, 1'anno 9
del regno di Nabonid (539 a. C.). Parte civile erasi costituita la ve-
dova di un uomo della biblica citta di Sippara (Sepharim), mentre
essa era oriunda di Borsippa. Con la dote di lei il marito aveva com-
presenza de' suoi giudici. Costoro decisero a favore della vedova, la.
quale era riuscita a provare ehe il terreno era stato comprato col suo
denaro, e che il fanciullo era stato adottato con tutte le forme legali.
Come narrano gli atti del processo, la donna comparve senza avvo-
bisestili, e cid per due volte, ossia nel corso di 48 anni se questa pro- ;
posta fosse accettata fin da quest' anno 1896 e subito applicata, lai
differenza tra il vecchio e il nuovo stile verrebbe a cessare il 1 marzo
<(la
due calendar!!) valga ad intralciare i computi com-
differenza del
mercial!, e quanto incomodo rechi nei viaggi dall'O vest verso 1'Est;
chi, per esempio, dalla Francia si dirige verso il Giappone (in ambedue
quest! paesi vige il calendario gregoriano), nell'attraversare la Russia
cade in una fossa di tempo di cui la muraglia occidentale ed orientale
e alta di 12 giorni intieri E gia da molto che sono stati riconosciuti
!
62 anni, munito de' conforti religiosi, nel suo castello di Ellischau, uno
de' piu celebri uomini di stato austriaci, il conte Eduardo Taaflfe, gia
ministro nel 1870, e presidente del ministero dall' agosto 1879 al novem-
bre 1893, nel quale egli cadde sul note disegno di riforma elettorale, per
1'opposizione del conte Hohenwarth, prima suo amico, e per tanti anni
suo fidissimo Acate. Veramente straordinaria ed insuperabile fu 1'abi-
lita spiegata dal Taaffe nel barcamenare Ira gli scogli tempestosi delle
reggimento. Tuttavia egli non riesci a spegnere 1' incendio degli odii
nazionali, tutt' altro ; parve anzi gettasse olio sulle fiamme, lusin-
gando tutti senza accontentare nessuno.
Salito al potere con un programma governativo, se non peggioro
la triste eredita delle
leggi anticattoliche, lasciategli dai precedent!
ministeri liberali, ben poco egli fece per rimediare colle necessarie
riforme legislative al male nella sua radice. Sistema di governo egli
non ebbe, quando per tale non vogliasi gabellare un opportunismo
religioni, per lingue, per nazioni, per tradizioni, per vecchi diritti
I.
sono stati
piu minacciosi i
pericoli dello sfacelo.
La somma delle cose e in mano di un Governo, che si
vorrebbe fosse riparatore dei mali immensi, nei quali questa
Italia affoga ma pur troppo vacilla tra due disfatte, cui esso
;
piu che mai divisa in tre parti : nella legate, che va sotto
nome di sabaudista, e il liberalismo
comprende
d'ogni grado
e colore, fino al democratico; nella socialistica, che accoglie i
radicali, i
repubblicani, i socialist! delle varie scuole e da la
Serie XVI, vol. VJt fasc. 1101. 17 20 aprile 1896.
258 I GATTOLICI ITALIANI
II.
asside la legale.
Or qual dovere puo stringere i cattolici, a farsi conservator!
delP Italia legale? L' unico, indiretto e negative, di non usare
mezzi per la sua distruzione. Perocche, posto ancora
illeciti
soggezione a tale autorita, sia pure solo di fatto, sia pure il-
legittima, sia pure malvagia,. ogni qual volta richiede atti non
opposti alia coscienza naturalmente e cristianamente onesta.
Questa e la dottrina che insegna, cogli Apostoli, la
cattolica,
III.
legale.
Che poi 1'invito sia ridicolo, appare dalle condizioni in cui
menta, che pel pelo che da ogni banda fanno le sue mura.
Gredono i liberali che noi cattolici di tanta ruina diamo la
in legale il
piii iniquo dei despotismi. Fra i mille, ne sta in
esempio guerra eritrea, che politicamente, eco-
la disastrosa
chiamano, conservatore, il
piu dei guai sparirebbe. Per questo
non finiscono di augurarlo ; ed all'ora presente, in cui si opina
che le redini dello Stato sieno nelle mani di galantuomini, piu
IV.
V.
gioni.
E L'ORA PRRSENTE 265
VI.
1
Corriere della sera di Milano, num, del 9-10 aprile 1896.
266 I CATTOLICI ITALIANI
VII.
monio della Chiesa, qual & il liberate che possa dar loro torto,
e non confessare che e un render pane per focaccia?
Un terzo seme e la corruzione del costume, sciolta da ogni
freno. Ma chi ne ha nobilitata la licenza, sollevandola ad eser-
cizio di giuridica liberta, se non il liberalismo, che, nato dalle
corruttele, nelle corruttele ha riposto il secreto della sua du-
razione?
Un quarto seme & 1'esorbitanza dei tributi, la mostruosita
delle sevizie fiscali e la dilapidazione della pubblica fortuna;
cosi che PItalia e ridotta ad essere economicamente la piu pi-
i
promotori del socialismo, e di abbassare la fronte
cattolici di
YIII.
quell' azione, che piu che mai i pericoli dell' ora presente ai
cattolici dimandano. Si stia nell' inerzia politica, lasciando che
i morti del liberalismo seppelliscano i loro morti. II perseve-
rare in questa inerzia torna un operare; ed e il vero caso
deWinertia sapientia, che risparmia le forze proprie e debi-
lita quelle dell' avversario. Ma in quel cambio
raddoppii si
smo, il
quale insidiosamente cerca attirarli a se, per farsi di
LA TESSAGLIA
SOMMARIO: Origine del nome Tessaglia. Divisione di essa fatta per do-
minii da Omero.- Altre division! degli antichi. Citta della Pelasgiotide.
II radicale Kpav-. Citta della Tessaliotide Kispog o Kfepov. Hsipsatat
:
;
Ktepov e KtGpov, esame d'un passo di Teofrasto, non ben inteso dal Pape-
Benseler. Arna e la rad. Apv- pelasgica, non aria come supponesi nel
Worterbuch del Pape-Benseler. <MpaaXo non e Ftia, come opina il
Leake. L' Estieotide - 1 Perrebi. Altre citta della Tessaglia. Esame del
nome di Pialia, pelasgico, non ario. II Pelio. Eginio e la rad, Mf-. Nomi
con questa radice semplice e col suffisso -r- ed -1-. Dodona e Giove Do-
doneo, Pelasgico, FwvatOa e Kaivatog. Congetture su quest'ultimo nome.
I Tesproti. La Ftiotide. Greci, Achei ed Elleni primitivi non furono arii.
lasgi. Non v'e in effetto cosa piii certa di questa, che la Tes-
versi di Riano:
La nomarono i
popoli Tessaglia.
1
HOM. 11. II, 681 e segg.; Cf. STRAB. IX, V.
272 OLI HETHEI-PELASGI
1
Nuv aO TOI>, Scrarot *cb
nAaaycy.bv "Apyo; svatov .
3
O'i T'
lyov 'Aailp-cov Ttiavoco TS Xsuy^a y.aprjva
Strabone 4 e
gli Scoliasti di Apollonio pongono quegli il monte
Titano presso Arna, e questi Peiresiae regione o citta, presso il
monte Fillio : To H 8e Iltpsata x^pa, y)
Se <J>i>XXe?ov, opo? Maxeooviag.
C
rione ;
ma cotesto Asterio o Asterione e un pelasgo argonauta,,
1
Cf. L. HOLST. o. c. p. 54.
1
T. Liv. Lib. XXXII, 15.
3
PLIN. H. N. IV, 8, 15.
*
THEOPHR. De Causis plant. V, 14, 4.
NEL CONTINENTS ELLENICO 275
citt& nella Calcidica Macedonica; 'Apv-eal, piccola cittk della
licii, i
tessali, i traci, gl'illirii, i beotici da noi riferiti, sieno
nomi greci, acciocche possano signiflcare agnello o agnella o
qualitk appartenenti a questo animale, cio che non sara fa-
cile per il flume Arno di Etruria e delPArna di Licia. Tutti
i nomi che hanno per radice Xux- e sono una dismisura, come
si puo vedere dal saggio che ne demmo al trove *, il Curtius
seguito sempre dal Pape-Benseler, li
spiegava col greco Xux-o$,
lupo, ovvero con luc-, luce. L'etimologia trattata cosi, cioe dire
senza tener conto della storia, dell'etnografia e della crono-
logia, e un semplice passatempo e null'altro.
Pharsalos, OapaaXog, oggi Fgrsala (ia 3>epaaXa) fu citta pe-
1
DE CARA, o. c. p. 666, 667, 668.
2
STRAB. IX, V, 6.
3
LEAKE, Northen Greece, Vol. IV, p. 484.
276 GLI HETHEI-PELASGI
1
HOM. 11. II, 749.
2
STRAB. IX, V, 19.
3
STRAB IX, V, 17.
4
HERODOT. I, LYI.
NEL GONTINENTE ELLENIGO 277
restare sotto la sua signoria, ma specialmente ne' tempi piu
antichi mutarono spesso di abitatori comecche non sempre di
i is
1
STRAB. IX, V, 2
*
HOM. II. II, 741.
278 GLI HETHEI-PELASGI
Meandro; i
Dolopi tra' monti Timfresto o FOtrys; gli Etei,
OiTaiot, sulle montagne intorno all' Eta e nell'alta valle dello
insieme eon gli Edoni, gli Asei e gli Etei *; il che conferma
logisti che ne' nomi della Grecia non vogliono veder altro se
non che nomi arii, interpreterebbero tutti i nomi da noi qui
1
PLIN. H. N.VI, XVII.
2
STEPH. B. s. v.
3
PTOL. 5, 6, 9.
4
PLIN. H. N. VI, XVII, 19.
5
STRAB. XIII, III, 4 dove Piaso & detto Principe de' Pelasgi nella La-
;
risa Fricornide, la quale peraltro fu cosi chiamata dal 3>pcxiov opos della
Locride. Cf. NIC. DAM. fr. 19 ; Sum., s. v.
6
STEPH. B. s. v.
280 GLl HETHEI-PELASGI
1
Esichio, sotto la voce Tuap, scrive TO xpat-ciatov, cisap, Tispa?, rciaXov.
:
TudXis
3
. Ma sotto il nome di Tesprozia s' intende 1'
Epiro. Lo
stesso autore dice Eginio citta degP Illirii :
Afyiviov, TioXcs 'IX-
4
Xopi&v, u>s Sipajtav. Livio 1'
assegna alia Tessaglia e Giulio
Cesare scrive che Eginio stava di fronte alia Tessaglia \
Non e difficile intendere le cause di queste diversita, qualora
si pensi alia ragione de' tempi e delle vicende de' paesi e
de' popoli. Abbiamo ricordato Eginio non per se stesso, cbe
non ebbe mai fama nelP antichita, ma perch6 il lettore notasse
la radice del suo nome A'.y-wov, radice sommamente feconda
1
VERG. Georg. 1, 281.
1
STRAB. VII, VII, 9.
3
STEPH. B. s. v. TOficpv].
*
T. Liv. Lib. XXXII, 15.
5
J. CAES. Bell. Civ. Lib. III.
282 GLI HETHEI-PELASGI
-
semplice vocale a od rj,
e piu probabilmente suono ay (Cf.
3 4
citta di Greta ;
di Taso, di Pelasgo e di Agenore .
Dionigi
d'Alicarnasso poi ci dice che Fantico nome d'ltalia fu Foronia 5
.
PAUS. I, XXXIX, 5, 6.
PARTHEN. EROT. I.
pelasgici.
TpixxTj, Tpfxxa e oggi Trikkala, cittk della Tessaglia
Tpforj,
1
HOM. n. n, 573.
a
Dio. Sic. IV, XLV, 2.
3
HEEODOT. V, LXVIII.
*
HOM. II. IV, 202, TpbtYj; 11 II, 729. Tpbocrj.
284 GLI HETHEI-PELASGI
lebre verso:
1
HOM. n. xvi, 233.
2
STEPH. B. s. v.
3
Id. ibid.
v
TH. DE PINEDO, in vers. STEPH. B. p. 249, n. 26.
NEL GONTINENTE ELLENICO 285
1
Cf. DE CARA, o. c. p. 463.
2
Cf. DE CARA, Gli Hethei-Pelasgi nelle hole dell'Egeo, Cipro, Civ. Catt.
Ser. XVI, Vol. I, fasc. 1070, p. 148-149.
286 GLI HETHEI-PELASGI
APOLLOD. Ill, 8, 1.
HYGIN. f. LXXXVIII.
Dio. Sic. IV, LXXII.
Schol. APOLL. RH. I, 416.
Dio. HAL. I, 17; St M. 793, 12; STEPH. B. s. v. 3>0ia.
STEPH. B. s. v.
polo chiamato Greci, non Elleni Dal fin qui esposto discen- .
montagna, nel cui vivo masso le acque apertasi con lento la-
vorio in piu luoghi 1'uscita, diramansi in cosi vasti canali da
repenti rocce, a pie delle quali cova un lago nero come Porco.
La sola vista dello stretto e periglioso passo mette i brividi ;
Palbergatore, il
quale prevedeva prossima una bufera di neve.
E guai a lui se questa Pavesse colto nel passaggio di una
spaventevole lacca, ove la strada, che corre pe' flanchi di-
XI.
di varii colori
degradanti in vaghissime sfumature di luce.
Ha ben r
ragione M. Fallize di dire che ivi allora non si desi-
dera piii ne Napoli, n& i Dardanelli.
Cristiania e residenza del Re quando visita il suo reame,
sede di un parlamento proprio, chiamato Storting, e di una
universitk fiorente. Ha bei cantieri di costruzione navale, un
Ivi sorge il
piu splendido tempio gotico della citta, la Chiesa
<ii S. Olao, costruita nel 1856 con le largizioni della cattolica
regina Giuseppina e di alcune famiglie della capitale, dove,
grazie al concorso dell' opera apostolica, fondata da alcune
dame della citta e della societa di canto, celebransi con bel-
Tapparato e molta solennita le feste. I protestanti vi accorrono
a centinaia, dapprima attrattivi dalla curiosita, e poscia dal
loro sentimento religioso, di cui e manifesto indizio il
raccogli-
inento e la devozione, con la quale assistono ai divini uffizii.
un libro di
preghiera con
e di cantici in lingua norvegiana, e
del regno sia per Pindole sua ardente e risentita, onde fre-
quenti vi sono i duelli a coltello, che dir si possono quasi sco-
noscluti nel rimanente della Norvegia, sia per la foggia del
vestire tutto all'antica e assai vistosa nelle donne per la fu-
sione de' colori rosso, violetto e azzurro, e pei guernimenti a
ricamo e i tanti vezzi, onde esse si accingigliano. Anche nel
culto si ama cola la pompa; e pero i ministri protestanti indos-
sano, come noi, i sacri apparati durante quella ch'essi chiamano
Messa, ed adottano gran parte della nostra liturgia in un col
canto e Paccorapagnamento dell'organo. II
qual costume, come
B UNA GORSA APOSTOLIGA DI MONS. FALLIZE 295
r
osserva M. Fallize, rimonta ai tempi della riforma, quando la
resistenza opposta, durante un secolo, dai Norvegesi all' inva-
dente luteranismo costrinse i ministri di quella setta a trave-
conservando Pantico apparato e le cerimonie
stirsi in agnelli,
verso la fine del secolo XI. Non ostante la sua boreale lati-
tudine ha un cielo si mite che la temperatura ben di rado vi
discende sotto lo zero; onde il suolo rivestesi di una ricca
flora nutrita da abbondanti pioggie, che i vapori del gulfstream,
nella state i
viaggiatori attrattivi vuoi dalla mitezza del clima y
perche la citta, avvegnacche giaccia a 62, 41' gradi di latitu-
monti; vuoi allettati dalla floridezza del suolo, onde viene de-
nominata pe' suoi jigogliosi rosai la citta delle rose, e piu
che altro ancora dair incantevole vista che si gode sulle sue
alture, donde Focchio, passeggiando un ampio e ridente oriz-
zonte, si spazia sulle verdi pianure e sul lago per una distesa
cursali, Tuna delle quali sorge sul suolo consacrato dal sangue
di S. Olao. In questoluogo avvenne, tre anni or sono, un singo-
lare fenomeno, che fu cagione di un terribile disastro. Una notte
i
poggi che costeggiano la riviera, avvallando a un tratto, spro-
fondaronsi in un mare di fango, trascinando seco le case che
si levavano sul dosso con la morte di 115 persone. II di se-
paesani di col ;
i
quali accorrono ne' di festivi alia cappella,
XII.
XIII.
osanna.
XIV.
dal popolo i
pregiudizii contro la Chiesa cattolica, raccoman-
dazione da questi accettata di gran cuore. E il piii bello fu
che il sacerdote cattolico fe' le sue conferenze avendo da un
lato il Prefetto e daH'altro il Decano del clero protestante!
L'unico avanzo delle antiche leggi ostili alia Chiesa e quello
che vieta alle Congregazioni religiose, massime ai gesuiti, lo
stabilirsi in Norvegia ma anche questa e sul punto di venire
;
abrogata.
E cosi la Chiesa cattolica, ricuperata la sua piena liberta,
vedrassi un giorno novellamente rifiorire sulla terra de' prodi
Normanni.
DEI SAPIENTI IRRELIGIOSI
E BELLA LORO. AUTORITA CONTRO LA RELIGIONE
questi pusilli?
Si, utili le crediamo noi pure, e pero le scriviamo ben di
buon grado. Esamineremo dunque se quella specie di fede cieca
II.
Per non cader nelPerrore del nostri general! d' Africa, che
affrontarono gli Abissini senza conoscerne esattamente ne il
numero 116 il valore, noi cominciamo dal domandare: Quanti
son essi questi sapienti irreligiosi?
Sappiamo bene che, a sentir certuni, sono quasi tutti co-
loro che hanno qualche cultura. Guardate, essi dicono, i pro-
fessori delle universita, i
deputati del Parlamento, i
capi del
Governo mirate perfino
: le borgate e i castelli : se vi e qualche
e un Zanella; e cosi via via discorrendo per gli altri rami della
iatellettuale cultura, tornerebbe assai facile il far notare in cia-
i
sapienti nostri, oh! questi no davvero che non si veggono
mai abiurare in morte la loro fede, o dubitarne anche solo;
ma i
sapienti del mondo li vediamo spesso in quei momenti
pentirsi di non aver creduto abbastanza, e rinnegando il loro
1
Chi voglia conoscere i sapienti religiosi che illustrano le altre na-
zioni,legga lo ZAHM, Scienza cattolica e scienziati cattolici, Geneva, Fas-
sicomo, 1895, e dovra stupire a tanta fioritura di dotti credenti, germo-
gliata principal mente dopo il rigoglio che ha preso il razionalismo.
308 DEI SAPIENTI IRRELIGIOSI
quali cheta cheta mette radici senza che esse neppure 1'av-
vertano.
Altre volte la molla segreta che regola il sistema della lor
vita e peggio ancora che vanita, e vergognosa paura prove-
niente da vile rispetto umano. Quello scienziato, quel profes-
sore d' universita, quello scrittore che tante volte ha fatto parlar
di se i
giornali e i
periodici, non si vede mai alia chiesa nem-
men per Pasqua: lo giudica un uomo senza religione,
il popolo
ma forse invece gli manca proprio la religione, gli manca
non
solo il coraggio di professarla. Se mi vedono in chiesa a far
come gli altri, diranno che sono anch'io un uomo del popolo;
e allora dove va quel lustro di riputazione scientifica che con
tanti sudori mi sono acquistato? Se mi trovano a predica in
mezzo alia folia, io faro la stessa figura che 1' ultima donnic-
ciuola ;
io che debbo insegnare non imparare, distribuire non
ricevere luce e consigli: dunque tali luoghi non fan per me,
perche io non sum sicut ceteri hominum (Luc. 18, 11). Con
questa chiave si spiegano molti misteri, e si capisce, per esem-
pio,perche mai qualche professore nella cittk dove insegna
non va mai a Messa, fuori di quella non mai vi manca e si- ;
percio, per farsi largo nel mondo, bruciano anch' essi, ipocriti
molato air idolo ora della vanita, ora dell' interesse, ora d' altro
ignominioso rispetto umano. E chiaro dunque che dalle schiere
degli uomini irreligiosi, sui quali 1'obbiezione si fonda, tutta
la categoria di costoro conviene aflfatto sottrarla, perche le
|
III.
Non puo negarsi pero che, dopo fatto questo diffalco, resta
pur sempre un certo numero di persone colte, che non solo
air esterno, ma nell' animo ancora osteggiano la religione. Bene:
sia pure che sulla loro irreligione non cada dubbio; ma il
dubbio non potrebbe muoversi invece sulla loro istruzione ? Si
dice che passano per persone colte ma, di grazia, in che con- ;
1
siste la lor cultura ?
perche ve n ha di piu generi di quei che
figurano come sapienti.
310 DEI SAPIENTI IRRELIGIOSI
riduce. ad una parvenza, cio6 a quella che puo venir loro data
dalla toga di magistrate che indossano, o dal berretto dotto-
rale che torreggia sulla lor zucca ;
e pero ti richiamano alia
mente quel grave professore di cui parla il Pignotti, al quale
un mattacchione di scimmiotto domestico un bel giorno gioco
un brutto tiro:
ambulanti, perche, come suol dirsi, sanno una carta d' ogni
giuoco hanno, cioe, un'infarinatura d'ogni cosa, un amalgama
:
e niente di buono.
Altri in fine non hanno neppur questo: tutta la suppellet-
tile delle loro cognizioni e quella che si vende per cinque cen-
tesimi al foglio nelle gazzette; ma si fan forti per una sicu-
1
A questo proposito ci e tomato alia mente un frizzo d'Aristofane nella
sua commedia Le Nuyole .
IV.
negli abissi del nulla o negli spazii di un avvenire che non co-
nosco; lasciatemi morire in pace. Cosi egli,e di questi Araghi in-
E BELLA LORO AUTORITA CONTRO LA RELIGIONE 313
V.
Eccolo.
II Simon, filosofo razionalista, stato anche
celebre Jules
Ministro della istruzione pubblica in Francia, nella sua opera
intitolata la Religions Naturale, a pagina 358, la dove pre-
fra i
personaggi d'ogni colore e d'ogni paese da lui co-
tanti
nosciuti ne' suoi lunghi viaggi scientifici, nessuna cosa gli aveva
fatto tanta meraviglia, quanta il gran numero di sapientoni che
non sanno il catechismo. E se nol sanno, noi insistiamo pur
VI.
quanto di volonta ;
non ha per oggetto principale di soddi-
sfare la mente, ma soprattutto di riformare il cuore.
Or chi non sa che il cuore non si arrende si facilmente,
e che sa sollevare una foltissima nebbia ad oscurare le verita
1
Si avverta che qui parliamo in generate dell'autorita dei sapienti irre-
ligiosi, non dei punti particolari in cui la scienza pretende di avere trovato
in fallo la fede. Quanto a questi vedi la nostra trattazione critica intorno
la Storia del conflitto fra la religions e la scienza di Gugliemo Draper.
Ser. IV, vol. I, p. 1 4^-421-676, eccetera.
E BELLA LORO AUTORITA GONTRO LA RELIGIONE 317
parole penso
: che
lo una provincia la quale meritasse d'esser
punita severamente, dovrebbe darsi a governare a costoro. Dei
non voler parlare, ma nulla c' impedisce
viventi ripetiamo di
d'accennare almeno sulle generali un certo fatto, che vediamo
ripetersi frequentemente. Gome va egli che incontriamo si
sua religione, co' suoi stessi disordini ci rende piu sicuri della
sua fede, perche, se non rigetta una religione che lo condanna,
bisogna ben dire che ne sia profondamente convinto. Ma nel-
Pincredulo signoreggiato dalle sue passioni la sua scostuma-
tezza ci spiega abbastanza la sua miscredenza :
per secondare
le scorrette tendenze, E libilo far lecito in sua legge, e assai
piu comodo non creder nulla. Di tale opposizione la fede non
dee dolersi, ma rallegrarsi : 1'avere a fronte tali avversarii e
per lei una gloria, non minore di quella del contare tra i suoi
popolo, i
grandi son popolo guai a que' pigmei miserabili che
:
voglion fare i
giganti; Dio solo 6 grande!
VII.
PArcangelo precipitato.
Allorchk costoro da Dio si allontanano, Iddio ritirato in se
stesso se ne resta con tutta la sua gloria, ma essi cadono ro-
CAPITOLO TERZO.
r.
latino,
Per di piii vuol sapersi che, tra madre e figliuola, era amore
saldissimo, ma non
confidenza pari all'affetto. II cuore della
sedurre.
La madre che, pur troppo, si era avvista del poco o niun
profitto di emendazione, ricavato dalla figliuola nelFeducatorio,
da principio si era proposto di fare, o tentar ella di fare, cio
che erroneamente supponeva non si fosse fatto dalle maestre
sue educatrici. Si mostro pertanto verso di lei dolce ed agra,
blanda e severa: dolce nel corrispondere alle sue amorevo-
lezze; agra nel resistere alia sua testardaggine: blanda nel
concederle quanto ella potesse giustamente desiderare severa ;
Alia Rita poi, per non esser vinta, di rado falliva 1'appoggio
del padre ed il favore del fratello, i
quali parevano non avere
altr'occhio in capo che lei, ne altro desiderio che di farla con-
sollecita piu dello stato futuro, che del presente della sua Rita ;
II.
rempieta.
La Rita, data un'occhiatina alia ignorata biblioteca, fermo
la sua curiositk sopra il
palchetto di questi libriccini, an-
-cora intatti e custoditi si lustri, che parevano pur usciti
allora dalle mani del rilegatore. Per buona ventura, non ve
RITA -
326 STORIA DI IERI
gravarlo che
; peggio e, un mai demone, messole, senza vo-
e,
III.
bocca, che potesse sapere d' irriverente alia fede, o d' indevoto.
Ma, dandosi anzi aria di dissiparle dalla mente, or una dub-
biezza, or una difficolta, che Faltra le accennava, delle tante
-che le ree letture, prima fatte, vi avevano seminate, bel bello,
sottilissima cora'era d'ingegno, gliele veniva a crescere, o a
ribadire.
Alia sua signorina erano stati consigliati libri di opportune
.antidoto al tossico, ingeritole nello spirito dalla lezione degli al-
tri pessimi. La madre, ignara del vero perche, ma fidata nella
mossa. Ella m' insegna, che questo punto della coscienza e de-
licato assai. Se non me Tapre da se, io non ho titolo, ne veste,
IV.
e questo? le chiede.
Come ! Non lo ravvisi ?
lo, no.
- E un signore, col quale, mesi
di fa, pranzammo, aven-
docelo in mezzo, tu alia sua destra, io alia sua sinistra.
La madre, un poco sovrapensiero, soggiunge: - - Io>
stata
non arrivo a richiamarmelo in mente. Ma, alle corte, come
Thai tu avuto? Perche lo dipingi tu?
Mamma, non e ancor tempo di dirlo. Te lo diro poi.
-
Appunto.
E com'e venuto questo suo ritratto nelle tue mani?
-
Me 1'offerse egli.
- E tu 1'accettasti ?
- S'intende: e
gli promisi il mio, miniato da me, com'egli
ne mostro desiderio, ed io gli doveva.
- La sciocca che tu sei ! Ma dove e quando mai, una si-
una, che ti avrei pero detta piu tardi, ed era il secreto del
mio cuore. Ebbene, il secreto 6 codesta ragione.
-
Ahi, mamma, tu 1' hai indovinata !
replied la Rita che,
diventata rossa di porpora, strinse al suo il volto della madre,
giuridici altrui ,
cio degli uomini associati. Indi trae il suo primo
assioma. Al pure determinata Ja pena, la quale consegue
delitto e
conosce la
punizione giuridica, non si conosce 1'emendazione, non si
1'una e dell'altra. Dal detto fin qui il motto che leggesi nella in-
Yisto il
fondamento, su cui fermano
il
piede le due scuole con-
tendenti, veggiamone ora le qualita delle loro armi. II ch. Autore
ce le dipinge qualificandole dai loro caratteri. II carattere sped-
1
Che molta quantita n'era in quel loco .
il
concetto, da la genesi.del diritto, e mette in limpida mostra la
parte sostanziale, che gli tocca nella quistione giuridica penale.
1
Orlando furioso, c. XXIV.
2
R. ARDIG<>, La Morale dei positivisti, pag. 82; E. FERRI, Sociologia
rale sia una e comune a tutti gli uomini. Tale per fermo non sa-
rebbe, se si mettesse alia merce dei fatti, onde il
pedagogo dovesse
dedurla, owero si dovesse ritraiia dall'armonia universale, o gittarla
in balia degli organismi sociali. Nulla diciamo del criterio della
morale posto nella destinazwne funzionale degli organi animali,
in quanto che questa deve essere nell' uso corretta dalla ragione.
Se la morale e una e comune a tutti gli uomini, come accade
che siano riputati doverosi e meritorii in un luogo e in un
tali atti
presso gli ebrei poteva essere doveroso, quando ai nostri tempi presso
di noi e abbominevole e stimato degno di pena. Due infelicissime as-
serzioni Non vi e amore paterno cosi fino, che Dio non abbia in
!
1
Of. S. TOMMASO, Summa 1, 2, q. XCIV, art. II.
BELLA STAMPA 339
gansi i profeti Geremia ed Isaia. Le parole divine erano alle volte
molto severe e le pene sancite oontro i delitti assai gravi, ma le une
e 1'altre si convenivano alia natura del popolo giudaico, ne erano
grande rivoluzione in Francia? Non furono tali quelle sancite dai Ce-
sari contro i cristiani? Non sarebbero tali quelle, che sancirebbero
i socialist! contro ogni possesso ed acquisto di proprieta privata,
quando pervenissero ad pubblici poteri ? Eppure in tutti
afferrare i
stione non essendo punto lesivo della societa, sia invece 1'esercizio
di un diritto, di un dovere di coscienza non sara in tal caso un ;
cumulo di misure non emerge che ben poca cosa. Ci cade qui in
mente quella novelletta di messer Boccaccio, in cui si conta di Calan-
drino, che va in cerca della pietra Eltiropia nel Mugnone. La beffa
per lui faticosissima e dolorosa, come e noto, riusci ad ingombrargli
di inutili sassi la casa, e non al ritrovamento della pietra Eli-
1
TAPARELLI, Saggio teoretico di airitto naturale, n. 790, 791.
BELLA STAMPA 311
L'uomo, se vuole,
pu6 influsso, e pervertito ria-
resistere al loro
versi. Giulio Cesare, secondo Plutarco, era uno scapestrato in Koma ;
ito all'esercito e presone il comando si fe modello di retto vivere
zione, e s' innestino nel loro animo i forti principii e gli esempi inse-
ed a Maria SS. per ciascun giorno del mese. Treviso, tip. Istituto
Mander, 1896, 32 di pp. 96. Cent. 15. Copie 100 L. 12.
ANNALI di Statistica. Statistica industriale. Fasc. LYIII. Notizie
sulle condizioni industrial! della Provincia di Modena con una
carta stradale e industriale. Roma, tip. GK Bertero, 1895, 8 di
-- L. 1,50. Yendibile in Roma Ui
pp. 62. presso i F. Bocca.
ARTUSIO VALENTINO, sac. Studio critico sugli inni del Bre-
viario romano. Alba, tip. Paganelli, 1895, in 16.
II ch. Auto re si place grandemente S. Ambrogio e di S. Gregorio e
dell'innologia della Chiesa; ne parla quelli che loro si possono attribuire
anzi con entusiasmo come si scorge con maggior sicurezza; la sentenza
da queste brevi pagine, scritte con che fa Claudiano Mamerto autore
buona lingua, con bell' ordine e con dell'inno della Passione Pange lingua
una certa vivezza oratoria. Pccato, gloriosi (col seguito Lustra seas qui
che nel piu e nel meglio del suo iam oramai sfatata e 1'inno
peregit] e
lavoro egli si muova sopra nn ter- ritorna aVenanzio Fortunato la ;
reno che piu non regge, e mostri di sequenza Victimae paschali va ascrit-
non conoscere il progresso che il ta non a Notkero ma a Wipone, cap-
vero studio critico degli scrittori va pellano delFImperatore Corrado II e
facendo in queste materie. Cosl p. e. via via; giacche e cosa ben facile
non v'ha piu dubbio che S. Ilario continuare negli appunti, quando il
non sia autore d' inni ecclesiastici, fondamento critico di un lavoro non
sebbene rimanga incerto se il Beata regge. e quando perfino lo stesso
nobis gaudia gli appartenga; si sono modo di parlare e di citare gli au-
gia ben definiti gli inni autentici di tori rivela la pressoche niuna pra-
1
Nota. I libri e gli opuscoli, annunziati nella Biblioffrafia (o nelle Riviste
della staznpa) della Civilta Cattolica non puo 1'Amministrazione assuraere
,
in nessuna maniera 1'incarico di provvederli, salvo che i detti libri non sieno
indicati come vendibili presso la stessa Amministrazione. Cio vale anche per gli
annunzi fatti sulla Coper tin a del periodico.
L'AMMINISTRAZIONE.
BIBLIOGRAFIA 343
tica nelle ricerche erudite. Anche la breve ma sugosissima ed erudita
senza ricorrere ai bellissimi studii dissertazione che leggesi nel tomo I
(per citarne alcuni piu alia mano) della Bibliothtque Liturgique, pub-
del Kayser, del Dreves, del Morin, blicata dal Can. Ulisse Chevalier e
del Batiffol, del Baumer, del Bar- da noi grandemente raccomandata
denhewer, che piii o meno diretta- agli studiosi nel nostro quad. 1069
mente trattano di questo argomento, del 5 gennaio 1895, pag. 81.
basterebbe al ch. Autore consultare
ASIOLI L., NEDIANI T. sac. 1
La Madonna del fuoco. Ricordo del
Pellegrinaggio Diocesano 1896. Brisighella, tip. Servadei, 1896,
32 di pp. YIII-104.
Veneratissima a Forll e nei din- nostri. II lavoro e fatto con erudi-
torni e la Madonna del Fuoco, della zione, con diligenza, con amore, e
quale due colti sacerdoti ci offrono (cosa non frequente nei libri di questo
in questo libro le Memorie, ripigliate genere) con buona lingua,
dal secolo XV e condotte fino ai di
gna il suo semplice titolo, e fra esse nervisi fedelmente, ne fa ricordo as-
merita particolar lode il richiamo sai opportuno ed efficace nella Pre-
delle eccellenti norme inculcate re- fazione.
Come appare dal titolo, il testo cavano nel Billuart, sono stati con
del Billuart e modificato o corretto ogni diligenza inseriti. Le question!
in modo che risponda alle esigenze del materialismo, del trasformismo e
della scuola teologica moderna. Nuo- di altri errori comuni a'giorni nostri,
ve tesi e nuovi trattati, come quelli sono svolte con maggiore ampiezza,
d$ Religione e de Eccle&ia che man- mentre si trovano o interamente sop-
3-44 BIBLIOGRAFIA
presse o notevolmente modificate quanti sogliono essere gli anni di
quelle trattazioni riguardanti punti Teologia. II 1 Vol. contiene i trat-
controversi nelle stesse scuole cat- tati de Deo Uno, de Deo Trino, e de
1100 pagine non ha piu che da 18 a 20 mento proprio dei PP. Carmelita-
millimetri di spessezza e, legato, non ni,Agostiniani, Lazzaristi e Gesuiti.
pesa se non 360 grammi. Non ostante Sciolto si vende L. 24; legato poi si
la piccolezza, il carattere ne e grosso puo avere a diversi prezzi che vanno
e di bell'occhio e nitido, ed inciso dalle L. 38 alle L. 85.
a,pposta perche occupasse il minore
CALVANO SALVATORE M. S. I. I Quattro Libri del Santo Van-
gelo ordinati cronologicamente e dichiarati nel senso letterale se-
condo i Padri e i Dottori della Chiesa. Parte I. Napoli, stab. tip.
Pierro e Veraldi, 1896, 8 di pp. 156. L. 3,00. Vendibile in
Napoli, presso la tip. editrice, presso 1'Ufficio della CiviUd Catto-
lica, via Pignatelli 34 e presso i principali librai.
Nel commentario letterale di tutto pubblicando, il sacro testo dei quat-
il Vangelo che il ch. Autore vien tro libri ordinato cronologicamente
BIBLIOGRAFIA 345
e posto per intiero nel nostro idioma rico, un mito; o almeno un perso-
e dichiarato in tutte le sue parti naggio storico, si e dotatd pure di
con esegesi facile e quasi diremmo rare doti, ma nonpiu che umano.
popolare. Gli avvenimenti narrati da- Fare dunque conoscere a' suoi let-
gli Evangelisti sono illustrati oppor- tori i genuini fatti e le vere dottrine
tunamente dalla storia del tempo, dell'Evangelo; dimostrare la divinita
dalle profezie e da' riti della Sina- del Redentore e Maestro de' popoli,
goga. Quella che qui annunziamo illustrando tutto ci6 che egli insegno
e la prima delle sei parti in cui sara o impose, che promise o minaccio e
divisa 1'Opera e tratta della Vita di quello che egli fece e soffrl pel ge-
Gesu Cristo, in XXIV Lezioni, co- nere umano, ecco il nobile ed il solo
minciando dalla concezione del suo scopo avuto in inira dalPAutore nel
Precursor? fino al trigesimo anno dare alia luce questo suo lavoro. Ri-
della sua eta. Siffatte opere oggi piu servandoci a discorrere piu diffusa-
che mai sono, non solo utili, ma ne- mente de' suoi meriti, quando tutta
cessarie, poiche, come rettamente av- 1'Opera sark compiuta, volentieri ne
verte il ch. Autore, oggi piu che mai raccomandiamo questa piima parte ai
i nemici della verita si adoperano a nostri lettori laici e al giovane clero,
tutt'uomo ad adulterare in ogni loro il quale trovera in essa abbondante
scritto quel Libra divino, a travi- materia onde istruirsi e pascere poi
sarne il concetto, a metterne in con- della divina parola i fedeli che sa-
traddizione le parole, ad irriderne i ranno alle sue cure commesse. Con
dommi e censurarne i
precetti. Nella questo pero non intendiamo sotto-
loro perversa opinione il Gesii di cui scrivere a tutte le sentenze proposte
parlano gli Evangelisti non e il Fi- o difese dalP Autore.
gliuolo di Dio, ma un ideale chime-
pp. 28.
Abbiamo a suo tempo annunziato titoli che, se anche non verranno
1'avvenimento importante della fon- riconosciuti dal Governo ostile alia
dazione di questa Facolta. Ora annun- Chiesa, saranno pero validissimi per
ziamo questo Discorso, come un mo- tutti gli effetti ecclesiastici, e pel
numento storico, in cui e minutamente vantaggio proprio dei laureati, sia
descritto, in qual modo siasi ottenuto avendo a patrocinare nelle Curie ve-
al splendido privilegio dall'Arcidio- scovili, sia per consigliare in materie
cesi di Torino, come
disposto sia miste chi a loro ricorresse. Crediamo
Finsegnamento del Gius Civile ana- che e Vescovi e Vicarii generali, e
logamente al Gius Ecclesiastico, in Magistrati, e Direttori di istituti edu-
quanti anni, e sotto la disciplina di saranno lietissimi di conoscere
cativi,
quanti professori ; e ci6 in iscuole ac- lagrande opera fondata da Leone XIII
cessibili al clero e al laicato, per nel Seminario di Torino, primo ed
riportarne legittimi titoli di baccel- unico esempio in Italia.
inedita, statane scritta prima del 1600 sara letta certamente con amore e
dal P. Bellintani da Said, premetten- con profitto.
scenza del diritto canonico e delle questo volume ben meditato e ben
leggi emanate, in materia ecclesia- condotto, con grande chiarezza di
stica, dal potere civile, per norma e idee, precisione di forme teologiche
regola di chi se ne deve giovare & e giuridiche e bonta di dottrina. Puo
BIBLIOGRAFIA 347
dirsi che, in quest'argomento, e un quisto il 20 settembre 1870, vi e
volume che tien luogo di molti; e esposta in modo che scioglie tutti i
mentre servira ai membri del clero, sofismi de' legulei politicanti, i quali
sara utilissimo ai laici, che della tentano svisare perfino quella larva
Santa Sede, de' suoi diritti e delle di liberta sovrana, che al Sommo
sue prerogative amano istruirsi fuori Pontefice si gloriano di avere lasciata
d'ogni pregiudizio. La trattazione, fra colla legge detta delle guarentige.
le altre, della sovranita pontificia vi Rallegrandoci col dotto Autore noi
e splendida, e quella pure dello stato vivamente ne raccomandiamo 1'opera
legale in cui ora si trova in Roma, degna di diffusione.
qui annunziamo ai nostri lettori. La- fattura (copie di celebri dipinti) rap-
sciando da banda per ora il merito presentate le scene principal! del
intrinseco dell' opera, gia nota al poema o i tratti piu important! della
mondo letterario, qual e la Cristiade vita di Nostro Signore. Da questo
deH'insigne poeta spagnuolo Hojeda, primo magnifico saggio, che ci
e
questo solo diremo che la nuova edi- offre la Casa editrice del sig. Gon-
zione della medesima non poteva riu- zalez e C. 1 di Barcellona, il mondo
scire piu degna del sublime soggetto letterario e cristiano potra trarre un
che contiene, dell'alto Personaggio felice pronostico della buona riuscita
a cui e dedicata (Leone XIII) e del- di un' Opera,che sara quinci innanzi
1'illustreCasa editrice, la quale con uno de' preziosi ornamenti, onde si
tanta fatica e spesa ha intrapreso un arricchiscono le biblioteche pubbli-
lavoro di grande utilita e onore alia che e le private.
educativi, ai lettori di libri serii, e glia che presto egli possa darci altre
348 BIBLIOGRAFIA
in luce il primo volume. Ed ora che nostri associati lessero a pagina 339
il ch. A. fa di pubblica ragione gli del volume X
della serie decima
altri volumi, ne' quali sviluppa
tre quinta, e altrove.
ampiamente il suo tema, non abbiamo
DE ZETTIRY ARRIGO prof. II Brasile e il secondo congresso geo-
grafico italiano tenuto in Roma dal 22 al 27 settembre 1895. Roma,
tip, Bertero, 1895, 8 di pp. 100.
E una comunicazione, fatta al Le osservazioni del Prof. De Zettiry
suddetto congresso e corredata di sono bensi frutto della propria espe-
note illustrative e d'allegati. Essa rienza, ma un po' troppo favorevoli
comunicazione e in difesa ed in lode* alle condizioni present! del Brasile,
del suolo e delle colonie del Brasile, del cui incivilimento ed agiato vi-
tutto all'opposto di cio che riferi il vere si deve dire: Ancora c'e che ire.
Prof. Scalabrini nel congresso g-eo- Osserviamo che i
gesuiti ed il pa-
grafico di Genova (a. 1892) e che pato non convertirono mai, come
si
tolo, non e una storia dell'unico mo- 1'archivio capitolare (p. VI). Tutti
numento medievale; ma potra non riconoscono 1'importanza artistica del
essere inutile a chi vorra dettarla in tempio di Lanfranco, il quale, non
tore d' incontrare, dalla" sua fonda- delle antiche forme: sicch6 coloro,
zione fino a tempi piu vicini, nelle che amano il decoro d'un tanto mo-
stampe e cronache, in libri mano- numento, dovrebbero procurare colle
scritti ed in ogni maniera di memorie loro oblazioni di tornarlo alio stato
o almeno non sonera alle sole fiere che, nella parafrasi della Cantica, o
che vi dimorano: anche i
passeg- si omettessero alcuni tratti, o almeno
dettare la mente. Dopo aver detto, Non e qui scambiato, per distrazione,
e con ragione Dov' e nel Pinde-
: ilnominativo coll'accusativo, o non
monte la maestosa gravita del verso doveva usarsi in modo passivo il
e la concisione del pensiero, che tro- verbo lasciare, che fu usato in at-
viamo nei sepolcri di Ugo ? cosi tivo?
Diciotto sono i capi, in cui e diviso Monsignore posta nella teorica del
il libro e tutti diciotto assestano menopossibile per acconciarsi alia qua-
gravi colpi sul capo dei rei. II suo lita dei tempi. Intorno alia esten-
ha la noncuranza delle leggi eccle- sione di questo scritto, alia teorica,
siastiche circa la profanita delle mu- alia sua spplicazione ed ai fatti ri-
siche e degli apparati; il suo i ma- feriti, essendo il libro scritto per la
trimonii di gran lusso, e special- Francia, non vi apponiamo alcuna
mente i misti il suo le sepolture
; parola.
alia mano come una solida organiz- organizzazione Nella prima il ch.
!
sono le parti, in cui e diviso il li- taggi che se ne colsero. Nel terzo
BIBLIOGRAFIA 353
ci da la organizzazione dell'Asso- setta imperante. Si miri il centre
ciazione popolare (Volksveretn), che tedesco perchfc stretto dai vincoli
;
pronta alia pugna contro gli avver- e non mai dividere. Organizzazione
sarii del cattolicismo. La organizza- adunque, organizzazione ma ani- ;
po' non saprei bene se di malevo- della vita pubblica. Ora, nella mia
lenza, d'invidia, di gelosia, o fors'an- meechinita, questo liberalismo 1'ho
che per qualche equivoco fp. 67); sempre combattuto (p. 70).
e le giustissime spiegazioni ch'ei da
Aintab, di Marasc, di Donkale, di Mu- (p. 37). Splendida 1' edizione e bel-
giukderesi, di Jenigekal6, e in par- lamente illustrata. La narrazione e
ticolare la morte del P. Salvatore da quella stessa, che noi nel volume
Cappadocia. E una pagina gloriosa precedente, p. 751, abbiamo detto
nella storia della Chiesa, la quale, d'avere ricevuto da testimonii ocu-
se nel P. Salvatore conta un mar- lari, e di serbare per un altro qua-
tire di piu, nelle popolazioni morte derno. Ma la presente pubblicazione
POLETTO GIACOMO. - -
Yersi e traduzioni poetiche. Auditore, tip.
Sartori, 1896, 16 di pp. X-380. -- L. 3,50.
Varie d' argomento e di metro si nuova, perche 1' autore fu educate
presentano al pubblico queste poesie alia vecchia non vi trovera nep- ;
del ch. Mons. Poletto, nelle quali il pure le elzeviriane sudicerie, le im-
lettore non trovera certamente le magini briache e i versi zoppicanti
alte ispirazioni e le finezze dell' arte e le sgrammaticature, onde i libri
BIBLIOGRAFIA 355
di certi cigni del nuovo Parnaso sono parer nostro, le terze rime, in cui si
bellamente riboccanti (p. IX) ;
ma sente il celebre illustratore di Dante,
invece eletti pensieri esposti in buona e chiaro si pare il
lungo studio e
forma, e qua e la 1* estro vero che illungo amore Che gli ban fatto
vivamente scintilla. Primeggiano, a cercar lo suo volume.
merita un posto distinto fra i libri varii regni della Natura, e sulle ori-
gue nella seconda Parte 1'esposizione desiderare nella versione per la parte
del Principio ordinatore giusta i varii letteraria; ma pur cosi egli e un
sistemi e la loro discussione. Nella libro che dev'essere accolto a fe-
terza e raccolto un vero arsenale di sta nelle biblioteche circolanti, e in
testimonianze di specie
scienziati, quelle dei Seminarii e delle canoni-
di moderni, in riconoscimento della che, anzi di ogni famiglia colta.
Causa prima e della insufficienza,
356 BIBLIOGRAFIA
SCHERILLO GIOVANNI, can. Nuovo mese mariano su i terni del
P. Muzzarelli, aggiuntovi le ore di Maria Desolata e sette copiosi
schemi per celebrare i suoi Dolori con appendice di due discorsi
sulla parte che ha Maria nelle feste dell'Ascensione e della Pen-
tecoste. Napoli-Roma, tip. Festa, 1896, 16 di pp. 448. L. 3,00.
ZAMBALDI G., sac. Fiammifero del Divino Amore, cioe breve rac-
colta preghiere dei Santi. S. Vito al Tagliamento, tip. Polo,
di
-- Cent. 20.
1895, 32 di pp. 64. Dirigersi all'Autore in Por-
togruaro.
ZAMPINI G. M., prof. I Morali di San Gregorio Magno a educa-
zione del Clero giovine. Testo volgare del buon secolo. Parte prima.
Studio di uomini e di cose. Torino, tip. e libr. Salesiana, 1895,
16 di pp. 168. Cent. 60.
Ecco un libro assai commende- da Zanobi da Strata e da Don Gio-
vole per tre capi. Pel testo, che e il vanni da San Miniato, e ridotta alia
fiore dei Morali di S. Gregorio Magno, sua vera lezione dal Filippino Bar-
ne' quali i caratteri e i costumi de- tolomeo Sorio: pei commenti, ora fi-
gli uomini sono con tanta esattezza lologici ed ora estetici, che con buon
descritti e dipinti con si proprii co- gusto ed erudizione vi ha fatti a pie
lori, che non lasciano luogo ad in- di pagina il professor Zampini. Per
vidiare i classici del paganesimo per : tutti e tre questi capi lo raccoman-
la volgarizzazione, fatta nel secolo diamo alia gioventu studiosa.
d'oro, in maniera semplice e schietta,
CRONAGA GONTEMPORANEA
I.
COSE ROMANE
1. ^Oratorio del S. Cuore de' PP. Barnabiti in Roma; premiazione annua
degli alunni. 2. I pellegrini di Limoges e dell'Aquitania in Roma;
1'altare di S. Marziale, apostolo dell'Aquitania, in S. Pietro. 3. II
Consiglio di Roma e le ire de' radicali a cagione d'un funerale pei morti
d 'Africa. 4. Funerali pel Principe D. Agostino Chigi. 5. Decreti
delle Congregazioni romane. 6. Appunti storici.
1. Nel pomeriggio del 9 aprile, nella superba sal a papale del pa-
sieme 1'animo ingenuo del fanciullo. Non vogliamo infine tacere del
modesto contegno del giovanetti che, non alieni dalla gioviale e romo-
rosa vivacita dei piccoli Romani, sapevan contenersi, quand'era d'uopo,
al cenno dei Padri che gli assistevano. Onorarono di loro presenza la
quest' Oratorio nel 1880 e coll'andar; degli anni prospero esso ognora
piu sotto la valente direzione del P. Baravelli coadiuvato da' suoi reli-
giosi confratelli, sino a raggiungere nell' ultimo anno la bella cifra
di 270 frequentanti Sono tutti giovani di onorate famiglie, le quali
.
medaglie furono quest' anno con munifica bonta regalate dal S. Pa-
dre stesso, che conforto sempre di sua altissima approvazione 1'opera
dei PP. Barnabiti. Si abbiano dunque la sincera riconoscenza dei Ro-
mani i benemeriti figli del B. Zaccaria; e rimanga il iatto ad esem-
pio, degno d' imitazione, in ispecie dove pur-
nelle maggiori citta,
quii al Papa, era anche assistere all' inaugurazione dell' altare di San
Marziale, apostolo dell'Aquitania, nella basilica di S. Pietro. Sono i
figli che si congiungono con istrettissimo nodo di fede ai loro padri.
II giorno 12 aprile, domenica in albis, i pellegrini dell'Aquitania com-
Capitolo di S. Pietro allora fe' istanza al Papa che, quanto era possi-
bile, fossero conservati gli antichi titoli agli altari e che quindi si
rimettesse anche quello di S. Marziale. Si^trovo giusta la dimanda, e
il 25 maggio del 1627, la fabbrica di S. Pietro commise al pittore
G. Antonio Galli, detto Lo Spadarino, il quadro di S. Marziale, che
nel 1634 fu messo al suo posto. Esso rappresenta S. Marziale che ce-
lebra la Messa e Santa Yaleria in ginocchio offrendogli (per un sup-
posto miracolo) la sua testa separata dal tronco. Or, sotto il pon-
vita pubblica, almeno in cio esso consiste in gran parte quasi che ;
quanto che al piccolo aiuto de' corpi e alia breve lode passeggera
proposta della Giunta. Certo, e il meno che possiamo fare per le fa-
niiglie di coloro che sono morti cosi eroicamente. Ma questo non mi
pare che basti. Dopo aver pensato, diro cosi, alia parte materiale per
i
vivi, dobbiamo pensare a quella spirituale per i morti. Essi hanno
dato la vita per difendere un ideale, sul quale ci sarebbe certo molto
da discutere, ma cio non toglie che questo ideale 1'abbiano difeso nel
modo piu nobile, sacrificando per quello, valorosamente, la loro esi-
stenza. Noi abbiamo un debito verso di loro, e questo debito propor-
rei di scioglierlo nelmodo migliore, facendo celebrare un funerale
nella Chiesa di Aracoeli, che, a quanto credo, e di patronato comu-
nale. Se non erro, lo stesso fu fatto per Dogali. Non chiedo che la
cosa si faccia con molto lusso^ perche le finanze del nostro Comune
non lo consentono, e perche vorrei che si togliesse il meno possibile
dalla somma destinata alle famiglie dei caduti. Basta un funerale mo-
desto e decente ;
cosi avremo mostrato alle famiglie dei morti in Africa,
CONTEMPORANEA 361
che non dimentichiamo le anime del loro cari e che cerchiamo com-
memorarle nel modo che riputiamo il piii efficace. La nobile pro-
posta del Soderini fu dapprima con certa tranquillita e poi con ir-
proposta, giacche anche per loro e ugualmente sacro il culto dei morti.
Ma vi ha qualche altra cosa da aggiungere noi siamo qui i rappre- :
stampare in Roma che la proposta della Messa pe' defunti era uno
sfruttare i disastri nazionali, ed era la gran parola lanciata dal Fer-
rari in Campidoglio. Un altro foglio pure gridava: Chi vuole la Re-
ligione, se la paghi ; quasi che non ci fossero mille cose che pochi
vogliono e tutti pagano, p. es. la guerra d' Africa, vedere un Impe-
ratore, eccetera. E la Riforma finalmente: In Campidoglio si sono
udite le improntitudini dei Consiglieri clericali contro 1'unita ita-
liana. E 1'improntitudine fu la proposta d'un funerale. Dal che si
vede per la millesima volta che cosa intendano i liberali per patria.
4. II 10 aprile si celebro in S. Maria del Popolo il solenne fune-
rale del Principe diFarnese D. Agostino Chigi, giovane di 38 anni,
che andato volontariamente in Africa incontro la morte nella battaglia
di Abba Garima. In quella chiesa e la cappella gentilizia della eccel-
lentissima Casa Chigi. La chiesa era tutta da cima a fondo sontuosa-
mente parata a lutto. Nel centro, dall'alto della volta, sormontato da
una corona da Principe, scendeva un ricco padiglione che faceva da
baldacchino al catafalco circondato da innumerevoli ceri. Tutto attorno
al catafalcoerano disposte bellissime corone. La chiesa della Madonna
del Popolo del resto e acconcissima a queste lugubri cerimonie, es-
sendo ivi raccolte le piu belle tonibe del rinascimento, che vanti
Roma, tombe in cui gli estinti sono distesi sulla bara in pace, espri-
menti cosi il vero valore delle cose umane di fronte alia morte. II
tempio era affollatissimo per ogni ordine di persone, nobili, borghesi
e militari accorsi. Anche gli eminentissimi Macchi ed Hohenlohe assi-
stevano da un coretto. D. Agostino Chigi apparteneva a quei pochi
della nobilta romana che si sono piu o meno accostati alia Corte
del Quirinale. Quindi tra le corone nel suo funerale notavasi una
mandata dalla Regina. II giovane Principe pero era religioso, ed
GONTBMPORANEA 363
essendo a capo d'un istituto d'educazione aveva fatto quanto poteva
per conservare in esso come maestre le Suore, e queste stesse non
avevano che a lodarsi di lui. II Principe Agostino Chigi era nato ad
Ariccia il 29 luglio 1858, e come primogenito dovea ereditare 1'alta
carica di Maresciallo del Conclave, onde Papa Alessandro YII voile
decorata la sua famiglia. Di lui si diceva quello che e avvenuto a
D. Marcantonio Colonna, il quale si riaccosto al Yaticano: Lasciate
che passi qualche anno ancora e vedrete che riprendera le tradizioni
di casa sua. Ma la morte ha troncato la trama delle cose umane.
5. DECRETI DELLE CONGKREGAZIONI ROMANE. 1. Intorno alle pro-
cessioni del SS. Sacramento insieme colle imagini e reliquie di Santi.
Fu interrogata la Congregazione de' Riti se, fuori della festa del Corpus
Domini, sia lecito in onore di Maria Yergine e de' Santi recare in
processione il SS. Sacramento, e se all'istesso tempo potessero recarsi
nella stessa processione le imagini o reliquie de' Santi. E la Congre-
altro luogo pio le stazioni della Via crucis si richiedano alcune for-
malita, senza le quali ogni erezione e nulla, cioe la deputazione del :
deputato, anche solo a viva voce, come si deduce dalle parole della
risposta (Anal, eccl., febr. 1896, p. 69). 4. Indulgenze a coloro che
364 GRONAGA
prendono promossi dalla
parte ai pellegrinaggi Gioventu cattoliea ita-
liana Sono queste contenute in un Breve del Papa, concesso il 23
.
marzo del 1896. Esse si ridueono a tre specie primo, indulgen/a ple- :
detta croce, recitera contrito un Pater, Ave e Gloria (non piu d'una.
volta al giorno). 5. Elenco delle materie che studiansi nell'Univer-
sitd teologica di Padova. Ai nostri parlammo gia di questa Uni-
lettori
versita. Ora
piace pubblicare qui 1'elenco delle materie che sono*
ci
Pontificio, presidente del Comitato per 1' YIII centenario della prima
crociata; intorno al presidente procedevano i componenti il comitato,
tutti portanti un cero. Seguivano poi numerosissirae le associazioni
II.
COSE ITALIANS
1. Combattimento a Mocram e a Tucruf contro i Dervisci una piccola :
5. Appunti storici.
gli Abissini, ed ecco ai primi d' aprile giunger notizie d' una nuova
troppo fiducioso dell' esito fortunato del di innanzi) egli voile tentare
1'offensiva. Usci to quindi lo Stevani nuovamente da Kassala, si diresse
contro le boscaglie e i trinceramenti de' Dervisci a Tucruf. E fu un
366 GRONAGA
solenne errore ; Dervisci, stando nel loro terreno e nelle
perche i
Eppure, a sentire gli amici del Crispi, pare che la nomina del Com-
missario civile in Sicilia sia, ne piu ne meno, che scindere la Sicilia
dall' Italia e il divenire dell'isola una nuova Irlanda. La sede del
Commissario e a Palermo. L'articolo 4 del regio decreto dara ai let-
tori una qualche idea dell'opera salutare che intraprendera il Com-
giorno appresso, ricevuti a gala dal Re, dalla Regina, dal Principe
di Napoli e da una folia immensa accorsa ad uno
spettacolo sempre
bello e divertente. II convegno duro un giorno e mezzo, ossia dal po-
meriggio dell' 11 fino al 12 a sera, che fu domenica; poiche la mat-
tina del 13 Guglielmo di Germania prese la via di
Yienna, per visi-
tare I'lmperator d'Austria Francesco II. Quanto al significato di
questo
convegno de' due Sovrani a Yenezia, eccetto che si voglia congettu-
368 CRONAGA
rare da semplici probabilita, non si pud nulla consegnare alia storia.
Al pranzo di gala, la sera del 12, mancarono anche i brindisi, soliti
a farsi tra Sovrani. Ma dope la recente sconfitta dell'esercito italiano
in Africa che dire, se non rievocare tristi memorie ? Un significato
udito, per farsene pro a suo tempo. Due cose pero non sonp da tra-
sandare. Primo, che col Re Umberto eranvi tre Ministri italiani il :
III.
COSE STRANIERE
FRANC IA (Nostra Corrispondenza). 1. La Francia, 1'Inghilterra e la Ger-
mania; rinunzia del sig. Berthelot. 2. La tassa sulla rendita, 1'agri-
1. Un uomo di Stato disse gia dopo il 1871: Non c'e piu Eu-
ropa. > Ma gli avvenimenti che poscia accaddero gli hanno dato la piu
solenne disdetta. Parecchi degli Stati principali si collegarono per
un'azione comune, che fu appro vata pressoche dall'Europa intera. II
sentimento della solidarieta, dei comuni interessi da tutelare, sopra-
visse a tutti gli urti, e riuni i nemici d'ima volta nello stesso
Europei. Chi avrebbe mai creduto che un paese qual e 1'Abissinia po-
tesse mettere in moto 1'Europa intera? La mala ventura degl'Italiani
in Abissinia, le e cagione d'interiori difficolta; in Francia si crede
ad una rottura della triplice alleanza 1'imperatore Gruglielmo si fa
:
st'ora, e il tener di mira due scopi che non si possono conciliare, ten-
tennando fra 1'uno e 1'altro ;
noi vogliamo rivendicare PAlsazia-Lorena,
e vogliamo porre un termine alia occupazione dell 'Egitto da parte del-
nostra politica in Egitto e stata cagione della rinunzia del sig. Ber-
thelot all' uffizio di ministro degli affari esteri, il 27 marzo teste pas-
sato. II Berthelot, in fin de' conti, e la vittima, il capro espiatorio,
perche tutti gli atti rilevanti della politica estera furono deliberati
dal Consiglio de' ministri. L' intero Gabinetto e dunque responsabile,
ma se la cava gittando a mare il Berthelot. Intanto, ai 2 del cor-
rente aprile, la Camera gli concesse un voto di fiducia, dopoche il
sig. Bourgeois, che assunse gia il ministero degli affari esteri, ebbe
letto una dichiarazione che diceva in sentenza cosi La condizione
:
nuto in serbo, benche, per adesso, non abbiasi speranza alcuna di far
sgomberare 1'Inghilterra.
2. Dopo cinque giorni di appassionato discussioni, nella tornata
de' 26 di marzo, che duro per otto ore e mezzo, la Camera approvd
una deliberazione favorevole alia tassa sulla rendita, ma pero riser-
bando la principale quistione, come cioe si avesse a ripartire quella
tassa. La Commissione deve mettersi d' accordo col Governo per deci-
dere se debbasi obbligare i contribuenti a denunziare le proprie ren-
dite, ovvero se saranno tassate d'ufficio. Dunque nulla e fatto ancora,
poiche fu scelto il detto ordine del giorno per non potersi mettere
d'accordo Governo e Camera su questo punto capitale. La tassa pro-
gressiva di certo sulla rendita e dunque tuttora assai lontana. L' ar-
gomento precipuo del sig. Jaures, caporione de' socialisti, e stato
questo che
: in 32,000 casi sopra 36,000 la tassa personale-mobiliare,
con la tassa delle porte e finestre, non e altro che una tassa mascherata
sulla rendita, che la deve sostituire. II sig. Leone Say paventa un
altro argomento del sig. Jaures : i socialisti vogliono che il contri-
butore sia messo a fronte a fronte dello Stato, gli apra il suo scrigno
ed il suo cuore. La funesta mania dell' accentramento sara cosi
maggiormente rafforzata. II sig. Meline pose in riHevo che la tassa
complesso 150 o 160 milioni altri dieci dipartimenti, ove sono grandi
;
Alte Alpi del 51, le Basse Alpi dell'82, 1'Aveyron del 46, il Cantal
del 37, la Correze del 45, la Charente del 35, le Coste del Nord del 45,
la Creuse del 53 per cento. In un Comune del dipartimento del-
1'Aisne sopra 102 persone che pagano la tassa personale-mobiliare e
delle porte e finestre, soltanto 15 pagheranno la tassa sulla rendita,
tutte le altre ne saranno esenti ;
nella Bordogna sopra 127 contri-
butori di un Comune,
tal rimarranno 5 per la tassa sulla
soltanto
rendita ;
in un Comune del Tarn e Garonna, ne restano 2 sopra 118,
e via diccndo. Dunque v'erano ragioni gravi che peroravano pel dise-
gno ministeriale, se fosse possibile trovare un modo di ripartizione
equa, e specialmente per nulla inquisitoria, della tassa sulla rendita ;
374 CRONACA
perche in Francia si ha la massima avversione a veder sciorinare in
pubblico la propria condizione patrimoniale tanto piu che i socia- :
quelli delle altre borse, come anche il movimento d'affari delle ban-
che e del commercio, si ascendera certamente all'enorme somma di 400
miliardi, se non anche di piu. Da che torna chiaro che la borsa, la banca
ed il commercio fanno trapassare in altre mani due volte tutti gli
anni il patrimonio del paese Si notera soprattutto 1'onnipotenza del
!
fanno gli stupori che tanti e tanti si gettino sopra le casse pubbliche
CONTEMPORANEA 375
e che i socialist! bramino di farvi entrare tutt' intera la rendita del
qual cosa non tornerebbe mai nocevole alia sua posizioue politica.
Essa piglierebbe, a cosi dire, la direzione di quel movimento catto-
lico che gia si va manifestando in tutti i paesi. Tutti i cattolici, per-
colle rngiade del cielo mantenere Integra e salda quell' aurea e mi-
;
steriosa catena che lega i cuori degli uomini al trono dell' Eterno :
Supremo Gerarca, per se, per le loro greggie, per tutta la Chiesa
australiana, come arra del divino favore e delle benedizioni celesti.
In risposta gli pervenne un telegramma, firmato dal Cardinale
Rampolla, del tenore seguente II Sovrano Pontefice, sperando per
:
spirito dei tempi moderni, e disse cose d'oro sugli esiziali effetti
Collegio.
3. Prima che si chiudesse il sinodo plenario, di cui e cenno in
scipline. Innanzi alia sua venuta in Australia per invito del Cardi-
nale Moran, che voleva affidargli quella sua prediletta fondazione, il
Yerdon tenne per molti anni e colla stima universale il posto di vice-
rettore del Collegio irlandese in Roma, ed anzi alia sua partenza dalla
Citta Eterna, 1'indimenticabile Monsignor Kirby voile dare un pranzo
in suo onore, al quale parteciparono, tra altri esimii personaggi, Mon-
Monsignor Yerdon, che gia faceva vela per 1' Italia ed era giunto a
Melbourne, ha reputato in ogni caso prudente di sospendere il viaggio,
fino a che sia appura^a la verita su tale proposito.
IV.
COSE VARIE
1. II venerdl santo nella corte di Madrid. 2. Le Isole Filippine ed i Be-
prima all' Ufficio divino nella cappella regia, che fu celebrato dal
Nunzio pontificio, Mons. Cretoni, e dai cappellani. Al momento del-
l'adorazione della croce fu veduta la regina incamminarsi sola al
luogo, ove la croce era stesa sul pavimento. Quivi presso 1'attende-
vano il Vescovo di Sion ed un altro prelate che teneva in mano un
vassoio con sopravi i processi di sette uomini, condannati a morte, sei
dai tribunali civili ed uno dal tribunale militare. I processi erano
legati da un nastro nero. Allora il Yescovo disse : Yostra Maesta,
perdona a questi condannati? A
cui la Eegina rispose lo perdono
:
Or sono sei anni, pieni di stupore, pendevamo dal labbro dei mis-
impiegati. Essa infatti sorge per liberare tanti agricoltori, che dopo
aver pagato per assicurarsi, si vedono delusi nelle loro speranze. Le
<3ondizioni stesse della polizza sono tali, da porre 1'agricoltore in eccel-
lente condizione in caso di infortunio, mostrandogli cosi coi fatti che
la societa vuole realmente provvedere a lui nella sventura che lo pud
opprimere. Gli utili annuali sono devoluti agli assicurati, che rinnovano
il contralto di assicurazione.
Mentre applaudiamo di cuore alia nuova societa, esortiamo viva-
mente i cattolici a sostenerla, facendola conoscere agli amici, assi-
curando quinc' innanzi presso lei i loro prodotti e soprattutto coope-
rando all'acquisto delle azioni, che sono soltanto di 50 lire ciascuna.
La Presidenza della Societd cattolica di Assicurazione ha la sua
sede in Verona, Corso Cavour, Palazzo Canossa.
4. 1 Beni stdbili degli ecclesiastici in Italia. Presentiamo ai nostri let-
tori un prospetto dello stato in cui si trovavano i Beni stabiii e le
le Eenditedegli ecclesiastici d' Italia, delle
descritti nei verbali
prese di possesso, alia fine del inese di giugno 1894. Possiamo accer-
tare la esattezza delle cifre, essendo le stesse che furono comunicate
384 CRONACA CONTEMPORANEA
dalla Direzione generale del demanio R.
Ministero di Agricoltura,
al
e che fanno parte dell' ultimo Rendiconto consuntivo del Regno.
Luzzatti stava pel si, affermando che nel cattolico non si do-
veva vedere un rivale, si bene un collaborator, e che i re-
denti dalfusura, lo siano da una Banca popolare liberate,
o da una Cassa rurale cattolica, rappresentano la liber azione
economica di fronte alia catena dell'antica servilu. E senten-
ziava : da
qualsiasi altezza sgorghi la fonte del credito sano,
emancipator e^ attua il suo cdmpito di redenzione dall'usura.
Senonche le risposte che il valent'uomo a propria difesa
dovette poi dare agli amici svelarono un'astuta insidia, che
nascondevasi sotto quelle offerte, in apparenza generose; si
1
Veggasi il nottro articolo Le Casse rurali cattoliche e la grande con-
troversia nel quad. 1075 del 6 aprile 1895. La medesima controversia fu
trattata dal R. D. L. Cerutti nella Cooperazione popolare di Gambarare,
II.
1
II discorso leg-gesi in appendice al Credito e coop, del 15 maggio 1895.
'
Art. cit. della Civ. Catt. p. 8.
3
Civ. Catt. quad. 1064 del 20 ottobre 1894, p. 165 e segg.
v
Credito e coop, del 15 maggio 1895, p. 84.
E UN'ALTRA GRANDE CONTROVERSY 389
E la solidarieta si manifesto eziandio neir atteggiamento
a nome del S. Padre una bellissima lettera al Comm. Aw. Luigi Durand,
presidente &e\V Union des Causes rurales et ouvri&res di Lione, approvando
la sua condotta per non aver egli mai voluto far lega coi massoni della
Socittt de Propagation e lodandolo in ispecie per aver messo a fondamento
della sua opera i principii della nostra fede cattolica, che sono il fondamento
UNICO e SOLIDO della morale, ed eziandio LA SORGENTE DELLA VERA PROSPE-
RITA TEMPORALS. La lettera e pubblicata nel Bullettin mensuel de V Union
di Lione (Avenue de Noailles 56), giugno 1895.
3
La democratic rurale di Parigi (Rue de Provence 30) del 12 gennaio
1896.
390 LE CASSE RURALI CATTOLICHE
4
popolare E LA PACE .
del mondo, che solo gli uomini di buona volonta, che in lui
credono e sopra lui ediflcano, godranno questa pace, che chi
non semina con Gesu, disperde, che chi non e con lui e contro
lui, che egli venne a portare nel mondo la divisione tra quei
III.
1
P. 51.
8
Nella Relazione che precede la statistica delle Banche popolari per
1'aimo 1893, pubblicata dal Ministero di Agricoltura, Ind. e Comm. (Roma,
tip. naz. Bertero, 1895), p. 12.
392 LE CASSE RURALI CATTOLIGHE
IV.
1
L'imminente Congresso in Credito e coop. 1-15 ott. 1895, p. 153. In
quale bene siano solidali tutte le forme di previdenza agli ordini del Luz-
zatti, ci viene spiegato alquanto piu innanzi Qui in queste istituzioni, e
:
1'
Italia, che lavora, che risparmia, che risarcisce con le sue buone opere
gli errori, le ignavie, le sventure quotidiane (!). Qui 6 1' Italia aliena dalle
La
lettera diceva in termini aperti: A quest' assemblea,
oltre Padesione delle Banche popolari, noi abbiamo ottenuto
quella delle Gasse di risparmio, dei sindacati agricoli e delle
principali societa operaie : la nostra speranza e adunque fon-
data, che, tra il movimento clericale e il movimento socialista,
che aspirano a guadagnare I'anima del popolo, tutte le forze
libere e non dommatiche della previdenza popolare italiana
1
Qual differenza tra il Luzzatti d' oggi e quello di ieri, quando esor-
tava suoi a non considerare i cattolici come rivali, ma come collabora-
i
catholique sur la m^me ligne que la propagande socialiste, c'est lui qui
les signale comme un danger social equivalent, c'est lui qui veut pac-
ser en revue toutes les forces libres (?) pour les mener a 1'assaut, c'est
lui qui se charge du rapport de cette question au Congres de Bologne 1
nervosa ;
la inizio il Maffi con dichiarazioni molto convenient! e li-
1
Del 5 novembre 1895, n. 302.
2
Luc., 23, 12.
3
Sono parole del periodico del Luzzatti Credito e coop. (1 nov. 1895,
p. 158),che riferisce per intero quell'articolo in luogo di una relazione del
Congresso sua propria.
396 LE CASSE RURALI CATTOLICHE
berali ;
lo segui il senatoreGriffini, un antico patriotta, che parl6
meno di cinque minuti, commovendo 1'udienza coi pericoli del cle-
ricalismo e chiedendo che si escludessero dal credito degli istituti
liberali e delle ban che di emissione le casse confessionali. II Barbanti,
con grande ingegno che sidovevano escludere dal beneficio delle leggi
gli istituti confessionali, perche vincolano la coscienza de' loro socu
Sorse allora il D'Apel, un oratore possente e caro a Bologna, a man-
tener 1'ordine del giorno del Comitato, il quale affermava tre con-
cetti sostanziali a) gli Istituti di previdenza a base di preference con-
:
epilogarlo, non sarebbe possibile rifarlo allo stesso Luzzatti. Sono cli-
Peccato, che gli Atti del Congresso, dopo ben sei mesi dalla
sua celebrazione, non siano ancora stati pubblicati! Quel mi-
rabile e stupefattivo discorso fregerebbe si bene queste no-
stre modeste pagine ! C'e pero modo di supplirvi, non gik coi
riassunti de' giornali, che spesso variano anzi tradiscono i con-
cetti degli oratori, ma con le dichiarazioni autentiche, non pro-
nunciate ex abrupto, in un momento di fervore, ma studia-
tamente meditate a mente fredda e scritte dall'on. Luzzatti a
tavolino e per giunta con la veste officiale di chi compone una
Relazione destinata a comparire in un volume di quelle Statisti-
che, che suol pubblicare il Governo. E perocche tal volume
fa preparato pel Congresso di Bologna e quivi al suo aprirsi
risposto persino che noi eravamo degli ipocriti o peggio, che i nostri
abbracciamenti soffocavano, che i nostri contatti contaminavano, che
le nostre istituzioni erano atee, framassoniche, sementi di iniquita,
fomiti di scandalo 2 Oh ben ci verrebbe la voglia di ripetere all' in-
.
1
Relazione cit. pp. 12-13.
*
. . . e chi ne ha piu ne metta !
398 LE GASSE RURALI CATTOLICHE
Sepulchrum (sic) patens est guttur eomvm ; linguis suis dolose age-
bant. Judica illos Deus !
Le
nostre istituzioni ne atee, ne framassoniche, continueranno ad
accogliere nel loro grembo tutti gli uomini di buona volonta, a cu-
rare supremamente 1'elemento morale pur poggiando su basi econo-
miche e non su principii mistici, a offrire il loro aiuto anche ai no-
stri avversarii onesti che ci maledicono *,
a considerare il carattere
della comune
fralezza fra tanta diversita inevitabile di opinioni poli-
tiche e religiose. E
il giorno in cui una banca confessionale crolli,
2
un cassiere confessionale fugga, casi che pur si son visti ,
lo scrit-
tore di questa introduzione riputerebbe non degno quel cooperatore
liberale se questa infermita della umana natura collegasse con ra-
V.
per lui uomini onesti, e tanto onesti che ancora si possa loro offerire 1'aiuto
del credito?
2
I nostri istituti di credito in Italia hanno cominciato ieri, e finora
per grazia di Dio nessun nostro cassiere e fuggito. Certo tutti possono
peccare, liberali e cattolici ma i ;
veri cattolici che credono nell' inferno e
praticano la santa confessione hanno certi freni contro il peccato, che man-
cano a chi non crede, o credendo a modo suo, non pratica.
3
Parrebbe generosita nel Luzzatti. Ma si rifletta quanto e sciocca la
sua supposizione E forse possibile che p. e. il ladro possa recare a scusa
!
guarentige di sicurezza assai piu solide della Banca popolare Schultze. Nel
resto i due istituti hanno diversa natura e diverse fine, e come tali e bene
procedano separati, senza contatto di affari tra loro.
E UN'ALTRA GRANDE CONTROVERSIA 399
*
Num. cit. del 5 nov. 1895.
2
Cooperations rurale di Padova del 15 novembre 1895 nell'articolo A
Congressi chiusi, pp. 161-164.
8
Riforma sociale di Torino del 25 novembre 1895 nell'articolo II mo-
vimento cooperative rurale in Italia, p. 775 e seg-g-. II Meneg-helli aiferma
che i progress! delle istituzioni cooperative cattoliche sono addirittura
sbalorditivi ,
e che nessuno pu6 prevedere dove il movimento cattolico
sapra arrivare. Egli pero non lo ascrive direttamente all'influsso del prin-
400 LE CASSE RURAL! GATTOLICHE
i
quali dovrebbero essere soltanto ispirati e guidati da criterii
golarita ;
onde si pu6 arguire che questo movimento cooperativo rurale
offuschera in breve quello dovuto al lavoro ed alle premure dei non cle-
ricali (p. 779).
1
L. c., p. 780.
Ivi.
E UN'ALTRA GRANDE GONTROVERSIA 401
1
Cooperazione rurale di Padova, decembre 1895, p. 177.' Notiamo che
le parole quae conventio ecc. non sono state proferite ne dal Toniolo, ne
dal Cerutti, ne dall'Albertario, come variamente fu scritto, ma da noi (nel
ricordato nostro quaderno 1075, p. 22), e non gia contro questa o quella
persona in particolare, ma in generate contro tutti gli avversarii, che con
false carezze intendevano inquinare la purezza dei principii cattolici nel-
1'istituzione delle Casse rurali.
8
A questo concetto delle nostre cooperative dobbiamo aggiungere un
altro, espresso bensl piu tardi in ragione di tempo, ma che rappresenta piu da
vicino il
pensiero dell'on. Luzzatti. Nett'Economista d'ltalia del 9 febbr. 1896,
n. 6 egli tratta delle concorrenze degli istituti confessionali, che male a
proposito invocano a loro aiuto forze misteriose e celesti ,
e li defmisce,
con queste parole, che noi non possiam tralasciare di dire
perfide ed indegne
di un uomo serio ed onesto: Sono forze di disgregazione del risparmio,
che mirano a spostarlo dagli antichi centri neutri e a trasferirlo nei
nuovi,
forze senza scrupoli, come
conviene a coloro che allegando un fine oltre-
si
mondano non badano alia scelta de' mezzi. Le parole in corsivo sono del
medesimo Luzzatti.
Serie XVI, vol. VI, fasc. 1102. 26 4 maggio 19*.
402 LE CASSE RURALI GATTOLICHE
piu sereno.
Intanto dalla succinta esposizione storica, che s' e qui
fattadelPodierna controversia, veggano i cattolici
qual gente
sta loro innanzi nel campo avversario. Sono uomini senza
sodi principii, senza giusto concetto morale, senza retti ideal! ,
senza logica, senza vera unita tra loro, salvo quella di com-
battere contro noi. Non se ne spaventino i nostri; ma proce-
dano compatti per la loro via, che e la vera e la buona. Non
discendano a conciliazioni di nessuna sorta coi nemici di Dio
e della Chiesa; com'essi si sono separati da Dio e dalla Chiesa,
cosi noi con Dio e con la Ghiesa dobbiam procedere separati
da loro. Scrivano pur essi sui loro vessilli altisonanti
parole
di amore, di fratellanza,
religione universale
di del bene;
sono parole vuote di senso, che percotono Paria e nulPaltro.
Noi sulle nostre bandiere scriviamo il nome di Gesu Cristo.
Esso solo dice tutto; perche quel nome e carita, e unione, e
santita, e redenzione morale e materiale del mondo, e con-
forto degli afflitti, sostegno degli umili, forza de' combattentu
DEI SAPIENTI IRRELIGIOSI
ZETTO
I.
frasi fatte ,
alle quali per conseguenza basterebbe il
contrap-
porre quel notissimo, quod gratis asseritur, gratis negatur.
Quando poi, ed e raro, le accuse contro il Cristianesimo pren-
dono 1'aria di raziocinio, sono ben lontane dal confermare la
II.
1
Noi amiamo credere che la Rivista abbia semplicemente voluto
dire che la brevita di un ammnzio non le permetteva di scendere a par-
ticolarita. Sul buono spirito ond'essa e animata e sulla valentia di chi la
Ne
miglior mostra di se fa questa frase fatta del fana-
tismo le altre volte che ci ricorre sott'occhio, come, per esempio,
apagina 140, dove leggiamo: L'antica religione dovette
cosi
combattere corpo a corpo con una religione novella piu omo-
genea ai progressi del pensiero e del sentimento, e colPardore
fanatico di chi a tutto esponeva e tutto tentava per farla
si
libro, scritto appunto da uno di quei fanatici del medio evo, e ci6 non
ostante per universale giudizio stimato pieno di profonda fllosofia morale,
tradotto in tutte le lingue, ristampato in tante edizioni quante non ne conta
niun altro libro: tutti conoscono I'Imitazione di Cristo.
E DEL VIRGILIO NEL MED10 EVO 407
III.
frequenti ;
la piaga dei deputati ed altri
maggiorenti deplorati
e tuttavia trionfanti ;
la piaga della carta straccia sostituita al-
Foro, che comparire straccioni agli occhi degli altri
ci fa
un' asilo della piu sciatta volgaritk Se 1' Italia deve chinar
la schiena davanti al primo barbaro che 1' ha battuta, tanto
vale neutralizzarla, abolir Pesercito e la marina, e affldarci
all' amministrazione del Papa, che almeno ci dark la pace con
tutto raondo, un' influenza coloniale dieci volte piu vasta di
il
IV.
per massima
la parte furono commessi dalF Inquisizione di
Spagna, che era un tribunale piu secolare che ecclesiastico.
Questo fatto storico, chi voglia vederlo convenientemente trat-
tato, legga principalmente il Balroes nella sua opera II Prote-
stantismo comparato al Cattolicismo, Gap. XXXVI-XXXVII *.
1
V. anche HEFELE, Card. Ximenes ; CLAESSENS, L''Inquisition etle re-
gime ptnal pour la repression de I'htrtsie dans les Pays-Bas du passe;
410 DEI SAPIENTI IRRELIGIOSI
empio .
E
qui sorvoliamo all' antipatico puzzo di sagrestia (pa-
V.
non ho mai potuto convincermi che una mente tale, a cui fu dato
il vedere tanto al di la delle menti
contemporanee, non avesse
dei momenti di dubbio, e non sentisse, almeno momentanea-
mente, il debole della credenza cristiana. Ma cio in ogni caso
saggeri, poiche era del tutto impossibile allora andar piu ol-
tre in tal materia, formulando per via dialettica e con quieta
coli e mezzo.
In secondo luogo e egli vero che questa filosofia fornisca
un punto d'appoggio a sollevare la plumbea cortina della
idea religiosa e che quindi avrebbe potuto togliere all'Ali-
,
VI.
ancora che gli autori cristiani allora diedero nel brutto e nel
laido quando paganeggiarono, cio6 quando, scordatisi del mondo
di Ik ed ingolfandosi tutti nel mondo di qua, tradussero in
mille guise, in verso e in prosa, colla
penna col pennello e
quel detto d' Orazio Nunc est bibendum, nunc pede libero
:
Terza prova. Questa grande eclissi non cesso che col tor-
nare gli studii in mano al laicato (p. 245).
1
Vedi anche CHATEAUBRIAND, 11 Genio del Cristianesimo, dove si fa un
continue confronto tra le bellezze pagane e le bellezze cristiane. Altre
bellezze di un altro genere, delle quali ugualmente andiamo debitori a
tieri, per cui s'inoltra Fintelletto alia ricerca degli altri veri.
VII.
e le ricche S. Paola ;
le maritate flsseranno Tocchio su S. Fran-
cesca Romana e le vedove m S, Catarina da Genova ;
e per-
fino le regine troveranno i loro tipi nelle Pulcherie, nelle
celibato,come quello fra gli stati dell' uorao che solo e capace
di condurre a perfezione dottrina non solo assurda, ma emi-
:
monio, che a molti sembra uno del grand! merit! della chiesa
cristiana, fa Peffetto di una derisione a chi conosce il medio
II.
onesti, potra phi mai mettere salde radici nella coscienza del
paese. E
facciano quante dichiarazioni vogliano, si presentino
III.
IV.
naturale del mondo a chi con noi e convinto, che nelle condi-
zioni in cui Poligarchia, stata fin qui al potere, ridusse P Italia,
i soli logici, i soli forti, i soli, che abbiano coscienza di s& e
sicurezza di trovare salde basi nella coscienza del popolo, sono
radicali e cattolici. La tendenza ad intendersi per mrazione
1
UUnita Cattolica N. 87 per il 15 uprile 1896.
IN ITALIA 427
V.
tolici d' essere spediti e pronti alia chiamata del loro Capo.
Sono anni gi e molti che il Papa inculca ai cattolici ita-
liani questa preparazione alia sua chiamata ;
e per veritk alle
insistenze di lui fu corrisposto docilmente, ma non pero dap-
pertutto colla medesima vigoria di opera e colla stessa cospira-
zione di intenti. Ove tale difetto, d'altronde per varii motivi com-
quest'ora piu forte assai di quel che non e, rispetto alia rivo-
luzione, e in grado non pure di ricevere dai partiti liberali
delle offerte d'amicizia, ma d'imporre altresi ad essi la pro-
pria autorita.
Sono anni gia, e molti, che la tanto benemerita e bene-
detta Opera dei Congressi s'adopera ad unire 1' Italia guelfa,
Congressi. ,
VI.
Ed
ecco senza dubbio una delle ragioni, perche gli ecci-
tamenti ad operare, a lavorare, ad agire si sono fatti in questo
ultimo scorcio di tempo piii vivi, e 1'azione istessa e Torga-
nizzazione cattolica piu generali in Italia.
Non volevate dir nulla che non fosse stato sempre detto,
inteso e proclamato da tutti, in ordine all'azione ed all'orga-
nizzazione dei cattolici? Ne conveniamo pienamente: ma ap-
punto perche nulla volea significarsi che non fosse vecchio e
consentito da tutti, valeva meglio mantenere anche la vecchia
1
Nell'articolo : della vita pubblica dei cattolici in Italia, che usci an-
che in fascicolo separate, come omagg-io al V Congresso cattolico italiano.
Prendiamo qui occasione d'avvertire, che, nel nostro articolo dell'ultimo
quaderno, sui Cattolici italiani nell'ora presents, non potemmo in niun modo
alludere alle discussioni nate dall'Adunanza di Milano, perche, quando scri-
vevamo, non ci erano peranco note.
432 IL PRESENTE E I/AVVENIRE DELI/AZIONE CATTOLICA IN ITALIA
i
progress! e le speranze.
RITA
STORIA DI IERI
CAPITOLO QUARTO.
I.
occhiate dolorose.
Non cosi il signor Marco ed il fratello, i
quali alia prima
sorrisero e pigliarono il fatto in celia; giudicando la scappa-
tella della Rita per una commediola fanciullesca, per un amo-
ruccio poetico, da ragazza impressionata e fantasiosa. Risol-
vettero quindi, d'accordo, che non se ne avesse da far conto,
e il domani se le ragionasse sul serio dei partiti che le erano
offerti e, se fosse mestieri, con lei si venisse anche, tra il
Oh mi !
dica, signorina Tullia ; prese a chiederle, dopo
GAPITOLO QUARTO. DETTO D'AMORE, DISARMA RICJORE 435
mia Rita?
Che dice ella ! La Rita non 6 signorina da lasciarsi fare
la corte. Ella e cosi riserbata con tutti, cosi contegnosa, che
menti piu praticati, nella villa del Pino, sono il giuoco del
Croquet ed il tiro al bersaglio, colle piccole carabine Flobert.
Le signorine Bice ed Annetta e le loro amiche ne vanno matte :
guardi ;
ella parla con una madre, che si e fidata e si fida di
II.
-
Degli abbracci te ne darei mille, figliuola mia, se io
fossi ben certa, che tu te li meriti da tua madre. Che impru-
pigliai.
- Ed il tuo?
Pel tiro al bersaglio, messosi lo stesso premio, io ed
ilcugino Poldo rimanemmo perdenti, e vincitore fu il signor
Livio. Dovevo stare ai patti. Promisi che avrei pagato il de-
bito. Ho
preparato il ritratto mio ed aspettavo che le cugine,
dalla loro citta, venissero a farmi visita, per mandarlo.
E mandarlo, cosi colorito e colla bella allegoria che vi
hai aggiunta?
Ho voluto vincere
signor Livio, nella cortesia.
il
III.
avanti, da due parti gli erano venute. Lesse a lei le due let-
IV.
di lui, che le teneva le mani nelle sue e coi lucciconi agli occhi
paterne corrispondesse.
A queste si univano le altre della madre, la quale, per in-
graziarsela e racquistarne la fiducia, non flniva di rassicurarla,
che il babbo ed ella le volevano il bene dell'anima ;
che se la
portavano nel mezzo del cuore; che non avevano altro pen-
siero in capo, se non che di procurare, quant'era possibile, la
felicita alia loro Rita; che si affidasse a loro: non la sforzereb-
prende piu di quello che per legge ti viene dal mio patri-
monio ed io ti lasciero in eredita, col testamento gik fatto. Se
tu maritassi fra quattro giorni, io non avrei se non a toe-
ti
appaia .
i.
tazione della segreta ragione de' tempi, equilibria ne' giudixii; alle
corte : merito ha quello studio, che
tale e tanto si avrebbe non
Y'ha
poi un pregio particolarissimo in quel San Francesco e
non pu6 essere trascurato. In tutti gli scritti del Bonghi, che toc-
cano di religione balenava nella mente dell'insigne uomo un altis-
simo ideahj ed era quello di un cattolicismo purificato dalle scorie
della mondanita e ricondotto allo schietto ministero evangelico uni-
yersale fra le genti 91)
(p. Si esaminino i suoi lavori.
. Pochi
saprebbero menare intorno la sferza e cogliere piu a sangue i cattivi
influssi presenti del cattoHcismo che
papale e del suo clero di quel
faccia il
Bonghi . E nondimeno aveva egli un' ubbia fitta in
448 RIVISTA
passava in certo modo per cattolico, che dira delle biografie del Thode
e del Sabatier, due celebrati scrittori protestanti?
il
Mariano) che allora correvano, e vivente ed operante in mezzo
alia Chiesa cattolica d' allora, come Francesco e con lui tutti i fe-
1
Civ. Catl. quad. 1046 del 20 genn. 1894, pp. 189-210.
DELLA STAMPA 451
radicale del moderno protestantesimo, venuto gia al mondo or sono
sette secoli, animato dagl' identic! concetti dissolventi e negativi,
tendente unicamente a far man bassa sul Cristianesimo positivo e
contro il
Sabatier, deve meravigliare invece e non poco, che il Ma-
riano creda ingenuamente d'essere egli il primo a giudicare cosi di
sostanza, come abbiam detto, coi medesimi argomenti che ora adduce
il Mariano, fu citato e riassunto in gran numero di giornali ita-
liani ed esteri; fu anche stampato a parte in Assisi 1'anno
stesso,
proprio mentre il Sabatier era cola festeggiato da quel liberale mu-
nicipio e fatto concittadino del Santo. II Mariano dunque giunge
alTultim'ora e si accinge a sfondare una porta aperta. Per giunta
Santi, che la Chiesa cattolica a dir vero non conosce, ma che gli
eretici protestanti non hanno piu difficolta di accogliere e di rico-
che la Chiesa gli ha insegnato a tener per fede ed adorare (p. 107).
Quindi il
proprio suo merito nella storia e 1'aver ricondotto il Cri-
nostri cosi sconnessi e sconclusionati (p. 36) E non s'accorge che spetta-.
colo strano e invece questo suo giudizio, frutto legittimo della sua mente
davvero sconnessa e sconclusionata!
DELLA STAMPA 453
non solo, mameno quella stessa della Chiesa si fosser rav-
piu o
viluppate in un'orrida notte tutta iniquita e violenze (p. 74) .
Le pure,
caste anime, tutte vita interiore di Lutero, di Zwin-
glio, di Calvino, che nel secolo XYI accesero anch' esse la pura e
-schietta dell'Evanyelio, possono andarsi a riporre a petto
lampana
di codesto caro Santo evangelico, che e il Poverello d'Assisi.
Ma si badi bene; non si deve percid fare di lui un eretico o
un ribelle alia Chiesa cattolica. Quest' e sproposito grossolano del
Sabatier e il nostro Autore 1'ha gia confutato. No ;
Yintuizione evan-
gelica di Francesco andavasi esplicando nel campo della Chiesa di
allora, alia cui autorita egli s' inchinava senza fiatare COIT mogia
Se si
pensa, risponde Mariano, che la Chiesa co' suoi metodi
il
mai tutta la vita interiore e religiosa d'un uomo, sia pure purifi-
cata come voi dite, sia pure ricondotta alia sua espressione untir
454 RIVISTA
Mariano gli pud affibbiare tutto cid che della Chiesa cattolica egli
1'
Evangelo 196). E la prova si fabbrica in meno che non si
(p.
dice: Gesu Cristo non ha mai ne insegnato, ne raccomandato, n&
imposto quel che piu tardi al concetto monastico (di semplice se-
1
giosi Qaindi
. in tutto cid 1'
opera di Francesco contrasta addi-
rittura con 1' Evangelo (p. 198). Ne solo a questo fu trascinata
S. Francesco dalla sua venerazione incondizwnata verso la Chiesdj,
ma i limiti. Per
in certe cose travalico tutti esempio egli introdusse.
nel suo Ordine obbedienza piu austera, piu truce.
1' Mentemeno
ogni obsequium rationabile n' era escluso, dovendosi 1' ubbidienza.
1
Gesu Cristo non ha rnai dato a pensare che via alia salvazione ed
alia santita fossero la poverta ed il mendicare (p. 196) .Per quel che-
ha tratto alia castita, nessuno certo, piu rigoroso del Divin Maestro nel
volere casta e morigerata la vita. Ma, daccapo, non gli venne mai in mente
di lodare il celibate, e si guardb ben bene dal raccomandarlo, o anche solo-
dal tenerne proposito ai suoi discepoli (p. 197) Circa 1' obbedienza. .
tano i
pretoriani della gerarchia papale ed ecclesiastica. La sete di
dominazione e le ingorde brame onde era rosa la Corte di Koma
e in generale le massime e i metodi di governo delle coscienze e
delle anime, che il Papato, dipartendosi dalle ispirazioni del Cristo
e del suo Evangelio, aveva fatto suoi, trovarono negli Ordini men-
dicanti i
piu fidi e ciechi sostenitori loro (p. 188) .
1
Sguinzagliati nei paesi cristiani, i frati eran deputati a tenervi in
riga i ricalcitrauti ai trasinodamenti ed agli abusi della Chiesa,
ribelli o i
a ricacciare anche con la forza nell' unita ecclesiastica quei che minac-
ciavan di raettersene fuori. Sicche alia uiistica religiosita del cuore e alia
sehietta pieta originaria furon visti sostituirsi il formalismo liturgico e
456 RIVISTA
ricettacoli di vizii, e intendera di leggier! come i frati
s' avessero
dovuto contribuire a sempre piu diffondere ed acuire nelle coscienze
il
bisogno della Riforma religiosa, a sollecitarne e renderne irre-
sistibile 1'awenimento, in fine, ad estenderne ed assicurarne il buon
successo.
Un'altra questione. Che resta oggi di S. Francesco? L'Ordine-
francescano ? Ohibo ! Francesco non e da confondere co' france-
scani.La sua figura poggia troppo alta, e quei che presero inde-
gnamente nome da lui non la tangono (p. 191). Resta almeno un
qualche ideale dell'opera sua come fondatore di un Ordine religiose ?
Neppure. Siccome questa sua opera cmtrasta addirittura col Van-
gelo <c e d'uopo ritenerla superata dal pensiero cristiano progredito
ed esausta di succhi vitali (p. 198) .
Frati, monache, conventi, re-
codeste cose nel mezzo della vita sociale e fra le tentazioni del mondo*
e tanto piu pregevole e meritorio, quanto piu difficile (p. 194) *.
ha mai esistito quel tipo d'uomo che quell'autore s' e creato con
la fantasia. Ma il San Francesco del Mariano e un assurdo storwo
e logico, insieme. Non solo il Santo non e cosi esistito realmente,
ma il concetto stesso che ne da costui ripugna ne' termini. E il
concetto di una cosa ibrida, di un ircocervo, di un circolo quadrato,
d'una mostruosita senza pari, umana insieme e religiosa.
Chiudendo questa rivista, dobbiamo deplorare assai, che in Roma,
sede rispettata del Capo della Chiesa cattolica, la Nuova Antologia
si mostri cosi tenera di Raffaele Mariano, fino ad accoglierne gli
sempre erronei, spesso addirittura ereticali, come i nostri
scritti,
hanno potuto vedere dalla confutazione che ne abbiamo fatto
lettori
<li
presentare suoi lettori a guisa di piccante primizia 1'ultimo e
ai
Civ. Catt. quadd. 1073, 1075, 1078, 1031, 1083 (febbraio-agoato 1895).
ARCHEOLOGIA
34. S. Maria antiqua al foro romano. 35. L'autorita dell' Itinerario Ein-
sidlense. Maria antica differente da S. Maria nova.
36. S. 37. S. Ma-
ria antica e chiamata S. Maria de inferno e Liberatrice. Le leggende-
dell' inferno. 38. II dracone di S. Silvestro. Culto di Vesta e culto
della madre di Dio al foro romano.
Nel piu antico catalogo delle chiese di Roma, che sia conosciuto-
e che appartiene al secolo VII, viene notata una chiesa col nome di
S. Maria Antiqua. Questa chiesa nell'ordine dei santuarii della Ver-
gine indicati nel detto catalogo segue alia piu grande e rinomata ba-
madre di Dio, S. Maria Maggiore, ivi gia chiamata S. Ma-
silica della
ria Major, e precede S. Maria Rotonda e S. Maria Transtiberis. Dal
posto di onore, che le viene cosi assegnato, si vede che S. Maria An-
tiqua godeva grande rinomanza e la principale ragione di cid deve
;
esser stata appunto la sua antichita rilevata nel suo titolo proprio.
2
II catalogo ordina le chiese appunto secondo le loro prerogative .
1
Liber pont. t. 2 p. 12 n. 387.
2
Liber pont. t. 1 p. 419 n. 198.
460 ARCHEOLOGIA
rario dalla porta aurelia alia porta prenestina, nel quale il pellegrino r
yen u to dal Trastevere e passato sul pons major, ha alia sua destra,.
come si legge, il Palatino e S. Teodoro, ed alia sinistra San Giorgio-
(in Yelabro), poi San Sergio (e Bacco). II viandante entra sotto un
arco e s'indirizza al cosi detto equus Constantini, che stava in mezzo-
al foro romano. In questo cammino ha a destra S. Maria Antiqua ed
a sinistra il capitolium e V umbilicus. Andando avanti, fra S. Cosma
e Damiano a destra Adriano a sinistra si volge alia Suburra r
e S.
per venire alia parte orientale della citta ed alia porta prenestina.
Si veda la sottoposta pianta tolta dalla pubblicazione del Lanciani sul-
1'Einsidlense e su Benedetto Canonico, la quale segna solo i nomi
indicati dall'uno e dall'altro .
v>
1890, mi
basto per se sola a mostrarmi inaccettabile la detta com-
mune Da questo punto cominciai a riesaminare la questione
opinione.
di S. Maria Antiqua. L'esame mi condusse ad altri confronti che
sono assai utili, anzi a mio credere nel loro complesso decisivi per
determinare la posizione della chiesa.
II risultato era che la situazione di S. Maria Antiqua coincide presso
a poco coll' odierna chiesa di S. Maria Liberatrice o libera nos a poems
con accuratezza, conosciamo almeno i dati seguenti, che non sono di-
sprezzabili.
II padre di Giovanni YII, di nome Platone, aveva 1'ufficio di cura
palatii urbis Romae, e secondo il suo epitaffio postogli da Giovanni YII
nella chiesa di S. Anastasia riparo 1'alta scalinata del palazzo Pala-
1
Edit. Lanciani p. 444. Jordan p. 655.
2
Liber pont. t. 2 p. 12 Leo III n. 387: In diaconia beat! Adriani et
in ecclesia beatae Martinae et in diaconia Antiqua fecit vestes de stauraci.
3
Tom. 1 p. 385 n. 167: Basilicam sanctae Dei genitricis qui Antiqua
vocatur pictura decoravit illicque ambonem noviter fecit et super eandem
462 ARCHEOLOGIA
1
tino (longo refecta gradu) Un' alta gradinata, che allora era la piu
.
Negli attigui edifizii cosl detti di Eliogabalo sotto il muro del Pa-
latino fin verso il Colosseo il Lanciani riconosce S. Cesareo in Palo-
tio, dove i papi del secolo YII deponevano le imagini degli impera-
4
tori bizantini Si aggiunga il monastero greco di S. Cesareo, il mo-
.
1
DE Rossi, 1. c. p. 495.
464 ARCHEOLOGIA
dell'episcopio da lui accennato, per cagione della distanza, nemmeno
si pud chiamare propriamente posto supra eandem ecclesiam.
torio dal papa Paolo I i racconti del popolo s' interessavano assai di
detto punto del foro. La lontananza, e vero, non & tanto piccola ma ;
1
DE Rossi, Bull. arch, crist. 1867 p. 69 Liber ponf. t. 1 p. 465 Paulus
n. 261 : Hie fecit noviter ecclesiam... in via sacra juxta templum Rome in
honore sanctorum apostolorum Petri et Pauli etc.
rovine del portico del tempio di Eoma e Yenere cadute dall'alto della
costruzione sul pavimento della sacra via avranno reso impossibile o
A quest' epoca rimonta forse la viuzza rettilinea
difficile il transito.
1'angolo delle quali si vede nella pianta (sopra alia pag. 461) alia
sinistra presso la chiesa ad vincula.
tricis, qui vocatur antiqua, quam a fundamentis Leo papa (IY) main
juxta sacram construxerat, vela etc. (Liber pont. t. 2, p. 145, n. 568).
2. Nella stessa vita si ba nella medesima pagina In basilica bea- :
tae Deigenitricis, quae olim antiqua vocabatur, nunc autem sita est juxta
viam sacram, fecit veste cum chrisoclavo etc. (n. 569).
3. Finalmente nella vita di Nicola I si dice Ecclesiam Deigeni-
:
presso la via sacra, ma cio che ha fatto il passaggio alia via sacra
ed al posto della recente chiesa mariana e il titolo di S. Maria an-
tiqua, la sua dignita e il suo officio qual diaconia.
II testo che non
poi al n. 3, preso dalla vita di Nicola I, dimostra
ebbe buona intenzione di Leone IV di far chiamare antiqua
effetto la
la sua chiesa mariana onde il senso piu naturale di quel testo e Nei
;
:
que primitus antiqua, nunc autem nova vocatur. Era troppo difficile
andar incontro all'uso popolare. I fedeli aveano sempre chiamata s. Ma-
ria Antiqua un altra chiesa. Come adesso chiamare cosi un nuovo edi-
fizio? II papa Leone avra fatto tutto; avra anche trasferito Y imago
sancte Dei genetricis Antiqua
4
. Ma si poteva prevedere che il po-
Romana un gran tesoro se conservasse ancora quella imagine, gia nel se-
colo ottavo, sotto Gregorio III, chiamata antiqua. Dopo un esame piu accu-
rato non oso di affermare che 1'
imagine esposta sopra 1' altar maggiore nel
suo stato attuale sia anteriore al mille. La testa del divin bambino sembra
anzi moderna e la Madonna fu probabilmente rifatta o novellamente di-
pinta nel medio evo.
ARCHEOLOGIA 469
polo almeno non accetterebbe una violenta traslazione del nome, chia-
mando antica una chiesa nuova.
Un gran pregiudizio reca all'opinione da noi combattuta il ten-
tative che si e fatto, di correggere il testo superiore n. 2 della vita
di Benedetto III in man i era che dica quae olim antiqua vocabatur,:
nunc autem nova et sit a est juxta viam sacram. E necessario inserire
le due parole nova et, contro 1'autorita di tutti i manoscritti ed a
1
Anche il Platner nella Beschreilung der Stadt Rom III, 1 (1837)
pag. 368 si e avvicinato al vero, mentre scrive nell'art. 8. Francesca rom.
che il nome S. Maria nuova, il quale le resto fin dopo la meta del secolo XVII,
suppone una S. Maria antica ; che il Liber Pontificalis nomina una S. Ma-
ria antica al foro romano nella vita di Giovanni VII; ma che e intrin-
secamente improbabile quel che il Liber pontificalis sembra dire sotto
Leone IV, cioe avere egli edificato S. Maria nuova al posto di S. Ma-
ria antica. II Platner Maria antica venire eziandio indi-
aggiunge, S.
cata dalP Einsidlense in altra posizione, cioe (alia parte nord-ovest del
foro) prima di venire da settentrione a S. Cosma e Damiano. II Gre-
Nel secolo decimo non si legge nulla dei fasti della chiesa S. Maria
antiqua ormai priva della sua importanza. II che fara meno meravi-
glia, se si riflette alia grande scarsezza di notizie sulle chiese e sui
monumenti di Roma La leggenda
in quel periodo della citta decaduta.
e la poesia popolare si trovavano invece proprio allora nel mag-
gior auge.
Ed e propriamente la veste della leggenda, sotto la quale ci riap-
parisce 1'antico luogo di culto nel secolo undecimo incirca, cioe al-
1'origine dei racconti delle Mirabilia Romae. Nelle seguenti citazioni
aggiungiamo ai testi delle leggende che vengono in
le altre notizie
acconcio.
quam locus qui dicitur infernus, eo quod antiquo tempore ibi eructabat
et magnam perniciem Romae inferebat. Ubi quidam nobilis miles, ut
liberaretur civitas, responso suorum deorum armatus projecit se et clausa
est terra: sic civitas liberata est. Ibi est templum Vestae, ubi dicitur in-
ferius draco cubare, sicut legitur in vita s. Silvestri. Est ibi templum
Palladis etc. (Ediz. lordan, Topographie der Stadt Rom. t. 2, p. 636).
2. La denominazione poi di S. Maria e attestata nella stessa po-
papa con il diadema quadro, in segno che allora era vivente e le let-
tere Sanctiss.Paulus Eomanus Papa*... Si crede, dice la rela-
guiti da Giov. And. Bianchi : Lanciani nel Bull.d. istit. german. 1894,
p. 32. Allo stesso luogo p. 31 menziona gli scavi della famiglia Col-
lino nel 1526, notizia che per noi e priva come anche
d'importanza,
quella degli scavi nel 1617.
472 ARCHEOLOOIA
6. Un'altra scoperta accadde nel 1885 in un' aula dipendente della
le varie che vengono nominate al foro romano del medio evo, pud
ci
risposta storica. Certo il pontefice Silvestro non poteva colla sua propria
autorita occupare il suolo pubblico per erigere un santuario cristiano,
tratta) che essa sia stata donata alia Chiesa dall'imperatore Costantino.
L'area, visibile nella pianta p. 463, era una piazza fiancheggiata da lungo
niuro. Sul muro (D o E) si solevano affiggere le tavolette in bronzo col te-
stimonio della honesta dimissio dei militari. Abbiamo nel Corpus inscrip-
tionum latinarum t. 3, p. 859 as. e Suppl. fasc. 3 (1893) p. 1965 ss.
un gran numero di cotali tavolette. Quasi tutte portano nel testo 1'ag-
giunta che dice esserne stata fatta 1'affissione su quel muro, ed ordi-
nariamente si fa insieme menzione d'un tempietto di Minerva che si
doveva trovare nella vicinanza, p. e. Descriptum et recognitum ex ta-
:
bano, doe" luogi delle tende (aTajvVj) appartenenti una volta al campo
i
1
Si osservi frattanto che presso
il Surius (ed. Venet. 1581, t. 6 p. 337) si
legge :
profunda spelunca juxta montem qui ab eis nominatus fuerat
in
Tarpejus; mentre nel testo greco del Combefis si ha: v -rep Taprcsttp cpsi, ivO-a
id KautTtoXcov tSpuia:. (Illustrium Chris ti martyrum lecti triumphi 1660,
pag-. 269). Una nuova vita greca scoperta recentemente dal dottore Pio
Franchi in un codice della Biblioteca Angelica di Roma, che vedra presto
la luce, ha 1'indicazione "Ev.. iq> TYJ T(0|ryj y-aTistcoXctp sv TW y.aTaouast. Non
crediamo felice il tentativo di lordan (II, 496 ss.), il quale colla storia del
dracone mette in relazione la grotta di Mitra sotto 1'altura di Aracoeli e
la denominazione il Perso. II Perso si dovrebbe cercare secondo il lordan
(p. 498) assai lontano dalla rupe tarpea del testo greco e dal foro romano
delle Mirabilia, ciofc presso la via Giulio Romano al lato nord del Cam-
pidoglio. Non entriamo nella questione deg"li element! orientali, della leg*-
genda di Silvestro.
ARCHEOLOGIA 475
invece connettono la tradizione del dracone direttamente col tempio
di Yesta ubi dicitur inferius draco cubare. Si pud credere che 1' indi-
:
congiunto questo lago col lacus luturrtae, bacino delle acque prove-
nienti dal Palatino, quale era il
presso il tempio di Castore e Polluce
e probabilissimamente coincide col luogo infernus posto addietro di
cone sta 150 gradini sotto terra, ed ecco non lontano dal tempio di
Yesta presso S. Maria de inferno quella altissima scala C, che scende
dal Palatino primo fino alia via nuova e poi piu giu fin al piano del
foro.Potrebbe darsi perfino che la porta di bronzo cosi solennemente
chiusa sopra il dracone alludesse alia chiusa definitiva delle porte
di bronzo del tempio di Yesta dopo cessato il culto pagano. E dun-
que certo, che il campo della famosa leggenda sulla vittoria di papa
Silvestro e proprio luogo che corrisponde alle appellazioni di locus
il
vestro, quanto che le immagini della dea col serpente erano conosciute da
cristiani di Roma. Fabretti (De columna Trajana Syntagma, 1690,
II
delle vergini vestali colle lustrazioni per mezzo delPacqua attinta alia
fonte delle Camene. Ma la vergine Yesta ebbe insieme il titolo di
madre era madre relativarnente all' impero da lei custodito. YESTA
;
1
LANCIANI, nelle Notizie degli scavi 1883 p. 445.
2
LANCIANI, ib. p. 477. 450.
478 ARCHEOLOGIA
statua sopraccennata) il serpente in atto di essere da lei nutrito e ac-
carezzato.
piu antica chiesa della Madre di Dio che si conosca al mondo, opposta
da papa Silvestro di gloriosa memoria al culto di Vesta, a quell' ul-
timo palladio delle memorie religiose dei pagani, e la chiesa conser-
vata ancora oggidi con un nome il quale, preso in certo senso, cor-
risponde maravigliosamente alia sua grande storia S. Maria libera-
:
I.
ROMANS
1. Numeroso pellegrinaggio dell'Alta Italia in Vaticano. 2. La voce del
present! in Roma per assistere alia Messa del Papa; talche alcuni
ne fecero ascendere il numero a 2500. Lo spettacolo di tanta gente
venuta da lontano, incontrando spesso non poche difficolta, solo per
vedere coi proprii occhi il Yicario di Gesu Cristo e consolarsi della
stessa fede, e cosa sempre meravigliosa e che commuove chi n' e
in sui 45 anni, mentre poco prima della Messa saliva la scala regia,
forse alquanto rapidamente, cadde a terra per un colpo apopletico. E
uso in Yaticano, nelle occasion! di tale conglomeramento di gente,
di porre un' assistenza sanitaria composta d' un medico, una suora
di carita e un religiose de'-Fate hem fratelli. E quel giorno essa era
li a un passo. II povero Ughetti fu subito soccorso e recato all' Ospi-
zio ;
ma mori poco dopo assistito dal direttore stesso del pellegri-
naggio, il reverendo Don Campari.
2. L'idea di costituire un Tribunale inter nazionale, che giudichi sui
litigi che sorgono tra le nazioni, senza ricorrere al metodo finora in.
uso di uccidersi a vicenda per saper chi de' litiganti ha ragione
(lasciamo stare i casi della difesa e della giustizia vendicativa), e
un'idea che prende piede sempre piu. Abbiamo qui due recenti docu-
menti provenienti uno dal Papa e 1'aitro da tre Principi della Chiesa
nel mondo inglese ed americano. II documento papale e una lettera
del Card. Rampolla in nome del Papa al sig. W. Hassingham diret-
tore del Daily Chronicle di Londra. Roma, 9 aprile 1896. Signore,
Fra piu preziosi doni che il divin Eedentore facesse alia terra fu
i
quello della pace, e nulla meglio desidero se non che la pace regnasse
nel mondo. Giustamente pertanto il Sommo Pontefice, come Yicario
dell'eterno Principe della pace,brama e si adopra con ogni studio,
che la concordia e 1'unione degli animi si mantenga fra le nazioni.
Per tal ragione Sua Santita, informata da me delPimpegno con cui
ella promuove 1' istituzione di un Tribunale permanente destinato a
decidere le controversie internazionali e ad allontanare dai popoli i
quali meraviglie Egli ha fatto sulla terra, facendo cessare la guerra fino
all'estremita della terra. (Salmo J.LV. 9). Altri possono fondare il loro
appello sopra motivi che tocchino i vostri interessi terreni, la vostra
prosperita, la vostra influenza nel mondo e la vostra autorita negli affari
degli uomini. La Chiesa cattolica riconosce la legittima forza di tali
motivi cell'ordine naturale e benedice tutto ci6 che tende al vero pro-
gresso e alia elevazione della mente. Ma la nostra ragione principale per
questo appello e fondata sul noto carattere e volonta del Principe della
pace, del divino Fondatore e Capo della Cristianita. Fu Egli che di-
chiaro che Tamore della fratellanza ^ un secondo comandamento si-
mile al primo. Fu Egli che annuncio al popolo la lode e la ricompensa
di coloro che cercano la pace e ad essa mirano. Beati, disse Egli, i pa-
cifici giacche essi saranno chiamati i figli di DiofMatteo, V. 9). Noi percio
invitiamo con calore tutti ad unirsi a noi nel far conoscere le loro con-
vinzioni e desiderii ai loro rispettivi governi, mediante petizioni ed altri
mezzi costituzionali. Fitmati: Card. /. Gibbons, Arcivescovo di Baltimora.
< Card. Michael Logue, Arcivescovo di Armagh e Private dlrlanda. Card.
Herbert Vaughan, Arcivescovo di Westminster. La domenica di Pasqua
del 1896.
stampd sul serio nel n. 118 che I* aggressore (il Soderini colla Messa)
ml caso concrete assaliva I' Italia una e le sue istituzioni. Ma la Messa,
d'altra parte, non
poteva escludere, dopoche in tutte le grandi citta
si
questa que' :soldati esser morti per 1'onore della bandiera nazionale,
ove tra i colori d' Italia splende la croce di Savoia, simbolo di gran-
dezza, di liberta e di unita della patria italiana ,
eccetera. Cosi il
S. Offizio, fe' 1'abiura della setta massonica il gia Gran Maestro, 1' in-
gia d' Inghilterra, lo Zola e il secondo Gran Maestro che torna alia
Chiesa. Egli apparteneva alia Massoneria egiziana, al rito scozzese
antico ed ocoulto e rito di Melfi e Misraim. Ecco il testo del-
l'abiura.
lo sottoscritto, Solutore Avventore Zola, ex-Gran Maestro, ex-Grande
Jerofante ed ex-Sovrano Gran Commendatore fondatore dell'Ordine masso-
nico in Egitto e sue dipendenze, dichiaro di avere appartenuto, per circa
trent'anni, alia setta massonica, e che, durante i dodici anni che ho di-
retto 1'Ordine,come Sovrano assoluto, ho avuto campo di studiare la sua
origine e lo scopo che si prefigge nelle sue leg-gi e nelle sue dottrine. Esso
si proclama una Istituzione puramente filantropica, filosofica, progressista,
avente per oggetto la ricerca della verita e lo studio della morale univer-
gale, delle scienze, delle arti e 1'esercizio della beneficenza; essasi pro-
fessa rispettosa della fede religiosa di ciascuno de' suoi membri, afferma
che interdice formalmente alle sue assemblee ogni discussione in materia
religiosa e politica, o che abbia per oggetto la controversia sulle religioni
e sulla politica; dice non essere una istituzione ne politica, ne religiosa,
484 GRONAGA
ma essere Tempio della giustizia, dell'umanita, della carita, ecc. ecc...
il
Ebbene io affermo che tutto ci6 che la Massoneria dichiara di essere, non
lo e. Quanto di bene e inserto nelle sue leggi e rituali, non e vero affatto.
zia, 1'umanita, la filantropia e la carita che non hanno regno nel Tempio
della Massoneria, n6 nel cuore dei massoni, perch.6 essi, salvo rare ecce-
zioni, non conoscono e non praticano tali virtu. La verita non abita nella
Massoneria, ed i massoni non la conoscono. Nell'Ordine massonico regna
sovrana la bugia, 1'inganno e la perfidia, mascherati col manto della ve-
rita per accalappiare la gente di buona fede. In verita dico essere la Mas-
ligenza nell'affare della riunione di esse Chiese colla romana. Leone XIII
dispone per prima cosa che i Patriarchi tengano, due volte 1'anno,
apposite riunioni coi Delegati apostolici. Tre punti specialmente sono
indicati nel documento pontificio alia loro comune sollecitudine, ossia,
il buon andamento dei Seminarii, i mezzi di sostenere ed aumentare
le scuole pubbliche e la propaganda delle dottrine cattoliche, per mezzo
di pubblicazioni periodiche. In fine il Motu Proprio raccomanda ai De-
seguenti :
gno 1894, con cui quella serie di mendaci libelli o annali di Loigny furono
proscritti nondimeno e sembrato conveniente che con nuova dichiarazione
;
si renda noto il nuovo inganno teso agl' incauti. Questa Suprema Con-
gregazione adunque, Peretica pravita, per ospresso mandate
istituita contro
del SS. S. N. Leone XIII, dichiara e significa a tutti e singoli i fedeli in
O. C. che gli atti del concistoro pontificio, riferiti nel citato libello, sono
del tutto inventati e falsi, falsi ed inventati dobbano da
ed ordina che per
tutti ritenersi. Inoltre Congregazione dichiara che riman
la stessa S.
ferma la condanna dei detti Annali di Loigny ch' e stato ed e proibito il
;
numero 85 dei prefati Annali, in cui riferisconsi i supposti atti dei con-
1
con altre cose indegne
<;istori che son rati e confermati tutt i decreti
;
zioni, le profezie di Loigny sono falfce del tutto, e per tali debbono aversi
da ognuno ;
che i fautori di quell'opera di mendacio di qualsivoglia sesso,
condizione o dignita, i
consenzienti, g-li aderenti, coloro che in qualunque
guisa abbiano prestato in cio aiuto o suffragio, sono incapaci di assoluzione
e di ricevere i Ss. Sacra menti fino a che non rinsaviscano. E tutte
queste cose ordino di pubblicare nei modi prescritti. L. f S. Gius.
MANCINI, Notaro della S. Rom. e Univ. Inquisizione.
7. II 26 maggio 1'Imperatore di tutte le Russie, Mcolo II, sara co-
II.
COSE ITALIANS
1. Stato e condizione della colonia eritrea dopo la sconfitta di Abba Garima.
2. Rottura definitiva delle trattative di pace tra il Governo d' Italia e
guire le fasi di questo flagello eritreo inflitto alia nostra Italia. Oltre
i diecimila che perirono in quella battaglia, un due mila furono fatti
prigionieri. Di questi, circa un migliaio furono condotti dentro il cuore
dell'Abissinia, a Sofcota, ed erano i piu validi ; gli altri, malaticci,
sofferenti, e che non potevano seguire il convoglio de' prigionieri,
GONTEMPORANEA 487
furono lasciati verso Adua. I primi, eccetto gli ufficiali, sono pessi-
mamente trattati e vengono adoperati dagli Scioani a costruire strade
e abitazioni; verificandosi cosi 1'idea di que' che dissero gl' Italian!
essere andati in Africa ad introdurre tra gli Abissini la civilta. Uno,
degli Ebrei, castigati da Dio, che si rinnova a' nostri tempi. L'altra
parte de'prigionieri, lasciati indietro verso Adua, si trovano in uno
stato da far pieta. Infermi, malaticci, malandati, la maggior parte
trascinantisi a stento per le vie di Adua, gli sventurati stendono la
mano perche si dia loro un po' di farina o qualche tallero. Essi spe-
rano di potersi rimettere in forze e tentare 1'arduo disegno di trasci-
narsi, per vie ignorate, verso il nord e raggiungere i posti della colonia.
(Hi abitanti del paese, di fronte a tanta sventura, mostransi piuttosto
uniani. Nessuno di essi aveva denaro, perche o dalle schiere del Negus
o dai ribelli, nelle cui mani caddero nella ritirata, furono spogliati
di tutto la maggior parte sono evirati. Tra i bianchi, sono mescolati
:
dell'esperienza e non crede (come s' era creduto finora, prima di sentir
le palle abissine) che con pochi bianchi possa vincersi un popolo nato
-alia guerra. Che cola, come ci diceva teste un soldato venuto dall'A-
frica, tutti vanno in guerra uomini, donne e ragazzi; e mentre i primi
:
tare 1'acqua da Napoli per non far morir di sete i soldati, e gia ne
arrivarono parecchie tonnellate. Egli e certo (concludeva teste il com-
petente Adolfo Rossi" in una conferenza a Milano) che se si mandasse
in Africa una commissione non politica, ma agricola ed industriale,
trattato di pace proposto era per guadagnar tempo: parole che si ri-
per la via della pace, seguendo anche il consiglio del Ministero pre-
cedente, spogliandolo pero d'ogni slealta e machiavellismo. Nel che
gli va data doppia lode. Le proposte del Cesare etiopico, comunicate
dal Baldissera al Governo d' Italia erano le seguenti: 1. II confine
principale del dissenso? Questa sola egli non voile accettare una
;
cioe, che egli, toltosi dal protettorato italiano, s'obbligasse a non met-
tersi sotto il protettorato di nessun' altra Potenza. Questa condizione
che, come appare dal telegramma, qui sopra citato, era dapprima pel
Governo d' Italia solamente un desiderio che non adempiuto non do-
veva mettere ostacolo alia pace, a poco a poco divento condizione asso-
luta; e il Negus allora, non avendo nessun Ponza di S. Martino da
spedire al Baldissera, mando due contadini a dire al rappresentante
del civilissimo Governo che non accettava quella condizione. Cosi,
le trattative di pace essendo rotte, si e assicurata all' Italia la con-
tinuazione del flagello eritreo, chi sa per quanto tempo Non v'ha !
terminare le piccole cose della pace dopo poi sarebbe venuto un ubmo
:
grande dal Re col sigillo di Sua Maesta per determinare le cose defini-
tivamente. Avevamo parlato cosi. Quando e venuto ancora dopo, abbiamo
parlato. Di tutto quello che abbiamo parlato lo abbiamo messo in iscritto.
Quello che ha parlato ha dato a me e quello che ho parlato io,
lui, lo ;
lo ho dato a lui. Ed egli e partito per parlare e determinare con voi altri,
e tornare con una lettera col bollo del Governo. Ora, quando e tomato,
ha abbandonato tutto quello che abbiamo parlato e ha portato altre cose
nuove. Per questo, vedendo che la pace era abbandonata, e quello che
avevamo parlato era cambiato, gli ho detto Restituiscimi il mio scritto
:
qui, lo mandero.
3. II 28 aprile furono distribuiti alia Camera de' deputati i cosi
detti Libri verdi sulle cose africane, e contengono le relazioni tele-
grafiche officiali tra il Governo d'ltalia e il Governatore dell'Eritrea
dal gennaio del 1895 fino a questa seconda meta d'aprile 1896. L'uffi-
490 GRONACA
ciosa agenzia Stefani ne ha mandate un sunto a tutti i giornali. Oltre-
quel che abbiamo narrate nel precedente paragrafo, che pud dirsi la
parte piu importante de' Libri verdi, dobbiamo per debito storico met-
tere in rilievo alcuni altri fatti non privi d' importanza. E innanzi
tutto e da sapere che di parecchi di tali document! non s'e trovato copia
altro dispaccio del 29 gli dice che con piena fiducia pud prender
1'offensiva contro il Tigre e YAgame, anche se Mangascia abbia aiuti
da Menelik. Al dispaccio segui 1'occupazione di Adigrat. Dimandando
poi il Baratieri un decreto reale per occupare tutto VAgame, i Mini-
stri Crispi e Blanc gli rispondono non esser necessario, bastando
giorno in cui il Crispi lo chiamo in Italia, per farsi bello come d'uno
Scipione Africano da lui creato, mentre il Baratieri celava gia in
cuore que' tristi presentimenti del come andrebbero a finire le cose in
Africa. II che ci pare dia qualche motivo ai radicali del parlamento di
dai Libri verdi appaiono due altre cose gravi che e stata data facolta :
Toscana ;
nella fondazione di molti comitati cattolici, in varie parti d'l-
talia; nella vittoria de' cattolici nel Consiglio di Yicenza e nell'esito non
isfavorevole della discussione sull' insegnamento religiose ottenuto dai
cattolici di Torino. II ravvicinamento tra i due grandi e soli parti ti,
e che dieci anni fa sarebbe stato follia pensare. Lo scopo del colle-
e rimettetevi al giudizio del Papa su cio che egli decidera per la sua
urne, Paganuzzi, capo dell' Opera de' Congressi in Italia, fe' qualche
il
a S. Maria del Soccorso e alia chiesa della SS. Trinita de' PP. Cap-
puccini. E da dire infine una parola sulla splendida vittoria de' cat-
tolici a Yicenza. Ivi, andata a vuoto una proposta di dare il nome di
Piazza Venti settembre alia da' secoli chiamata Piazza degli Angdi,
la Giunta liberale si dimise, e niuno volendo prendere quell'ammi-
nistrazione, il Consiglio fu sciolto. Yenutosi alle nuove elezioni, il
Comitato elettorale cattolico propone va una lista di 32 nomi ;
24 can-
didati esclusivi dei cattolici e 8 comuni coi moderati. Su 4729 elet-
tori inscritti, votarono 2673. La lista cattolica riusci trionfante dalle
glimento degli Ordini religiosi e del rapimento de' loro beni, sotto la
prefettura niilitare del Gen. Medici e il noto questore Albanese. Quest!
494 GRONAGA
aveva giurato la distruzione della stampa cattolica, e interrogate dagli
che cosa restava a loro contro la stampa liberate,
scrittori cattolici
III.
COSE STRANIERE
AUSTRIA (Nostra Corrispondenza). 1. Sessione annuale delle Diete pro-
vinciali. 2. Riapertura del Parlamento il disegno del Badeni per fa
;
e nella prima sessione, che queste ebbero da' primi di gennaio alia
meta di febbraio, mantennero il loro posto d'onore le solite question!
di nazionalita, le quali insieme colle diversita delle lingue e delle re-
Scharfere Tonart
cattolici della cosidetta (non ligi al Governo) tro-
vansi in guerra con quelli della Mildere , sbaragliati nelle nltime
elezioni e privati de' migliori loro capitani, apparve quest'anno ancor
piu rispondente alle sue condizioni ed a' suoi bisogni diversi da quelli
del Tirolo tedesco finalmente a Praga battaglie continue e furibonde
;
tamente ne' paesi piu alpestri, dove si fa piu sentire la niancanza del
vino e della birra, diventa enorme il consume di pessima acquavite
al cerbero democrat! co, nelle cui fauci arrabbiate qualche cosa, pur-
che fosse, oramai non si poteva a meno di gettare ed in se medesima ;
im'o//a podrida, dove gli elementi piu diversi ed opposti sono cacciati
a bollire insieme alia rinfusa, colla probabile riuscita finale di un
multiplicasti gentes, sed non magnificasti laetitiam !
Eppero av-
venne, che nessun partito politico e parlamentare ne rimase soddisfatto.
Nondimeno, siccome la formazione d'una nuova classe di elettori non
urta per se stessa direttamente contro ilprograrnma di nessun partito,
essa non incontro un'opposizione di massima, e pote essere accolta
dalla commissione parlamentare con pochi emendamenti, come un
qualchecosa, forse per ora unico possibile, ed in ogni caso meglio che
niente. II partito tedesco liberale, sempre impenitente nella sua ido-
latria verso il dottrinarismo liberalesco e il capitalismo giudaico, ao-
colse con mal dissimulata freddezza siffatta riforma, per il tirnore che
la piu parte de' nuovi mandati venisse a cadere in inano ai clerical!
ed agli altri loro avversarii. Yedremo quale atteggiamento saranno
per prendere quelle cariatidi del liberalismo, allorche il disegno di
riforma elettorale, gia approvato dalla commissione, sara sottoposto
dopo le ferie pasquali all'approvazione delle Camere, la quale contro
Serie XVT, vol. VI, fasc. 1102. 32 9 maggio 1896.
498 GRONAGA
tutte le contrarie prevision! di qualche mese fa, si pud dire gia assi-
curata.
La discussione del bilancio dello Stato passo quest'anno piu lesta
e tranquilla dell'usato. Per dime pur qualchecosa, il principe Liech-
tenstein tenne un eloquente discorso, dimostrando quanto basso sia
caduto il parlamentarismo anche in Austria, quanto abbia perduto
della sua tradizionale' iraportanza ed influenza 1'aristocrazia austriaca
allontanandosi dal popolo ed asserragliandosi nella cerchia de' privi-
legi insidiosamente fabbricatole d'intorno dallo Schmerling, padre della
presente costituzione liberalesca, e quanto manchi ancora ad una giusta
e piena rappresentanza degli interessi, spettanti alle classi inferior!
della popolazione nei corpi legislativi dello Stato e delle province.
Nella discussione del bilancio del culto e dell'istruzione, notevole fu il
disoorso del polacco D. r Chotkowski professore nell'universita di Cra-
deplorando tuttavia, che la scarsezza del clero non permetta per ora.
di accrescere le ore di religione. Da queste e da altre manifestazioni
fatte quest'anno dal ministro Gautsch appare, che 1'esperienza di questi
ultimi anni gli ha insegnato qualchecosa di buono, mitigando in esso
certi spiriti aspri di liberalismo, che 1'avevano posto in cattiva luce-
suoi, prima ancora che sia spirato il termine del periodo legislative,
prossimo a chiudersi nella primavera del 1897.
3, Ripigliamo ora il filo della cronaca delle elezioni municipal!
viennesi. Sciolta, come fu narrato, la neoeletta rappresentanza comu-
500 CRONACA
nale perche aveva rieletto a suo capo il Dottor Liiger ad onta della
negata conferma sovrana, incomincid tantosto 1'agitazione elettorale,
nella quale vennero ingaggiate anche le donne parteggianti per gli
antisemiti. Senza dilungarci in descrizioni superfine degli episodii di
gli incendii sono quotidiani. Nel passato febbraio scoppid uno sciopero
generale fra i minatori di Karwin nella Slesia; altri scioperi nume-
rosi, sebbene in minori proporzioni, pullularono qui e cola in tutta
la monarchia. Ad una rumorosa adunanza di 15,000 operai tenutasi
a Vienna, sotto la presidenza del capo socialista D r Adler, un'altra
ne segui di circa 20,000 lavoratori con 50 studenti, recatisi il 18
marzo al cimitero centrale per farvi la solita dimostrazione sulla tomba
dei rivoluzionarii caduti nel 48. Anche nel Tirolo 1'agitazione socia-
lista progredisce, specie ad Innsbruck ed a Bozen a diffonderla fra
;
meglio preparato a' loro scopi in una provincia, dove gli ebrei hanno
gia ridotto allo stremo della miseria i poveri contadini, imbestiandoli
colle bevande spiritose, dissanguandoli e spogliandoli d'ogni loro avere
colle usure piu inaudite (p. e. il 170 per cento !) e spingendoli dispe-
rati ad einigrare in massa nell'America. Siffatta emigrazione continua,
il Governo 1'attraversi in tutti i modi
sebbene perlocche, se non viene
;
neggi per mezzo di agenti segreti, raduno 1'esercito, circa 2000 sol-
dati, e, per rendere vani i motivi della irruzione dei coloni inglesi,
avviso gli scontenti di Johannesburg che avrebbe attenuto le promesse
delle riforme, ed in prova della sua sincerita sospese la riscossione
delle imposte sulle derrate che vi s' importavano. Allo stesso tempo,
il commissario del Capo, Sir Ercole Robinson, disapprovo 1'ingiusta
1
Vedi i fasc. 1094, p. 249-251; 1100, p. 249.
CONTEMPORANEA 503
diede per inteso ed il 1 di gennaio attaccd battaglia che duro paree-
chie ore sino alle due di notte. Naturalmente egli perdette, lasciando
sulcampo tra parecchi feriti 10 morti : che i Boeri ebbero maggior
numero di soldati e posizione vantaggiosa. Gl'Inglesi vinti, guerri-
gliando tutta la notte,ritirarono a mezzodi verso Johannesburg, donde
si
1
Cinque di questi condannati a morte il 27 aprile, furono graziati il
2$ dello stesso mese, ad istanza del Chamberlain, segretario del ministero
504 CRONACA
forme ,
e di condurli a Pretoria per essere giudicati dell'accusa di
alto tradimento. Tra quest! e il colonnello Rhodes, fratello di Cecil
Rhodes.
Intanto Jameson ed i suoi compagni sono approdati in Inghilterra,
vi sono stati ricevuti a gala, e si sono fatti rilasciare liberi dalla pri-
il capo Cecil
Rhodes, era d'intesa col comitato di Johannesburg- per ab-
battere 1'indipendenza della Repubblica. II Chamberlain aveva affermato il
contrario nella Camera dei Comuni !
CONTEMPORANEA 505
tiche. Tra le riforme politiche v'e il diritto di votare, da concedere
agl'Inglesi ed agli altri troppo numerosi forestieri, pur avendo molti
di questi nella Rep'ubblica dimora precaria. II che vuol dire per i Boeri
un forte e fondato timore che presto o tardi il loro Governo possa ca-
dere in mano della Granbrettagna. Questo timore si e accresciuto viva-
mente nei Boeri dall'odio vicendevole antico e spietato, dal vedersi
circondati da per tutto, quasi da una catena di ferro, dalle colonie
inglesi (tan to che, in sul finire dell'anno 1895, 1'unico sbocco libero
da essi bramato sul mare, nella baia Kosi, sfuggi dalle loro mani, es-
il territorio dei Capi Zambaan ed Um-
sendosi 1'Inghilterra appropriato
begesa), dal pretesto infine che un giorno John Bull potrebbe far va-
lere per un'occupazione del paese, la riscossione di somme tragrandi
di lire sterline, appartenenti agl'Inglesi ed investite nelle vie ferrate
ed in edificii pubblici del Transvaal. Che che ne sia della forza e del
che uso si fa delle tante tasse che pagano. Abbiamo riferito sempli-
cemente le questioni varie che agitano potentemente nei due par-
si
titi ; questioni che non si ristringono soltanto nella cerchia del Trans-
vaal, ma
si attengono altresi alle colonie del Capo e di Natale e allo
Stato Libero di Orange, ove sono sparsi a gran numero gli antichi
Boeri, eredi della nimista tra gl'Inglesi ed i loro maggiori.
Diciamo ora qualche parola dei due principal! personaggi di
3.
polo ed alcuni forestieri nutrono per lui, hanno renduto vani i fre-
quenti attacchi degl' Inglesi. Kruger ha 1'istinto del progresso, in
guisa da potere vincere antichi pregiudizii ;
ebbe la destrezza di chia-
506 GRONAGA
mare tram vie a vapore le vie ferrate che ha compito, a fine di ren-
derle meno esose ai suoi Boeri, quali, da rozzi carrettieri che sono,
i
percio non si pud ammettere ch'egli fosse unica cagione della irru-
zione nel Transvaal senza la mano del Governo inglese la cosa non
:
sesso delle regioni che dal territorio britannico dei Besciuani si sten-
dono sino fiume Zambese. Essa Compagnia ha sog-
ai laghi oltre il
giogato i
Matabele, ha vinto le difficolta sorte tra lei e i Boeri in :
revoli, che per dippiu erano sul luogo, cesseranno, crediamo, certi
partigiani politic! dal fare a fidanza colla buona fede dei lettori e
daH'ammannire loro una lunga lista di semplici asserzioni contrarie,
per conchiudere che gli eccidii turcheschi di Armenia furono tutti
esagerazione degli interessati Inglesi.
Ecco il testo della lettera scrittaci in data del 14 aprile 1896.
del Governatore, che nella sua singolare debolezza verso gli assali-
tori, fu capevole soltanto di quest' atto uinano. I soli greci furono ec-
cettuati. Finito il macello, i Turchi si diedero a saccheggiare le bot-
lia pochi giorni, vedemmo un 300 botteghe spogliate, 400 case deru-
bate e 36 bruciate ci accertamrno che furono rapite 36 donzelle e,
;
nisco col notare che in mezzo a tanti mali non venne meno la ca-
rita cristiana. Poichele 1500 persone rifugiatesi nella chiesa catto-
lica e le altre 500 ricoverate nella casa dei PP. Gesuiti furono nu-
trite da noi per 10 giorni, e cosi sino ad oggi, 14 aprile, noi ed i
Padri della Compagnia di Gesu abbiamo continuato a distribute fa-
rina, pane e vesti.
IV.
COSE VARIE
1. Feste papali nella Repubblica di Colombia. 2. L'origine e lo svolgi-
mento della rivoluzione equatoriana.
metri quadrati 1,330,875 (quasi cinque volte la nostra Italia) con una po-
polazione di 3,320,530 abitanti. (Vedi Almanacco di Gvtha, 1896, pag. 803).
510 GRONAGA
lennita P anniversario dell' incoronazione del glorioso nostro Ponte-
fice Leone XIII. I diversi giornali del paese ci sono giunti con
larghe descrizioni di quei festeggiamenti, del quali si deve tener
memoria soprattutto pel carattere pubblico ed ufficiale che rivesti-
rono per parte del cattolico Governo di quello Stato cosa pur :
troppo rara ai nostri giorni, e forse unica su tutta la faccia del globo.
Riportiamo percio subito, tradotto dallo spagnuolo, il testo del pub-
blico decreto col quale si ordinavano quelle feste II vice-Presidente :
L' alba del giorno 3 di marzo, come seguono a narrarci i fogli co-
lombiani, venne salutata da salve di artiglieria e dai suoni festivi
dei concerti militari. La capitale Bogota era tutta imbandierata coi
colori nazionali e colle bandiere dei varii Stati che cola hanno i loro
rappresentanti. Alle ore nove 1'Arcivescovo, accompagnato dal Capi-
tolo, dal Clero e dal Seminario, si reed in gran pompa alia cattedrale
fece ben rilevare quale fosse lo scopo speciale della straordinaria so-
lennita di quest'anno, una protesta solenne, cio&, contro le feste venti-
>converrebbe.
2. L'origine e lo svolgimento della rivoluzione equatoriana. Avemmo
gen. Alfaro, sin dal tempo del prode Garcia Moreno, avea cospi-
II
patria con la guerra civile. Per quanto egli non riuscisse mai a ri-
portare una vittoria, pure si avvicinava, di passo in passo a Quito con
i suoi satelliti mentre il governo regolare, all'annuncio del suo avan-
;
regna sovrano.
SANCTISSIMI DOMINI NOSTE1
LKONIS DIVINA PROVIDENTIA
PAPAE EPISTOLA
XIII
AD
EPISCOPOS HVNGARIAE
1
Epist. Quum multa alia, die XIX aug. an. MDCCLVIII.
2
I Cor. XVI, 13.
3
Hebr. X, 23.
4 -
strorum tarn est connexum, nihil cum recta civilis rei tempe-
ratione tarn congruit, quam sacrum illud regiae potestatis in-
VII.
1
Vedi Quad. 1100 del 18 aprile 1896, p. 143 ss.
LA STORIA NATURALE DELLE PIANTB NEL SECOLO XIX 523
del Mondo vegetale, limitandosi ciascuno allo stretto sentiero
da lui percorso o ai press! del luogo dove fe sosta.
Nel secolo nostro invece, la merc6 senza dubbio dell' impulse
gi dato, la Botanica si accinse risolutarnente ad abbracciare
ilproprio oggetto in tutta la sua integrita, e abbiamo veduto
come, per Pindefessa diligenza dei suoi cultori, ne sia venuta
a capo per quella che dicesi Fitografia, e riguarda la cono-r
scenza delle specie esistenti e dei caratteri proprii di ciascuna.
II vasto impero della Flora terrestre e stato esplorato e de-
scritto fino nelle regioni che erano piu inaccesse non solo per
le difficolta dei climi e delle comunicazioni, ma per Poscurita
in cui si avvolgono, come avviene segnatamente pel regno in
Minore e il
pericolo delPabbaglio a rispetto dei generi e
piu delle famiglie, specialmente poi quando la sorte ci ha con-
servate non solo alcune mutile e parziali impronte, ma le pe-
quanto dei mari erano quei due altri mostri dell' Ittiosauro e
del Plesiosauro il primo non avresti saputo dire se pesce o
;
Sequoia allattuta.
metri sul livello del mare, dove se n'e visto un individuo cre-
sciuto fino alia portentosa altezza di 100 metri con 7 metri di
1
The geological history of Plants.
NEL SECOLO XIX 529
mentando dal numero delle zone indicant! Pincremento annuo
del tronco, Peta di uno di quegli alberi fu computata in 3000
anni; ed essendo questo un breve spazio nella serie di un'epoca
geologica, possiamo quindi farci un'idea delPaspetto che do-
veva avere una foresta deirultimo permiano la dove sorgeva
a comporla un popolo di sequoie. Perocche esse vi figuravano
senza dubbio; e da reliquie ben conservate s'e potato deter-
minarne due specie, la S. Langsdorfti, e la S. Coutsiae. Ora
pel Dawson non v'e dubbio che la prima sia identica colla
sempervirens delPeta nostra, le seconda colla gigantea.
Lo stesso autore da ancora uno schiarimento non inutile
intorno alia pluralita dei nomi, con che viene designate questo
viana, perla che era per Polezzo e per Paspetto, fra le or-
chidee d' Europa. Non cresceva che in un prato in riva al
tempi piu remoti, e per Peta presente rimane piu che non le
1
Per non tralasciare neppure questo ragguaglio, i Giardini Botanici
in tutto il mondo civile si sommano, secondo la Societa di Agricoltura di
stampe, perciocche non ci era finora noto se non da' sunti che
sileggevano nelle Riviste e da quanto ne scriveva Salomone
Reinach nella Revue Archeologique ( Chronique d' Orient,
N. XXX,
1894-1895, p. 41-42-43 dell'Estratto); e nella stessa
me Ser. Tome
Rivista (III* XXYIII, 1896, p. 124 e segg.). Egli
pote riferire il contenuto della Memoria dell' Helbig letta al-
TAccademia delle Iscrizioni, perche aveva avuto sotto gli occhi
il manoscritto. La discussione della teoria occupo tre tornate
per non dir altro, adhuc sub judice. Della origine della fibula
e della sua introduzione ferve tuttora la controversia ; paletno-
logi ed archeologi dicono ciascuno la sua; e del sauroter o
lancia ambipuntuta nessun sa quali benefizii abbia recato al
SECONDO IL PROF. GUGLIELMO HELBIG 537
perche non e stata data quella che riguarda i Kefti, dalla quale
Nella rivista del Catalogo de' Vasi Antichi del Pettier, torna
a dire Avant d'attribuer d des
: habitants de la Phenide
ou de non pas seulement la possession, mats la
la Syrie
1
POTTIER, Catalogue des Vases Antiques, p. 206.
8
DE CARA, G-li Hethei Pelasgi, Ricerche di Storia e di Archeology
orientale, greca ed italica. Vol. I. Roma, tipogr. dell'Accad. dei Lincei,
1894.
3
S. REINACH. c. c., p. 41. D. 3.
SEGONDO IL PROF. GUGLIELMO HELBIG 539
f
mis d accord sur le pays des Kefti et ses habitants. Si les
confusione de' Siri co' Fenicii, come fu da noi detto, sta nel
non distinguere 1'elemento topografico dall'etnografico. Al tempo
della XVIII e XIX dinastia nel paese che poscia fu noto sotto
il nome di Fenicia, abitarono popoli della confederazione degli
1
S. REINACH, Rev. Archtol. Troisieme Se~rie, Tome XXVIII, 1896, pp. 125.
2
W. MAX MIILLER, 1. c., p. 395.
3
W. MAX MULLER, Die Kefto-Namen, nella Zeifschr. f.
Assyriol. April
1894, p. 391 e seg-g.
*
STEINDORFF, Philolog. Wochenschr., 1895, p. 560. Cf. dello stesso au-
tore: Archaeol. Anzeiger, 1892, p. \\ e segg. II VIREY nel Tombeau de
Rekhmara, (Me"m. de la Mission du Caire, T. V., p. 33) pensa che i rap-
presentanti delle isole in esso figurati sieno tutti de' coloni di stirpe fe-
nicia e non degl'indigeni; il MALLET pero distingue fra i tributarii che
hanno diversa acconciatura. Cf. MALLET, Les premiers 4tablissements des
G-recs en Egypte, p. 6, n. 3. (Me"m. de la Mission Arch^ol. francaise an
Caire, T. II, lev Fascic.).
540 I FENICII E LA CIVILTA MICENEA
1
spero, poiche troppo & severe il giudizio contro gli altri egit-
tologi accusati qui di uno scetticismo ostinato, il che vuol dire
irragionevole. Cita, peraltro, il Pottier indicandoci la Revue des
etudes grecquts, VII, pag. 120-124, ma noi delle giudiziose
osservazioni di questo archeologo non possiamo, mal nostro
grado, tener gran conto in una quistione, la quale, come no-
tammo, e di natura tutto propria degli egittologi, giacche essa
si aggira intorno a testi egizii dove son ricordati i nomi
1
MASPERO, Rev. crit, d'hist. et de litter., N. 26, 25 Juin 1864, p. 5G2
*
MASPERO, 1. c.
3
SAL. REINACH, Rev. crit. d'hist et Hit., 8-15 Oct. 1894, p. 181.
*
Rev. ArchtoL, Troiseme Ser. Tom. XXVIII, Janv.-Fevr. 1896,. p. 17 e
seg-g.
542 I FENIGII E LA CIVILTA MIGENEA
*
10 Schuchhardt, il Gollignon e il Girard i Garii, secondo il ;
2
Koehler, il Duemmler e lo Studniczka ;
i Pelasgi occidental!
3
a parere di Sal. Reinach e del Murray i Greci d'Asia Mi-
;
nore insieme a' Fenicii per il Diehl 4 gli Egei, nome provvi- ;
*
Myhenische Vasen ; SCHLIEMANN'S, Ausgrabungen ; Hist, de la scul-
pture, Tome I ;
la peinture antique.
2
Athen. Mitth., 1887, p. 1-24.
3
Le Mirage Oriental, uQ\YAnttiropologie, 1893; American Journ., 1890,
p. 441.
*
Excursions Archfologiques, p. 13-49.
a
Griech. G-eschichte, 2 ediz., p. 98 Archaeol. G-esellschaft di Berlino,
:j
Lug-lio 1890.
SECONDO IL PROF. GUGLIELMO HELBIG 543
per cotesto ;
Eduardo Meyer ha lo stesso credo
Helbig, e dell'
la risposta che noi demmo alle asserzioni del primo vale per 3
il secondo.
II dotto archeologo non fa che citar continuamente Omero
e servirsi dell'autorita del Poeta, ma questa autorita per lui non
val nulla quando trattasi de' divini Pelasgi. II Pottier similmente,
ancora, com' egli afferma, verun valore storico nel senso con-
creto del termine, non ne tien conto 4 Alia pagina 220 del .
1
Chronique d'Orient, nella Rev. Archgol. .Troisieme Ser. Tom. XIII.
1889, p. 135.
2
II ch. Archeologo non
puo ignorare i nostri lavori, perche non pu6
ignorare la Revue Archtologique di Francia, dove dal 1892 in poi, se n' e
sempre parlato nella Chronique d'Orient, del Reinach, dove si da sempre
il sunto od
epilogo degli articoli che noi pubblichiamo.
3
Cf. Civilta Cattolica, serie XVI, vol. V, p. 299-300.
4
POTTIER, o. c., p. 201.
544 I FENICII E LA CIVILTA MIGENEA
mente a cio che di- quei fatti e di quei popoli seppero e scris-
1
POTTIER, o. c., p. 200.
degli Achei. Qui, come nella Siria e nell'Asia Minore, non si ando
piu oltre del bassorilievo nella scoltura (Pseudo-Sesostri, lasi-
li-kaia, Ojuk ecc,), doveche 1'eccellenza ne' lavori in oro ed ar-
gento e confessata da tutti, cosi a Miceue come nella Siria e
nell'Asia Minore. L' oro e 1'argento, che abbondava in Asia
il
adoperando 1'uno e 1'altro nome promiscuamente, e
Pottier,
venuto con cio a non provar nulla. Mercecche se la civilta
micenea, come dicemmo, e originaria dalla Siria, essa e cer-
tamente hetheo-pelasgica, cio ch'egli non vuole ammettere e ;
SECONDO IL PROP. GUGLIELMO HELBIG 547
se poi e fenicia nel senso che ha questo nome nel Decreto di
Tolomeo Evergete e de' Fenicii-Semiti, essa non e micenea.
5. Gli Egizii e la tradizione classica de' tempi primitivi
storico-mitici non fanno distinzione fra Siri e Fenici, tra Siria
e Fenicia. I Faraoni della XVIII e XIX dinastia vanno a com-
battere e sottomettere gli Asiatici : i Kharu, i Kheta (Hethei),
i Rutennu, i Kefti, quei di Tunep e di Khaleb, di f aki, di Arad
ecc., cioe i
popoli della confederazione, la quale, come accen-
nammo, fu
prima sotto 1'egemonia de' Rutennu, poscia^de'Kheta
o degli Hethei. Che faki sia per 1'Erman e lo Steindorff la
Fenicia, o Kefto per il Maspero, i popoli dell'una e dell'altra
contrada furono Siri, non Fenicii nel senso ch'ora si d a questo
*
Cf. BIRCH, Annals of Thotmes III, ne' Records of the Past., Vol. II,
della Beozia, della Focide; piccola citta d' Arcadia, Kacpua:, &v;
di Sciro e di Sicione ; KacpujpfSes Tcstpai, nell'Eubea, Capo d'oro,
1
CHABAS, Ruten et Kheta, p. 325. .
1
BRUGSCH, Egypt under the Pharaohs, Vol. I.
p. 364 e segg.
SECONDO IL PROF. GUGLIELMO HELBIG 549
e nel pago della tribu Eretteide, Kwaca i
.
Quello, pertanto, che
<ieve concedersi senza difficolta, e che fa nondimeno al nostro
Quando essi, nelle loro fattorie sulle spiagge del mare, vende-
vano oggetti d'ogni genere, la civilta gia esisteva presso i
1
DE CARA, Gli Hethei- Pelasgi, Vol. I, p. 464 n.
550 I FENIGII E LA CIVILTA MICENEA
sione fuori dell' Oriente non si puo attribuire a' Fenicii Semiti,
Hethei, i
popoli cio& della grande e potente confederazione
de' Rutennu e de' Kheta, nella quale, stando alle liste monu-
mental! de' tributi che questi popoli pagavano a' faraoni della
XVIII e XIX dinastia, la civilta micenea era in fiore. Dun-
que, in tutte le region! dove il Pottier e 1' Helbig mettono i
Fenicii quali autori e introduttori della civilta micenea, e sono
1'Asia Minore, la Tracia, 1'
Egeo, Cipro, Greta, la Sicilia, 1' Ita-
zione classica pone prima de' Greci i Pelasgi con la loro ci-
vilta, ch'6 questa appunto ch'essi attribuiscono all' Oriente e
SEGONDO IL PROF. GUGLIELMO HELBIG 551
nelP Oriente a' Fenicii, forza e, dunque, conchiudere che gli
autori e propagator! della civilta micenea in tutti questi
paesi
sieno stati gli Hethei ovvero i Pelasgi. Ora noi provammo
gia
con ogni genere di argomenti l , che gli Hethei e i Pelasgi fu-
rono una sola e medesima gente con due nomi diversi, gli
Hethei-Pelasgi, dunque, furono gli autori e i propagatori della
civilta micenea, quod erat demonstrandum.
1
Cf. DE CARA, o. c.
IL PRESENTE E L'AVVENIRE
DELL'AZIONE CATTOLICA
IIST
I.
tolici italiani non hanno fatto che poltrire nella piii fatale
sempre le mille
miglia lontana dal nostro cervello Tidea che
siffatta azione morale, pubblica, sociale, in cui con tanto zelo
viva, piu vasta, piu intensa, non sia propriamente anche un'azione
politica. Pur distinguendo tra azione politica ed operositk mo-
rale, nell'articolo pubblicato il 2 maggio, ed ascrivendo a questa
seconda specie 1'azione dei cattolici, evidentemente, come ap-
pare da tutto quel contesto, non negavamo all' azione stessa
la qualifica di politica in senso assoluto, bensi solo nel senso
II.
designazioni ;
ma restiamo tutti d'accordo che essa e vera-
mente e sostanzialmente, comunque la si chiami, un'azione po-
litica.
III.
positi e nelF opera piu risoluti. Ne, ove pure non voglia porsi
sotto i
piedi anche ogni parvenza di legalita, alia influenza
delP azione extraparlamentare dei cattolici ed in ispecie dei
IV.
pensiamo.
Un rimprovero solo puo farsi a questo programma, ed e
IN ITALIA 557
che esso abbandona allo sfacelo Fedifizio liberalesco, cui s'e
voluto dar nome di nazionale, senza muovere neppure un dito
per cui non v'e rimedio salutare che quello violento del ferro
e del fuoco, onde ognun sa che i cattolici rifuggono per le
1
Nuova Antologia vol. LXIII della Quarta Serie, fascicolo IX, per il
V.
2
una Camera su cui, al dir del Fanfulla
pesa il lerribile ,
VI.
Andrebbero i
deputati cattolici negli scanni di destra a far
la figura del Costa e del Zavattari, che urlano dalla montagna
al deserto; la figura del Duca Gaetani, nipote di Papi, che dal
banco ministeriale non raccoglie che scherni, mentre con sin-
560 IL PRESENTE E L^AVVENIRE DELL^AZIONE CATTOLICA
cerita ed onestk combatte le follie del guerrafondai e ne ad-
dita con innegabile buon senso le disastrose conseguenze per
T Italia, nel caso di future complicazioni europee. Questa & la
azione meravigliosa, che gli zelanti degli ordini costituiti ed i
VIL
VIII.
che il bene sia tutto da fare in chiesa, e chi che sia almeno
Serie XVI, vol. VI, fasc. 1103. 36 27 maggio 1896.
562 1L PRESENTE E L'AVVENIRE DELI/AZIONE CATTOLICA
gione.
Cosi i
dispareri si sieguono e la conclusione pratica e lo
zero, 1'inazione cioe, o, se non altro, la dispersione delle atti-
vita che non raggiungono alcuno scopo concrete e solido di
IX.
1
Nell'Enciclica all'Episcopato italiano del 15 febbraio 1882. Quanti
amano la Cattolica religione, intendano omai che e tempo di tentare qual-
che cosa, e non abbandonarsi per niun modo alia indifferenza ed alia
di
2
Breve 9 Settembre 1891. Giova citarne testualmente il passo che
segue ;
alia prova la loro obbedienza. In cid possono porgere un valido aiuto i sa-
ciascuna, aderiscano all' Opera dei Congressi cattolici ne, soltanto con una
adesione semplicemente nominale, ma eziandio unendo insieme le cure e
mirando gagliardamente al conseguimento dei fini comuni. Tutti vedono
X.
CAPITOLO QUINTO.
I.
alPabisso.
568 RITA - STORIA DI IERI
dere, per cagione di Livio, contro di lei, non mai da lei pro-
vati, 1'avevano trafitta. A medicare la piaga, niente erano valse
le carezze che seguirono; che 1'ira placata, non rifa le offese.
delle sue fibre. Pel rimanente del giorno, atteggio ella il volto
ad ilarita e compose le labbra all'usato suo amabil sorriso:
ma nell'interno si sentiva mordere dal dolore, e la vegnente
notte non velo quasi Tocchio : si bene pianse fino a diseccare
alFopposto :
- -
Va franca, Livio & fatto da Dio per te. La sim-
patia la moveva ad ascoltare il secondo ;
ma la ragione le det-
cauta, e mettesse il suo cuore nelle mani della Regina dei cieli,
d'oro :
per impulso di affezione, argomentava cosa
quindi,
impossibile, che una tale coppa non contenesse un'ambrosia
di virtu soprabbelle. Ma di scoprir questa sua genialita per
II.
giuoco ;
che fu disavvedutezza condonabilissima : e la proposta
venne immaginata a disegno da Livio.
Un giorno la Rita aveva a costui vinto un premio. Or
mentre, con la Tullia, essa montava in legno per ripartire,
egli le si appresso ed in bel modo le presento un mazzettino
di verdi foglie odorose, che circondavano un fior di caprifoglio,
cato fiore.
Per altro non da meno,
in quella che giudic6
voile esser
ma ella conosceva per non intendere, aveva gli occhi per non
vedere, aveva gli orecchi per non udire. A sentir lei, ogni
cosa ella ignorava: ne Livio faceva la corte alia Rita, ne la
Rita si lasciava corteggiare da Livio.
II fatto era riprensibile, perche di sua natura impegna-
III.
tezza in persona!
- Si
vede, che signor Livio ha gente invidiosa, che gli
il
vantaggio agli affari di casa. Golla dote che porto io, puo stare
al paragone!
Non saprei che dirle, signorina. Per ricco, serabra ancora
a me
che dovra essere. Non fosse altro, ereditera dalla signora
Giacinta, sua zia e rnilionaria, che se lo e adottato.
Ma la coltura sua, 1'educazione fiorita, il carattere cosi
amorevole e generoso, non si hanno da contare per niente?
Egli parla le lingue che parlo io, e meglio di me. Poi sa
di tutto: di musica, di disegno, di letteratura, di meccanica:
e un tiratore di prima sfera, schermitore abilissimo, sta in
gnar tempo. Ella, fra poco piii di due mesi, compie i ventun
anno ed esce di minorita. Col tempo e colla paglia, maturano
le nespole.
rita al cuore!
Non dubitare, Claudia, le diss'egli allora. Ho pronto il
rimedio.
Ed il rimedio cred& di porgerlo infallibile alia Rita, il
giorno
fissato per le ultime deliberazioni.
IV.
Quella mattina, i
genitori ed il fratello si raccolsero nel suo
piccolo appartamento. Fino da due giorni prima, fuor d'ogni
credere, ella si era riavuta ed anche ringiovialita aveva ri- :
preso colore ed una certa cotale gaiezza, negli occhi e nel viso.
II signor Marco la fece sedere vicino a se, e principle a discor-
ziale, dalla prefettura, dalla polizia, dal sindaco della sua citta,
e da altri testimonii disinteressati e degnissimi di fede. lo 1'ho
ricavato in breve da tutte le carte che mi sono state trasmesse.
Te lo leggo. Vuoi sentirlo?
soggiunse il fratello.
Quando ? dove ?
Pel pellegrinaggio che facemmo in Roma. Non ti ri-
cordi di
quel mi
giovanotto smilzo, coi baffetti biondi, che
stava dappresso, nel Vaticano, per Fudienza del Santo Padre?
sparmiera i
pettegolezzi dei curiosi.
E cosi rimanga stabilito ripiglio il signor Marco. Io dun-
;
V.
soliti festeggiamenti.
Era convenuta colla madre, che il dimani ella avrebbe ri-
disse :
Mamma, bo un
dovere da compiere con te. Domat-
tina esco di minorita. Bisogna che io ti cbieda scusa di tutti
i dispiaceri che, da bambina fino ad ora, ti ho dati. Tu sei
sai, fo piu conto di te, che della mia vita. Non pensare ad
Ma dunque
dove puo essere ? dimando la madre inquieta.
Mi abbia preceduta in chiesa ? Sarebbe strano, perche ella non
va mai fuori sola.
GAPITOLO QUINTO. L'lRA PLACATA, NON RIFA LE OFFESE 583
1'accostarvisi ;
e lo tasta sotto il coltrone, fra le lenzuola, per
sentire se fosse caldo. Ma era anzi ghiaccio. Dunque la
Rita si da un pezzo
e levata dice tra se. Dove, dove puo !
essere andata, cosi, senza cappello, senza panni gravi, con que-
sta brezza che spira?
Se ne avvertono il signor Marco ed Aldo, che rimangono
trasecolati,ne sanno rinvenire dallo stupore. Si manda per la
Tullia, che arriva in fretta e, in udir la novita, casca dalle
nuvole: nulla sa e nulla puo congetturare. Che agitazione e che
fatta, i caldi baci che nelle mani sue aveva stampati, e la pro-
testa che in queste sue mani ella riponeva la sua felicita e ;
campo a romore!
Che fare andava interrogando tutti la po-
? che fare ?
festa rallegrato !
RIVISTA BELLA STAMPA
i.
LEONIS XIII
IIN MA.RIAJ
FLOSCULI
carne i nomi e
; poi, levando dai canestro il primo che ci verra
sotto le dita, lo porgeremo da vagheggiare ai nostri amici.
PARAPHRASES
I.
II.
III.
IY.
Y.
II.
mutare degli amanti della duchessa (p. 18) Nella vicina Modena, .
che volontario: non si poteva quindi contar molto sopra una con-
cessione strappata per forza (p. 77).
Cosi corre tutto il libro delPOrsi.
E superfluo osservare come viene trattato il (overno tedesco di
Lombardia e della Yenezia. Certo e",
e nessuno storico lo neghera,
che 1' Austria si ebbe non pochi torti nel suo modo di governare.
Ma il
dipingere i suoi governanti, mostratisi
generalmente onesti
e giusti, sebbene inticehiati di reggere Y Italia come una caserma
di panduri, dipingerli come tirannelli insaziabili dell'oro lombardo
(ctye
allora ci era), o peggio fame un branco di iene, sitibonde del
sangue italiano, e una esagerazione, anzi una pazzia manifesta per
chi sa i fatti. Lo stesso maresciallo Badetzky, che sul campo com-
batteva da nell'amministrazione e nelle sociali attinenze,
fiero soldato,
che la solita delle plebi ingannate o tradite alia loro rovina, cioe di
servire di sgabello ai mestatori. E mirabile come sotto la penna del
nostro italianissimo scrittore, Un Marcel diventa Ogni villan che
parteggiando viene. Ogni cialtrone che reo di delitti contemplati
nel codice vigente, viene punito dal magistrato, e una vittima, i
porioni frenarli dal giocare di coltello prima del tempo (pag. 164).
Preparavano i Vespri Milanesi, che per allora non vennero. Si tratto
fra loro di catturare la persona dell' Imperatore d' Austria, Fran-
cesco Giuseppe, nella sua visita a Yenezia. Di che parve aver sen-
tore la polizia, si che fece imbarcarsi il Sovrano precipitosamente,
ad onta della burrasca imperversante (De Castro, p. 210).
Ecco gli avvenimenti che il De Castro racconta nel suo libro,
ed esaurendo il vocabolario degli elogi e delle ammirazioni per gli
illustri cittadini che ne furono attori o parte. Cotali eroi da cape-
stro sono gli esemplari da proporre alia gioventu, da eternare nella
storia e nei patrii monumenti, per ispecchiarvisi i
posteri e accen-
dersi ad emulare le loro opere virtuose. Tale e il sentimento che
spira da ogni riga. Lo stesso dee dirsi del lavoro di Pietro Orsi
per ci6 che riguarda i fatti e i facitori della Nuova Italia. En-
trambe le scritture ci parevano gemelle delle laudazioni che si reci-
tano nelle logge massoniche nelle tenute funerarie. Muno 6 dei
fratellitrepuntini che, morto civilmente, non venga presentato alia
posterita come un semidio, e involto in una nube d'incenso. L'Orsi
e il De Castro avrebbero dovuto terminare, come i
massoni, colle tre
esclamazioni rituali : Gemiamo ! Gemiamo ! Gemiamo !
Ma
e giusto e morale pensiero scagliare cotali elucubrazioni par-
virtu, che cresciuto in seno a cri- giosa clarissa, vuol rimanere per mo-
stiana famiglia venne dal divino Cul- destia occulta; ma lo stile sciolto,
tore trapiantato in uno de' suoi chiusi spigliato, naturale e di una forbita
posteri, come la sua bell'anima era trice non meno che alle sue alunne,
passata dalla terra al cielo. le quali hanno la bella sorte di es-
1
\ol;i. i Hbri e gli opuscoli, annunziati nella Bibliogra/ia (o nelle Riviste
della. stamps.) della Civilta Cattolica non pub 1'Amministrazione assumere
,
in nessuna maniera 1'incarico di provvederli, salvo che i detti libri non sieno
indicati come vendibili presso la stessa Amministrazione. Ci6 vale anche per gli
annunzi fatti sulla Copertina. del periodico.
L'AMMINISTRAZIONH.
Serie XVI, vol. VI, faac. 1103. 38 29 maggio 1896.
594 BIBLIOGRAFIA
BRIGANTI ANTONIO, Mons. Arcivescovo di Apainea. Studio sulla
vera Religione offerto alia meditazione di tutti gli uomini di buon
volere. Napoli, tip, D'Auria, Via Tribunal! 386, 1895, 16 di pa-
gine XX-286.
Lo studio della vera religione e il ove occorre, non solo i
concetti, ma
piu utile, piu nobile ed attraente,
il anco parole (senza pero poter con-
le
dalla biografia, stesa dalla sua in- contaminarsi delle sue sozzure, ed
timaammiratrice,lasignorina Annetta allo stesso tempo sono di esempio
Chenal. La biografia e cosl piena efficace agli altri a seguire la via
di notizie, che 1'anonimo C. L L. della virtu.
Pha data alle stampe tale quale
CAPELLINI P. GUGLIELMO, miss. - Manuale della divozione al
Preziosissimo Sangue di Nqstro Signer Gesu Cristo, proposto agli
BIBLIOGRAFIA 595
ascritti ed ai Direttori del Pii Sodalizi omonimi. Seconda edizione,
rifatta e notabilmente accresciuta. Como, Yescovile dell' Ora-
tip.
1896, 16* di pp. XL-656.
torio,
Premessi alcuni cenni biografici nerdi del mese, per tutto il tnese di
<lel Ven.
Gaspare Del Bufalo, fonda- Giugno, per la prima Domenica di
tore della Congregazione dei Mis-
Luglio, festa soleune del Prezioso
sionarii del Preziosissimo Sangue, e Sangue, ed altri esercizii ad ali-
lo statute del pio Sodalizio ad onore mento della pieta cristiana. (Vedi Se-
del medesimo, siespongono con pia rie VIII, vol. VII, pag. 83 della Ci-
unzione molte divote pratiche pei villa Catlolica).
Venerdi dell' anno, per 1' ultimo Ve-
CATANI TOMMASO. - -
Rina. Libro per le giovinette, con disegni
di G. Ducci. Firen%e, R. Bemporad editore, 1896, 16 di pp. 172.
L. 1,25.
Sono scene vive vive, come quelle suo stile fluido che sembra su que-
deirAngioletta, un fiore di paradiso, ste pagine sentirlo parlare. E questo
trapiantato colassu : il Sempione ed e anch'esso un vero apostolato che
altre, quasi tutte scene di viaggio. fa onore al P. Catani delle Scuole
L'Autore, come notammo spesso altre Pie, fornire ai giovani e alle giova-
voite, ha
grazia naturale nel de-
tal nette libri d' innocente ed amena
scrivere tante e si varie cose con quel lettura.
prese apostoliche del santo Arcive- segue la vita del Seghers ; prima
scovo meritavano un posto d'onore semplice missionario, poi vescovo di
nella storia della Chiesa ed il ch. De Vancouver, quindi arcivescovo d'Ore-
Baets con questo suo egregio lavoro gon-city, e finalmente di nuovo ve-
glielo ha assegnato in perpetuo. Oltre scovo della sua prima diocesi. Ma il
il sussidio delle memorie gia pub- voto piu ardente della sua vita fu
blicate per le stampe e quello di di aprire alia fede le regioni del-
pote raccogliere insieme ben 268 let- quelle regioni non erauo piu sotto la
tere original! dell' Arcivescovo, le sua giurisdizione, con esimio atto di
quali, opportunamente citate o rife- umilta supplied il S. Padre Leone XIII
rite a' luoghi loro, danno all' intero di poter tornare alia sua diocesi pri-
lavoro una certa freschezza di nar- mitiva, a fine di fondare stabilmente
BIBLIOGRAFIA 597
la missione in quelle terre polari, Borromeo, trasferita in paesi di mis-
affidandola ai Padri della Compagnia sion! difficilissime. Tali esempii eroici
di Gesu. Egli stesso voile aprirla con di virtu sono nati fatti per accendere
loro; ma la sua vita era gia matura nel cuore, soprattutto del giovine
pel cielo e cadde martire del suo clero, la scintilla dello zelo per la
zelo, fecondando col sangue il suolo gloria di Dio e per la salute del-
prediletto al suo cuore. le anime. Questa e la migliore racco-
C'e da strabigliare, considerando mandazione dell'opera che annun-
come mai un uomo, debolissimo per ziarao, oltre i pregi suoi non comuni
forze fisiche, in soli 47 anni di vita del bello stile e dell'arte di saper
abbia potuto tanto operare in bene raccontare.
delle anime. E Pattivita di un S. Carlo
pendice del Parnaso. La sua voce ha fresco, come suole in fanciulla di-
BIBLIOGRAFIA 599
ma stillati come sangue dal pro- nel vuoto ; pregio e difetto di un'a-
fondo del cuore (p. 9), tanto sono nima che molto sente, e ancora non
da lei sentiti e si fanno sentire al- ha trovato dove posarsi.
trui. Ed 6 giocondo il vedere come O
giovine musa, il cielo ti accom-
la profondita e finezza del sentimento pagni flno alia vetta di Pindo, e fu
si collegbi, per lo piu, coll' eleganza ghi ogni nube che invidiasse il se-
dell' espressione, sposata ad un' ar- reno della tua fronte.
monia sempre varia e sempre carez-
Tanta di cielo prezlosa pace
zevole, che ti scende al cuore come
deh non rompa ii rinibombo di tempesta
! :
suono d'arpa notturna. Non di rado deh non tramonti mai quella vivace
!
per6 quel canto sfuma nel vago, nel di saziati affetti ingenua festa (p. 33).
versale, per lavori d'altra importanza tore si tratta d'un Ripostiglio copioso
e commendati anche da no! in questo di un centinaio di monete arabe, tutte
Periodico (Vedi, DE G^f^.Notizia dei ruba (
i o, come si direbbe, quartigli
lavori di egittologia e di lingue semi- di oro, delle quali il Museo Nazio-
tiche pubblicati in Italia in questi ul- nale di Palermo, acquisto le meglio
timi decennii, Prato, 1886, p. 85-89). conservate che sono sessantacinque.
Abbiamo ora di lui due brevi scrit- II pregio principale di questo ripo-
ture di numismatica arabo-sicula, stiglio, secondo 1'autore, sta
in que-
nella quale diede gia nobili prove di sto, che contengono alcuni pezzi
vi si
che non e impossibile alPumana ra- gine 109 158); e riconosce come la
gione, anche prescindendo dalla ri- volonta, mobile mentre dura questa
velazione, riconoscere. e provare la morte diventa immobile ri-
vita, alia
immortalita dell'anima (p. 11-20); la guardo aH'ultimo fine; talche la vo-
quale verita e come il fondamento lonta dei buoni viene allora confer-
e presupposto di tutta quanta la
il mata nel bene, e quella dei malvagi
trattazione. Nel capo primo (p. 21-69) ostinata nel male (p. 157).
pei non pochi allettamenti di cui sono diamo con piacere introdotti notevoli
sparsi, questi due racconti si racco- miglioramenti, vale a dire un' ele-
mandano assai ad ogni classe di let- gante copertina a cromolitografia, e
tori; e buon consiglio della beneme- qua e la vignette illustrative molto
rita tipografia modenese fu quello bene eseguite. Tutto questo poi senza
p" aprire con essi la eua collezione aumento di prezzo, ii quale rimane
602 BIBLIOGRAFIA
di lirecinque per sei voiumi di circa rono a trenta premii. Dove trovare,
300 pagine 1'uno, piu 24 appendici, con si leggera spesa, di piu e di me-
che sono piccoli libriccini pel popolo :
glio ?
inoltre i socii di quest' anno concor-
LETTURE cattoliche di Torino. Anno XLHI. Fasc. YI-XII. Torino,
tip. Salesiana, 1895, in 32. Pubblicazione mensile. Prezzo di as-
sociazione L. 1,25 rl semestre L. 2,25 per un anno. ;
spirituale, ma ancbe con vivo gusto, della tipografia Mareggiani, cbe cer-
e proprio questa della vergine di tamente non sara 1' ultima.
Saint- Pallais. Di qui le tante edizioni
MARINO GIUSEPPE, can. Intorno alia solidarieta illimitata delle
Casse rurali cattoliche sistema Eaiffeisen. Osservazioni. Palermo,
tip. Pontificia di M. SS. del Soccorso e di S. Giuseppe, 1896, 16"
di pp. 58. Cent. 65. Dirigersi all'Autore in Lercara.
II Autore illustra il punto piu
cb. cosi non e possibile parlare dell'una
gliosi del nostro secolo, uno di co- scritta dall' abate Monnin, utilissima
loro che hanno esercitato sul popolo non meno ai secolari che ai sacer-
maggior dominio, e stato certamente doti, al pio sapore d' un' agiografia
1'umile Curato d'Ars, Giambattista congiunge 1'attrattiva del romanzo.
Vianney, vissuto dal 1786 al 1859 e
MONSABRE P. G. M. L., 0. P. Ritiri Pasquali. Conferenze. Ver-
sione dal francese. Yol. IY. Torino, tip. Pontificia P. Marietti,
tazione, Taltro sulla ricerca di Gesu tate le parabole della salute e i no-
Cristo, e abbracciano ciascuno cin- stri doveri verso la Chiesa. Dei me-
que istruzioni e un'allocuzione. II riti di questo insigne orator sacro
terzo (1879- 1880) si aggira sul figliuol abbiamo largamente parlato nella
prodigo e sul giudizio di Gesu Cri- Ser. XV, vol. XII, pag. 582 e segg.
pp. 123.
E la biografia d' una giovine in- divozione chedalia fanciullezza nutri
nocente, alunna delle Dame del Sacro verso il Cuore di Gesu, per il desi-
Cuore, volata al cielo nella festa di derio di ascriversi tra le Dame del
S. Giuseppe, il 19 marzo dell'a. 1893, Sacro Cuore, ed infine per il fervore
nell'eta di 22 anni. Ella stessa pre- onde offri a Gesu i patimenti della
scelse ad ogni altro nome quello di sua lunga e penosa malattia.
Figlia del Sacro Cuore per la tenera
MORICONI FILIPPO. Corrispondenza epistolare dal 1872 al 1891
tra il card. Gaetano Alimonda e Filippo Moriconi. Siena, tip. editr.
ragione stessa ci detta quanto alia cosi detta trasformazione della spe-
Religione. Nel primo metodo, la ra- cie, sull' origine scimmiatica del-
gione serve di riprova a quello che 1'uomo, e simili. II tutto & trattato
parte della sua opera e eccellente. L'A. cita nella prefazione unnostro
L'erudito Salesiano ha raccolto in articolo suirinsegnamenfo religioso ;
questo primo volume (1'istesso dicasi e godiamo fargli sapere che questa
in proporzione del Gompendio) tutto prima parte del suo lavoro incarna
quanto e stato insegnato dai filosofl molto bene il nostro concetto.
PAONE NATALE, sac. dott. Cenno storico sulla citta di Formia.
Formia, tip. A. di Leone, 1895, 16 di pp. 24.
PARRAYICINI C. GASPARE, conte. Praevide futura e la lotta per
la civiltacon lettera prefazione del Barone Taccone Gallucci. Mi-
lano, Casa editrice A. Brocca, 1896, 16 di pp. 176. L. 2,00.
E una buona difesa della pro- d'ogni altro: esso capitolo e messo
prieta contro i socialisti. La religione a confront colla prefazione della
e proposta dall'Autore come unico Melfe sociale di Clemenceaux,
qui
mezzo a lenire i mali inevitabili della ristampata nella propria lingua nelle
vita presente. II capitolo V che s'in- pagine 126-169. Nell'appendice il si-
titola, / dolori delta vita, piace piu gnor Parravicini tratta della neces-
BIBLIOGRAFIA 607
sita di restituire al Papa una parte zia che un tale lavoro sia bruttato
di territorio, ove sia libero. Disgra- di molti spropositi di stampa.
-- Pensieri
PASQUALTOO FRANCESCO. sull' allegoria della Yita
nuova di Dante .
Opera postuma. Venevia, Leo S. Olschki, 1896,
di pp. YIII-440.
8 L. 7,00.
A
chi legge attentamente la napoletano della domenica, e chiuso
Vita Nova si offrono infiniti argo- il germe di un grande lavoro
ch'egli
menti per concludere che il racconto intendeva di fare sulla Vita Nova,
e fittizio ed allegorico. Ma, se non e che incomincio realmente, ma gli
una donna in came ed ossa, che cosa fu rotto a mezzo dalla morte, dopo
e dunque la Beatrice? Hoc opus, hie averlo condotto flno al terzo para-
labor est. La Vita Novauna specie
e grafo del celebre libretto dantesco.
di tavola di Cebete: non la si pu6 Per cura de' figli esce ora alia luce
interpretare senza grande studio e cosl qual fu lasciato dal padre, ma
fatica... La Beatrice non e alcun che puo dirsi un lavoro compiuto per
di assoluto e d'immutabile. Scorgesi questo, che la tesi della spirituality
in lei, come oggi si dice, un processo di Beatrice, e del significato dell'al-
di evoluzione. La Beatrice da prin- legoria contenuto nella Vita Nova,
cipio e la Pieta, Pieta Cristiana, che vi e trattata con pienezza ed abbon-
poi da luogo alia Scienza, e final- danza. Ne resteranno convinti tutti
mente, unita ad essa Scienza, diventa i lettori? Ne dubitiamo: ma di due
Sapienza. La Beatrice in se e un attri- cose siamo certi: Tuna che tutti am-
bute di Dio, cioe la Pieta o 1'amore mireranno 1'
ingegno e 1'erudizione
di Dio divino: la Beatrice in Dante dell'illustre patrizio veneto; 1'altra,
e un dono di natura, ossia, come di- che tutti deploreranno che gli editori
rebbero i
teologi, un dono dello Spi- non abbiano fatto un sommario, un
rito Santo. (No, non sono doni di indice, un qualche cosa insomma che
natura quei che i teologi chiamano servisse di filo conduttore per entro
doni dello Spirito Santo). alia selva delle 438 pagine di cui si
In queste parole, che il Pasqua- compone il presente volume.
ligo scriveva nel 1882 in un giornale
PELLEGR1NANTE (II). Monitore illustrate dei Pellegrinaggi. Mi-
lano, via Rosmini 1. Prezzo dell'associazione L. 1,50 per 1'Italia;
L. 2,50 per 1'Esterno. Dirigersi al Sig. GK B. Lestora, via Rosmini,
Milano.
PERRAUD, card. Eurythmie et Harmonie. Commentaire d'une page
de Platon. Paris, P. Tequi editeur, 1896, 16 di pp. YI-94.
L'illustre Vescovo d'Autun, il Car- zioni e T importanza della musica
dinal Perraud, discorre della musica nella educazione dei giovani ateniesi
in queste pagine, piene di leggiadri nel quinto secolo prima dell'era cri-
pensieri, commentando le seguenti stiana, presso i grandi uomini del
parole di Platone nel Protagoras: Hag popolo d'Israele, nella armonia della
yap 5 pto TOO dcvGpwTcoo ei>po9|ias ~ 2 natura, nel culto divino, nella predi-
y.al euapiioaiEas 8st-cai (Tutta la vita cazione e negli obblighi della vita
dejl'uomo ha bisogno di euritmia e morale,
di armonia). Egli considera le rela-
608 BIBLIOGRAFIA
PERREYVE HENRI, abbe. Lettres, 1850-1865. Avec le portrait de
1'auteur et line lettre de Mgr Dupanloup eveque d'Orleans. Si-
xieme edition, augmentee de plusieurs lettres. Paris, P. Tequi
editeur, 1896, 16 di pp. XVIII-508. Fr. 4,00.
Del buon Perreyve abbiamo te- cizie intime (con un Federico Oza-
ste annunziato il suo manuale, inti- nam, col P. Lacordaire e con altri r
tolatoZ# journedesmalades (qua- dai quali fu assai stimato), la sua
derno 1091, pag. 598). Ora annun- vocazione ed il suo zelo apostolico
ziamo le lettere del medesimo, edite ne sono soggetto. In parecchie
il
col concorso dei suoi amici. Esse co- pagine abbiamo notato Taffetto gran-
minciano 1'a. 1850 e finiscono 1'a. 1865 de che egli nutriva verso la sua ma-
in cui quell'amma ardente, la quale dre, la Chiesa,come, ad esempio, nelle
tanto bene aveva procurato agli af- pp. 222, 397, 4*71. Percio la lettura
flitti ed alia gioventu, sr spense a di si dolci memorie puo tornare as-
soli trentaquattro anni. Questa rac- sai profittevole continuare 1'apo-
e
colta di lettere forma una vera bio- stolato, a cui nella sua breve vita
litica e letteraria ch'egli esercit6 nel eccettuarsi la lode cbe da, forse per
suo paese (p. 9). Lo studio sul Tasso distrazione, alia Storia del Concilio
e una monografla cavata dai Manso, di Trento del Sarpi, condannata dalla
dai Serassi, dai Tiraboschi e dagli Chiesa (Saggio sul Tasso, p. 17). Nfc
altri principali di lui biografi, intrec- meno commendevole apparisce la
ci
ciandovi ancora qua e la versi dei riminese traduttrice, cbe questi saggi
poeti suoi ammiratori, come il Byron ha recato nel notro idioma, con
BIBLIOGRAFIA 609
tanta naturalezza e si felice suc- inglese; e per6 di buon cuore la
cesso, che mostra in lei non volgare confortiamo a darci altri lavori di
perizia delle due lingue italiana ed simil genere.
sulla vita e sul merito letterario di tae sospitator est habendus (p. VIII) ;
parte havvi brevi lezioni sui doveri elemento di vita militare e civile la
ed i peccati, proprii del soldati e dei disciplina, imposta eziandio col ri-
capi dell'esercito, massime sull'im- gore : ma questo non basta senza un
pudicizia, sulla paura nel fare il bene principio che accomuni le masse in
e sulle sette. Sono da notare le te- una sola credenza, e che faccia ri-
stimonianze qui riunite intorno il guardare tra loro i soldati come fra-
male che recano il giuoco, romanzi,
i telli nel momento che tuona il can-
essere utili al loro paese truppe senza diligenza ed unzione che proviene da
religione 9 Certuni ammettono qual zelo ardente.
tuto, approvato dal Governo, contiene esempio e dalla loro fervida parola
regole di savio aceorgimento ;
il con- ad imitazione di molte na-
.facciano,
siglio d'amministrazione ed il comi- zioni, altrettanto.
tato permanente dei benefattori han-
g-li torna a lode; percib, confortati logia comparata; per esempio, Teresa
dalla sua modestia, manifestiamo il deriva da Terentia secondo la mede-
nostro parere che alcune derivazioni sima filologia e non da Tepocg, come
andavano prese come certe dalla filo- 1'Autore asserisce pag. (180).
prima discorre del Costitutivi della gregazioni. L'Autore non solo dalla
vita religiosa, cioe dei tre voti, del biografia che sta in fronte al libro,
governo, delle tre virtu principal! e ma dal libro stesso apparisce che fu
dei principal! difetti dei Religiosi. uomo di molta pieta, congiunta ad
La seconda mostra lo Sviluppo della una scienza soda, nutrita collo studio
vita religiosa nella varieta degl'isti- delle sante Scritture e dei santi Padri.
tuti di Monaci, di Frati, Chierici Re- Buon consiglio fu quello che mosse
golari, ed offre un quadro generale i Missionarii suoi confratelli a pub-
del fervore religioso e del successive blicarne quest'opera, la quale, per la
decadimento, analizjjandone le ca- cristiana sapienza ond' e ripiena, a
gioni. La terza porge Cenni storici tutte le anime pie tornera vantag-
dei principal! istituti religiosi, comin- giosa.
<jiando dagli antichi Anacoreti e ve-
tore mostra diligenza nel rintracciare fiance dei preti incedere le pretesse,
le notizie e reca document!, dei quali che la Chiesa, per non precludere la
alcuni mancano nei Begesta Pontifi- via del sacerdozio a certi coniugati,
cum Romanorum di Augusto Pott- concedeva loro di mantenere, pur-
hast (Berolini, Rud. De Decker, che vivessero in continenza!!!. Sem-
MDCCCLXXIV). II medesimo ricono- bra anzi che la moglie aiutasse il
pratiche di pieta, onde si puo ono- relazioni della divozione del Cuore di
bellezze veraci di poesia dalle ispi- verso, or piu elegante la frase, e in-
razioni della Musa cristiana (p. 8). negabile pero che vi si trova nobilt&
E ben seppero ad essa inspirarsi gli di pensieri, vivezza d'imagini, calore
autori di questi componimenti, nei d'affetti.
I.
COSE ROMANS
1. Gran pellegrinaggio toscano in Roma. 2. Azione pacifica della S. Sede
tra il Chill e 1
'Argentina. 3. Morte del Card. Luigi Galimberti.
prima volta, dicono, che la Toscana, tutta da se, sipresenta per fare
ossequio al S. Padre. Quattro treni, due della mediterranea e due
della rete adriatica, recarono, il 4 maggio, i pellegrini, che furono
ricevuti alia stazione fraternamente dal Circolo S. Pietro. Una parte
fu alloggiata a S. Marta e al portico detto di Caiiomagno in S. Pie-
tro, gli altri si sparsero negli alberghi e nelle case della citta. Pre-
sidente onorario era il Card. Bausa, Arcivescovo di Firenze, a cui
s'erano uniti parecchi Yescovi della Toscana. Capo della commissione
esecutiva del pellegrinaggio era il Cav. D. Achiardi, figura tribunizia,
tutto fatta per essere a capo di una moltitudine. II giorno 6 i pelle-
Toscana tutta :
dipende in gran parte da voi lo ^awerarli mediante
la perseveranza. Fate di tutto per tenervi strettamente uniti a que-
sta Sede del sommo Pontificate : serbate gelosamente a Maria, dopo
Luigi Galimberti. Egli era nato in Roma, il 25 aprile del 1836 dal-
GONTEMPORANEA 619
1'Avv. Angelo Galimberti e della Marchesa Angela Bourbon del Monte
Quatrassi. Studio dapprima presso i Gesuiti al Collegio romaiio e quindi
all'Apollinare nel Seminario romano, ove chiuse splendidamente i suoi
studii teologici con una pubblica disputa de Universa Theologia. Insegno
tate dal Comune di Roma Ai valorosi Che nella guerra d' Africa
Per I'onore della bandiera Strenuamente combatterono e caddero. La
navata principale dello storico tempio era parata a damaschi, velluti
e veli neri con frange e cordoni d' oro. Dinanzi al tumulo un gruppo
di creta rappresentante la leggendaria lupa con Eomolo e Eemo e
620 CRONACA
Bill tumulo stesso la bandiera
tricolore. Poggiate al tiimulo erano
tre corone. In una leggevasi Umberto ai prodi che I' Italia piange
:
sore anziano che faceva le veci del Sindaco, assente per malattia, era
il gonfalone di Eoma, con gli ufficiali dei vigili in alta uniforme. Sul
cornicione, maggiore, erano issate le bandiere dei
ai lati dell' altare
Duchessa, oltre qualche altra persona. Giunti nella discesa della strada
che da Rocca di Papa va all'Ariccia, in una parte della strada ove
1'ombra e piu folta per le macchie che la circondano, ecco sbucare
due aggressori bendati, che, spianata la carabina, intimarono al Duca
di gettare a terra il denaro che possedeva. Egli con tutto il sangue
freddo possibile, anche per non ispaventare la Duchessa, apri il por-
tafogli e fece calare in terra tutto quello che v'era dentro, non piu
di cinquanta lire in carta. I malandrini raccolto lo scarso bottino, si
II.
COSE ITALIANS
1. Ritorno agli antichi confini nell' Eritrea; speranza d'un qualche assetto
delle cose africane; soccorsi privati spediti ai prig-ionieri. 2. Resti- ~
tuzione de' prigionieri dei Ras tigrini, ai quali si consegna il forte di
Adigrat. 3. Francesco Crispi, braveggiando, vuole ancora la guerra.
4. Appunti storici.
tesca del Ricotti fece il suo effetto; infatti il 9 maggio s'ebbe alia
Camera una votazione sugli affari africani e il Ministero riporto ben
145 voti di maggioranza votazione che speriamo metta fine alle pazze
:
pagni e ai medici; de' quali tutti, pero, niuno e italiano, per non
dare sospetti a Menelik. Alia devota funzione erano presenti le si-
gnore del comitato. Col Negus dunque, se non e fatta la pace, sta
pero prendendo piede una condizione di cose, che puo essere un buon
fondamento alia pace stessa. II che e provato anche dal continuo
rimpatriare dei battaglioni in Italia.
2. Fino a questi ultimi giorni rimanevano pero ancora le ostilita
dei Ras tigrini vicino ad Adigrat Ras Mangascia, Ras Alula, Ras:
specialmente de' malati. II forte, sgomberato che sia del tutto, si la-
scera ai Tigrini. E quando si dice il fvrte,, nessuno pensi ne al forte
di Mantova ne a quello di Fenestrelle. E una cinta di muro a secco
che gira intorno ad alcune rocce, essendo le capanne gia distrutte,
non rimanendovi che la capanna chiesa. Alcuni di que' Ras restitui-
rono gia i
prigionieri, altri pare che facessero resistenza. Del che in-
dignato il Baldissera pubblico questo editto.
tutte quelle circoslanze, che (per colpa del passato Ministero) richie-
devano la ritirata. Ma sono le ultime grida d'un falso patriottismo,
che ha procurato all' Italia la sventura africana e non trova piu ascolto
che presso pochissimi, che vogliono la gloria colla pelle altrui, senza
che il popolo italiano ne tragga alcun profitto.
3. Francesco Crispi, dopo avere, colla sua impreveggenza e incon-
sapevolezza delle cose, procurato all' Italia tre o quattro sconfitte di
fronte aH'Abissinia, e dopo avere con cio mandato al macello inutil-
mente diecimila vite umane, continua a braveggiare, disapprovando
1'idea gentile di quelle nobili donne che unitesi in comitato intendono
venire in soccorso de' prigionieri, anch'essi frutto doloroso della insen-'
sata politica di lui. Eccone una prova in una lettera da lui scritta
ad una di quelle signore, la Contessa Ersilia Lovatelli, sorella del
Duca Caetani di Sermoneta.
Cara signora Contessa! Trovo il di lei nome in un comitato di si-
gnore, quale fa appello alia carita pubblica pei nostri poveri prigionieri
il
gentili sue compagne mutare scopo al comitato. Rialzino a piu alti pro-
positi i cuori dei nostri concittadini, e rompano questa nube paurosa, che
con poca prudenza tentano addensare sul popolo alcuni falsi apostoli di
moso madrigale del Lotti che si eseguiva nel pieno fiore della Re-
pubblica sul Bucintoro, nella cerimonia del cosi detto sposalizio. di
Yenezia col mare.
III.
COSE STRANIERE
INGHILTERRA (Nostra Corrispondenza). 1. La presentazione dell' Edu-
cation Bill ai C'omuni, e la soddisfazione dei Cattolici inglesi. 2. Le
armi britanniche nell'Africa australe e nel Sudan. 3. Un difensore
di Roma e della Riunione delle Chiese nel Times'of India . 4. Belli
dire che sono gli antesignani del mondo intero? Cinque anni or sono r
colle opere cuore del popolo e far cosi rifulgere la vivezza della
il
loro fede. Quell' incarnazione di fede, ch' & la Chiesa di Roma, sareb-
besi da lungo tempo sgretolata, se non fossero le sue meravigliose
opere, emanazione e testimonio di una vivida fede. L'orologio del ci-
vile progresso andrebbe molto innanzi, e non gia indietro, il giorno
in cui si adempisse il voto di Leone XIII e di molti uomini dabbene
nella Granbrettagna. Queste sono, in epitome, le cose scritte nel Ti-
mes of India, e consola il pensare che tali sentimenti esistono in
uiolti cuori. Possano essi recare, quanto prima e possibile, i loro frutti.
4. Altri lieti avvenimenti si preparano. Da varie parti si va gia
avvisando modi piu acconci di agevolare ai giovani cattolici un
ai
capi dell' Universita, abboccatosi con alcuni Padri, abbia loro espresso
ilpiacere ed il favore onde verrebbe accolto il compimento di tale
disegno. I Benedettini darebbero certamente degno impulse e svi-
luppo alia nobile Chiesa, la quale, per le generosita dei Lyne Ste-
vens, forma gia uno dei piu belli ornamenti della citta, e la irradie-
rebbero di tutto il suo piu efficace splendore, di fronte alia celebre
Universita, nel cui mezzo essa e oggimai piantata. I Padri della So-
628 CRONACA
cieta, da canto loro, lavorano gia da oltre una ventina d' anni nella
chiesa innalzata in gran parte colle beneficenze della defunta baro-
nessa Well ma si sono ristretti sinora alle opere parrocchiali, in
;
non soltanto abbraccio vita religiosa, ma indusse pure altre sue eguali
ad iinitarla. II padre di lei, rimasto vedovo, cercd consolazione al suo
dolore nelle opere di pieta, ed innalzo entro il recinto della citta un
convento ed una chiesa, dedicati a Maria ed a tutti i santi, che af-
fido alia figlia sua. Sembra che sino dai giorni di Frideswide il luogo
fosse qualche cosa piu di un semplice chiostro. Ella mori il 7 otto-
bre 740, fu sepolta nella sua chiesa ;
ed in quel torno di tempo, un
poco prima o un poco dopo, Etebaldo, re di Mercia, del cui territorio
faceva parte Oxford, edificava certi ostelli (inns) per 1' incremento
degli studii in relazione col sacro asilo. Alfredo, 150 anni dopo,
cacciati i Danesi dalla citta, restauro i detti ostelli. Nulla se ne sa
piu per un centinaio d'anni, vale a dire sino al 1000, tempo in cui
ritroviamo il Priorato di Santa Frideswide dotato con munificenza,
ricco di terre e colla sua chiesa ampliata. Nel 1004 Etelredo adornd
la chiesa di un campanile, che, dice il Cardinale Newmann, sussiste
tuttora. Passarono altri cento anni, ed ecco sopraggiungereun nuovo
mutamento. Le suore avevano detto addio al convento, per non piu
ritornarvi i canonici secolari erano loro succeduti
:
ma, avendo ;
quantunque la verita storica da lui debba prendersi per cio che vale.
Certo Jeoffred, o Goisfred, il quale aveva studiato ad Orleans, venuto
indi a vivere nella contea di Lincoln, divenne abate di Croyland, e
di la mando al suo maniero di Contenham, presso Cambridge, quattro
dei suoi monaci ed antichi condiscepoli francesi, quali docenti, uno
di scienza sacra, e gli altri di filosofia, nella quale erano grandemente
versati. Costoro, giunti a Cambridge, tolsero a pigione un semplice
spaziosa casa del luogo, con tutto il granaio, e neppure una chiesa
potea capirli. Comincio allora la divisione di scuole e di classi, al-
cune delle quali ci vengono enumerate. Alia mattina, per tempo,
il fratello Odo, ottimo grammatico e poeta satirico, leggeva gramma-
tica ai giovanetti, secondo precetti di Prisciano. Alia una, un acuto
i
ed il marchese
di Salisbury ad Oxford. II vice cancelliere viene no-
tipo agli altri, si chiama tuttora il Merton College, in memoria del suo
fondatore. L'esempio del Yescovo di Rochester fu bentosto seguito
da Ugo de Balsham, prima sotto-priore e poi Yescovo di Tly, il quale,
acquistato un Ospizio di proprieta dei Fratelli della Penitenza, ottenne
una regia Carta d' incorporazione e doto 1' Istituto quale Collegio
nel 1280-86, sotto la denominazione di St. Peer's College o Peter
house, denominazione conservata fino a questo giorno. Dato cosi Pab-
brivo, i generosi benefattori si moltiplicarono, e con essi i collegi in
entrambe talche oggi Oxford pud noverarne ben 24 e
le Universita,
Cambridge 20, senza contare gli halls o hostels, che ritornano in voga
per supplire alle sempre crescent! richieste degli studios!. Per com-
prendere la posizione dei collegi rispetto all' Universita, convien sa-
pere che ciascuno di essi costituisce una separata e indipendente cor-
porazione, governata dal proprio capo, col nome di Master ovvero di
President, o con altro appellative atto a qualificarne la dignita. La
corporazione e composta del Master, dei Fellows e degli Scholars ; ed
ilgoverno viene condotto dal Master col concorso dei Fellows, o di un
comitato da essi Fellows eletto. Ove sorgano controversie circa P in-
terpretazione degli statuti, si deferiscono esse al Visitor del collegio.
I prepositi incaricati di curare la disciplina del collegio, sono il Dean
vera vigna del Signore, della Chiesa universale, Oxford vantava ben
tre case di Benedettini, cui moltissime fra le abbazie del Regno man-
davano i loro studenti. II loro antico St. Benedict's o Gloucester Hall
si chiama ora Worcester College; il loro Canterbury Hall e detto oggidi
Christ Church. Possedevano pure il St. Cuthbert's Ball, o Durham
College, che, dopo la soppressione, anzi nei giorni della regina Anna,
Sir Thomas Pope-acquisto per conservargli la qualita di collegio cat-
tolico sotto il nome della SS. Trinita. Oltre i Benedettini, avevano
case e scuole in Oxford i Domenicani, i Francescani, i
Carmelitani,
gli Agostiniani, Fratelli del Sacco, i Cistercensi. Esisteva, infine,
i
vary, ministro degli Honved (milizia territoriale) col suo duello contro
Tex consigliere minister! ale Kasics, il quale lo aveva accusato per
question! di ufficio e di moralita in un pubblico opuscolo. Peggio
ancora il barone Josika, ministro a latere di Sua Maesta apostolica.
Costui nel p. p. marzo feri gravemente conte Klebelsberg in un. il
duello alia sciabola, che desto grave scandalo in ambe le parti della
monarchia. E dire che il barone Josika e presidente per gli affari
sempre piu forte ne' circoli di Budapest, e stretta d' alleanza col par-
tito dell' indipendenza fa ogni sforzo per rimorchiare dietro di s& il
al clero, eseere suo dovere di sbrattare le sue chiese di silfatti uccelli >
via qualche profeta del malaugurio vuol presagire una catastrofe finale,
sul fare del famosocrac economico dell' esposizione universale di Yienna.
Ne e da credere, che 1'entusiasmo peril millennio sia nelle province sa-
sure piu rigorose, per assicurare la" tranquillita alle feste del mil-
lennio.
CONTEMPORANEA 635
Chi meglio sa pescare in tutte queste acque torbide e anche questa
volta la sinagoga e la loggia, a cui onore e gloria pare venga cele-
brato il famoso giubileo millennario. Di fatto gli ebrei intendono pro-
fittarne, per ottenere a favore della loro comunita religiosa la piena
indipendenza ammini strati va e di goveno interno, la quale venne finora
negata alia Chiesa cattolica, la sola che mille anni or sono assisteva alia
nascita dello stato ungarese. E la massoneria apprestasi a festeggiare
il millennio, come una festa propria della setta a dirittura, e come
un trionfo dell'anticristianesimo. Non si fa un mistero, che nel pros-
simo giugno la grande loggia simbolica dell'Ungheria, terminata la
fabbrica del suo nuovo grandiose palazzo nella Podmaniczy-utza di
Pest, ne fara la solenne inaugurazione, cui prenderanno parte non sola-
mente i fratelli trepuntini dell' Ungheria ma di tutto il mondo; gli
inviti sono gia stati inviati a tutte le logge estere, ed annunciasi che
perfino dall'Australia verra una deputazione. Un foglio governativo
aggiunge questi commenti : Ad. aumentare il successo dell'esposi-
zione sfcorica millennaria assai contribuira indubbiamente il numeroso
intervento dei framassoni ungaresi e forastieri. I massoni delPUngheria
spiegano del resto una grande attivita nel promuovere le feste mil-
lennarie. Per desiderio di alcune logge, i massoni di Budapest costi-
tuiranno un grande comitato, il quale siedera in permanenza durante
tutta 1'esposizione Non c'e che dire dopo le ultime leggi massoniche,
. :
citato contro di se le ire del Governo e de' suoi cagnotti, i quali pre-
sentano in esso lo strumento piu efficace d'una prossima loro ruina.
II presidente Banffy, dopo avere aizzato contro di esso i botoli della
stampa, non si e peritato di assalirlo con minacce in piena Camera,
perche il conte Zichy, suo capo, aveva mandato nel p. p. febbraio
una circolare ai Vescovi ed ai capitoli per invocare il loro aiuto. De-
littoancora piu grave perpetro il detto conte agli occhi di costoro,
recandosi a Yienna nel passato marzo, e partecipandovi ad una so-
lenne adunanza generale dell'arciconfraternita di S. Michele, la quale
accoglie nel suo seno il fiore dell'aristocrazia, col proposito di difen-
dere i diritti della Chiesa, e di tener desta la fiamma del sentimento
cattolico nella capitale. Yi presero parte molti prelati, e principi, e
deputati e studenti, il Nunzio pontificio Mons. Agliardi, e i cardinal!
Gruscha e Schonborn. Parlo fra gli altri applauditissimo il conte Fer-
dinando Zichy, il quale propugno 1'unione dei cattolici d'ambe le
036 CRONAGA
parti della monarchia nella difesa de' comuni interessi cattolici. Po-
teva egli fare di peggio, per meri tarsi di la del Leitha 1'accusa di
traditore della patria? L' indegna persecuzione governativa contro
il partito popolare cattolico attiro sul Governo il biasimo di tutti gli
onesti, facendo trovare a' perseguitati anche nella Camera qualche
difensore nelle file de' partiti avversi. Nella tornata del 24 gennaio
videsi infatti sorgere a prenderne le difese indignatissimo il deputato
Sima, calvinista e kossuthiano per giunta. Egli dichiaro, che non co-
nosceva nemmeno di vista il conte Zichy, e che era awersario deciso
del partito da esso capitanato. Nondimeno, prosegui egli, io non so
conciliare il liberalismo colla tirannia verso un partito, il quale ha
diritto di esistere e di affermarsi come tutti gli altri. Protesto quindi
in nome
della liberta e della costituzione contro 1'ingiusta persecu-
y,ione, cui viene fatto segno dal Governo il partito popolare cattolico.
Poscia continuo testualmente :
nemici, & lecito sperare non lontano il suo trionfo. II partito popo-
lare cattolico si pud dire appena nato, ma ha fatto gia un lungo cam-
preferenze del bene del popolo sopra gli interessi del capitalism/) e
del fiscalismo. Da ultimo il conte Esterhazy stava promovendo un
IV.
COSE VARIE
1. Dimostrazioni massoniche in Francia. 2. Una nuova veggente ed
un'altra stimmatizzata parigina - 3. I Fatebenefratelli. 4. Stati-
stica delle costruzioni ferroviarie.
pompa Nel
di se in palese. corso del viaggio del sig. Felice Faure, le
Logge massoniche si unirono alle autorita pubbliche per accoglierlo.
Anche il Presidente le aveva in con to di Corpi costituiti. A Lione accetto
il dono di un gioiello a foggia di ricordo che il cosi detto Yenerabile
gli offeriva quale Faure per tale maniera si e pa-
fratello. II sig. Felice
rale, parla ed opera sempre con molto senno. Se non che quando
trovasi nel suo secondo stato, addormita, parla con diversa voce e pre-
dica i futuri avvenimenti. Essa d'ordinario incomincia dal ricordare
a' suoi visitatori i fatti della loro vita, che gl'interessati credereb-
bero non essere da altri conosciuti. Essa prenunzia grandi castighi
alia Francia ed a Parigi, una guerra generale, tremenda in autunno,
cose soprammodo spaventose afferma che 1'Arcangelo Gabriele parla
;
per bocca sua, e che, tornata nel suo stato normale, nulla piu ram-
men ta di cio che 1'Arcangelo le avesse fatto dire. Molti scienziati,
medici ed ecclesiastici si sono occupati del fatto suo, 1'hanno inter-
rogata, disaminata, e messa alia prova, senza esser potuti giungere a
trovare una spiegazione bastevole della sua qualita di veggente. Non
c'e frode, ne stato patologico, ne uno scopo d'interesse in lei; tutti
riconoscono ch'ella e sincera nel suo dire, ne mira a far romore, ne
ad ingannare chicchessia. Per la qual cosa si e in grave impaccio per
dare un nome ed un posto a questo si strano fenomeno. Adesso la So-
cieta delle scienze fisiche, composta di medici e di ecclesiastici, ha
delegate una Commissione perche faccia studii speciali su questo caso.
Ricordiamoci che essa predice una nuova Comune, piu terribile della
prima, una rivoluzione che fara scorrere rivi di sangue e la ristau-
razione del reggimento monarchico dagli Orleanesi e dai Bonaparte
in fuori. Similmente la Societa psichica si sta occupando di una
1'animo, e tomato alle credenze della sua prima eta. Ora e un fer-
vido discepolo di S. Francesco, nel suo terz'Ordine, e attende con
zelo ad assistere la gente povera e scaduta, all'ospedale detto il Pane
di S. Antonio di Padova. Ne
parliamo, perche i giornali ne hanno gia
parlato ;
ma nulla diciamo delle molte conversion! e dei tanti ritorni
alia fede, che sono sfuggiti al pubblico.
3. I Dal Prospetto generale dell'Istituto Ospita-
Fatebenefratelti.
liero di San Giovanni di Dio, detto dei Fatebenefratelli, torna che, al
31 decembre 1895, il benemerito Ordine componevasi di 1489 Reli-
giosi, divisi come appresso :
posti 1855.
Ungheria Provincia ungherese :
Ospedali 13, Religiosi 92, letti
o posti 1162.
Stiria Provincia stiriana :
Ospedali 5, Religiosi 75, ]etti o
posti 456.
Spagna Provincia unica, con case all'estero :
Ospedali 14, Re-
ligiosi 248, letti o posti2000.
Oriente --In Nazaret e Tantur: Ospedali 2, Religiosi 11, letti o
posti 20.
640 CRONACA CONTEMPORANEA
4. Statistica delle costruzioni ferroviarie. Diamo qui sotto la stati-
stica delle linee ferroviarie in esercizio fino all 'anno respettivamente
notato di contro a ciascun paese o nazione, avendone tolte le relative
notizie fall' Annuario stalistico, genealogico e diplomatico di Ootka pel
corrente anno 1896.
PAESE
!
I MODERNI ILOTI DEL PUNTO D'ONORE
i.
3
corruzione elevata a sistema di
governo della ingiusta e ,
1
Quad. 1082, pp. 135-149.
:!
che della pubblica moralita, del rispetto alle leggi e della retta
amministrazione della giustizia dovrebbero essere maestri e
custodi. Cosi, per limitarci agli ultimi pochi mesi, e a' soli nomi
pubblica ragione dalla stampa quotidiana di Roma,
fatti di
II.
duelli, de' quali 140 alia spada, 3137 alia sciabola, 223 alia
1
/ diritti e i doveri, pag. 24.
1
Atti del Ministero di agric., indust. e commerc. Cause di morte .
Roma, 1896.
DEL PUNTO D'ONORE 643
e nicchiano ;
o sono divenuti bugiardi ? In conferma di do,
il cavaliere ci narra il
seguente aneddoto :
Tempo fa incon-
trai uno di questi duellanti in incognito, al quale io stesso
avevo fattoda testimone otto giorni prima:
Ebbene come va la ferita?
Che ferita?
Come? quella sciabolata alia mano !....
Ah! quel
taglio che mi son fatto col rasoio?... va meglio;
tra un paio di giorni non portero piu il braccio al collo.
In tal guisa la legge, conchiude il Gelli, novanta volte su
cento, rimane delusa!
Non si creda pero che tutti questi duelli noti e ignoti sieno
come il famoso duello Kotze-Schrader, il quale, per 1'odio che
Pispiro, per la ferocia con cui fu combattuto e pel suo esito
letale suscito tanta commozione in Germania e in tutto il mondo
civile. In Italia 2
dove, al dir di Paulo Fambri ,
i
poltroni se
non sonootto su dieci, non sono certamente meno di sei ,
1
Statistica del duello, Milano, 1892, pag. 6.
2
La Giurisprudenza del Duello, Firenze 1869, pag. 11.
8
I duelli ad oltranza o ad ultimo sangue sono permessi dal Codice
cavalleresco (art. 201), quando trattasi di offese molto gravi. Cosl sara
644 I MODERNI ILOTI
III.
3
Pur troppo, scrive il d'Azeglio ,
il duello ha le sue ra-
dici nel senso del quale piu difficilmente il cuore umano si
spoglia, la vanita... La vanita vuole 1'applauso. E dunque nello
spirito pubblico il rimedio. Manchi 1'applauso, scomparira il
duello.
mirare, se invece & caduto, gli sono concessi due minuti primi per rispon-
dere e venti secondi per mirare.
1
Statistica del Duello, Milano 1892, pag. 8.
A questa classe appartiene il duello comunicato alia Triluna da Li-
2
vorno con telegramma particolare del 28 maggio 1896 ore 5, pom. Oggi,
dice il telegramma, ha avuto luogo uno scontro alia sciabola tra il vostrc
corrispondente, signor Ernesto Dalmazzo e il dottore Luigi Selli redattore
capo del Corriere Toscano dietro sfida fatta dal sig. Dalmazzo al signor Selli
stesso in seguito a polemica giornalista... Il sig. Dalmazzo ricevette al
sesto assalto una piattonata al petto che gli produsse una lieve sgraffia-
tura... Gli avversarii si comportarono cavallerescamente. Bravo il sig. Dal-
mazzo! Con quel comunicato sulla lieve sgrajfiatura toccatagli in un duello,
e oramai noto a popolo e comune che egli, il corrispondente delta Tribune,
3
/ mid Ricordi, Firenze 1867, Vol. I, pag. 223.
DEL PUNTO D'ONORE 645
Ma perche manchi al duello 1'applauso, e necessario anzi-
tutto screditarlo nella pubblica opinione e mostrarlo chiara-
mente ed efficacemente, un abuso ridicolo e pernicioso, il
quale,
rendendo chi se ne serve dispregevole e, spezzando i vincoli piu
sacrosanti della carita e della giustizia, si oppone direttamente
all'indole del cristianesimo e tende a distruggere gli stessi fon-
damenti su' quali e appoggiata la civile societa.
1
Vedi p. e. il TAPARELLI, Sdggio teoretico di diritto naturale, Prato,
1883. Diss. II, cap. 4, nn. 393-397; LIBERATORS, Istit. di Etica. Part. I, cap. 3.
Roma, 1865.
*
Quad. 1021, pp. 78-87.
3
Dottor GIORGIO DE BELOW, professors di storia aH'Accademia di
II
Miinster nella Westfalia, pubblic6 non ha guari un'opera sul duello in re-
lazione al concetto d'onore proprio delle stirpi germaniche (Das Duell und
das germanische JShrlegriff) . Con molteplici argomenti egli dimostra che il
IV.
1
Vedi GERDIL, Trattato de' duelli, Parte I, capi 1, 2 e 3.
2
Sotto il nome di Codice cavalleresco, cosi il GELLI suo autore, in-
tendiamo quel complesso di norme e di regole, portato naturale della
trasformazione delle idee a traverse il tempo, passate allo stato di con-
DEL PUNTO D' ONORE 647
coloro, i
quali in qualsivoglia modo pigliano parte al duello
o come principali o come padrini o come testimonii o come
chirurgi, son detti, con istrano frasario, cooperare ad una
partita d'onore.
Y.
per tutto nel citato loro Codice sono designati col nome di
1892 pag. 7.
*
Vedi il Codice Cavalleresco, pag. 108.
3
La Giurisprudenza del duello, pag. 32.
DEL PUNTO D'ONORE 649
stato in relazione coi tribunali d'onore costituitisi a sua istanza
nelle principal! citt& d'ltalia *, & supposto, con ragione, di cono-
scere i duellanti intus et in cute. Per lui la classe dei genti-
VI.
1
Tali sono quelli di Milano, Torino, Genova, Novara, Firenze, Venezia,
Mantova, Verona, Napoli, Roma, Livorno, costituitisi nel mag'g'io e nel giu-
gno 1893.
-
Nell'opuscolo cit. pag. 7.
3
Nell'opera citata, pag. 3. A' nomi fittizii il lettore potra sostituire i
VII.
gione, ma e disgustata,
stomacata anzi della logica del duello 2 .
1
Cosi 6 chiamato il FAMBRI dagli editor! milanesi della settima edizione
del Codice cavalleretco, Introd. p. VII.
2
La Giurisprudenza del duello, pag. 5.
3
Seduta del 13 maggio 1896. Vedi La Tribuna num. del 14 mag--
gio 1896.
4
La Tribuna, num. del 18 agosto 1895.
5
Seduta del 21 marzo 1896. Vedi La Tribuna, num. del 22 'marzo
1896. Sebbene il Codice cavalleresco (p. 113) interdica Yonore delle armi
a chi avesse mentito pure nel caso citato il Barzilai non ricus6 di
,
VIH.
gione, ne la societ^ ;
nondimeno il mezzo ond' egli si serve
per procurarsela e un mezzo di sua natura inetto, e da lui
stesso teoricamente e praticamente riconosciuto come tale.
E per fermo la vendetta include il concetto di pena ed il di-
ritto dell' uno sulF altro. Per contrario il duello, com* egli sa
benissimo dal suo Codice cavalieresco, agguaglia fra loro ambo
i combattenti, di modo che il suo esito dipende non gia dal
citore.
L' offensore 30
L' offeso . . 18
Indeterminati 44
1
Vedi La Tribuna, num. del 22 maggio 1896.
DEL PUNTO D'ONORE 653
che significa che su 138 casi, chi si servi del duello per
11
A
Torino, pochi giorni fa, i
padrini un Maggiore dichia-
d'
IX.
ignote.
Quindi abbiamo veduto e vediamo tanti casi di duello, come
quello sopra accennato tra gli onorevoli Gasale e Golaianni,
ne' quali un genliluomo deliberatamente insulta il suo avver-
gentiluomini.
Ma supponiamo pure che il risarcimento delPonore sia, se
non sempre la sola, certamente la principale ragione del duello.
Gio, non solo non ne diminuirebbe la forsennatezza, ma Taccre-
scerebbe di molto e per molti capi. Infatti, quand'anche si ammet-
tesse Tassurdo principio, su cui la esposta ragione si fonda, che
Tonore sia il massimo bene delPuomo, da anteporsi a tutti gli altri
beni non eccettuata la virtu e la vita, e pero da difendersi con
ogni sorta di mezzi anche barbari e immorali, nondimeno questo
dovrebbe intendersi dell'onore verace, e non gia di quello che
il Gelli, come
sopra vedemmo, chiamo vano e bugiardo. Ora
quale onore puo sperarsi dal duello ? L'onore e Testerna ma-
nifestazione di stima che altri internamente nutre per noi.
L'amor poi della stima, come rettamente insegna il Gerdil,
quando ha per termine quelle qualita che si convengono spe-
cialmente ad un uomo e che debbono distinguerlo secondo la
nascita, la condizione e il grado ch'egli occupa nella societa,
i
forma cio che appellasi propriamente punto d 'onore . Inol-
1
Op. cit. Cap. Ill, art. 1. Recentemente hanno scritto del punto d'onore
il CROABBON in Francia (La science du point d'honneur, Paris 1895) e il
DEL PUNTO D'ONORE 655
tre il concetto altrui, non puo ragionevolmente essere se non
nione pubblica, il
capriccio o il pregiudizio che fa mostra di pi-
gliare in dispregio il rifiuto del duello, non aggiunge mai
veruna idea di stima ne sciagura de' poveri
di gloria alia iloti
X.
pp. 129-142.
3
I diritti e i doveri, pag. 94.
IL PRESENTE E L'AVVENIRE
DELL'AZIONE CATTOLICA
i.
cendo, per slanciarsi con esse nel fitto di quell' azione, una e
sociale, da cui aspettiamo la restaurazione cattolica dell' Italia,
noi non possiamo a meno di aprir 1'anima alle piu liete spe-
ranze.
II.
dola, iii guisa che, col variare incessante della sua azione, non
traligni d'un apice dalla sostanza sua immutabile, e nel suo
perpetuo lavoro di adattamento informi a se medesima idee,
sentimenti, opere, tramutamenti e vicende del mondo, tutto di-
rigendo a' suoi santi fini, senza mai farsi rimorchiare o tra-
volgere. E ci basta anche solo riguardare al miracolo di Pon-
III.
IV.
1
Nella Lettera ora citata.
IN ITALIA 663
stero, pur quando pongano mano a cose che non sono opere
di devozione od anche che appartengono per se alia vita ci-
indipendenza ecclesiastica.
V.
negli ecclesiastici il
sospetto contro 1' azione promossa dalle
societa cattoliche.
tutto? e vi si
prostrano pubblicamente ai piedi, con riverenza
di flgli, con umiltk di servi, mentre umanamente non hanno
da tale atto ad aspettarsi che scherni e persecuzioni, desiosi
soltanto di essere da voi adoperati, come scrive Leone XIII^
a presidio della Chiesa combattuta ? e percio sapientemente si
ordinano in Comitati parrocchiali, diocesani e regionali, per
essere cioe meglio in assetto di prestare fedel servizio ai Par-
rochi ed ai Vescovi, come distinte coorti ai loro l
? -
capi
Chi da T indirizzo a questa grande Associazione (cosi molto
a proposito Monsignor Bandi) e il Papa il Comitato per ma -
:
VI.
1
LEONE XIII al Comm. Paganuzzi, Breve del 9 Settembre 1891.
2 Lettere Pastoral! del Vescovo di Tortona del 23 giugno 1891 e del
1 maggio 1892.
666 IL PRESENTE E I/AVVENIRE DELI/AZIONE CATTOLICA
Che cosa e infatti il laicismo moderno salvoche la separa-
zione, voluta e promulgata qual massima di governo, di ci-
vilta, di progresso, della societk civile dalla Ghiesa? Niente
chieggono di
meglio per se i liberali di tutte le gradazioni,
fautori del laicismo, fuorche di costringere il sacerdozio a fare
da se solo, isolandojo e come conflnandolo nella penombra dei
gioso, come
quello che da forza e stabilita agli Stati, e senza
il quale la moralita e impossibile. Utopia, non ha dubbio, e
fisima irrealizzabile questa del partito conservatore; e basta
per buttarla a terra in un soffio notare, coWUnita Cattolica,
che non e possibile essere conservatori senza essere cat-
tolici Ma ne sgorga pero una verita realissima, cioe non
.
VII.
4
nostro .
1
Lettera Pastorale al Clero e al Popolo della Diocesi di Fiesole per
la quaresima del 1896. E bella, e vera anche questa conclusione che
Tillustre Prelato inferisce dal suo serrato ragionamento A ristorare per-:
VIII.
rical!, che esca per poco dalle consuetudini devote, vien quivi
IX.
1
Lettera Pastorale ripetutamente citata.
2
Lettera Pastorale al Clero ed al Popolo della Citta e Archidiocesi di
Pisa per la quaregima del 1896.
IN ITALIA 073
gelo : Non
erubesco Evangelium 2 Ora per questo coraggio e .
X.
1
AUGUSTINI Epist. 29 ad Hieron.
4
Lettera Pastorale al Venerabiie Clero e Popolo delle duo Diocesi di
Pistoia e Prato, del 2 dicembre 1895.
3
Pastorale del Vescovo di Aversa per la Quaresima del 1896.
Serie XVI, vol. VI, fasc. 1104. 43 10 giugno 1896.
674 IL PRESENTE E I/AVVENIRE DELI/AZIONE CATTOLIGA IN ITALIA
loro azione ;
e quindi possono senza taccia alcuna di temerita,
dir finalmente: faremo da noi!
A dar loro Tesempio ed insieme a guarentire la felicita
dell'effetto, si leva la in Vaticano il meraviglioso Vegliardo,
ragone della
Tribuna, leva in alto questa sovranita papale
si
I.
II.
dalla Preface personnelle, che leggesi in testa del sesto volume, dal Littre
e dal LaflStte. Cf. F. GRUBER, A. Comte, sa vie, sa doctrine.
ED IL CONCETTO DEL SUO SISTEMA 679 '
sensi, niun pensiero delle cause e dei fini, ossia di cio che e
sofia positiva.
1
... j'emploie le mot philosophie dans 1'acception que lui donnaient
les anciens, comme systeme general des conceptions humai-
designant le
1
Nous avons specialement reconnu que la philosophie positive se dis-
tingue surtout de 1'ancienne philosophie theologique ou metaphysique, par
sa tendence constante d'ecarter comme necessairement vaine toute recherche
quelconque des causes proprement dites, soit premieres, soit finales, pour
se borner a etudier les relations invariables qui constituent les lois effecti-
ves des tous les e>enement observables, ainsi susceptibles d'etre ration-
nellement prevus_les uns apres les autres, ecc. Vol. VI, pag. 598.
ED IL CONCETTO DEL SUO SISTEMA 681
III.
societa *.
Egli su per giii cosi modestamente favella del suo si-
1
Ce n'est pas aux lecteurs de cet ouvrag-e, que je croirai jamais devoir
prouver, que les id6es gouvernent et bouleversent le monde, ou, en d'au-
tres termes, que tout le mecanisme social repose fmalement sur les opi-
nions. la grande crise politique et morale des soci^tes actuelles tient, en
.
loro tempo ;
e ve lo prova mediante la scoperta, che egli ha
fatto di una legge, che chiama grande, fondamentale.
IV.
1
Le desordre actuel des intelligences tient, en derniere analyse, a
I'emploi simultan des trois philosophies radicalement incompatibles: la
philosophic theologique, la philosophic metaphysique, et la philosophic po-
sitive. II est clair, en effet, que si 1'une quelconque de ces trois philoso-
quelle des trois philosophies peut, et doit pr&valoir par la nature des cho-
ses . .
:
j'ai indiqu6, que la philosophic positive est seule destinee a pre-
.
valoir selon le cours ordinaire des choses. Loc. cit. pag. 42.
ED IL CONCETTO DEL SUO SISTEMA 683
1
En etudiant le de"veloppement total de 1'intelligence humaine dans
ses diverges spheres d'activite, depuis son premier essort le plus simple
jusqu'a nos jours, je crois avoir dcouvert une grande lois fondamentale,
a la quelle ii est assujetti par une ne"cessite" invariable. Loc. cit. p. 8.
2
Cette lois consiste en ce que chacune de nos conceptions principales
cbaque brancbe de nos conaissances passe successivement par trois e"tats
1
Ibid. pag. 9.
2
Ibid. p. 10.
ED IL CONCETTO DEL SUO SISTEMA 685
di soprassensibile dalle menti, sostituendovi per la riforma so-
tua ignoranza.
2. Ma non ti dare per questo gran briga : il Comte ti for-
V.
1
Ibid. pagg. 11-16.
ED IL CONCETTO DEL SUO SI STEM A 687
menti delle leggi fisiche da mettere in subbuglio la societa? Eh
1
Ibid. pag. 42, 43.
ED 1L CONCETTO DEL SUO SISTEMA 689
si 6 iniziata e si sta compiendo questa operazione ? Con quello
che offre la
gran legge, la legge fondamentale scoperta dallo
stesso Gomte. Or bene, sul conto di cotesta legge pesa un
forte guaio.Essa 6 pura invenzione della fantasia del Comte.
Giacch6 6 storicamente falso che prima sia apparso il poli-
teismo e poscia il monoteismo, essendo invece accaduto il con-
trario. Abramo, uscito dal seno della schiatta semitica profes-
sava il monoteismo immigrate tra i
; camiti, si avvenne in ua
Melchisedecco, sacerdote deirAltissimo. Questo fatto ci conduce
ai primissimi tempi storici, ossia piu di venti secoli prima di
Gristo. E poi, chi non sa come nel politeismo uno era il sommo
che imperava su gli altri iddii e sul mondo ? Un sommo si
venerava dagli egizii, un sommo dai babilonesi, un sommo dagli
iksos, non altrimenti, che il sommo Giove fra gli elleni ed i ro-
rnani. Inoltre & pura invenzione quella dei tre stati teorici succe-
dentisi 1' uno all' altro, dicendoci pure la storia che vissero ad
uno stesso tempo le tre filosofle in questione col politeismo,
monoteismo e positivismo. Gli ebrei erano monoteisti in mezzo
a nazioni politeiste; i grandi filosoft dell'antichita, un Socrate
un Platone, un Aristotele professavano pubblicamente delle
grandi verita religiose e metafisiche, bench& non pure di ogni
errore. Anzi, per testimonianza dello stesso Comte, Aristotele
non valse del metodo positivo, secondo la qualita de' suoi
si
buon senso.
II Comte deride la sovranita delPuomo sul mondo. E cio per
quale ragione? Essa ci 6 data dalla scuola positi vista. Ecco-
vela. L'uomo essendo una bestia alia fin dei conti come tutte
le altre bestie, che popolano il mondo, non 6 egli cosa degna
di riso il farlo superiore sovrano nelPordine delFuni verso? Si,
ma egli 6 pure informato da uno spirito, in virtu del
quale si
distingue essenzialmente dagli esseri che lo circondano, e li so-
vraneggia. Queste son baie cotale spirito & una parola vuota
:
GAPITOLO SESTO.
I.
sa, che dal mal uso e vinta la ragione ; e chi e caparbio, troppo
denza e di coscienza
il doveva, si fosse resa docile e cedevole
suo diritto.
ferire a tutti il signor Livio, ne' panni suoi, sa, signorina, che
eccola fallire alia schiettezza ed alia lealta, che era stata assue-
fatta ad usar sempre coi genitori. II peggio passo e quello
dell'uscio, dice un proverbio ma, nella china delle simulazioni,
:
figliuolo !
cosa che ella non avesse fatta. E Livio usava largamente della
generosa bonta di lei :
per altro non ne abusava si, che proprio
la divorasse. Saputi, in secreto, i suoi disegni sopra la Rita,
ella n'era stata lietissima e, non considerando le difficolta grandi
del colorirli, gli aveva promesso aiuto e favore, quanto fosse
stato in potere suo. Ora di lei egli diviso servirsi, come di
acconcissimo strumento.
A tal fine si studio di metterle in grazia la Tullia, accioc-
nata e presa all'esca sua piii ghiotta, Tinteresse. Tra loro due,
era corso un patto da Giuda. Una bella somma le sarebbe da
Livio sborsata, dopo tessuta la tela. Ella doveva tradire la ma-
dre fiduciosa. colle finte di una probita senza pari; e doveva
tradire la malcauta figliuola, col bacio di una pietosa amici-
zia. Essa terrebbesi neH'ombra, non si esporrebbe al pericolo
II.
-
Oh, che caso fortunato esclamo la Rita ne di piu sog-
!
;
compassionarlo.
Complice sempre la Tullia, essa una terza volta si abbocco,
in quella strada, colla signora Giacinta, dalla quale ebbe di
zioni, dalPaltra.
CAPITOLO SBSTO. CHI D1PINGE IL F10RE, NON GLI D! L'ODORE 697
Da indi in avvenire la signora Giacinta, cosi povera (Tin-
telletto, come ricca di buona fede, si adatto a far da mezzana
di un commercio epistolare, fra lor due, celatissimo a tutti,
ticolari, il divisamento.
La Rita da se erasi persuasa, e poi lasciata capacitare,
che il negava il partito di Livio, da lei unicamente
padre le
celebrato.
Tale fu, nella disegno e la vaga dipintura che
sostanza, il
gliata com' era dalla passione, che chi dipinge il fiore, non gli
dk 1'odore ;
e che altro e correre, altro arrivare.
III.
Non parrebbe vero che una damigella cosi ben nata, per-
spicace d' ingegno, colta, gentile di animo e finamente educata,
com' era la Rita,non iscorgesse al prim' occhio e non sentisse
al vivo la sconvenienza e la reita della congiura, tanto male
a leisuggerita da Livio- Buon giudizio, cuore, coscienza, timor
di Dio, pietk flliale,punto di onore, tutto in lei avrebbe do-
vuto mettergliene raccapriccio. Ma, oltreche Paffetto fa velo
aH'intelletto, ed in lei caparbietk era natura, si ha da av-
vertire che la lezione degli empii libri, gia sopra mento-
vati, ed il sottil veleno d' irreligiositk infusole dalla Tullia, le
avevano in gran maniera falsata la coscienza ne'suoi det-
CAPITOLO SESTO. CHI DIPINGE IL FIORE, NON GLI DA L'ODORE 699
tami, e indebolito iltimor di Dio ne' suoi principii per guisa :
sbadata.
Per cio ella si figuro di mettere in buona armonia i do-
veri suoi di figliuola co' suoi diritti naturali, facendo da se e
di s& quello che le talentava, e procacciando insieme di
Alia meta del marzo, gli accordi, per 1' esecuzione di cio
che si era divisato, furono tutti presi e stabiliti. La notte del 25,
giorno del suo compleanno, la Rita celatamente uscirebbe di
casa, ed in compagnia della signora Giacinta salirebbe nel treno
IV.
stia tranquilla ;
che le voglio sempre bene che, come la ron-
;
uno sviscerato amore, chiarito che fosse della veritk delle cose,
non tarderebbe a contentarla; e cosi, in meno forse di due
settimane, ella sarebbe rientrata in casa, colla palma della
vittoria in mano e colla ghirlanda di fidanzata in fronte. Della
madre invece era un po' dubitosa : ma si confidava di vincerla
col nome della Madonna, coi pianti supplichevoli e colle ca-
rezze. Percio la sera, accomiatandosi da lei, nel darle la buona
notte, le bacio e ribacio le che in quelle mani
mani e le disse
al tal canto della tale via, prossima alia casa. Non avrebbe
cappello in testa, ma capo e vita avrebbe ravvolti in uno
scialle, che le coprirebbe anche in parte la faccia, per non
essere ravvisata alia stazione: ne sotto, a mano, porterebbe
altro che una piccola valigia. Lo scialle aveva ella acquistato,
sotto chiave.
Alle undici si mise in letto, ma non velo altrimenti 1' oc-
chio, punta sempre dalP ansia di non fallire alia data posta, e
pensosa del gran dolore che stava per cagionare a' suoi. Un'ora
dopo, preso animo, si levo, muto biancheria e se ne rivesti,
o meglio si aflfagotto, raddoppiandosela in dosso: e mezz'ora
dopo ella era in ordine.
CAPITOLO SESTO. GUI DIPINGE IL FIORE, NON GLI DA I/ODORE 703
Per non mancare all' appuntamento, le bastava un quarto
d' ora.Aveva dunque tempo. Riguardo tutte le sue cose, serro
a chiave i cassetti piu gelosi di un suo mobiluccio a ribalta,
si gingillo pel suo quartierino e fini coll' alzare gli occhi alia
bella Madonna di Lourdes, in pittura, che dal capo del suo
lettopendeva. Si fermo ad
affisarla, le sgorgarono due la-
voce, la rampognasse :
Sta, Rita ! che tai ?
porte che, nel girare, non cigolassero. Sali per una scaletta a chioc-
ciola in un solaio, poscia, per varii andirivieni, discese fino ad
un uscio che si apriva di dentro e metteva nello stanzone degli
e d'ivi passo nel giardino. Qui il vento, che soffiava
agrumi;
gelido, le spense la candela ed ella rimase al buio. Rabbri-
il treno!
La Rita in un lampo le si mise al fianco, e di galoppo
arrivarono alia stazione. Era tempo, perchfc ii treno stava su
le mosse.
V.
dre Paspetta, che sua madre muore pel desiderio di lei! Per-
che sentendosi scoppiare il cuore, si ritirava e, con di-
egli,
rotto pianto, sfogava in secreto la piena delPangoscia.
La mattina per tempo ilsignor Marco ordino che si visi-
tasse tutta la casa, in ogni angolo e ripostiglio, dai tetto alle
cantine, e esplorassero il pozzo e le cisterne. Egli era tra-
si
piu tardi, colla scusa che egli allora teneva compagnia alia
signora, mal disposta di salute. L'altro fece dire, che egli era
venuto per cosa urgente, e bastavano poche parole. Senza piu,
fu fatto entrare: ed egli, dopo i convenevoli d'uso e le con-
i.
questa notizia, che pure tornerebbe ad onore del nostro Beato, es-
sendo quella carica uno dei posti piu important! dell'Ordine in
quell'epoca (pag. 36), viene rigettata dall'Autore, perche non con-
fermata dalle cronache e dai documenti autentici e contemporanei.
In un duplice scoglio suole urtarsi da chi scrive la vita di un
gran personaggio; alcuni tengono gli occhi intenti nel loro prota-
gita alle persone che ebbero a trattare con lui; altri al contrario
1'opera.
Ma 1'anonimo Domenicano ha saputo scansare 1'uno e 1'altro
II.
Bruckero, il
Buhle, FHegel, Ritter, Wolf, il
Pansch, il il lo Stark,
il
Weiss, FHaasenstein, il Renan, lo Zeller, il Conti, e piu diste-
samente il Brentano e il Chaignet, e piu diffusamente ancora. il
Rosmini.
Non ci maraviglieremo che un lavoro di tanta lena, condotto-
BELLA STAMPA 715
proposta.
Questo classico lavoro, proveniente da un Preside della Facolta
di Lettere e di Filosofia all' Universita di Torino, Professore ordi-
nario di Metodo e di Storia della Filosofia ecc., viene opportune an-
cora per isfatare il pregiudizio cosl comune fra gl'ignoranti della
letteratura filosofica, secondo il quale Aristotele sarebbe un autore
buono oggidi soltanto pei teologi retrogradi. Nessuno dei cotnmen-
tatori moderni or ora citati e uomo di Chiesa e il ch. Autore neanche
gli. Cio nondimeno e da aspettare che le piu liete accoglienze sia
per riceverle quest'opera dai professori e studiosi ecclesiastici, oramai
riavviati dal genio del S. P. Leone XIII allo studio della Filosofia
III.
permetto di stampare ,
cioeimprimatur del famigerato gran pon-
1'
problemi sociali.
per qual ragione deve essere represso nella liberta di questo suo
pensiero? Con qual diritto la Chiesa arrogasi di fargli accettare il
giure e 1'etica del suo Decalogo ? II buon fratel Giuseppe Apicella,
come uomo che acu tetigit il punto capitale della discrepanza tra
Chiesa e massoneria, esclama : ecco il torto, ecco il
peccato, ecco
il delitto dei massoni, non voler il male di nessuno, volere il bene
di tutti e la liberta del pensiero per tutti!
Chiaro e che il lettore vede al prim' occhio, quanta sia la pre-
potenza della Chiesa, in richiedere da' suoi membri e la fede nel
suo Credo e 1'osservanza del suo Decalogo, contro un Ordine che,
per amore di liberta, concede a tutti di rigettare a talento Dio e
Credo e Decalogo, ed in questo svincolamento dai legami della ra-
gione, della fede e della morale ripone la civilta e il progresso del-
1'umana generazione.
Di questo tenore e conforme a questo metodo logico 'precede
tutta intera apologia, ch' egli tesse della setta. Ripudiato il cristia-
1'
Poi si rispose :
Signore, noi non combattiamo la massoneria nelle
BELLA STAMPA 721
persone che la compongono, ne ci curiamo di smascherare le ruberie
ed i malefizi del massone Tizio, o del massone Sempronio la com- :
battiamo ne' suoi principii, nel suo spirito, nelle opece sue, nel suo
satanismo evidente. Oltre cid, il pubblicare le barerie, le ladrerie
e le mangerie del massoni, per dimostrare che la mala pianta non
pud produrre altri frutti che questi, sarebbe ua portar legna al
bosco, od acqua al mare. Chi non lo sa, e chi non ne e convinto?
Sarebbe fatica vana. Ed il
fratello, con un inehino, se ne and&
confuso pe' fatti suoi.
Che poi la buona opinione di queste virtu e di queste umani-
tarie operazioni. che santificano la massoneria, regni neU'universale,
ci cade opportune rnetterne una riprova sotto gli occhi del buon
fratelloGiuseppe. Osservi caso. Proprio mentre usciva in luce il
suo opuscolo apologetico, colY imprimatur del venerando Lemmi e
coll a commendatizia del noto Ballori, il Carrier e ddla Sera di Mi-
lano del 26 aprile, senza volerlo, ne stampava il commento in un
suo articolo, intitolato Fra cattolici e massoni, che sarebbe da ristam-
parsi qui, se lo spazio ce lo consentisse. Tuttavia ne staccheremo
qualche periodo che, per oro cavato da quella miniera, tutt'altro
che gesuitica, vale un Peru.
La massoneria, che una volta, sotto Governi dispotici, ha reso
segnalati servigl alia causa della liberta e dell'unita (e un liberate
che scrive) oggi e ritenuta una specie di societa di mutuo soccorso,
molto potente, internazionale, in cui pochi furbi s'avvantaggiano
alle spalle di parecchi ingenui... Si riconosce ingiustissinio ed in-
tollerabile questo fatto, che, sotto le leggi liberali vigenti, vi sia il
lavorio di una
setta, che riesce a far preferire i suoi raccomandati
e nei grossi appalti e nei con cor si per esame e in mille altre cir-
costanze. A Massaua si e veduto in piccolo, cid che piu in gi'ande
madre patria. Per ottenere qualche cosa dal cessato
si verifica nella
Langres il doppio che a Parigi al Puy du Dome tre volte piu che
;
pioggia cresce coll' altezza del luogo. Vero e che lo stesso Belgrand,
dietro ai fatti recati in contrario dal Yignon ed altresi dall'Arago,
ammise che quella regola non va senza eccezioni; ma queste non
sono tante che bastino ad infermarla. II difficile e darne una ragione
che persuada, giacche la meteorologia, conviene pur dirlo, quanto si
affaccenda nell'accumulare e registrare, nelle sue tabelle quotidiane e
mensili, sequenze interminabili di minuti appunti sulle variazioni di
temperatura, di pressione barometrica, di umidita, di elettricita, di
magnetismo, altrettanto poco e progredita, general mente parlando,
nelP accertare le cause de' fenomeni, e chiarirne la genesi, che il
1
Bulletin mensuel de la Commission mttforologique de Calvados.
724 SCIENZB
dell'atmosfera si precipiti in pioggia noi lo
sappiamo tanto poco quanto
poco sappiamo il come e
perche del formarsi nelle nubi la neve e
il
che sfugge alle nostre pentole, o che rendiamo coll'alito dai polmoni,
ma anche a quello che viene a contatto del ghiaccio e dei sorbetti, onde
se 1'aria e carica di umidita, pare che famino. Non e quindi irra-
gionevole lo spiegare allo stesso modo la formazione delle nubi e della
nebbia, che vedjamo in autunno levarsi dai fiumi e dai prati e dai
fianchi dei poggi, donde s' innalza talora a falde fino ad ingombrare il
cielo. E appunto per dar ragione di cotesto mo to ascendente, si sup-
poneva non molti anni addietro che le particelle del vapore si
fino a
cipio come una macchiolina non piu grande dell'orma d'un piede
umano, nubecula parva tanquam vestigium hominis, s'allargava poi e
s'addensava in nuvolo burrascoso. Cotesto modo di formazione non
suggerisce certo a chi ne e spettatore 1'idea dell'incontrarsi
due
masse d'aria e nel mescuglio condensarsene il vapore. E poi a qual
punto di freddo il vapore acqueo si condensa egli? Un punto fisso
non pare che vi sia, poiche ancor d'estate fumano, benche meno, le
vivande, e d'inverno 1'aria anche umida non e sempre nebbiosa.
il
NATURALI 725
fenomeno dipencle piuttosto dalla differenza delle due temperature e
insieme dalla quantita del vapore latente nell'aria ? Sono tutti punti
che andrebbero chiariti e determinati per potere con essi riscontrare
la suddetta ipotesi nei casi particolari e riconoscerne la sufficienza o
Tinsufficienza.
Or queste dubbiezze valgono molto piu a rispetto della causa che
determina il vapore delle nubi in pioggia.
precipitarsi ulteriormente il
per coloro che non guardano senza sospetto tutti quei fili conduttori,
onde nelle nostre citta ci si forma sopra capo una rete, e servono
alle comunicazioni telefoniche. Pazienza per 1'estetica che ne soffre:
tra il bello e Futile sara sempre vincitore il secondo ma non e piu
;
che. Dei soli fili telegrafici, stando all'Almanacco di Gotha del cor-
rente anno, la Germania, al 1 gennaio del 1894, ne contava 464,707
chilometri, la Gran Brettagna 343,514, la Francia colP Algeria 318,733 ;
glia colle linee inglesi che a traverso la Birmania vanno fino al Siam
a Bangkok e in Cocincina. Da Madras poi parte un sottomarino, che si
spinge a Singapura, fra la penisola di Malacca e Sumatra, prose-
guendo di la a Saigon, al Tonkino, Hong-Kong e Sciangai nella Cina
e su fino al Giappone mentre da Singapura si dirama verso PAu-
;
1
Journal t6lgraphique, 25 janv. 1896.
730 SGIENZE
piu fredda con 1,2 sotto lo zero a 1030 metri, scende dalle region!
polari.
Nel Mediterraneo la variazione di temperatura segue tutt'altra legge
che nei mari aperti. La superficie presenta circa 28*; al fondo s'in-
contrano da per tutto 12 o in quel torno.
Q-li scandagli premessi alia immersione dei cavi ci procacciarono
le prime notizie intorno alia configurazione e alia natura dei fondi
glese, Cap. Balfour, fecero conoscere presso le isole degli Amici tre
abissi della profondita di 9193, 9422, e 9437 metri che e fino a ;
I.
COSE ROMANS
1. Leone XIII intercede presso Imperatore di Etiopia per la liberazione
1'
striaca, e che andasse in Africa per fini politici ma era una bugia ;
perator d' Etiopia e recata dal Yicario patriarcale cattolico de' Copti
per ottenere la liberazione de' medesimi prigionieri italiani. La notizia
GRONAGA GONTEMPORANEA 733
fu comunicata officialmente dall' Osservatore Romano del 1 giugno e
subito fu un discorrerne come di un avvenimento. Essa e di questo
tenore :
detta politica) ma per bile contro i Minis tri, dopo aver detto il Papa
una palma ne' giardini italici e i Ministri lattughe, fa uno splendido
elogio dell' atto di Leone XIII. Elogio, che ci ricorda il profeta biblico,
il quale, chiamato a maledire le tende di Giacobbe, le benedisse :
e conta ben 140 gradini, finita da lui il 1796 1'altra e una scala
;
Ace maris stella, Tota pulchra e una Preghiera alia Vergine, riuscite,
a detta de' presenti, con soddisfazione universale. Sulla porta della
basilica di S. Elia leggevasi questa iscrizione : Accwrete Festosi e.
vide la S. Sede (ed era cosa ovvia); cioe il Rappresentante del Papa
non poteva intervenire ne intervenne alia funzione religiosa, come
funzione di scismatici separati dalla vera Chiesa ;
alia seconda com-
parsa, quella del banchetto, provvide gentilmente 1' istesso Impe-
ratore, facendo si che il pranzo Rappresentante del Papa
offerto al
soldati, ministri, cittadini d' Italia ! E la Chiesa che passa. Dopo vent'anni
(breve tempo!) la Chiesa ottiene la sua rivincita. Come vessillo tra le
miriadi essa passa g-loriosa in mezzo ai barbari della liberta. Tutte le ima-
CONTEMPORANEA 737
gini, tutte le raetafore del Cantico dei Cantici riacquistano nell'allegoria
novella forma e novella vita. Mentre dallo Stato italiano sorgono gli acri
<c odori della putrefazione, dalla Chiesa, come da un fiorente giardino orien-
ed essa la Chiesa, come la Sulamita, stilla miele dalla bocca, rugiada d?a
capelli, mirra e latte dalle mani; e col latte ristora, e con la rugiada
v<
rinfresca, e col miele addolcisce il cuore della povera Italia. Lorenzo
Valla, o Giordano Bruno, o Giuseppe Garibaldi, ritornate nell'ombra: di-
scendete dai piedistalli sui quali troppo facilmente vi hanno collocate i
settari nemici del Vangelo; e voi, e i vostri prosecutori, e i vostri pane-
grande! mea culpa, per aver pensato all' Italia forte, rispettata, onorata!
mea culpa, per aver sognato il rinascimento imperiale di Roma mea !
culpa, per avere fantasticato che 1'allobrogo patois che parla il generale
Ricotti, potesse soppiantare 1'universale latino, sia pur della decadenza !
mea culpa, mea culpa, di avere scritto e sofferto, di aver dato il pensiero
ed sangue, tutto il cuore, tutta la vita, per la creazione di una potesta
il
del 9 decembre 1895 e da noi riferito nel quad. 1094, pag. 230. Ora,
e stato proposto il dubbio alia Congregazione cle' riti se quel decreto
obbliga senza eccezione tutti i Eegolari, anche coloro tra essi, che
avessero avuti privilegi speciali dalla Sede apostolica stessa. La ra-
gione del dubbio veniva da cio che nel decreto non pare esista al-
cuna clausola revocatoria speciale di que' privilegi. E la S. Congre-
II.
COSE ITALIANS
1. La Camera approva miovamente il Ministero presente e deplora rammi-
nistrazione antecedente. 2. Ultime faviile del flagello eritreo, e pro-
cesso contro il Gen. Baratieri. 3. Appunti storici.
Marchese di Rudini (sia per troppa delicatezza, sia per non inasprire
i
deputati amici del Crispi, che nel passatomandarono buono ogni
ma non voile
atto del dittatore) deploro si la passata amministrazione,
condannar le persone. Era una distinzione tanto sottile, che non po-
teva reggere. In fatti la medesima questione venne fuori di nuovo e
con essa fe' capolino la cosi detta questione morak, che gia da gran
tempo pendeva sul capo di Francesco Crispi. E per verita Pinchiesta
dell'Astengo non era che un capitolo di piu di un gran libro, di cui
il Cavallotti fu lo scrittore. La Camera si appassiono per essa, spe-
CONTEMPORANEA 739
cialmente perche i Crispin! vedevano imminente una riprovazione
del loro capo; talche la questione divenne politica e, come si dice,
di fiducia verso il nuovo ministero. Trattavasi dunque di disappro-
vare 1'andamento del ministero passato e approvare il nuovo. I de-
putati erano pochi, ossia soli 249. I Crispini avevano lavorato di mani
e di piedi e il Torraca a nome di tutti disse che, posto il voto in
que' termini, ne egli ne i suoi amici commetterebbero una vilta. Chiamo
tone limita la sua azione esclusivamente alle truppe nere. Chi dirige
740 CRONAGA
tutte le faccende sono due o tre Tenenti del quartier generale. > E
il 25 gennaio: L'animosita del Governatore per Arimondi e conti-
nua e forse Tunica che lo distragga dalle immense responsabilita che
10 schiacciano. Dalle lettere dell 'Arimondi spigoliamo solo due pe-
riodi, che sono come raggi nel garbuglio africano. c Non so che cosa
fara il ministero. Oramai (Baratieri) e onnipotente
il B... un poco :
per politica, un po' per 1'appoggio di Crispi un po' per quello della
Massoneria... Speriamo jiunque che lo stellone continui a proteg-
gerci. E in un'altra lettera dice: lo sono calmo; spero giustizia
dal tempo galantuomo, ma la camarilla politica qui e assolutamente
indecente. Povero Arimondi, se tutta la giustizia Paspettava nel
mondo di qua ! All'occasione del processo contro il Baratieri, osser-
visi come questo e il terzo processo militare che si fa, dacche comin-
ciossi a dar effetto all' idea di costituir 1' Italia in Regno unico, e
tutti que' tre processi furono per tre battaglie perdute, cioe :
Novara,
Lissa, Abba Oarima. II primo processo fini colla fucilazione del Gen.
casa, il
pensiero a Dio, oh e ben giusto che assista a queste pubbliche
!
generale, che duro piu giorni, non escluse violenze e tumulti. A Fi-
renze, ftnalmente, vi fu nella sala della Borsa una riunione dei com-
GONTEMPORANEA 74 t
mercianti e fattorini di prodotti di paglia da cappelli. All'adunanza,
presieduta dal March. Giorgio Niccolini, intervennero quasi tutti i
negozianti e fattorini, il deputato Niccolini, i Sindaci dei varii comuni
piu notevoli nella industria della paglia furono prese varie delibe- ;
III.
COSE STRANIERE
GERMANIA (Nostra Corrispondenza). 1. La condizione di fuori; appren-
sioni d'ogni specie. 2. I Franchi di Germania. 3. Le finanze e le
furba diplomazia russa. L' Inghilterra da sola non pud nulla, e d'altra
parte ha sulle braccia la bega dell'Egitto e dell 'Africa australe. Per
cagione dell'Egitto e in relazioni freddissime colla Francia, ed il Trans-
742 CRONACA
vaal le oppone resistenza perche sa di essere spalleggiato dalla Ger-
mania ed anche un po' dalla Francia. E poi il Transvaal ha collegati
1'Orange e i Boeri di tutti i paesi a mezzodi delP Africa. II paese dei Ma-
tabele, che sta combattendo coll'Inghilterra, e un alleato in qualche modo-
anch'esso. Nel Venezuela 1' Inghilterra ha dovuto arretrarsi a fronts
specialmente poi nella penisola balcanica, ove sono sacrificati gli in-
teressi cattolici. Yero e che la Francia, col sostenere le pretensioni
russe in Bulgaria ecc. combatte la triplice alleanza. Ma la Chiesa
soffre nocumento da siffatta politica, perche al postutto nessuna po-
tenza combatte piu energicamente della Russia la Chiesa cattolica.
Tutti i paesi soggetti alia signoria od anche solo all' influenza della,
Russia, non pure son chiusi al commercio europeo, ma si ancora alia,
Chiesa romana. Di cotal guisa gli interessi economic! degli Stati
europei vanno connessi,per dir cosi,colla liberta della Chiesa cattolica.
In questi ultimi tempi, ogni cosa volge a vantaggio della Russia*
essa infatti si guerreggia a Pechino ed a Costantinopoli, ove pari-
mente ha saputo far prevalere la propria influenza, e cosi ancora a
Sofia ed a Parigi. Merce le relazioni antiche di piu secoli e i paren-
tadi, lo Czar di adesso e cognato del principe Enrico, fratello di Gu-
glielmo II; quindi la Russia ha un punto d'appoggio a Berlino. La
Germania sta in rapporti assai freddi coll'Inghilterra, massime a ea-
porti col Sommo Pontefice. Gli e mestieri tener conto della Corte di
Baviera, e specialmente poi del Centro che & padrone della maggio-
ranza nel Reichstag, e che non ha mai desistito dal richiedere 1'in-
dipendenza temporale della Sede Apostolica. La visita fatta dall'Im-
peratore al Card. Sanfelice e il lungo colloquio di Sua Eminenza con
Francia, al titolo dei Franchi. Non credo che la meta dei Franchi
siasi stabilita in Francia ;
solo le sue regioni settentrionali ricevettero
una immigrazione franca, che era un quarto ed anzi meno di un
quarto della popolazione gallica, colla quale si fuse. Per converso la
schiatta franca occupa il centro della Germania, da Aquisgrana e Tre-
viri sino al confine della Boemia, e da Norimberga sino a Dtisseldorf.
Colonia, Magonza, Francoforte, Bamberga ed altre ancora sono del
pari citta franche. II Yescovo di Yiirzburgo fii duca di Franconia fino
al 1806 dove si e meglio conservato il dialetto franco, gli e appunto-
;
quando 1' Impero non avea debiti, si sono contra tti imprestiti, la cui
crociatori corazzati, poi si parla fin anche di 450 milioni per fornir
Kotze, che 1'anno scorso nella settimana santa duello col signor de
Reischach, e in quest'anno ha ucciso il barone Schrader in duello
colla pistola la Domenica di Pasqua II de Kotze, maestro delle ceri-
!
monie dell' Imperatore, era stato messo in prigione per avere spedite
nel 1892 e 1893 lettere anonime scandalosissime, anzi da lupanare,
a molte cospicue persone della Corte e perfino a principesse dell'im-
periale famiglia ed a S. M. 1' Imperatrice. II barone Schrader, maestro
delle cerimonie della imperatrice Federigo, e il sig. de Reischach
bra che Imperatore, in causa dell' insistenza del suo Gabinetto mi-
1'
quale attribuisce allo Stato per cosi dire la direzione dell' insegna-
mento religioso, e mette la come principio, che questo insegnamento
si fa nel nome
e per I'autorita dello Stato. Yero e che dopo la ri-
tirata del sig. Falk il Governo non ha abusato di questa legge, che
tuttavolta e sempre un'arme e una minaccia continua contro 1'auto-
rita e 1' insegnamento della Chiesa. II Centre ha domandato altresi
che sieno richiamati i
Religiosi della Congregazione di S. Filippo a
Gostyn, statine scacciati in forza delle leggi di maggio. II Ministro
ha risposto che non consentira mai il ritorno di questa antica Con-
gregazione perche ha una possidenza di tre mila ettari, che lo Stato
ha caro di amministrare a proprio vantaggio. Intanto i discendenti
dei donatori di quelle terre, avendo diritto di esigerne la restituzione,
minacciano di chiamare il fisco innan/i ai tribunali. II Governo ha
ricusato di permettere che alcuni Religiosi francescani prehdano stanza
ad Osnabriick, perche la maggior parte di quella cittadinanza e pro-
testante. Cosi pure il Governo pertinace ricusa sempre qualsiasi assegno,
ancorche meschino, al Clero delle piccole parrocchie cattoliche fondate
nelle contrade protestanti e divenute necessarie pel movimento della
CONTEMPORANEA 747
popolazione. In conseguenza delle agevolate comunicazioni e dello
svolgimento delle Industrie, v'e una continua migrazione cattolici e ;
il signor Schulte ;
alle sue lezioni aveva maggior numero di uditori
che non itre professori di storia protestanti dell' Universita. Per la
genti ;
ne solo le chiese erano stipate di persone, ma fuori dalla porta
e dovunque c'era qualche comunicazione, la gente si affollava; benche
nulla si po'tesse udire, tutti rimanevano la fermi sino a predica finita:
Dio dara loro la ricompensa del loro buon volere. Di somma conso-
lazione sono riesciti i frutti comunioni a migliaia e migliaia in eia-
;
scuna delle chiese molti protestanti sono accorsi solleciti alle pre-
diche; i giornali hanno parlato di queste missioni con rispetto, e
trattandole come un avvenimento rilevantissimo. Speriamo che per
divina misericordia queste sante missioni ci rechino lo stabilimento
di un nuovo Ordine religioso a Berlino, ove non abbiamo altro che
un convento di Domenicani.
CONTEMPORANEA 749
STATI UNI TI (Nostra Corrispondenza*). 1. II viaggio circolaredi Sua Emi-
nenza il Cardinale Satolli. 2. II vangelo della disunione: disunione
viaggio non pu6 essersi compiuto senza considerevole fatica. Dei suoi
discorsi, poi, uno almeno fu proferito in lingua inglese, sebbene cid
non fosse assolutamente necessario per fare meglio apprezzare la forza
del suo carattere e la concettosa serieta della sua eloquenza, avendo
da lunga pezza gli
le traduzioni dei suoi discorsi latini convinti gia
Americani delle rare doti della sua mente e del suo cuore. Non esito
a designare quale causa impellente di questo viaggio del Cardinale
perche tutti i fedeli sono egualmente figli del Santo Padre, che li
rappresenta innanzi a Dio ed agli uomini, ed i sacerdoti sono tutti
solidarii nell'unica opera di estendere il regho di Gesu Cristo sulla
terra. In terzo luogo, egli ha costantemente espresso rispetto ed ap-
Stati Uniti, ove, inoltre, non havvi ragione al mondo di aprire que-
stioni cosiffatte. Se i banditori del nuovo vangelo concepiscono i con-
cordati come un male, non e d'altronde merito loro che la Repub-
blica Americana ne vada priva.Ma se invece possono essere un bene,
come il
regnante Pontefice diede a divedere in una Lettera alia nazione
fiancese, perche declamare contro di essi? Che cosa signih'chi, poi,
nel caso concreto, la parola separazione non apparisce con bastante
,
lettera, vi forniro alcuni dati, dai quali potrete formare una ragione-
vole conghiettura.
3. La seconda sorta di zizzania seminata e quella che viene sparsa
fra le diverse schiere di operai della vigna del Signore. Ora, se vi
fu rnai terreno grato e fecondo ad un lavoro sereno, puro nei fini,
corroborante per caratteri se vi furono mai tempo e luogo adatti al
;
perche, nelle nostre sfere religiose, non sono sorte scuole ne di gian-
senismo, ne di filosofismo, ne di gallicanismo non vi sono state ri-
;
compagni di fede, o i
compagni di sacerdozio. Qui ve n' e un altro
che motteggia le pratiche dei religiosi, i loro voti le loro vigilie,
le loro preghiere e macerazioni, per venirne laboriosamente alia
conclusione che la temperanza, 1' igiene e la respectability giove-
ranno piii al credito della Chiesa cattolica presso i nostri concitta-
stregua delle nazionalita nei gran corpo dei fedeli cattolici. Toccai
gia questo tasto in una anteriore corrispondenza, sotto il titolo di
< sezionalismo '(Civ. Catt. 4 gennaio 1896, p. 122). Ora, da un piccolo
e curioso incidente, Sua Eminenza e stata condotta a viemmeglio
inettere in rilievo ed iliustrare un suo precedente atto per la causa
della pace fra le diverse membra nazionali della Chiesa universale. Ye
lo espongo in breve. L'anno scorso, vide la luce un pregevole volume,
come uno stimma, il quale s' ingegna con indefesso studio di farselo
perdonare con prodezze non comuni. Yi citero una sua sentenza, tolta
d&irindex di Scranton (Pa.) : La Chiesa
d'America e piu cattolica
che dalla massoneria,
travagliata dall' opposizione di preti stranieri,
1
dal protestantesimo e fall American Protective Association insieme !
America, sono riepilogati in quelle due frasi tan to espies" sive, in cui
Sua Eminenza fece spiccare con forza la parola Romani e 1'altra ve-
ramente Cattolici. Sopprimete queste due idee, e vi rimane un'ultima
fase, un'ombra di cattolicesimo, il quale, se ben comprendo il pen-
siero o 1'andazzo contemporaneo, verrebbe accolto a braccia aperte da
tutti profani erranti fuori della cinta della nostra Chiesa, dal piu
i
il sale non sara piu buono a nulla, se non ad essere calpestato dagli
uomini. Se una tale falsa cattolicita e gia nata, si pud fiduciosa-
mente predirne 1'imminente sepoltura. Certo la morte di un neonato
e cosa spiacevole ; ma e meglio morir giovane che vivere, invecchiare
e andarsene coi capelli canuti all' inferno. Si apparecchiano gia i suoi
infatti riusci. All'arrivo del treno che portava i Prelati alia stazione
di Minieh, eravi tale una ressa di popolo che le guardie inutilmente
si affaticavano a tenere indietro la folia che si pigiava per baciare
]a mano o la veste dei Yescovi. Dalla stazione, ove questi indossa-
rono i sacri indumenti, si formo un magnifico corteo aperto dalle
alunne e dagli alunni delle scuole, dai seminaristi e dal clero; il quale,
attraversando le vie principal! della citta, scortato dalle truppe inviate
dal Governatore, in mezzo ai segni della phi viva allegrezza e vene-
pei fanciulli, ed una casa di Snore siriane del Monte Libano, le quali,
oltre la scuola per le fanciulle, apersero un ambulatorio ed un di-
IV.
COSE VARIE
1. Nuove testimonianze e particolarita delle atrocita armene. 2. La Cassa
che migliaia di Armeni alia, fine del secolo decimonono furono trat-
tati peggio degli animali bruti, che non trovarono rifugio e scampo
neppure nelle caverne, che centinaia delle loro donne furono vendute
a sommo scorno per venti centesimi 1'una, che, non ostante queste
ed altre nefandita che la penna rifugge dal descrivere, 1'Europa non
fece nulla. Percio noi rinnoviamo agl'Italiani le esortazioni che il
Cardinale Langenieux, Arcivescovo di Reims, e il Cardinal Perraud,
Yescovo d'Autun, hanno dirette ai loro diocesani, a fine di soccorrere
gl' infelicissimi Armeni. II ricapito e: F. Charmetant, Rue du Re-
a
nulla esatte. Cosi, ad esempio, accade per 1'ultima (14 ) edizione del Di-
zionario di conversazione del Brockhaus, il quale nella rubrica Ebrei,
Europa 5,415,000
Asia 310,000
Africa 550,000
America 250,000
Australia 125,000
Totale 6,650,000
CONTEMPORANEA 761
Secondo altre fonti il numero totale degli ebrei sarebbe di 8 mi-
lioni, cifra che non ebbero a raggiungere neppure a' tempi piu floridi
dell'antico regno giudaico.
Certo & che la statistica del Brockhaus sta notevolmente indietro.
Le per 1' Europa e per PAustralia sono ad un dipresso esatte.
cit're
tissime, nelle quali difese la verita storica contro gli scrittori liberali,
Lincei 710
Giuseppe Apicella XXX.-. rappresentante presso il Grande Oriente
la loggia Porta Pia, air Or.-, di Sala Consilina (Salerno). La
Massoneria (con licenza scritta del Gran Maestro dell' Ordine). 715
BlBLIOGRAFIA 84
Idem 342
Idem. 593
SCIENZE NATURALI. 1. L'anno giorno nei mondi planetarii.
e il
CRONACHE CONTEMPORANEE
Dal 1 al 15 marzo 1896.
3. L XI 3
Congresso internazionale di Americanisti 120
IV. COSE YARIE. 1. // messale di S. Agostino di Canterbury.
- 2. La persecuzione religiosa nella Repubblica dell' Equatore.
3. La produzione della lana in Italia 124
INDIGE 765
alleanze. 4. // lievito che opera per la riunione delle Chiese. > 248
IV. COSE VARIE. 1. H Vescovo coadiutore di Sion ed il
ire de' radicali a cagione d'un funerale pei morti d' Africa. 4. Fu-
nerali pel Principe D. Agostino Ohigi. 5. Decreti delle Gongre-
gazioni romane. 6. Appunti storici Pag. 357
II. COSE ITALIANE. 1. Combattimento a Mocram e a Tu-
i Dervisci: una
cruf contro piccola vittoria seguita da una scon-
fitta. 2. Nomina d'un Commissario regio per la Sicilia. 3. Con-
per fondazione di
la Case di studii cattoliche a Cambridge.
5. Le due grandi Universitd di Oxford e di Cambridge. 6. Come
sono costituite le liniversitd inglesi. 7. Le antiche case degli Or-
cattoliche
}
d Italia 3. La statistics degli Ebrei. 4. Cenno ne-
crologico : il P. Giuseppe Svoboda 758
ERRATA CORRIGE
Pag. 410, nota, cJiristicler .... christlicher
AIP-2273 (awab)