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Tutte le aziende si occupano di marketing, in quanto tutte hanno un mercato di riferimento con cui si
rapportano e quindi devono:
- Capire e studiare quali sono i bisogni e le esigenze dei consumatori e se e come può soddisfarli;
- Deve creare un prodotto che sia in grado di soddisfare questi bisogni;
- Non basta creare un prodotto che soddisfi i bisogni, deve anche essere diverso e migliore di quello
dei concorrenti → se voglio creare qualcosa di diverso devo anche creare qualcosa che mi dia un
vantaggio → differenziarsi rispetto ai concorrenti.
Il marketing è → il processo mediante il quale le imprese creano VALORE per i clienti (ma anche per
l’azienda) e instaurano con loro solide relazioni al fine di ottenere in cambio, a loro volta, VALORE.
Per creare valore bisogna pianificare il processo decisionale di marketing che sia coerente con la strategia
aziendale.
a) Creare e trasferire valore per il cliente attuale (che compra già) e potenziale (che potrebbe comprare)
b) Creare valore per l’impresa, in termini di redditività [profitto] e competitività [vantaggio competitivo]
Il concetto di valore assume 3 accezioni dal punto di vista del marketing:
VALORE PER IL CLIENTE è dato dalla differenza tra BENEFICI E SACRIFICI → il valore per il cliente c’è quando
i benefici sono maggiori dei sacrifici.
Benefici → Ciò che il cliente può trarre dal possesso e/o dall’utilizzo di uno specifico output (bene e/o
servizio) offerto da una specifica impresa.
A) MULTIDIMENSIONALE → per ciascun bene o servizio ci saranno una serie di benefici e sacrifici che il
cliente dovrà prendere in considerazione per l’acquisto e l’utilizzo.
BENEFICI SACRIFICI
Spostamento Costo
Basso consumo Carburante
Autonomia Assicurazione
Comodità Lavoro
Efficienza Risparmiare dopo l’acquisto
Potenza Spostamento
Estetica Privazione di altri benefici
Sicurezza Tempo
Ecosostenibilità
Risparmio
Qualità/prezzo
Tipi di benefici:
3. Sociali → significati simbolici ed espressivi del bene o della marca → acquisto un prodotto per far parte di
un gruppo.
4. Psicologici → riguardano la persona nel singolo perché fanno riferimento al fatto che l’acquisto e l’utilizzo
del bene concorrono all’autorealizzazione, generano autostima, sicurezza.
Tipi di sacrifici:
2. Economici
- prezzo di acquisto
- costi di utilizzo
- costi di riparazione/sostituzione
- Modalità di pagamento
4. Di apprendimento → Tempo e impegno che devo dedicare al prodotto per un uso ottimale
B) SOGGETTIVO → varia a seconda dei soggetti, delle loro esigenze ed aspettative, del loro potere di
acquisto. → È Importante definire a chi rivolgere l’offerta (mercato obiettivo) per proporre un
sistema prodotto adeguato.
C) RELATIVO/DIFFERENZIALE → rapportato a quello che i clienti attribuiscono agli output che vengono
loro offerti dai concorrenti.
↓
Valore differenziale percepito = valore che il cliente percepisce rispetto ai prodotti concorrenti.
D) PERCETTIVO → il valore deve essere adeguatamente percepito dal cliente come miglior prodotto.
E) SPERIMENTATO → posso avere un diverso concetto di valore a seconda che lo guardi dal punto di
vista del cliente attuale o da quello del cliente potenziale. Il valore percepito può variare in seguito
all’esperienza di acquisto e/o di consumo.
È il prezzo netto di cessione di uno specifico output da parte di una specifica impresa. Devo capire qual è il
prezzo adatto a creare valore e qual prezzo sono disposti a pagare i miei clienti.
A. Fattori interni controllabili (quale valore gli assegna il cliente al mio prodotto e che utilizzo faccio del
mio marketing mix);
B. Fattori di mercato (quale valore gli assegna il cliente ai prodotti dei miei concorrenti e che utilizzo
faccio del mio marketing mix);
C. Fattori esogeni al mercato che influenzano le esigenze e le aspettative dei consumatori.
VALORE DI COSTO = Valore monetario degli input impiegati per realizzare e commercializzare gli output.
VALORE PER L’IMPRESA = VALORE DI SCAMBIO – VALORE DI COSTO.
Quando il valore di scambio è superiore si crea valore per l’azienda.
OBIETTIVI
• SODDISFAZIONE DEL CLIENTE durante il processo di acquisto e di consumo condizione necessaria per il
successo del marketing aziendale.
Comportamento d’acquisto = insieme delle decisioni e delle attività che portano il consumatore alla scelta
del prodotto/servizio da acquistare per la soddisfazione dei propri bisogni e aspettative.
Comportamento di consumo = insieme delle attività e valutazioni legate alla fruizione del prodotto/servizio
e ai momenti successivi.
A livello aziendale si intende CHE COSA VUOLE FARE L’AZIENDA, ovvero gli obiettivi generali che vuole
raggiungere.
Missione d’impresa → una dichiarazione di intenti definita in dettaglio e durevole che distingue un’impresa
da altre attività à dello stesso tipo. È durevole e specifica a una singola impresa.
LEADERSHIP DI COSTO → praticare prezzi più bassi dei concorrenti e produrre a costi più bassi attraverso le
economie di scala, la standardizzazione (grandi produzioni e prodotti simili), materie prime più economiche
e risparmio sui costi.
ANALISI SWOT
Una valutazione
complessiva dei punti di
forza (S), dei punti
deboli (W), delle
opportunità (O) e delle
minacce (T) dell’impresa.
DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI
Alcuni esempi:
• Aumento della quota di mercato del prodotto Alfa del 10%
• Aumento della base dei clienti del 20%
• Aumento dei clienti fidelizzati del 10%
• Aumento della customer satisfaction di 2 punti
• Miglioramento della notorietà di marca del 10%
• Miglioramento dell’immagine di marca del 5%
L’analisi degli ambienti e del mercato, la determinazione della strategia da adottare e la gestione delle
politiche d mercato riguardano tutto il corso.
CONTROLLO DI EFFICACIA
Consiste nella valutazione dei risultati delle strategie e dei piani di marketing e prevede eventuali azioni
correttive per garantire il raggiungimento degli obiettivi prestabiliti.
CONTROLLI OPERATIVI → consistono nella verifica della performance attuale dell’impresa a confronto con il
piano annuale e, dove necessario, prevedono delle azioni correttive. La finalità di questa tipologia di
controlli è garantire che l’impresa raggiunga gli obiettivi espressi nel piano annuale in termini di vendite,
profitti e quant’altro. Tali operazioni prevedono anche la definizione della profittabilità dei vari prodotti,
territori, mercati e canali.
CONTROLLI STRATEGICI → consistono nel verificare l’aderenza delle strategie di base dell’impresa alle
opportunità offerte dal mercato. Le strategie e i piani di marketing possono essere soggetti a una rapida
obsolescenza, perciò le imprese dovrebbero periodicamente “sfidare” al proprio interno le ipotesi su cui
strategie e piani si fondano, e quindi missione, obiettivi strategici generali, obiettivi della business unit, o
della marca o del prodotto, analisi SWOT e così via.
Il SIM è costituito da risorse umane, attrezzature e procedure destinate alla raccolta, all’organizzazione,
all’analisi, alla valutazione ed alla distribuzione di informazioni utili, tempestive e accurate da sottoporre ai
responsabili delle decisioni di marketing.
Obiettivi → Aumentare l’efficacia e ridurre il rischio dei processi decisionali (oltre a raccogliere
informazioni).
Le informazioni del SIM derivano da 2 tipologie di fonti:
FONTI SECONDARIE
I possibili problemi → le informazioni possono non essere affidabili e disponibili in lingua locale o
difficilmente interpretabili.
FONTI PRIMARIE
- Fonti provenienti da ricerche ad hoc sulla base della specifica esigenza dell’impresa;
- Raccolta di nuove informazioni;
- Ricerca personalizzata secondo le esigenze del committente.
Le fonti all’interno del SIM convergono su 3 principali subsistemi che si utilizzano per analizzare e valutare
le informazioni:
Esempi interazioni:
- Dal fornitore possiamo capire se abbiamo la possibilità di un nuovo prodotto → circolo di co-creazione di
valore tra l’azienda e il fornitore, in quanto l’azienda è cliente del fornitore.
- Con i clienti attraverso la fidelizzazione o anche tramite i sondaggi.
- Con gli intermediari e i venditori (agenti di vendita e responsabili dei punti vendita).
- Con i dipendenti.
Problematiche:
• alcuni partecipanti saranno fuori casa o
comunque non facilmente raggiungibili;
• alcuni partecipanti rifiuteranno di cooperare;
• alcuni partecipanti forniranno risposte distorte o
non veritiere;
• i rilevatori potrebbero somministrare
frettolosamente le interviste, saltare intere sezioni
dei questionari o compilarli con risposte di fantasia.
Tipologie di ricerche «ad hoc» in base alle tecniche di raccolta dei dati:
Ricerche qualitative & Ricerche quantitative.
RICERCHE QUALITATIVE
Principali tecniche:
• Intervista in profondità
• Discussione di gruppo (focus group)
• Osservazione
INTERVISTE IN PROFONDITÀ
Vantaggi:
1. GESTISCE LA TRACCIA
- Introduce i temi
- Regola i cambi di turno (dà e toglie la parola)
- Ripropone i temi non debitamente affrontati
- Corregge deviazioni eccessive sul tema
- Depotenzia i conflitti
- Limita l’influenza dei membri del gruppo «leader/monopolizzatori»
- Incoraggia l’espressione di posizioni minoritarie
- Non deve trasmettere l’impressione che alcune opinioni siano preferibili ad altre.
Nel meeting ci sono in media 2 osservatori che sono posizionati fuori dal setting e osservano il
comportamento non verbale.
Il luogo del focus group deve essere un luogo neutro che non evochi soggezione, disagio, emozioni.
OSSERVAZIONE
3 TIPI DI INTERAZIONE
Vantaggi:
- Informazioni su fenomeni difficili da descrivere verbalmente
- Notizie attendibili
Svantaggi:
- Limitatezza informazioni (perché non ci dà informazioni sulle motivazioni)
TECNICHE DI OSSERVAZIONE
A) TECNICA DEL “CLIENTE MISTERIOSO” → I ricercatori (mystery shopper) sono dei partecipanti a tutti gli
effetti e si recano nei punti vendita e si comportano come se fossero effettivi clienti simulando richieste di
acquisto o di informazioni.
B) OSSERVATORE PARTECIPANTE CHE SVELA LA PROPRIA IDENTITA’ ottenendo il consenso degli attori alla
propria partecipazione.
RICERCHE QUANTITATIVE
Obiettivo → Fornire un’accurata misurazione del fenomeno indagato e/o dei fattori determinanti items il
fenomeno stesso.
Producono dati quantitativi mediante l’utilizzo di questionari (strutturati o semi strutturati) somministrati a
campioni rappresentativi dell’universo indagato e in questo modo ho la possibilità di generalizzare i risultati
e utilizzare tecniche statistiche per l’analisi.
TRE FASI:
L’affidabilità e l’attendibilità del campione si ha attraverso delle formule e tenendo conto dell’ampiezza e
della proporzione.
2 TIPOLOGIE DI CAMPIONAMENTO
• CAMPIONAMENTO PROBABILISTICO
• CAMPIONAMENTO NON PROBABILISTICO
Campionamento probabilistico
1. Campionamento casuale semplice → tutti gli elementi della popolazione hanno uguale probabilità
pari a 1/N di essere selezionati (estrazione casuale).
2. Campionamento stratificato → popolazione è suddivisa in strati e da ciascuno strato si estrae un
campione con procedura casuale.
3. Campionamento a grappoli (a stadi) → L’unità di campionamento è ora un gruppo o grappolo. Si
seleziona un campione casuale di grappoli e tutte le unità ad esso appartenenti sono oggetto di
rilevazione.
Un esempio di gruppo/grappolo può essere la famiglia di cui si intervistano tutti i componenti. Quest’ultimo
campionamento viene utilizzato anche per le aree geografiche o regioni.
Utilizzato quando:
- Il ricercatore non dispone di una lista della popolazione di riferimento
- La ricerca è ancora nella sua fase esplorativa
1. Campionamento per quote → popolazione suddivisa per strati e agli intervistatori vengono poi
indicate le quote relative a ciascuno strato (NB: LA SCELTA DELL’UNITÀ DA CONTATTARE VIENE
LASCIATA ALL’INTERVISTATORE).
2. Campionamento snowball → si seleziona il primo membro coerente con gli obiettivi di ricerca e si
chiede a questa persona di indicare altri soggetti utili alla ricerca.
3. Campionamento di convenienza → seleziono quei soggetti o imprese che ritengo più utili alla mia
ricerca.
4. Campionamento a scelta ragionata → Gli elementi si selezionano sulla base della propria
esperienza.
Devo decidere come contattare chi voglio intervistare (ovvero il campione di riferimento), attraverso 4
metodi:
1. Intervista personale → contatto face to face tra intervistato e intervistatore (tra la ricerca
qualitativa e quantitativa la differenza è la flessibilità).
2. Intervista telefonica → chiamare, in modo casuale, unità del campione al telefono (quando
l’intervista è breve).
3. Intervista postale → prevede l’invio di un questionario all’unità campionaria che dopo aver
provveduto alla sua compilazione, lo rinvia all’organizzazione che si occupa della ricerca.
4. Intervista web-based → L’intervistato riceve il questionario tramite posta elettronica, messaggio,
Facebook, ecc.
Nella quantitativa si tende a usare domande già usate in precedenti studi → ma si deve sempre adattare
allo scopo della ricerca.
• SEQUENZA LOGICA DELLE DOMANDE → TECNICA A IMBUTO:
- Frase d’apertura → es: “L’obiettivo di ricerca è …”, “Il team di ricerca è composto da…” + ASPETTO
DELLA PRIVACY. Non ci sono domande giuste e sbagliate.
- Sezione introduttiva → domande generiche (es: opinioni sul brand).
- Sezione tecnica → si va più nel dettaglio.
- Sezione socio-demografica → non è obbligatoria e vi andrebbero inseriti i dati sensibili degli
intervistati come nome, cognome, email e va messa alla fine perché gli intervistatori potrebbero
non voler mettere i loro dati e non voler concludere l’intervista.
Caratteristiche domande → semplici, specifiche, evitare parole poco comprensibili o acronimi, evitare
parole ambigue.
Domande filtro → per eliminare le distorsioni causate dalla mancanza di conoscenza e in questo modo
siamo in grado di ottenere un campione attendibile.
AMBIENTE GLOBALE MARKETING = Gli attori e le forze esterne all’impresa che ne influenzano la capacità di
instaurare e mantenere con successo la relazione con i clienti obiettivo. Si suddivide in 2 principali ambienti:
1) MICROAMBIENTE → Tutti gli attori vicini all’impresa che influenzano la sua capacità competitiva
(clienti, fornitori, intermediari di marketing, concorrenti e enti pubblici e autorità di riferimento).
INFLUENZA L’AZIENDA DIRETTAMENTE.
2) MACROAMBIENTE → Tutte le forze che condizionano il microambiente, e l’impresa prima di tutto.
INFLUENZA IL MICROAMBIENTE E INFLUENZA INDIRETTAMENTE L’AZIENDA (a volte anche
direttamente).
Quando ci sono cambiamenti all’interno del micro e macro ambiente, possono influire pesantemente
sull’attività dell’azienda e dobbiamo reagire.
• FORZE ECONOMICHE
2. INFLAZIONE → misura del costo della vita in una data economia. Misurata con Indice dei Prezzi al
Consumo in cui si analizzano i prezzi del petrolio, abbigliamento, prodotti alimentari, beni di consumo
durevoli e affitto.
Inflazione = Aumento livello generale dei prezzi (costo della vita maggiore).
Deflazione = Diminuzione livello generale dei prezzi (costo della vita minore).
1. Decisioni politiche → possono influire sulla nascita e/o chiusura di nuovi mercati.
2. Imposte dirette (reddito e patrimonio) e indirette (es. IVA, tariffe) → incidono sul prezzo di vendita.
1. Cambiamento climatico
2. Inquinamento
3. Test sugli animali di prodotti nuovi
4. Imballaggi riciclabili e anti spreco
5. Uso d’ingredienti rispettosi dell'ambiente
• FORZE TECNOLOGICHE → insieme di forze che creano nuove tecnologie e nuove opportunità di mercato.
Cellulari, internet, computer, robotica, body scanner, videocamere, app.
- Fornitori → B2B
- Distributori
- Enti pubblici e autorità di riferimento
- Concorrenti
- Clienti B2C
• Concorrenti diretti = attori che offrono prodotti volti a soddisfare la stessa funzione d’uso attraverso la
medesima tecnologia (chi è simile a me).
• Produttori di prodotti sostitutivi = attori che offrono prodotti volti a soddisfare la stessa funzione d’uso
MA con tecnologie diverse (anche solo una cosa diversa da me).
• Potenziali entranti = attori che possono avere un potenziale interesse ad entrare nel mercato (ancora non
esistono).
- A VALORE (parlo per fatturato) → è il rapporto in % tra il fatturato di A e il fatturato totale della
stessa categoria realizzato nel mercato di riferimento.
Vi = fatturato della marca dell'impresa → 10.000 euro di fatturato di macchine vendute nel 2021 dalla
marca A in Lombardia.
Vtot = fatturato della categoria di prodotto realizzato complessivamente 200.000 euro di fatturato di
macchine vendute nel 2021 in Lombardia.
𝑸𝑴𝒊=𝑽𝒊𝑽𝒕𝒐𝒕x 100
𝑸𝑴𝒊=𝟏𝟎.𝟎𝟎𝟎𝟐𝟎𝟎.𝟎𝟎𝟎x 100 = 5 = 5%
3) Aggiornamento della SWOT ANALYSIS → ANALISI PUNTI DI FORZA E DEBOLEZZA DEI CONCORRENTI
IL PROCESSO DI ACQUISTO
Comportamento d’acquisto = insieme delle decisioni e delle attività che portano il consumatore alla scelta
del prodotto/servizio da acquistare per la soddisfazione dei propri bisogni e aspettative.
Comportamento di consumo (come il consumatore utilizza il prodotto) = insieme delle attività e valutazioni
legate alla fruizione del prodotto/servizio e ai momenti successivi.
↓
VALUTAZIONE DELLE ALTERNATIVE
↓
ACQUISTO E UTILIZZO
↓
VALUTAZIONE POST-ACQUISTO
/ \
INSODDISFAZIONE SODDISFAZIONE
recensioni negative riacquisto
È un’analisi di tipo interdisciplinare → l’esperto di marketing non basta, servono anche esperti in ambito
psicologico e culturale.
Elenco fattori:
FATTORI SOCIALI
- Gruppi → due o più persone che interagiscono per il raggiungimento di obiettivi individuali o comuni.
Gruppi di appartenenza → Influenza diretta sui propri membri (es: famiglia → è il principale gruppo di
appartenenza e di riferimento).
Gruppi di aspirazione → Gruppi ai quali l’individuo spera di appartenere (es: influencer).
Gruppi/ comunità online → in cui le persone socializzano o scambiano informazioni e opinioni.
- Famiglia → le abitudini di acquisto della famiglia stanno cambiando.
- Ruolo e status → un ruolo consiste nelle attività che ci si aspetta da un individuo in relazione alle persone
che lo circondano. Ogni ruolo implica uno status , che riflette la considerazione generale di quel ruolo da
parte della società.
FATTORI PERSONALI
- Età/ciclo di vita → Fase della vita che è stata raggiunta dal consumatore. In base a ciò ci sarà un diverso
comportamento di consumo e di acquisto perché cambiano le esigenze.
- Occupazione/condizioni economiche
- Stile di vita → insieme di valori, atteggiamenti, interessi, opinioni, convinzioni e comportamenti dei
consumatori.
- Personalità → combinazione unica di caratteristiche psicologiche che distingue una persona.
Ci sono 5 principali caratteristiche collegate alla personalità → apertura mentale, coscienziosità,
estroversione, amicalità, stabilità emotiva.
↓
Anche le marche hanno una personalità e i consumatori scelgono le marche affini alla propria personalità
(BRAND PERSONALITY).
FATTORI PSICOLOGICI
- Motivazione → nasce da un bisogno di intensità sufficiente a spingere l’individuo a ricercarne il
soddisfacimento. ↓
Piramide dei bisogni di Maslow (partendo dalla base della piramide):
1. BISOGNI PRIMARI O FISIOLOGICI → legati alla biologia e alla sopravvivenza dell’individuo, come il cibo, la
salute, il riposo.
2. BISOGNI DI SICUREZZA → relativi alla necessità di sicurezza e protezione, sia fisica che psicologica, delle
persone.
3. BISOGNI SOCIALI → legati ai bisogni di appartenenza, di amore e di accettazione, dati dall’interesse e
dalla necessità degli individui di sentirsi parte di un gruppo.
4. BISOGNI DI STIMA → connessi all’aspirazione individuale ad avere una buona percezione di sé, ovvero
come voglio che gli altri mi vedano e riconoscano il mio valore.
5. BISOGNI DI AUTOREALIZZAZIONE o anche chiamati come i bisogni del sé.
MASLOW (1954):
• Le motivazioni nascono da uno stato di bisogno.
• I bisogni di ordine superiore emergono mano a mano che quelli di ordine inferiore sono stati soddisfatti.
- Percezione → processo psichico attraverso il quale un individuo seleziona, interpreta e sintetizza gli stimoli
che riceve, dando loro un significato ed attribuendogli perciò un senso.
Implicazione per il marketing: è importante tenere presenti questi processi e individuare le modalità di
comunicazione più appropriate.
CELEBRITY ENDORSEMENT
Strategia di comunicazione che consente di catalizzare l'attenzione del pubblico verso un brand e
influenzarne la percezione mediante l'immagine e la personalità del personaggio. Efficace se il personaggio
è coerente con il prodotto. Le strategie di endorsement hanno via via incluso influencer.
INFLUENCER MARKETING → forma di marketing basata sull’influenza che alcuni soggetti esercitano sul
potere d’acquisto.
BRAND AMBASSADOR → Portavoce della marca. Non si limita a fare pubblicità ma viene considerato un
agente interno o esterno all'impresa con il compito di promuovere la marca e stimolare le vendite. A volte
sono anche i titolari delle aziende (es: Giovanni Rana o Francesco Amadori) e in alcuni casi anche gli
influencer diventano brand ambassador (es: Chiara Ferragni x Calzedonia e Intimissimi).
FATTORI SITUAZIONALI
Fattori legati a una specifica situazione di acquisto o all’interno di un negozio o a uno stato di cose
temporaneo (situazioni che mi portano ad acquistare tutt’altro rispetto a quello che avevo in mente).
Esempi: Situazione interna al negozio (ad esempio, devo prendere un prodotto che si trova nell’ultima
corsia e poi arrivo lì che ho il carrello già pieno e non ho più soldi né spazio), Atmosfera del negozio (fila alla
cassa), Personale di vendita, Presentazioni in negozio, Affollamento, Promozioni, Situazione personale in un
dato momento, posizione sullo scaffale e situazione economica.
FATTORI EMOZIONALI
È importante analizzare le emozioni del consumatore. Non sempre il razionale processo di acquisto trova
concreta attuazione, perché possono intervenire altre attività mentali, connesse alla componente affettiva
(= dimensione emotiva del consumatore). Di questo si occupa il neuromarketing.
Il potere del consumatore può essere una MINACCIA → Difficoltà a mantenere il controllo su
strategie/politiche di mercato; ma anche un’OPPORTUNITÀ → Accesso a conoscenze e nuove fonti
innovative.
↓
Ripensare le logiche di approccio al mercato ed i processi di creazione del valore in un’ottica collaborativa,
lavorando non solo per il consumatore ma con il consumatore → MARKETING PARTECIPATIVO.
Consumatore vuole spendere al meglio il proprio denaro → Forme di consumo non necessariamente basate
sul «possesso».
CONSUMATORE PIU’ ATTENTO ALLE TEMATICHE ETICHE E SOCIALI
SEGMENTARE = Divisione del mercato in gruppi di acquirenti ben distinti con bisogni, caratteristiche e
comportamenti differenti, che richiedono prodotti e programmi di marketing dedicati, ovvero suddividere il
mercato scegliendo dei criteri.
Quando si divide il mercato solitamente un solo criterio non è sufficiente per fare una buona
segmentazione → i criteri devono essere usati congiuntamente.
- Variabili socio-demografiche (sesso, età, livello di istruzione e professione, stadio del ciclo di vita di una
persona, dimensione e composizione del nucleo famigliare, livello di istruzione e situazione occupazionale,
religione, classe sociale, ecc.)
Esempi:
• Segmentazione per fasce d’età (utilizzata per prodotti o servizi per le persone e anche per gli animali
come dentifricio, biscotti, pasta…).
• Segmentazione per fasce generazionali:
I tratti fondamentali di una stessa generazione derivano dalla condivisione di eventi storici, culturali,
economici e sociali che incidono sui valori e sulle attitudini di vita.
• Segmentazione basata sulla dimensione e composizione del nucleo familiare (single, coppie con o senza
figli, anziani…) → es: confezioni di pasta con diversi formati in base al target.
• Segmentazione sulla religione (attuata di solito in ambito internazionale) → es: prodotti alimentari con
certificazioni Halal (quando il cibo è preparato secondo i requisiti della legge islamica) e certificazioni
Kosher (insieme delle regole religiose che governano la nutrizione degli ebrei osservanti).
• Segmentazione basata sulla classe sociale (famiglie a basso reddito, reddito medio e famiglie benestanti).
- facile misurazione
- reperibilità dati
- semplicità delle tecniche
Azioni di marketing che sono pensate e messe in atto in risposta a particolari eventi praticamente in tempo
reale.
Obiettivo: sfruttare il temporaneo interesse e il chiacchiericcio che si sviluppa per ottenere visibilità e
consenso.
PIANIFICATO
• Brand Event → si tratta di tutti quegli eventi che vengono programmati anticipatamente da un brand (es
conferenze stampa, lancio di un prodotto comunicazione di un evento programmata).
• Anticipated Event → seppur simile al Brand Event in questo caso l’evento non è realizzato dall’azienda
stessa ma si tratta di altri principali eventi, come quelli sportivi.
• Location/Object-Based → grazie all’uso delle app è possibile geolocalizzare “la persona giusta, al
momento giusto e al posto giusto” e inviare in quel dato momento un personale RTM message.
• Predictive Analytics-Based → l’azienda, tenendo traccia degli ultimi acquisti e delle ultime ricerche fatte
dai propri consumatori, invia personalizzati contenuti automatici.
NON PIANIFICATO
• Breaking news → questo utilizzo del RTM fa leva su notizie inaspettate o eventi non programmati. È
importante reagire a queste news con una certa sensibilità.
• Customer Interaction → a questo caso appartengono situazioni come lamentele o interazioni tra la
community Mentre molte compagnie lascerebbero gestire queste circostanze al customer service altri
invece le sfruttano al fine di ottenere visibilità.
2. Il criterio comportamentale
- Occasioni di acquisto/situazioni di acquisto e di utilizzo → Si segmenta il mercato sulla base del momento
in cui il consumatore decide di acquistare o utilizzare il prodotto.
Esempio: quando si beve Coca Cola? → Segmentazione usata perché aree diverse tipologie di formato
(lattina, bottiglia in vetro o in plastica, bicchiere di carta).
Altri esempi possono essere le uova di Pasqua, i panettoni ecc.
- Intensità d’uso
- Comportamento d’acquisto → si cerca di produrre una particolare promozione in base alla
segmentazione:
- Percezioni e credenze
• Elenco degli attributi o benefici associati → si fa una domanda qualitativa (es: Quali benefici ricercate in
un dentifricio?).
• Valutazione dell’importanza relativa → si fa una domanda quantitativa (in cui la risposta è un voto
minimo 1 a un voto massimo 5 in base all’importanza dei benefici).
• Raggruppamento dei clienti che esprimano valutazioni identiche degli attributi considerati → si fa con
l’analisi dei dati che abbiamo raccolto con la domanda quantitativa.
3. Il criterio psicografico
Ad esempio, Vans e North Face suddividono il mercato in segmenti in base allo stile di vita e alle aspirazioni
del consumatore in termini di moda, status sociale e benessere.
Definizione del profilo dei segmenti e mappa preferenze. Seleziono i migliori criteri che mi consentono la
suddivisione del mercato in segmenti.
Ricerca di marketing in cui descrivere un campione attraverso dati quantitativi e qualitativi e in cui ci sarà
un criterio dominante. Bisogna descrivere in maniera dettagliata e completa un segmento.
Dobbiamo creare questi segmenti attraverso analisi statistiche (Cluster Analysis = tabella che permette di
fare la segmentazione) che ci dicono quali sono i principali criteri con cui suddividere il mercato.
a) Quantificare:
- dimensioni segmento
- caratteristiche socio demografiche generali
b) Comprendere:
La creo attraverso la cluster analysis scegliendo 2 variabili o criteri più importanti che mi permettono
maggiormente di suddividere il mercato in segmenti (non quelli più importanti per il consumatore), ma
quelli che possono descrivere il segmento meglio di qualunque altra variabile.
Esempio: Alta/Bassa Qualità (x) e Prezzo Elevato/Basso (y).
Target Marketing = l’azione di scegliere quali specifici segmenti le aziende intendono servire.
• INDIFFERENZIATO (O DI MASSA)
• DIFFERENZIATO (O SEGMENTATO)
• CONCENTRATO (O DI NICCHIA)
• MICROMARKETING (O MARKETING LOCALE/INDIVIDUALE)
Strategia dove l’impresa decide di rivolgersi ad alcuni segmenti di mercato realizzando offerte specifiche
per ciascun gruppo di consumatori.
Per ciascun segmento, l’azienda deve creare uno specifico marketing mix.
Consiste nel modificare prodotti e programmi di marketing per assecondare le preferenze di singoli
individui e gruppi locali di clienti specifici.
Marketing locale → Personalizzazione di marche e promozioni in base ai bisogni e alle richieste di gruppi
locali di clienti: città, quartieri o persino singoli negozi. Esempio: Groupon e Justeat.
POSIZIONAMENTO
Dobbiamo capire il nostro posizionamento nella mente del consumatore e dove siamo rispetto ai
concorrenti.
Il posizionamento del prodotto indica come esso si colloca nella mente del consumatore con riferimento
alle alternative di scelta percepite per soddisfare un bisogno o un desiderio.
Dobbiamo identificare le alternative di scelta percepite dal consumatore → le alternative di scelta possono
modificarsi a seconda dei contesti di riferimento.
Non tutte le marche sono chiaramente posizionate nella mente del consumatore.
APPUNTITO DISPERSO
Stessa percezione, stesse caratteristiche. Connotazioni diverse.
I consumatori hanno tutti la stessa percezione della I consumatori hanno una percezione diversa di quel
posizione. brand e non per tutti ha le stesse caratteristiche.
Ognuno ha una propria idea di quel prodotto.
Esempio: Jacuzzi → collegato da tutti alla vasca
idromassaggio. Esempio: Novi → possiamo pensarlo sia come
snack, come tavoletta, come crema spalmabile o
adatto a preparare dolci.
Vantaggi → crea barriere all’entrata nei confronti Vantaggi → offerta di mercato più ampia e a più
dei concorrenti. segmenti.
Problemi → essendo molto specifico mi può limitare Problemi → non vengo identificato e non ho quel
in senso di vendite, acquirenti e possibile potenziale di differenziazione rispetto ai
differenziazione. concorrenti.
Criteri di posizionamento:
• Attributi tangibili e performance del prodotto → mi voglio posizionare cercando di differenziarmi dai
concorrenti e puntando su delle particolari caratteristiche che io ho e gli altri non hanno.
• Prezzo di vendita → voglio comunicare che sono il più economico o il più costoso (es: Ryanair e Louis
Vuitton).
• L’occasione d’uso → esempio: i baci perugina per San Valentino (classico esempio per un posizionamento
appuntito).
• La focalizzazione sul target → posso posizionarmi comunicando di essere adatto a un certo tipo di target
specifico, di solito sono prodotti di nicchia (es: prodotti senza glutine).
• Benefici ricercati → mi differenzio per i benefici ricercati che gli altri non hanno (es: Activia per la pancia e
Danone per il colesterolo).
• Concorrenza → mi posiziono rispetto alla concorrenza e dichiaro guerra ai miei diretti concorrenti dicendo
apertamente che il mio prodotto è migliore del loro attraverso campagne di comunicazione (es: Pepsi vs
Coca Cola e Mc Donald vs Burger King).
• Elementi simbolici → come il marchio che è simbolo di determinati aspetti (es: Apple).
3. Individuazione della posizione e la distanza del brand a) sia rispetto alle dimensioni di scelta, b) sia
rispetto ai brand concorrenti.
4. Definizione della posizione che intende attribuire l’impresa alla propria offerta (strategia di
posizionamento).
Una volta capita la posizione del mio prodotto rispetto ai concorrenti nella mente del consumatore, devo
capire se il mio posizionamento è corretto.
Strategie di posizionamento:
1. CONSERVATIVA → mantiene e rafforza la posizione attuale.
2. DI RIPOSIZIONAMENTO → sposta la percezione che i consumatori hanno di una determinata marca,
della sua immagine o rispetto al target (si vuole riposizionare nella mappa).
3. DI AFFIANCAMENTO → l’azienda affianca al prodotto tradizionale un nuovo prodotto che viene inserito
all’interno di un posizionamento ideale libero (es: pasta Barilla per i piccoli).
4. DI MODIFICA DELLE BASI DI POSIZIONAMENTO → individuare nuova caratteristica nel prodotto su cui
basare il posizionamento (nuova mappa con nuovi criteri).
DEFINIZIONE DEL MARKETING MIX (PARTE OPERATIVA) → attuazione della strategia di marketing
attraverso 4 POLITICHE (4P) che sono collegate tra loro.
POLITICA DI PRODOTTO
Concetto di prodotto → qualsiasi output produttivo (anche di tipo intangibile, es: servizi) che, a motivo delle
utilità derivanti dai suoi attributi (fisici/immateriali), tende a specificare e soddisfare le aspettative di
definiti gruppi di fruitori o utilizzatori.
POLITICA DI PRODOTTO = insieme delle decisioni che l’impresa deve assumere con riferimento ai singoli
prodotti ed alla composizione del portafoglio.
Articolazione gerarchica del prodotto → sistema di aggregazione dei prodotti all’interno del portafoglio.
Dobbiamo capire com’è strutturato il nostro portafoglio prodotti (product mix).
1) Singola referenza → unità di prodotto. Parliamo di uno specifico modello con specifiche caratteristiche.
Esempio: telefono (Apple).
2) Linea → Un gruppo di prodotti collegati tra loro. Una linea è formata da tante referenze. Esempio: linea
di telefoni (Apple) di vari modelli.
3) Gamma (portafoglio prodotti/product mix) → insieme di tutte le linee di prodotto offerte sul mercato da
un’impresa. Esempio: tutti i prodotti Apple (computer, telefoni, tablet).
Esempio: GAMMA FINDUS → 4 principali linee
1. Findus → composta da 44 referenze/prodotti;
2. Sofficini → composta da 11 referenze/prodotti;
3. 4 salti in padella → composta da 14 referenze/prodotti;
4. Green Cuisine → composta da 7 referenze/prodotti.
La gamma ha 4 attributi:
- AMPIEZZA → numero totale delle linee.
- PROFONDITÀ → numero di varianti di ogni marca o prodotto presenti in ciascuna linea.
- LUNGHEZZA → numero totale di prodotti.
- COERENZA → grado di omogeneità delle diverse linee, ovvero quanto devono essere collegate tra di loro.
Ha 3 linee (ampiezza):
- scarpe
- abbigliamento
- accessori
Possibili decisioni di carattere operativo e strategico riguardanti la singola referenza, la linea o l’intera
gamma:
a) Mantenimento → riconferma delle decisioni prese in precedenza perché il portafoglio va bene e i clienti
sono soddisfatti;
b) Eliminazione → 2 modalità:
1. Eliminazione graduale = pianifico l’eliminazione del prodotto dal mercato.
2. Ritiro immediato dal mercato = ad esempio quando nuoce alla salute o sicurezza del consumatore.
CO-MARKETING → processo mediante il quale due o più operatori, privati o pubblici, stipulano un accordo
per sviluppare un’azione di marketing comune. Può essere:
1) DI PRODOTTO/SERVIZIO (CO BRANDING) → due o più brand noti decidono di creare un unico
prodotto e commercializzarlo insieme attraverso forme di marketing congiunto;
2) DI PROMOZIONE → due realtà entrano in contatto e in accordo per promuoversi reciprocamente
(es: le acque della salute Oliveto e Rocchetta);
3) DI PREZZO → due o più imprese decidono di vendere due o più diversi prodotti o servizi in
abbinamento offrendo al consumatore di ottenere un vantaggio di prezzo (es: Ryanair con gli hotel
= acquisto volo + prenotazione hotel);
4) DI DISTRIBUZIONE → prodotti o servizi di un’impresa vengano distribuiti attraverso i canali di
vendita di un’altra (es: Conad offre alla cassa un servizio TIM di ricarica telefonica).
e) Innovazione su linee esistenti → Estensione o completamento della linea, in cui deve esserci omogeneità;
• ESTENSIONE DELLA LINEA PER RIVOLGERSI A NUOVI SEGMENTI DI MERCATO O NUOVE NECESSITÀ
• ESTENSIONE O COMPLETAMENTO DELLA LINEA CON ATTIVITA’ DI CO-BRANDING → es: Gillette ha diversi
modelli di lametta (estensione) e oltre alle lamette aggiungo il dopobarba (completamento)
• ESTENSIONE O COMPLETAMENTO DELLA LINEA CON ATTIVITA’ DI CO-BRANDING INTERNO (2 aziende che
fanno parte dello stesso gruppo)
f) Innovazione su gamme esistenti → Aggiunta di nuove linee di prodotti (non sempre ha effetti positivi sul
brand) es: Insalatissime Rio Mare (prima c’era solo il tonno Rio Mare);
g) Innovazione radicale → Necessità di sviluppare innovazioni che portino alla creazione di prodotti e
servizi in grado di dar vita a nuovi spazi di mercato.
→ CREARE OCEANI BLU = spazio di mercato incontrastato dove le aziende possono ottenere produttività
riducendo i costi e i rischi, evitando lotte concorrenziali → PRODOTTO COMPLETAMENTE NUOVO DOVE
NON CI SONO CONCORRENTI.
Processo di 4 fasi:
2. Definizione del concept/idea del prodotto e della strategia di mercato (valutazione, selezione e poi piano
di marketing del nuovo prodotto);
3. Sviluppo del prodotto e test di mercato → definizione prototipo, verifica del prototipo con Alpha Test
(interna all’azienda) e Beta Test (coinvolgimento del consumatore), test di mercato;
Funzioni dell’etichetta:
Colore del vino, Tipo di vino, Premi ottenuti, Marchio dell’azienda, Raccomandazioni ai Consumatori (storia
del vino, abbinamenti), Forme, colori, qualità della carta.
SERVIZI DI SUPPORTO
• Assistenza al montaggio
• Servizi di manutenzione
• Garanzie
DEFINIZIONE MARCA
La marca è un nome, un termine, un simbolo, un design o una combinazione di questi elementi che
identifica il produttore o il venditore di un prodotto o servizio e differenzia questi ultimi dall’offerta dei
concorrenti.
↓ ↓
Brand come strumento di Brand come elemento che
differenziazione per l’impresa crea e comunica valore
↓
Brand Equity = valore del brand
OGGI IL LOGO NON SERVE PIÙ SOLO A DISTINGUERE I PROPRI PRODOTTI, MA È L’ELEMENTO PRINCIPALE
CHE COMUNICA VALORE, UN SIMBOLO CHE RACCHIUDE L’IDENTITÀ E I VALORI DEL BRAND.
La società cambia, i valori cambiano e anche i brand e i loro loghi devono cambiare → ATTIVITÀ DI
REBRANDING (di modifica del logo).
L’impresa utilizza UNA SOLA MARCA per tutti i suoi prodotti / servizi (Corporate branding; Family branding).
Esempio: Crayola o Giovanni Rana (pasta e sughi).
VANTAGGI
Si capitalizzano gli investimenti nella marca (clienti soddisfatti trasferiscono il loro atteggiamento positivo su
prodotti della stessa marca). Si è riconosciuti più facilmente e ci sono costi inferiori di comunicazione e di
marketing.
LIMITE
Fenomeni di “cannibalizzazione” → se creo prodotti molto simili il consumatore non percepisce la novità e
quindi sceglie uno dei 2 senza comprarli entrambi.
Viene assegnata una specifica marca ad ogni prodotto/linea di prodotto dell’impresa (multinazionali).
VANTAGGI
Utile quando si indirizza la propria offerta verso più segmenti di mercato.
La crisi o il fallimento di una delle marche non affliggerà direttamente le altre marche.
LIMITE
Implica investimenti di comunicazione superiori.
Premessa: oggi le persone hanno bisogno di vivere esperienze significative come forma di soddisfazione e di
espressione. Si cerca di creare un nuovo tipo di offerta basata sulle esperienze di vita.
5 tipologie di esperienze:
- SENSE (esperienza sensoriale) → l’azienda deve realizzare attività che siano fortemente legate alla sfera
sensoriale (5 sensi);
- FEEL (esperienza emozionale) → l’obiettivo è quello di creare o rievocare esperienze affettive collegate
alla marca;
- THINK (esperienza cognitiva) → attiva esperienze di apprendimento e stimola l’intelletto;
- ACT (esperienza comportamentale) → attiva esperienze legate al fisico come le attività sportive;
- RELATE (esperienza relazionale) → attiva esperienze aggreganti e stimola l’individuo a mettersi in
relazione con gli altri.
Il concetto: sfruttare questa “richiesta di coinvolgimento” per trarre reale utilità dai suggerimenti e dalle
abilità dei “consumatori partner”.
NB: Se non si dispone delle competenze necessarie il processo di co-creazione genera frustrazione.
MARKETING SOCIALE
Il Marketing Sociale è l'utilizzo delle strategie e delle tecniche del marketing per influenzare un gruppo
target ad accettare, modificare o abbandonare un comportamento in modo volontario, al fine di ottenere
un vantaggio per i singoli individui o la società nel suo complesso.
• Nuovi prodotti che rispondano a questo bisogno
• Consumatore più attento alle tematiche sociali ed etiche
• Nuove attività di comunicazione che fanno avvicinare il consumatore al prodotto
Ma riguarda anche l’ambiente, la salute, la politica e le tematiche legate alle donne e al gender.
BRAND ACTIVISM
Le aziende devono avere un ruolo attivo nel sociale, prendendo posizione rispetto alle impellenti questioni
ambientali, sociali e politiche del nostro tempo, tematiche che vanno a toccare nel profondo le persone.
Bisogna passare dal brand purpose (lo scopo) al brand activism (l’azione concreta).
LE POLITICHE DI DISTRIBUZIONE
Canale di distribuzione (canale di marketing) = Sistema di organizzazioni interdipendenti che aiutano a
rendere un prodotto o servizio disponibile per il suo uso o consumo da parte di utilizzatori privati o
industriali. Il consumatore può essere finale (B2B) oppure no (B2C).
• Grossisti → acquistano la proprietà della merce dal produttore e rivendono la merce ai dettaglianti o agli
agenti. Acquistando la proprietà della merce si assume i rischi commerciali.
• Dettaglianti → acquistano la proprietà della merce dal grossista o dal produttore o dall’agente e vendono
direttamente al consumatore finale. Contato diretto con il consumatore finale.
• Agenti → operatore al quale il produttore conferisce un incarico contrattuale per la vendita dei prodotti in
nome e per conto del produttore stesso. Non acquista la proprietà della merce, ma lavora e vende per
conto del produttore e la merce rimane di sua proprietà.
Es: il rappresentante dell’azienda, che può essere:
- monomandatario → quando vende solo 1 determinato prodotto;
- plurimandatario → può rappresentare più brand.
• Le imprese di intermediazione online → motori di ricerca siti commerciali, siti per transazioni, siti di
contenuti e siti di intermediazione. Non acquistano la proprietà della merce, ma guadagnano sulla vendita
del prodotto.
- A 3 LIVELLI → 2 possibilità:
a) dal produttore, all’agente, al grossista, al dettagliante e al consumatore;
b) dal produttore, al grossista, all’agente, al dettagliante e al consumatore.
Sempre più imprese adottano STRATEGIE DI MULTICANALITÀ → adozione contemporanea di più tipologie di
canale e di operatori (le aziende utilizzano più canali).
Problema → creare diverse politiche di marketing per ogni canale che portano ad un aumento di costi.
Creazione di un nuovo processo di acquisto grazie a internet e all’interazione di ambienti offline e online →
CUSTOMER JOURNEY → il viaggio che il cliente compie per instaurare una relazione con un’impresa sia nel
corso nel tempo sia interagendo con l’impresa attraverso una molteplicità di punti di contatto
(touchpoints).
Tipologie di touchpoints:
- fisici (es: radio, tv)
- digitali (es: website)
- gestiti (es: callcenter, pubblicità)
- non gestiti (es: wom)
COMUNICAZIONE D’IMPRESA
Principali cambiamenti di rilievo nell’attuale contesto competitivo:
Evoluzione dei consumatori Oggi i consumatori che Necessità di offrire elevati livelli
richiedono un rapporto sempre di personalizzazione (servizi
più personale con l’impresa. personalizzati).
La comunicazione d’impresa può essere definita come l’insieme dei processi relazionali che l’impresa attiva
per influenzare gli atteggiamenti e i comportamenti dei propri interlocutori, nel perseguimento dei suoi
obiettivi.
IL PROCESSO DI COMUNICAZIONE
Ha 2 soggetti:
FONTE MITTENTE (azienda) → deve codificare l’idea in comunicazione verbale sotto forma di video, audio,
messaggio, poste sui social che deve essere veicolato al cliente attraverso canali e mezzi di comunicazione.
1) Comunicazione istituzionale
2) Comunicazione economico finanziaria
3) Comunicazione organizzativa
4) Comunicazione di marketing
COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE
Il ruolo strategico della comunicazione istituzionale viene attuato perseguendo una serie di obiettivi:
Un’altra caratteristica distintiva dalla comunicazione istituzionale è costituita dall’ampiezza della gamma dei
contenuti. Es: Mission, Valori guida, Attività di ricerca e sviluppo, Ruolo sociale svolto, Impegno profuso per
la salvaguardia dell’ambiente.
Strumenti:
- Le pubbliche relazioni
- La comunicazione di crisi (crisis management)
PUBBLICHE RELAZIONI
Sono finalizzate a:
- Gestire le relazioni con tutti quei soggetti che possono avere un’influenza sul raggiungimento degli
obiettivi dell’impresa;
- Favorire un profondo radicamento dell’impresa nel suo contesto di riferimento.
Le pubbliche relazioni sono uno strumento di comunicazione composito in quanto prevedono l’impiego di
strumenti operativi piuttosto diversi fra loro e in particolare:
Esempi:
Il mecenatismo → attività di carattere filantropico, svolte in pura ottica di sostegno a cause di interesse
generale. Obiettivo: ottenere un ritorno di immagine.
Le sponsorizzazioni → attività che consente di ottenere un ritorno d’immagine mediante un contributo di
tipo finanziario.
Differenza tra lo sponsee e sponsor, quest’ultimo riceve dallo sponsee un ritorno d’immagine mediante un
contributo finanziario per avere uno spazio all’interno dell’evento.
Ambush Marketing → attività delle aziende che cercano di associarsi a un evento senza pagare alcuna
commissione al proprietario dell'evento.
Obiettivo: appropriarsi di spazi teoricamente altrui per guadagnare visibilità e aumentare la propria brand
awareness.
La crisi d’impresa è un evento grave, spesso non prevedibile, che richiede una immediata reazione in
quanto potrebbe arrecare danni ingenti all’organizzazione, in termini sia economico finanziari che di
immagine.
CRISIS MANAGEMENT → processo ordinato di attività che va dalla previsione della crisi fino alla gestione
della stessa e delle fasi immediatamente successive.
Tre fasi:
• Prima della crisi (possibile previsione di una crisi → attivazione di un sistema di analisi dei rischi
elaborazione di piani di crisi, immagino gli scenari possibili e provo a elaborare un piano).
• Dopo la crisi (Valutazione ex post di quanto realizzato nelle fasi più acute → andare a leggere cosa dicono
di noi anche dopo le crisi perché bisogna continuare a comunicare anche dopo la crisi).
Per operare come un valido supporto in una situazione di crisi, la comunicazione deve essere:
- Immediata e completa → devo dare tutti i dettagli e particolari per evitare che altre fonti diano
informazioni non corrette (es: giornali);
- Centralizzata → dobbiamo già sapere chi dirà cosa (chi deve comunicare la crisi);
Il contenuto dei messaggi varierà in funzione del tipo e gravità della crisi.
Sempre più spesso le crisi d’impresa sono innescate tramite/dai social media.
Danno dal punto di vista dell’immagine e anche dal punto di vista economico-finanziario.
Esempio di Domino’s Pizza → errori: reazione non tempestiva, assenza di una social media policy per i
dipendenti e poca pianificazione di crisis management aziendale.
Esempio di Emirates Airlines → Anche se le crisi sono eventi improvvisi e non pianificabili, l’ufficio
marketing/comunicazione aveva pronto un piano di digital crisis management.
La comunicazione di crisi deve essere trasparente e affidabile, infatti Emirates in pochi minuti si è attivata
per dare tutte le informazioni utili sui media disponibili.
Monitorare, ascoltare, saper rispondere è fondamentale. Emirates ha monitorato la pagina FB e risposto a
tutti i commenti dove ci fosse una richiesta di informazioni.
Non dimenticare i dettagli e comunicare anche visivamente (cambio dei colori del logo).
COMUNICAZIONE ECONOMICO-FINANZIARIA
• Rafforzare le relazioni fra l’impresa e gli attori finanziari (soci e azionisti sono i destinatari principali di
questa comunicazione)
• Attivare/rinsaldare le relazioni che assicurano la sopravvivenza e lo sviluppo aziendale
• Dare visibilità ai risultati economici
• Evidenziare la capacità aziendale di remunerare tutti i fattori produttivi utilizzati (es: il fornitore vorrà
sapere se l’azienda sarà in grado di pagare)
1. DI BASE → finalizzata a soddisfare esigenze di tutela verso i diversi interlocutori aziendali (es clienti,
dipendenti, azionisti). Si tratta di una COMUNICAZIONE OBBLIGATORIA (es bilancio d’esercizio).
2. VOLONTARIA o INTEGRATIVA → finalizzata a soddisfare il continuo bisogno di fabbisogno
informativo che i diversi interlocutori aziendali richiedono all’impresa. DECIDE L’AZIENDA SE
COMUNICARLA → NON OBBLIGATORIA (es bilancio sociale, comunicati stampa, presentazioni).
Il bilancio sociale → è uno strumento di rendicontazione dei risultati sociali, ambientali ed economici delle
attività svolte da un’azienda. A livello di contenuti la struttura principale del bilancio sociale è suddivisa
nelle 3 seguenti macro-aree:
1. L’identità aziendale → contiene un breve cenno alla storia dell’impresa, la descrizione del contesto di
riferimento in cui opera, l’individuazione degli stakeholder di riferimento, la missione aziendale, la
descrizione dell’assetto organizzativo.
2. La produzione e distribuzione del valore aggiunto → rappresenta la parte contabile del bilancio sociale e
quella che crea un collegamento con il bilancio di esercizio. Vengono presentati i dati del conto economico
del bilancio di esercizio, in modo da esprimere come il risultato economico si traduca in benefici economici
per le principali categorie di stakeholder. Presentazione di due prospetti distinti.
3. La relazione sociale (dati qualitativi + inserisco tutto quello che ho fatto) → Sezione nella quale vengono
esaminati i diversi aspetti dello scambio sociale tra l’impresa ed i suoi interlocutori interni ed esterni, quali
- Risorse umane (es andamento organico, sicurezza, formazione)
- Azionisti (es identificazione dei soci, servizi)
- Clienti (es analisi della clientela, politiche di marketing, satisfaction)
- Fornitori (es identificazione dei fornitori, tipologie contratti)
- Stato, associazioni, istituzioni (es eventuali collaborazioni con associazioni)
- Collettività (es iniziative sociali/ambientali)
Sempre in questa parte e per ciascun interlocutore vanno indicati gli obiettivi e gli orientamenti per la
futura gestione.
COMUNICAZIONE ORGANIZZATIVA
Obiettivo → coinvolgere i dipendenti e renderli partecipi e far sì che siano a conoscenza della cultura
aziendale.
- Circolazione delle informazioni necessarie allo svolgimento delle normali attività produttive
comunicazione gestionale;
- Rafforzamento delle specializzazioni dei dipendenti comunicazione di ruolo;
- Circolazione dei valori comunicazione per lo sviluppo organizzativo;
- Circolazione di informazioni di cambiamento Esempio cambi di management, processi di fusione
comunicazione per il cambiamento.
• FINALITÀ di funzionamento (far sapere i cambiamenti) o culturale (comunicazione dei valori aziendali)
• ORIENTAMENTO del flusso di comunicazione tra l’azienda e i dipendenti → top-down (dal management ai
dipendenti) o bottom-up (dai dipendenti al management)
Consente di gestire le relazioni esistenti fra unità interne e distributori/fornitori. È una comunicazione che
supera i confini aziendali.
Obiettivo → migliorare le relazioni fra le unità interne e quelle che collaborano con l’azienda favorendo
coordinamento e collaborazione.
COMUNICAZIONE DI MARKETING
Destinatari → i clienti attuali e potenziali e il personale (che deve conoscere le strategie di comunicazione
di marketing.
Prima dell’avvento dei social media, l’impresa poteva usare due modelli comunicativi differenti:
• Modello della comunicazione di massa (one way) → flusso di comunicazione unidirezionale, non c’è una
risposta dai clienti. Strumenti adottati Televisione, radio, stampa.
• Modello della comunicazione one to one → flusso di comunicazione fra emittente e ricevente «a due
vie», il cliente può rispondere e inviare feedback. Strumenti adottati telefono, email, comunicazione face to
face.
2. PINBALL APPROACH → alta interazione sia tra i clienti che tra l’azienda e i clienti, perché l’azienda
risponde e raccoglie feedback.
I contenuti della comunicazione di marketing portano a conoscenza del cliente finale il sistema di attributi
del bene/servizio.
A. Obiettivi di risposta non comportamentale riguardano la sfera interiore del destinatario. Sono risposte di
natura:
• Logico razionale → tale obiettivo viene raggiunto quando i soggetti target creano nella loro mente una
percezione consapevole circa l’esistenza di un determinato prodotto o marca e della sua appartenenza a
una certa categoria → CONCETTO DI AWARENESS.
• Emozionale → tale obiettivo viene raggiunto quando la comunicazione di marketing suscita sensazioni ed
emozioni nei destinatari (es paura, felicità, divertimento, ironia).
B. Obiettivi di risposta comportamentale sono legati all’azione che si intende stimolare attraverso la
creazione e la diffusione dei messaggi di marketing:
- Passaparola
- Adesione a iniziative promozionali
- Atto di acquisto e sua ripetizione nel tempo
- Rilascio all’impresa di informazioni personali
- Espressione di eventuali cause di insoddisfazione (reclamo)
C. Obiettivi di risposta valutativa sono essenzialmente legati alla creazione di apprendimento mediante 3
step principali:
Associazione (il cliente deve associare il mio prodotto/servizio ad un bisogno specifico);
Rinforzo (se il prodotto ha soddisfatto il mio bisogno penserò al riacquisto);
Motivazione (quando il cliente sentirà il bisogno penserà al mio prodotto/servizio.
D. Obiettivi di risposta relazionale: le risposte relazionali si costruiscono nel tempo sulle fondamenta degli
obiettivi precedenti (Soddisfazione, Fiducia, Fedeltà comportamentale, Fedeltà mentale, Lealtà).
Tabella riassuntiva
LE POLITICHE DI COMUNICAZIONE
Le fasi dello sviluppo di una campagna di comunicazione integrata:
1) Definizione degli obiettivi (che devono essere SMART)
2) Budgeting → definito a seguito di valutazioni interne e/o esterne (cosa fanno i concorrenti).
3) Target → importante individuare il pubblico obiettivo; il focus target deve essere descritto in termini
specifici.
4) Definizione del messaggio
- Promessa → concetto centrale della comunicazione. ATTENZIONE A FARE PROMESSE CHE NON POSSONO
ESSERE MANTENUTE, anche slogan o esternazioni forti.
Esempio: Liquore
•“il prodotto x ha un gusto unico, diverso da qualsiasi altro liquore presente sul mercato” (Promessa);
•“perché è fatto seguendo una ricetta della tradizione e utilizzando solo materie prime attentamente
selezionate” (Reason Why);
•“senza alcuna aggiunta di aromi/completamente naturale” (Supporting Evidence);
•Must: invitare a un utilizzo responsabile del prodotto.
5) Composizione del communication mix e mezzi da utilizzare per ciascun elemento (focalizzazione sulla
promessa) → scegliamo gli elementi del communication mix sulla base del budget e comprende:
• Pubblicità → forma di comunicazione a pagamento veicolata mediante mezzi impersonali, che comporta il
sostenimento di costi fissi.
• Pubbliche relazioni
• Sponsorizzazioni
- promozioni di convenienza → riduzione temporanea del prezzo per incentivare l’acquisto [es cut price,
economy pack/pacco convenienza, 3x2, vendita abbinata (offerta di 2 o più prodotti ad un prezzo totale
inferiore alla somma dei prezzi dei singoli prodotti), buono sconto, supervalutazione dell’usato].
- omaggi → consegna gratuita di nuovi prodotti per indurre i consumatori alla prova.
- operazioni a premio → prevedono la possibilità per i consumatori che hanno raggiunto un certo numero di
acquisti o bollini di un dato prodotto di ottenere un oggetto in omaggio.
- concorsi a premio → gli acquirenti partecipano ad un concorso al termine del quale vengono estratti dei
premi.
Vantaggi:
- raggiungere specifici raggruppamenti di consumatori-obiettivo
- personalizzare i messaggi (quasi estrema)
• Comunicazione digitale → Forma di comunicazione realizzata via Internet tramite siti web aziendali,
pubblicità e promozioni, email, video e blog.
DISPLAY ADVERTISING
Forma di advertising online espositiva, che si avvale di spazi messi a disposizione dagli editori e da
proprietari di siti web. La pubblicità viene collocata tramite varie tipologie di banner, in modalità fissa e
mobile, con l’obiettivo di catturare l’attenzione degli utenti (acquisto spazi pubblicitari online).
NATIVE ADVERTISING
Forma di advertising online che prende l'aspetto dei contenuti della piattaforma, per generare interesse
negli utenti. Modalità pubblicitaria “camaleontica”: assume le medesime sembianze del contenuto.
REMARKETING
Il remarketing è una strategia che consente di mostrare annunci agli utenti che hanno visitato un sito web,
un’appo pagine specifiche mostrando contenuti pertinenti alla ricerca effettuata. Le piattaforme su cui
impostare il remarketing sono Facebook (Business Manager) e Google Adwords.
a) Impression → il numero di volte che una pagina web o un banner viene caricato su un certo device.
b) CTR (click through rate) → rapporto tra i click e le impression generate, indica il grado di interesse
verso l’annuncio.
c) Visitatori unici → il numero di utenti unici che hanno cliccato su un annuncio.
d) CPM → costo per migliaia di impression.
e) CPC → costo per singolo click.
• DIRECT MARKETING
I canali di comunicazione diretta online più efficaci sono ormai digitali, e possono essere riassunti in queste
tipologie, anche se gli sviluppi tecnologici stanno aprendo nuove interessanti prospettive.
ES: Siti web aziendali (vetrina o e commerce), App, Profili sui social media, Email.
• PERSONAL SELLING
È per sua natura l’elemento meno “digitalizzato” del promo mix. La forza vendita viene spesso usata per
promuovere prodotti tecnici, complessi o altamente specializzati (pensiamo alle auto o a tutto il settore
B2B).
- Piattaforme di gestione del contatto (CRM) → CRM è l'acronimo di Customer Relationship Management. Si
occupa di tutte le modalità di gestione delle relazioni con i clienti, dalle vendite al marketing, dal servizio
clienti all'e-commerce. Con il software CRM puoi automatizzare e integrare tutte queste attività rivolte al
cliente. Un sistema best in class offre anche strumenti per l'analisi dei clienti, la personalizzazione, i social
media, la collaborazione e altro ancora.
- App dedicate per la gestione della forza vendita
- Presentazioni interattive di prodotto (es. catalogo digitale)
- Piattaforme per il supporto alla configurazione di prodotto
• SALES PROMOTION
La promozione delle vendite online che intendono portare i clienti ad acquisti più frequenti del prodotto e
riguarda prevalentemente le aziende che vendono in rete (e-commerce). Favoriscono gli acquisti di breve
termine/d’impulso.
Principali strumenti per le promozioni:
- Prezzi differenziati a seconda del periodo (promo online)
- Couponing
- Bundling: fornire vantaggi di prezzo per l’acquisto di insiemi di prodotto (es macchina del caffè + cialde)
- Flash sales
- Contest & giveaway → portare il cliente a fare qualcosa + creare attenzione verso il nostro prodotto per
poi farlo acquistare.
Portare l’attenzione sul brand e i prodotti tramite messaggi che non sembrano commerciali. Può circolare in
tanti modi:
• Definire un punto di inizio → quando vogliamo far iniziare il nostro piano di comunicazione;
• Definire quanto durerà il vostro periodo di comunicazione
• Definire quando si vuole influenzare il consumatore e con quale elemento del mix (e dei suoi specifici
mezzi
7) Valutazione e feedback
• Misurazione dei ritorni della comunicazione
• Feedback
• Guerrilla marketing → Si utilizzano stazioni ferroviarie, strade cittadine, piazze, college universitari, etc
come set per inscenare eventi insoliti, spettacolari.
• Viral marketing → leva utilizzata per stimolare il passaparola. Messa a punto di un’“idea virus”,
individuando, poi, circuiti e punti nodali per la sua diffusione.
FASE 1: ci si concentra su gruppo ristretto di persone
FASE 2: si innesca l’effetto propagazione del messaggio
POLITICA DI PREZZO
PREZZO = somma di denaro pagata dal compratore al venditore in cambio di ciò che riceve come
prestazione.
Fattori influenzanti:
- Interni (strategia aziendale)
- Esterni (collegati alla domanda e alla
concorrenza)
• Presupposto → costo = limite inferiore di prezzo (sotto il quale non dobbiamo andare).
COSTI FISSI → quei costi che non variano nel loro valore totale, sia che produco 0 sia che produco la
quantità massima (es: macchinari, affitto capannone).
COSTI VARIABILI → costi che nel loro ammontare complessivo variano proporzionalmente al variare della
quantità (es: materie prime).
Le tecniche per fissare i prezzi sono diverse e dipendono dalla configurazione di prezzo scelta:
• Prezzo base = prezzo che permette il recupero del solo costo variabile unitario (CVu) del prodotto (P=Cvu).
• Prezzo tecnico = prezzo che permette il recupero totale dei costi fissi e variabili del prodotto (P=CVu +
CF/Q).
• Prezzo target = prezzo che permette la copertura totale dei costi (fissi e variabili) + una parte di
marginalità (P=CVu + CF/Q + M).
Analisi della domanda finalizzata alla determinazione del prezzo:
Tipologie di domande
• Domanda anelastica:
- Mercati con coscienza di status → mercati dove il prezzo non è il principale criterio per la scelta di un
determinato prodotto;
- Se io aumento il prezzo dell’1%, la domanda diminuirà di una percentuale inferiore all’1%, ovvero varia
dello 0,5%;
- All’aumentare del prezzo la quantità domandata varia meno che proporzionalmente;
- L’elasticità al prezzo è minore di 1.
• Domanda elastica:
- Mercati con coscienza di prezzo → il prezzo è una variabile fondamentale nella scelta di un brand o
prodotto;
- La quantità domandata varia più che proporzionalmente rispetto alla variazione del prezzo;
- L’elasticità al prezzo è maggiore di 1.
PRINCIPALI ANALISI: