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Orlando (paladino)

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Orlando, chiamato anche Rolando o Hruodlandus, (736 Orlando


– Roncisvalle, 15 agosto 778) fu un prefetto (marchese)
della marca di Neustria, assurto ad eroe nella Chanson de
Roland.

Indice
Biografia
L'eroe dei Pirenei
L'eroe letterario
Orlando Innamorato
Orlando Furioso Morte di Orlando, da una miniatura delle
L'Orlando di Calvino Grandi cronache di Francia
Nella letteratura contemporanea Prefetto della marca di Bretagna
Nell'arte In carica ?–
Orlando nella musica 15 agosto 778
Note Predecessore ?
Bibliografia Successore Guido di Nantes
Voci correlate
Nascita 736
Altri progetti
Morte Roncisvalle, 15 agosto
Collegamenti esterni
778

Biografia Orlando

Secondo la Vita et gesta Caroli Magni di Eginardo, opera


scritta tra l'829 e l'839, i Baschi massacrarono la
retroguardia franca a Roncisvalle e uccisero Eggiardo,
sovraintendente alla mensa del re, Anselmo, conte paladino
e figlio di Roberto I di Hesbaye, Orlando e molti altri (In
quo proelio Eggihardus regiae mensae praepositus,
Anshelmus comes palatii et Hruodlandus Brittannici limiti
praefectus cum aliis compluribus interficiuntur). Nello
stesso brano, Orlando è indicato come prefetto (marchese)
della marca bretone[1].
Carlo, non ancora imperatore, fu invitato a Saragozza da
Sulayman ben Yaqzan ibn al-Arabi, wali (governatore) di
Barcellona e Gerona nel 777, che si sentiva minacciato da
Abd al-Rahman I, emiro omayyade di Cordoba. Carlo
attraversò dunque i Pirenei, ma il wali di Saragozza Al
Hossain ibn Yahia al Ansari ibn Saad al Obadi non era
dello stesso avviso di Sulayman, che lo fece prendere e
uccidere. Sbarrò le porte della città a Carlo che fu così
costretto a fare marcia indietro. Per rappresaglia mise a
ferro e fuoco Pamplona, ma la mossa non fu felice. Il 15
agosto 778 i Baschi ribelli condussero un'imboscata nello
stretto passaggio di Roncisvalle e decimarono la
retroguardia di Carlo, uccidendo Orlando.

La Chanson si fa risalire tra il 1070 e il 1080, mentre la


versione manoscritta più antica al 1100: essa racconta come Orlando in una miniatura del XIV secolo
Orlando abbia esitato fino all'ultimo, prima di dare l'allarme tratta Grandes Chroniques de France
al suo re. Avendo finalmente compreso che la disfatta era
Nascita 736
irreversibile, cominciò a suonare l'olifante con tutte le sue
forze, tanto che ne morì. Il messaggio arrivò a Carlo, ma Morte Roncisvalle, 15 agosto
ormai era troppo tardi. 778

La tomba di Orlando si trova per tradizione a Blaye nella Etnia franco


Basilica di Saint-Romain, necropoli dei duchi Merovingi Dati militari
d'Aquitania. La Chanson segnala che l'olifante a pezzi sia
stato sotterrato sul colle di Saint-Seurin a Bordeaux. Il Paese servito Regno franco
Codex calixtinus dello Pseudo-Turpino del 1140 descrive Impero carolingio
che nel cimitero della Basilica di Saint-Seurin riposerebbero Forza armata Esercito carolingio
Gaifer re di Bordeaux, Engeler duca d'Aquitania, Lamberto
re di Bourges, Geler, Gelin, Renaud di Montauban, Gautier Arma Cavalleria
di Tiermes, Begon e "altri cinquemila valorosi" morti nella
Specialità Retroguardia di Carlo
battaglia.
Magno

L'eroe dei Pirenei Grado Comandante di


cavalleria
Il primo testo a lanciare Hruodlandus nell'olimpo degli eroi Guerre Guerre carolinge
cavallereschi è la Chanson de Roland, scritta probabilmente
a seguito della vittoriosa conclusione della Prima Crociata e Campagne Reconquista
quindi ai baschi, cristiani, vengono sostituiti i saraceni: Battaglie Battaglia di Roncisvalle
Orlando è l'eroe per eccellenza, prototipo del paladino della
Cristianità, casto, austero, coraggioso e devoto al suo voci di militari presenti su Wikipedia
dovere di buon cavaliere.
Orlando
Ma prima del testo scritto la storia trasmessa oralmente ha
creato numerose versioni del mito.

Orlando è un gigante che ha lasciato segni nella montagna


al suo passaggio: il Salto di Roldán vicino Huesca l'avrebbe
fatto il suo cavallo Vegliantino saltando le montagne e la
Breccia di Orlando è una fenditura tagliata dalla sua spada
Durlindana. La spada, nella cui guaina ha trovato posto un
dente di San Pietro, fu recuperata: secondo diverse versioni,
un turista inglese del 1845, R. Ford, la vede a Madrid; ma a
Rocamadour è ancora oggi incastrata nella roccia; in un
imprecisato villaggio dei Pirenei, ancora nel 1968, secondo
il professor Gómez Tabanera, le donne sterili si passano
sulla pancia la spada Durlindana[2].

Sono innumerevoli le rocce dei Pirenei che portano il suo


nome (Rotllà in catalano, Errolan in basco), avendole
Orlando usate nei più svariati modi.

Nei racconti dei paesi baschi l'infanzia di Orlando è un


tema ricorrente: un pastore l'avrebbe trovato infante a
succhiare dalle mammelle della sua vacca. Subito esprime
la sua forza, esercitata involontariamente contro i compagni
di scuola. Diventato grande si fa fare un makhila (bastone
basco) di ferro "grosso come una trave" e va a combattere
contro i Mairiak, ossia i Mori. Mort de Roland à Roncevaux di
Alphonse de Neuville, 1872 - 1875,
L'eroe letterario Harvard College Library, da L'histoire de
France : depuis les temps les plus
Numerose le opere letterarie dove appare l'eroe: la Chanson reculés jusqu'en 1789, racontée à mes
è del 1100, lo Pseudo-Turpino, una versione in prosa, del petits-enfants di François Guizot.
1140, il Girart de Vienne (1180) di Bertrand de Bar-sur-
Aube, la Canzone d'Aspromonte (1190), I quattro figli di Saga ciclo carolingio
Aimone, la saga norvegese di Karlamagnús. Viene citato Lingua orig. francese
anche nella Divina Commedia di Dante Alighieri, dapprima
menzionato nel Canto XXXI dell'Inferno e poi apparendo Caratteristiche immaginarie
nel Canto XVIII del Paradiso: il Sommo Poeta immagina Sesso Maschio
di scorgere lo spirito del cavaliere nel Cielo di Marte,
insieme ad altri famosi cavalieri crociati e combattenti per la Professione Paladino
fede. In Italia abbiamo l'anonimo franco-veneziano Affiliazione paladini di Carlo
L'Entrée d'Espagne del 1320, Prise de Pampelune di Magno
Niccolò da Verona, la Spagna del fiorentino Sostegno di
Zanobi, I reali di Francia di Andrea da Barberino, il
Morgante di Luigi Pulci, l'Orlando Innamorato del Boiardo e l'Orlando Furioso dell'Ariosto, questi ultimi
considerati tre opere fondamentali della letteratura italiana[3]. Anche nelle isole Fær Øer si declamano le sue
gesta nel Runtsivalstríðið.

Il poema franco-italiano Berte et Milon, narra dell'amore dei genitori d'Orlando, Berta, una sorella di Carlo
Magno, e Milon, siniscalco, che in seguito a contrasti con Carlo si rifugiano a Imola, dove Berta dà alla luce
Orlando.

La Chanson viene attribuita a Turoldo. Carlo Magno ha conquistato la Spagna tranne Saragozza, ultimo
baluardo saraceno nella Penisola Iberica. Il re moro Marsilio chiede allora una tregua all'imperatore: dice di
essere pronto ad arrendersi a patto che le armate franche lascino il regno musulmano. Orlando, valoroso
paladino franco e nipote di Carlo, si oppone ma cade vittima di un'imboscata tesa dai Mori presso
Roncisvalle. Nello scontro il prode eroe fa strage dei nemici con la sua famosa spada Durendal (Durlindana
in italiano). Sopraffatto, Orlando suona l'Olifante, con tanta forza che ne muore (ma non dunque a opera dei
nemici saraceni). Gli Arcangeli discendono quindi dal cielo per raccogliere la sua anima.
In molte opere del ciclo carolingio accanto a Orlando c'è il cugino
Rinaldo, coraggioso e audace come lui. Ma a differenza del figlio di
Milone, Rinaldo è uno spirito ribelle e insofferente all'autorità dello
stesso imperatore. La fortuna di questo personaggio in Italia sarà
tale che pian piano acquisterà maggiore spazio nei racconti epici.
Contemporaneamente, Carlo verrà degradato al rango di
personaggio quasi comico, di vecchio rimbambito.

Ai coraggiosi conti di Chiaromonte (ossia Orlando e Rinaldo),


fanno da contraltare gli infidi e meschini Maganzesi. Capostipite di
questa famiglia è Gano di Maganza, colui che tradendo i cristiani ha
provocato, secondo i cantari, la rotta di Roncisvalle. La sfida tra le
due famiglie ha come sfondo l'epopea della conquista della Penisola
Iberica da parte di Carlo. A queste vicende i cantari italiani
aggiungono episodi inquadrati nello scontro tra Longobardi e
Franchi e, addirittura, avventure in Oriente dei paladini e amori con
le principesse locali (il più famoso dei quali è quello tra Orlando e Statua dedicata a Orlando a
Angelica, principessa del Catai). Quedlinburg

In area italiana il personaggio subisce alcuni adattamenti: tra le


traduzioni possibili del suo nome si afferma "Orlando"; quanto alle
sue caratteristiche personali, il paladino diventa, a seconda delle
versioni, imolese di nascita, o sutrino, Gonfaloniere di Santa
Romana Chiesa e Senatore romano[4].

Nelle versioni toscane i poeti sostituirono le monotone lasse a una


sola rima con l'ottava.

Nel mondo siciliano si sviluppò l'Opera dei Pupi.


Durlindana piantata nella roccia a
Rocamadour.
Orlando Innamorato

Nell'Innamorato, come poi sarà anche nel Furioso, uno degli


episodi centrali è appunto l'innamoramento del conte. Orlando assume un carattere forte e ben definito.
Conserva i tratti salienti del suo personaggio secondo la tradizione e secondo (quel poco che si sa) la storia:
è così buono, generoso, forte e magnanimo, e per questo è infatti e a ragione uno dei più forti paladini di
Francia. Ma la novità è che nel poema il conte si trova a dover affrontare qualcosa di nuovo. Orlando, "non
usato all'amorose cose", si trova preso e vinto solo con uno sguardo alla bella Angelica, ma si rivela un
innamorato maldestro e goffo, a volte timido, oltre che un uomo talmente sincero e con la coscienza limpida
da risultare ingenuo. Ben si può vedere quando la bella ma ingannatrice Orrigille, di cui per un breve
periodo egli si invaghisce, lo raggira rubandogli il cavallo: la donna fuggendo gli dice che salendo su una
roccia potrà vedere l'Inferno e il Paradiso.

Questi episodi, come anche nel poema dell'Ariosto, ben esplicano come le faccende d'amore siano sempre
incerte e sfuggevoli, con risvolti a volte anche comici o divertenti nel poema, persino per un uomo tutto d'un
pezzo come Orlando. Insomma il conte qui si trova ad affrontare l'unica cosa che non si può ridurre sotto
l'arbitrio di nessuno, una cosa certo sublime, ma sconvolgente e spesso crudele, che riduce il nobile
paladino a rincorrere l'amata supplicandola per la foresta. Orlando si trova quindi impreparato e spiazzato
davanti a questo inusuale nemico: l'amore, il quale sembra inevitabilmente volto ai suoi danni. La novità del
poema è anche questa, l'eroe visto sotto un nuovo aspetto, un aspetto più
umano, l'eroe presentato sotto una luce nuova, in un campo in cui trova,
nonostante le sue innumerevoli qualità straordinarie, immense difficoltà.

Orlando Furioso

Nel Furioso è un personaggio a tutto tondo, lontano dagli ideali medievali, di


cui incarna solo pochi ridotti aspetti. Sin dal proemio dell'opera l'autore ci
preannuncia un eroe "diverso" da quello comune, un eroe nuovo. Basta solo
pensare all'aggettivo che gli è attribuito già nel titolo, "furioso". Per la prima
volta un prode combattente, un eroe senza macchia e senza paura, si ritrova
innanzi ad una situazione che non è preparato ad affrontare, l'amore, ma non
quello ideale, casto, perfetto, divino di Dante e degli scrittori precedenti, bensì
una forza nuova, squisitamente materiale, che proprio per il suo carattere
esclusivamente terreno affligge un animo abituato a cose grandi e quasi
ultrasensibili. Il nostro eroe non può quindi che rimanere travolto e sconvolto
da qualcosa che non riesce a controllare e a gestire, qualcosa che lo porta alla
più assoluta pazzia, culminante con la decapitazione di un pastorello
sfortunatamente imbattutosi in lui.

Sin dal primo canto è evidente come all'abilità di Orlando con la spada, che lo
Un makhila.
rende quasi splendente e superiore, non corrisponde un'altrettanta bravura nelle
relazioni interpersonali, tanto che si degrada al punto da rincorrere Angelica
che scappa nel bosco. E sempre più penoso diventa, nonostante tutte le
evidenti prove del rapporto amoroso tra Angelica e Medoro, quando ingenuamente cerca in ogni modo di
scacciare l'idea di essere stato tradito, di illudersi che le coincidenze del fato gli stiano tendendo un brutto
scherzo. Induce inoltre, secondo alcuni, un senso di empietà nel lettore la scena della perdita del senno,
causata dalla disperazione e dall'orrore per l'acquisita consapevolezza della natura della relazione tra la sua
bella e l'umile fante saraceno; qui è racchiuso, dunque, il tema centrale del poema, ossia la follia causata
dall'amore, che è anche causa del temporaneo allontanamento di Orlando dall'esercito cristiano. Una volta
rinsavito, Orlando si riscatta pienamente e sarà proprio lui a uccidere il principale antagonista dei cristiani,
Agramante. Negli ultimi canti la sua figura viene messa da parte per motivi encomiastici, in favore del
personaggio destinato a diventare il progenitore degli Estensi, Ruggero.

L'Orlando di Calvino

La figura di Orlando viene ripresa nel XX secolo da Italo Calvino, che ne fa il protagonista della Storia
dell'Orlando pazzo per amore, parte del libro Il castello dei destini incrociati. Il personaggio ritorna come
comparsa nel libro Il cavaliere inesistente.

Nella letteratura contemporanea

Orlando è l'antagonista principale del romanzo di Giuseppe Pederiali del 1991 Donna di spade, che si pone
in continuità con gli eventi narrati nell'Orlando furioso.
È citato anche nel romanzo di Ugo Moriano del 2002 L'ultimo sogno longobardo, ambientato durante la
caduta del Regno dei Franchi.

Nell'arte

Diversamente da altre figure del ciclo carolingio, come Angelica,


Medoro e Ruggiero, le celebrazioni di Orlando nell'arte sono
tutt'altro che copiose. L'episodio maggiormente trattato è quello
relativo al pastorello: una statua del Sacro Bosco di Bomarzo
rappresenta Orlando che afferra lo sfortunato giovane per i piedi,
non ancora decapitato; mentre in un'illustrazione di David Berger il
paladino ha già reciso la testa alla sua vittima e sta per scagliarne il
busto.

Una statua medievale raffigurante il paladino Orlando con la sua


durlindana si trova sullo stipite sinistro del portale della facciata
principale del Duomo di Verona.

Orlando nella musica


Claudio Monteverdi, Jean-Baptiste Lully, Antonio Vivaldi, Franz
Joseph Haydn e Georg Friedrich Händel composero opere nel
quale il paladino è protagonista.

Orlando afferra il pastorello dopo Note


averlo decapitato, illustrazione di
David Berger 1. ^ Eginardo, Vita di Carlo Magno, a cura di Valerio Marucci,
Salerno Editrice, p. 75 [paragrafo 9], ISBN 978-888-402547-
0.
2. ^ (ES) Alberto Serrano Dolader, Guía mágica de la provincia de Huesca, IberCaja, 1994,
ISBN 84-88793-25-1.
3. ^ Le garzantine - Medioevo.
4. ^ Saggio di presentazione dell'Orlando Furioso di Italo Calvino, op. cit., pp. XXV-XXVII.

Bibliografia
AA.VV, voce «Orlando», in Le garzantine - Medioevo, Milano, Garzanti Editore, 2007,
pp. 1188-1189, ISBN 978-88-11-50506-8.
(DE) Adriana Kremenjas-Danicic, I sentieri europei di Orlando, Dubrovnik, Europski dom
Dubrovnik, 2006, ISBN 953-95338-0-5.
(FR) Aline Laradji, La Légende de Roland: de la genèse française à l'épuisement de la figure
du héros en Italie, L'Harmattan, 2008, ISBN 978-2-296-07027-1.

Voci correlate
Chanson de Roland
Spagna (poema)
Morgante
Orlando innamorato
Orlando furioso
Statua di Rolando
Opera dei Pupi
Vegliantino

Altri progetti
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Collegamenti esterni

Orlando, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.


Enrico Carrara, ORLANDO, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1935.
(FR) Bibliografia su Orlando, su Les Archives de littérature du Moyen Âge.
VIAF (EN ) 5722596 (https://viaf.org/viaf/5722596) · CERL cnp00553363 (https://thes
aurus.cerl.org/record/cnp00553363) · LCCN (EN ) n2019012369 (http://id.loc.gov/aut
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