Sei sulla pagina 1di 36

Coordinate: 39°49′41.43″N 98°34′46.

2″W

Stati Uniti d'America


Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Disambiguazione – "Stati Uniti", "USA", "United States" e "States" rimandano qui. Se stai cercando altri significati, vedi Stati
Uniti (disambigua) o USA (disambigua).

Gli Stati Uniti d'America (comunemente indicati come Stati Uniti, in inglese: Stati Uniti d'America
United States of America o anche solo United States; in sigla USA[9]) sono una
repubblica federale dell'America settentrionale composta da cinquanta Stati e un
distretto federale. I quarantotto stati contigui e il distretto di Washington (la
capitale federale) occupano la fascia centrale dell'America settentrionale tra il
Canada e il Messico e sono bagnati dall'Oceano Atlantico a est e dall'Oceano
Pacifico a ovest. Con 9 834 000 km² in totale e circa 335 milioni di abitanti, gli (dettagli) (dettagli)
Stati Uniti sono il terzo Paese al mondo per superficie e il terzo per popolazione. In God We Trust
La geografia e il clima degli Stati Uniti sono estremamente vari, con deserti,
(in Dio noi confidiamo)
pianure, foreste e montagne che sono anche sede di una grande varietà di fauna
selvatica. È una delle nazioni più multietniche e multiculturali al mondo, prodotto
di larga scala dell'immigrazione da molti Paesi.

Sono dipendenti dagli Stati Uniti anche alcuni territori organizzati politicamente,
i quali non fanno parte di alcuno Stato dell'Unione ma sono soggetti al solo
Governo federale. Essi sono: Porto Rico, le Samoa Americane, le Isole Marianne
Settentrionali, le Isole Vergini Americane e Guam.

Storicamente, i paleoamericani migrarono dall'Asia verso gli odierni Stati Uniti


circa 12  000 anni fa. La colonizzazione europea cominciò invece intorno
all'inizio del XVII secolo e venne per lo più dall'Inghilterra. Gli Stati Uniti
d'America ebbero origine dalle tredici colonie britanniche situate lungo la costa
atlantica. Le controversie tra la Gran Bretagna e le colonie sfociarono in un
conflitto: il 4 luglio 1776 i delegati delle tredici colonie redassero e approvarono
all'unanimità la dichiarazione di indipendenza, che diede ufficialmente vita a un Dati amministrativi
nuovo Stato federale. La guerra d'indipendenza americana, conclusasi con il
riconoscimento dell'indipendenza degli Stati Uniti dal Regno di Gran Bretagna, è Nome
Stati Uniti d'America
stata la prima guerra per l'indipendenza da una potenza coloniale europea. La completo
Costituzione fu adottata il 17 settembre 1787 e da allora è stata emendata
Nome
ventisette volte. I primi dieci emendamenti, collettivamente denominati United States of America
«Dichiarazione dei diritti» (Bill of Rights), furono ratificati nel 1791 e ufficiale
garantiscono diritti civili e libertà fondamentali. Lingue Nessuna a livello federale (de
ufficiali iure)[1]
Gli Stati Uniti intrapresero una vigorosa espansione per tutto il XIX secolo, spinti
Inglese (de facto)
dalla controversa dottrina del destino manifesto. L'acquisizione di nuovi territori
e l'ammissione di nuovi Stati membri causarono anche numerose guerre con i Altre lingue spagnolo,[2][3] francese,[4] lingue
popoli nativi. La guerra civile americana si concluse con l'abolizione della amerinde, italiano, cinese,
schiavitù negli Stati Uniti. Alla fine del XIX secolo gli Stati Uniti si estesero fino tagalog, vietnamita, coreano,
all'Oceano Pacifico. La guerra ispano-americana e la prima guerra mondiale
tedesco, persiano, hawaiano,
confermarono lo stato del Paese come potenza militare globale. Gli Stati Uniti
chamorro, inupiaq
uscirono dalla seconda guerra mondiale come una superpotenza globale, il primo
Paese dotato di armi nucleari e come uno dei cinque membri permanenti del Capitale Washington DC
Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Dopo una grave crisi politica e  (709 265 ab. / 2021)
sociale negli anni sessanta e settanta come conseguenza anche della sconfitta
nella guerra del Vietnam, che sembrava minare il predominio mondiale Politica
statunitense, l'inattesa fine della guerra fredda e la dissoluzione dell'Unione Forma di
Sovietica negli anni novanta hanno invece riconfermato il ruolo di superpotenza Repubblica presidenziale federale
governo
degli Stati Uniti.
Presidente Joe Biden
Gli Stati Uniti sono un Paese sviluppato, con una stima nel 2021 del prodotto
interno lordo (PIL) di 22,68 migliaia di miliardi di dollari (circa il 25% del PIL Indipendenza Dall'Impero britannico
mondiale a parità di potere di acquisto, a partire dal 2011). Il PIL pro capite degli 4 luglio 1776 (dichiarata)
Stati Uniti è stato il sesto più alto del mondo dal 2010, anche se la disparità di 3 settembre 1783 (riconosciuta)
reddito del continente americano è stata anche classificata come la più alta
all'interno dell'OCSE e i Paesi dalla Banca Mondiale. L'economia è alimentata Ingresso 24 ottobre 1945[5]
da un'abbondanza di risorse naturali, numerose infrastrutture ed elevata nell'ONU Membro permanente del Consiglio di
produttività. Il paese rappresenta una forza politica guida del mondo occidentale, sicurezza
ed è la prima potenza economica e militare (suo è il 39% della spesa militare
mondiale), posizionandosi al primo posto anche nel settore della ricerca Superficie
scientifica e dell'innovazione tecnologica, ma presenta anche forti contraddizioni Totale 9 834 000 km² (3º)
interne come uno Stato sociale più debole rispetto a molti altri Paesi sviluppati.
% delle
6,7%
acque
Popolazione
Indice
Totale 331 449 281[6] ab. (2020) (3º)
Etimologia
Storia Densità 36 ab./km²
Nativi americani e colonizzazione europea Tasso di
L'indipendenza e l'espansione 0,59% (2020)
crescita
Guerra civile e industrializzazione
Nome degli statunitensi, americani
Le due guerre mondiali
abitanti (impropriamente)
Guerra fredda e dei diritti civili
Nel XXI secolo Geografia

Geografia degli Stati Uniti Continente America


Regioni geografiche
Oceania (Hawaii e Guam)
Morfologia
Clima
Confini Canada, Messico, Cuba (Base
Ambiente navale di Guantánamo), Russia
Flora e fauna (Isole Diomede)
Inquinamento
Inquinamento atmosferico Fuso orario Da UTC-5 a -10
Inquinamento del suolo Da UTC-4 a -10 (ora legale)

Società Economia
Demografia Valuta Dollaro statunitense
Immigrazione
PIL 22 675 271[7] milioni di $ (2021)
Etnie e minoranze straniere
(nominale) (1º)
Religione
Lingue PIL pro
capite 62 605[7] $ (2018) (8º)
Stato sociale
(nominale)
Istruzione
Università PIL (PPA) 22 675 271[7] milioni di $ (2021)
Sistema sanitario (2º)
Sistema giudiziario PIL pro
Diritti umani 68 309[7] $ (2021) (5º)
capite (PPA)
Condizione della donna
ISU (2021) 0,926 (molto alto) (21º)
Ordinamento dello Stato
Costituzione Fecondità 1,8 (2015)[8]
Suddivisioni amministrative Varie
Stati federati
Codici ISO
Contee US, USA, 840
3166
Città principali
Istituzioni, enti e associazioni TLD .us e .gov (solo enti governativi)
Forze di polizia Prefisso tel. +1 (in comune con il Canada, per
Forze armate differenziarsi da quest'ultimo gli
Servizi segreti Stati Federati hanno un proprio
Bandiera prefisso)
Politica Sigla autom. USA
Politica interna
Inno The Star-Spangled Banner
Politica estera
nazionale 0:00
Politica economica
Sistema tributario
Festa
Economia 4 luglio
nazionale
Risorse
Petrolio
Acqua e altri minerali
Agricoltura
Industria
Servizi
Reddito e sviluppo umano
Turismo
Cultura Evoluzione storica
Scienza e tecnologia
Stato Tredici colonie
Medicina
precedente Stati Confederati (1861-1865)
Ingegneria
Aeronautica  
Astronomia
Gli Stati Uniti nello spazio
Il primo uomo sulla Luna
Tecnologia
Filosofia
Letteratura
Cinema
I fumetti e le serie animate
Musica
Danza
Arte
Patrimoni dell'umanità
Archeologia
Esplorazioni
Media
Monumenti
Festività nazionali
Commemorazioni nazionali
Gastronomia
Sport
Calcio
Pallacanestro
Pallavolo
Tennis
Pugilato
Baseball
Ciclismo
Golf
Rugby
Giochi olimpici
Note
Bibliografia
Rapporti con l'Italia nel dopoguerra
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni

Etimologia
Secondo la tesi più diffusa, il continente americano prenderebbe il nome dall'esploratore fiorentino Amerigo Vespucci: la teoria sostiene che
fu un cartografo tedesco, Martin Waldseemüller, a suggerire tale nome per il Nuovo Mondo, traendolo dalla forma latinizzata Americus
(Vespucius), in una carta del mondo disegnata nel 1507 e contenuta nella Cosmographiae Introductio.

Il nome completo United States of America è attestato per la prima volta ufficialmente nella dichiarazione di indipendenza adottata dai
Rappresentanti degli Stati Uniti il 4 luglio 1776, dove compare nell'espressione «dichiarazione unanime dei tredici Stati Uniti
d'America».[10] Nell'adozione degli Articoli della Confederazione da parte del Secondo congresso continentale, il 15 novembre 1777, il
nome è stato variato in The United States of America. La forma breve United States è comune, così come le sigle U.S. e U.S.A. (mutuata
in italiano come USA). Sia in italiano sia in inglese è altrettanto comune l'antonomasia America.[11] Il nome Columbia, in onore di
Cristoforo Colombo, un tempo popolare sia per le Americhe sia per gli Stati Uniti, è rimasto al solo Distretto di Columbia. Il demotico dei
cittadini degli Stati Uniti, in italiano, è statunitense. Tuttavia l'aggettivo americano è comunemente e antonomasticamente[12] in uso per
riferirsi agli Stati Uniti («i valori americani», «le forze americane»). In inglese, American è raramente usato per riferirsi a persone o cose
estranee agli Stati Uniti.[13]

Storia
Lo stesso argomento in dettaglio: Storia degli Stati Uniti d'America.

La nazione fu fondata dalle tredici colonie dell'Impero britannico situate lungo la costa atlantica. Con la dichiarazione di indipendenza il 4
luglio 1776 proclamarono la loro indipendenza dalla Gran Bretagna: furono le prime colonie a rivoltarsi con successo contro le leggi
coloniali.[14] Una convenzione federale (convenzione di Filadelfia) adottò la Costituzione degli Stati Uniti d'America il 17 settembre 1787 e
con la ratifica l'anno successivo nasceva una repubblica con un forte governo centrale. La carta dei diritti, che comprendeva dieci
emendamenti costituzionali per garantire molti diritti civili fondamentali e libertà, venne ratificata nel 1791. Il regime di apartheid e
discriminazione razziale negli Stati Uniti è terminato nel 1964 con l'Atto dei diritti civili (Civil Rights Act).[15]

Nel corso del XIX secolo gli Stati Uniti acquisirono nuovi territori da Francia, Spagna, Regno Unito, Messico e Impero russo, annettendo
la Repubblica del Texas e la Repubblica di Hawaii. Le controversie tra il sud agrario e il nord industriale sull'affermazione dei diritti e
l'espansione dell'istituzione della schiavitù provocarono la guerra di secessione americana del 1861. Il nord impedì una scissione del Paese
e portò la fine della schiavitù legale negli Stati Uniti. La guerra ispano-americana e la prima guerra mondiale confermarono lo stato di
potenza militare. Nel 1945 gli Stati Uniti emersero dalla seconda guerra mondiale come il primo Paese dotato di armi nucleari, membro
permanente del consiglio di sicurezza dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) e uno dei membri fondatori della Organizzazione del
Trattato dell'Atlantico del Nord (NATO). La fine della guerra fredda e il conseguente crollo dell'Unione Sovietica lasciarono gli Stati Uniti
come unica superpotenza. L'economia statunitense è infatti la più grande del mondo, con una stima del PIL nel 2018 di 20 494 miliardi di
dollari (che rappresenta il 22% del totale mondiale basato sul PIL nominale e quasi il 20% del PIL calcolato a parità di potere di
acquisto).[7][16]

Nativi americani e colonizzazione europea


Lo stesso argomento in dettaglio: Nativi americani degli Stati Uniti d'America.

Le popolazioni indigene del continente americano, tra cui i nativi dell'Alaska, migrarono dall'Asia
in una data variabile (a seconda della ricerca) tra i 50  000 e i 12  000 anni fa.[17] Alcune civiltà
precolombiane svilupparono un'avanzata agricoltura, una grande architettura e un alto livello di
società. Nel 1492 l'esploratore genovese Cristoforo Colombo sotto la corona spagnola raggiunse
diverse isole dei Caraibi, contribuendo al primo contatto dell'uomo bianco con le popolazioni
indigene. Milioni di indigeni americani morirono a causa delle epidemie portate dagli europei.[18] Il
La Mayflower con i Padri Pellegrini 2 aprile 1513 il conquistatore spagnolo Juan Ponce de León sbarcò in una regione che chiamò «La
nel 1620 Florida», il primo contatto europeo documentato su quello che sarebbero diventati gli Stati Uniti.
Degli insediamenti spagnoli nella regione rimane solo St. Augustine, fondata nel 1565.

Altri insediamenti spagnoli vennero creati nell'odierno sud degli Stati Uniti e questi insediamenti vennero riuniti sotto il Vicereame della
Nuova Spagna, colonia spagnola in Nord e Centro America, attirando migliaia di persone attraverso il Messico. I commercianti di pellicce
francesi stabilirono avamposti nella Nuova Francia nella regione dei Grandi Laghi e successivamente la Francia si impossessò di gran parte
del Nord America, penetrando fino al golfo del Messico. La prima colonia inglese di una certa entità fu Jamestown (Virginia) fondata nel
1607. Nel 1628 venne fondata la Colonia della Massachusetts Bay da parte dei puritani che portò a un'ondata migratoria, tanto che nel
1634 nella Nuova Inghilterra erano insediati circa 10  000 puritani. Tra la fine degli anni dieci del Seicento e la rivoluzione americana
vennero spediti circa 50 000 detenuti nelle colonie americane britanniche.[19] Nel 1614 venne fondato un insediamento olandese lungo il
fiume Hudson inferiore, includendo l'isola di Manhattan che venne chiamata New Amsterdam, la quale venne inglobata nella colonia dei
Nuovi Paesi Bassi, questa colonia venne in parte invasa dall'impero svedese nel 1638 fondando la colonia della Nuova Svezia, ma nel
1655 venne di nuovo annessa alla colonia olandese. Nel 1664 gli olandesi cedettero il loro territorio americano all'Inghilterra e la provincia
dei Nuovi Paesi Bassi venne ribattezzata New York.

Molti dei nuovi immigrati, soprattutto nel sud, erano schiavi (circa due terzi di tutti gli immigrati della Virginia tra il 1630 e 1680).[20] Alla
fine del secolo erano gli schiavi africani a diventare la principale forza-lavoro. Nel 1729 con la divisione della Carolina e la colonizzazione
della Georgia del 1732 si completava il cerchio delle tredici colonie britanniche che sarebbero diventate gli Stati Uniti d'America. Con tassi
di natalità elevati, bassi tassi di mortalità e una costante immigrazione, la popolazione coloniale crebbe rapidamente. Nella guerra franco-
indiana le forze britanniche si impadronirono del Canada francese. Esclusi i nativi americani, le tredici colonie avevano una popolazione di
2,6 milioni di abitanti nel 1770, circa un terzo della Gran Bretagna e quasi uno su cinque erano schiavi neri.[21] Anche se soggetti alla
tassazione britannica, le colonie americane non avevano rappresentanza nel Parlamento della Gran Bretagna.

L'indipendenza e l'espansione
Lo stesso argomento in dettaglio: Guerre indiane, Guerra d'indipendenza americana, Dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti
d'America e Colonialismo statunitense.

Tensioni crescenti tra i coloni americani e gli inglesi durante gli anni sessanta e settanta del
Settecento portarono alla guerra di indipendenza americana, combattuta dal 1775 al 1781. Il
14 giugno 1775 il Congresso continentale (tenutosi a Filadelfia) istituì un esercito
continentale sotto il comando di George Washington. Annunciando che «tutti gli uomini sono
stati creati uguali» e dotati di «diritti inalienabili», il 4 luglio 1776 il Congresso adottò la
Dichiarazione di indipendenza, redatta in gran parte da Thomas Jefferson. Tale data è
celebrata ogni anno come il giorno dell'Indipendenza.

Dopo la sconfitta dell'esercito britannico da parte delle forze americane assistite dai francesi L'attraversamento del fiume Delaware nel
venne riconosciuta dalla Gran Bretagna l'indipendenza degli Stati Uniti e la sovranità sul 1776, un ritratto di Emanuel Leutze
territorio americano fino al fiume Mississippi. La Costituzione degli Stati Uniti d'America
venne ratificata nel 1788 e il primo presidente fu George Washington, che entrò in carica nel
1789.

Gli atteggiamenti verso la schiavitù mutarono e una clausola nella Costituzione protesse il
commercio di schiavi africani solo fino al 1808, quando il nord abolì la schiavitù tra il 1780 e
il 1804.

La necessità di occupazione di nuovi spazi a occidente portò a una lunga serie di guerre
contro gli abitanti originari dei territori interessati. Definito da alcuni come un processo di
pulizia etnica,[22] culminò nel 1830 con l'approvazione dell'Indian Removal Act ("Legge di
rimozione degli Indiani"),[23] che fornì la base legale per le deportazioni e il confinamento in La dichiarazione di indipendenza (John
riserve dei nativi americani.[24] Trumbull, 1817–1818)

L'acquisto della Louisiana francese sotto la guida del presidente Thomas Jefferson nel 1803
raddoppiò quasi la dimensione della federazione. La guerra del 1812 contro la Gran Bretagna rafforzò il nazionalismo. Una serie di
incursioni militari statunitensi in Florida portarono la Spagna a cedere altro territorio lungo la costa del golfo del Messico nel 1819. Ci fu
l'annessione della Repubblica del Texas nel 1845. Nel 1846 fu siglato il trattato dell'Oregon con la Gran Bretagna, portando al controllo da
parte statunitense sul nord-ovest americano. La vittoria degli Stati Uniti nella guerra contro il Messico nel 1848 (trattato di Guadalupe
Hidalgo) portò all'annessione della California e di gran parte dell'odierno sud-ovest americano. La corsa all'oro tra il 1848 e 1849 portò a
un'ulteriore migrazione verso occidente. La nuova rete ferroviaria rese più facile il trasferimento di coloni e l'aumento dei conflitti con i
nativi americani. In mezzo secolo vennero abbattuti fino a quaranta milioni di bisonti americani per le pelli e la carne (quest'ultima risorsa
primaria che scompariva dalle pianure), causando un grave contraccolpo in molte culture native.

Guerra civile e industrializzazione


Lo stesso argomento in dettaglio: Schiavitù negli Stati Uniti d'America, Guerra di secessione americana ed Evoluzione territoriale
degli Stati Uniti d'America.

Le tensioni tra gli Stati del nord e quelli del sud nacquero principalmente su argomenti
quali il rapporto tra Stato e governi federali e l'utilizzo della schiavitù nei nuovi Stati
membri. Abraham Lincoln fu eletto presidente nel 1860. Poco prima sette Stati schiavisti
dichiararono la loro secessione (in ordine cronologico: Carolina del Sud, Mississippi,
Florida, Alabama, Georgia, Louisiana e Texas). Cominciò così la guerra di secessione
americana, cominciata con l'attacco a Fort Sumter. Dopo la vittoria dell'Unione nel 1865
tre emendamenti alla Costituzione degli Stati Uniti d'America garantirono la libertà a
quasi quattro milioni di africani americani un tempo schiavi, rendendoli cittadini e dando
loro il diritto di voto. La guerra e la sua risoluzione portarono a un aumento sostanziale
del potere federale.[25]
Situazione degli Stati nel 1861
     Gli Stati Confederati prima del 15 aprile 1861
Nonostante la grave recessione postbellica e le crisi economiche del 1873 e del 1907 la      Gli Stati Confederati dopo il 15 aprile 1861
classe dirigente statunitense perseguì la via del guadagno e della speculazione, mentre      Stati dell'Unione che permettevano la
l'industria tecnica e il capitale privato erano in espansione. Dal 1860 al 1914 la schiavitù
popolazione crebbe da 31,9 a 91,9 milioni di abitanti, tra cui 21 milioni di immigrati e      Stati dell'Unione che avevano abolito la
nel decennio post-bellico le dieci più grandi città statunitensi aumentarono del 70% i loro schiavitù
     Territori non ancora suddivisi in Stati sotto il
abitanti, tanto che fra 1860 e il 1890 la popolazione urbana crebbe da 25% a oltre il 35% controllo dell'Unione
della popolazione. Un esempio clamoroso fu Chicago che nel 1833 aveva solo 350
abitanti, che divennero 30 000 nel 1850, 300 000 nel 1870, fino a quasi 1 100 000 nel
1890. Nel nord l'urbanizzazione e un afflusso senza precedenti di immigrati provenienti
dagli Stati meridionali e orientali affrettò il processo di industrializzazione fino al 1929.
Tra il 1830 e il 1860 gli immigrati sbarcati negli Stati Uniti furono 4,6 milioni: irlandesi
(39%), tedeschi (30%), scandinavi (15%) e britannici (inglesi e scozzesi) (16%).

Massicce protezioni tariffarie, costruzione di infrastrutture e nuovi regolamenti bancari


incoraggiarono la crescita economica e i monopoli. Nel 1914 il Paese era in testa tra i
Paesi produttori di ferro, carbone, petrolio, rame e argento. Il vapore venne sostituito
dall'energia elettrica che accelerava la produzione nazionale. Sorsero anche i «trust» e i
giganteschi complessi industriali dei re del cosiddetto «big business» (grandi affari). La battaglia di Gettysburg
Famiglie come quelle degli Astor per le pellicce e le pelli, i Rockefeller per la Standard
Oil Company, i Carnegie per la United States Steel Corporation, i Morgan, i Vanderbilt
per le ferrovie, i Westinghouse per la Air Brake Company, i Fulton, gli Eastman per la
Kodak Company, i Ford per la Ford e i Du Pont de Nemours per la DuPont Company
dominarono l'economia statunitense e mondiale. Morgan e Rockefeller controllavano da
soli il 20% del patrimonio nazionale (341 grandi aziende con un capitale di circa 22
miliardi di dollari).

Le organizzazioni dei lavoratori condussero dure lotte salariali, arrivando a oltre mille
scioperi l'anno. Cominciò in questi anni la politica imperialistica statunitense, con
l'acquisto dell'Alaska dalla Russia nel 1867 e completando l'espansione continentale che
insieme allo sfruttamento nel commercio delle pellicce e della scoperta dell'oro
fruttarono 81 milioni di dollari nel 1913. Nel 1890 il massacro di Wounded Knee fu
l'ultimo grande conflitto armato delle guerre indiane. Nel 1893 la monarchia indigena
delle Hawaii venne rovesciata in un colpo di Stato attuato dagli statunitensi residenti: gli I «Pacificatori» a bordo della River Queen nel
Stati Uniti annetterono l'arcipelago nel 1898. marzo 1865: i generali William T. Sherman e
Ulysses S. Grant discutono sui piani per le
La vittoria nella guerra ispano-americana dello stesso anno dimostrò che gli Stati Uniti ultime settimane della guerra con il presidente
erano oramai una potenza mondiale e con la pace di Parigi si ebbe l'annessione di Porto Abraham Lincoln e l'ammiraglio David Dixon
Rico, Guam e Filippine, che ottennero l'indipendenza solo mezzo secolo più tardi, Porter
mentre Porto Rico e Guam sono ancora territori degli Stati Uniti. Nel 1899 fu la volta
delle isole Samoa e di Tutuila, aumentando la propria presenza nel Pacifico. Nel 1901
divenne Presidente Theodore Roosevelt, Premio Nobel per la pace, nel 1906. Numerosi interventi militari furono effettuati nell'America
centrale e nelle Antille: Panama per ottenere l'area del canale nel 1903 e Cuba nel 1902, creando una sorta di protettorato fino alla metà del
XX secolo, oltre a Nicaragua (1911) e Haiti (1915). Nel 1917 furono inoltre acquistate dalla Danimarca le isole Vergini di Saint Croix,
Saint Thomas e Saint John, attualmente conosciute come Isole Vergini Americane, per distinguerle dalle Isole Vergini britanniche.

In questo periodo si collocano anche la corsa all'oro del Klondike, la corsa all'oro dello Yukon e la corsa all'oro californiana.

Le due guerre mondiali


Lo stesso argomento in dettaglio: Prima guerra mondiale, Grande depressione e Seconda guerra mondiale.

Quando nel 1914 scoppiò la prima guerra mondiale a


seguito dell'Attentato di Sarajevo, gli Stati Uniti
rimasero neutrali, sebbene la maggior parte degli
statunitensi simpatizzasse per i britannici e i francesi,
anche se molti erano contrari all'intervento.[26] Nel
1917 gli Stati Uniti si unirono agli Alleati (Triplice
intesa) contro gli Imperi Centrali.[27] Dopo la guerra il
Senato non ratificò il trattato di Versailles che istituiva
la Società delle Nazioni e il Paese perseguì una
politica unilaterale di quasi isolazionismo.[28] Negli
anni venti un emendamento costituzionale concesse il
suffragio alle donne, ma la prosperità dei ruggenti Lo sbarco in Normandia
anni venti si concluse con il crollo di Wall Street del
1929 che diede inizio alla «grande depressione».
Dopo la sua elezione a presidente nel 1932 Franklin Delano Roosevelt diede inizio al «New Deal»,
una serie crescente di politiche di intervento del governo nell'economia statunitense, ma il «Dust
Bowl» a metà degli anni trenta impoverì molte comunità agricole e stimolò ulteriormente una nuova
Folla fuori dalla Borsa di New York a
ondata migratoria verso occidente.
seguito del crollo finanziario
Gli Stati Uniti erano effettivamente neutrali anche durante la seconda guerra mondiale dopo
l'invasione nazista della Polonia nel settembre 1939, ma cominciarono la fornitura di materiali agli
Alleati nel marzo 1941 con il programma Lend-Lease. Il 7 dicembre seguente gli Stati Uniti entrarono in guerra con gli Alleati contro le
potenze dell'Asse dopo un attacco a sorpresa su Pearl Harbor da parte dell'Impero giapponese. La
seconda guerra mondiale ebbe un costo economico superiore a qualsiasi altra guerra nella storia
degli Stati Uniti,[29] ma favorì l'economia, fornendo capitali e garantendo l'occupazione.

Tra i grandi Paesi combattenti gli Stati Uniti sono stati gli
unici a diventare di gran lunga più ricchi in conseguenza
alla guerra.[30] Le conferenze di Bretton Woods e Jalta
delinearono un nuovo sistema nelle organizzazioni
internazionali, ponendo gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica
Fattoria abbandonata dopo il «Dust
al centro del mondo. Con la vittoria in Europa nel 1945
Bowl» nel 1936
venne tenuta una conferenza internazionale a San Francisco
che portò allo Statuto delle Nazioni Unite, divenuto attivo
appena dopo la guerra.[31] Dopo aver sviluppato le prime Bunker statunitense situato in
armi nucleari gli Stati Uniti sganciarono la bomba atomica sulle città giapponesi di Hiroshima e un'isola dell'Atollo di Bikini, dove
Nagasaki nell'agosto del 1945 e il Giappone si arrese il 2 settembre seguente, ponendo sono stati fatti i primi test nucleari
definitivamente fine alla guerra dopo sei anni.[32] dopo lo sgancio della bomba
atomica sulle città giapponesi di
Hiroshima e Nagasaki
Guerra fredda e dei diritti civili
Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra fredda e Guerra del Vietnam.

Durante la guerra fredda gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica


si spartirono il potere dopo la seconda guerra mondiale e
dominarono gli affari militari dell'Europa attraverso la
NATO e il Patto di Varsavia. Gli Stati Uniti promossero la
democrazia liberale e il capitalismo, mentre l'Unione
Sovietica promosse il comunismo e un'economia pianificata
a livello centrale. Le truppe degli Stati Uniti combatterono
le forze comuniste nella guerra di Corea dal 1950 al 1953 e
si sperimentò la crisi missilistica di Cuba.
John Fitzgerald Kennedy annuncia il
Programma spaziale Apollo del 25 Al lancio sovietico del primo equipaggio umano nello
maggio 1961 spazio nel 1961 risposero con il primo allunaggio umano
nel 1969. Il Paese conobbe una forte espansione economica
e un crescente movimento dei diritti civili, guidato da
afroamericani, come il reverendo Martin Luther King Jr., e
combatterono la segregazione e la discriminazione razziale.
Dopo l'assassinio del presidente John Fitzgerald Kennedy
nel 1963 vennero approvati l'Atto dei diritti civili del 1964 e
Marcia su Washington per il lavoro e
l'Atto del diritto di voto (Voting Rights Act) del 1965 dal
la libertà
presidente Lyndon B. Johnson. Johnson portò nel 1965 il
Paese a una nuova guerra nel sud-est asiatico, la guerra del
Vietnam, che si concluse dopo dieci anni di polemiche,
Il Corpo dei marines statunitensi
insuccessi militari e proteste popolari con un totale
durante la guerra del Vietnam
fallimento strategico per gli Stati Uniti e con laceranti
divisioni all'interno delle società statunitense. In questi anni
furono grandi le riforme sociali: nacque il movimento femminista e omosessuale, si sviluppò il
dibattito sui problemi ambientali (come l'effetto serra e l'inquinamento) e sui diritti civili e
l'opposizione alla guerra.

Come risultato dello scandalo Watergate Richard Nixon divenne il primo presidente degli Stati Cartello d'ingresso all'Atollo di Bikini
Uniti a dimettersi nel 1974. Durante il governo di Jimmy Carter alla fine degli anni settanta isola dove durante tutta la guerra
l'economia degli Stati Uniti sperimentò la stagflazione. L'elezione di Ronald Reagan come fredda gli Stati Uniti eseguirono
presidente nel 1980 segnò un significativo spostamento verso destra della politica statunitense, che decine di test nucleari
si rifletté nelle principali modifiche in materia fiscale e nelle priorità di spesa.[33] Tra la fine degli
anni ottanta e l'inizio degli anni novanta l'Unione Sovietica crollò, ponendo fine alla guerra fredda
dopo quasi cinquant'anni.

Nel XXI secolo


Lo stesso argomento in dettaglio: Attentati dell'11 settembre 2001.

Con il comando assunto dagli Stati Uniti e dai suoi alleati, la guerra del Golfo sotto la guida del presidente George H. W. Bush e la guerra
in Jugoslavia sotto la guida del presidente Bill Clinton contribuirono a preservare la posizione di superpotenza. La più lunga espansione
economica nella storia moderna degli Stati Uniti coprì il periodo tra marzo 1991 e marzo 2001, prevalentemente sotto l'amministrazione
Clinton.[34]
Gli attentati dell'11 settembre 2001 che colpirono il World
Trade Center di New York e il Pentagono uccisero quasi
tremila persone. In risposta il presidente George W. Bush
lanciò la guerra contro il terrorismo. Alla fine del 2001 le
forze statunitensi invasero l'Afghanistan, rovesciando il
governo dei talebani che però continuarono le operazioni di
guerriglia. Nel 2002 l'amministrazione Bush cominciò a
premere per il cambiamento del regime in Iraq. Sebbene
senza il sostegno della NATO o di un esplicito mandato
dell'ONU si arrivò all'invasione dell'Iraq nel 2003 che portò
alla cattura del presidente iracheno Saddam Hussein. La
guerra in Iraq vide l'opposizione dalla maggior parte degli
statunitensi.[35] Nel 2005 l'uragano Katrina ha causato gravi
distruzioni lungo la costa del Golfo e devastato New
Orleans. L'attentato alle Torri Gemelle (facenti
parte del World Trade Center) a New
L'uragano Katrina vicino al picco di
Il 4 novembre 2008 il senatore democratico Barack Obama York nel 2001
forza il 28 agosto 2005
è stato eletto presidente (il suo mandato è cominciato il 20
gennaio 2009), primo presidente afro-americano nella storia
degli Stati Uniti, battendo il senatore repubblicano John
McCain. Inoltre il 9 ottobre 2009 Obama è stato insignito del premio Nobel per la pace. Obama ha
promosso l'approvazione di un'ampia riforma sanitaria e misure economiche per riportare a crescere
l'economia degli Stati Uniti in seguito alla grande recessione. Tuttavia si è attirato critiche sia da
parlamentari del Partito Repubblicano sia da quello Democratico per l'eccessiva spesa pubblica nei
primi anni di mandato.[36][37] Inoltre sotto il governo del presidente Obama è stato ucciso in Pakistan
nel 2011 Osama bin Laden da una squadra di Navy Seals e operativi CIA. Altri avvenimenti
importanti avvenuti durante l'era Obama furono l'accordo sul nucleare iraniano, la legalizzazione
del matrimonio omosessuale e la riapertura delle relazioni diplomatiche con Cuba. Giuramento di Barack Obama, 44º
presidente degli Stati Uniti
Gli stanziamenti che il Congresso degli Stati Uniti ha approvato per la guerra in Iraq, Afghanistan e d'America, il 20 gennaio 2009
della guerra globale contro il terrorismo dopo l'11 settembre sono stati di 1,6 trilioni di dollari.
Sono stati spesi 686 miliardi di $ (43%) per l'Operazione Enduring Freedom (OEF) nella guerra in
Afganistan e altre operazioni di controterrorismo.
Sono stati spesi 815 miliardi di $ (51%) per l'Operazione Iraqi Freedom (OIF)/Operazione New Dawn (OND).
Sono stati spesi 27 miliardi di $ (2%) per l'Operazione Noble Eagle (ONE), per fornire una maggiore sicurezza alle basi militari.
Sono stati spesi 81 miliardi di $ (5%) per finanziamenti correlati alle guerre in Afghanistan o in Iraq. [38]

Alle elezioni dell'8 novembre 2016 il candidato repubblicano Donald Trump è stato eletto presidente, battendo la candidata democratica
Hillary Clinton.

Gli Stati Uniti d'America, insieme al Brasile e all'India sono stati uno dei Paesi più colpiti dal COVID-19.

Il 6 gennaio 2021, gruppi misti di insurrezionisti incitati dal presidente Trump hanno assaltato il congresso nazionale di Washington nel
tentativo di impedire la certificazione della vittoria elettorale di Joe Biden alle elezioni presidenziali del novembre 2020. L'attacco ha colto
impreparate le autorità preposte alla difesa del congresso che hanno impiegato diverse ore per riprendere il controllo dell'edificio dovendo
fare appoggio anche su unità della Guardia Nazionale e del FBI.

Nell'assalto sono rimaste uccise cinque persone e decine sono rimaste ferite. È stato il primo assalto al congresso statunitense dai tempi
della guerra anglo-americana del 1812.

Il 20 gennaio 2021 Joe Biden giura come 46º Presidente degli Stati Uniti d'America.[39] Kamala Harris diventa la 49° vice presidente degli
Stati Uniti d'America divenendo la prima donna a ricoprire tale carica e la prima di origine asiatica-americana.

Geografia degli Stati Uniti


Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia degli Stati Uniti d'America.

Con una superficie di oltre 9 milioni di km² e con circa 331,4 milioni di abitanti gli Stati Uniti sono il terzo Paese più esteso al mondo e il
terzo più popolato, generalmente suddiviso a un primo livello in tre unità distinte: il «Mainland», ovvero il gruppo continentale di
quarantotto Stati contigui che confina a nord con il Canada e a sud con il Messico, mentre a est e a ovest è bagnato rispettivamente
dall'Oceano Atlantico e dall'Oceano Pacifico; l'Alaska (lo Stato più vasto), che sul continente confina unicamente con il Canada, mentre le
acque territoriali confinano con la Russia (stretto di Bering); lo Stato delle Hawaii, un arcipelago localizzato nel centro dell'Oceano
Pacifico. A questa principale tripartizione vanno aggiunti anche alcuni territori esterni, zone insulari dipendenti economicamente o
politicamente dagli Stati Uniti (un esempio è Guam, un territorio non incorporato) e sparsi tra il mar dei Caraibi e il Pacifico.
Gli Stati Uniti d'America occupano una fascia del Nordamerica compresa fra l'Oceano Atlantico a est e il Pacifico a ovest e fra il Canada a
nord e il Messico e il golfo del Messico a sud. Si tratta di un'area di 9 372 614 km² (escludendo le acque interne), che fa degli Stati Uniti la
quarta nazione al mondo per superficie (dopo Russia, Canada e Cina). Agli Stati Uniti appartengono anche alcune regioni geograficamente
isolate come le Hawaii e l'Alaska. In totale, agli Stati Uniti appartengono 25 961 comuni divisi nei 50 Stati e 3 188 contee.

Regioni geografiche

L'Ufficio del censimento degli Stati Uniti divide il territorio continentale in quattro grandi
regioni statistiche che raggruppano diversi Stati: Northeast (a sua volta suddiviso in Nuova
Inghilterra e Medio Atlantico), Midwest (suddiviso in centro nord-est e centro nord-ovest),
South (suddiviso in Atlantico meridionale, centro sud-est e centro sud-ovest) e West
(suddiviso in regione delle Montagne Rocciose e regione del Pacifico).

Gli Stati della costa orientale sono da nord a sud: Maine, New Hampshire, Vermont (che non
è sulla costa), Massachusetts, Rhode Island (il più piccolo degli Stati), Connecticut, New
Le nove sottoregioni statistiche statunitensi York, Pennsylvania (che è vicino alla costa e la cui metà occidentale è spesso considerata
parte del Midwest), New Jersey, Delaware, Maryland, Virginia, Carolina del Nord, Carolina
del Sud, Georgia e Florida. Gli ultimi cinque (dalla Virginia) vengono anche contati come
Stati del sud. Geograficamente questa zona comprende montagne basse e molto antiche, gli
Appalachi, con un andamento generalmente da nord-est a sud-ovest, oltre a molti fenomeni
locali, compresi i fenomeni glaciali a nord, le faglie tettoniche della valle del fiume Hudson e
la zona di origine calcarea (corallina) della Florida. Il corso dei fiumi è generalmente da ovest
verso est e i fiumi tendono a essere di lunghezza limitata, ma ampi e dal flusso regolare. Le
maree sono spesso forti, soprattutto al nord. Gli inverni sono freddi (nel nord) o moderati (al
sud) e umidi, le estati ugualmente umide.

Gli Stati del sud comprendono i


Il Parco Nazionale di Yellowstone nello summenzionati Virginia, Carolina del
Stato del Wyoming Nord, Carolina del Sud, Georgia,
Florida e anche la Virginia Occidentale
(spesso considerata parte del Midwest,
dato che era dalla parte del nord nella guerra civile), Kentucky, Tennessee, Alabama,
Louisiana, Arkansas, Oklahoma e Texas (spesso considerato fra gli Stati del sud-
ovest). Questa zona comprende la parte meridionale e le cime più elevate degli
Appalachi e più a ovest l'altopiano di Ozark. I fiumi comprendono le foci del
Mississippi e del Río Grande. La più grande influenza climatica viene dal golfo del
Messico e comprende inverni miti, umidità e di tanto in tanto uragani.
Immagine satellitare degli Stati Uniti contigui
Gli Stati del Midwest comprendono: Ohio, Michigan, Indiana, Wisconsin, Illinois,
Missouri, Minnesota, Iowa, Dakota del Nord, Dakota del Sud, Nebraska e Kansas.
Sono in gran parte stati agricoli e industriali (compresa la «Rust Belt», la zona industriale "arrugginita" negli anni settanta e ottanta del XX
secolo dalla concorrenza, soprattutto giapponese), freddi di inverno, caldi di estate e con clima da umido (verso est) a secco (verso ovest). È
qui che si trova il "cuore" (heartland) degli Stati Uniti ed è considerato un centro di valori morali (lavoro serio, casa e famiglia, i pionieri
sulla prateria e così via) per il resto del Paese.

Gli Stati della zona montana invece comprendono: Montana, Idaho, Wyoming, Nevada, Utah, Colorado, Arizona e Nuovo Messico. Gli
ultimi quattro spesso anche considerati gli Stati del sud-ovest. Soprattutto a sud la zona è secca, con molti deserti (Deserto di Sonora,
Deserto del Mojave, Deserto di Chihuahua) e le Montagne Rocciose. A nord ci sono inverni molto freddi ed estati miti, mentre a sud gli
inverni sono miti e le estati calde. Questa è la zona meno abitata del paese ed è dove si trovano molte delle destinazioni sceniche degli Stati
Uniti, per esempio il Grand Canyon (Arizona), Monument Valley (Arizona e Utah) e il parco naturale di Yellowstone (Wyoming). La
geografia della costa occidentale (Washington, Oregon e California) comprende montagne elevate (Sierra Nevada), vari vulcani, deserti
(Valle della Morte) e zone molto umide (la costa, soprattutto a nord).

Morfologia

Gli Stati Uniti si trovano interamente nell'emisfero boreale: i quarantotto Stati continentali sono bagnati dall'Oceano Pacifico a ovest,
dall'Oceano Atlantico a est e a sud-est dal golfo del Messico. I Paesi confinanti sono il Canada a nord e il Messico a sud. L'Alaska è lo
Stato più vasto, mentre le isole non mancano nel Pacifico centrale. Dopo la Russia, il Canada e la Cina gli Stati Uniti hanno il quarto posto
come Paese più esteso del mondo, ma la classifica varia a seconda di come vengono conteggiati i due territori contestati dalla Cina con
l'India e la superficie stessa degli Stati Uniti: il World Factbook della CIA segnala 9 826 630  km²,[40] la Commissione statistica delle
Nazioni Unite fornisce 9 629 091 km²[41] e l'Encyclopædia Britannica 9 522 055 km².[42] Gli Stati Uniti possiedono anche diversi territori
insulari sparsi tra l'Oceano Pacifico (ad esempio Guam) e i Caraibi (compreso Porto Rico, che è legato agli Stati Uniti in un'associazione
chiamata Commonwealth).
Dalla pianura costiera dell'Atlantico spostandosi verso l'interno si incontrano i boschi
decidui e le dolci colline del Piedmont. I monti Appalachi dividono la costa orientale dai
Grandi Laghi e dalle praterie del Midwest. Il fiume Mississippi-Missouri, il quarto
sistema fluviale più lungo del mondo, attraversa da nord verso sud il centro del Paese.
Le piatte e fertili praterie delle Grandi Pianure si estendono a ovest, interrotte da un
altopiano nella regione sud-est. Le Montagne Rocciose al margine occidentale delle
Grandi Pianure si estendono da nord a sud attraverso tutto il Paese, raggiungendo
altitudini superiori ai 4  300 metri in Colorado. Più a ovest si incontrano le rocce del
Gran Bacino e deserti come il Mojave. Le catene montuose della Sierra Nevada e la
Catena delle Cascate si snodano prossimi oramai alla costa del Pacifico. Con i suoi
6  194 metri sul livello del mare il monte Denali in Alaska è la vetta più elevata del
Il monte Denali (Alaska), la vetta più elevata Paese.[43][44] Vulcani attivi sono comuni e presenti in tutta la regione costiera che va
degli Stati Uniti con 6 194 metri sul livello del dall'arcipelago Alessandro alle isole Aleutine, attraversando la penisola di Alaska, oltre
mare
che nell'arcipelago delle Hawaii. Il supervulcano presente nel Parco Nazionale di
Yellowstone nelle Montagne Rocciose è il più grande vulcano presente all'interno della
parte continentale degli Stati Uniti.[45]

Clima
Lo stesso argomento in dettaglio: Clima degli Stati Uniti d'America.

Gli Stati Uniti hanno in comune un clima continentale piuttosto accentuato all'interno, ma data l'enorme estensione del territorio si notano
differenze considerevoli tra le varie parti, specialmente se ci si sposta da nord a sud con l'andamento meridiano dei rilievi che non oppone
ostacoli ai venti freddi del nord che giungono fino nel Texas e a quelli caldi tropicali che giungono dal golfo del Messico oppure se si
considerano le due sponde oceaniche. Le influenze nordiche si fanno sentire anche sulla costa atlantica, lungo la quale scende la fredda
corrente del Labrador che annulla in gran parte l'influenza mitigatrice marina fino all'altezza del capo Hatteras (New York ha medie di
gennaio oscillanti da 0 a −4 °C e medie di luglio da 21 a 25 °C) assieme all'influenza delle correnti occidentali che favoriscono di inverno
le irruzioni anche forti di aria fredda di provenienza continentale-canadese (bufera di neve nota come «blizzard»).[46] Cosicché a est il clima
varia da umido continentale nel nord fino a subtropicale umido a sud, con clima tropicale nella punta meridionale della Florida e nelle
Hawaii.

Procedendo verso ovest il Midwest ha un clima continentale, le Grandi Pianure a ovest hanno generalmente un clima semi-arido, arido nel
Gran Bacino, desertico nel sud-ovest, mediterraneo lungo la costa californiana, temperato umido lungo il golfo del Messico e il sud,
oceanico lungo le costiere di Oregon, Washington e Alaska meridionale (la maggior parte dell'Alaska rientra però nel clima subartico o
polare), infine gran parte delle regioni montane dell'ovest sono caratterizzate da un clima alpino. Fenomeni meteorologici estremi non sono
rari, con le regioni costiere lungo il golfo del Messico soggette al rischio uragani nella stagione autunnale e con le Grandi Pianure soggette
a linee temporalesche e tornado laddove si assiste allo scontro tra masse di aria fredda secche provenienti dalle alte latitudini e masse di aria
caldo umida di provenienza tropicale,[47] oltre alla già citata bufera di neve nel nord della costa est e nel Midwest.

Ambiente
Lo stesso argomento in dettaglio: Foreste nazionali degli Stati Uniti d'America e Parchi nazionali degli Stati Uniti d'America.

L'Earth Overshoot Day (indica a livello illustrativo il giorno nel quale l'umanità consuma interamente le risorse prodotte dal pianeta
nell'intero anno) del Paese è il 15 marzo.[48]

Flora e fauna
Lo stesso argomento in dettaglio: Fauna degli Stati Uniti d'America.

L'ecosistema degli Stati Uniti è molto vario: circa 17 000 specie di piante vascolari sono presenti negli Stati Uniti contigui e nell'Alaska,
oltre a 1 800 specie di piante fiorite situate nelle isole Hawaii, alcune delle quali presenti anche nel continente.[49]

Gli Stati Uniti sono anche la patria di oltre più di 400 specie di mammiferi, 700 specie di uccelli, 500 specie di rettili e anfibi e 90 000
specie di insetti.[50] Sono presenti sessanta parchi nazionali e centinaia di altri parchi, foreste e zone desertiche protette a livello federale.[51]
Nel complesso il governo gestisce il 28,8% del territorio, buona parte del quale è protetta.[52]

Inquinamento

L'inquinamento negli Stati Uniti è sottoposto a controllo da parte di uffici federali come l'Agenzia per la protezione dell'ambiente
(Environmental Protection Agency, EPA).

Gran parte dei rifiuti prodotti dagli Stati Uniti vengono spediti all'estero. Nel 2018, l'81% delle esportazioni statunitensi di rifiuti è stato
spedito in Asia.
Nel 2015 gli Stati Uniti hanno prodotto 262,4 milioni di tonnellate di rifiuti, il 4,5% in più rispetto
al 2010 e il 60% in più rispetto al 1985 secondo i dati ufficiali.[53]

Mentre la Cina decide nel 2018 di cessare l'importazione di rifiuti in plastica per non essere più la
"pattumiera del mondo", l'industria del riciclaggio negli Stati Uniti è perturbata. Il prezzo del
trattamento dei rifiuti sta aumentando considerevolmente e molte città preferiscono incenerire i loro
rifiuti, incidendo sulla qualità dell'aria o sulle discariche a cielo aperto, una delle principali fonti di
emissioni di metano.[53]

Inquinamento atmosferico

Nel 2012 il governo degli Stati Uniti intendeva regolare le emissioni di CO2 dalle centrali elettriche
con il piano Greenhouse Gas New Standard Performance.[54] L'EPA ha segnalato come inquinanti
più di 450 aziende statunitensi.
L'aquila di mare testabianca, simbolo
Inquinamento del suolo degli Stati Uniti sin dal 1782

L'inquinamento del suolo è causato principalmente dai rifiuti solidi urbani. Nell'ambito del
programma Vital Signs (segni vitali) il Worldwatch Institute di Washington ha segnalato che gli Stati Uniti producono 621 000 tonnellate al
giorno di rifiuti solidi urbani non totalmente riciclabili che causano un inquinamento delle acque, portando nella catena alimentare metalli
pesanti come il cadmio, lo stronzio, il nichel e il cromo.

Società

Demografia
Lo stesso argomento in dettaglio: Censimento degli Stati Uniti d'America, Ufficio del censimento degli Stati Uniti d'America e Stati
federati degli Stati Uniti d'America per popolazione.

Sebbene gli abitanti siano molto numerosi la densità di popolazione è di circa 32,45 ab./km², il che
significa che la maggior parte delle terre è scarsamente abitata. I principali nuclei urbani si
concentrano sulla East Coast (la costa atlantica), dove sorgono grandi metropoli come New York,
Boston, Filadelfia, Washington, Atlanta, e Miami; vicino al golfo del Messico come Houston e
Dallas, nella parte continentale sulle rive dei Grandi Laghi, dove sorgono Chicago, Detroit,
Buffalo, Milwaukee e Cleveland; oppure sulla West Coast, con San Diego, Los Angeles, San
Francisco, Portland, Seattle e San Jose. Gli Stati Uniti sono uno dei Paesi con la maggior diversità
etnica e la sua multietnicità è il prodotto di un'immigrazione su larga scala dai più svariati Paesi dei Densità della popolazione. (2000)
diversi continenti.[55]

Nel 2020 l'Ufficio del censimento degli Stati Uniti ha riportato quasi 331,5 milioni di persone, con
un aumento del 7,4% rispetto all'anno 2010, che era di 308,7 milioni di persone. La percentuale di crescita è circa in media con le
percentuali dei decenni precedenti a partire dal 1900.[56] La popolazione è generalmente in crescita, grazie specialmente a una forte
immigrazione, proveniente in buona parte dall'America Latina e dall'Asia orientale. La presenza di immigrati o di loro discendenti diretti è
molto rilevante nella parte sud occidentale del Paese. Più di 37 milioni di cittadini sono nati all'estero e circa 15 milioni di questi sono stati
naturalizzati cittadini statunitensi. Il 6% della popolazione è di origine italiana, costituita dai discendenti degli immigrati arrivati sulle coste
degli Stati Uniti perlopiù dalla seconda metà del XIX secolo fino alla seconda guerra mondiale e provenienti in maggioranza dal
Mezzogiorno, dal Veneto e dal Friuli-Venezia Giulia. Sono circa 18 milioni gli italoamericani (cifra che tuttavia non considerava tutti coloro
che posseggono solo parziale origine italiana e non deducibile dal cognome), ma solo un milione di essi parla o comprende l'italiano.
L'azione positiva (Affirmative Action), una politica a favore dei gruppi minoritari, ha permesso negli ultimi decenni agli appartenenti alle
minoranze etniche un più facile accesso alle università, a molti posti di lavoro che precedentemente erano loro preclusi e a incarichi di
grande responsabilità nel mondo politico e nell'alta finanza.

Immigrazione
Lo stesso argomento in dettaglio: Immigrazione negli Stati Uniti d'America e Politica dell'immigrazione negli Stati Uniti d'America.

L'immigrazione negli Stati Uniti fu sempre molto intensa nel corso della storia, specialmente dall'Europa, tanto che la parte meridionale fu
interessata dall'immigrazione dalla Spagna, tranne la zona della Louisiana che al tempo si estendeva fino al Canada. I primi immigrati nelle
tredici colonie provenivano dal Regno Unito, ma in seguito fu molto forte l'immigrazione dalla Germania dove il numero degli abitanti era
quasi pari a quello degli immigrati britannici, mentre nella zona dello Stato di New York erano presenti immigrati dai Paesi Bassi.
L'immigrazione dalla Francia fu frequente dopo la cessione della Louisiana agli Stati Uniti da parte di Napoleone Bonaparte.
Nell'Ottocento fu enorme l'immigrazione dall'Irlanda e altrettanto forte quella dall'Italia, specie a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento.
L'immigrazione proseguì nel Novecento con l'arrivo di immigrati dai Paesi scandinavi e durante la seconda guerra mondiale di ebrei (circa
6 milioni) specialmente dalla Russia, dalla Polonia e dall'Ungheria.

Etnie e minoranze straniere


Lo stesso argomento in dettaglio: Razze ed etnie degli Stati Uniti d'America.

Le singole voci sono elencate nella Categoria:Gruppi etnici negli Stati Uniti
d'America.

Con più di 331 milioni di abitanti gli Stati Uniti d'America sono il terzo Paese al
mondo per popolazione dopo Cina e India. La zona più popolata del Paese è quella
nordorientale di antica urbanizzazione, ma si sono espanse anche le zone urbane
della costa pacifica, specie in California.

Secondo i dati del censimento 2020, il 61,6% degli americani si identificavano come
bianchi (il dato comprende non solo i bianchi europei, ma molti del 18,7% della
popolazione che si identificano come "ispanici", ovvero gli statunitensi di origine
Gruppi etnici maggioritari nei diversi Stati d'America:
sudamericana, la maggior parte dei quali nel censimento si identificano come
la maggior parte degli Stati ha una maggioranza di
"bianchi"), il 12,4% come neri, il 6,0% come asiatici, il 2,9% come nativi americani,
etnia germanica, prevalentemente di origine
lo 0,2% come nativi hawaiiani o delle isole del Pacifico, l'8,4% come di altre razze, e
anglosassone, tedesca e scandinava
il 10,2% come di razza mista (due o più delle anzidette).[57]
(rispettivamente colori porpora e blu, ma anche
Gli statunitensi di origine europea (ma anche araba e turca) non ispanica, ovvero i rosso, che indica coloro che si identificano
semplicemente come "americani", la maggioranza
bianchi non ispanici (non-Hispanic whites), costituivano all'incirca il 61% della
dei quali di origine inglese coloniale) Legenda delle
popolazione nel 2012, considerevolmente calati e in continuo calo,[58] sia in
maggioranze etniche dei vari Stati:
percentuale sia in numero assoluto[59] rispetto all'89% del 1960.[60][61][62][63]
     Tedesca
     Americana
Secondo il vecchio censimento ufficiale del 2000 i residenti di ascendenza tedesca      Inglese
erano il 12,2%, quelli di origine del Regno Unito il 20,6% (di cui l'11,9% di irlandesi      Irlandese
e l'8,7% di inglesi). I residenti di ascendenza italiana rappresentavano il 5,6% della      Italiana
popolazione totale. Il gruppo comunemente identificato come White Anglo-Saxon      Messicana
     Africana
Protestant (WASP, in italiano Bianco, Anglosassone, Protestante) detiene ancora le
     Giapponese
leve del potere politico ed economico e anche se calato è ancora maggioranza del      Portoricana
Paese.

Nel censimento del 2010 è stato rilevato che il 23% dei bambini sotto i quindici anni
ha genitori bianchi (i bianchi di origine europea, ma anche arabi e turchi, sono
definiti come bianchi non ispanici nel censimento ufficiale, o anche bianchi di origine
non latino-americana),[64] che entro il 2042 sarebbero una minoranza se proseguono
le tendenze migratorie e la bassa natalità tra i bianchi.[65][66] Questa proiezione su un
futuro scenario demografico in cui i bianchi (da sempre ai vertici dei poteri e della
gestione dello Stato) potrebbero essere in netta minoranza ha cominciato a scatenare
forti dibattiti circa l'identità degli Stati Uniti nel futuro prossimo e sull'immigrazione
in entrambi gli schieramenti politici. Per quanto riguarda le origini della popolazione
statunitense (stima del 2018)[67] si calcola che essa abbia le seguenti discendenze
(anche se solo lontane o parziali). 197 181 177[68] sono bianchi non ispanici così
suddivisi:[69]
Mappa più dettagliata che riporta le discendenze
etniche per singole contee

Questo grafico non è al momento disponibile a causa di un problema tecnico temporaneo. Si prega quindi di non rimuoverlo.

Origine dei gruppi etnici degli


Stati Uniti d'America nel 2019
secondo l'US Census Bureau.[70]
██ Bianchi non-ispanici (60,1%)
██ Ispanici (18,5%)
██ Afroamericani (13,4%)
██ Asiatici (5,9%)
██ Multirazziali (2,8%)
██ Nativi americani (2,9%)
██ Nativi delle Hawaii e di altre
isole del Pacifico (0,2%)
Quota della popolazione
Classifica Discendenza Popolazione
totale

1 tedeschi 46 403 053 14,7%

33 526 444 (sette volte la popolazione dell'Irlanda


2 irlandesi 10,6%
stessa)

3 inglesi 24 787 018 7,8%

4 americani[71] 22 746 991 7,2%

5 italiani 17 285 619 5,5%

francesi (inclusi alcuni milioni di franco-


6 10 332 020 3,3%
canadesi)

7 polacchi 9 385 766 3,0%

8 ebrei 7 153 065 2,2%

9 scozzesi 5 409 343 1,7%

10 norvegesi 4 445 030 1,4%

11 olandesi 4 289 116 1,4%

12 svedesi 3 933 024 1,2%

13 scozzesi-irlandesi[72] 3 046 005 1,0%

14 russi 2 843 400 0,9%

15 arabi 1 832 106 0,6%

16 gallesi 1 778 216 0,6%

17 cechi 1 452 344 0,5%

18 ungheresi 1 423 736 0,4%

19 portoghesi 1 372 141 0,4%

20 danesi 1 307 381 0,4%

Circa 42 milioni sono gli afroamericani, compresi i neri ispanici.[73]

Circa 20 milioni di persone sono di origine asiatica, soprattutto:

Classifica Discendenza Popolazione Quota della popolazione totale

1 cinesi 3 852 099 1,2%

2 indiani 3 303 512 1,0%

3 filippini 2 717 844 0,9%

4 vietnamiti 1 710 547 0,5%

5 coreani 1 460 214 0,5%

6 giapponesi 779 637 0,2%

Secondo una stima del 2018 risultavano circa 60 milioni di cittadini statunitensi di origine ispanica[74] (di qualsiasi etnia), in particolare:

Classifica Discendenza Popolazione Quota della popolazione totale


1 messicani 36 986 661 11,3%

2 portoricani 5 791 453 1,8%

3 cubani 2 363 532 0,7%

4 salvadoregni 2 306 774 0,7%

5 dominicani 2 082 857 0,6%

Nel censimento governativo del 2009 gli statunitensi ispanici erano circa 48,5 milioni, con un incremento di quasi 3 milioni di unità in due
anni.[75]

I nativi americani sono circa 9,7 milioni.[76]

Secondo una stima, negli Stati Uniti vive una delle comunità di rom più grandi al mondo, contando circa 1 milione di individui.[77]
L'immigrazione ispanica è la più numerosa, tanto che alcuni Stati come California, Arizona e Texas sono già a maggioranza ispanica
(definiti come «minoranza-maggioranza» nel censimento ufficiale).[78] Va comunque fatto notare che tutti questi Stati del sud-est facevano
parte in passato del primo Impero messicano e prima ancora del Vicereame della Nuova Spagna, oltre ai numerosi ispanici che vi
risiedevano già storicamente,[79][80] ben prima dell'annessione agli Stati Uniti dei territori e dell'immigrazione di massa. Alcuni di essi
vengono definiti "Hispanos" e sono discendenti degli originali colonizzatori spagnoli quali i tejanos, i callifornios, i neomessicani e i
floridianos di cui 10 milioni di americani hanno tali origini. È stato inoltre calcolato che negli Stati Uniti vivano approssimativamente 12
milioni di clandestini (unauthorized immigrants), principalmente messicani, salvadoregni, guatemaltechi e filippini.[81]

Religione
Lo stesso argomento in dettaglio: Religioni negli Stati Uniti d'America.

Dati aggiornati al 2021:[82]

cristiani: 63%[82]

protestanti: 40%[82]
cattolici: 21%[82]
altri cristiani: 2%[82]
nessuna religione 29%[82]
ebrei: 1%[82]
buddhisti: 1%[82]
Confessione religiosa di maggioranza relativa nei
musulmani: 1%[82] singoli Stati
altre religioni: 3%[82]
nessuna risposta: 2%[82]

Gli Stati Uniti sono contraddistinti da un tanto forte quanto variegato spirito
religioso che si spiega facendo riferimento alla storia e alla costituzione
materiale del Paese.

Il cristianesimo è presente in tutte le sue grandi derivazioni: in maggioranza


protestanti, seguiti dai cattolici, mormoni (i quali sono una piccola minoranza a
livello federale, ma costituiscono la maggioranza della popolazione nello stato
dello Utah) e cristiani ortodossi.

Le confessioni protestanti di maggiore tradizione sono quelle della corrente


calvinista-riformata (presbiteriana, congregazionalista, nonché i battisti) e gli
episcopali, questi ultimi ramo statunitense dell'anglicanesimo, cui
tradizionalmente fanno riferimento le classi alte. Le confessioni protestanti più
diffuse sono nell'ordine la battista, la metodista, la luterana, la presbiteriana,
oltre a una miriade di Chiese evangeliche, pentecostali e indipendenti. La
singola Chiesa più diffusa è quella cattolica, presente fin dall'epoca coloniale,
soprattutto nel Maryland: uno dei primi governatori dello Stato era Charles Il tempio di Salt Lake City (Utah) è il più noto edificio
Carroll (che nel 1776 fu tra i firmatari della Dichiarazione di indipendenza) era religioso della Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi
fratello del primo vescovo cattolico degli Stati Uniti. I cattolici statunitensi (in giorni (Chiesa mormone) e simbolo dello sviluppo di nuove
prevalenza bianchi ed europei) hanno tuttavia visto rafforzare la loro presenza religioni negli Stati Uniti
grazie all'immigrazione ispanica degli ultimi trent'anni.[83] Vi sono anche
presenze ebraiche, islamiche, buddiste, induiste, sikh, e altre.[83][84]

Negli ultimi decenni del XX secolo si sviluppò il fenomeno delle Chiese evangeliche televisive, guidate dai cosiddetti "telepredicatori"
della Christian Coalition, tra i quali vanno ricordati William M. Branham, Billy Graham, Pat Robertson e Jerry Falwell, animatori della
destra cristiana, fondamentale per le vittorie elettorali di Ronald Reagan nel 1980 e nel 1984, nonché per quelle di George W. Bush nel
2000 e nel 2004 e va ricordato anche il controverso telepredicatore Benny Hinn. Parallelamente, crebbero le cosiddette megachurch, grandi
chiese evangeliche non-denominazionali come la Lakewood Church di Joel Osteen a Houston (Texas), che era la più grande chiesa degli
Stati Uniti con più di 45 000 fedeli, seguita dalla Crystal Cathedral di Los Angeles, appartenente alla Chiesa calvinista e che disponeva di
2 736 posti a sedere (situata nei pressi di Disneyland, commissionata nel 1980 dal telepredicatore Robert Schuller). Si è trattato di fenomeni
spesso effimeri: per esempio la Crystal Cathedral fallì nel 2010 e l'edificio venne venduto alla Chiesa cattolica, per essere riaperto nel 2019
come "Cattedrale di Cristo".
Spesso la religione è dietro a molte questioni e controversie politiche riguardanti il razzismo (il movimento per la desegregazione dei neri
era guidato da Martin Luther King, un pastore protestante), il pacifismo (la stessa guerra in Iraq ha diviso il panorama religioso tra
favorevoli e contrari), la pena di morte (sostenuta dalle Chiese protestanti di stampo evangelicale e fermamente contestata dai cattolici), la
bioetica, l'omosessualità, l'insegnamento della teoria dell'evoluzione delle specie e il neodarwinismo.

Lingue
Lo stesso argomento in dettaglio: Lingue degli Stati Uniti d'America.

Anche se gli Stati Uniti d'America non hanno mai adottato una lingua ufficiale, l'inglese è di fatto la lingua nazionale. Secondo un dato del
2003, circa 215 milioni, ossia l'82% della popolazione in età scolare, ha come lingua madre l'inglese.[85] Oltre all'inglese, le lingue più
diffuse secondo il censimento del 2000 sono: lo spagnolo, utilizzato regolarmente da 28 milioni di abitanti; il cinese (2 milioni); il francese
(1,6 milioni, comprendendo il creolo-francese 1,9 milioni); il tedesco (1,4 milioni); il tagalog (1,2 milioni); il vietnamita (1,1 milioni);
l'italiano (1 milione). Le lingue autoctone e inuit sono parlate da meno dello 0,5% della popolazione. Tra queste la più parlata è il navajo,
con circa 180 000 persone che lo parlano oltre all'inglese.[86][87]

L'inglese è adottato in tutti gli atti pubblici formali, ma non è ufficiale a livello federale. È ufficiale in trentadue dei cinquanta Stati
dell'Unione. Oltre all'inglese alcuni Stati hanno come lingua ufficiale un altro idioma: nelle Hawaii l'hawaiiano, in Alaska venti lingue
native americane e nel Dakota del Sud il sioux. Con uno status speciale, ma non ufficiale, è il francese in Louisiana e nel Maine e lo
spagnolo nel Nuovo Messico. Il 18 maggio 2006 il Senato ha approvato una risoluzione proposta dal repubblicano James Inhofe, con cui si
stabilisce che l'inglese è la lingua «comune e unificatrice degli Stati Uniti». Per entrare in vigore deve però essere votata anche dalla
Camera dei Rappresentanti e approvata dal presidente in carica, che ha il diritto di veto.

Stato sociale
Lo stesso argomento in dettaglio: Stato sociale negli Stati Uniti d'America.

Istruzione
Lo stesso argomento in dettaglio: Istruzione negli Stati Uniti d'America.

Università

La più antica istituzione universitaria degli Stati Uniti d'America risale all'8 settembre 1636 con la fondazione dell'Università di Harvard,
che prende il nome da un suo benefattore inglese, il pastore protestante John Harvard. Oggi questa università privata è una delle più
prestigiose a livello internazionale.

Sistema sanitario
Lo stesso argomento in dettaglio: Sistema sanitario degli Stati Uniti d'America.

Sistema giudiziario
Lo stesso argomento in dettaglio: Costituzione degli Stati Uniti d'America, Diritto degli Stati Uniti d'America e Pena di morte negli
Stati Uniti d'America.

Diritti umani
Lo stesso argomento in dettaglio: Diritti umani negli Stati Uniti d'America e Diritti LGBT negli Stati Uniti d'America.

Condizione della donna


Lo stesso argomento in dettaglio: Femminismo negli Stati Uniti d'America.

Ordinamento dello Stato


Lo stesso argomento in dettaglio: Sistema politico degli Stati Uniti d'America e Governo federale degli Stati Uniti d'America.

Il sistema politico degli Stati Uniti comprende il sistema federale che unisce gli Stati e il sistema di ciascuno Stato. Nonostante la possibilità
teorica di ampia indipendenza gli Stati tendono ad assomigliarsi nei sistemi di governo e generalmente sono basati sul sistema federale con
un capo dello Stato (il presidente degli Stati Uniti o il governatore di ciascun Stato), un'assemblea legislativa (di solito bicamerale con un
Senato e una Camera dei Rappresentanti – House o House of Representatives) e un sistema di
giudici e tribunali, federali e statali, ciascuno con una propria giurisdizione. Il rapporto fra il
governo federale e gli Stati è regolato dalla Costituzione, interpretata dalla Corte suprema. Per
Costituzione il governo federale ha il solo potere di regolare il commercio fra gli Stati, di proteggere
i diritti dei cittadini e di difendere il Paese. Di fatto e con l'avallo della Corte suprema col tempo ha
acquisito grandi poteri, che esercita attraverso organismi federali i quali, ad esempio, regolamentano
la circolazione delle droghe o la cattura dei criminali, ma anche l'educazione e i diritti dei disabili.

Ogni Stato elegge al congresso due senatori e un numero di rappresentanti proporzionale alla
popolazione (almeno uno), un sistema che offre un maggiore peso agli Stati più piccoli. Il sistema La Casa Bianca, residenza del
politico statunitense è bipolare e assegna il potere a chi ha ricevuto più voti tra i due partiti presidente degli Stati Uniti
maggiori, il Partito Democratico (di centro e di tendenze progressiste) e il Partito Repubblicano (di
destra e di tendenze conservatrici).

L'elezione del presidente avviene ogni quattro anni, il primo martedì dopo il primo lunedì di
novembre. L'elezione del presidente avviene in modo indiretto, in quanto i cittadini eleggono i
grandi elettori che a loro volta si riuniscono ed eleggono il presidente. Ogni Stato possiede un
numero di grandi elettori pari al numero di deputati e di senatori che lo Stato esprime. Con rare
eccezioni in ciascuno Stato i grandi elettori vengono assegnati alla lista che prende il maggior
numero di voti («the winner takes all»). Il meccanismo elettorale spinge i candidati a concentrare i
Il Campidoglio, la sede ufficiale dei
propri sforzi per ottenere i voti di pochi decisivi Stati nei quali il risultato è incerto, trascurando
due rami del Congresso degli Stati
invece gli Stati nei quali con ragionevole certezza il risultato finale è scontato. La scelta del Uniti
candidato alla presidenza avviene attraverso elezioni primarie che avvengono nel corso di diverse
settimane, secondo un calendario che rispecchia la tradizione e vede nell'Iowa e nel New
Hampshire i primi Stati interessati da questo tipo di voto.

Se il presidente si rifiuta di firmare una legge (ponendo il suo diritto di "veto"), maggioranze
di due terzi sia nella Camera sia nel Senato possono approvare una legge senza la firma del
presidente, superandone il "veto". Talvolta le leggi passate dal Senato e dalla Camera sono
diverse e in tal caso un comitato formato da senatori e rappresentanti («conference
committee») si riunisce per cercare un compromesso accettabile per entrambe le camere:
compromesso che spesso esprime più le preferenze del comitato che delle due camere.
Ciononostante molto spesso le leggi vengono approvate comunque. In tali battaglie politiche
spesso il conflitto non è a viso aperto: infatti spesso il presidente firma una legge approvata
dai due terzi di ciascuna delle due camere («a veto-proof majority») pur dichiarandosi Palazzo della Corte Suprema degli Stati
contrario. Uniti d'America

Per quanto riguarda la Costituzione può essere emendata mediante due procedure:
La super-maggioranza al Senato
con la prima il Congresso con l'approvazione di due terzi di ciascuna delle
camere propone agli Stati l'emendamento in questione; Nel Senato per oltre un secolo una
con la seconda (che non è stata mai applicata) il Congresso dietro richiesta maggioranza di tre quinti era necessaria per
delle assemblee legislative di due terzi degli Stati convoca una convenzione porre fine al dibattito: questo permette a una
nazionale per discutere e presentare l'emendamento. A questo punto in sostanziale minoranza di bloccare leggi
entrambi i casi è necessario che tre quarti degli Stati approvino particolarmente sfavorevoli con un processo
l'emendamento. Questa approvazione può essere opera dell'assemblea chiamato «filibuster». Con la cosiddetta
legislativa dello Stato o di un'apposita convenzione. Tranne in un caso, opzione nucleare una serie di modifiche
l'approvazione degli emendamenti è sempre stata opera delle assemblee regolamentari hanno limitato l'operatività di
legislative degli stati. questa regola: l'abbassamento della
supermaggioranza fu statuito nel 113º
Vari emendamenti si sono succeduti nella storia statunitense. Sono famose le modifiche Congresso per le proposte presidenziali di
dopo la guerra civile intese a proibire la schiavitù. nomine alle Corti inferiori e nel 115º
Congresso degli Stati Uniti d'America la nuova
Clamoroso fu il XVIII emendamento, che proibì il consumo dell'alcol: esso fu maggioranza repubblicana al Senato ha
successivamente abrogato dal XXI, emendamento che è stato l'unico a essere approvato abbassato la maggioranza anche per le
mediante convenzioni statali e l'unico ad abrogare un precedente emendamento (lo stesso proposte presidenziali alla Corte suprema,
XVIII). consentendo la nomina del giudice Neil M.
Gorsuch.

Costituzione
La Costituzione degli Stati Uniti d'America, la più antica ancora in vigore, fu completata nel 1787 e ratificata nel 1789.

Suddivisioni amministrative
Lo stesso argomento in dettaglio: Suddivisioni degli Stati Uniti d'America.

Stati federati
Lo stesso argomento in dettaglio: Stati federati degli Stati Uniti d'America.

In origine la Dichiarazione di indipendenza fu firmata da tredici dei cinquanta Stati che avrebbero poi costituito i moderni Stati Uniti
insieme al distretto federale di Columbia (la data fra parentesi nell'elenco sottostante indica l'epoca della loro entrata nella federazione):

 Alabama (1819)  Dakota del  Nebraska (1867)


 Rhode Island
 Alaska (1959) Sud (1889)  Nevada (1864)
 Kentucky (1792) (1788)
 Arizona (1912)  Delaware  New Hampshire
 Louisiana (1812)  Tennessee
 Arkansas (1836) (1787) (1788)
 Maine (1820) (1796)
 Florida (1845)  New Jersey
 California  Maryland (1788)  Texas (1845)
(1850)  Georgia (1787)
 Massachusetts  Utah (1896)
(1788)  New York (1788)
 Carolina del (1788)  Vermont (1791)
Nord (1788)  Hawaii (1959)  Nuovo Messico
 Idaho (1890)  Michigan (1837) (1912)  Virginia (1788)
 Carolina del
 Minnesota (1858)  Virginia
Sud (1788)  Illinois (1818)  Ohio (1803)
 Mississippi Occidentale (1863)
 Colorado (1876)  Indiana  Oklahoma
(1817)  Washington
 Connecticut (1816) (1907)
 Missouri (1821) (1889)
(1788)  Iowa (1846)  Oregon (1859)
 Montana (1889)  Wisconsin (1848)
 Dakota del Nord  Kansas  Pennsylvania
 Wyoming (1890)
(1889) (1861) (1787)

Un distretto separato sotto la diretta autorità del Congresso è il  Distretto di Columbia, ossia Washington, che è anche la capitale della
federazione.

Inoltre ci sono anche alcuni territori esterni che dipendono dagli Stati Uniti:

 Samoa Americane Isole minori esterne degli Stati Uniti d'America


 Porto Rico
 Atollo Johnston
 Isole Vergini Americane
Kingman Reef (disabitato)
 Guam  Midway
 Isole Marianne Settentrionali
 Navassa (disabitata)
Isola Howland (disabitata)
 Palmyra
Isola Baker (disabitata)
Isola Jarvis (disabitata)
 Isola di Wake
Mappa degli Stati federati che compongono gli Stati Uniti d'America

Contee
Lo stesso argomento in dettaglio: Governo locale degli Stati Uniti d'America, Contee degli Stati Uniti d'America e Comuni degli
Stati Uniti d'America.

Il secondo livello amministrativo è generalmente quello delle contee. I cinquanta Stati sono suddivisi in 3  141 contee o entità
amministrative assimilabili a esse. Il rapporto tra Stati, contee e livelli amministrativi inferiori è regolato in modo autonomo nei diversi Stati
dalla Costituzione di ognuno di essi.

Città principali
Lo stesso argomento in dettaglio: Città degli Stati Uniti d'America per popolazione e Aree metropolitane degli Stati Uniti d'America.

Pur con importanti differenze nei diversi Stati il terzo livello amministrativo è solitamente quello delle città (city e borough). Una città
occupa in genere una parte del territorio di una contea, ma vi possono essere "città indipendenti" il cui territorio non è compreso in alcuna
contea o le «consolidated city-county», cioè città il cui territorio si sovrappone completamente a quello della contea di appartenenza. Un
caso unico è invece quello della città di New York, il cui territorio copre cinque diverse contee (rappresentate dai cinque quartieri detti
«borough»). I centri urbani maggiori sono tuttavia ben più estesi dei loro confini cittadini e vengono identificati da un'area metropolitana.
Le aree metropolitane censite dall'Ufficio del censimento degli Stati Uniti sono 363. Esse comunque non costituiscono un'entità
amministrativa, ma hanno una funzione esclusivamente statistica. Nel 2008 l'83,6% della popolazione viveva in un'area metropolitana.[88]
Dall'anno 2000 la maggiore crescita demografica si è registrata soprattutto nelle città del sud (la cosiddetta «Sun Belt»), in particolare nelle
aree metropolitane di Dallas, Houston, Phoenix, Miami e Atlanta, oltre alla California Meridionale.[89]

New York
Principali città degli Stati Uniti d'America[90]
Città Popolazione Area metropolitana
New York (New York) 8 336 697 – (1ª) 18 897 109 – (1ª)

Los Angeles (California) 3 857 799 – (2ª) 12 828 837 – (2ª)

Chicago (Illinois) 2 853 114 – (3ª) 9 461 105 – (3ª)

Houston (Texas) 2 160 821 – (4ª) 6 177 035 – (5ª)


Los Angeles
Filadelfia (Pennsylvania) 1 547 607 – (5ª) 5 965 343 – (6ª)

Phoenix (Arizona) 1 488 750 – (6ª) 4 263 236 – (14ª)

San Antonio (Texas) 1 382 951 – (7ª) 2 194 927 – (26ª)

San Diego (California) 1 338 348 – (8ª) 3 095 313 – (17ª)

Dallas (Texas) 1 241 162 – (9ª) 6 700 991 – (4ª)

San Jose (California) 948 279 – (10ª) 1 819 198 – (31ª)

San Francisco (California) 825 863 – (14ª) 4 335 391 – (11ª)

Boston (Massachusetts) 636 429 – (21ª) 4 591 112 – (10ª)

Seattle (Washington) 634 535 – (22ª) 3 905 026 – (15ª)

Denver (Colorado) 634 265 – (23ª) 2 599 504 – (21ª)

Washington (Distretto di Columbia) 632 323 – (24ª) 5 703 948 – (9ª)

Istituzioni, enti e associazioni

Forze di polizia
Lo stesso argomento in dettaglio: Forze di polizia degli Stati Uniti.

Negli Stati Uniti vi sono forze di polizia in ambito federale, statale, di contea e di città. Le agenzie federali con competenza in tutto il
territorio nazionale sono:

Federal Bureau of Investigation (FBI)


United States Marshals Service (USMS)
Drug Enforcement Administration (DEA)
United States Secret Service (USSS)
Naval Criminal Investigative Service (NCIS)

Ogni Stato ha poi una polizia, mentre nelle contee la giurisdizione è dello sceriffo. Nelle città vi sono i dipartimenti di polizia e i più
conosciuti sono: Los Angeles Police Department, Chicago Police Department, New York City Police Department e Miami-Dade Police
Department.

Forze armate
Lo stesso argomento in dettaglio: Forze armate degli Stati Uniti d'America.

Con la caduta dell'Unione Sovietica nel 1990-1991 gli Stati Uniti sono rimasti l'unica superpotenza
globale o iperpotenza, nonostante i notevoli tagli di fondi destinati al settore della difesa. Nel corso
degli anni (in particolar modo dopo la fine della seconda guerra mondiale), grazie alla ricerca di una
sempre maggiore efficienza e superiorità tecnologica (piuttosto che numerica) nei confronti dei
potenziali nemici, le forze armate statunitensi hanno raggiunto una capacità operativa molto elevata.
I corpi militari sono così suddivisi:

United States Navy (USN): unica marina militare al mondo dotata di undici Il Pentagono, quartier generale del
"superportaerei" (più decine di sottomarini nucleari e vari tipi di navi da battaglia) in Dipartimento della Difesa degli Stati
grado di "proiettare" il potenziale militare statunitense in qualsiasi parte del globo in Uniti
pochi giorni. Questo corpo ha anche un servizio investigativo: il Naval Criminal
Investigative Service (NCIS)
United States Army (USA): l'esercito, composto da più di un milione di soldati bene addestrati e dotati di armi ed
equipaggiamenti tecnologicamente avanzati;
United States Air Force (USAF): l'aviazione militare, dotata di migliaia di aerei ed elicotteri, unica al mondo a essere
dotata di aeromobili con tecnologia "furtiva";
United States Marine Corps (USMC): corpo militare elitario gestito come una piccola
forza armata a sé stante e con navi dedicate, fanteria sbarcabile e una propria forza
aerea di appoggio. Il Corpo dei marines dispone di una “forza di intervento rapido” in
grado di raggiungere in poche ore qualsiasi punto del globo terrestre;
United States Reserve (USAR): riserva militare, corpo composto da cittadini civili che
in caso di necessità possono essere richiamati in servizio.
United States National Guard (USNG): guardia nazionale, una branca dell'esercito
principalmente indicata per agire in situazioni di crisi interna al Paese.
La portaerei USS Ronald Reagan
Il presidente detiene il titolo di comandante in capo della forze armate e nomina i suoi capi, il
Segretario della Difesa e i comandi congiunti del personale. Il Dipartimento della difesa gestisce le
forze armate, compresi esercito, marina, Corpo dei marines, e l'Air Force. La guardia costiera è
gestita dal Dipartimento di sicurezza della patria in tempo di pace e dal Dipartimento della marina in
tempo di guerra. Nel 2011 i militari erano 1,43 milioni di personale in servizio attivo,[91] insieme a
diverse centinaia di migliaia di riserva, oltre alla guardia nazionale, per un totale di 2,3 milioni di
soldati. Il Dipartimento della difesa impiega inoltre circa 700 000 civili.

Il servizio militare è volontario, anche se la coscrizione può verificarsi in tempo di guerra. Le forze
statunitensi possono essere impiegate rapidamente grazie alla grande flotta di aerei da trasporto e
aerei cisterna di rifornimento dell'Air Force, oltre alle undici portaerei attive nelle flotte dislocate
nell'Oceano Atlantico e Pacifico. Al di fuori degli Stati Uniti i militari statunitensi sono schierati su
770 basi e strutture presenti in ogni continente tranne l'Antartide.[92] La spesa totale in campo M1 Abrams in Iraq
militare nel 2006 ammontava a più di 528 miliardi di dollari, cioè quasi il 46% della spesa militare
globale. La spesa pro capite è di 1 967 dollari, circa dieci volte la media mondiale.[93] Nel 2010 la
spesa militare statunitense è stata pari al 4,60% del PIL.[94]

Servizi segreti
Lo stesso argomento in dettaglio: CIA.

Bandiera
Lo stesso argomento in dettaglio: Bandiera degli Stati Uniti d'America.

La Bandiera degli Stati Uniti d'America, in inglese conosciuta come Stars and Stripes ("Stelle e Strisce") , è composta da sei strisce
bianche e sette rosse, che rappresentano le tredici colonie inglesi che si ribellarono e con la Rivoluzione Americana diedero vita agli Stati
Uniti e un riquadro di 50 stelle bianche su sfondo blu, che rappresentano gli Stati che formano gli USA (48 contingui più l'Alaska e le
Hawaii).

Politica
Lo stesso argomento in dettaglio: Sistema politico degli Stati Uniti d'America.

Politica interna
Lo stesso argomento in dettaglio: Diritti umani negli Stati Uniti d'America e Razzismo negli Stati Uniti d'America.

Politica estera
Lo stesso argomento in dettaglio: Barriera di separazione tra Stati Uniti d'America e Messico.

Gli Stati Uniti esercitano a livello globale una grande influenza economica, politica e militare. Sono membro permanente delle Nazioni
Unite e del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, e la città di New York ospita la sede dell'ONU. Quasi tutti i Paesi hanno ambasciate
a Washington e numerosi consolati sono presenti in tutto il Paese. Allo stesso modo quasi tutte le nazioni ospitano missioni diplomatiche
statunitensi, ma Iran, Corea del Nord, Bhutan, Sudan e Taiwan non hanno formali relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti.

Gli uomini del governo degli Stati Uniti percepiscono le minacce poste dai governanti di alcuni di questi Stati come una giustificazione per
le proprie iniziative militari e di politica estera, come nel caso dei programmi per il missile anti-balistico, iniziative fondate sul timore che
questi Stati non sarebbero (nell'infausta ipotesi di aggressione) dissuasi dalla cosiddetta distruzione mutua assicurata. Di conseguenza si
giustifica l'adozione nei confronti di questi Stati di misure di difesa preventiva,[95] regolamentata dalla Strategia di difesa nazionale
(National Defense Strategy).[96][97]
Gli Stati Uniti godono di un rapporto speciale con il Regno Unito e mantengono forti legami con Australia, Nuova Zelanda, Giappone,
Israele, e tutti i membri della NATO. Lavorano inoltre a stretto contatto con i vicini continentali tramite l'Organizzazione degli Stati
americani e accordi di libero scambio come il NAFTA con Canada e Messico. Nel 2005 gli Stati Uniti hanno speso 27 miliardi di dollari in
aiuti pubblici allo sviluppo, il maggior Paese contributore del mondo. Tuttavia relativamente al reddito interno lordo gli Stati Uniti
contribuiscono con il 0,22%, classificandosi al ventesimo posto tra i ventidue principali Stati donatori.

Enti non governativi come fondazioni private, imprese e istituzioni religiose donano 96 miliardi di dollari e il totale complessivo sale così a
123 miliardi di $, il settimo in percentuale del reddito interno lordo.[98] Sotto il profilo politico ed economico gli Stati Uniti sono stati tacciati
di imperialismo culturale verso i paesi latino-americani e secondo alcuni verso l'intero mondo occidentale a partire dall'Ottocento (vedi
imperialismo statunitense).

Gli Stati Uniti non aderiscono al Protocollo di Kyoto. Gli Stati Uniti d'America sono (ottobre 2017) tra i firmatari che non hanno ratificato
il trattato istitutivo dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale.

Politica economica
Lo stesso argomento in dettaglio: Economia degli Stati Uniti.

La politica economica degli Stati Uniti è caratterizzata dagli anni '90 da un alternarsi di ricette liberiste, neo-liberiste e progressiste, in
relazione al presidente in carica e alla contingenza geo-politica. Durante il Fifth party system (1933 - 1980), l'indirizzo economico era di
tipo repubblicano, keynesiano e parzialmente socialdemocratico.

Sistema tributario
Lo stesso argomento in dettaglio: Sistema tributario degli Stati Uniti d'America e Income tax (Stati Uniti d'America).

Il sistema tributario degli Stati Uniti d'America impone vari tipi di tributi (sui redditi, sulla vendita di beni e servizi, sui salari, sulla
proprietà, etc.) a livello federale, statale e locale. Tali tributi sono principalmente regolati dal Capitolo 26 (Title 26, noto anche come
Internal Revenue Code) dello United States Code. L'Internal Revenue Service (o IRS) è l'agenzia federale incaricata dell'imposizione
fiscale e della riscossione delle accise.

Economia
Lo stesso argomento in dettaglio: Economia degli Stati Uniti e Federal Reserve.

Gli Stati Uniti hanno un sistema economico capitalista di tipo misto con un grande contributo delle
imprese private nelle decisioni microeconomiche, regolate però dalle scelte del governo.
Caratterizzata da alta produttività, alimentata da abbondanti risorse naturali e da una sviluppata rete
di infrastrutture e che secondo il Fondo monetario internazionale, l'economia degli Stati Uniti
genera un PIL annuale di 16 245 miliardi di dollari, che costituisce il 22% del prodotto interno lordo
mondiale ai prezzi di mercato e quasi il 20% del prodotto mondiale lordo a parità di potere
d'acquisto (PPA).[7] È la più grande economia statuale del pianeta in termini di PIL (nominale) con
circa lo stesso PIL combinato di tutti i Paesi dell'Unione europea a PPA generato nel 2012. Il PIL
pro capite è il decimo in termini nominali e il sesto in termini di PPA.[7] Gli Stati Uniti sono il più
Wall Street, dove trova sede il New grande importatore di merci e il terzo maggiore esportatore, anche se le esportazioni pro capite sono
York Stock Exchange, maggiore relativamente basse. Canada, Cina, Messico, Giappone e Germania sono i principali partner
borsa valori del mondo commerciali.[99] Le principali merci di esportazione sono macchinari elettrici, mentre i veicoli
costituiscono la principale voce delle importazioni.[100]

Il settore privato costituisce la maggior parte dell'economia, mentre le attività governative


partecipano al 12,4% del PIL. L'economia è prevalentemente postindustriale, con il settore dei
servizi che contribuisce al 67,8% del PIL.[101] Il principale settore in termini di giro di affari è quello
del commercio all'ingrosso e al dettaglio, ma in termini di reddito netto è quello della finanza e
assicurazioni.[102] Gli Stati Uniti hanno avuto un collasso economico a partire dal 2008 e con loro
anche gran parte delle nazioni del pianeta. Al settembre 2012 il debito estero ammontava a 16 000
miliardi di dollari, il più alto del mondo, ma nel 2013 gli Stati Uniti hanno registrato un'ottima
ripresa economica: infatti dal dicembre 2013 si è registrato il minore tasso di disoccupazione al
mondo e la creazione di nuovi posti di lavoro grazie all'apertura di nuove aziende o fabbriche per i
disoccupati oltre che un notevole aumento del PIL e un forte aumento del turismo. Gli Stati Uniti
Banconota da un dollaro sono la prima superpotenza economica mondiale e industriale con produzioni nell'industria chimica,
statunitense, la moneta ufficiale del nell'industria nucleare, nell'industria elettrica e nell'industria informatica, oltre che in tutta l'industria
Paese sin dal 1792
tecnologica e nel settore della ricerca, tanto da detenere il primato nel settore e in tutti i vari tipi di
manifatturiera.[103]
Il New York Stock Exchange è la più grande borsa valori del mondo.[104]

Risorse

Petrolio

Gli Stati Uniti sono il terzo più grande produttore di petrolio del mondo, così come il più grande importatore di questa materia
prima.[105][106][107]

Acqua e altri minerali

È al primo posto nella produzione di energia elettrica e nucleare, nell'estrazione di gas naturale, zolfo, fosfati e sale.

Agricoltura

Sebbene l'agricoltura rappresenti meno dell'1% del PIL, gli Stati Uniti sono i maggiori produttori mondiali di mais[108] e soia.[109]

Industria

Nel 2005 la forza lavoro retribuita era pari a 155 milioni di persone, di cui l'80% a tempo pieno.[110] Secondo stime del 2009 la
maggioranza della forza lavoro, ossia il 77% del totale, era impiegata nel settore dei servizi.[40]

Grazie alla ricchezza di risorse minerarie gli Stati Uniti sono un Paese autosufficiente per quanto riguarda la maggior parte delle materie
prime. I principali centri dell'industria meccanica sono Chicago e Detroit. In California oltre all'industria cinematografica di Hollywood si
trova un'alta concentrazione di aziende specializzate nel comparto delle nuove tecnologie e dell'informatica.

Servizi

Insieme alla Cina e al Sudafrica gli Stati Uniti sono le sole nazioni industrializzate a non avere una copertura sanitaria universale; questo è
causa di un forte dibattito negli Stati Uniti sulla possibilità di ampliare a tutti le cure sanitarie.

Il 25 marzo 2010 il presidente Barack Obama ha firmato la legge della riforma sanitaria: l'aumento del numero di persone tutelate dal
sistema sanitario (32 milioni in più), la diminuzione della spesa governativa per la sanità (pari al 4% del pil nel 2007, il doppio della media
delle nazioni facenti parte dell'OCSE). Inoltre si stima come la metà delle bancarotte individuali siano cagionate da spese mediche
improvvise e non coperte da tutela assicurativa: tale fenomeno dovrebbe pertanto subire un decremento.

Con circa 15,5 milioni di persone il settore dell'assistenza sanitaria e assistenza sociale rappresentava il principale settore di
occupazione.[111] Circa il 12% dei lavoratori è sindacalizzato, contro il 30% dell'Europa occidentale.[112] La Banca Mondiale classifica gli
Stati Uniti al primo posto per facilità nell'assunzione dei lavoratori.[113] Tra il 1973 e il 2003 le ore lavorative medie per un lavoratore
statunitense sono cresciute di 199 ore,[114] pertanto gli Stati Uniti mantengono la più alta produttività del lavoro del mondo, anche se non in
termini di produttività per ora lavorata come fino ai primi anni novanta: i lavoratori di Norvegia, Francia, Belgio e Lussemburgo si trovano
meglio piazzati in questo indicatore.[115] Rispetto all'Europa negli Stati Uniti le tasse su proprietà e reddito delle società sono in genere più
elevate, mentre il lavoro sconta in genere aliquote fiscali più basse.[116]

Reddito e sviluppo umano

Secondo il Censimento degli Stati Uniti il reddito medio lordo delle famiglie statunitensi nel 2007 è
stato di 50 233 dollari, con medie che variano dai 68 080 dollari nel Maryland ai 36 338 dollari del
Mississippi. A parità di potere di acquisto la media è simile ai quella delle maggiori nazioni
sviluppate. Dopo essere scesi bruscamente durante la metà del XX secolo i tassi di povertà si sono
stabilizzati dai primi anni settanta, ma sono decisamente aumentati dalla fine degli anni novanta e la
povertà affligge oltre il 30% della popolazione. Lo Stato sociale è ormai tra i più austeri nel mondo
sviluppato, ma mentre esso tutela e riduce la fascia debole tra la popolazione anziana,[117] in
proporzione poco è fatto per la fascia più giovane.[118] Uno studio 2007 dell'UNICEF sul benessere
Manhattan, simbolo della potenza
dei bambini tra le ventuno nazioni più industrializzate ha posto gli Stati Uniti tra gli ultimi posti.[119] economica statunitense

Nonostante i forti aumenti di produttività, la bassa disoccupazione e la bassa inflazione, gli


incrementi di reddito a partire dagli anni ottanta hanno avuto una crescita lenta rispetto ai precedenti
decenni, oltre a essere stati meno ampiamente condivisi, e accompagnati da una maggiore insicurezza economica.
Tra il 1947 e il 1979 il reddito medio è aumentato di oltre l'80% nell'insieme di tutte le classi di
reddito, con i redditi più bassi cresciuti a un ritmo più elevato rispetto a quelli elevati.[120][121] Il
reddito familiare medio è aumentato dal 1980[122] in gran parte a causa di un doppio reddito
all'interno delle famiglie, della riduzione del divario tra i sessi e per il maggior numero di ore
lavorate, ma la crescita è stata più lenta e maggiormente concentrata nei redditi più
elevati.[120][123][124][125] Di conseguenza i redditi di gran lunga più elevati, che corrispondono all'1%
dei redditi, hanno generato il 21,8% del reddito totale prodotto nel Paese nel 2005, cifra che è più
che raddoppiata dal 1980,[126] rendendo gli Stati Uniti uno dei Paesi con la maggiore disparità di
reddito tra nazioni sviluppate.[127][128] La ricchezza come reddito è estremamente concentrata: il
10% della popolazione è la fascia più ricca e possiede il 69,8% della ricchezza del Paese, la
seconda quota più elevata tra le nazioni sviluppate.[129] L'1% posto al vertice possiede il 33,4% del
patrimonio netto.[130]

Secondo le statistiche del 2012 il 24% degli statunitensi è ricco (ha cioè un reddito superiore ai
200 000 dollari annui), il 61% appartiene al ceto medio (ha un reddito che oscilla tra i 199 999 e i
28 000 dollari) e il 15% è povero (cioè guadagna in un anno meno di 28 000 dollari). La povertà
colpisce soprattutto una parte degli afroamericani e gli immigrati arrivati da poco (messicano-
statunitensi, albanesi, slavi arrivati dopo il crollo del muro di Berlino e arabi). Nel corso degli anni il
Dimostrante di Occupy Wall Street
governo ha dato vita a numerose iniziative e strutture nel campo della solidarietà sociale, la più
che protesta contro la forte disparità
importante delle quali è la Corporation for National and Community Service (CNCS), un'agenzia economica indicando di far parte
governativa nella quale a cominciare dal 1993 sono confluite attraverso un complesso processo di della popolazione con basso reddito
progressivo accorpamento numerose e diverse iniziative umanitarie e assistenziali interne, tra cui la
AmeriCorps VISTA.

Secondo uno studio dell'OCSE del 2018, gli Stati Uniti hanno una disuguaglianza di reddito molto più elevata e una percentuale di
lavoratori poveri più alta rispetto a quasi tutti gli altri Paesi sviluppati, in gran parte a causa della mancanza di sostegno governativo per i
lavoratori precari e della mancanza di accordi di contrattazione collettiva.[131] Secondo la Federal Reserve, dal 2003 il 50% più povero
degli americani ha perso il 32% della propria ricchezza corretta per l'inflazione. Al contrario, la ricchezza dell'1% più ricco degli americani
è raddoppiata.[132] Il coefficiente di Gini, un indice che misura le disparità di reddito, nel 2018 ha raggiunto il livello più alto dal 1967, anno
in cui le autorità statunitensi hanno iniziato a calcolarlo.[133]

Turismo
Lo stesso argomento in dettaglio: Turismo negli Stati Uniti.

Un settore florido è quello del turismo, sia interno sia internazionale, nelle varie zone ad alto interesse naturalistico (molti eretti a
monumenti nazionali) e nelle grandi città simbolo. Tra le aree naturali simbolo oltre ai tanti parchi naturali si ricordano:

le riserve indiane
gli Appalachi
le spiagge della California e della Florida
le Montagne Rocciose
il Gran Canyon Le città più visitate sono:
la Monument Valley
il Parco Nazionale di Yellowstone New York
lo Yosemite Valley Washington
il Sequoia National Park Boston
la Valle della Morte Chicago
il monte Rushmore Los Angeles
le Grandi Pianure San Francisco
i Grandi Laghi Las Vegas
il Missouri-Mississippi Miami
le cascate del Niagara New Orleans
il Denali Seattle
il Mauna Loa e il Mauna Kea Houston
la Route 66 Dallas

Cultura
Lo stesso argomento in dettaglio: Cultura degli Stati Uniti d'America.

Sebbene la classe dirigente abbia in maggioranza origini inglesi (i primi coloni giunsero sulla costa est degli Stati Uniti a seguito della
repressione dei puritani dopo la restaurazione stuartiana), la maggior parte degli statunitensi ha origini tedesche.[67] La composizione etnica
della federazione varia molto a seconda della regione, ma la cultura statunitense nasce dalla fusione di numerose culture: europei, neri
africani, ispanofoni e nativi americani.
Importanti da segnalare sono le grosse differenze
culturali e filosofiche fra le diverse regioni statunitensi.
Spesso visti dall'estero come un'entità unica e "unita", la
realtà degli Stati Uniti è tutt'altro: sulle coste prevalgono
gli statunitensi "progressisti", mentre nel grande centro
(con l'eccezione delle grandi città come Chicago e
Denver) rimane una visione più tradizionale, legata
maggiormente alla religione, che fanno parte della
cosiddetta «Bible Belt» (cintura della Bibbia), forse la
Alcuni degli elementi simbolici della regione meno accessibile alla mentalità filosofica
cultura statunitense: la torta di mele, il prevalente in Europa.
baseball, e la bandiera statunitense
Si usa l'acronimo WASP (White Anglo-Saxon
Protestant) per indicare un tipo di statunitense: bianco,
anglosassone e protestante. Nonostante ciò la percentuale di statunitensi cattolici è massiccia,
composta in gran parte dai discendenti irlandesi, tedeschi, italiani e polacchi nel contesto europeo e
di latinoamericani (principalmente dal Messico al primo posto seguito dalla Colombia e dalla
La Statua della Libertà a New York
Repubblica Dominicana).

Al momento della rivoluzione statunitense (1775) oltre al rifiuto alle tasse imposte dal regime la
nuova federazione si pone il problema di avere una propria cultura distinta da quella
dell'Inghilterra, che fino ad allora aveva governato quei territori. Questo problema è affrontato da
Ralph Waldo Emerson in uno dei saggi cruciali della letteratura statunitense, Lo studioso
statunitense, che O. W. Holmes definì «la Dichiarazione di Indipendenza intellettuale statunitense».
Lo stesso problema è affrontato in tutta l'opera di Emerson, tanto che Harold Bloom lo definì «la
figura centrale nella cultura statunitense».

Nel corso dei decenni gli apporti di altre culture si sono fatti sentire, a seconda dei flussi migratori
che si sono succeduti: hanno contribuito l'Irlanda, l'Italia, l'Europa orientale (soprattutto a seguito
della forte immigrazione ebraica dalla Russia, Polonia, Ucraina e Bielorussia) e in minor
proporzione (ma non di minore importanza) la Grecia.

Nel frattempo si è sviluppata in territorio statunitense tra mille contraddizioni e lacerazioni una
cultura afro-americana, legata alla peculiare e travagliata storia degli statunitensi discendenti degli
schiavi. Una delle realizzazioni più rappresentative di questa cultura è il jazz, il più grande e
innovativo contributo statunitense nel campo musicale. In modo ancora più faticoso e drammatico è
cominciata a uscire dall'isolamento la cultura dei nativi americani, ridotti allo 0,8% della
popolazione e confinati nelle riserve dove però hanno la possibilità di professare la loro religione e
L'Empire State Building a New York
continuare a vivere secondo le proprie tradizioni.

L'immigrazione dal Messico soprattutto e secondariamente dagli altri Paesi latinoamericani


ispanofoni, quella dall'est asiatico e dall'India hanno contribuito a far sì che la cultura statunitense abbia assunto (non senza resistenze e
incomprensioni) anche caratteri non-europei. La più recente ondata immigratoria è quella dai Paesi latinoamericani e islamici, che ancora
non si può dire abbia segnato la cultura statunitense nel suo complesso (per quanto l'islam si sia diffuso già a partire dagli anni 1930 tra gli
afro-americani), ma bisogna però considerare che nonostante l'origine il 55% degli immigrati dai Paesi arabi è di fede cristiana.

Per quanto riguarda la cultura degli Stati Uniti ciò che subito salta all'occhio è lo smodato utilizzo dell'intrattenimento, ossia la
spettacolarizzazione degli eventi. Tutto o quasi negli Stati Uniti è reso pubblico sotto forma di spettacolo e anche le elezioni sono
estremamente spettacolarizzate, con fastosi raduni e convegni. Un'importante componente della cultura statunitense si sta ponendo in
questione tra i progressisti nel film e il sogno americano dove l'idea che con il duro lavoro, il coraggio e l'autodeterminazione una persona
possa guadagnarsi una vita migliore.[134]

Scienza e tecnologia

Gli Stati Uniti sono sede di importanti centri di ricerca quali: Fermilab, Brookhaven National Laboratory, Bell Laboratories, SLAC, Oak
Ridge National Laboratory, Institute for Advanced Study e Los Alamos National Laboratory sede operativa del famoso progetto
Manhattan. Altri centri di ricerca importanti sono la NASA, il NOAA, il NCAR e NCEP. Scienziati e Matematici importanti (molti anche
naturalizzati statunitensi) furono: Benjamin Franklin, Thomas Jefferson, Thomas Morgan, Thomas Alva Edison, Joseph Henry, Elisha
Gray, Alexander Graham Bell, Nikola Tesla, Albert Einstein, Kurt Gödel, Enrico Fermi, Robert Oppenheimer, John Von Neumann,
Richard Feynman, Carl David Anderson, Virginia Apgar (ideatrice, nel 1952, dell'indice di Apgar, sul controllo delle funzioni vitali
primarie dei neonati), Ernest Lawrence, Karl Schwarzschild, James Van Allen, Katherine Johnson, Wernher von Braun, Norbert Wiener,
MurrayGell-Mann, Claude Shannon, John Bardeen, John Nash, Milton Friedman, William Shockley, Robert Millikan, Clinton Davisson,
Arthur Compton, Percy Bridgman, Willis Lamb, Irving Langmuir, Charles Townes, Robert Goddard, Owen Chamberlain, Walter Brattain,
Theodore Maiman, Harold Urey, Luis Álvarez, Leon Cooper, George Heilmeier, Norman Ramsey, Clifford Shull, Emilio Segrè, Jack
Kilby, Edwin McMillan, William Fowler, John Schrieffer, John Wheeler, Stanley Cohen, Kenneth Wilson e Russell Ohl.
E ancora l'importante impegno all'ambientalismo con Rachel Carson, autrice del libro Primavera silenziosa (1962), che diede un importante
contributo alla nascita del moderno movimento ecologista.[135] Dal manifesto ambientalista del libro della Carson nacque la Giornata della
Terra,[136] che si celebra il 22 aprile.

Medicina

16 ottobre 1846: l'odontoiatra statunitense William Green Morton applica l'etere come anestetico durante un intervento:
nasce l'anestesiologia moderna: la data è celebrata con la Giornata mondiale dell'anestesia.[137]
12 aprile 1955: viene annunciato il primo vaccino antipoliomielite da Jonas Salk. Un altro tipo di vaccino antipoliomielite
verrà sviluppato da Albert Bruce Sabin.[138]
1965: la scoperta del virus dell'epatite B da parte del biochimico statunitense Baruch Blumberg, Premio Nobel per la
medicina nel 1976: oggi la data del suo compleanno viene celebrata con la Giornata mondiale dell'epatite
1974: viene descritta la Manovra di Heimlich, tecnica per risolvere molti casi di soffocamento, da parte del medico
statunitense Henry Heimlich.
1989: scoperta del virus dell'epatite C da parte degli statunitensi Harvey J. Alter, Charles M. Rice e del britannico
Michael Houghton.

Ingegneria
28 ottobre 1886: viene inaugurata a New York la Statua della Libertà.
1893: prima ruota panoramica, la Chicago Ferris Wheel, da parte di George Ferris.

Aeronautica
l'importante contributo di Amelia Earhart, prima aviatrice della storia e prima donna ad attraversare in volo gli Stati Uniti
d'America senza scalo.[139]
17 dicembre 1903: avviene il primo volo a motore, da parte dei fratelli Wright col loro Wright Flyer.

Astronomia
18 febbraio 1930: la scoperta del pianeta Plutone, da parte di Clyde Tombaugh.

Gli Stati Uniti nello spazio


1º febbraio 1958: viene lanciato il primo satellite statunitense Explorer 1 (o Satellite 1958 Alpha).
5 maggio 1961: Alan Shepard è il primo statunitense a volare nello spazio.
18 giugno 1983: Sally Ride è la prima donna astronauta statunitense a volare nello spazio.

Il primo uomo sulla Luna

Il 20 luglio 1969 l'astronauta statunitense Neil Armstrong, durante la missione spaziale Apollo 11, fu il primo uomo a mettere piede sulla
Luna: assieme a lui l'astronauta, anch'egli statunitense, Buzz Aldrin: la missione prendeva origine dal Programma Apollo e fu uno degli
avvenimenti più significativi del XX secolo.

Tecnologia
Il parafulmine (1752), inventato da Benjamin Franklin.
24 maggio 1844: avviene il primo messaggio telegrafico trasmesso in codice Morse, da parte di Samuel Morse.
1876: viene brevettato il telefono da Alexander Graham Bell.
21 ottobre 1879: invenzione della lampadina da parte di Thomas Edison: il 31 dicembre 1879 esegue la prima
dimostrazione al pubblico della lampada a incandescenza.
4 novembre 1879: nasce il Registratore di cassa, chiamato Ritty Model I,[140] inventato dallo statunitense James Ritty.
21 dicembre 1913: nel giornale New York World viene pubblicato un nuovo gioco: il word-cross puzzle, realizzato da
Arthur Wynne: nasce così il cruciverba[141] o parole crociate.
3 novembre 1914: viene brevettato il reggiseno, ideato dall'attivista e scrittrice statunitense Caresse Crosby.[142]
Il 16 marzo del 1926, Robert Goddard dopo averlo creato lancia il primo razzo a combustibile liquido della storia, prima
di Wernher von Braun, stava progettando missili simili alle V-2 tedesche e per molti fu il padre dei primi razzi spaziali. Il
suo lavoro fu rivoluzionario e fondamentale anche nella missilistica moderna.
6 novembre 1935: viene inventata la modulazione di frequenza (FM), da Edwin Howard Armstrong.[143]
22 ottobre 1938: New York: invenzione della fotocopiatrice, tramite la tecnica della xerografia, da parte di Chester
Carlson.[144]
dicembre 1947: viene sviluppato il primo transistor della storia alla base dell'elettronica, dal gruppo formato dai fisici
William Shockley, John Bardeen e Walter Brattain. Nel 1948 Shockley sviluppò il transistor a giunzione bipolare. I tre
fisici ricevettero nel 1956 il premio Nobel per la fisica per l'invenzione.
7 ottobre 1952: viene inventato il Codice a barre dagli statunitensi Norman Joseph Woodland e Bernard Silver.
Nel 1953 il fisico Charles Townes inventa il primo maser che sarà il precursore del laser.
25 ottobre 1955: viene messo in vendita il primo forno a microonde a uso domestico, inventato dall'ingegnere
statunitense Percy Spencer.[145]
16 maggio 1960: il fisico Theodore Maiman inventa il primo laser nel laboratori di Malibù in California.
Nel 1962 il fisico statunitense di origini ucraine Nick Holonyak inventa il primo LED della storia che rimpiazzerà nel
corso degli anni le vecchie lampade a incandescenza grazie ai minori consumi, e alla maggior durata.
Il display a cristalli liquidi oggi diffuso nelle televisioni di tutto il mondo venne inventato e sviluppato, dall'ingegnere
elettrotecnico George Heilmeier nel 1965.
29 ottobre 1969: Los Angeles: da un computer viene lanciato un messaggio: login, a un pc di Stanford: nasce così
Internet,[146][147] chiamato inizialmente ARPANET: oggi il 29 ottobre può essere definito come l'Internet Day.[148]
19 ottobre 1973: con una storica sentenza lo statunitense John Vincent Atanasoff viene riconosciuto come primo e unico
ideatore del computer; oggi è considerato come padre del computer.[149]

Filosofia
Lo stesso argomento in dettaglio: Filosofia.

La filosofia negli Stati Uniti è sempre stata al centro dell'attenzione proprio per il pensiero completamente statunitense del "sogno
americano" o del discorso di Martin Luther King Jr. "I have a dream".

Molto importante è, inoltre, il movimento filosofico del pragmatismo, il cui padre ispiratore fu Ralph Waldo Emerson (1803-1882).

Tra i filosofi statunitensi vissuti tra il XIX e il XX secolo spicca Charles Sanders Peirce, fondatore del pragmatismo assieme a William
James di origine irlandese, e tra i padri della semiotica moderna e John Dewey, importante pedagogista e esponente del cosiddetto
pragmatismo classico.

Letteratura
Lo stesso argomento in dettaglio: Letteratura statunitense.

I primi scrittori popolari a livello internazionale negli Stati Uniti sono stati Washington Irving con il racconto La leggenda di Sleepy Hollow
(1819) e James Fenimore Cooper con L'ultimo dei Mohicani (1826) nel XIX secolo. Hanno dipinto un paesaggio letterario statunitense
pieno di umorismo e avventura. A questi autori sono seguiti Nathaniel Hawthorne, Edgar Allan Poe, Herman Melville, celebre autore di
Moby Dick (1851), opera appartenente alla cosiddetta American Renaissance, Ralph Waldo Emerson, Henry Wadsworth Longfellow e
Henry David Thoreau, che hanno stabilito una voce letteraria distintiva statunitense nella metà del XIX secolo. E ancora è da ricordare
Louisa May Alcott, nota autrice di Piccole donne (1868).

Mark Twain, Henry James e il poeta Walt Whitman erano figure importanti nella seconda metà del secolo, mentre Emily Dickinson,
praticamente sconosciuta durante la sua vita, sarebbe stata riconosciuta come un altro poeta essenziale degli Stati Uniti. Undici cittadini
statunitensi hanno vinto il premio Nobel per la letteratura, tra cui John Steinbeck, William Faulkner, Eugene O'Neill, Pearl S. Buck, T. S.
Eliot e Sinclair Lewis. E ancora J. D. Salinger, autore de Il giovane Holden (1951). Il premio Nobel del 1954 Ernest Hemingway è invece
spesso indicato come uno degli scrittori più influenti del ventesimo secolo.

Opere che hanno catturato gli aspetti fondamentali dell'esperienza nazionale e il carattere statunitense sono Moby Dick (1851) di Melville,
Le avventure di Huckleberry Finn (1885) di Twain e Il grande Gatsby (1925) di Francis Scott Fitzgerald, ognuno dei quali reputato grande
romanzo statunitense. Generi letterari popolari come il romanzo poliziesco sono stati sviluppati negli Stati Uniti. Altri romanzi, come Sulla
strada (On the road) di Jack Kerouac, hanno ispirato intere generazioni.

Noti romanzi della letteratura statunitense moderna con successo internazionale sono la saga vampiresca di Twilight (di Stephenie Meyer) e
la trilogia di Hunger Games (di Suzanne Collins), da cui in entrambi i casi sono stati tratti dei lungometraggi. E ancora da ricordare la
poesia confessionale, cui importanti esponenti furono Sylvia Plath e Anne Sexton.

Tra le scrittrici afroamericane di fantascienza ricordiamo Octavia E. Butler (1947-2006), una delle poche autrici afroamericane a essersi
affermata in questo campo.

Cinema
Lo stesso argomento in dettaglio: Cinema statunitense.
Gli Stati Uniti sono la patria del cinema moderno con i suoi studi di Hollywood, avendo influenzato profondamente la produzione
cinematografica di molti altri Stati occidentali, nonché la visione a livello mondiale delle sue produzioni. Tra i cineasti più famosi si
ricordano Walt Disney, Alfred Hitchcock e Stanley Kubrick. Appartiene alla cultura cinematografica statunitense e mondiale il premio
Oscar con la sua cerimonia di premiazione.

I fumetti e le serie animate


Lo stesso argomento in dettaglio: Storia dell'animazione statunitense.

Il 18 novembre 1928 fa il suo debutto cinematografico il celebre personaggio immaginario dei fumetti e dei cartoni animati di Topolino,
ideato da Walt Disney e Ub Iwerks. Successivamente, nel 1929, fa la sua prima apparizione il personaggio di Braccio di Ferro, creato da E.
C. Segar; nel 1938 è la volta de La famiglia Addams, dapprima a serie di vignette, i cui personaggi sono stati creati dal disegnatore Charles
Addams, e il 30 maggio 1939 fa la sua prima apparizione la storia a fumetti di Batman ideato dai fumettisti statunitensi Bob Kane e Bill
Finger. Il 2 ottobre 1950 fanno la loro apparizione i Peanuts, creati da Charles M. Schulz. Inventore e fumettista fu anche Jim Henson,
ideatore dei Muppet (1955). Il 30 settembre 1960 fa invece la sua prima apparizione in TV la nota serie a cartoni animati de Gli antenati (o
Flintstones), creata da William Hanna e Joseph Barbera. Nell'agosto 1962 fa la sua prima apparizione l'Uomo Ragno (o Spider-Man),
creato da Stan Lee. Tra il XX e il XXI secolo si affermò la cosiddetta sitcom animata: tra i più illustri rappresentanti di questo soggetto
ricordiamo, tra gli altri, Matt Groening, autore della fortunata serie de I Simpson (1987), Futurama (1999) e Disincanto (2018). Nell'ambito
dell'animazione ricordiamo Art Clokey, pioniere della claymation.

Musica
Lo stesso argomento in dettaglio: Musica degli Stati Uniti d'America, Popular music statunitense e Musica rock statunitense.

Assieme al Regno Unito gli Stati Uniti sono la patria di numerosi generi musicali come jazz, rock, pop, folk, country, dance, gospel, soul e
altri ancora. Numerosi sono gli artisti e i gruppi di fama internazionale che hanno segnato le scene e i palcoscenici musicali di tutto il
mondo.

Danza

Per quanto concerne la danza, nel XX secolo si sono affermate importanti personalità che hanno contribuito allo sviluppo della danza
stessa: tra le varie personalità possiamo ricordiamo in particolare Martha Graham, madre della danza moderna e la più grande danzatrice
statunitense del XX secolo.[150], nota anche per lo stile di movimento della danza moderna insegnato in tutto il mondo e chiamato tecnica
Graham. Altra importante ballerina vissuta tra il XX e il XXI secolo fu Maria Tallchief, inserita nella National Women's Hall of Fame.

Arte
Lo stesso argomento in dettaglio: Architettura statunitense.

Nel XX secolo si distinse la figura di Jackson Pollock, importante esponente dell'espressionismo astratto (o Action painting).

Esponente illustre della pop art fu l'artista Andy Warhol.

Nel XX secolo, per la scultura, si distinse, tra gli altri, Alexander Calder, noto, in particolare, per delle opere di arte cinetica chiamate
mobile. Nel campo dell'architettura figura, tra gli altri, Frank Lloyd Wright, uno dei maggiori esponenti del Movimento Moderno del XX
secolo. Sono inoltre da ricordare i coniugi Christo e Jeanne-Claude, importanti esponenti della Land art. Noto illustratore e pittore del XX
secolo è stato anche Norman Rockwell.

Patrimoni dell'umanità
Lo stesso argomento in dettaglio: Patrimoni dell'umanità degli Stati Uniti d'America.

Sono 24 i siti statunitensi iscritti nella Lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.

Archeologia

In campo archeologico ricordiamo la scoperta della città inca di Machu Picchu, avvenuta il 24 luglio 1911 per opera dell'archeologo
statunitense Hiram Bingham.

Esplorazioni
Nel XVIII secolo da ricordare l'impresa di Robert Gray: primo statunitense a circumnavigare il mondo.[151]

Media

Tra le emittenti televisive statunitensi ricordiamo la ABC, fondata il 12 ottobre 1943.

Monumenti
Lo stesso argomento in dettaglio: Monumento nazionale (Stati Uniti d'America), Cattedrali negli Stati Uniti d'America e Sinagoghe
negli Stati Uniti d'America.

Festività nazionali
Data Nome Significato

terzo lunedì di gennaio Martin Luther King Day celebrazione della nascita di Martin Luther King

terzo lunedì di febbraio Washington's Birthday o Presidents' Day celebrazione della nascita di George Washington
4 luglio Independence Day Festa nazionale: Giorno dell'Indipendenza, dal Regno Unito, nel 1776

primo lunedì di settembre Labor Day celebra la Festa dei Lavoratori

Veterans Day o Remembrance Day, in in onore alle persone che hanno prestato servizio nelle forze armate degli
11 novembre
USA USA
quarto giovedì di Thanksgiving Day (Giorno del
per ringraziare Dio del buon raccolto e per l'anno trascorso
novembre ringraziamento)

Commemorazioni nazionali
13 gennaio: Stephen Foster Memorial Day: commemorazione della data di morte del padre della musica americana
Stephen Foster
19 giugno: Juneteenth[152],[153], la festività ricorda l'abolizione della schiavitù nel Paese, nel 1865.
11 settembre: National 9/11 Attacks Day: giornata commemorativa in ricordo agli attentati dell'11 settembre 2001
1 novembre: Native American Heritage Month: giornata commemorativa in onore alle tribù dei nativi americani [154]
7 dicembre: National Pearl Harbor Remembrance Day: Giorno del Ricordo per l'Attacco di Pearl Harbor, nel 1941
17 dicembre: Pan American Aviation Day e il Wright Brothers Day, in onore al giorno del primo volo a motore (1903) dei
Fratelli Wright

Gastronomia
Lo stesso argomento in dettaglio: Cucina statunitense.

La cucina statunitense è differente e varia a seconda delle varie zone, come per esempio nel nord-est, nord ovest, ecc.

Sport
Lo sport è molto importante nella cultura statunitense, tanto che le università statunitensi affiancano
spesso alla funzione educativa primaria l'organizzazione di squadre sportive formate da studenti con
borse di studio per attrarre i giovani atleti più promettenti e con la concessione di lauree per meriti
sportivi. I tornei universitari per tutte le discipline sono organizzati dalla National Collegiate
Athletic Association (NCAA).

Tra gli sport professionistici con il maggior numero di spettatori vi sono:


I New England Patriots contro i
Baseball, il principale campionato professionistico è quello MLB (Major League Pittsburgh Steelers in una partita di
Baseball) football americano di NFL del 2005
Football americano (football), il principale campionato professionistico è quello NFL
(National Football League), la cui finale è il Super Bowl, uno degli eventi televisivi
più seguiti del mondo
Pallacanestro (basketball), il principale campionato professionistico è quello NBA (National Basketball Association)
Hockey su ghiaccio, il principale campionato professionistico è quello NHL (National Hockey League)
Golf, lo sport negli Stati Uniti è gestito dall'associazione nazionale USGA (United States Golf Association)
Pugilato, le federazioni mondiali più importanti sono IBF, WBA, WBC e WBO.
Wrestling, la federazione preminente è la WWE (World Wrestling Entertainment),
seguita dalla AEW (All Elite Wrestling), di recente costituzione.
Arti marziali miste, la principale federazione è la UFC (Ultimate Fighting
Championship)
Lacrosse, il principale campionato professionistico è quello MLL (Major League
Lacrosse) L'Indianapolis Motor Speedway è
NASCAR (automobilismo), oltre a Indycar e Imsa. Le più importanti gare sono la 500 uno dei circuiti automobilistici più
miglia di Indianapolis (Indycar) e la 500 miglia di Daytona (Nascar) famosi del mondo

Fra gli sport individuali molto praticati negli Stati Uniti sono l'atletica leggera, il nuoto, il tennis, lo
sci alpino e il poker sportivo.

Calcio

Il calcio (noto negli Stati Uniti come soccer) è lo sport più praticato dalle ragazze (la rappresentativa statunitense ha vinto quattro degli otto
campionati mondiali femminili e quattro delle sei Olimpiadi), ma non conta molti spettatori. Ciononostante l'organizzazione da parte degli
Stati Uniti del Mondiale 1994 ha suscitato un discreto interesse per lo sport e per il campionato locale della MLS (Major League Soccer),
fondato nel 1993, la cui prima edizione si è svolta nel 1996, proprio come un impulso alla diffusione del calcio statunitense dopo i Mondiali
nel 1994. Nel 2026 gli Stati Uniti ospiteranno il mondiale di calcio per la seconda volta dopo 32 anni

La Nazionale di calcio degli Stati Uniti d'America ha ottenuto buoni risultati in ambito internazionale e occupa il 13º posto in graduatoria
nella Classifica mondiale della FIFA, ha vinto sei volte la CONCACAF Gold Cup e la medaglia di bronzo nel Campionato mondiale di
calcio 1930, i capocannonieri della Nazionale statunitense, con 57 reti, sono Landon Donovan e Clint Dempsey.

Pallacanestro

Per il Basket la Nazionale di pallacanestro degli Stati Uniti d'America è una delle più prestigiose a livello internazionale avendo conseguito
cinque titoli mondiali e quindici titoli olimpici.

Pallavolo

Il 9 febbraio 1895 William Morgan, istruttore di educazione fisica statunitense, inventa la pallavolo.[155] La nazionale di pallavolo maschile
degli Stati Uniti d'America ha ottenuto il titolo di campione del mondo nel 1986 ed ha vinto il titolo olimpico tre volte (1984,1988,2008).
La nazionale femminile ha vinto il titolo mondiale nel 2014 e il titolo olimpico nel 2020. Lo statunitense Karch Kiraly, - unico giocatore ad
aver vinto la medaglia d'oro olimpica nelle due categorie della pallavolo: indoor (due titoli) e beach volley - nel 2001 è stato eletto dalla
Federazione mondiale "Miglior giocatore di pallavolo del XX secolo" assieme all'italiano Lorenzo Bernardi.

Tennis

Anche nel tennis gli Stati Uniti hanno importanti personalità: ricordiamo, tra gli altri, Andre Agassi, vincitore di ben 60 titoli ATP e 8 tornei
dello Slam, e Pete Sampras, vincitore di 14 titoli del Grande Slam.

Pugilato

Per il pugilato da ricordare Muhammad Ali, tra i migliori pesi massimi di tutti i tempi.

Baseball

Lo statunitense Alexander Cartwright è considerato l'inventore del moderno sport del baseball.[156] La nazionale di baseball degli Stati Uniti
d'America ha ottenuto importanti risultati tra cui un primo posto ai Giochi olimpici del 2000.

Ciclismo

Per il ciclismo da ricordare, Greg LeMond, Andrew Hampsten, John Tomac, Lance Armstrong e Floyd Landis.

Golf

Gli Stati Uniti hanno avuto forse i due più grandi golfisti della storia: Jack Nicklaus e Tiger Woods, tra l'altro il primo sportivo a
raggiungere il miliardo di dollari di patrimonio. Inoltre il golfista Xander Schauffele e la golfista Nelly Korda hanno vinto la medaglia d'oro
alle Olimpiadi di Tokyo 2020, il primo nel torneo maschile e la seconda nel torneo femminile, nella seconda edizione dalla riammissione
dello sport alle olimpiadi.

Rugby

Il rugby è uno degli sport meno seguiti del paese. Per incrementare la popolarità, nel 2018 la federazione creò la Major League Rugby, ad
oggi la prima e più grande competizione professionistica per club del paese.

La nazionale di rugby degli Stati Uniti, sebbene stabile nella top 20 mondiale, non ottiene frequentemente buoni risultati. D'altro canto la
controparte femminile può vantare un titolo mondiale nella stagione inaugurale della competizione.[157]

Giochi olimpici
Lo stesso argomento in dettaglio: Stati Uniti d'America ai Giochi olimpici.

Otto edizioni dei Giochi olimpici si sono svolte negli Stati Uniti: quattro olimpiadi estive (Saint Louis 1904, Los Angeles 1932, Los
Angeles 1984 e Atlanta 1996) e quattro invernali (Lake Placid 1932, Squaw Valley 1960, Lake Placid 1980 e Salt Lake City 2002).

Gli Stati Uniti sono anche al primo posto nel medagliere complessivo dei Giochi olimpici. Fu uno statunitense il primo campione olimpico
della storia dei Giochi moderni e prima medaglia olimpica per gli Stati Uniti: James Connolly, che vinse l'oro nel salto triplo alle Olimpiadi
di Atene del 1896. Statunitense è anche l'atleta più medagliato della storia delle Olimpiadi moderne: si tratta del nuotatore Michael Phelps,
vincitore di 23 ori, 3 argenti e 2 bronzi.

Note
1. ^ L'inglese è la lingua ufficiale di 32 stati.
2. ^ Parlato a casa dal 12% della popolazione, con status ufficiale a Porto Rico e speciale in Nuovo Messico.
3. ^ Language Spoken at Home by the U.S. Population, 2010, in World Almanac and Book of Facts 2012, American
Community Survey, Ufficio del censimento degli Stati Uniti d'America, p. 615.
4. ^ Status speciale in Louisiana e Maine.
5. ^ È uno dei cinquantuno Stati che nel 1945 diedero vita all'ONU.
6. ^ (EN) Population Change 2010-2020, su census.gov, Ufficio del censimento degli Stati Uniti. URL consultato il 30 maggio
2021.
7. (EN) World Economic Outlook Database, April 2019, su imf.org, Fondo Monetario Internazionale. URL consultato il 17 maggio
2019.
8. ^ (EN) Fertility rate, total (births per woman), su data.worldbank.org, Banca Mondiale. URL consultato il 24 aprile 2017 (archiviato
il 23 febbraio 2013).
9. ^ Pronunciato in inglese [ˌjuːˌɛsˈeɪ]. In italiano /ˈuza/; anche /jueˈsɛi/, /juɛˈsɛi/ o /jueˈsei/, o (da evitare) /jueˈzɛi/. Bruno
Migliorini et al., Scheda sul lemma "USA", in Dizionario d'ortografia e di pronunzia, Rai Eri, 2016, ISBN 978-88-397-
1478-7. Luciano Canepari, USA, in Il DiPI: dizionario di pronuncia italiana, Bologna, Zanichelli, 2009, ISBN 978-88-08-
10511-0.
10. ^ (EN) The Charters of Freedom, su archives.gov, National Archives. URL consultato il 20 giugno 2007 (archiviato il 22 giugno 2013).
11. ^ America, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
12. ^ americano, in Treccani.it – Sinonimi e contrari, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
13. ^ (EN) Kenneth G. Wilson, The Columbia Guide to Standard American English, New York, Columbia University Press,
1993, pp. 27-28, ISBN 0-231-06989-8.
14. ^ Dull, Jonathan R. (2003). "Diplomacy of the Revolution, to 1783", p. 352, capitolo. in A Companion to the American
Revolution, ed. Jack P. Greene e J. R. Pole. Maiden, Mass.: Blackwell, pp. 352–361. ISBN 1-4051-1674-9.
15. ^ Wright, Susan (2005), The Civil Rights Act of 1964: Landmark Antidiscrimination Legislation, The Rosen Publishing
Group, ISBN 1-4042-0455-5.
16. ^ L'Unione europea è la più grande collettività economica, ma non è una singola sovranità.
17. ^ (EN) Popolamento delle Americhe, su anthropology.si.edu, Smithsonian Institution, National Museum of Natural History.
URL consultato il 28 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 28 novembre 2007).
18. ^ (EN) David J. Meltzer, How Columbus Sickened the New World: Why Were Native Americans So Vulnerable to the
Diseases European settlers Brought With Them?, in New Scientist, 10 ottobre 1992, p. 38. URL consultato il 28 febbraio 2010
(archiviato il 27 giugno 2015).
19. ^ (EN) James Davie Butler, British Convicts Shipped to American Colonies, in American Historical Review, vol. 2, ottobre
1896, pp. 12-33. URL consultato il 28 febbraio 2010 (archiviato il 9 settembre 2010).
20. ^ (EN) David Lee Russell, The American Revolution in the Southern Colonies, Jefferson, N.C. e Londra, McFarland &
Company, 2000, p. 12, ISBN 0-7864-0783-2.
21. ^ (EN) Robin Blackburn, The Making of New World Slavery: From the Baroque to the Modern, 1492–1800, Londra e New
York, Verso, 1998, p. 460, ISBN 1-85984-195-3.
22. ^ Ben Kiernan, Blood and Soil: A World History of Genocide and Extermination from Sparta to Darfur, su books.google.it,
Yale University Press, 2007, pp. 328-330. URL consultato il 23 novembre 2013 (archiviato il 2 dicembre 2013).
23. ^ Library of Congress, Indian Removal Act, su loc.gov. URL consultato il 4 maggio 2019 (archiviato l'8 febbraio 2011).
24. ^ (EN) Indian Removal Act, United States Congress.
25. ^ (EN) Marshall L. DeRosa, The Politics of Dissolution: The Quest for a National Identity and the American Civil War,
Edison, NJ, Transaction Publishers, 1997, p. 266, ISBN 1-56000-349-9.
26. ^ (EN) Eric Foner, John A. Garraty, The Reader's Companion to American History, New York, Houghton Mifflin, 1991,
p. 576, ISBN 0-395-51372-3.
27. ^ La Commissione Eye istituita dal Senato, ricostruì l'influenza dell'industria delle munizioni e delle banche esposte nei
confronti dell'Inghilterra sulla decisione di entrare in guerra
28. ^ (EN) Jerome McDuffie, Gary Wayne Piggrem; Steven E. Woodworth, U.S. History Super Review, Piscataway, NJ,
Research & Education Association, 2005, p. 418, ISBN 0-7386-0070-9.
29. ^ (EN) David R. Francis, More Costly than "The War to End All Wars", su csmonitor.com, Christian Science Monitor, 29
agosto 2005. URL consultato il 28 febbraio 2010 (archiviato il 5 aprile 2010).
30. ^ (EN) Paul Kennedy, The Rise and Fall of the Great Powers, New York, Vintage, 1989, p. 358, ISBN 0-394-54674-1.
31. ^ (EN) Gli Stati Uniti e la fondazione delle Nazioni Unite, Agosto 1941–Ottobre 1945, su state.gov, U.S. Dept. of State,
Bureau of Public Affairs, Office of the Historian, ottobre 2005. URL consultato il 28 febbraio 2010 (archiviato il 23 ottobre 2005).
32. ^ (EN) Pacific War Research Society, Japan's Longest Day, New York, Oxford University Press, 2006, ISBN 4-7700-
2887-3.
33. ^ (EN) William A. Niskanen, Reaganomics, su econlib.org, The Concise Encyclopedia of Economics. URL consultato il 28
febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 22 marzo 2012).
34. ^ (EN) Bill Voyce, Perché l'espansione economica degli anni novanta fu così lunga, su iwin.iwd.state.ia.us, Iowa
Workforce Information Network. URL consultato il 28 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2006).
35. ^ (EN) Iraq poll, su pollingreport.com, 24 gennaio 2010. URL consultato il 28 febbraio 2010 (archiviato il 5 dicembre 2016).
36. ^ Copia archiviata, su ilgiornale.it. URL consultato il 24 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2011).]
37. ^ Copia archiviata, su finanza.repubblica.it. URL consultato il 24 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2011).
38. ^ (EN) The Cost of Iraq, Afghanistan, and Other Global War on Terror Operations Since 9/11 (http://fas.org/sgp/crs/natsec/
RL33110.pdf) Archiviato (https://web.archive.org/web/20180923120739/https://fas.org/sgp/crs/natsec/RL33110.pdf) il 23
settembre 2018 in Internet Archive.. Amy Belasco. Defense Policy and Budget. Congressional Research Service.
December 8, 2014.
39. ^ Joe Biden ha giurato come presidente degli Stati Uniti, su Il Post, 20 gennaio 2021. URL consultato il 20 gennaio 2021.
40. (EN) Stati Uniti, su cia.gov, CIA The World Factbook, 4 febbraio 2010. URL consultato il 28 febbraio 2010 (archiviato il 6 luglio 2015).
41. ^ (EN) Popolazione per sesso ed età, Crescita della popolazione, Superficie e densità (PDF), su unstats.un.org, UN
Statistics Division (Demographic Yearbook 2005). URL consultato il 28 febbraio 2010 (archiviato il 22 giugno 2013).
42. ^ (EN) Stati Uniti, su britannica.com, Encyclopedia Britannica. URL consultato il 28 febbraio 2010 (archiviato il 20 febbraio 2010).
43. ^ (EN) Elevations and distances, su egsc.usgs.gov. URL consultato il 28 aprile 2009 (archiviato dall'url originale il 15 ottobre 2011).
44. ^ Steven Mufson, La montagna più alta degli Stati Uniti ha un nuovo nome. URL consultato il 25 aprile 2017 (archiviato il 3
settembre 2015).
45. ^ (EN) Larry O'Hanlon, Supervolcano: Cosa c'è sotto Yellowstone?, su dsc.discovery.com, Discovery Channel. URL
consultato il 28 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2011).
46. ^ Grande Dizionario Enciclopedico, volume XIX, Stati Uniti, UTET, 1991, ISBN 88-02-04399-X.
47. ^ Clima USA, su myusa.it. URL consultato il 3 novembre 2011 (archiviato il 14 novembre 2011).
48. ^ Copia archiviata, su leparisien.fr. URL consultato il 16 maggio 2019 (archiviato il 14 maggio 2019).
49. ^ (EN) Nancy Morin, Vascular Plants of the United States (PDF), su fungaljungal.org, National Biological Service. URL
consultato il 28 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 24 luglio 2013).
50. ^ Our Living Resources, su biology.usgs.gov, National Biological Service. URL consultato il 14 giugno 2006 (archiviato dall'url
originale il 18 giugno 2006).
51. ^ (EN) National Park Service Announces Addition of Two New Units, su home.nps.gov, National Park Service, 28
febbraio 2006. URL consultato il 28 febbraio 2010 (archiviato il 9 dicembre 2009).
52. ^ (EN) Federal Land and Buildings Ownership (PDF), su johnshadegg.house.gov, Republican Study Committee, 19
maggio 2005. URL consultato il 28 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 24 maggio 2010).
53. (FR) Aux Etats-Unis, des centaines de villes, croulant sous leurs déchets, ne recyclent plus, 28 marzo 2019. URL consultato
il 30 maggio 2019 (archiviato il 29 maggio 2019).
54. ^ Inquinamento atmosferico, su risparmiodienergia.it. URL consultato il 13 agosto 2012 (archiviato il 14 gennaio 2013). EPA. 27
dicembre 2011.
55. ^ (EN) J. Q. Adams, Pearlie Strother-Adams, Dealing with Diversity, Chicago, Kendall/Hunt, 2001, ISBN 0-7872-9320-2.
56. ^ Population distribution and change (PDF), su census.gov. URL consultato il 4 maggio 2019 (archiviato il 28 febbraio 2017). Census
brief. 2000-2010.
57. ^ Race and Ethnicity in the United States: 2010 Census and 2020 Census, su United States Census Bureau.
58. ^ NYTimes and census, su nytimes.com. URL consultato il 4 maggio 2019 (archiviato il 19 agosto 2019).
59. ^ Census, su census.gov. URL consultato il 4 maggio 2019 (archiviato l'8 aprile 2019).
60. ^ Whites and births, su nytimes.com. URL consultato il 4 maggio 2019 (archiviato il 22 settembre 2018).
61. ^ Race, su factfinder2.census.gov. URL consultato il 28 ottobre 2014 (archiviato il 6 ottobre 2014).
62. ^ CNN about race, su edition.cnn.com. URL consultato il 4 maggio 2019 (archiviato il 22 settembre 2018).
63. ^ Census facts, su census.gov. URL consultato il 4 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 25 luglio 2008).
64. ^ Diritti Globali - Storico sorpasso in America Bimbi bianchi in minoranza, su dirittiglobali.it (archiviato dall'url originale il 18
gennaio 2012).
65. ^ Usa, i bianchi nuova minoranza il "sorpasso" avverrà nel 2042, su repubblica.it. URL consultato il 15 luglio 2011 (archiviato il 5
agosto 2011).
66. ^ Minority numbers, su pewsocialtrends.org. URL consultato il 28 ottobre 2014 (archiviato il 29 ottobre 2014).
67. (EN) Selected Social Characteristics in the United States: 2011-2015 American Community Survey 5-Year Estimates, su
factfinder.census.gov, U.S. Census Bureau. URL consultato il 23 giugno 2018 (archiviato dall'url originale il 19 ottobre 2016).
68. ^ ACS Demographic and Housing Unit Estimates, su data.census.gov, U.S. Census Bureau, Dicembre 2019. URL
consultato il 3 aprile 2020.
69. ^ I dati riferiti alle suddivisione per paese d'origine sono tratti da (EN) ACS DEMOGRAPHIC AND HOUSING
ESTIMATES 2011-2015 American Community Survey 5-Year Estimates, su factfinder.census.gov. URL consultato il 14 marzo
2021 (archiviato dall'url originale il 13 febbraio 2020).
70. ^ (EN) US Census Bureau July 1 2019 Estimates, su census.gov, United States Census Bureau, luglio 2019. URL
consultato il 6 giugno 2020.
71. ^ Persone negli Stati Uniti che identificano la loro origine o discendenza ancestrale come "americane", piuttosto che in
più comuni gruppi razziali ed etnici ufficialmente riconosciuti. Questa identificazione è attribuita alla grande distanza
generazionale dai lignaggi originali, che tendono a essere di antenati inglesi, scozzesi-irlandesi o altri britannici, poiché i
demografi hanno osservato che tali nazionalità tendono a essere molto sottostimate nei censimenti. Gran parte di coloro
che dichiarano di avere origini "americane" vivono soprattutto negli Stati Uniti meridionali.
72. ^ Discendenti americani dei protestanti dell'Ulster immigrati dall'Irlanda del Nord in America durante i secoli XVIII e XIX, i
cui antenati erano originariamente migrati principalmente dalle Lowlands scozzesi e dall'Inghilterra settentrionale
73. ^ (EN) The Black Population: 2010 (PDF), su census.gov, settembre 2011. URL consultato il 3 giugno 2013 (archiviato il 31 gennaio
2019).
74. ^ (EN) HISPANIC OR LATINO ORIGIN BY SPECIFIC ORIGIN: 2018 American Community Survey 1-Year Estimates, su
data.census.gov, United States Census Bureau, 2018.
75. ^ census.gov (XLS) (archiviato dall'url originale il 2 gennaio 2011).
76. ^ A First Look at the 2020 Census American Indian/Alaska Native Redistricting Data (PDF), su ncai.org, NCAI Policy
Research Center, p. 4. Corresponding to "American Indian and Alaska Native".
77. ^ Kayla Webley, Hounded in Europe, Roma in the U.S. Keep a Low Profile, in Time, 13 ottobre 2010. URL consultato il 27
aprile 2015 (archiviato il 17 agosto 2013).
78. ^ 2010 Census, su census.gov. URL consultato il 4 maggio 2019 (archiviato il 6 dicembre 2013).
79. ^ The Texian Web - Texas History on the Internet, su tamu.edu. URL consultato il 4 maggio 2019 (archiviato il 5 dicembre 2016).
80. ^ Tejano Origins in Mexican Texas, su tamu.edu. URL consultato il 4 maggio 2019 (archiviato il 15 dicembre 2016).
81. ^ (EN) Trends in Unauthorized Immigration, su pewhispanic.org, Pew Hispanic Center, 10 febbraio 2008. URL consultato il
28 febbraio 2010 (archiviato il 13 gennaio 2010).
82. (EN) About Three-in-Ten U.S. Adults Are Now Religiously Unaffiliated, in Pew Research Center, 2021.
83. (EN) American Religious Identification Survey, su gc.cuny.edu, The Graduate Center. URL consultato il 3 marzo 2010 (archiviato
dall'url originale il 24 ottobre 2005).
84. ^ (EN) CIA - the world factbook, su cia.gov, CIA. URL consultato il 3 marzo 2010 (archiviato il 6 luglio 2015).
85. ^ (EN) U.S. Census Bureau, Statistical Abstract of the United States: 2006, Section 1 Population (PDF), su census.gov,
U.S. Census Bureau. URL consultato il 3 marzo 2010 (archiviato il 5 luglio 2010).
86. ^ (EN) J. Q. Adams, Pearlie Strother-Adams, Dealing with Diversity, Chicago, IL, Kendall/Hunt Publishing Company,
2001, ISBN 0-7872-8145-X.
87. ^ (EN) Languages Spoken at Home by Language: 2003 (PDF), su Statistical Abstract of the United States, U.S. Census
Bureau, p. 47. URL consultato il 3 marzo 2010 (archiviato il 5 luglio 2010).
88. ^ (EN) Raleigh and Austin are Fastest-Growing Metro Areas, su census.gov, U.S. Census Bureau News, 19 marzo 2009.
URL consultato il 3 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 22 marzo 2009).
89. ^ (EN) Table 1. Annual Estimates of the Population of Metropolitan and Micropolitan Statistical Areas: April 1, 2000 to July
1, 2008 (CSV), su census.gov, U.S. Census Bureau, 19 marzo 2009. URL consultato il 3 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 14
novembre 2011).
90. ^ Stime dell'Ufficio del censimento degli Stati Uniti d'America, Annual Estimates of the Population of Metropolitan and
Micropolitan, 2012.
91. ^ Department of Defense Active Duty Military Personnel Strengths by Regional Area and by Country (PDF), su
globalsecurity.org. URL consultato il 14 dicembre 2015 (archiviato il 5 marzo 2016).
92. ^ (EN) Department of Defense Base Structure Report, Fiscal Year 2005 Baseline (PDF), su globalpolicy.org, Global Policy
Forum. URL consultato il 2 marzo 2010 (archiviato il 5 agosto 2009).
93. ^ (EN) The Fifteen Major Spender Countries in 2008, su sipri.org, Stockholm International Peace Research Institute. URL
consultato il 2 marzo 2010 (archiviato il 28 marzo 2010).
94. ^ (EN) Classifica delle spese militari in base al PIL, su cia.gov, CIA - The World Factbook. URL consultato il 5 maggio 2013
(archiviato il 13 giugno 2007).
95. ^ Guerra giusta e guerra preventiva: tre domande (http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/6913) Archiviato (https://we
b.archive.org/web/20130114152802/http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/6913) il 14 gennaio 2013 in Internet
Archive.. George Weigel. The Catholic Difference. 2003.
96. ^ Strategia di difesa nazionale (http://www.guerrepace.org/pagine/150scheda1.html) Archiviato (https://web.archive.org/w
eb/20121031065100/http://www.guerrepace.org/pagine/150scheda1.html) il 31 ottobre 2012 in Internet Archive..
Segretario alla difesa Robert Gates. 2008.
97. ^ (EN) National Defense Strategy (http://www.defense.gov/news/2008%20National%20Defense%20Strategy.pdf)
Archiviato (https://web.archive.org/web/20120728063535/http://www.defense.gov/news/2008%20national%20defense%
20strategy.pdf) il 28 luglio 2012 in Internet Archive.. Secretary of Defense Robert Gates. 2008.
98. ^ (EN) Jaroslaw Anders, Americans favor private giving, people-to-people contacts, su usinfo.state.gov, 24 maggio 2007.
URL consultato il 19 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2007).
99. ^ (EN) Principali partner commerciali degli Stati Uniti, 2006, su census.gov, U.S. Census Bureau. URL consultato il 28 febbraio
2010 (archiviato il 23 febbraio 2010).
100. ^ (EN) Table 1289. U.S. Exports and General Imports by Selected SITC Commodity Groups: 2002 to 2005 (PDF), su
census.gov, U.S. Census Bureau (Statistical Abstract of the United States 2007). URL consultato il 28 febbraio 2010 (archiviato il
5 maggio 2010).
101. ^ (EN) Usa Economy in Bref, su usinfo.state.gov, U.S. Department of State's Bureau of International Information
Programs. URL consultato il 19 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 12 marzo 2008).
102. ^ (EN) Table 726. Number of Returns, Receipts, and Net Income by Type of Business and Industry: 2003 (PDF), su
census.gov, U.S. Census Bureau (Statistical Abstract of the United States 2007). URL consultato il 28 febbraio 2010 (archiviato il
5 maggio 2010).
103. ^ (EN) Table 971. GDP in Manufacturing in Current and Real (2000) Dollars by Industry: 2000 to 2005 (2004) (PDF), su
census.gov, U.S. Census Bureau. URL consultato il 28 febbraio 2010 (archiviato il 5 maggio 2010).
104. ^ (EN) New Release/Ultra Petroleum Corp., su ir.nyse.com, NYSE Euronext, 3 agosto 2007. URL consultato il 28 febbraio 2010
(archiviato il 9 aprile 2013).
105. ^ (EN) Classifica della produzione petrolifera, su cia.gov, CIA World Factbook. URL consultato il 28 febbraio 2010 (archiviato il 21
settembre 2012).
106. ^ (EN) Classifica del consumo di petrolio, su cia.gov, CIA World Factbook. URL consultato il 28 febbraio 2010 (archiviato il 21
settembre 2012).
107. ^ (EN) Classifica dei primi 15 paesi per importazione del petrolio greggio, su eia.doe.gov, U.S. Energy Information
Administration. URL consultato il 28 febbraio 2010 (archiviato il 22 maggio 2011).
108. ^ (EN) Mais, su grains.org, U.S. Grains Council. URL consultato il 28 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 12 gennaio 2008).
109. ^ (EN) Sean Charles, La domanda di soia ne guida la produzione, su worldwatch.org, Worldwatch Institute, 6 maggio
2008. URL consultato il 28 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 16 marzo 2008).
110. ^ (EN) Forza lavoro, 2005, su pubdb3.census.gov, U.S. Census Bureau, 29 agosto 2006. URL consultato il 28 febbraio 2010
(archiviato dall'url originale il 5 febbraio 2012).
111. ^ (EN) Table 739. Establishments, Employees, and Payroll by Employment-Size Class and Industry: 2000 to 2003 (PDF),
su census.gov, U.S. Census Bureau. URL consultato il 28 febbraio 2010 (archiviato il 5 maggio 2010).
112. ^ (EN) Thomas Fuller, In the East, Many EU Work Rules Don't Apply, su iht.com, New York Times, 15 giugno 2005. URL
consultato il 28 febbraio 2010 (archiviato il 16 giugno 2005).
113. ^ (EN) Doing Business in the United States (2010), su doingbusiness.org, World Bank. URL consultato il 28 febbraio 2010
(archiviato il 10 marzo 2010).
114. ^ (EN) Lou Dobbs, The Perils of Productivity, su usnews.com, U.S. News, 10 novembre 2003. URL consultato il 28 febbraio
2010 (archiviato dall'url originale l'11 aprile 2011).
115. ^ Trend del mercato del lavoro (PDF), su kilm.ilo.org, International Labour Organization. URL consultato il 20 dicembre 2007
(archiviato dall'url originale il 16 febbraio 2008).
116. ^ (EN) Peter Gumbel, Escape from Tax Hell, su time.com, Time, 11 luglio 2004. URL consultato il 28 febbraio 2010 (archiviato il 7
gennaio 2010).
117. ^ Orr, D. (November–December, 2004). "Social Security Isn't Broken: So Why the Rush to 'Fix' It?" In C. Sturr e R.
Vasudevan, eds. (2007). Current Economic Issues. Boston: Economic Affairs Bureau.
118. ^ (EN) Paul Starr, A New Deal of Their Own, su prospect.org, 25 febbraio 2008. URL consultato il 28 febbraio 2010 (archiviato
dall'url originale il 5 maggio 2008).
119. ^ (EN) La povertà fra i bambini dei paesi più ricchi (PDF), UNICEF. URL consultato il 28 febbraio 2010 (archiviato l'8 febbraio 2010).
120. (EN) Larry M. Bartels, Unequal Democracy: The Political Economy of the New Gilded Age, Princeton, NJ, Princeton
University Press, 2008, ISBN 0-691-13663-7.
121. ^ (EN) Chris Hartman, By the Numbers: Income, su demos.org, 2008. URL consultato il 28 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il
29 settembre 2011).
122. ^ (EN) David R. Henderson, The Rich—and Poor—Are Getting Richer, su Hoover Digest, Hoover Institution, 1998. URL
consultato il 2 marzo 2010 (archiviato il 30 agosto 2009).
123. ^ (EN) Janet L. Yellen, Speech to the Center for the Study of Democracy 2006–2007 Economics of Governance Lecture
University of California, Irvine, su frbsf.org, San Francisco, Federal Reserve Board, 6 novembre 2006. URL consultato il 2
marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 5 dicembre 2010).
124. ^ (EN) Isaac Shapiro, New IRS Data Show Income Inequality Is Again on the Rise, su cbpp.org, Center on Budget and
Policy Priorities, 17 ottobre 2005. URL consultato il 2 marzo 2010.
125. ^ (EN) Dennis Gilbert, The American Class Structure, Belmont, CA, Wadsworth Publishing, 1998, ISBN 0-534-50520-1.
126. ^ (EN) David Cay Johnston, Income Gap Is Widening, Data Shows, in New York Times, 29 marzo 2007. URL consultato il 2
marzo 2010 (archiviato il 5 novembre 2007).
127. ^ (EN) E. Saez, Table A1: Top Fractiles Income Shares (Excluding Capital Gains) in the U.S., 1913–2005 (XLS), su
elsa.berkeley.edu, UC Berkeley. URL consultato il 2 marzo 2010 (archiviato l'11 maggio 2011).
128. ^ (EN) Field Listing—Distribution of Family Income—Gini Index, su cia.gov, CIA The World Factbook. URL consultato il 2-3-20
(archiviato il 16 settembre 2012).
129. ^ (EN) G. William Domhoff, Table 4: Percentage of Wealth Held by the Top 10% of the Adult Population in Various
Western Countries, su sociology.ucsc.edu, University of California at Santa Cruz, Sociology Dept., febbraio 2010. URL
consultato il 2 marzo 2010 (archiviato il 20 ottobre 2011).
130. ^ (EN) Arthur B. Kennickell, Table11a: Amounts (Billions of 2004 Dollars) and Shares of Net Worth and Components
Distributed by Net Worth Groups, 2004 (PDF), su federalreserve.gov, Federal Reserve Board, 2 agosto 2006. URL
consultato il 2 marzo 2010 (archiviato il 13 aprile 2010).
131. ^ https://www.washingtonpost.com/news/wonk/wp/2018/07/04/is-it-great-to-be-a-worker-in-the-u-s-not-compared-to-the-
rest-of-the-developed-world/
132. ^ https://www.wsj.com/articles/historic-asset-boom-passes-by-half-of-families-11567157400
133. ^ https://www.washingtonpost.com/business/2019/09/26/income-inequality-america-highest-its-been-since-census-
started-tracking-it-data-show/
134. ^ (EN) Gabor S. Boritt, Lincoln and the Economics of the American Dream, University of Illinois Press, 1º dicembre 1994,
p. 1, ISBN 0-252-06445-3.
135. ^ Copia archiviata, su repubblica.it. URL consultato il 26 maggio 2020 (archiviato il 28 dicembre 2017).
136. ^ Copia archiviata, su lastampa.it. URL consultato il 26 maggio 2020 (archiviato il 27 dicembre 2019).
137. ^ Copia archiviata, su aagbi.org. URL consultato il 15 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 15 ottobre 2018).
138. ^ Copia archiviata, su medicinaonline.co. URL consultato il 16 luglio 2019 (archiviato il 16 luglio 2019).
139. ^ Copia archiviata, su aerospacecue.it. URL consultato il 23 luglio 2019 (archiviato il 23 luglio 2019).
140. ^ Copia archiviata, su luinonotizie.it. URL consultato il 28 ottobre 2019 (archiviato il 28 ottobre 2019).
141. ^ Copia archiviata, su ilfattoquotidiano.it. URL consultato il 20 dicembre 2019 (archiviato il 20 dicembre 2019).
142. ^ Copia archiviata, su ilmessaggero.it. URL consultato il 23 ottobre 2019 (archiviato il 23 ottobre 2019).
143. ^ Copia archiviata, su fm-world.it. URL consultato il 5 novembre 2019 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2019).
144. ^ Copia archiviata, su tg24.sky.it. URL consultato il 22 ottobre 2019 (archiviato il 22 ottobre 2019).
145. ^ Copia archiviata, su microondeisthewave.wordpress.com. URL consultato il 22 ottobre 2019 (archiviato il 22 ottobre 2019).
146. ^ Copia archiviata, su rainews.it. URL consultato il 29 ottobre 2019 (archiviato il 29 ottobre 2019).
147. ^ Copia archiviata, su ilsole24ore.com. URL consultato il 29 ottobre 2019 (archiviato il 29 ottobre 2019).
148. ^ Copia archiviata, su focus.it. URL consultato il 29 ottobre 2019 (archiviato il 29 ottobre 2019).
149. ^ Copia archiviata, su ricerca.repubblica.it. URL consultato il 22 ottobre 2019 (archiviato il 22 ottobre 2019).
150. ^ Copia archiviata, su danzadance.com. URL consultato l'11 maggio 2019 (archiviato l'11 maggio 2019).
151. ^ https://oregonencyclopedia.org/articles/gray_robert/
152. ^ https://www.ilpost.it/2021/06/17/juneteent-festa-stati-uniti/
153. ^ https://luce.lanazione.it/usa-il-juneteenth-diventa-una-festa-federale-celebrata-labolizione-della-schiavitu-nel-paese/
154. ^ https://www.senate.gov/artandhistory/history/common/generic/American_Indian_Heritage_Month.htm
155. ^ 9 febbraio 1895: William G. Morgan inventa la pallavolo - (https://www.parmadaily.it/9-febbraio-1895-william-g-morgan-i
nventa-la-pallavolo/)
156. ^ IL NOSTRO SPORT – Ferrara Baseball (http://ferrarabaseball.it/gioca-con-noi/il-nostro-sport)
157. ^ usa.rugby, https://www.usa.rugby/.

Bibliografia
Maldwyn Jones, Storia degli Stati Uniti d'America, Milano, Bompiani, 1984, ISBN 978-88-452-3357-9.
Samuel Eliot Morison - Henry Steele Commager, Storia degli Stati Uniti d'America, 2 voll., Firenze, La Nuova Italia,
1960,
Allan Nevins - Henry Steele Commager, Storia degli Stati Uniti, Torino, Einaudi, 1960, ISBN 978-88-06-04689-7.
George B. Tindall E David E. Shi, La grande storia dell'America, 2 voll., Milano, Oscar Mondadori, 1992.
Furio Colombo, America e libertà. Da Alexis de Tocqueville a George W. Bush, Milano, Baldini & Castoldi, 2005, ISBN
88-8490-721-7.
Sara Benson, Stati Uniti orientali, ETD,2010, ISBN 88-6040-558-0.
Sara Benson, Stati Uniti occidentali, ETD,2010, ISBN 88-6040-286-7.
Abdourahman A. Waberi, Gli Stati Uniti d'Africa, Morellini, 2007, ISBN 88-89550-25-2.
Bruno Cartosio, Gli Stati Uniti contemporanei: 1865-2002, Giunti Editore, 2003, ISBN 88-09-02610-1.
Valentina Valentini, Gli Stati Uniti e la religione. Separatismo e libertà religiosa nella democrazia americana,
CEDAM,2010, ISBN 88-13-29906-0.

Rapporti con l'Italia nel dopoguerra


Nico Perrone, De Gasperi e l'America, Palermo, Sellerio, 1995.

Voci correlate
Green Card
51º Stato
Guerra d'indipendenza americana
Architettura statunitense
Immigrazione negli Stati Uniti d'America
Americanismo
Impeachment negli Stati Uniti
Antiamericanismo
Imperialismo statunitense
Bandiera degli Stati Uniti d'America
Istruzione negli Stati Uniti d'America
Bandiere degli Stati federati degli Stati Uniti d'America
Lingua italiana negli Stati Uniti d'America
Cittadinanza statunitense
Lingua spagnola negli Stati Uniti d'America
Clima degli Stati Uniti d'America
Padri fondatori degli Stati Uniti d'America
Compagnie d'opera degli Stati Uniti
Pena di morte negli Stati Uniti d'America
Comuni degli Stati Uniti d'America
Politica dell'immigrazione negli Stati Uniti d'America
Congresso degli Stati Uniti d'America
Popolazione carceraria negli Stati Uniti d'America
Contee degli Stati Uniti d'America
Presidenti degli Stati Uniti d'America
Costituzione degli Stati Uniti d'America
Politica delle armi negli Stati Uniti d'America
Cultura degli Stati Uniti d'America
Razzismo negli Stati Uniti d'America
Commonwealth (Stati Uniti d'America)
Sistema politico degli Stati Uniti d'America
Diritti umani negli Stati Uniti d'America
Sistema sanitario degli Stati Uniti d'America
Diritto degli Stati Uniti d'America
Sistema elettronico per l'autorizzazione al viaggio
Economia degli Stati Uniti d'America
Sistema giudiziario degli Stati Uniti d'America
East Coast
Stato federato degli Stati Uniti d'America
Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America
Storia degli Stati Uniti d'America
Forze armate degli Stati Uniti d'America
Stragi con armi da fuoco negli Stati Uniti d'America
Forze di polizia degli Stati Uniti
Ufficio del censimento degli Stati Uniti d'America
Geografia degli Stati Uniti d'America
United States Armed Forces
Governo federale degli Stati Uniti d'America
West Coast (Stati Uniti d'America)
Governo locale degli Stati Uniti d'America

Altri progetti
Wikisource contiene una pagina sugli Stati Uniti d'America
Wikiquote contiene citazioni sugli Stati Uniti d'America
Wikizionario contiene il lemma di dizionario «Stati Uniti d'America»
Wikiversità contiene risorse sugli Stati Uniti d'America
Wikinotizie contiene notizie di attualità sugli Stati Uniti d'America
Wikimedia Commons (https://commons.wikimedia.org/wiki/?uselang=it) contiene immagini o altri file sugli Stati Uniti
d'America (https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:United_States?uselang=it)
Wikivoyage contiene informazioni turistiche sugli Stati Uniti d'America

Collegamenti esterni

(EN) Sito ufficiale, su usa.gov.


Stati Uniti d’America, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Stati Uniti d'America, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
Stati Uniti d'America, su sapere.it, De Agostini.
(IT, DE, FR) Stati Uniti d'America, su hls-dhs-dss.ch, Dizionario storico della Svizzera.
(EN) Stati Uniti d'America, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Opere di Stati Uniti d'America, su openMLOL, Horizons Unlimited srl.
(EN) Opere di Stati Uniti d'America, su Open Library, Internet Archive.
(EN) Opere di Stati Uniti d'America, su Progetto Gutenberg.
Stati Uniti d'America, su viaggiaresicuri.it. URL consultato il 10 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 10 aprile 2019).
Ambasciata d'Italia a Washington DC, su ambwashingtondc.esteri.it.
Ambasciata e Consolati degli Stati Uniti d'America in Italia., su it.usembassy.gov.
Fondazione Italia USA, su italiausa.org.
(EN) Sito della Casa Bianca, su whitehouse.gov.
(EN) Sito del CENSUS, su census.gov.
(EN) Sito della Federal Reserve, su federalreserve.gov.
Sito degli sport americani, su sportamericano.it. URL consultato l'8 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 9 novembre 2012).
VIAF (EN ) 130168302 (https://viaf.org/viaf/130168302) · ISNI (EN ) 0000 0001 2331 5230 (http://isni.org/isni/0
000000123315230) · SBN BVEV001855 (https://opac.sbn.it/risultati-autori/-/opac-autori/detail/BVEV001855?
core=autoriall) · SBN MUSL003483 (https://opac.sbn.it/luogo/MUSL003483) · BAV 494/17090 (https://opac.v
atlib.it/auth/detail/494_17090) · LCCN (EN ) n78095330 (http://id.loc.gov/authorities/names/n78095330) ·
GND (DE) 4078704-7 (https://d-nb.info/gnd/4078704-7) · BNE (ES) XX4575366 (http://catalogo.bne.es/uhtbi
Controllo di autorità n/authoritybrowse.cgi?action=display&authority_id=XX4575366) (data) (http://datos.bne.es/resource/XX4575
366) · BNF (FR ) cb118636082 (https://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb118636082) (data) (https://data.bnf.fr/ar
k:/12148/cb118636082) · J9U (EN, HE) 987007269139705171 (http://uli.nli.org.il/F/?func=find-b&local_base=
NLX10&find_code=UID&request=987007269139705171) · NDL (EN, JA ) 00871907 (https://id.ndl.go.jp/auth/n
dlna/00871907) · CONOR.SI (SL) 289524067 (https://plus.si.cobiss.net/opac7/conor/289524067) · WorldCat
Identities (EN ) lccn-n78095330 (https://www.worldcat.org/identities/lccn-n78095330)

Portale NATO Portale Stati Uniti d'America

Estratto da "https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Stati_Uniti_d%27America&oldid=133962608"

Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 13 giu 2023 alle 17:55.

Il testo è disponibile secondo la licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo; possono applicarsi condizioni ulteriori. Vedi le
condizioni d'uso per i dettagli.

Potrebbero piacerti anche