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Ditta

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Nell'ordinamento giuridico italiano, la ditta è uno dei segni distintivi dell'azienda, l'unico a essere
obbligatorio, ed è nome sotto il quale l'imprenditore individuale esercita la sua impresa, compie gli atti di
impresa, assume obbligazioni, acquista diritti e, più in generale, diventa punto di riferimento soggettivo dei
rapporti giuridici relativi all'impresa.[1][2]

Indice
Elementi della ditta
Teorie della ditta
Teoria della ditta soggettiva
Teoria della ditta oggettiva
Teoria della ditta unitaria
Requisiti
Trascrizione
Circolazione
Note
Bibliografia
Voci correlate

Elementi della ditta


Essa è formata da un elemento necessario, costituito dal cognome o dalla sigla dell'imprenditore, e da un
elemento eventuale, cioè facoltativo, che può essere costituito anche da parole liberamente scelte.[3]

Infatti, a norma dell'art. 2563, secondo comma, del Codice civile, «la ditta, comunque sia formata, deve
contenere almeno il cognome o la sigla dell'imprenditore, salvo quanto è disposto dall'art. 2565», cioè salvo
che nel caso di trasferimento della ditta.

Teorie della ditta


Intorno alla nozione di ditta, nel corso del tempo sono state sviluppate in dottrina diverse teorie che possono
essere ricondotte alle seguenti tre principali: la teoria oggettiva, la teoria soggettiva e la teoria unitaria.

Teoria della ditta soggettiva

La teoria soggettiva, la più antica, identifica l'imprenditore con la ditta, per cui essa è formata solo dal nome
(e cognome) del titolare dell'azienda, o tutt'al più dal solo cognome.
Di conseguenza, la ditta è intrasferibile per qualsiasi motivo, dal momento che con la cessione viene
inevitabilmente a istituirsi la figura giuridica del prestanome.[4][5]

Teoria della ditta oggettiva

La teoria della ditta oggettiva non identifica l'imprenditore con la ditta, per cui quest'ultima diventa
denominazione durevole dell'azienda, diventa cioè segno distintivo.

In questo modo, la continuità della ditta ne consente il trasferimento come componente - economicamente
valutabile - dell'avviamento d'azienda, con conseguente vantaggio anche per l'acquirente, che beneficia
della notorietà della ditta acquistata, e senza rischi per i clienti, in quanto la capacità aziendale resta
immutata, e per i finanziatori, che comunque usano acquisire informazioni prima di erogare prestiti.[6][7]

Teoria della ditta unitaria

Dal momento che la prassi mercantile e giurisprudenziale sembra privilegiare la ditta oggettiva, Cesare
Vivante, il maggiore assertore della teoria della ditta soggettiva, attenuandone l'intransigenza, ammette la
trasferibilità della ditta per causa di morte del titolare dell'azienda.

Le due dottrine, tuttavia, sembrano prendere in considerazione due aspetti differenti: la ditta soggettiva
riguarderebbe la persona dell'imprenditore, dal quale non può essere separato; la ditta oggettiva, invece,
sarebbe un segno distintivo dell'azienda, da cui la trasferibilità con l'azienda stessa.[8]

Secondo i sostenitori della ditta unitaria, tuttavia, la ditta è in realtà unica anche se viene osservata da due
prospettive diverse: nel codice civile, infatti, la ditta è segno distintivo sia dell'imprenditore che dell'azienda.

Requisiti
La ditta sorge con l'adozione effettiva e pubblica e deve rispettare il principio di verità e il principio di
novità. Per verità si intende che la ditta debba corrispondere al nome dell'imprenditore o contenerne almeno
il cognome o al limite le iniziali. Ovviamente la ditta oltre che al nome patronimico dell'imprenditore può
contenere altri elementi di fantasia (ad esempio "La casa del detersivo di M. Rossi") che non contrastano
con il principio di verità ma lo vanno a specificare. Per novità invece si deve intendere il fatto che la ditta
deve essere idonea a differenziare in maniera inconfondibile l'imprenditore che la usa da qualsiasi altro. Tra
l'altro l'imprenditore ha il diritto all'uso esclusivo della ditta da lui prescelta.

Trascrizione

Per le imprese commerciali trova applicazione il principio della priorità della trascrizione nel registro delle
imprese.

Circolazione

Nel sistema delineato dall'ormai abrogato codice di commercio del 1884 era incerto se il trasferimento della
ditta fosse possibile. L'attuale codice civile del 1942 sembra invece aver superato il problema sancendo la
trasferibilità della ditta contemporaneamente al trasferimento dell'azienda. Vi è però una differenza tra
trasferimento per atto inter vivos e mortis causa, infatti nel primo caso sarà necessario il consenso
dell'alienante, nel secondo caso invece la ditta si trasferirà salvo disposizioni testamentarie diverse. Nel caso
invece di usufrutto od affitto la ditta si trasferirà necessariamente. In ogni caso il trasferimento deve essere
iscritto nel registro delle imprese. Con il trasferimento della ditta il legislatore ne ha salvaguardato il valore
economico. I terzi continuano ad essere tutelati in quanto possono conoscere il trasferimento attraverso il
registro.[9]

Note
1. ^ Ditta, insegna e marchio: i segni distintivi dell'impresa, su Camera di Commercio Industria
e Artigianato e Agricoltura di Torino.
2. ^ Gustavo Minervini, Graziani Augusto, Belvisio Umberto e Santoro Vittorio, Manuale di
diritto commerciale, Cedam, 2020, p. 85.
3. ^ Carlo Angelici e Giovanni Battista Ferri, Manuale di diritto commerciale, Utet giuridica,
p. 80.
4. ^ Cesare Vivante, Trattato di diritto commerciale, Vol. 1, Francesco Vallardi, 1929.
5. ^ Alfredo Rocco, Saggio di una teoria generale degli atti di commercio, in Rivista del diritto
commerciale, vol. 1, 1916, pp. 81-111.
6. ^ Piero Sraffa, Produzione di merci a mezzo di merci.
7. ^ Francesco jr. Ferrara, La teoria giuridica dell'azienda, I - Natura giuridica dell'azienda. II -
La protezione dell'azienda. III - La circolazione dell'azienda, Carlo Cya, 1948-1949.
8. ^ Gino Magri, Sul concetto giuridico della ditta commerciale, in Rivista di diritto commerciale,
1912, p. 18.
9. ^ Graziani, Alessandro, 1900-1953., Manuale diritto commerciale, Wolters Kluwer, 2020,
ISBN 978-88-13-37372-6, OCLC 1241188370. URL consultato il 10 maggio 2021.

Bibliografia
Gian Franco Campobasso, Manuale di diritto commerciale, a cura di Mario Campobasso,
settima edizione, UTET Giuridica, settembre 2017, ISBN 9788859814863.

Voci correlate
Azienda
Insegna (diritto)
Impresa
Imprenditore
Controllo di
Thesaurus BNCF 51408 (https://thes.bncf.firenze.sbn.it/termine.php?id=51408)
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