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Argomenti prova d’esame Fiscale, Economica, Finanziaria

1. Detraibilità e Deducibilità:
REDDITO IMPONIBILE: Il reddito imponibile è il reddito su cui il cittadino paga le imposte ed è il risultato del
reddito effettivo meno le deduzioni fiscali.

ALIQUOTA: L'aliquota (o quota parte), nella scienza delle finanze, è il tasso fisso o variabile, espresso in
forma di percentuale, che si applica alla base imponibile per calcolare il tributo (tributo: prestazione
patrimoniale imposta ai cittadini dallo Stato o da altro ente del settore pubblico, in virtù del potere
normativo). L'aliquota non è specificata nelle imposte a quota fissa, il cui ammontare è invariabile e fissato
direttamente dalla legge.

TUIR: Testo Unico delle Imposte sui Redditi

IRPEF: Imposta sul Reddito delle Persone fisiche. È la principale imposta che si paga in Italia. Si tratta di
un’imposta progressiva: più aumenta il reddito di una persona e più tasse questa pagherà. Per costruire
questo sistema, l’aliquota aumenta all’aumentare del reddito. Per determinate spese (donazioni ad
organizzazioni non governative, contributi di previdenza complementare, assegni periodici al coniuge in
conseguenza di separazione o divorzio).

DETRAIBILITA’: Le detrazioni fiscali intervengono solo nella fase del calcolo effettivo dell’importo del tributo.
Le detrazioni fiscali infatti non incidono sulla quantificazione del reddito ma esclusivamente sul pagamento
che deve essere corrisposto per un dato tributo. L’importo complessivo delle detrazioni fiscali può essere
determinato in relazione a percentuali stabilite o sulla base di date cifre. Le detrazioni inoltre possono
essere applicate per alleggerire il peso del fisco su: lavori in casa, affitto o leasing, mutui, spese scolastiche.
La detrazione comporta una diminuzione dell’Irpef lorda ottenuta applicando le aliquote crescenti al reddito
imponibile. Per determinate spese (spese sanitarie, per ristrutturazioni edilizie) il Fisco riconosce una
detrazione pari ad una determinata percentuale (19, 36 o 55 per cento) dell’onere sostenuto. Con la
detrazione si ottiene un risparmio fiscale pari alla percentuale detraibile della spesa effettuata.

DEDUCIBILITA’: Le deduzioni fiscali sono delle agevolazioni che concorrono direttamente a determinare il
reddito imponibile. La somma derivante dai vari oneri deducibili deve essere sottratta direttamente al
reddito complessivo: ciò che ne deriverà sarà una certa somma (il reddito imponibile) da usare come base
per il calcolo della somma da versare al fisco. In questo senso la deduzione è un’operazione che viene
applicata: sul reddito prima che intervenga il calcolo effettivo della tassazione e quindi prima di dover
applicare le detrazioni fiscali. La deduzione comporta una diminuzione del reddito imponibile al quale
applicare le aliquote crescenti dell’Irpef, il Fisco riconosce una deduzione dal reddito complessivo per
esentare temporaneamente o permanentemente tale spesa, ovvero per spostare la tassazione dal soggetto
che eroga una somma al contribuente che la percepisce. Con la deduzione si ottiene un risparmio fiscale
pari all’aliquota marginale Irpef per l’importo dedotto dal contribuente. A parità di onere dedotto, più alta
sarà l’aliquota Irpef applicabile al contribuente maggiore sarà il risparmio fiscale in termini assoluti.

2. Artbonus e Sponsorizzazione:
ARTBONUS (legge 106 del 2014): È stato creato nel 2014 da Franceschini ed è una donazione liberale,
avente l’obiettivo di agevolare il mantenimento e il restauro del patrimonio culturale presente in Italia.
Tutte le persone che spenderanno per questo avranno diritto ad una agevolazione fiscale del 65% come
credito di imposta (Il credito d’imposta: un qualsiasi credito che il contribuente vanta nei confronti dello
Stato). L’ agevolazione è spartita in 3 quote annuali. È utilizzabile nella dichiarazione fiscale del periodo di
imposta in cui è fatta l’erogazione liberale. Bisogna rispettare sempre il limite di 1/3 della quota su base
annuale.
-Tutti dalle organizzazioni di tutti i tipi ai privati cittadini.
-Il credito d’imposta spetta nella misura del 65% del sostegno fornito.
-I massimali del credito d’imposta sono: per le società, le ditte individuali e gli enti non commerciali ma che
esercitano anche attività commerciale, il credito d’imposta è riconosciuto nel limite del 5 per mille dei ricavi
annui. Per le persone fisiche e per gli enti che non svolgono attività commerciale, il credito d’imposta è
riconosciuto nel limite del 15% del reddito imponibile.
-Il sostegno deve essere fornito esclusivamente a un bene di proprietà pubblica. Sono quindi escluse le
erogazioni effettuate a favore di un bene culturale di proprietà privata, compresi gli enti ecclesiastici e le
organizzazioni senza fini di lucro.
-Le eccezioni sono due: l’Art Bonus viene riconosciuto anche per quelle erogazioni destinate a un ente
ecclesiastico se questo ente è soltanto, per così dire, l’affidatario del bene pubblico, vale a dire se lo
custodisce per conto dello Stato.
Inoltre con il D.L. del 17 ottobre 2016 dal titolo “Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dal
sisma del 24 agosto 2016” è stata data una deroga per quegli immobili di interesse culturale dedicati al culto
situati nei comuni colpiti dal terremoto.

730: È il modello per la dichiarazione dei redditi dedicato ai lavoratori dipendenti e pensionati. Il modello
730 presenta diversi vantaggi. Principalmente, il contribuente non deve eseguire calcoli e ottiene il rimborso
dell'imposta direttamente nella busta paga o nella rata di pensione, a partire dal mese di luglio (per i
pensionati a partire dal mese di agosto o di settembre); se, invece, deve versare delle somme, queste
vengono trattenute dalla retribuzione (a partire dal mese di luglio) o dalla pensione (a partire dal mese di
agosto o settembre) direttamente nella busta paga.

5 PER MILLE: Il 5 per mille è una quota dell’IRPEF che lo Stato ripartisce su indicazione dei
cittadini/contribuenti al momento della dichiarazione dei redditi e destinata alle organizzazioni non profit
iscritte agli elenchi dell’Agenzia delle Entrate.

SPONSORIZZAZIONE: Se libero professionista o azienda (non un privato) si fa promotore di attività culturale,


il costo sostenuto è deducibile. L’intento promozionale è la causa del contratto di sponsorizzazione. Può
anche essere un modo per acquistare un’opera (società sponsorizza l’esposizione e in cambio le viene
ceduta l’opera: l’acquisto dell’opera non sarebbe deducibile, la sponsorizzazione dell’esposizione si).
Il costo sostenuto deve però soddisfare i requisiti di inerenza e competenza.
Le imprese che acquistano le opere d’arte possono detrarre l’IVA sugli acquisti quando l’opera contribuisce a
migliorare l’immagine aziendale (vale anche per liberi professionisti).
Gli oggetti d’arte con moderato valore artistico valutabili come semplici arredi sarebbero ammortizzabili e
deducibili dal reddito di impresa. Significa che in un tempo di circa 5 anni posso abbattere il reddito. Il
concetto di ammortamento è basato sull’idea che il bene nel corso dei 5 anni si dovrebbe deteriorare, così
da essere, al termine dei 5 anni, con valore pari a 0 (es. pc che dopo 5 anni funziona male).
Opere d’arte con ingente valore artistico non sono ammortizzabili (non arriveranno mai a valere 0). Non
esiste un tetto margine che fa da discrimine tra opere di valore elevato e opere di valore moderato. Va a
buon senso.

AMMORTAMENTO: Estinzione graduale di un debito (pubblico o privato) o di un mutuo. Nei bilanci delle
imprese e in contabilità nazionale, riduzione periodica di una quota del valore dei beni durevoli (destinati a
perdere il loro valore o il loro potere di rendimento col passar del tempo) e accantonamento in un fondo
della somma necessaria al loro rimpiazzo. La procedura contabile per estinguere in un dato numero di anni
l'investimento relativo al lancio sul mercato di un nuovo prodotto. È un concetto fiscale che parte dalla
considerazione che ci sono alcuni beni che nel tempo si deteriorano fino a valere 0. Quote di
ammortamento sono divise su 5 anni. Da quel momento è come se il bene fosse andato distrutto. Nel caso
di opere di arte contemporanee di importanti artisti ma per loro natura pensate per deteriorarsi, ci si rivolge
a un fiscalista. Per le imprese queste spese possono essere considerate come spese di rappresentanza, ma a
condizione che siano state di evidente finalità promozionale (associabile alle pubblicità), collegate a
generare un ritorno economico (aspetto più difficile da provare). Il comma 5 dell’articolo 54 del TUIR indica
che tali acquisti, anche se utilizzati come beni strumentali, si considerino come spese di rappresentanza.
I costi sono deducibili nei limiti previsti dall’art.108 del Tuir:
1,3% dei ricavi fino a 10M/€
0,6% dei ricavi tra 10 e 50M/€
0,4% oltre 50M/€ di ricavi
Se l’acquisto di opere d’arte è l’oggetto dell’attività di impresa, la questione è controversa perché va
rispettato il principio di Inerenza previsto dal Tuir. Le opere d’arte non sono soggette a deprezzamento, ma
più facilmente ad un aumento del valore nel tempo. Questo incide sul vantaggio di un eventuale
ammortamento. Poiché sono paragonate a componenti d’arredo, il loro acquisto può essere ammortizzato
in 5 anni. Se invece è dimostrata la funzione pubblicitaria, l’ammortamento può avvenire in 3 -5 anni (tempo
di decadimento dei benefici della pubblicità). Se l’opera viene inserita tra gli investimenti dell’Impresa non è
soggetta ad ammortamento, ed è considerato patrimonio aziendale. Questi vantaggi non sono applicabili a
opere considerate storiche (con più di 50 anni).

FRANCHIGIA: soglia al di sotto della quale l’imposta non è dovuta.

3. Il regime fiscale delle compravendite di opere e nelle successioni:


REGIME FISCALE SULLE COMPRAVENDITE: Le vendite che avvengono all’interno di un regime di impresa
(gallerista o commerciante d’arte) sono soggette a IVA con aliquota del 22%.

SUCCESSIONE: Gli eredi devono pagare delle tasse di successione sull’eredità (in Italia tasse di successione
sono molto basse) a seconda del rapporto che avevano con il defunto (aliquota).
Coniuge e ascendenti in linea diretta: da 1 milione in su (franchigia) paga il 4% (se beneficiario ha handicap
franchigia 1,5 milioni)
Fratelli e sorelle: franchigia di 100.000 e aliquota del 6% (franchigia di 1,5 se beneficiario ha handicap)
Tra altri parenti fino al 4° grado, affini ini linea retta o affini in linea indiretta fino al 3° grado: nessuna
franchigia e aliquota del 6% (franchigia di 1,5 se beneficiario ha handicap)
Nessuna parentela: nessuna franchigia e aliquota 8% (franchigia di 1,5 se beneficiario ha handicap).
Dalle aliquote è evidente il vantaggio di cui si può godere applicando l’istituto della presunzione del 10%.
Somma di tutti i beni costituisce l’asse ereditario.
Istituto della presunzione del 10% consente di inserire le opere nella dichiarazione, di abbattere il loro costo
nell’aliquota e garantisce la tracciabilità dell’opera (utile nel caso in cui in futuro si vuole certificare il valore
durante una rivendita dell’opera).
Si presume che i beni mobili del defunto abbiano un valore del 10% del totale patrimonio.
Se il patrimonio vale 100 si presume che i suoi beni mobili abbiano valore 10, quindi il totale del patrimonio
è di 100+10 (a prescindere dal reale valore dei beni mobili).

PAGAMENTO IMPOSTE CON CESSIONE OPERE D’ARTE: Legge 2 ago. 1982 n.512: Regime fiscale dei beni di
rilevante interesse culturale. Consente il pagamento di alcune imposte sul reddito di persone fisiche, di
persone giuridiche (imprese) e le imposte successione attraverso la cessione di opere d’arte. Le opere d’arte
devono essere contemporanee, con meno di 70 anni, con indiscutibile valore artistico (certificato dopo
valutazione di un perito del Ministero dei Beni Culturali).

PATRIMONIALE: La patrimoniale è un’imposta che va a colpire il patrimonio (non il reddito) costituito da


beni mobiliari (es. conto corrente, deposito titoli, azioni, fondi investimento...) e beni immobiliari, sia di
persone fisiche che di persone giuridiche. I beni d’arte non sono configurati come patrimonio secondo i
parametri usati per la determinazione dell’ISEE. Perciò sono un utile forma di diversificazione del portafoglio
e un modo di segregazione patrimoniale.

4. Finanza Comportamentale:
FINANZA COMPORTAMENTALE: La finanza comportamentale studia la ricerca scientifica nell’ambito della
psicologia cognitiva alla comprensione delle decisioni economiche e come queste si riflettano nei prezzi di
mercato e nell’allocazione delle risorse. Studia il comportamento economico dell’uomo, si interessa della
razionalità, o meglio della sua mancanza, da parte degli agenti economici. La teoria finanziaria classica
ipotizza che gli individui siano perfettamente razionali e agiscano utilizzando set informativi completi e
omogenei. Per lungo tempo, essa è stata impiegata per trarre implicazioni sul piano non solo normativo ma
anche descrittivo. La ricerca empirica ha tuttavia mostrato che gli investitori commettono sistematicamente
errori di ragionamento e di preferenze, difficilmente conciliabili con l’assunto di razionalità delle scelte.
Daniel Kahneman è uno psicologo israeliano vincitore del Premio Nobel per l’economia nel 2002 per aver
integrato risultati della ricerca psicologica nella scienza economica, specialmente in merito al giudizio
umano e alla teoria delle decisioni in condizioni di incertezza. Ha ricevuto una laurea specialistica honoris
causa in scienze dell’economia per aver integrato economia e psicologia. Sostanzialmente ha rintracciato i
sentimenti dell’investitore durante i cicli di mercato. La moda nella curva di frequenza è il picco più alto in
un grafico statistico.
Il caso Blackberry→ cellulare dei business man. Il telefono non è più nel mercato poiché non hanno
rinunciato al loro sistema operativo quando oramai era chiaro che il mercato si stava muovendo verso un
duopolio Android-iOs. E hanno abbracciato Google quando ormai era troppo tardi non muovendosi dal loro
punto di partenza. Dal 2006 al 2016 infatti si ha una curva molto alta che ha cavalcato la moda, ma è
precipitata di botto divenendo un prodotto marginale.
Indice MCSI World→ indice azionario globale che racchiude i mercati azionari del mondo (è come guardare
l’economia mondiale). L’economia mondiale è in continua crescita poiché la popolazione sta aumentando e
quindi cresce di conseguenza la domanda di prodotto. Le parti in blu del grafico segnalano i momenti di crisi
dell’economia, che possono rappresentare i rallentamenti, i collassi e le pause (prese per rilanciarsi ancora
più forte). L’economia è una delle scienze che studia il passato.
La teoria della mediazione del prezzo medio di acquisto → il prezzo medio di carico è la media dei prezzi
unitari di acquisto (comprensivo delle commissioni, spese ed oneri diversi) degli investimenti presenti in
patrimonio/portafoglio su cui vengono poi calcolati gli utili o le perdite realizzati. Come si nota dal grafico se
il mercato sale e scende vediamo una variazione delle quote: se a gennaio investo 100 euro e il prezzo di ciò
che voglio comprare è 2 euro vuol dire che comprerò 50 quote del prodotto. Se a febbraio il prezzo del
prodotto è 5 euro, investendo 100 euro potrò acquistare solo 20 quote dello stesso prodotto. Con la teoria
del prezzo medio si investe in maniera frazionata lo stesso importo nel tempo notando così un risultato
finale in positivo. Il simulatore PAC consente di ipotizzare i ricavi di un investimento nel passato. Esiste un
tempo medio consigliato per avere dei ricavi da un investimento: nel mercato azionario sono 10 anni, in
quello obbligazionario ad esempio è 5 anni. Dal 2000 sui mercati sono presenti anche degli indici sull’arte,
per monitorare i prezzi del mercato delle opere d’arte (che tendenzialmente è più cauto degli altri).

5. Diritto d'Autore:
POSSESSO: Disponibilità del bene – disponibilità del bene

DIRITTO D’AUTORE: La legislazione non definisce nel dettaglio cosa sia un’opera d’arte, vi è la definizione di
bene culturale. La legge sul diritto d’autore accenna alla definizione di opera d’arte: tale legge (1941)
protegge le opere dell’ingegno di carattere creativo. Più che parlare di artisti bisognerebbe parlare infatti di
autori. Si tratta di opere che possono appartenere alla letteratura, alla musica, alle arti figurative,
all’architettura, al teatro, qualunque ne sia il modo o la forma di espressione. L’opera deve essere compiuta
o non devono rimanere solo idee degli artisti. All’impianto normativo bisogna aggiungere la giurisprudenza
ovvero l’insieme delle sentenze (che non costituiscono un precedente): la protezione del diritto d’autore
postula il requisito dell’originalità e della creatività, consistente non già nell’idea che è alla base della sua
realizzazione, ma nella forma della sua espressione, ovvero dalla sua soggettività, presupponendo che
l’opera rifletta la personalità del suo autore, manifestando le sue scelte libere e creative (cassazione civile
sez. I, 29/05/2020, n. 10300). Ci sono alcuni aspetti che mettono in crisi il concetto di originalità (es. gli
stencil, sticker e le opere che sono concepite in forma seriale).
La duplicità dell’opera→ il corpus mechanicum è il supporto sul quale l’opera è fissata, la tela su cui è
dipinto un quadro, la materia su cui è scolpita un’opera, mentre il corpus mysticum è l’opera in sé, l’idea
dell’opera. Su questo secondo aspetto ricade la paternità dell’opera, valida anche dopo la vendita. Si parla di
duplicità dell’opera in riferimento alla sua essenza come bene materiale e come bene immateriale.
I diritti d’autore dell’artista→ all’artista restano, per sempre, i diritti morali dell’autore, tra cui la paternità e
fino a 70 anni dopo la sua morte, i diritti patrimoniali d’autore. L’autore è in genere il primo proprietario,
tranne che nel caso di opere commissionate. I diritti patrimoniali d’autore sono negoziabili (strumento
principale è la licenza).
Esistono le utilizzazioni libere per finalità didattiche o per diritto di cronaca escludendo però l’interesse
commerciale. L’opera può essere donata, distrutta (se non è un bene culturale), rivenduta, ma non esposta a
pagamento, farne merchandising o trarne altre utilità (es. noleggiarla) né modificarla o alterarla, senza
l’autorizzazione dell’autore.
Arte contemporanea e diritto d’autore → per motivi anagrafici, l’arte contemporanea è ancora tutta arte
coperta dal diritto (patrimoniale) d’autore. Perciò è più costosa e inaccessibile, perché quasi tutta è in
collezioni private e costa riprodurla. Si hanno tre aree nei contratti: area extracontrattuale (tra noi e
qualsiasi altro terzo); area delle trattative (le parti entrano a contatto); area contrattuale (le parti stipulano
un contratto).
Art. 2043 del codice civile: responsabilità per fatto illecito → qualunque fatto doloso o colposo che cagiona
ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatti a risarcire il danno.
Art. 1218 del codice civile: responsabilità del debitore → il debitore che non esegue esattamente la
prestazione dovuta è tenuto al risarcimento del danno se non prova che l’inadempimento o il ritardo è stato
determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile.
L’importanza dei preliminari: verba volant, scripta manent; bisogna conservare la copia di tutto; bisogna
avere un’agenda, bisogna avere degli archivi; prelazioni, opzioni, caparre cofirmatarie, caparre penitenziali.

6. RSI (Responsabilità sociale d'impresa):


RSI – RESPONSABILITA’ SOCIALE D’IMPRESA: La Responsabilità Sociale delle Imprese (e delle organizzazioni –
CSR, secondo l’acronimo inglese di Corporate Social Responsibility) esprime “l’integrazione su base
volontaria, da parte delle imprese, delle preoccupazioni sociali e ambientali nelle loro operazioni
interessate”. Inserita nelle politiche europee con il Libro Verde 2001, la RSI ha l’obiettivo di creare:
-condizioni favorevoli per una crescita sostenibile;
-un comportamento eticamente responsabile delle imprese;
-un’occupazione durevole nel medio e lungo termine, anche attraverso una nuova governance dell’impresa,
che deve guardare al capitale umano, sociale e alle comunità territoriali come forma di investimento
sostenibile.
All’impresa economica viene chiesto di assumere un ruolo sociale e di farsi carico degli impatti ambientali e
delle conseguenze derivanti dalla propria attività, dando conto degli effetti, anche economici e sociali, che si
riverberano sull’ambiente circostante. Non esiste un modo “giusto” attraverso il quale le aziende possono
praticarla, l’importante è contribuire positivamente nella società o in settori come l’economia e l’ambiente.
La cultura è stata riconosciuta come asset trasversale ai Sustainable Development Goals, cioè Obiettivi per
lo Sviluppo Sostenibile, delle Nazioni Unite (17 obiettivi definiti dall’Onu nel 2015 inseriti nell’Agenda 2030).
Le aziende, attraverso investimenti a sostegno dell’arte, possono sviluppare progetti di responsabilità
sociale che traducano visivamente i valori corporate e creino valore aggiunto attraverso la sensibilizzazione
alle grandi problematiche socio-ambientali. Il 90% dei consumatori intervistati acquisterebbe un prodotto
presso un’azienda piuttosto che un’altra pressoché equivalente, scegliendo in base a un’affinità di valori.
Il 75% si rifiuterebbe di acquistare presso un’azienda che sposa principi contrari ai propri valori.
La Responsabilità sociale d’impresa migliora l’immagine pubblica aziendale, attrae talenti e investitori,
incidendo così positivamente sui ricavi.

7. Le bolle speculative/crisi della storia:


BOLLA SPECULATIVA: Una bolla finanziaria, o bolla speculativa, è l’aumento costante e rapido del prezzo di
un asset non giustificato dai fondamentali economici dell’asset stesso. Prima o poi la bolla esplode o si
sgonfia rapidamente, e chi ha investito soldi nel momento sbagliato rischia grandi perdite o la bancarotta.

BOLLE SPECULATIVE/CRISI DELLA STORIA:


-LA FEBBRE DEI TULIPANI (1634 - 1637): Siamo nell’Olanda del “Secolo d’oro”, dove il tulipano era uno status
symbol tra i ricchi mercanti del paese. Tecnicamente si trattò di una bolla dei bulbi di tulipano, che venivano
scambiati sulla Borsa olandese già a partire dal 1500. Di fatto, questi bulbi venivano comprati solo allo scopo
di rivenderli qualche mese dopo, forti della certezza che il prezzo sarebbe aumentato: l’essenza di ogni bolla
speculativa, una “profezia” che si autoalimenta. Nel pieno della bolla, un bulbo arrivò a costare più dello
stipendio medio annuale di una famiglia olandese. Anche persone non abbienti si indebitavano per
comprare quello che oggi definiremmo un “future” sul bulbo di tulipano, e lo faceva utilizzando la “leva
finanziaria” cioè acquistavano versando solo un acconto con l’impegno di saldare alla consegna al prezzo
pattuito, rischiando così di accumulare grosse perdite nella speranza di ottenere grossi guadagni. Il castello
di tulipani, però, crollò dopo un’asta andata deserta nel 1637 ad Haarlem: il panico si diffuse tra i proprietari
dei contratti dei bulbi che iniziarono a vendere prima che fosse troppo tardi, dando così il via allo scoppio
della prima bolla finanziaria della storia.

-SPECULAZIONE SULLE COLONIE: MISSISSIPI E MARI DEL SUD (1720): Qualche anno dopo toccò alla Francia,
dove nel 1720 esplose la bolla del Mississippi, che secondo alcuni storici sarà una delle cause della fine
dell’impero coloniale francese. Le azioni oggetto di speculazione furono quella della Compagnia del
Mississippi, nata per sfruttare le risorse della colonia americana e diretta da John Law. Attirati da una
campagna pubblicitaria ad effetto e dalla crescita dei titoli, tante persone investirono i risparmi della vita o
si indebitarono per comprare azioni della Compagnia. Quando si capì che le favolose ricchezze del
Mississippi non esistevano, il prezzo scese bruscamente fino ad arrivare a zero.
Più o meno negli stessi anni scoppiò la bolla dei Mari del Sud, alimentata dal sostegno del governo inglese
alla South Sea Company. Dopo lo scoppio di questa bolla si diede il via alle prime misure regolatorie sui
mercati azionari.

-CROLLI A WALL STREET: 1929 E DOT.COM (1929 e 2000): In tempi più recenti, la bolla azionaria da ricordare
è quella del 1929 scoppiata a Wall Street, che chiuse in tragedia i “ruggenti anni Venti”. L’euforia sulla
crescita a tempo indeterminato del valore dei titoli portò a un aumento costante dei prezzi in Borsa, con
acquisti facilitati dalla grande mole di liquidità messa sul mercato dalla Federal Reserve. Tanti piccoli
risparmiatori si lanciarono nell’investimento in Borsa restando intrappolati nella bolla speculativa quando,
nell’ottobre del 1929, Wall Street crollò.
Con la definizione “bolla delle dot.com” si indica, invece, il crollo delle azioni dei titoli tecnologici registrato
nel 2000. In quel periodo c’è una vera e propria corsa verso l’acquisto indiscriminato di titoli di società legate
a internet, la “next big thing” che promette ricchezza e benessere. L’indice tecnologico Nasdaq supera i
5mila punti e qualsiasi società tech che si quota a Wall Street fa il pieno di sottoscrizioni. Ma nel marzo del
2000 queste società pubblicarono i primi bilanci e gli investitori si resero conto che i modelli di business
sono tutt’altro che remunerativi. Scatta così una corsa alle vendite, molte aziende falliscono e altre
(Amazon, eBay, Apple) impiegheranno anni per riprendersi.

-LA CRISI DEI MUTUI SUBPRIME (2008): L’ultima bolla finanziaria è quella del 2008, definita dei “mutui
subprime”, culminata nel fallimento di banche storiche come Lehman Brothers. Questa crisi è stata
innescata dal crollo del mercato immobiliare americano che scoprì un sistema basato sulla concessione di
mutui a persone non in grado di ripagare il debito. Inoltre, questi mutui venivano “impacchettati” e inseriti
in strumenti derivati venduti poi sui mercati finanziari di tutto il mondo. Fu così, in parole povere, che il
crollo del mercato immobiliare americano diede origine a una delle più grandi crisi finanziarie globali di
sempre.

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