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Oggi ripartiamo dalle basi.

Da uno dei concetti sui quali si fa spesso confusione e il cui


meccanismo non viene mai compreso completamente: la ritenuta d’acconto.

Innanzitutto: che cos’è la ritenuta d’acconto?


Si tratta di un’anticipazione sulle imposte complessivamente dovute. Trattandosi, appunto, di
acconto, questo significa che il contribuente, poi, dovrà calcolare nella propria dichiarazione dei
redditi l’imposta globalmente dovuta e scomputare da questa l’ammontare delle ritenute subite.

Ma andiamo con ordine e facciamo qualche esempio. Sono soggetti alla ritenuta i compensi
per prestazioni di lavoro autonomo corrisposti, a qualunque titolo, ad artisti e professionisti.

In particolare si tratta dei compensi corrisposti:

o per prestazioni di lavoro autonomo, anche occasionale, e anche sotto forma di partecipazione agli utili

o per prestazioni rese a terzi o nell’interesse di terzi

o per l’assunzione di obblighi di fare, non fare o permettere

o sugli utili derivanti da contratti di associazione in partecipazione, quando l’apporto dell’associato è costituito
esclusivamente dalla prestazione di lavoro

o sugli utili spettanti ai promotori e ai soci fondatori di società per azioni, in accomandita per azioni e a responsabilità
limitata

o sui redditi derivanti dalla cessione di diritti d’autore da parte dello stesso autore

o sui diritti per opere d’ingegno, ceduti da persone fisiche non imprenditori o professionisti che le hanno acquistate.

Ad ogni categoria di reddito che ho indicato qui sopra corrisponde una aliquota pari alla ritenuta
d’acconto che si deve applicare.

Nel caso di compensi per prestazioni professionali, ad esempio, la ritenuta è pari


al 20%dell’intero compenso.

Nel caso, invece, di compensi per redditi derivanti dall’utilizzazione dei marchi, brevetti, opere
dell’ingegno la ritenuta è pari al 20% del 75% del reddito.

Nel caso di prestazioni per rapporti di agenzia è pari al 23% del 50% del reddito (se il
prestatore non si avvale di dipendenti).

Ma come funziona la ritenuta d’acconto?


La normativa fiscale parla di sostituto di imposta e di sostituito.
Il sostituito è chi effettua la prestazione di lavoro autonomo (io, Carlotta, professionista, emetto
una fattura per le mie consulenze a te, che hai una partita iva per l’esercizio della tua attività: io
sono il sostituito).

Il sostituto di imposta è chi “si sostituisce” al Fisco per pagare le mie imposte in acconto. Tu,
artigiana, che ricevi la mia fattura con l’indicazione della ritenuta d’acconto, mi pagherai
l’importo al netto di questa ritenuta e “ti sostituisci” al Fisco versando l’importo della ritenuta
d’acconto con il modello F24: tu sei il sostituto di imposta.

Lavoratore autonomo:
Carlotta Cabiati

Cliente

FATTURA N. 1/2016 del 5/1/2016

Compenso € 1.000,00

iva € 220,00

€ 1.220,00

– ritenuta d’acconto € 200,00 20%

Netto a pagare € 1.020,00

In questo esempio sopra la mia cliente mi pagherà 1.020,00 euro e poi verserà l’importo
di 200,00 euro all’erario.

Come funziona il pagamento della ritenuta?


La ritenuta d’acconto deve essere versata entro il 16 del mese successivo al pagamento della
fattura.

In breve, se il mio cliente dell’esempio effettua il pagamento della fattura in data 10 gennaio
2016, dovrà versare con modello F24, codice tributo 1040 (il codice tributo cambia a seconda
della tipologia di compenso pagato) e periodo di riferimento 01/2016 entro il 16 febbraio 2016.
Tutti i versamenti per le ritenute d’acconto, infine, devono essere riepilogati nel
modellodichiarativo denominato 770, oltre che nelle Certificazioni Uniche dei compensi con
ritenuta d’acconto.

La ritenuta e i regimi agevolati


Un’ultima considerazione relativamente ai regimi fiscali agevolati.

I contribuenti che usufruiscono del regime agevolato dei minimi e del regime forfetario,
trattandosi di regimi “semplificati”, sono esonerati dalla applicazione della ritenuta d’acconto e
dalla procedura di pagamento che abbiamo visto.

I professionisti e gli intermediari subiscono la ritenuta d’acconto ogni volta che percepiscono redditi
per prestazioni di lavoro anche occasionale. In questo approfondimento ci occuperemo di cos’è la
ritenuta, su quali redditi si applica e con quali aliquote prendendo in esame anche tutti gli obblighi
dichiarativi sia del sostituto d’imposta (CU, 770) che del sostituito, che dovrà tenerne conto nella
propria dichiarazione dei redditi UNICO 2016.

La ritenuta d’acconto
La ritenuta d’acconto è una modalità di pagamento anticipato delle imposte, il cui obbligo di
versamento è posto dal legislatore a carico del datore di lavoro o committente (sostituto di imposta)
che la trattiene al prestatore (sostituito) e la versa per suo conto.
Quindi:

 La ritenuta di acconto viene trattenuta al prestatore di lavoro autonomo o intermediario


 La ritenuta viene versata dal sostituto di imposta, di regola entro il 16 del mese successivo a
quello di pagamento, mediante utilizzo del modello F24 con l’indicazione del codice tributo
previsto per il tipo di reddito corrisposto, ad esempio i codici più utilizzati sono:
o 1038 per le ritenute su provvigioni per rapporti di commissione, di agenzia, di
mediazione e di rappresentanza
o 1040 per le ritenute su redditi di lavoro autonomo e compensi per l'esercizio di arti e
professioni

Per la tabella completa dei codici tributo rimandiamo al sito dell’Agenzia delle Entrate.
Se nel mese di versamento della ritenuta il 16 è un sabato o un giorno festivo, il versamento si
posticipa al primo giorno lavorativo utile; in agosto solitamente la scadenza viene posticipata al 20.

I redditi su cui si applica la ritenuta d’acconto


I redditi degli autonomi che sono soggetti a ritenuta di acconto sono previsti dall’art. 25 dpr 600/73-
Ritenuta sui redditi di lavoro autonomo e altri redditi” e 25 bis-Ritenuta sulle provvigioni inerenti
rapporti di commissione, di agenzia, di mediazione, di rappresentanza, procacciatore di affari”.
L’art.25 specifica che sono soggetti a ritenuta: “i compensi comunque denominati, anche sotto forma
di partecipazione agli utili, per prestazioni di lavoro autonomo, ancorché non esercitate abitualmente
ovvero siano rese a terzi o nell'interesse di terzi o per l'assunzione di obblighi di fare, non fare o
permettere”.
La ritenuta d’acconto per i redditi sopra definiti è sempre dovuta tranne:

 per coloro che aderiscono al regime forfetario come introdotto dagli art. 54-89 della Legge
di stabilità 2015 (L.190/2014). Per approfondire leggi lo speciale:Regime forfetario: le novità
2016 e le risposte di telefisco
 per i compensi con importo inferiore a 25,82 euro corrisposti per prestazioni di lavoro
autonomo occasionale da enti pubblici e privati non commerciali, a condizione che non si
tratti di acconti di maggior compensi

La base imponibile della ritenuta d’acconto


Per calcolare correttamente la ritenuta d’acconto la prima cosa è determinare la base imponibile su
cui applicare l’aliquota. La base imponibile della ritenuta d’acconto è composta da:

 compensi professionali come sopra definiti


 il contributo addebitato al cliente del 4% per gli iscritti alla gestione separata Inps in quanto è
considerato un componente positivo di reddito da trattare come compenso→ Attenzione
perché per gli iscritti alle Casse di previdenza degli Ordini, il 4% non costituisce un
componente positivo e pertanto non ha la ritenuta.
 Rimborsi spese per spese non alberghiere e di ristorazione. L’art 10 del decreto 175/2014
ha modificato l’art. 54 T.U.I.R al comma 5 e dal 2015 le prestazioni alberghiere e di
somministrazione di alimenti e bevande acquistate direttamente dal committente non
costituiscono compensi in natura per il professionista che fattura così solo il proprio
compenso. Fiscalmente però la modifica non si occupa delle spese di viaggio, di trasporto
ecc. che si ritiene siano ancora sottoposte a ritenuta.

Tabella riepilogativa con redditi, aliquote e basi imponibili


delle ritenute
Date le numerose casistiche su cui è necessario calcolare la ritenuta nell’attività di lavoro autonomo,
si riporta una tabella riepilogativa delle situazioni più comuni:
Base Condizioni per la riduzione della
Tipologia di reddito aliquota
imponibile base imponibile
Compensi per prestazioni di lavoro
20% 100
autonomo anche occasionale
Compensi per cessione diritti d'autore da
20% 75 Età superiore a 35 anni (*)
parte dello stesso autore
Compensi per cessione di diritti d’autore da
20% 60 Età inferiore a 35 anni (*)
parte dello stesso autore
Compensi per l’assunzione di obblighi di
20% 100
fare, non fare e permettere
Compensi ad associati in partecipazione
20% 100
che apportano solo lavoro
rapporti di commissione, agenzia,
Così previsto dal dpr 600/73 art. 25
mediazione, rappresentanza, commercio e 23% 50
bis
procacciamento d’affari
rapporti di commissione, agenzia,
mediazione, rappresentanza, commercio e 23% 20 (**)
procacciamento d’affari
Partecipazione agli utili di soci fondatori o
20% 100
promotori
(*) la minor base imponibile è considerata una deduzione forfetaria delle spese sostenute
(**) Per i rapporti di lavoro anche occasionale di commissione, agenzia, mediazione,
rappresentanza, commercio e procacciamento d’affari, la base imponibile su cui calcolare la ritenuta
è 50% in via ordinaria (ex art 25-bis d.p.r 600/73), ed al 20% al verificarsi delle seguenti condizioni:

1. i percipienti dichiarano ai committenti/mandanti che nello svolgimento della loro attività si


avvalgono in via continuativa dell’opera di dipendenti o terzi. Nel caso in cui il percipiente si
avvalga esclusivamente della collaborazione di terzi a norma dell’art. 1, ultimo comma del
DM 16 aprile 1983 il requisito della continuità si presume esistente “qualora il percipiente
abbia sostenuto nel periodo d'imposta costi per dette prestazioni in misura superiore al 30%
dell'ammontare complessivo delle provvigioni imputabili al periodo”
2. La dichiarazione in cui si afferma di avere i requisiti per la base imponibile al 20%:

 deve essere mandata con raccomandata a/r o via pec


 deve essere redatta su carta semplice
 vale fino alla revoca della stessa o alla perdita dei requisiti.

Obblighi dichiarativi
Il sostituto di imposta dopo aver effettuato il versamento delle ritenute, deve adempiere ulteriori
obblighi quali:

 Entro il 28 febbraio dell’anno successivo a quello in cui sono stati corrisposti i redditi, il
sostituto deve consegnare al prestatore la Certificazione Unica attestante le ritenute
operate indipendentemente dal fatto che siano state effettivamente versate;
 Entro il 7 marzo deve trasmetterle telematicamente all'Agenzia delle Entrate;
 Entro il 31 luglio deve consegnare al sostituito il modello 770 con il riepilogo di tutti i
percipienti, delle ritenute operate e degli estremi di versamento. Poiché il 31 luglio nel 2016 è
festivo tale scadenza è posticipata al 1° agosto.

Il sostituito lavoratore autonomo/o intermediario che ha subito le ritenute può portarle in detrazione
nella dichiarazione dei redditi dall’imposta netta dovuta. Ad esempio, per le ritenute subite nel 2015,
il sostituito deve indicarle nel rigo RN33 di UNICO PF2016.
Ritenuta d’acconto per prestazione occasionale: che cos’è e
conviene al datore di lavoro o al collaboratore? Spiegazione e
modello fac simile scaricabile in PDF.
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La ritenuta d’acconto è una trattenuta che viene operata dal datore di lavoro nei confronti di un
collaboratore o fornitore che rappresenta un’anticipo (o un acconto, appunto) sulle imposte di
quest’ultimo.

Di fatto, con la ritenuta d’acconto, una parte del compenso non viene pagato al collaboratore ma
direttamente allo Stato come acconto sull’IRPEF da pagare in relazione a quel reddito da parte del
collaboratore stesso. Una delle classiche formule all’italiana per complicare ciò che potrebbe essere
semplice al solo fine di far cassa da parte del governo.

Il termine «ritenuta d’acconto» è ormai entrato nel gergo comune come sinonimo della
«collaborazione occasionale», una forma di collaborazione lavorativa sempre più diffusa per via
del fatto che il lavoro è sempre più «liquido» e spezzettato, il posto fisso per le nuove generazioni è
un miraggio e sempre più spesso lavorare significa collaborare con più soggetti durante l’anno per
piccole mansioni limitate nel tempo e nell’impegno richiesto, spesso legate a specifici compiti e
obiettivi.

In questi casi spesso i datori di lavoro propongono ai collaboratori sprovvisti di partita IVA (per
collaborazioni che non superino i 5.000€ di compenso lordo nell’anno) la formula
della collaborazione occasionale, comunemente chiamata collaborazione a ritenuta d’acconto.

E’ bene chiarire che in molti casi può essere utile aprire una partita IVA anche se non si è certi di
raggiungere in 5.000€ di reddito annuo, questo è valido soprattutto se si sta entrando nel mondo del
lavoro e si vuole avviare un percorso di aumento nel tempo del numero di clienti e collaborazioni: la
partita iva può risultare fiscalmente più vantaggiosa e aiutare a negoziare condizioni e tariffe con
maggior leva negoziale data dalla maggiore professionalità con cui ci si presenta sul mercato.

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Come funziona la collaborazione occasionale con ritenuta d’acconto


Molto semplicemente con questo strumento il collaboratore esegue un lavoro per il committente
come se fosse un professionista (pur non avendo una partita IVA), per un periodo di tempo e un
compenso limitati. La natura del rapporto deve essere appunto «occasionale» e non c’è nel rapporto
lavorativo la natura di subordinazione.

Dal punto di vista pratico, al momento del pagamento della prestazione, il collaboratore deve
produrre una ricevuta al committente che provvederà a saldarla.

Spesso è il committente che fornisce un modello di ricevuta che il collaboratore firma e consegna: si
tratta di un ribaltamento di ruoli dovuto solo al fatto che il collaboratore spesso non sa fattivamente
come produrre la ricevuta ma, ribadisco, formalmente è il collaboratore che consegna la ricevuta al
committente come se fosse una fattura.
Dal punto di vista fiscale la ricevuta conterrà:

 La data e il numero della ricevuta


 I dati del collaboratore (incluso codice fiscale)
 I dati del committente (inclusi codice fiscale e partita IVA)
 La descrizione dell’attività prestata
 L’importo del compenso lordo
 L’importo della ritenuta d’acconto
 L’importo netto (lordo - ritenuta d’acconto)

Per avere un’idea più chiara vedi il Fac-Simile online oppure scaricalo in PDF:

FAC-SIMILE Ritenuta d’acconto per prestazione occasionale

Un modello pronto all’uso e facile da modificare per produrre una ricevuta per collaborazione
occasionale con ritenuta d’acconto.

Una volta consegnata la ricevuta al committente, questo provvede a:

 Versare l’importo netto al collaboratore (preferibilmente con una forma tracciabile, ex.
bonifico bancario)
 Versare l’importo della ritenuta d’acconto allo Stato per conto del collaboratore entro il 16 del
mese successivo alla data della ricevuta.

Quindi:

 La spesa totale del committente è pari al lordo.


 L’incasso del collaboratore è pari al netto
 Lo Stato prende subito il 20% di tasse del collaboratore attraverso il committente. Al
momento della dichiarazione dei redditi l’anno successivo, a seconda dei redditi totali e di
eventuali deduzioni e detrazioni, lo Stato potrà:
o nel caso in cui non fosse dovuta, restituire al collaboratore parte o l’intera
percentuale pagata (sotto forma di credito di imposta)
o nel caso in cui le tasse dovute eccedessero il 20% già versato, chiedere un
conguaglio.

Per calcolare l’importo preciso puoi usare il calcolatore online della ritenuta d’acconto.

Quali sono i redditi sottoposti a ritenuta?


Sono soggetti a ritenuta d’acconto i compensi:
 per prestazioni di lavoro autonomo e occasionale, anche sotto forma di partecipazione agli
utili;
 per prestazioni rese a terzi o nel loro interesse;
 per l’assunzione di obblighi di fare, non fare o permettere;
 quelli sugli utili provenienti da contratti di associazione in partecipazione, quando l’apporto
dell’associato è composto esclusivamente dalla prestazione lavorativa;
 quelli sugli utili per promotori e soci fondatori di S.p.a., in accomandita per azioni e a
responsabilità limitata;
 quelli sui redditi relativi alla cessione di diritti d’autore da parte dello stesso autore;
 quelli sui diritti per opere d’ingegno, ceduti da persone fisiche non imprenditori o
professionisti che le hanno acquistate.

Non sono invece sottoposti a ritenuta:

 i compensi dal valore inferiore di 25,82 euro, corrisposti da enti pubblici o privati, che non
hanno come oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali, per prestazioni
di lavoro autonomo occasionale.

Le aliquote della ritenuta d’acconto


Come abbiamo accennato, le aliquote considerate sono del 20% o del 30%. In particolare, l’aliquota
al 30% si applica ai compensi per non residenti per l’uso economico di opere dell’ingegno,
invenzioni industriali, brevetti e similari. Se suddetti compensi sono versati a organizzazioni
stabili in Italia di soggetti non residenti, viene applicata la ritenuta del 20% a titolo di acconto.

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La base imponibile della ritenuta d’acconto


Rientrano nella base imponibile:

 compensi professionali;
 rimborsi a piè di lista (effettivamente sostenute) per le spese di viaggio, vitto e alloggio;
 spese documentate anticipate dal professionista e rimborsate dal committente.

Non concorrono alla base imponibile:

 contributi previdenziali previsti dalla legge a carico del soggetto che li corrisponde;
 eventuale addebito in via di rivalsa del contributo per la cassa nazionale dell’ordine
professionale;
 compensi ricevuti a titolo di rimborso spese anticipate, in nome e per conto del cliente, a
patto che non rappresentino spese inerenti alla produzione del reddito di lavoro autonomo e
che siano analiticamente documentate.

Riassumendo:
Base
Tipo di reddito Aliquota
imponibile

Compensi per prestazioni di lavoro autonomo anche occasionale 20% 100%

Compensi per l’assunzione di obblighi di fare, non fare e permettere 20% 100%

Compensi ad associati in partecipazione che apportano solo lavoro 20% 100%

Partecipazione agli utili di soci fondatori o promotori 20% 100%

Compensi di qualsiasi natura per prestazioni di lavoro autonomo anche


30% 100%
occasionale corrisposti a soggetti non residenti

Compensi per cessione di opere d’ingegno, brevetti industriali, marchi


30% 100%
d’impresa, formule, ecc. corrisposti a soggetti non residenti

Quando si versa la ritenuta d’acconto?


Il sostituto d’imposta (datore di lavoro) deve versare la ritenuta d’acconto entro il giorno 16 del
mese successivo al pagamento attraverso il Modello F24 unicamente con modalità telematiche
per i datori titolari di partita Iva (codice tributo 1040).

Certificazione della ritenuta d’acconto


La ritenuta d’acconto corrisposta deve essere certificata dai soggetti che le hanno effettuate. La
certificazione deve essere consegnata entro il 31 marzo dell’anno successivo a quello in cui sono
state corrisposte le somme e deve indicare:

 l’importo totale delle somme corrisposte;


 l’importo delle ritenute e delle detrazioni di imposta effettuate, nonché dei contributi
previdenziali e assistenziali;
 altre eventuali informazioni non obbligatorie (esempio l’IVA).
Quando e a chi conviene la collaborazione occasionale con ritenuta d’acconto
Tra molti collaboratori che lavorano con questa formula gira il falso mito secondo cui la ritenuta
d’acconto conviene al datore di lavoro/committente.
In realtà per il committente la convenienza è pari a quella che avrebbe se il collaboratore
avesse partita IVA, dovendo anzi assolvere l’onere aggiuntivo di versare e gestire la burocrazia
legata alle ritenute d’acconto.

Il fatto che la collaborazione occasionale con ritenuta d’acconto non convenga particolarmente al
datore di lavoro non significa che convenga al collaboratore, se non nel non essere assoggettato
all’INPS. Con la collaborazione occasionale, infatti, non vengono versati contributi previdenziali (né
dal datore di lavoro, né dal collaboratore).

Collaborazione occasionale a ritenuta d’acconto o partita IVA?


Avendo una partita IVA (ad esempio con il regime forfettario), il collaboratore può:

 Fruire di un’aliquota IRPEF molto vantaggiosa e di una deduzione forfettaria del reddito
imponibile.
 Pagare solo le tasse dovute (se dovute) l’anno dopo in occasione della dichiarazione dei
redditi.

Il reddito netto del professionista con partita IVA sarà assoggettato all’obbligo contributivo che se da
un lato comporta un costo aggiuntivo (compensato in buona parte dal basso costo IRPEF del
regime) dall’altra significa accumulare contributi in vista di una futura pensione.

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Lavorare in collaborazione occasionale con ritenuta d’acconto conviene solo quando:

 Si ha una sola e breve collaborazione con un soggetto


 La natura della collaborazione è davvero estemporanea
 Non si prevede di poter ottenere altre collaborazioni nel medio termine con lo stesso
committente o con altri committenti dello stesso settore

Se invece si ritiene di:

 avere una professionalità in uno specifico settore ed essere competenti per svolgere uno
specifico lavoro
 avere possibilità di presentarsi a più aziende per svolgere quel lavoro per cui si è competenti

nell’attesa di trovare il tanto agognato «posto fisso», conviene davvero valutare di aprire una partita
iva:

 sembrerete più «professionali» quando vi proponete in un annuncio in cui ricercano un


collaboratore per svolgere un lavoro occasionale
 potrete proporvi attivamente ad aziende come un professionista, senza attendere che
mettano un annuncio, fornendovi anche di strumenti promozionali (biglietti da visita, sito
internet, flyer)
 vi metterete in tasca subito tutto il compenso lordo e dedurrete le spese per ridurre le tasse
da pagare successivamente
 non avrete il limite di 5.000€/anno per committente che potrebbe essere un freno alle vostre
possibilità di ottenere un reddito maggiore e magari di crescere in un’azienda fino ad essere
assunti in altre forme
 inizierete a versare dei contributi previdenziali, in percentuale al reddito.

I sostituti d’imposta (datori di lavoro) che corrispondono dei compensi ai lavoratori autonomi per
la loro attività devono operare una ritenuta d’acconto del 20% (30% per i lavoratori non residenti,
a titolo d’imposta non di acconto) a titolo di acconto dell’IRPEF. La certificazione dei compensi
corrisposti ai lavoratori autonomi deve essere allegate al Modello 770 dei sostituti di imposta.
Tale regola non vale per i titolari di partita IVA nel regime forfettario, in quanto questa particolare
categoria di lavoratori autonomi non è sostituto d’imposta (a differenza di quanto previsto per i
contribuenti minimi che, pur non dovendo applicare la ritenuta alla fonte a titolo d’acconto, sono
sostituti d’imposta).

Per approfondire vedi anche la guida sul lavoro accessorio sul sito del Ministero del Lavoro

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