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Ma andiamo con ordine e facciamo qualche esempio. Sono soggetti alla ritenuta i compensi
per prestazioni di lavoro autonomo corrisposti, a qualunque titolo, ad artisti e professionisti.
o per prestazioni di lavoro autonomo, anche occasionale, e anche sotto forma di partecipazione agli utili
o sugli utili derivanti da contratti di associazione in partecipazione, quando l’apporto dell’associato è costituito
esclusivamente dalla prestazione di lavoro
o sugli utili spettanti ai promotori e ai soci fondatori di società per azioni, in accomandita per azioni e a responsabilità
limitata
o sui redditi derivanti dalla cessione di diritti d’autore da parte dello stesso autore
o sui diritti per opere d’ingegno, ceduti da persone fisiche non imprenditori o professionisti che le hanno acquistate.
Ad ogni categoria di reddito che ho indicato qui sopra corrisponde una aliquota pari alla ritenuta
d’acconto che si deve applicare.
Nel caso, invece, di compensi per redditi derivanti dall’utilizzazione dei marchi, brevetti, opere
dell’ingegno la ritenuta è pari al 20% del 75% del reddito.
Nel caso di prestazioni per rapporti di agenzia è pari al 23% del 50% del reddito (se il
prestatore non si avvale di dipendenti).
Il sostituto di imposta è chi “si sostituisce” al Fisco per pagare le mie imposte in acconto. Tu,
artigiana, che ricevi la mia fattura con l’indicazione della ritenuta d’acconto, mi pagherai
l’importo al netto di questa ritenuta e “ti sostituisci” al Fisco versando l’importo della ritenuta
d’acconto con il modello F24: tu sei il sostituto di imposta.
Lavoratore autonomo:
Carlotta Cabiati
Cliente
Compenso € 1.000,00
iva € 220,00
€ 1.220,00
In questo esempio sopra la mia cliente mi pagherà 1.020,00 euro e poi verserà l’importo
di 200,00 euro all’erario.
In breve, se il mio cliente dell’esempio effettua il pagamento della fattura in data 10 gennaio
2016, dovrà versare con modello F24, codice tributo 1040 (il codice tributo cambia a seconda
della tipologia di compenso pagato) e periodo di riferimento 01/2016 entro il 16 febbraio 2016.
Tutti i versamenti per le ritenute d’acconto, infine, devono essere riepilogati nel
modellodichiarativo denominato 770, oltre che nelle Certificazioni Uniche dei compensi con
ritenuta d’acconto.
I contribuenti che usufruiscono del regime agevolato dei minimi e del regime forfetario,
trattandosi di regimi “semplificati”, sono esonerati dalla applicazione della ritenuta d’acconto e
dalla procedura di pagamento che abbiamo visto.
I professionisti e gli intermediari subiscono la ritenuta d’acconto ogni volta che percepiscono redditi
per prestazioni di lavoro anche occasionale. In questo approfondimento ci occuperemo di cos’è la
ritenuta, su quali redditi si applica e con quali aliquote prendendo in esame anche tutti gli obblighi
dichiarativi sia del sostituto d’imposta (CU, 770) che del sostituito, che dovrà tenerne conto nella
propria dichiarazione dei redditi UNICO 2016.
La ritenuta d’acconto
La ritenuta d’acconto è una modalità di pagamento anticipato delle imposte, il cui obbligo di
versamento è posto dal legislatore a carico del datore di lavoro o committente (sostituto di imposta)
che la trattiene al prestatore (sostituito) e la versa per suo conto.
Quindi:
Per la tabella completa dei codici tributo rimandiamo al sito dell’Agenzia delle Entrate.
Se nel mese di versamento della ritenuta il 16 è un sabato o un giorno festivo, il versamento si
posticipa al primo giorno lavorativo utile; in agosto solitamente la scadenza viene posticipata al 20.
per coloro che aderiscono al regime forfetario come introdotto dagli art. 54-89 della Legge
di stabilità 2015 (L.190/2014). Per approfondire leggi lo speciale:Regime forfetario: le novità
2016 e le risposte di telefisco
per i compensi con importo inferiore a 25,82 euro corrisposti per prestazioni di lavoro
autonomo occasionale da enti pubblici e privati non commerciali, a condizione che non si
tratti di acconti di maggior compensi
Obblighi dichiarativi
Il sostituto di imposta dopo aver effettuato il versamento delle ritenute, deve adempiere ulteriori
obblighi quali:
Entro il 28 febbraio dell’anno successivo a quello in cui sono stati corrisposti i redditi, il
sostituto deve consegnare al prestatore la Certificazione Unica attestante le ritenute
operate indipendentemente dal fatto che siano state effettivamente versate;
Entro il 7 marzo deve trasmetterle telematicamente all'Agenzia delle Entrate;
Entro il 31 luglio deve consegnare al sostituito il modello 770 con il riepilogo di tutti i
percipienti, delle ritenute operate e degli estremi di versamento. Poiché il 31 luglio nel 2016 è
festivo tale scadenza è posticipata al 1° agosto.
Il sostituito lavoratore autonomo/o intermediario che ha subito le ritenute può portarle in detrazione
nella dichiarazione dei redditi dall’imposta netta dovuta. Ad esempio, per le ritenute subite nel 2015,
il sostituito deve indicarle nel rigo RN33 di UNICO PF2016.
Ritenuta d’acconto per prestazione occasionale: che cos’è e
conviene al datore di lavoro o al collaboratore? Spiegazione e
modello fac simile scaricabile in PDF.
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La ritenuta d’acconto è una trattenuta che viene operata dal datore di lavoro nei confronti di un
collaboratore o fornitore che rappresenta un’anticipo (o un acconto, appunto) sulle imposte di
quest’ultimo.
Di fatto, con la ritenuta d’acconto, una parte del compenso non viene pagato al collaboratore ma
direttamente allo Stato come acconto sull’IRPEF da pagare in relazione a quel reddito da parte del
collaboratore stesso. Una delle classiche formule all’italiana per complicare ciò che potrebbe essere
semplice al solo fine di far cassa da parte del governo.
Il termine «ritenuta d’acconto» è ormai entrato nel gergo comune come sinonimo della
«collaborazione occasionale», una forma di collaborazione lavorativa sempre più diffusa per via
del fatto che il lavoro è sempre più «liquido» e spezzettato, il posto fisso per le nuove generazioni è
un miraggio e sempre più spesso lavorare significa collaborare con più soggetti durante l’anno per
piccole mansioni limitate nel tempo e nell’impegno richiesto, spesso legate a specifici compiti e
obiettivi.
In questi casi spesso i datori di lavoro propongono ai collaboratori sprovvisti di partita IVA (per
collaborazioni che non superino i 5.000€ di compenso lordo nell’anno) la formula
della collaborazione occasionale, comunemente chiamata collaborazione a ritenuta d’acconto.
E’ bene chiarire che in molti casi può essere utile aprire una partita IVA anche se non si è certi di
raggiungere in 5.000€ di reddito annuo, questo è valido soprattutto se si sta entrando nel mondo del
lavoro e si vuole avviare un percorso di aumento nel tempo del numero di clienti e collaborazioni: la
partita iva può risultare fiscalmente più vantaggiosa e aiutare a negoziare condizioni e tariffe con
maggior leva negoziale data dalla maggiore professionalità con cui ci si presenta sul mercato.
PUBBLICITÀ
Dal punto di vista pratico, al momento del pagamento della prestazione, il collaboratore deve
produrre una ricevuta al committente che provvederà a saldarla.
Spesso è il committente che fornisce un modello di ricevuta che il collaboratore firma e consegna: si
tratta di un ribaltamento di ruoli dovuto solo al fatto che il collaboratore spesso non sa fattivamente
come produrre la ricevuta ma, ribadisco, formalmente è il collaboratore che consegna la ricevuta al
committente come se fosse una fattura.
Dal punto di vista fiscale la ricevuta conterrà:
Per avere un’idea più chiara vedi il Fac-Simile online oppure scaricalo in PDF:
Un modello pronto all’uso e facile da modificare per produrre una ricevuta per collaborazione
occasionale con ritenuta d’acconto.
Versare l’importo netto al collaboratore (preferibilmente con una forma tracciabile, ex.
bonifico bancario)
Versare l’importo della ritenuta d’acconto allo Stato per conto del collaboratore entro il 16 del
mese successivo alla data della ricevuta.
Quindi:
Per calcolare l’importo preciso puoi usare il calcolatore online della ritenuta d’acconto.
i compensi dal valore inferiore di 25,82 euro, corrisposti da enti pubblici o privati, che non
hanno come oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali, per prestazioni
di lavoro autonomo occasionale.
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compensi professionali;
rimborsi a piè di lista (effettivamente sostenute) per le spese di viaggio, vitto e alloggio;
spese documentate anticipate dal professionista e rimborsate dal committente.
contributi previdenziali previsti dalla legge a carico del soggetto che li corrisponde;
eventuale addebito in via di rivalsa del contributo per la cassa nazionale dell’ordine
professionale;
compensi ricevuti a titolo di rimborso spese anticipate, in nome e per conto del cliente, a
patto che non rappresentino spese inerenti alla produzione del reddito di lavoro autonomo e
che siano analiticamente documentate.
Riassumendo:
Base
Tipo di reddito Aliquota
imponibile
Compensi per l’assunzione di obblighi di fare, non fare e permettere 20% 100%
Il fatto che la collaborazione occasionale con ritenuta d’acconto non convenga particolarmente al
datore di lavoro non significa che convenga al collaboratore, se non nel non essere assoggettato
all’INPS. Con la collaborazione occasionale, infatti, non vengono versati contributi previdenziali (né
dal datore di lavoro, né dal collaboratore).
Fruire di un’aliquota IRPEF molto vantaggiosa e di una deduzione forfettaria del reddito
imponibile.
Pagare solo le tasse dovute (se dovute) l’anno dopo in occasione della dichiarazione dei
redditi.
Il reddito netto del professionista con partita IVA sarà assoggettato all’obbligo contributivo che se da
un lato comporta un costo aggiuntivo (compensato in buona parte dal basso costo IRPEF del
regime) dall’altra significa accumulare contributi in vista di una futura pensione.
PUBBLICITÀ
avere una professionalità in uno specifico settore ed essere competenti per svolgere uno
specifico lavoro
avere possibilità di presentarsi a più aziende per svolgere quel lavoro per cui si è competenti
nell’attesa di trovare il tanto agognato «posto fisso», conviene davvero valutare di aprire una partita
iva:
I sostituti d’imposta (datori di lavoro) che corrispondono dei compensi ai lavoratori autonomi per
la loro attività devono operare una ritenuta d’acconto del 20% (30% per i lavoratori non residenti,
a titolo d’imposta non di acconto) a titolo di acconto dell’IRPEF. La certificazione dei compensi
corrisposti ai lavoratori autonomi deve essere allegate al Modello 770 dei sostituti di imposta.
Tale regola non vale per i titolari di partita IVA nel regime forfettario, in quanto questa particolare
categoria di lavoratori autonomi non è sostituto d’imposta (a differenza di quanto previsto per i
contribuenti minimi che, pur non dovendo applicare la ritenuta alla fonte a titolo d’acconto, sono
sostituti d’imposta).
Per approfondire vedi anche la guida sul lavoro accessorio sul sito del Ministero del Lavoro