inerenza e deroghe alle regole generali – I.4 L’IVA e la sua esigibilità – I.5
intracomunitari
1
I.1 INTRODUZIONE
tributaria italiana, in termini generali, come “tributo europeo”, ovvero come una
d’imposta europea.
prima (n. 67/227) ha introdotto l’IVA come imposta generale sul consumo,
La disciplina generale dell’imposta può essere desunta dalla lettura del titolo
1
COMELLI ALBERTO, “La natura dell’imposta” in AA. Vv., L’imposta sul valore aggiunto.
Giur. Sist. Dir. Trib, 2001, pag 3-4.
2
La sesta direttiva contiene una serie di nozioni uniformi concernenti i soggetti passivi; le
operazioni imponibili, specificando la nozione di cessioni di beni, di prestazioni di servizi; la
determinazione del fatto generatore e della esigibilità dell’imposta; la definizione della base
imponibile; l’indicazione di alcuni criteri nella determinazione dell’aliquota; le esenzioni
all’interno del Paese a favore di alcune attività di interesse pubblico all’importazione, nonché per
le operazioni all’esportazione, quelle assimilate ed i trasporti internazionali, nonché esenzioni
particolari connesse con il traffico internazionale di merci; la fissazione delle deduzioni in
riguardo alla loro origine ed alla loro portata ed in particolare in riguardo al pro rata per i casi di
operazioni miste; la determinazione degli obblighi del debitore d’imposta, infine la previsione di
regimi particolari (per le piccole imprese, per i produttori agricoli e per le agenzie di viaggio).
MANDO’ M., MANDO’ G., “Manuale dell’imposta sul valore aggiunto”, IPSOA, 2008, pag. 1,3.
3
FALSITTA G., “Corso istituzionale di diritto tributario”, CEDAM, 2007, pag. 578
2
I, recante le disposizioni generali, del d.p.r. n. 633/1972, nel quale vengono
individuati:
obblighi dei contribuenti (titolo II), alle sanzioni (titolo III), alle modalità di
disposizioni varie (titolo VI) ed, infine, alle disposizioni transitorie e finali (titolo
VII)4.
L’IVA, può essere definita come un’imposta sui consumi che grava sul
3
economico partecipante al ciclo produttivo, senza tuttavia che la durata abbia
delle cessioni di beni e delle prestazioni di servizi effettuate nel territorio dello
del tributo, possiamo dire che l’IVA riguarda tre categorie di soggetti: i fornitori,
contrattuale, e deve a sua volta versarlo all’erario, al netto del tributo da lui stesso
così che l’IVA giunge a colpire il consumo finale, mostrandosi invece neutrale nei
5
Poiché i consumatori finali subiscono in materia definitiva il peso dell’imposta.
6
LUPI R., “Diritto tributario. Parte speciale”, GIUFFRE’, 2007, pag 248.
7
LUPI R., op. cit., pag. 52
4
inquadrabile tra le cessioni dei beni o tra le prestazioni di servizi8.
contribuenti: il contribuente di fatto (il consumatore finale), che pur non essendo
lavoratore autonomo) su cui gravano tutti gli obblighi del soggetto passivo
“neutrale”, visto che l’imposta sulle cessioni dei beni o prestazioni di servizi da
essi effettuate (IVA a debito) viene traslata sui clienti (meccanismo della rivalsa);
successivo; sia utilizzare l’importo in compensazione9, sia infine, pur con molti
viene applicata, di fatto, solo sull’incremento di valore subito dal bene o dal
servizio (valore aggiunto), nel corso delle singole intermediazioni, l’onere fiscale
8
Perché si abbia una “cessione dei beni” occorre il trasferimento a titolo oneroso della proprietà o
di altro diritto reale di godimento su beni di ogni genere. Sono però considerate altresì cessioni di
beni anche una serie di cessioni gratuite, qualora la loro destinazione sia oggetto di scambio
nell’ambito di attività di impresa (con esclusione dei campioni di modico valore appositamente
contrassegnati)
9
Delle somme dovute per imposte sui redditi, ritenute, IRAP, contributi INPS e premi INAIL ai
sensi dell’art. 17 del d.lgs. 9-7 1997, n. 241.
10
Il contribuente può chiedere in tutto o in parte il rimborso dell’eccedenza detraibile, oltre che nei
casi espressamente previsti dall’art. 30, comma 3, del d.p.r. n. 633, se dalle dichiarazioni dei due
anni precedenti risultino eccedenze detraibili. In tal caso il rimborso può essere richiesto per un
ammontare che, comunque, non può essere superiore al minore degli importi delle predette
eccedenze. In qualsiasi caso il rimborso va richiesto nel caso di cessazione dell’attività.
5
L’IVA, alla luce di quanto detto, rappresenta pertanto un costo solamente
per l’ultimo anello della catena (il così detto consumatore finale), il quale pur non
essendo debitore verso l’Erario, subisce la rivalsa giuridica senza poter detrarre
acquisti.
nel rendere neutrale il prelievo nelle fasi precedenti, quindi l’indice di capacità
finali) per conto dello Stato; al contrario l’IVA come obbligazione definitiva è
11
Art. 53 Cost: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità
contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”.
12
FALSITTA G., op. cit., CEDAM, 2007, pag. 508.
6
I.2 PRESUPPOSTI DI APPLICABILITA’
categorie, a seconda che i beni e i servizi vengano prodotti nel territorio dello
633/1973)13.
rilevanti ai fini IVA (cosiddetto momento impositivo, art 6 del d.p.r. 633/1972).
7
Questi requisiti identificano non solo le operazioni soggette ad imposta
(operazioni imponibili), ma anche le altre operazioni rilevanti ai fini IVA, che pur
esenti), producono altri effetti sia sul piano formale che su quello della
“esclusa”.
l’imposta viene applicata, di fatto, solo sull’incremento di valore subito dal bene o
dal servizio (valore aggiunto) nel corso delle singole intermediazioni; l’onere
modo frazionato, dalle imprese e dagli esercenti arti e professioni per conto
dell’Amministrazione Finanziaria.
8
solo ed esclusivamente sulla base del proprio lavoro, si svolga in maniera
continuativa nel tempo 15. Passiamo ora all’approfondimento delle due fasi.
L’istituto della rivalsa prevede che il soggetto che effettua cessioni di beni e
altro soggetto.
Per il singolo soggetto passivo, l’importo totale di tali crediti viene portato
in detrazione dall’importo totale dei debiti verso l’Erario sorti al momento della
vendita dei beni e di servizi; se da tale differenza scaturirà un debito verso l’Erario
15
LUPI R., “Evasione fiscale, paradiso e inferno”, IPSOA 2008, pag 43 - 50.
16
FLORENZANO F., “Il diritto di rivalsa” in AA. Vv., L’imposta sul valore aggiunto. Giur. Sist.
Dir. Trib., 2001, pag. 279-299.
17
PACE A., “Il diritto di detrazione” in AA. Vv., L’imposta sul valore aggiunto. Giur. Sist. Trib.,
2001, pag 300-332.
18
Il modello F24 è un modulo di versamento unificato di delega conferito ad una banca
convenzionata o ad uno sportello postale che rilascia un’attestazione contenente il periodo cui si
riferisce la liquidazione d’imposta, l’importo versato (e quelli compensati come somme a credito),
i dati identificativi del contribuente. Il versamento va eseguito in maniera unitaria per le imposte, i
contributi dovuti dall’INPS e le altre somme a favore dello Stato, delle regioni e degli enti
previdenziali. A partire dal giorno 1-1-2007, tutti i soggetti titolari di partita IVA sono tenuti a
utilizzare, anche tramite intermediari, modalità di pagamento telematiche delle imposte, dei
contributi e dei premi di cui all’art. 17, comma 2, del d.lgs. 9-7-1997, n. 241. Gli altri contribuenti
sono esclusi dall’obbligo per cui possono continuare ad effettuare versamenti con il Mod. F24
cartaceo presso gli sportelli degli uffici bancari e postali o dei concessionari della riscossione.
Tuttavia, possono utilizzare la procedura telematica.
9
successivo per essere scalato dalla successiva dichiarazione o a certe condizioni
Essa opera quindi in modo differente a seconda che le parti tra cui interviene
Nel caso in cui siano entrambi soggetti passivi, il rispetto della neutralità
dell’IVA viene assicurato, per cui nessuno dei due soggetti sopporterà il costo di
tale tributo. Ciò in quanto l’addebito in fattura dell’imposta per effetto della
alla detrazione. Vi è quindi piena corrispondenza tra la somma dovuta dal cedente
finale (soggetto privato), non si potrà in alcun modo recuperare l’imposta pagata a
10
La rivalsa è generalmente obbligatoria e qualsiasi patto contrario è nullo.
esercizio è doveroso per il titolare si può spiegare considerando che, nel rapporto
Vi sono dei casi in cui l’obbligo di rivalsa, può non essere esercitato. Essi
sono:
Oltre ai casi sopraindicati, ve ne sono altri invece, in cui la rivalsa non solo non è
caso di IVA dovuta in base al meccanismo del reverse charge (si tratta
cedente o prestatore).
11
Nell’ultimo caso vanno individuate: le prestazioni di servizi rese da
subappaltatori nei confronti di imprese che operano nel settore edile, le cessioni di
e argento ecc. nonché delle cessioni di rottami a soggetti passivi; materia che
GENERALI
attive effettuate nel periodo d’imposta, cioè l’anno solare, l’IVA relativa agli
totale delle imposte passive superi quello di quelle attive, del credito che il
12
cui il soggetto effettua operazioni imponibili o non imponibili. Se invece il
soggetto effettua fra le imposte attive solo operazioni esenti o non soggette,
l’imposta pagata sulle imposte passive non potrà mai essere dedotta19.
Altre limitazioni sono previste per chi effettua sia operazioni che danno
diritto alla detrazione sia operazioni diverse (c.d. meccanismo del pro - rata),
nonché per l’acquisto di particolari beni con IVA solo parzialmente detraibile o
Nei casi in cui sono presenti tutti i requisiti, il diritto alla detrazione è
dei beni acquistati. Ciò comporta la necessità di procedere alle rettifica dell’IVA
detratta, sia nell’ipotesi in cui ad essi sia data una destinazione diversa da quella
professione). Tale requisito implica una corrispondenza tra gli acquisti e/o
19
LUPI R., op. cit, pag 254-265.
13
professione. La detrazione deve quindi riguardare l’IVA assolta o dovuta dal
imprenditoriale o professionale.
valutazione va adottata caso per caso, in base alle prove fornite dal contribuente.
seguito, non è necessario che l’importatore abbia acquisito la proprietà dei beni
importati, essendo sufficiente che abbia assolto l’IVA in dogana e che il bene
l’effettuazione di operazioni non inerenti. Ciò al fine di evitare che i beni utilizzati
Per certi tipi di acquisti, i problemi dell’inerenza sono stati risolti a priori
14
Il diritto di detrazione inoltre non spetta se il bene o servizio è afferente ad
IVA.
Così ad esempio, per un acquisto di beni effettuato nel 2008 (beni ricevuti
nel 2008), il diritto alla detrazione (sorto nel 2008), potrà essere esercitato
15
la detrazione spetta purché la registrazione avvenga entro il predetto termine,
anche se non si sia provveduto alla regolarizzazione nei 4 mesi dal termine in cui
detrazione;
Per detrarre l'IVA è necessario inoltre, che la stessa sia stata addebitata in
16
quest'ultimo di pari importo, in via di rivalsa da parte del cessionario. Pertanto,
quali è consentito detrarre l’imposta dovuta non soltanto nell’ipotesi in cui essa
sia stata assolta dal soggetto, ma anche qualora non sia ancora avvenuto il
pagamento.
Dato che molte cessioni e prestazioni hanno uno svolgimento articolato nel
fini IVA. A tal fine l’art 6 del d.p.r. 633/ 1972 individua i “momenti di
21
Una differenza è che, nell’IVA, i momenti di effettuazione dell’operazione fanno scattare gli
obblighi formali, come quello della fatturazione, da adempiere tempestivamente anche in corso
d’anno, sotto pena di sanzione anche in caso di solo ritardo. Nelle imposte dirette invece, il
problema della competenza emerge solo per le operazioni in corso al termine del periodo
d’imposta.
17
fattura prima del pagamento o della consegna, anche se solo limitatamente
delle operazioni.
parte del cliente, della fattura anche se il fornitore non ha ancora incassato il
pagamento.
incassati dai clienti, così come simmetricamente, è detraibile l’IVA non ancora
verso una serie di enti pubblici, notoriamente ritardatari nei pagamenti; in tal caso
in cui il cliente sia un ente pubblico, appare chiaro che la detrazione IVA da parte
del cliente non possa essere condizionata al suo versamento allo Stato da parte del
22
Viene superato in tal modo il c.d. regime “delle fatture in sospeso” che era stato elaborato
quando l’ultimo comma dell’art 6 differiva il momento di effettuazione dell’operazione, e non la
semplice “esigibilità” dell’imposta. Ne derivavano fatture emesse prima del momento di
effettuazione dell’operazione, e che occorreva rimettere quando il cliente procedeva al pagamento.
Con il regime attuale, invece, le fatture emesse nei confronti degli enti pubblici hanno pari dignità
rispetto alle altre, ma la relativa imposta non viene computata a debito fintanto che l’ente non
procede al pagamento. LUPI R., op. cit., pag 261-265.
18
perché l’IVA, non essendo applicata alla singola operazione ma bensì “per
masse”, non potrà lasciare evidenti riscontri daI quaLI possa emergere la
ogni azienda, non farà altro quindi, ai fini del versamento dell’IVA, che calcolare
dell’IVA relativa alle vendite effettuate nello stesso periodo d’imposta, con
come potrebbe apparentemente sembrare, bensì uno strumento per colpire il solo
consumo finale, rendendo difficile, ai fini della detrazione da parte del cliente,
dimostrare che il fornitore abbia realmente versato l’IVA. Da ciò può derivare
infatti la possibilità che l’IVA incassata dal fornitore non venga mai versata al
sistema vigente, è stata introdotta, per determinati beni, una responsabilità solidale
del compratore per l’imposta non versata dal venditore (art 60-bis decreto IVA),
19
Con lo sfruttamento fraudolento dei meccanismi di rivalsa e detrazione, è
stato possibile infatti mettere in piedi particolari frodi basate sì su forniture reali di
una solida struttura patrimoniale che una volta incassata l’IVA dai clienti
provvedeva a sparire nel nulla24 senza quindi mai riversare l’imposta all’erario,
domicilio fiscale.
tenuta di una speciale contabilità IVA che prevede annotazioni in appositi registri
24
È il caso delle c.d. “frodi carosello” di cui tratteremo ampiamente nel capitolo successivo.
25
La partita IVA è un codice numerico composto da 11 cifre le prime 7 rappresentano un numero
progressivo, le seconde 3 identificano l’ufficio provinciale competente, mentre l’ultima cifra è un
contro codice; per i soggetti diversi dalle persone fisiche la partita IVA attribuita all’inizio
dell’attività coincide anche con il codice fiscale.
20
obbligatoriamente al momento della cessione dei beni o dalla erogazione dei
servizi.
ristoratori, ecc…), nel qual caso è previsto l’obbligo del rilascio della ricevuta
fiscale.
dell’imposta applicata nella relativa operazione, tant’è che, nei casi particolari di
registro, nell’ordine della loro numerazione con l’indicazione delle generalità dei
denominati: IVA a credito27 e IVA a debito28. Questi importi ogni mese sono
ogni mese (o di ogni trimestre) la differenza tra l’imposta divenuta esigibile nel
26
Un caso particolare di autofattura è costituito dalla carta carburante, nella quale vengono
annotati gli acquisti del carburante per autotrazione. PAOLONE, D’AMICO, op. cit., pag 150.
27
Iva detraibile, derivante dal registro degli acquisti.
28
Iva risultante del registro delle fatture emesse.
21
mese precedente e quella divenuta detraibile nello stesso mese. L’ammontare che
nel quale va annotato, entro il giorno non festivo successivo, l’importo globale dei
dal loro punto di vista l’operazione rimarrà “neutrale”, ricadendo infatti sul
cessioni effettuate dallo stesso cliente nello stesso mese, entro il 15 del mese
29
Art. 3 d.p.r. 322/1998
30
FALSITTA, op. cit., pag. 527.
22
solare successivo a quello di consegna o spedizione.
emesso la fattura deve emetterne una nuova denominata “nota di addebito” per la
differenza.
annullare l’emissione della fattura con l’emissione di una “nota di accredito” pari
all’importo definitivo.
23
I.6 L’IVA NEI RAPPORTI CON L’ESTERO: IL PRINCIPIO DI
TERRITORIALITA’
dell’IVA31. Ai fini di tale principio, rilevano due ambiti territoriali: quello statale
dell’Unione europea).
operazioni intracomunitarie;
operazioni extracomunitarie.
nel territorio dello Stato; la territorialità è dunque una condizione “sine qua non”
31
BAGGIO R., “Il principio di territorialità e le esportazioni”, in AA. Vv., L’imposta sul valore
aggiunto. Giur. Sit. Dir. Trib., 2001, pag 783.
24
tributo32.
territorio statale ed i criteri che localizzano nel territorio dello Stato le operazioni
soggette ad imposta33.
in cui si trovano i beni ceduti; perciò si ha cessione nel territorio dello Stato al
I.6.1 LE IMPORTAZIONI
direttive comunitarie, l’Italia e gli altri paesi dell’Unione europea hanno adottato
32
A norma dell’art 1 del decreto IVA, l’imposta si applica anche “sulle importazioni da chiunque
effettuate”; la territorialità, quindi, condiziona l’imponibilità delle cessioni dei beni e delle
prestazioni di servizi; e condiziona la nozione stessa di importazione (e di esportazione).
33
Cfr. art. 7 del d.p.r. 633/1972.
34
MATTARELLI F., “Le importazioni”, in AA. VV., L’imposta sul valore aggiunto. Giur. Sist.
Dir. Trib., 2001, pag 847.
25
commerciali con i Paesi extra UE, posto che per le operazioni intracomunitarie è
o territori extra UE, che non sono stati già immessi in libera pratica in altro Paese
UE35.
I beni importati sono tassati come quelli prodotti nello Stato, mentre quelli
35
Sono considerati in libera pratica in uno Stato UE i prodotti provenienti da Paesi o territori terzi
per i quali siano state adempiute nello Stato membro le formalità d’importazione, nonché riscossi i
dazi doganali e le tasse di effetto equivalente esigibili in base alla tariffa doganale comune (art. 10,
l. n. 1203/1957). L’immissione in libera pratica attribuisce la posizione doganale di merce
comunitaria a una merce non comunitaria.
36
Si tratta di soggetti passivi IVA.
26
Le importazioni, quindi, costituiscono operazioni imponibili: l’IVA sulle
di importazione.
37
MANDO’ M., MANDO’ G., op. cit., pag 962.
38
UCKMAR VICTOR, “Corso di diritto tributario internazionale”, CEDAM, 2002, pag. 1043.
27
I.6.2 LE ESPORTAZIONI
intracomunitarie (pur se, nei due casi, la regola generale è quella della non
imponibilità)39.
sono rilevanti ai fini IVA, poiché rientrano nel volume d’affari. Le esportazioni
distinguono in:
39
BAGGIO R., op. cit., pag. 800.
28
cessioni di aeromobili, le prestazioni di servizi relative a lavori navali e
poiché il cedente provvede direttamente, cioè a propria cura e spese, alla consegna
(B) quale primo acquirente e secondo cedente ed un operatore estero (C), quale
della non imponibilità alle cessioni di beni (anche tramite commissionari), purchè
40
L’art 1731 c.c. definisce il contratto di commissione come “un mandato che ha per oggetto
l’acquisto o la vendita di beni per conto del committente ed in nome del commissionario”.
L’intervento del commissionario si configura come una prestazione di servizi che non pregiudica
la condizione di “esportazione”.
29
diversi dai fabbricati e dalle aree fabbricabili, ed alle prestazioni di servizi rese a
principio della detassazione delle operazioni rese nei confronti dei soggetti che
Le imprese che vendono all’estero larga parte della loro produzione sono
(che può essere anche di grave pregiudizio per l’operatore economico, costretto a
versare al proprio fornitore somme di cui dovrà attendere il rimborsi dal fisco),
all’estero una certa parte dei loro beni, il diritto di acquistare (nell’anno
41
MANDO’ M. MANDO’ G., op. cit., pag 166.
42
La facoltà di fare acquisti senza pagamento dell’imposta è prevista dall’art. 8, comma 2, del
decreto IVA, ed è disciplinata dagli artt. Da 1 a 5 del D.l. 29 dicembre 1983, n.746, conv. insieme
alla legge 27 febbraio 1984, n.17.
30
quel bene, solo perché acquistato da un’impresa che abitualmente opera con
l’estero; se il bene non verrà esportato infatti, verrà in seguito assoggettato ad IVA
Per avvalersi della facoltà prevista per gli “esportatori abituali”, cioè della
necessario che le operazioni che concorrono alla formazione del plafond registrate
nell’anno solare precedente o nei 12 mesi precedenti, costituiscano più del 10%
fornitori sia di beni che di servizi43 apposita dichiarazione d’intento per la non
applicazione dell’IVA44.
31
Dal 1° gennaio 1993 sono state abolite le frontiere fiscali tra gli Stati
doganale (IVA sulle importazioni). Gli scambi intracomunitari non sono più
“cessioni intracomunitarie”.
destinazione; esso è stato posto in essere in via transitoria, fino a quando non sarà
soggetti passivi IVA) all’interno della Comunità sono tassate a carico del
intracomunitarie.
caso di acquisti comunitari invece, sarà il soggetto IVA che cede il bene a
32
provvedere all’emissione della fattura su cui l’operazione sarà indicata “non
IVA; nel caso invece in cui l’acquirente sia un consumatore finale (o, come si una
dire “un privato”), l’operazione sarà imponibile a carico del venditore (e quindi
mercato).
dall’acquirente sia sul libro delle fatture emesse che su quello degli acquisti.
L’annotazione sul libro delle fatture emesse infatti, vale in luogo del
qualsiasi paese intracomunitario, il bene così acquistato (tassato con IVA nel
33
forfetaria).
ente non commerciale) esse risultano essere infatti imponibili nel paese di
47
TESAURO, op. cit., pag. 254.
34
CAPITOLO II°
L’IVA INTRACOMUNITARIA
II.4.1 Le quadrangolazioni
35
II.1 INTRODUZIONE
intercorrenti con altri Stati della stessa Comunità48 garantendo che il tributo
In relazione alle divergenze tra le aliquote applicabili nei vari Stati membri,
Per evitare o almeno limitare tali effetti distorsivi, derivanti dalla mancata
destinazione.
Il regime transitorio avrebbe dovuto cedere il passo, nel gennaio del 1997,
36
operazioni imponibili equivalenti a quelle realizzate all’interno di ciascun Paese.
Quest’ultimo regime non risulta però essere ancora operante, continuando infatti
l’IVA si applica secondo le regole indicate dagli artt. da 38 a 58 del d.l. 30-8-
633/1972, il quale limita la sua efficacia ai rapporti interni ed alle operazioni con i
Paesi terzi ma al quale l’art 56 d.l. 30-08-1993, n. 331, rimanda “per quanto
generali:
intracomunitarie”;
operazione);
50
FALSITTA G., “Corso istituzionale di diritto tributario”, CEDAM, 2007, PAG. 579.
37
ciascun operatore51 è identificato con un numero individuale che
trasbordo, ecc..;
51
BARBARA G. “Guida pratica di diritto tributario internazionale: l’IVA nei rapporti con
l’estero”, GIAPPICHELLI EDITORE, 2005, pag. 11.
38
I servizi, esclusi quelli di trasporto e accessori agli scambi intracomunitari,
secondo quanto stabilisce l’art. 38, d.l. n. 331 del 1993, l’acquisizione da parte di
beni, o di altro diritto reale di godimento sugli stessi, spediti o trasportati nel
territorio dello Stato da altro Stato membro dal cedente, nella qualità di soggetto
passivo d’imposta, ovvero dall’acquirente o da terzi per loro conto53. L’IVA qui è
dell’attraversamento del confine politico tra uno Stato e l’altro è spostato nei
52
MOGOROVICH S., “Iva intracomunitaria”, op. cit., pag. 17.
53
MASPES P., “Gli scambi intracomunitari”, op. cit., pag 873.
54
MOGOROVICH S., “Iva intracomunitaria”, op. cit., pag 39 e SACCHETTO – ALEMANNO,
“Materiali di diritto tributario internazionale”, IPSOA, 2002, pag. 455.
39
Dalla lettura del primo e del secondo comma dell’art. 38 del d.l. n.
richiede la concorrenza dei seguenti elementi essenziali (il difetto di uno di essi
generali) e cioè55:
d’imposta;
cedente senza applicazione dell’IVA poiché deve essere tassato nello Stato di
55
MANDO’ M., MANDO’ G., op. cit., pag 952.
40
che effettua l’operazione nell’ambito di un’attività d’impresa, artistica
mediante permuta)56;
Rimangono del tutto esclusi dalla disciplina i passaggi di beni tra vari Paesi
56
Manca la fattispecie di acquisto intracomunitario nella vendita a prova finchè non viene sciolta
la riserva di godimento; nemmeno la cessione gratuita dà luogo alla fattispecie; tra gli atti di
acquisto rilevanti vanno compresi anche quelli avente fonte coattiva, amministrativa o
giurisdizionale purchè sussista il trasferimento dei beni mentre, per conto, sono esclusi dalla
normativa gli atti di donazione e quelli mortis causa mancando il presupposto di onerosità;
relativamente ai diritti reali di godimento, il presupposto sussiste soltanto per l’usufrutto e l’uso
essendo esclusa la condizione di trasferimento per le altre ipotesi riferite soltanto a beni immobili;
nel rapporto di permuta, effettuato da due soggetti d’imposta si manifestano due distinti rapporti: a
fronte di un acquisto intracomunitario, con precisi obblighi, c’è una cessione intracomunitaria con
altrettanti obblighi distinti; il rapporto permutativi con rilevanza dell’IVA intracomunitaria,
invece, è limitato soltanto all’acquisto qualora la controprestazione sia una cessione gratuita di
beni, assoggettati ad “IVA italiana”, ovvero una cessione all’esportazione o una prestazione o una
prestazione di servizi diversa da quelle indicate all’art. 40, commi 5, 6 e 8, del d.l. 30-8-1993, n.
331.
41
per conto di privati: gli acquisti effettuati nell’ambito personale o familiare sono
infatti soggetti ad imposta nel Paese di origine e nessuna imposta è quindi dovuta
633/1972);
arti o professioni nel territorio dello Stato (art. 38, commi 1 e 2, del
d. l. n. 331/1993).
attività commerciali. Per gli enti di cui sopra che non abbiano per oggetto
dall’applicazione dell’IVA.
57
MOGOROVICH S., “Iva intracomunitaria”, op. cit., pag. 39-41.
42
Costituiscono acquisti intracomunitari le operazioni realizzate in presenza
godimento;
conto);
Se manca un solo dei suddetti requisiti, non potrà essere individuata alcuna
bisogna analizzare:
la territorialità;
la base imponibile;
la detrazione;
43
territorio dello Stato (art 39, comma 1, del D.L. 331/1993)58.
altro Stato membro di destinazione del bene (ad esempio, quando un soggetto
intracomunitario).
trasportati in altro Stato membro, sono stati ivi ceduti ad altro soggetto o ente
(art. 15, primo comma, del d.p.r. 633/1972) tenendo presente che:
44
se l’acquisto intracomunitario è stato assoggettato ad imposta in altro Stato
membro di destinazione del bene (art. 40, comma 2), la base imponibile è
Ai sensi dell’art 43, comma 3, del d.l. 331/1993, i corrispettivi (e gli oneri
accessori) espressi in valuta estera sono computati secondo il cambio del giorno di
indicazione, della data della fattura. Va utilizzato il cambio del giorno indicato in
per il trasporto effettuato dal cedente (o a sua cura): con il momento della
documento.
45
dell’arrivo nel luogo di destinazione nel territorio dello Stato: in questo caso
l’integrazione sul documento (art. 39 del d.l. 331/1993) dovrà essere conforme
anche per le operazioni non soggette ad IVA ed esenti da IVA (art. 74, settimo e
ACQUISTI INTRACOMUNITARI
di identificazione fiscale costituito dal numero di partita IVA preceduto dal codice
“ISO” cioè dalla sigla “IT”. In caso contrario, il fornitore applica l’IVA e per
60
Se la fattura non è espressa nella valuta dello Stato membro dello Stato di appartenenza del
cedente, l’acquirente nazionale deve operare la conversione della valuta del Paese terzo, ad
esempio il dollaro, in euro, al fine di adempiere agli obblighi sia di liquidazione dell’IVA che di
contabilizzazione indicati nel d.l. e, secondariamente, nella valuta dello Stato membro di
provenienza, ad esempio la corona danese, per rispettare la prescrizioni in materia di elenchi
riepilogativi di cui al D.M. 27-10-2000.
61
MOGOROVICH S., “Iva intracomunitaria”, op. cit., pag 56.
46
nell’altro Stato membro. Per le operazioni non imponibili o esenti la sanzione va
dal 5% al 10% dei corrispettivi (con un minimo di € 516) fermo restando che se la
violazione non rileva ai fini delle imposte sui redditi, la misura va da un minimo
rappresentante residente63.
delle fatture emesse e lo stesso documento, che costituisce titolo per esercitare la
e dall’altro può anche detrarre l’IVA assolta sull’operazione nei modi e nei
va calcolata l’IVA.
L’integrazione delle fatture può essere fatta sia manualmente che mediante
un timbro che contenga tutti gli elementi richiesti dall’art. 46, comma 1, del d.l. n.
62
MOGOROVICH S., op. cit., pag 459.
63
FRIZZERA B., “Guida pratica fiscale”, il sole 24 ore, 2008, pag 229.
47
annotazione nel registro delle fatture emesse. La stessa inoltre, va
Per quanto attiene alla registrazione della fattura di acquisto, la stessa deve
essere annotata nel registro delle fatture entro il mese di ricevimento ovvero anche
minuto, che tengono il registro dei corrispettivi previsto dall’art. 24, d.p.r. n.
633/1972, è stato ritenuto che gli stessi non debbano necessariamente avere un
La fattura integrata deve essere annotata anche nel registro degli acquisti,
48
distintamente (ad esempio, su apposita colonna) ma non anteriormente al mese di
INTRACOMUNITARI
degli artt. 19 ss., d.p.r. 633/1972, il diritto alla detrazione della stessa imposta.
parziale, dell’imposta.
può essere esercitato nella stessa liquidazione in cui questa è compiuta a debito,
nel registro delle fatture emesse ed in quello degli acquisti consente di ottenere la
49
II.3 LE CESSIONI INTRACOMUNITARIE
dettata una particolare disciplina. In questo modo dal 1 gennaio 1993, la non
41 del d.l. 331/1993, non dovendo le stesse essere più considerate come cessioni
all’esportazione, le quali nel testo modificato dell’art 8 del d.p.r. 633/1972, sono
attualmente solo quelle in forza delle quali i beni vengono spediti o trasportati in
presupposti:
50
Stato membro dell’U.E. diverso da quello del cedente67;
del bene soggetta ad IVA in Italia secondo quanto disposto dal d.p.r. 633/197269.
Vi sono dei casi in cui la cessione dei beni, pur manifestando tutti i requisiti
necessari perché possa essere definita “cessione intracomunitaria” non può essere
lavorazione70;
67
La disciplina di non imponibilità opera altresì per le cessioni effettuate nei confronti degli enti,
delle associazioni e delle altre organizzazioni, non soggetti passivi d’imposta, nonché dei soggetti
passivi d’imposta che effettuano operazioni esenti in misura tale da precludere il diritto alla
detrazione dell’imposta a monte e dei produttori agricoli che si avvalgono del regime forfetario di
compensazione, ove tali cessionari siano comunque tenuti ad applicare l’imposta sugli acquisti
intracomunitari effettuati o per il volume delle transazioni poste in essere o per espressa opzione in
tal senso. La disposizione di non imponibilità non opera, invece, per le cessioni effettuate nei
confronti delle persone fisiche, non soggetti d’imposta, nonchè dei cessionari, soggetti passivi o
meno, comunque esonerati nello Stato membro di destinazione dall’applicazione dell’imposta
sugli acquisti intracomunitari effettuati e che non abbiano comunque optato per l’applicazione
dell’imposta in tale Stato, le quali sono quindi imponibili all’imposta sul valore aggiunto nel
territorio dello Stato. CENTORE P., “IVA comunitaria – aspetti interpretativi e applicativi”,
IPSOA, 2001, pag. 194.
68
Da ciò si è affermato, per le cessioni a titolo gratuito, che per le stesse trovi applicazione la
disciplina ordinariamente prevista per le cessioni effettuate nel territorio dello Stato.
69
GALLEANI D’AGLIANO – NORMANNI, op. cit., pag 100.
70
L’operatore nazionale che effettua la lavorazione non realizza una cessione intracomunitaria ma
deve annotare l’uscita e l’ingresso di detti beni dal territorio nazionale sia nell’apposito registro
delle movimentazioni di merce senza trasferimento della proprietà di cui all’art 50, quinto comma,
d.l. 331/1993 che neo modelli INTRASTAT ai soli fini statistici (solo se la cadenza di
presentazione è mensile).
51
beni strumentali inviati dall’Italia in altro Stato membro per
i beni sono trasferiti dal territorio dello Stato (a cura del cedente o
dell’U.E.;
IVA rilasciato dallo Stato di appartenenza preceduto dalla sigla attribuita allo
52
Nessuna sanzione può essere irrogata al cedente se il codice attribuito
seguenti dati:
comma 5, del d.l. 331/1993, secondo cui la disciplina prevista agli effetti
dell’imposta di bollo per le fatture e gli altri documenti relativi alle operazioni di
avvenire in maniera distinta (ad esempio, su apposita colonna) nel registro delle
identificazione non viene rilasciato, la fattura dovrà contenere l’addebito dell’IVA. D’ARDIA
CIRO, “La prova delle cessioni comunitarie” in AZIENDA & FISCO 2/2008, pag 44-46 e
CENTORE P. “Alla ricerca della prova formale delle cessioni intracomunitarie”, in CORRIERE
TRIBUTARIO 3/2009 pag. 149-153.
72
Per i beni in uscita dal territorio dello Stato e con destinazione verso gli Stati dell’U.E. non
sussiste l’obbligo di emissione del documento accompagnatorio salvo che per i beni soggetti ad
accisa per i quali è necessaria la compilazione in conformità a quanto è previsto dal Regolamento
CEE 11-9-1992, n. 2719/92, utilizzabile per la circolazione in regime sospensivo e per i beni che
attraversano i paesi EFTA (associazione europea di libero scambio) per i quali è sufficiente la
compilazione del modello T2 accompagnato dalla fattura. Il documento di trasporto va emesso
qualora si adotti la tecnica di “fatturazione differita” (art 21, quarto comma, d.p.r. 633/1972).
53
633/1972. Più in particolare oggetti di annotazione sono: la data del documento, il
numero progressivo attribuito alla fattura emessa, l’indicazione del cliente U.E., il
autonoma dei documenti emessi, diversa dalla sequenza adottata per il registro
all’esportazione74.
INTRACOMUNITARIE
riferimento alle disposizioni contenute nel d.p.r. 633/1972, in forza del rinvio
e la determinazione della base imponibile (da operarsi a norma degli artt. 13, 14,
15).
quindi costituito di regola dal momento della consegna o della spedizione dei
73
A norma dell’art. 41 del d.l. 331/1993.
74
MOGOROVICH S., op. cit., pag. 471.
54
beni; se anteriormente a tali eventi è pagato, in tutto o in parte, il corrispettivo o è
Per quanto riguarda le cessioni di beni per le quali si prevede che gli effetti
previsto dall’art. 42, 2° comma del d.l. 331/1993. L’operatore residente che abbia
55
Va ancora segnalato che, in questo caso, l’art 42 comma 2 del d.l. 331/1993
al fornitore comunitario.
dichiarazione annuale77.
operazione è caratterizzata dal fatto che i beni sono oggetto di due distinti
classificazione tra:
56
triangolazioni comunitarie improprie, quando i beni sono inviati
assunto ulteriore rilievo per effetto dell’entrata in vigore delle disposizioni che
cui un’impresa (primo cedente) residente in uno Stato membro, cede un bene a
membro, che a sua volta rivende il bene ad una terza impresa (cessionario)
residente in un terzo Stato membro, con consegna del bene direttamente dal primo
esterna”.
triangolazione, in virtù del fatto che l’operazione è tassata soltanto nel Paese di
destinazione dei beni facenti capo al cessionario finale, designato dal promotore
79
Cfr. art 8, comma 1, lett. a) del d.p.r. 633/1972, per l’ipotesi classica di cessione triangolare
all’esportazione: A (primo soggetto passivo residente) cede i beni a B (secondo soggetto passivo
residente) con consegna a C (soggetto passivo non residente) su incarico di B. nel sistema regolato
dal D.P.R. 633/1972, entrambe le operazioni, vale a dire la cessione effettuata da B nei confronti
di C sono considerate cessioni all’esportazione, non imponibili ad IVA ai sensi dell’art. 8 comma
1, lett. a), del d.p.r. 633/1972.
80
Art. 38 comma 7 e art 46 comma 2, del d.l. n. 331/1993.
57
Stato membro di designazione dei beni (ovvero procedere all’identificazione
primo cedente;
operazione interna, i cui obblighi ai fini IVA posti in linea di principio a carico del
comma 2, lett a) del d.l. 331/1993, al cessionario designato, vale a dire a carico
primo cedente che per il promotore della triangolazione nei rispettivi territori,
mentre il destinatario finale della merce (designato d’imposta dal promotore della
81
Nel senso disciplinato dall’art 38 del d.l. 331/1993.
58
Quando negli scambi intracomunitari intervengono due operatori economici
Nelle ipotesi infine in cui uno dei tre soggetti della catena economica sia
II.4.1 LE QUADRANGOLAZIONI
82
GALLEANI D’AGLIANO – NORMANNI, “L’IVA nelle operazioni con l’estero”, EGEA,
2002, pag 108.
59
e alla legittimità della compilazione degli elenchi riepilogativi delle operazioni
Allo stato attuale tale tipologia di operazioni non può godere delle
dal materiale arrivo del bene in Italia 84. L’operazione è quindi esclusa dal campo
dal momento che il primo operatore italiano non assume nei confronti
60
2. rapporto IT 1 – IT 2: come detto, l’operazione è irrilevante ai fini
soggetta agli obblighi impositivi in Francia, trattandosi di una cessione di beni che
tributo in Italia, le procedure più idonee da seguire vanno collegate con la nomina
nazionali86.
86
D.p.r. n. 633/1947; d.l. n. 331/1993; circ. 23-2-1994, n. 13; circ. 10-6-1998, n. 145/E.
CECCACCI G. – RIGATO C., “Operazioni con l’estero”, edizione FAG MILANO, 2007, pag
287-289.
61