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I TRIBUTI
I TRIBUTI
Il diritto tributario una branca del diritto che rappresenta un crocevia tra diverse
discipline: diritto costituzionale, in cui il diritto tributario trova qualche disposizione di
riferimento (art 23/53); il diritto amministrativo, dal momento che il diritto tributario
una sottospecie di questo diritto; il diritto civile, dal momento che i presupposti
dimposta sono sempre costituiti da fattispecie regolate da questo codice; il diritto del
lavoro; il diritto penale, dato che le violazioni tributarie possono avere rilevanza
penale; diritto processuale civile, poich il processo tributario regolato anche da
norme del codice di procedura civile.
Il diritto tributario una disciplina che ha ad oggetto lo studio del tributo, nei sui profili
di carattere sostanziale e processuale.
Il tributo definito come unentrata pubblica; ci sono delle entrate pubbliche che non
hanno natura tributaria. Si tratta di una prestazione patrimoniale, imposta, che viene
acquisita a titolo definitivo da parte dellente impositore e questo la differenzia da
altre prestazioni patrimoniali acquisite da enti pubblici, in virt di disposizioni di legge,
ma non hanno carattere definitivo poich prevedono un diritto del soggetto, che
effettua il versamento, alla restituzione di quanto versato (non troppo utilizzati
attualmente ma che si possono individuare nei prestiti forzosi che esistevano in
passato).
I tributi sono prestazioni collegate a fatti economici, che quindi trovano presupposto e
giustificazione nella realizzazione di un fatto economico da parte del soggetto passivo;
si distinguono, in questo caso, dalle sanzioni, che sono prestazioni patrimoniali
imposte dalla legge, ma non sono necessariamente correlate a fatti economici, quanto
piuttosto a fatti illeciti.
Il concetto di tributo non volutamente definito dalla legge, poich si lascia
lelaborazione del concetto di tributo alla giurisprudenza; ci sono determinati corollari
che derivano dalla nozione di tributo, cio determinati effetti che il nostro ordinamento
ricollega alla presenza di un tributo: lintassabilit del tributo e lambito di definizione
della giurisdizione tributaria. Il tributo non tassabile, cio di norma non troviamo
tributi che colpiscono altri tributi esistono eccezioni, in particolar modo troviamo
regolata lapplicazione dellIVA su imposte che gravano, ad esempio, sulla
somministrazione di gas luce ecc., e quindi nelle bollette ci sar un conto che prevede
il pagamento del corrispettivo dovuto al soggetto che somministra il servizio, ci
saranno le imposte che gravano su questo corrispettivo e infine ci sar applicata lIVA
sul totale delle prime due voci, cio lapplicazione di unimposta (IVA) su distinte
imposte che a loro volta gravano sul corrispettivo contrattuale.
Lambito della giurisdizione tributaria , oggi, definita in modo ampio, dal momento
che le commissioni tributarie decidono le liti aventi ad oggetto i tributi; quindi
importante sapere se si tratta di un tributo poich da ci dipende lindividuazione del
giudice investito del potere di decidere la relativa lite.
La corte costituzionale adotta una nozione di tributo che non sempre uguale, ma
che varia a seconda delle disposizioni di riferimento. La corte ha delineato una
tripartizione a cerchi concentrici:
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I PRINCIPI COSTITUZIONALI
I PRINCIPI DEL DIRITTO TRIBUTARIO.
Art 53: principio della capacit contributiva e principio della progressivit
Principio della capacit contributiva: non una novit della carta costituzionale
italiana ma un importante svolta rispetto al passato, quando era previsto un
dovere di concorso correlato al dovere di solidariet e altri principi della carta
costituzionale.
Questo principio esprime un dovere di concorso di tutti alle spese pubbliche. Il
dovere di concorso deve essere poi tradotto in singole disposizioni normative in
rispetto dei singoli principi e immediata attenzione di colpire con le imposte fatti
che esprimono capacit contributive poste in essere dai soggetti passivi.
Lart 53 esprime al contempo un dovere di concorso e solidariet ma anche un
principio di garanzia per i contribuenti: se vero che il contribuente tenuto a
concorre alle spese pubbliche in ragione della propria capacit contributiva, ma
anche vero che questo obbligo si ferma quando non esiste pi attitudine al
concorso. Fin dove il contribuente deve occuparsi delle spese personali e
familiari non sussiste un dovere di concorso alle spese della collettivit
intangibilit del minimo vitale dellindividuo e della famiglia.
Il principio della capacit contributiva si applica allambito dei tributi, ma non
tutti, solo alle imposte e tasse (non sempre, solo quando toccano la sfera
giuridico patrimoniale del contribuente in misura maggiore a ci che
rappresenta il corrispettivo del servizio pubblico reso dallente, ovvero nel
momento in cui si abbandona la logica della sinallagmaticit delle tasse.
Lart 53 non interessa altre prestazioni come le sanzioni, le quali possono essere
stabilite dal legislatore in misura anche molto marcata e senza che vi sia una
correlazione con limposta dovuta per leffetto della violazione che viene
sanzionata; in passato la corte ha anche dichiarato legittima una sovrattassa
pari al sestuplo della imposta dovuta (la misura non pu essere sindacata in
riferimento allart 53)
Questo articolo impone al legislatore di andare ad individuare e tassare i fatti
indice di capacit contributiva. Ogni ordinamento conosce i propri fatti indice: il
reddito, il patrimonio (indici di capacit contributiva diretta) e imposte sui
consumi e trasferimenti di ricchezza (indici di capacit contributiva indiretta).
IRAP: imposta indiretta introdotta a fine anni 90 che colpisce il valore aggiunto
della produzione e ci si chiesto se la relativa disciplina sia rispettosa del
principio di capacit contributiva.
Questa imposta infatti non colpisce il reddito e pu determinare la tassazione di
imprese che risultano in perdita ai fini reddituali, solo perch hanno comunque
un valore aggiunto della produzione di segno positivo.
La corte ha salvato la imposta poich il valore aggiunto della produzione
ritenuto fatto indice di capacit contributiva assoggettabile ad imposta, dal
momento che ha individuato il presupposto di imposta nella presenza di
unorganizzazione autonoma di cui limprenditore dispone e che da sola
giustifica limposta a prescindere dallesito della attivit economica.
Limposta non dovuta da coloro che non hanno unautonoma organizzazione e
quindi i professionisti e piccoli imprenditori privi di beni strumentali, dipendenti,
finanziamenti.
Il principio di capacit contributiva interessa molti profili di questa materia,
come profili di uguaglianza, effettivit e attualit nel prelievo.
La corte costituzionale quando applica questo art 53 lo fa in parallelo allart3
(uguaglianza) e si viene a chiedere se la norma tributaria sia incostituzionale
perch tale ad assoggettare a diversa imposizione fatti che siano espressivi di
una medesima capacit contributiva o viceversa.
A questo proposito la sentenza del 2008 dettata dallart 10 con tema di
deducibilit dellassegno alimentare corrisposto dal soggetto passivo per le
necessarie esigenze di mantenimento dei famigliari, invece lindeducibilit
dellassegno di mantenimento del mantenimento dei figli del coniuge separato o
divorziato. La corte costituzionale ha ritenuto questa differenza di disciplina
coerente con lordinamento perch ha ritenuto diverse le due situazioni.
Il profilo della effettivit spesso implicato in materia tributaria poich ci sono
imposte che vanno a tassare redditi stimati o presunti che non effettivo. Basti
pensare alle norme presuntive, salvate dalla corte costituzionale perch ritenute
ragionevoli
Il profilo di attualit implica un riferimento alle norme impositive retroattive
che violano lart 53 a meno che non colpiscano presupposti dimposta che pur
realizzati nel passato siano ancora ragionevolmente espressivi di una forza
economica attuale, ovvero situazioni nelle quali in cui si pu ritenere che la
ricchezza prodotta nel passato dal soggetto passivo sia ancora disponibile o
parzialmente disponibile al momento di entrata in vigore della norma
interessata
Il principio di capacit contributiva presenta profili di carattere soggettivo dal
momento che interessa pi soggetti coinvolti nella attuazione del prelievo, non
solo i soggetti passivi, ma anche altri soggetti che intervengono nella attuazione
del rapporto dimposta, in qualit di sostituti dimposta per esempio. La corte ha
ritenuto giustificato anche il loro coinvolgimento non trattandosi di un
coinvolgimento che determina la loro soggettivit passiva.
La corte costituzionale ha detto che pur essendo libero il legislatore di dare o meno
rilievo al fenomeno dellinflazione, lo stesso legislatore per vincolato a farlo in
maniera ragionevole e uguale rispetto ai contribuenti in maniera tale da non
differenziare irragionevolmente tra situazioni in sostanza uguali.
La corte costituzionale stata chiamata a deliberare con sentenza sotto il profilo della
lesione dellart 3 della costituzione (uguaglianza) e quindi disparit di trattamento fra
situazioni considerate equivalenti.
La sentenza in esame riepiloga la questione, segnalando le disposizioni di legge a
questo riguardo, e dichiarando infondata la questione del trattamento fiscale
differente.
La corte costituzionale ricorda che le ipotesi di deducibilit e di detraibilit fiscale sono
rimesse alla libera scelta del legislatore, che rimane insindacabile in sede di
costituzionalit a meno che non si trasmodi in arbitrio; nel caso di specie la corte
individua due aspetti che inducono ad escludere un arbitrio in questa distinzione e
confermano la legittimit della pur differente disciplina prevista dalla legge. Da un lato
una differenza di tipo quantitativo tra i due assegni: lassegno alimentare pi ridotto,
dal momento che la sua funzione quella di rimediare alle esigenze di sostentamento
essenziali di una persona, mentre lassegno di mantenimento, corrisposto al genitore
separato nellinteresse dei figli, copre esigenze pi ampie e non il mero
sostentamento, ma anche invece esigenze economiche che permettano di soddisfare
bisogni aventi ad oggetto anche attivit secondarie e mantenere un determinato
tenore di vita (quindi un assegno pi cospicuo), in cui compreso anche lassegno
alimentare.
La seconda differenza prevista dal TU giustificata dalla natura e dalla diversa
funzione dei due tipi di assegni che la corte costituzionale si preoccupa di evidenziare
in modo chiaro. La corte di cassazione ha richiamato la differenza tra questi due
assegni, che incide sulla natura giuridica e giustificare una diversa disciplina tributaria.
ROBIN TAX
La sentenza della corte costituzionale 10/2015 tocca alcuni punti centrali del sistema
tributario. Questa sentenza riguarda la Robin Tax, che ha ad oggetto le attivit del
settore petrolifero riguardo ad una imposta che ha sollevato diversi dubbi di
incostituzionalit.
La sentenza risolve questi dubbi, di cui alcuni infondati e altri fondati (art 3 e 53) ma la
sentenza limita nel tempo gli effetti della sentenza di incostituzionalit solo al futuro.
la sentenza si sofferma sui dubbi del giudice rimettente: da un lato carattere di
generalit di questa imposta che non si concilia con le intenzioni dichiarate dal
legislatore che prevedeva una semplice addizionale dellIRES, ma in realt applicabile
senza limite di tempo e a pi soggetti.
La corte considera il rispetto degli articoli 3 e 53 poich li ritiene lesi poich pur
riconoscendo al legislatore di poter differenziare la tassazione rispetto ai settori, ma
richiede che la differenziazione sia ragionevole e arbitraria.
Nel caso di specie la corte ritiene che la scelta del legislatore sia stata arbitraria e
ragionevole perch difforme dalla stessa logica che invece avrebbe dovuto informare il
tributo. Ci si trova di fronte ad un tributo nuovo ed illimitato nel tempo tale ad andare
ad aggravare un ampio raggio di soggetti e non ad un tributo addizionale allIRES
come previsto. In sostanza una nuova imposta.
La corte dichiara quindi incostituzionale il tributo sotto questi aspetti.
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Ma la corte decide per di limitare nel tempo gli effetti della incostituzionalit, e li
limita solo al futuro ed esclude la retroattivit. La corte si rende perfettamente conto
del problema e della particolarit di questa situazione, ma la corte dice: questa
efficacia retroattiva incontra dei limiti:
LE FONTI
LE FONTI
Le fonti del diritto tributario hanno un ordine gerarchico che prevedono fonti
sovranazionali, costituzionali, legislative e regolamentarie secondarie. Ci sono alcune
fonti costituzionali di riferimento come lart 23, 76/77, oltre a disposizioni del Titolo V
(117/119). Tutte queste disposizioni concorrono a delineare un sistema che vede posta
in posizioni primarie le leggi dello stato e le fonti paritarie, in posizione secondaria le
fonti regolamentarie, ma anche linserimento di fonti sovranazionali che entrano a fare
parte dellordinamento interno.
Lart 23 pone il principio della riserva di legge: nessuna prestazione personale o
patrimoniale pu essere imposta se non in base alla legge. Questo art esprime un
principio generale, ovvero la necessit del consenso per limposta. Questo principio
risale dai secoli scorsi, nato nellordinamento anglosassone e si esteso fino ad essere
recepito dallo statuto albertino. Lart 23 si traduce in una formulazione normativa che
si basa su 3 pilastri:
1. Il concetto di prestazione di patrimoniale imposta
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2. Il concetto di legge
3. Il concetto di base legislativa
1) Per prestazione patrimoniale imposta si intendono non solo le imposte in senso
formale (tutti i tributi imposte dalla legge) ma anche prestazioni imposte in senso
sostanziale che non trovano la loro fonte in una legge dello stato, trovano invece una
base contrattuale negoziale, ma ci nonostante sono considerate imposte perch
funzionali a soddisfacimento di bisogni essenziali per lindividuo e sono quindi
parificate a imposte in senso formale e devono trovare garanzia nellart 23; devono
quindi trovare nella loro disciplina una base legislativa, questo vale ad esempio per le
prestazioni aventi ad oggetto luce, acqua, gas, tariffe telefoniche. non vale invece
per la prestazione avente ad oggetto il pagamento della sosta dellautoveicolo
sentenza 2005: il pagamento della sosta non mira a soddisfare un bisogno essenziale
(vi sono soluzioni alternative, non un bisogno primario).
2) lart 23 fa anche riferimento al concetto di legge: si intente per legge oltre alla
legge statale anche le fonti pari ordinate alla legge ordinaria come i decreti legge e i
decreti legislativi che sono frequentissimi nel nostro ordinamento (regolati dagli art
76/77) (basti pensare al decreto che ha istituito lIRAP o il decreto che ha introdotto
lIRES).
Lutilizzo del decreto legislativo opportuno nella materia tributaria, affinch il
parlamento possa fissare criteri e direttive per lazione del governo e di rimettere
allintervento dellesecutivo la regolamentazione nel dettaglio della materia.
I decreti legge sono usati molto spesso in materia tributaria anche se visto con molto
sospetto poich il governo poteva abusare di questo strumento dal momento che
uno strumento da utilizzare in situazioni di necessit e urgenza.
Va fatto anche riferimento anche allo statuto dei diritti del contribuente del 2000
(legge ordinaria) che ha la pretesa di porsi al di sopra delle altre leggi ordinarie poich
contiene linee guida e principi generali per lazione dello stesso legislatore tributario.
3) Lart 23 fa infine riferimento anche al concetto di base legislativa, importante per
capire che la riserve di legge posta dallart 23 relativa, quindi lintervento del
legislatore limitato alla definizione della fattispecie imponibile, non interessa invece
gli aspetti secondari attuativi di dettaglio che vengono rimandati a fonti secondarie a
seconda dei casi.
Vanno anche ricordati gli art 117/119 in tema di riparto tra potest legislativa statale e
regionale, il cosidetto federalismo fiscale. Lart 117 delinea 3 ambiti di intervento in
materia tributaria ripartita tra lo stato e le regioni:
La legge dello stato ha potest esclusiva quando si tratta di disciplinare il
sistema tributario statale
La legge statale concorre con quella delle regioni quando si interviene in
potest legislativa concorrente
La legge della regione ha una potest di intervento residuale quando si tratta di
regolare tributi regionali o locali (per oggi solo le regioni a statuto speciale
attraverso tributi propri).
si ricorda a riguardo lart 36 del decreto legge 223/2006 che ha interpretato a fini
fiscali il concetto di area edificabile. La norma del 2006 ha chiarito la portata delle
precedenti disposizioni e quindi ha effetti retroattivi (effetti delle norme
interpretative).
Illegittime sono invece le norme interpretative mascherate che dietro lo schermo
dellinterpretazione intendono innovare lordinamento e introdurre principi e criteri
nuovi; sono illegittime dal momento che vengono a incidere in maniera retroattiva
sullordinamento tributario in situazioni in cui non ve n bisogno.
FATTISPECIE E OBBLIGAZIONE TRIBUTARIA
La fattispecie tributaria la fattispecie che si verifica nel momento in cui si realizzano
tutti gli elementi costitutivi previsti dalla legge per il sorgere del debito di imposta. Ha
un determinato presupposto di fatto, realizzato da un determinato soggetto passivo, il
legislatore ricollega la nascita della obbligazione tributaria fattispecie imponibile,
impositiva o tributaria.
Ha i suoi elementi costitutivi oggettivi e soggettivi:
Presupposto
Base imponibile
Soggetto passivo
Aliquota di imposta
I SOGGETTI PASSIVI
LA SOLIDARIETA TRIBUTARIA
Lobbligazione tributaria da questo punto di vista non si differenzia da quella di diritto
civile, prevede soggetti attivi e passivi (contribuenti), definito come rapporto giuridico
di imposta che vede da una parte lente impositore e dallaltra IL contribuente.
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I principi che si possono richiamare sono per un verso lautonomia delle posizioni il
ricorso proposto da un debitore non vale per tutti, vale solo per chi ha fatto ricorso se
non per gli effetti dellart 1306 che prevede la possibilit di estendere gli effetti del
giudicato favorevole a tutti i condebitori.
Per altro verso va per segnalato lorientamento della corte di cassazione che ravvisa
lipotesi di litisconsorzio necessario tra i diversi condebitori tutti i condebitori
devono essere coinvolti nella medesima lite, se uno fa ricorso il giudice deve
necessariamente integrare tutti gli altri condebitori e che prendano parte al giudizio.
La mancata integrazione determina la nullit della sentenza nelle fattispecie di
litisconsorzio necessario, di queste fa parte la materia della solidariet tributaria
spesso.
LA SOSTITUZIONE TRIBUTARIA
La sostituzione tributaria tipica nellambito tributario. La sostituzione un istituto
peculiare del diritto tributario che assolve diverse funzioni che ha trovato nel tempo
successo e diffusione.
Si parla di sostituzione in senso oggettivo e soggettivo
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LA DICHIARAZIONE
LA DICHIARAZIONE TRIBUTARIA
La dichiarazione tributaria considerata linizio della fase che riguarda lattuazione del
rapporto dimposta.
Nel vigente sistema di tassazione il contribuente che deve dichiarare e rendere noto
allente impositore lesistenza e lammontare del presupposto di imposta e deve
liquidare limposta dovuta e successivamente versarla. Siamo dunque in un sistema di
autotassazione che stato adottato in Italia negli anni 50 (per opera del ministro
Vanoni) e che ha rivoluzionato il precedente sistema di accertamento di tributi il quale
si basava sullintervento da parte dei funzionari dellamministrazione; oggi questo
intervento previsto solo in fasi eventuali e in funzione di controllo.
La dichiarazione tributaria diversa per ogni imposta e ci occuperemo della
dichiarazione pi importante, ovvero la dichiarazione dei redditi, che interessa IRPEF,
IRES, con riferimento anche ad IRAP e IVA.
I soggetti obbligati a presentare la dichiarazione dei redditi sono tutti i soggetti passivi
dellimposta con alcune particolarit: ci sono soggetti che sono tenuti a presentare
comunque la dichiarazione anche in mancanza del possesso di redditi, si parla di
contribuenti che sono titolari di obblighi di contabilit; il legislatore vuole tenere
monitorata la situazione reddituale dei contribuenti e questo avviene poich sono
comunque obbligati a presentare la dichiarazione.
Ci sono al contrario soggetti che sono esentati dal presentare la dichiarazione anche
se sono titolari di redditi, infatti esistono dei redditi che non devono essere dichiarati al
fisco (redditi che sono soggetti a regimi sostitutivi, che sono tassati e dichiarati
secondo regole proprie, non seguendo la tassazione ordinaria; non prevedono che la
compilazione avvenga da parte del soggetto che ha percepito i redditi, ma sar il
sostituto ad avere questi obblighi tributari).
La dichiarazione dei redditi deve rispondere a determinati requisiti formali e temporali,
va compilata con i modelli standard disponibili anche sul sito dellAE e ci sono
scadenze stabilite dalla legge che variano a seconda dei periodi di imposta.
La dichiarazione tributaria un atto giuridico composito che ha un contenuto
molteplice, ha anche un duplice natura e produce vari effetti.
CONTENUTO: bisogna distinguere tra le varie tipologie di reddito, i dati personali del
contribuente, lindicazione di oneri sostenuti che hanno rilievo nella determinazione
del reddito imponibile e nella scelta che il contribuente pu essere tenuto a fare nella
applicazione di diversi regimi. Questo discorso porta a trattare della natura giuridica
della dichiarazione tributaria: di scienza e di volont
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EFFETTI: effetti di vario tipo che interessano diverse fasi del rapporto impositivo.
Innanzitutto incide sulla genesi dellobbligazione tributaria, una cosa possedere un
reddito e dichiararlo, oppure possederlo e non dichiararlo (evasore) che per effetto di
non averlo dichiarato non risulta contribuente e debitore del tributo, dal momento che
lobbligazione dimposta sorge solo allesito del perfezionamento di una fattispecie
complessa, costituita sia dal presupposto di imposta sia da un atto che si affianca al
presupposto e produce leffetto genetico dellobbligazione (avviso di accertamento
oppure la stessa dichiarazione del contribuente).
In secondo luogo la dichiarazione produce degli effetti sul piano della riscossione del
tributo gi sorto, dal momento che comporta la doverosit della imposta dichiarata.
LAE che non vede il pagamento della imposta dichiarata tenuta a provvedere a
riscuoterla mediante iscrizione a ruolo.
La dichiarazione produce effetti sul piano del rimborso del tributo: una dichiarazione
che chiude a credito giustifica il rimborso dellimposta indicata a credito
DICHIARAZIONE ERRATA
La rettifica in aumento si effettua mediante dichiarazione integrativa al fine di
integrare una o pi componenti di reddito e indicare una maggiore imposta dovuta.
Si assiste anche una rettifica in diminuzione della dichiarazione presentata nel caso in
cui il contribuente abbia commesso errori a proprio danno; il problema che si pone il
termine entro quale questa facolt pu essere esercitata, il comma 8bis fissa come
termine il termine entro il quale presentare di imposta successivo a quello interessato,
se questo termine non rispettato c la possibilit di una domanda di rimborso ma a
questo riguardo la corte di cassazione non ha ancora assunto un orientamento
univoco.
DICHIARAZIONE RIDUTTIVA
Lordinanza della corte di cassazione 10775/2015 riguarda la disciplina della
dichiarazione riduttiva, cio di quella dichiarazione che il contribuente pu presentare
per correggere errori a proprio danno, cio errori che hanno portato a una
dichiarazione di una imposta maggiore rispetto a quella dovuta.
Fino ai primi anni 2000 non aveva trovato una regolamentazione normativa n una
soluzione a livello giurisprudenziale. Nel 2001 c stata la svolta in materia sia in corte
di cassazione che ha effettuato aperture a favore del contribuente errante sia il
legislatore intervenuto introducendo il comma 8bis del dpr 322/1998 che regola la
dichiarazione dei redditi.
Oggi questo problema risolto in senso favorevole ai contribuenti. La norma di
riferimento lart 2, comma 8bis del dpr 322/1998 il quale espressamente prevede la
possibilit di una dichiarazione riduttiva in diminuzione con conseguente
compensazione del credito di imposta che ne deriva in sede di presentazione della
dichiarazione prevista per lanno successivo. Quindi lart 2 riconosce al contribuente la
possibilit di emendare la dichiarazione precedentemente presentata, ma anche
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vero che la norma fissa un limite temporale molto ristretto, prevede cio la possibilit
di una compensazione del credito entro lanno successivo.
Questa dichiarazione emendativa riguarda tutti gli errori commessi (di fatto o di
diritto) (testuale o extra-testuali), non sono per indicati quali siano i rimedi che il
contribuente pu attuare dopo la scadenza prevista dalla norma.
La corte di cassazione risolve il problema con una soluzione a favore del contribuente
permettendo la rettifica dellerrore anche dopo il termine annuale e individua due
possibili strumenti:
LATTIVIT AMMINISTRATIVA
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LATTIVITA AMMINISTRATIVA
Lattivit amministrativa un tema molto vasto che ha una portata generale
allinterno del diritto amministrativo generale. Si pu richiamare la legge 241/1990 che
contiene i principi generali in tema di azione amministrativa, questa legge interessa i
provvedimenti amministrativi e quindi anche quelli tributari, interessa numerosi profili
dellattivit dellamministrazione la cui maggior parte sono congruenti con quelli
tributari.
Principi di trasparenza e imparzialit dellazione amministrativa, il dovere di
motivazione dei provvedimenti amministrativi e impositori, dovere che poi ribadito
da ogni singola legge di imposta e dallo statuto del contribuente. Principi in tema di
partecipazione del cittadino al procedimento amministrativo, ma in questo caso va
segnalata una particolarit del diritto tributario poich non esiste un diritto generale
del contribuente al contraddittorio con lamministrazione.
Il diritto al previo contraddittorio non previsto in maniera espressa dalla legge in
materia tributaria, la corte di cassazione ha nel corso del tempo esteso lambito
applicativo di questo diritto ed ormai giunta a supplire in via giurisprudenziale alla
mancanza di una disposizione di questo tipo. In determinati settori per la legge
prevede espressamente il diritto al previo contraddittorio, quando per esempio si
tratta di accertamenti sintetici del reddito delle persone fisiche, o quando si tratta di
accertamenti che contestano comportamenti elusivi, ancora quando si tratta di
accertamenti su indagini di natura finanziaria.
Parlare di principi generali dellazione amministrativa in diritto tributario significa
richiamare lo statuto dei diritti del contribuente che si pone in una posizione di sovra
ordinazione rispetto alle leggi e indica al legislatore determinati criteri di
comportamento. Tra le norme dello statuto troviamo alcune disposizioni che
contengono norme sulle norme, ma troviamo anche disposizioni che interessano
lazione amministrativa che riguardano la necessit della trasparenza dellazione
amministrativa, di una motivazione dei comportamenti e della imparzialit della
azione amministrativa.
Tra queste disposizioni si ricorda lart 11 dello statuto che regola linterpello ordinario:
la materia degli interpelli tributari articolata, a partire dagli anni 90 il legislatore ha
introdotto diverse forme di interpelli pensate alle singole fattispecie, affinch il
contribuente possa dimostrare linsussistenza di condizioni che giustificherebbero
lapplicazione di una disciplina di contrasto allelusione fiscale. Questa disciplina si
applica a meno che il contribuente dimostri linsussistenza delle condizioni previste
dalla legge, la relativa prova si pu fornire tramite interpello speciale o disapplicativo.
Ma nel 2000 lart 11 ha previsto una diversa forma di interpello che ha una funzione
differente, cio quelle di chiedere alla stessa AE un parere in merito al regime
impositivo applicabile ad una determinata fattispecie.
LAE ha la facolt di rispondere o non rispondere, ha un termine di 120 giorni, e se non
risponde il silenzio vale assenso rispetto alla soluzione prospettata dal contribuente.
La particolarit dellinterpello data dagli effetti che derivano dalla risposta favorevole
dellAE o dal silenzio assenso, infatti nel caso di assenso espresso o tacito, la legge
prevede la nullit degli avvisi di accertamento che vengano eventualmente emanati,
ci vuol dire che il parere favorevole dellAE vincola la stessa e le impedisce di tornare
sui propri passi.
opportuno fare riferimento anche ad un altro istituto, lautotutela tributaria, che
trova da tempo diffusione in materia tributaria. Il potere di autotutela richiama la
possibilit della amministrazione di tornare sui propri atti. A partire dagli anni 90 si
riconosce il potere di autotutela anche in materia di diritto tributario in ipotesi di
situazioni particolarmente gravi.
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LISTRUTTORIA
LISTRUTTORIA AMMINISTRATIVA TRIBUTARIA
Listruttoria amministrativa tributaria riguarda il secondo momento che caratterizza
lattuazione del rapporto giuridico dimposta (il primo momento era la dichiarazione
tributaria del contribuente).
La dichiarazione viene sottoposta a determinate fasi di controllo da parte dellAE,
questa fase quindi che caratterizza listruttoria.
La nostra legge prevede diverse metodologie di controllo: controlli semplici o
complessi, controlli che verificano formalmente la dichiarazione o controlli che vanno a
sindacare la veridicit delle dichiarazioni; in ogni caso il tema di controllo sulle
dichiarazioni delicato perch pone in evidenza il forte contrasto di interessi e
posizioni che sussiste tra le parti interessate: il contribuente che ha interesse alla
tutela della propria privacy e linteresse dellAE per contrastare levasione fiscale.
Il legislatore deve contemperare entrambe le esigenze e lo fa nel rispetto dei principi
costituzionali: art 13/14/15 riconoscono infatti le principali libert dellindividuo
(personale, inviolabilit del domicilio e della corrispondenza), queste libert vengono
anche tradotte in norma di legge ordinaria anche per quanto riguarda listruttoria
amministrativa in materia tributaria.
Esistono 3 tipologie di controllo: liquidazione informatica (art 36bis dpr 600/1973), il
controllo formale (art 36ter dpr600/1973) e il controllo sostanziale (art 32/33 dpr 600 e
art 54/55 decreto iva)
Liquidazione informatica: tutte le dichiarazioni che vengono presentate sono
sottoposte a questo tipo di controllo automatizzato che si accontenta di
verificare la correttezza formale, i calcoli effettuati dai contribuenti o verificare
la congruenza dei versamenti rispetto al contenuto della dichiarazione.
Questa fase pu terminare con liscrizione a ruolo delle imposte che risultino
dovute allesito del controllo.
Controlli di natura sostanziale: controlli molto articolati e diversi tra loro. Gli art
32/33 del dpr 600 si preoccupano di fermare delle garanzie a favore dei
contribuenti e richiedere quindi determinate autorizzazioni per poter procedere
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LAVVISO DI ACCERTAMENTO
LACCERTAMENTO IN GENERALE
Laccertamento tributario costituisce la terza fase di attuazione del rapporto
obbligatorio di imposta (dopo dichiarazione e controllo amministrativo), infatti lavviso
di accertamento il provvedimento che conclude la fase istruttoria e formalizza la
pretesa impositiva nei confronti del contribuente.
Si tratta di un provvedimento di imposizione, quindi un atto amministrativo
autoritativo che produce unilateralmente i propri effetti nei confronti del contribuente
e questo provvedimento ha la forza di costituire il debito di imposta, quindi ha effetti
costitutivi e non meramente dichiarativi o di accertamento.
Il contribuente che non dichiara il proprio reddito e non riceve lavviso di
accertamento, non debitore del tributo contribuente. Al contrario chi realizza il
reddito ma riceve lavviso di accertamento viene costituito debitore proprio a causa
della ricezione dellavviso.
Lavviso di accertamento contiene diversi elementi, in primis gli elementi che servono
per identificare le parti in causa (contribuente ed ente impositore); inoltre contiene la
parte dispositiva e la motivazione.
Ci sono vari tipi di motivazione, bisogna distinguere tra una motivazione interna al
provvedimento che si esaurisce nel corpo dellavviso che viene notificato e una
motivazione che prevede il richiamo ad atti diversi (motivazione per relationem).
Questi atti possono essere nuovi o noti al contribuente, se nuovi lart 7 prevede un
obbligo di richiamo e un obbligo di motivazione pi diffusa e riprodurne il contenuto
essenziale.
Si ricorda anche il concetto di definitivit dellavviso di accertamento che interviene
nei casi in cui sia il contribuente a decadere dal potere di impugnazione del
provvedimento (60 giorni), se non c ricorso nei 60 giorni successivi il provvedimento
che ha ricevuto diventa definitivo ma non intoccabile.
Anche un avviso di accertamento pu essere annullato: in via di autotutela o reso
inefficace per effetto di una sentenza di annullamento che venga ottenuta da un altro
condebitore che abbia impugnato lavviso di accertamento
La legge 15/2005 ha modificato la disciplina della patologia del provvedimento
amministrativo distinguendo tra ipotesi di nullit e annullabilit del provvedimento che
oggi valgono anche per il diritto tributario.
LE TIPOLOGIE DI ACCERTAMENTO
Lattuale sistema il frutto di una evoluzione normativa lunga che ha visto succedersi
numerose tipologie di accertamento, si avuta una sempre maggiore diffusione delle
metodologie di accertamento induttive o presuntive e un parallelo restringimento degli
accertamenti analitici.
Le disposizioni sono art 38/39 del dpr 600/1973 e art 55 decreto Iva.
Lart 38 si occupa dei redditi delle persone fisiche e prevede due metodologie di
accertamento: analitico e sintetico.
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Lart 39 regola invece laccertamento dei redditi delle imprese e dei professionisti
delineando una tripartizione:
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ACCERTAMENTO SINTETICO
La sentenza della corte di cassazione 14063/2014 resa in tema di accertamento
sintetico delle imposte sui redditi ed particolare perch riguarda lipotesi che
interessa un contribuente inserito in un nucleo familiare. Nel caso di specie una
contribuente aveva subito un accertamento sintetico con riferimento ad un periodo di
imposta nel quale aveva acquistato un fabbricato per X e lAE a fronte di una spesa di
questo tipo aveva ricostruito presuntivamente il reddito della contribuente dal
momento che il reddito dichiarato non permetteva di evidenziare una disponibilit
reddituale di questo tipo. La contribuente si era giustificata affermando che lacquisto
era stato finanziato in parte con il proprio patrimonio e in parte con quello del padre,
limmobile inoltre era stato venduto da una societ presso cui sia lei che il padre erano
soci, societ per la quale sia la contribuente che il padre possedevano dei crediti e
quindi il prezzo era stato pagato per compensazione di questi crediti.
Ma ci si pone il problema poich il credito non era totalmente di spettanza della
contribuente ma in parte anche del padre, quindi ci si poneva il problema della
donazione di questo credito dal padre alla figlia per permettere poi alla figlia di
compensare la relativa situazione soggettiva con il debito avente ad oggetto il
pagamento della parte di prezzo.
La commissione tributaria provinciale aveva confermato lavviso di accertamento e
respinto il ricorso sul rilievo che nessuna prova sarebbe stata offerta in ordine della
cessione gratuita delle quote da parte del padre; la commissione regionale invece ha
ribaltato questa sentenza affermando che la prova della cessione si sarebbe dovuta
considerare fornita sulla base del semplice rapporto di parentela (nei rapporti familiari
sarebbe del tutto normale il fatto che il genitore doni denaro alla prole e quindi una
circostanza di questo tipo non avrebbe necessitato prove ulteriori.)
La corte di cassazione dice anche che il fatto notorio che ci sia scambio di denaro tra
padre e figlia non un fatto notorio in senso stretto/rigoroso, come fatto acquisito alla
conoscenza della comunit con tale grado di certezza da apparire indubitabile e
incontestabile. Tale evidentemente non pu essere il fatto di una donazione tra padre
e figlio che pu essere un fatto verosimile e ricorrente ma non pu essere considerato
fatto certo e noto.
La corte viene quindi a dire che non si tratta di fatto notorio e questo basta per
accogliere il ricorso dellAE e a riformare la sentenza di appello; altro discorso riguarda
la possibilit di giustificare laccertamento fiscale non in base a un fatto notorio ma in
base a un fatto comune, quale appunto la donazione di denaro da padre a figlio. A
questo proposito la corte di cassazione non considera fatto notorio una situazione
soltanto probabile, come la mera prassi di liberalit tra familiari.
La corte riconosce che le liberalit tra famigliari siano probabili e ricorrenti, ma la corte
non esclude che in altre situazioni i contribuenti possano invocare la parentela come
argomento tale per ottenere lannullamento di un accertamento sintetico.
28
norme con ratio antielusiva: cio sono norme con finalit antielusiva, non
espressamente dichiarata. Un esempio di questo tipo la norma sul transfert
price (art 110 del TUIR) che prevede la tassazione a valore normale del reddito
che emerge tra scambi commerciali tra societ che appartengono allo stesso
gruppo. In questi casi lesigenza perseguita dal legislatore quella di evitare
una artificiosa attribuzione di reddito alle societ del gruppo, infatti il legislatore
decide di non dare rilevo al corrispettivo liberamente pattuito dalle parti, quanto
piuttosto dando rilievo al valore di mercato del bene/servizio traferito. il criterio
non si applica nei casi in cui ne deriva una riduzione di gettito nelle casse del
fisco
norme espressamente anti-elusive: norme dichiaratamente introdotte con lo
scopo di contrastare il fenomeno dellelusione fiscale. Due norme di questo tipo
sono contenute dallart 37 e 37bis del Dpr 600/1973; da un lato il comma 3 art
37 contrasta il fenomeno di interposizione fittizia di persona e in casi di questo
tipo si autorizza lAE ad attribuire il reddito al soggetto che ne leffettivo
proprietario che si sta nascondendo al fisco, il quale fa apparire un altro
soggetto come titolare. In questi casi linterposto avr diritto al rimborso
dellimposta dovuta una volta che sia divenuto definitivo il provvedimento di
imposizione notificato.
Un altro esempio di norma espressamente antielusiva dato dallart 37bis che
contiene una clausola antielusiva quasi generale, che viene ad individuare i
tratti caratterizzanti del fenomeno elusivo e in presenza di questi elementi e
delle fattispecie negoziali previste permette allAE di reagire con un avviso di
accertamento che ha leffetto di inopponibilit, e permette allAE di applicare
alla fattispecie limposta elusa.
Questo postere di riqualificazione sussiste solo in presenza dei requisiti previsti
dallarticolo 37bis che possono compendiare nella sussistenza di un risparmio di
imposta altrimenti non spettante al contribuente che deriva dalla realizzazione
di operazioni economiche caratterizzate solo dalla intenzione del contribuente di
ottenere un risparmio dimposta.
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Negli ultimi anni il tema dellelusione fiscale ha subito unaccelerazione a causa della
corte di cassazione che ha elaborato un principio generale di divieto di abuso del
diritto. Questo principio fa richiamo a principi costituzionali e comunitari che ne
giustificano lutilizzo (art 53); lAE autorizzata quindi a reagire a tutte quelle condotte
che si rivelino abusive in materia tributaria, tali cio da perseguire indebiti vantaggi e
risparmi fiscali in assenza di determinate ragioni economiche. Il principio dellabuso
del diritto prende quindi il posto di quella clausola antielusiva generale che non esiste
nel nostro ordinamento. C tuttavia una perenne incertezza da parte dei contribuenti
che non saranno mai sicuri della legittimit della loro condotta perch potranno
sempre ricevere un avviso di accertamento che contesti labusivit della fattispecie
realizzata, in merito ad un mancato pagamento di imposta in relazione a fattispecie
che la stessa AE ritiene abusive.
Il principio di abuso di diritto viene fondato anche sul diritto comunitario, in particolare
sulle disposizioni comunitarie che regolano la tassazione di scambi e trasferimenti
(imposizioni indirette) ma se ne ammette lutilizzo anche in tema di imposizione sui
redditi: ci sono infatti anche sentenze della corte di giustizia che a partire da met
degli anni 2000 ne hanno riconosciuto lutilizzo in materia tributaria.
LA RISCOSSIONE
LA RISCOSSIONE DELLE IMPOSTE
Fase di attuazione del rapporto di imposta successiva a quella della dichiarazione e
dellaccertamento. Questa fase si occupa del versamento della imposta dovuta e
quindi delladempimento dellobbligazione tributaria. una fase che a propria volta si
articola in diversi momenti ma che bisogna inquadrare in riferimento alle modalit di
estinzione dellobbligazione note al c.c. e che in parte il diritto tributario riconosce;
riscuotere unimposta significa infatti adempiere allobbligazione dimposta e quindi
estinguerla, la riscossione il modo che il contribuente ha per estinguere il proprio
debito dimposta.
La riscossione non lunica forma di estinzione dellobbligazione tributaria, ci sono
debiti che si estinguono mediante compensazione infatti. Listituto della
compensazione, regolato dal c.c., noto anche in materia tributaria, con aggiunta di
disposizioni specifiche settoriali che hanno esteso il perimetro di applicazione della
compensazione. Si parla infatti di compensazione verticale e orizzontale: verticale nel
senso che possibile compensare il debito di imposta di un anno con il credito di
imposta relativa allanno precedente/successivo. Orizzontale significa che possibile
compensare fra loro debiti e crediti di diversa natura: ad esempio un debito di imposta
IRPEF con un credito IRAP o viceversa, ed inoltre possibile compensare tra loro
posizioni debitorie e creditorie facenti capo a soggetti diversi, cio compensare tributi
con prestazioni non aventi natura tributaria (contributi previdenziali: crediti inps). La
compensazione trova uno specifico richiamo anche nello statuto dei diritti del
contribuente (art 8).
Non si applicano altre forme di estinzione di obbligazione del diritto civile, in
particolare la novazione e la remissione del debito, questo perch si tratta di forme
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IL RIMBORSO
IL RIMBORSO DEI TRIBUTI
Il rimborso dei tributi una situazione in cui il credito di imposta spetta al
contribuente, speculare alla riscossione. Le fattispecie di credito di imposta e le
situazioni in cui sorge il diritto alla restituzione del tributo versato sono diverse tra
loro, ci sono 3 tipologie:
Situazioni caratterizzate dal diritto di rimborso di unimposta versata
indebitamente:
queste situazioni sono molto frequenti e si ricollegano a fenomeni diversi tra
loro, infitti lindebito tributario pu avere diverse fonti: ci sono situazioni
derivanti dalla carenza della norma impositiva, che pu mancare in differenti
situazioni (pu mancare fin dallinizio o venire a mancare durante il processo).
Esempio: abrogazione norma di legge dopo il versamento del tributo, oppure
mancata conversione del decreto legge - che produce i suoi effetti dallinizio ma
se non viene convertito in 60 giorni la norma non ha pi effetto. Oppure
sentenze della corte costituzionale che dichiara incostituzionali determinate
norme e comportano la perdita di efficacia e la mancanza di norma
sopravvenuta.
Ci sono comunque altre situazioni in cui la norma di legge vige ma il
versamento dellimposta si rivela non dovuto dal momento che quella norma
viene male applicata: esempio di dichiarazioni non esatte che vengono
sopperite con dichiarazioni integrative e con domanda di rimborso, in questi
casi lerrore del contribuente che ha malamente applicato la norma.
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LE SANZIONI
LE SANZIONI AMMINISTRATIVE
In materia tributaria si distinguono due tipologie di sanzioni, penali e non penali. Le
prime sono regolate dal decreto legislativo 74/200, le seconde sono disciplinate da 3
decreti legislativi 471-472-473/1997 che hanno ridisegnato profondamente la
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IL PROCESSO TRIBUTARIO
IL PROCESSO TRIBUTARIO: DISPOSIZIONI GENERALI
Il processo tributario regolato dal decreto legislativo 546/1992 che ha sostituito un
previgente decreto del 1972, va ricordato infatti che con la riforma del 1992 il
processo tributario ha raggiunto un livello di completezza e di tutela garantita alle
parti analogo a quello degli altri processi del nostro sistema (civile, penale,
amministrativo). Non c perfetta comparazione perch permangono ancora dei buchi
e lacune nella disciplina processuale legati in modo particolare alla qualificazione del
giudice tributario, dei componenti delle commissioni tributarie che non sono tutti
magistrati (che incide sulla buona conduzione del processo). Ma parte questo aspetto,
la vigente disciplina ha completato la disciplina precedente prevedendo listituto della
condanna alle spese, quello dellassistenza tecnica ecc. che contribuiscono ad
accrescere il grado di tutela giurisdizionale che viene offerto alle parti.
Le disposizioni generali sono contenute nel titolo I del decreto legislativo 546, e
interessano lindividuazione della giurisdizione e della competenza delle commissioni,
cio si preoccupano di individuare le liti che sono rimesse al giudizio delle commissioni
tributarie e i criteri in base ai quali ripartire le seguenti liti tra le singole commissioni
tributarie che operano nel territorio nazionale. Per giurisdizione possiamo intendere la
Fetta di potere decisorio che lordinamento attribuisce ad un determinato giudice, in
materia tributaria questo potere viene riconosciuto sempre alle commissioni tributarie.
Anche questo un punto nuovo di questa disciplina (2005) che determina la
generalizzazione della giurisdizione delle commissioni in materia tributaria. I criteri di
competenza servono invece a ripartire il potere decisorio tra luna e latra
commissione, infatti la nostra legge prevede delle commissioni tributarie provinciali
(1 grado) che hanno sede nei capoluoghi di provincia e delle commissioni tributarie di
2 grado regionali che hanno sede nel capoluogo della regione. Ecco allora che la
competenza territoriale delle commissioni viene ripartita sulla base di un criterio che
da rilievo alla sede dellente impositore che ha emanato latto impugnato e non al
domicilio del contribuente che deve spostarsi quando fa ricorso. In secondo grado la
competenza si individua avendo riferimento la sede della commissione tributaria
provinciale che ha emanato la sentenza che forma oggetto dellappello.
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36
Lordinanza della corte costituzionale 25/2014 riguarda il tema della tutela cautelare
del processo tributario di appello, la possibilit quindi riconosciuta alle commissioni
tributarie regionali di sospendere lesecuzione dei provvedimenti impositivi impugnati
o delle sentenze che li hanno confermati. La tutela cautelare espressamente
riconosciuta nel processo di primo grado dallart 47 del decreto legislativo 546/1992, e
quindi il potere delle commissioni tributarie provinciali di sospendere lesecuzione
dellatto impugnato in presenza dei presupposti del fumus e del periculum che la legge
prevede; non invece previsto in maniera espressa nella fasi di impugnazione, non
quindi espressamente riconosciuto alle commissioni tributarie regionali, n per quello
che riguarda la sospensione delle sentenze di primo grado impugnate in appello e
nemmeno per quello che riguarda la sospensione delle sentenze di secondo grado
impugnate in corte di cassazione, a differenza di quanto accade nel processo civile
dove il codice di procedura civile espressamente prevede (art 283/373) la possibilit di
sospendere le sentenze di primo/secondo grado a seconda dei casi.
Il problema si pone quindi nel processo tributario ed stato risolto in via interpretativa
dalla giurisprudenza, che negli ultimi anni ha riconosciuto alle commissioni tributarie
regionali il potere di sospensione cautelare e anche lordinanza in esame ne d
conferma.
Lordinanza riepiloga i termini del problema e mostra anche qual lapproccio che ha
sempre seguito la giurisprudenza in questa materia, cio lidea per cui loggetto della
sospensione nelle fasi di impugnazione non sarebbe lavviso di accertamento, il
provvedimento di imposizione impugnato in primo grado e oggetto della sospensione
in primo grado, sarebbe invece la sentenza del giudice tributario che viene a
confermare quel provvedimento. Quindi avremmo in primo grado una tutela cautelare
sul provvedimento di imposizione impugnato ed esecutivo, avremo invece nelle fasi di
impugnazione una tutela cautelare sul provvedimento giurisdizionale, sulla sentenza
del giudice che va a confermare il provvedimento di imposizione impugnato.
Questo slittamento molto importante perch dimostra come la giurisprudenza
tributaria segua limpostazione del codice di procedura civile, dove la tutela cautelare
nelle fasi di impugnazione pacificamente riferita alle sentenze di primo o secondo
grado che viene impugnata; non segua invece limpostazione che parrebbe suggerita
dalla struttura impugnatoria del nostro processo in base alla quale si dovrebbe
piuttosto pensare a una sospensione dellesecuzione del provvedimento di esecuzione
che viene impugnato.
La sentenza presa in esame interessante perch riepiloga le disposizioni normative
in questa materia: Lart 49 del decreto legislativo sul processo tributario, una
disposizione sulle impugnazioni in generale e dichiara applicabili le norme del codice
di procedura civile, fatta eccezione per lart 337 norma che riconosce lesecutivit
delle sentenza impugnate nel processo civile (quindi generale principio di esecutivit
delle sentenze) fatta eccezione per quanto disposto dagli art 283 e 373 che prevedono
la possibilit di sospendere lesecuzione delle sentenze di primo/secondo grado.
Allora bisogna capire se lesclusione dellapplicabilit dellart 337 c.p.c. da parte
dellart 49, permetta o meno di ritenere applicabili nel processo tributario gli art 283 e
373 del c.p.c. che a loro volta prevedono la possibilit di sospendere lesecuzione delle
sentenze impugnate nel processo civile.
La giurisprudenza della corte di cassazione e della corte costituzionale conclude in
senso affermativo, ritiene cio applicabili anche nel processo tributario queste
disposizioni, e in particolare lart 373 c.p.c. e quindi sospendere lesecuzione della
sentenza di appello impugnata in cassazione.
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LIRPEF
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costituiscono degli eventi eccezionali nella vita di una impresa e non sono ricollegabili
ad una determinata attivit svolta dallimprenditore.
CATEGORIE:
Redditi fondiari: la prima tipologia di reddito considerata dal legislatore,
quando la propriet terriera era considerata la forma principale di investimento
e reddituale per i contribuenti.
Oggi si parla di redditi di terreni o fabbricati e che il legislatore comunque
rimasto ancorato ad un criterio tradizionale, che assume a base della
imposizione non il reddito effettivamente ritratto dallo sfruttamento del suolo o
dal fabbricato, quanto piuttosto un reddito medio/stimato/normale che
rappresenta la redditivit media/normale del fondo in questione. Questo reddito
medio oggi espresso dalla rendita catastale che viene attribuita dallAgenzia
del Territorio, sulla base di criteri e coefficienti, modificati nel corso del tempo, e
che rappresenta il reddito imponibile che il contribuente tenuto a dichiarare
nella propria dichiarazione annuale la rendita catastale dellimmobile di cui
proprietario.
In alcuni casi il legislatore prevede delle agevolazioni o delle esenzioni fiscali in
questa materia, per esempio non assoggettata ad IRPEF la rendita catastale
dellimmobile adibito ad abitazione principale, ma in linea generale limposta
colpisce la rendita catastale dei terrenti/fabbricati situati in Italia, censiti in
catasto. Solo in alcuni casi il reddito fondiario non espresso dalla rendita, ma
dal reddito effettivamente incassato dal proprietario; si tratta di situazioni in cui
il fondo viene dato in affitto o il fabbricato viene concesso in locazione. In questi
casi il proprietario incassa un canone che rappresenta la base imponibile del
tributo reddito effettivo.
Redditi di capitale: si tratta di redditi che derivano dallimpiego di un capitale. Ci
sono numerose fattispecie da considerare, tra cui le pi importanti sono gli
interessi e dagli utili da partecipazione, che remunerano rispettivamente
linvestimento di un capitale di debito (capitale in prestito come mutuo o
capitale in titoli obbligazionari che danno diritto sia alla restituzione del capitale
investito sia alla percezione di un interesse che rappresenta la remunerazione)
o di un capitale di rischio (capitale investito che non ha diritto alla restituzione o
remunerazione periodica, per esempio alle azioni. Solo quando si delibera la
distribuzione del dividendo il socio avr diritto alla percezione di un utile quale
reddito di capitale).
Redditi di lavoro: sono redditi collegati allo svolgimento di una attivit che pu
essere svolta in maniera dipendente (sotto il controllo di un altro soggetto) o
autonoma (in maniera abituale, professionale e non subordinata da parte del
contribuente). I redditi da lavoro dipendente sono tassati sulla base di un
criterio di onnicomprensivit, che da rilievo cio alle somme comunque
correlate al rapporto di lavoro, attuale o passato (quindi anche le pensioni), di
un lavoro presso i locali dellimpresa del datore di lavoro o svolto a domicilio.
Nel caso del lavoro autonomo si tratta di componenti positive di reddito sia per
effetto dellesercizio dellattivit in questione (compensi professionali) sia per
effetto di operazioni che hanno natura straordinaria, cio di plusvalenze
determinate dalla vendita di beni strumentali o di cessione della clientela
(trasferimento di studio tra professionisti).
Sia i redditi di lavoro dipendente che autonomi sono tassati secondo il principio
di cassa, quindi il legislatore da rilievo al momento finanziario delleffettivo
incasso dello stipendio/compenso e dal momento effettivo dellesborso del costo
della spesa sostenuta.
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edificabile (ad esempio che la parte venditrice avesse chiesto, pochi giorni prima del
rogito, la concessione edilizia per la demolizione del fabbricato e la successiva
costruzione di un nuovo fabbricato pi esteso) circostanze di fatto tali da suggerire
un oggetto reale di vendita diverso da quello apparente.
Questa sentenza del 2014 conferma un cambio di orientamento della corte di
cassazione, nel senso di escludere la possibilit di riqualificazione in questi termini,
preferendo una interpretazione basata sulla distinzione tra area edificabile e area gi
edificata espressa dalla corte di cassazione: se il fabbricato esiste non possiamo
parlare di un terreno edificabile ma gi edificato, e quindi parlare di una
compravendita avente ad oggetto un fabbricato o un terreno gi edificato, ma
comunque una entit diversa dal terreno edificabile che, invece, forma oggetto di
compravendita nelle ipotesi in cui si tratti di un area nuda, che pu essere considerata
edificabile a seguito della sua inclusione nei piani regolatori generali, ovvero che
assume in se una potenzialit edificatoria ma che non vede dei manufatti gi
realizzati.
Ecco che allora sulla base di questi criteri, la sentenza della corte di cassazione, dando
ragione ai contribuenti, conferma che non possibile ricondurre la vendita di una casa
in una delle ipotesi tassativamente previste, quale area edificabile, attraverso un
ragionamento presuntivo.
La corte sottolinea anche la ratio della norma, cio quella di andare a cogliere la
manifestazione di forza economica conseguente alla destinazione edificatoria del
terreno in sede di pianificazione urbanistica, non gi la potenzialit edificatoria che
possa derivare in un secondo momento per effetto di una demolizione del fabbricato
pre esistente.
Tutte le circostanze presuntive sono esterne alla fattispecie negoziale considerata e
quindi anche alla fattispecie imponibile da assoggettare ad imposta IRPEF.
LIRES
IRES: I SOGGETTI PASSIVI
Lanalisi della disciplina dellIRES prende le mosse dalle disposizioni del testo unico
che sono relative alla individuazione del presupposto dimposta e dei soggetti passivi.
LIRES un tributo molto giovane nel nostro ordinamento, introdotto da Tremonti nel
2003, ha sostituito lIRPEG introdotto negli anni 70. La logica dellIRPEG e limpianto
normativo del 1970 non sono stati abbandonati, il legislatore ha previsto nuove regole
ed istituti, ma li ha innestati in un sistema normativo che rimasto quello precedente.
Anche oggi abbiamo molti concetti della disciplina IRPEG che devono essere adattati
alla logica del nuovo tributo.
LIRES unimposta che colpisce il reddito delle societ e degli enti commerciali
assimilati alle societ, residenti e non residenti nel territorio dello stato.
Quando si individuano i soggetti passivi del tributo bisogna fare alcune distinzioni che
hanno innanzitutto riguardo al criterio della residenza nel territorio dello stato, sulla
base di una logica gi vista nellIRPEF.
Abbiamo quindi una tassazione IRES delle societ ed enti commerciali residenti nel
territorio dello stato che viene riferita ai redditi di impresa ovunque prodotta e una
tassazione IRES delle societ e degli enti commerciali non residenti nel territorio
statale circoscritta solo ai redditi prodotti in Italia.
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I soggetti passivi sono: societ di capitali (spa, sapa, srl, societ cooperative e mutue
assicuratrici) e una serie di enti assimilabili alle societ di capitali per il fatto di
svolgere una attivit commerciale (consorzi, enti pubblici). In questa materia vige il
principio della prevalenza della forma societaria, per effetto del quale il reddito
derivante dallesercizio di una attivit dimpresa commerciale, svolta da un ente che
ha una forma commerciale, sempre tassato come reddito dimpresa, anche se, di per
s, si ricollega ad una forma produttiva che non costituita dallimpresa commerciale,
ma dallattivit di un altro tipo, per esempio dal semplice possesso di unimmobile.
In secondo luogo sono considerati soggetti passivi dellIRES anche enti che non hanno
ad oggetto prevalente lesercizio di unattivit commerciale; cio enti non commerciali
(associazioni culturali, sportive, religiose, ricreative) che svolgono una attivit
commerciale in via secondaria, ad esempio gestione di un punto vendita da parte di
una associazione che cos facendo fornisce servizi aggiuntivi ai propri soci, e si
organizza in forma commerciale ecco allora lesigenza di una doppia contabilit che
tenga conto sia i proventi dellattivit primaria non commerciale e dellattivit
secondaria commerciale.
Solitamente i semplici enti non commerciale che non hanno attivit secondarie non
sono tassate dallIRES.
Oggi il legislatore prevede lassoggettamento ad IRES anche del TRUST, listituto di
diritto anglosassone, che ai fini fiscali ha sempre creato difficolt, poich continua a
presentare dei profili di incertezza sul piano applicativo; ma oggi il legislatore lo
riconduce in maniera espressa tra i soggetti passivi dellIRES.
Il TRUST un negozio giuridico per effetto del quale un determinato soggetto
disponente imprime un vincolo di destinazione su tutto o parte del proprio patrimonio
che viene destinato allo svolgimento di una determinata attivit, lucrativo o non
lucrativo. Vi sono quindi dei soggetti beneficiari dellattivit che viene svolta dal TRUST
o almeno vi sono nella maggior parte dei casi; questi soggetti sono obbligati al
pagamento dellimposta sul reddito che deriva dallo svolgimento dellattivit alla quale
il TRUST stato destinato e quindi anche al pagamento dellimposta dovuta. In altri
casi invece il TRUST non contempla dei beneficiari individuati.
Nei casi del primo tipo di parla di TRUST trasparente dal momento che impossibile
individuare chi ne leffettivo beneficiario, nei casi di secondo tipo si parla di TRUST
opaco poich non possibile determinare i beneficiari. Nel primo caso la tassazione
dei redditi in capo ai beneficiari, nel secondo caso il legislatore prevede che
lassoggettamento ad imposta sia in capo allo stesso TRUST, e quindi la tassazione dei
redditi che sono prodotti e incamerati per effetto della gestione dellattivit prevista
dal disponente; questa attivit viene gestita da un altro soggetto, chiamato TRUSTI,
che tenuto ad amministrare i beni destinati al TRUST e anche ad applicare lIRES sul
reddito che deriva da questa attivit.
Per gli enti non residenti nel territorio dello stato, come gi visto precedentemente,
vale la logica distintiva dellIRPEF, e diventa necessario individuare dei criteri di
residenza fiscale delle persone giuridiche e degli enti assimilati in base ai quali
applicare la disciplina prevista a riguardo dal testo unico.
Gli enti non residenti sono tutti quegli enti che assumono una forma collettiva, che
presentano un criterio di localizzazione con il territorio di un altro stato; ma anche in
questo caso il legislatore attento a prevedere dei criteri di localizzazione sia
sostanziali che formali. Quindi non sufficiente, per essere considerato residente
allestero, il fatto di porre allestero la sede legale-amministrativa dellattivit, bisogna
vedere dove realmente viene svolta e dove sia il centro degli interessi economici
commerciali del soggetto in questione. A questo riguardo il testo unico ha anche
fissato alcuni criteri, cosiddetti di estero-vestizione, che hanno lo scopo di evitare i
trasferimenti fittizi di sede allestero e quindi considerare residenti nel territorio dello
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stato anche delle societ che, pur avendo sede legale allestero, presentano stretti
collegamenti con il territorio dello stato italiano, come ad esempio la residenza degli
amministratori in Italia.
Da notare anche che, quando si parla di enti non residenti, non si parla pi di
trasparenza fiscale che non si applica agli enti non residenti, quindi anche tutte le
societ di persone che producono un reddito in Italia, ma con sede fiscale allestero,
non vengono tassate per trasparenza; bens vengono assoggettate ad imposta che
sarebbe dovuta da societ di capitali residenti in Italia, cio allimposta dovuta al di
fuori dei regimi di trasparenza fiscale, cio ancora allIRES ma che si applica
direttamente allente e anche se si tratta di una societ di persone.
Quindi un regime fiscale che determina un mero differimento della tassazione ma che
ha il vantaggio di non interferire sulloperazione societaria in s considerata, e quindi
di non scoraggiare le trasformazioni/fusioni/i conferimenti societari proprio sotto
questo profilo; limprenditore sa di poter porre in essere loperazione societaria in
questione senza un onere fiscale che viene differito in un momento successivo, cio
allatto del successivo trasferimento del bene in questione che non sia a propria volta
unoperazione straordinaria societaria.
Le operazioni societarie straordinarie sono di 2 tipi: operazioni straordinarie sui beni e
operazioni straordinarie sui soggetti.
Operazioni straordinarie sui soggetti: si tratta di trasformazioni, fusioni e
scissioni societarie. In questi casi il legislatore tributario richiama la disciplina
civilistica di riferimento, anche se non perfettamente coincidente
(trasformazione omogenea ed eterogenea ai fini fiscali). Ai fini fiscali infatti la
trasformazione rimane omogenea quando non muta il regime fiscale di
riferimento, diventa eterogena quando questo regime fiscale muta, cio quindi
quando si passa da un regime di trasparenza (proprio delle societ di persone),
ad un regime di tassazione dei dividendi, che siano effettivamente distribuiti
dalla societ, proprio delle societ di capitali.
Vi sono delle regole particolari che presiedono alla rilevazione delle componenti
positive/negative di reddito che possono emergere a seguito dei fenomeni in
questione, ma in generale bisogna mantenere fermo il principio della neutralit
fiscale che appena stato richiamato.
Operazioni straordinarie sui beni: si tratta di operazioni di cessione di azienda,
conferimenti di azienda oppure cessione/conferimenti di partecipazioni
societarie. Si tratta anche in questo caso di operazioni straordinarie non usuali
nella vita di una societ; anche in questo caso la scelta del legislatore stata
quella di adottare dei regimi di neutralit fiscale.
Le cessioni di azienda generano plusvalenze che rimangono latenti (gi
sottolineato in presenza delle componenti positive di reddito), in presenza di
determinate condizioni, cio quando si tratta di permuta di azienda quando
limpresa cedente riceve in cambio dei beni strumentali ammortizzabili e li
iscrive in contabilit a valori che corrispondono al valore dei beni ceduti; quindi
c una invarianza di valori contabili e fiscali.
Il principio della neutralit fiscale rimane fermo anche nei casi di conferimento
societario, quando si tratta di conferimenti di azienda o di partecipazioni di
controllo; ma nel caso di conferimento di azienda il regime di neutralit diventa
necessario legalmente. Ci vuol dire che il conferimento di azienda non
determina lemersione di plusvalenze imponibili in capo alla impresa conferente,
non determina nemmeno il modificarsi del valore fiscalmente riconosciuto dei
beni; quindi limpresa conferente trasferisce lazienda alla conferitaria e ottiene
in cambio un pacchetto di partecipazioni al capitale della societ conferitaria, i
quali assumono i medesimi valori fiscali dellazienda conferita che sussistevano
prima delloperazione questo al fine di determinare quelleffetto di
differimento del prelievo.
Il principio della neutralit fiscale dei trasferimenti di azienda convive con la
possibilit per la societ conferitaria di affrancare i maggiori valori fiscali
dellazienda ricevuta e quindi di pagare unimposta sostitutiva sulla plusvalenza
emersa a lato del conferimento, al fine di ottenere il riconoscimento fiscale di
maggiori valori, quindi di potere poi, al successivo momento di cessione onerosa
dellazienda stessa, subire un minore carico dimposta, dal momento che una
volta fiscalmente riconosciuto, il valore di acquisto della azienda sar pi alto e
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anche ai fini fiscali potr essere considerato come nuova base di partenza per il
calcolo della plusvalenza che deriver dalla cessione dellazienda stessa.
Un regime di neutralit fiscale previsto in materia di conferimenti di
partecipazioni societarie di controllo di collegamento, ma un regime questa
volta opzionale. Si parla di una neutralit contabile, dal momento che il regime
di neutralit fiscale dipende dai valori contabilizzati dalle societ in questione.
La legge prevede che la plusvalenza emerga, e quindi che risulti
immediatamente imponibile, a differenza dei conferimenti di azienda, nel caso
in cui i valori contabilizzati, da una o laltra societ interessate dalloperazione
di conferimento di partecipazioni, siano superiori rispetto al valore fiscalmente
riconosciuto della partecipazione stessa.
Quindi le societ interessate hanno la possibilit di mantenere inalterati questi
valori contabilizzando il medesimo valore o aumentare questi valori
contabilizzando un valore superiore a quello precedente, in questultimo caso il
maggior valore far emergere una plusvalenza assoggettata ad IRES; in questo
caso il conferimento sconta subito il prelievo e la partecipazione verr ottenuta
dalla societ conferitaria al nuovo valore fiscalmente riconosciuto, derivante
dallapplicazione dellimposta sul conferimento stesso. Un criterio analogo vale
anche in tema di scambi di partecipazione mediante conferimento/permuta.
I REDDITI TRANSNAZIONALI
Questa fattispecie riguarda soggetti che presentano dei criteri di collegamento con pi
stati e ordinamenti tributari sotto il profilo dellattuazione dellobbligazione dimposta.
Al legislatore fiscale si pongono diversi problemi in questa materia: localizzare la
produzione dei vari redditi, localizzare la residenza del percettore di questi redditi e il
problema di individuare i criteri di tassazione applicabili alle singole categorie di
reddito. Questo per evitare una doppia tassazione internazionale in senso giuridico ed
economico.
Il nostro teso unico prevede dei criteri di localizzazione dei redditi prodotti allestero
che variano a seconda della tipologia del reddito prodotto (fondiario, di lavoro,
dimpresa) e a seconda dei casi si far riferimento al luogo in cui situato limmobile,
al luogo in cui viene svolta lattivit produttiva, al luogo in cui si trova la societ che
corrisponde il reddito di capitale ecc.. In particolare per quanto riguarda i redditi di
capitale, assumono importanza i dividendi che sono prodotto in entrata o in uscita dal
territorio dello stato:
per dividendi in entrata si intendono gli utili da partecipazione che un soggetto
residente in Italia incassa a fronte di una partecipazione in una societ che non
residente nel territorio dello stato. In questo caso il criterio adottato dal
legislatore quello di una tassazione sostitutiva, che ha il pregio di semplificare
questa materia, sostituendo lordinario regime di imposizione con una imposta
che si applica in via proporzionale (aliquota fissa), e che determina una
differenziazione nl regime di tassazione di questi soggetti rispetto ai soci che
percepiscono dividendi distribuiti da societ residenti nel territorio dello stato.
Per quanto riguarda i dividendi in uscita esiste un criterio analogo e quindi il
socio non residente di una societ residente in Italia, che percepisca il dividendo
distribuito da questultima, si vedr tassato alla fonte con una imposta
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LIVA
LIVA: LA STRUTTURA
La disciplina che regola lIVA contenuta nel D.p.r. 633/1972. Si tratta di un tributo sui
generis, tributo con una matrice comunitaria delineata a fine anni 60 e in pi occasioni
modificato da diverse direttive sia nazionali che europee, e nel nostro ordinamento
introdotto nel 1972.
Si tratta di unimposta particolare perch tutta incentrata su un meccanismo
giuridico inteso a garantire la neutralit del tributo per i soggetti passivi, e a prevedere
lincisione di consumatori finali che non siano soggetti passivi del tributo. strano
perch i soggetti passivi non risultano alla fine incisi, mentre lonere economico viene
traslato su soggetti che non sono soggetti passivi dellimposta (consumatori finali).
Si tratta di un istituto che pone problemi dal punto di vista costituzionale, dal
momento che ci si chiesti se sia legittimo prevedere unimposta che gravi
formalmente su soggetti passivi, che sono tenuti ai relativi adempimenti (versamento)
e sono considerati contribuenti dalla legge, ma che al tempo stesso non devono
rimanere incisi poich non manifestano il fatto indice di capacit contributiva che il
legislatore intende tassare (latto di consumo). I soggetti passivi non sono
consumatori, sono imprenditori e professionisti che immettono sul mercato i
beni/servizi, mentre i soggetti che il legislatore vuole colpire sono i consumatori finali,
non sono soggetti passivi ma soggetti incisi tramite un meccanismo legalmente
riconosciuto.
Questo meccanismo si articola in 4 situazioni giuridiche soggettive riconosciute in
parte ai soggetti passivi e in parte ai consumatori finali.
La neutralit dellimposta assicurata dalla coesistenza di due situazioni giuridiche si
segno opposto che si elidono a vicenda: da una parte il debito dimposta, che il
soggetto passivo ha verso il fisco, dallaltra parte il credito di rivalsa dello stesso
soggetto passivo nei confronti della controparte negoziale.
Per quando riguarda la posizione della controparte negoziale, c il riconoscimento di
diverse situazioni giuridico soggettive che variano a seconda del fatto che essa sia o
meno soggetto passivo dellimposta; perch se la controparte , a propria volta,
soggetto passivo la legge le riconosce insieme al debito di rivalsa anche un credito
dimposta, inteso a neutralizzare lonere economico del debito di rivalsa; se invece la
controparte non un soggetto passivo, il legislatore non riconosce pi il diritto di
detrazione, e in questo modo determina leffetto di finale incisione del tributo che
proprio dellIVA.
Limposta si applica su una serie di operazioni poste in essere dai soggetti passivi;
intendiamo come soggetti passivi gli imprenditori, gli artisti e i professionisti; soggetti
che svolgono unattivit dimpresa commerciale o agricola, oppure unarte o una
professione. Valgono gli stessi criteri in materia di IRPEF con la differenza che, in
questo tributo, il concetto di imprenditore pi ampio, ci sono infatti degli imprenditori
che sono soggetti al regime di IVA ma non a quello dellIRPEF si tratta di
imprenditori agricoli che svolgono attivit agricola con una stretta connessione col
fondo: in materia reddituale lesercizio dellattivit agraria non genera
necessariamente un reddito dimpresa ma solo un reddito fondiario a seconda che sia
o meno una stretta connessione con il fondo. Ai fini dellIVA il discorso diverso,
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IVA: LAPPLICAZIONE
Limposta deve essere applicata su una base di una serie di adempimenti richiesti ai
soggetti passivi, cio obblighi di fatturazione, registrazione, dichiarazione delle
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operazioni che vengono poste in essere (anche quelle che non generano debito
dimposta: non imponibili ed esenti).
Si tratta di adempimenti di carattere formale molto importanti, dal momento che
condizionano anche la disciplina sostanziale del tributo ed incidono sulla spettanza del
diritto di detrazione dellimposta che stata assolta sugli acquisti da parte degli
imprenditori/professionisti; questo significa che, in presenza delle condizioni
sostanziali previste dalla legge, limposta regolarmente fatturata e registrata pu
sempre essere detratta; invece, in alcuni casi, il legislatore esclude la detraibilit
dellimposta versata dal contribuente ma in riferimento alla quale non sono stati
adempiuti gli obblighi formali previsti dalla legge.
La fatturazione deve essere effettuata con riferimento alla data delle operazioni attive
che vengono poste in essere dai contribuenti; di regola la fatturazione segue
leffettuazione delloperazione ma pu anche risultare precedente rispetto
alleffettuazione delloperazione stessa, e si gi ricordato come lemissione della
fattura costituisca momento impositivo rilevante ai fini dellIVA, quindi generi il debito
dimposta anche con riferimento ad operazioni professionali che non siano ancora
state compiute.
Le fatture devono essere registrate nei libri contabili previsti dalla legge, i soggetti
passivi devono tenere un registro delle vendite/acquisti e dare rilevanza contabile sia
alle operazioni attive che a quelle passive, cio evidenziare sia lIva a debito che a
credito (iva detraibile). La legge prevede un obbligo di dichiarazione annuale sullIVA
che viene presentata a termine del periodo dimposta, che non si differenzia dagli altri
tipi di dichiarazioni tributarie; si tratta di una dichiarazione che incide sul piano della
riscossione del tributo, che presenta la duplice natura (di scienza e di volont) molto
importante in regime di IVA, poich la legge prevede una serie di opzioni che i
contribuenti possono manifestare in merito allapplicazione di determinati regimi di
imposta previsti.
Limposta viene periodicamente versata, la legge prevede degli obblighi di
versamento piuttosto ravvicinati (mensili o trimestrali/ a saldo o a consuntivo);
piuttosto frequente, nel sistema delliva, infatti il caso delleccedenza dimposta, cio
che il soggetto passivo chiuda a credito il periodo e quindi evidenzi un diritto di
detrazione superiore rispetto allimposta dovuta. In questi casi il diritto di credito pu
essere fatto valere in dichiarazione, chiedendo rimborso o portando a nuovo il credito.
Particolari problemi si pongono in riferimento alle operazioni inesistenti, che possono
suddividersi in differenti fattispecie: inesistenza oggettiva o inesistenza soggettiva
delloperazione.
INESISTENZA OGGETTIVA: Nel primo caso loperazione fatturata non stata
compiuta, che in realt non esiste; nel secondo caso, invece, loperazione
fatturata stata realmente compiuta e il profilo dellinesistenza interessa solo
laspetto soggettivo della fattispecie, cio loperazione stata realmente
effettuata ma tra soggetti diversi da quelli che risultano in fattura. Nel primo e
nel secondo caso si pone sia il problema della genesi del debito dimposta e sia
quello della detraibilit dellimposta indicata in fattura. Per il primo problema, si
potrebbe ritenere che data la mancanza delloperazione fatturata ma
oggettivamente inesistente non sorga neanche il relativo debito dimposta, ma
la legge risolve il problema prevedendo comunque la genesi del debito
dimposta anche in presenza di operazioni oggettivamente inesistenti una
norma di cautela per linteresse fiscale, dal momento che permette allAE di
chiedere il pagamento dellIVA tutte le volte che vi sia una fattura che indica
unimposta dovuta, anche se quellimposta relativa ad unoperazione
oggettivamente inesistente.
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LE IMPOSTE DI REGISTRO E LE
SUCESSIONI
LE IMPOSTE DI REGISTRO E LE SUCCESSIONI
Questa disciplina interessa due tributi ormai tradizionali nel nostro ordinamento, la cui
struttura risale al 1923, e che rappresentano i pi importanti tributi sui trasferimenti
nel nostro sistema: trasferimenti a titolo gratuito nel caso dellimposta sulle
successioni e sulle donazioni, trasferimenti a titoli onerosi nel caso dellimposta di
registro.
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dovuta, per poter fruire degli effetti che la registrazione di un atto determina, e
principalmente delleffetto dellattribuzione della data certa allatto stesso.
Va comunque ricordato che ci sono diversi tipi di imposte di registro, dal momento che
la disciplina cambia a seconda dei casi; si distinguono, infatti, unimposta principale,
unimposta suppletiva e unimposta complementare di registro in riferimento ai
momenti e alle situazioni nelle quali il tributo viene applicato.
Limposta principale di registro quella dovuta allatto di registrazione sul
valore dichiarato dalle parti
Limposta suppletiva di registro dovuta, invece, in un momento successivo, al
fine di correggere eventuali errori che siano stati commessi dallufficio allatto
della liquidazione dellimposta principale
Limposta complementare di registro dovuta in ogni altro caso, cio
principalmente nei casi di rettifica di maggior valore: nei casi in cui lAE
intervenga in sede di accertamento, contesti il valore dichiarato dalle parti e
quindi limposta principale versata dalle parti, pretenda il versamento di una
maggiore imposta in conseguenza maggior accertato valore del contratto/atto
sottoposto alla registrazione.
In materia di imposta di registro molto importante anche lattivit di interpretazione
degli atti, si tratta infatti di un tributo strutturato e pensato per andare a colpire la
sostanza economica dellatto compiuto che si ricollega agli effetti giuridici prodotti
dallatto; il testo unico precisa che limposta di registro dovuta non in riferimento alla
forma apparente di un atto, o alla sua intestazione data dalle parti, quanto piuttosto in
riferimento alla realt giuridica delloperazione negoziale e questo richiede anche
unattivit di interpretazione del contenuto degli effetti giuridici del negozio da parte
dellAE. proprio in riferimento a questo aspetto che si poi posto e sviluppato il
problema della elusivit degli atti posti in essere dai contribuenti, problema che
dallimposta di registro ha occupato un campo pi ampio (esteso al campo delle
imposte sui redditi dellimposizione del valore aggiunto) del quale si parla oggi
parlando di elusione fiscale o di abuso del diritto tributario (in materia di imposta di
registro: abuso di forma giuridica).
La base imponibile dellimposta di registro data dal valore dei beni trasferiti, e non
dal prezzo di vendita; se il prezzo differisce dal valore di mercato, il legislatore precisa
che bisogna tenere conto del maggiore tra i due quindi nelle situazioni in cui il bene
venga trasferito ad un prezzo minore di quello mercato, lAE autorizzata ad applicare
limposta sul valore di mercato del bene, con successive controversie di stima, che
hanno ad oggetto la corretta determinazione della base imponibile del tributo, cio del
valore di mercato del bene trasferito. In altri casi il legislatore semplifica questo
sistema e prevede delle preclusioni allufficio in merito al giudizio di congruit, cio
impedisce allufficio di andare a sindacare leffettivo valore dellatto compiuto
accontentandosi invece di un valore predeterminato, cio del valore catastale del bene
che si determina applicando determinati coefficienti e indici di rivalutazione alla
rendita catastale del bene che oggetto del trasferimento (questo sistema interessa,
in modo particolare, i fabbricati ad uso abitativo che siano trasferiti tra soggetti
privati).
Limposta sulle successioni e le donazioni colpisce i trasferimenti a titolo gratuito sulla
base di differenti aliquote, modulate in maniera tale da favorire il passaggio
generazionale della ricchezza, quindi i trasferimenti immobiliari tra parenti in linea
retta o collaterale. Colpisce invece in misura pi significativa i trasferimenti a favore di
parenti pi lontani o estranei; anche in questo caso la base imponibile rappresentata
dal valore del bene/diritto trasferito.
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