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1. La nozione di tributo
Nel linguaggio ordinario i termini tributo, imposta, tassa e contributo sono sinonimi. Nel linguaggio
giuridico non esistono definizioni del termine tributo, per cui è necessario attribuirgli il significato
dottrinale e giurisprudenziale.
Il tributo:
- comporta il sorgere di un'obbligazione o altra forma di decurtazione patrimoniale
- i suoi effetti sono definitivi e irreversibili
- si caratterizza per la coattività, ossia è sempre imposto da un atto dell'autorità
- è destinato a finanziare spese di interesse generale. Di regola il gettito dei tributi non ha una
destinazione prestabilita, ma vi possono essere tributi con destinazione specifica chiamati tributi di
scopo.
Non ha rilievo, per la definizione di tributo, il motivo per cui è istituito.
- Taluni includono tra le entrate tributarie anche i Monopoli fiscali → se la definizione di tributo è
imperniata sui suoi caratteri strutturali il monopolio fiscale non è un istituto tributario. Ciò che si paga per
l'acquisto di un genere di monopolio non è un tributo, ma il corrispettivo di un contratto di compravendita.
Se invece si ha riguardo alla funzione fiscale dei tributi (procacciare entrate all’ente pubblico) anche il
monopolio è un tributo, quando ha per scopo di procurare entrate.
1)Nozione di legge → il termine legge viene assunto per indicare non soltanto la legge statale ordinaria, ma
anche gli atti aventi forza di legge (decreti legge e decreti legislativi, ma anche le leggi regionali). La riserva
di legge non impedisce che in materia tributaria possano esservi fonti dell'Unione Europea, le quali non si
pongono in contrasto con la riserva di legge.
2)Nozione di base legislativa → La riserva dell'art 23 cost è relativa, cioè la legge si limita a disciplinare le
linee fondamentali della materia, rimettendone il completamento a norme di rango inferiore: infatti è
richiesta soltanto una base legislativa. Secondo la giurisprudenza costituzionale la legge deve stabilire i
soggetti passivi, il presupposto e la misura del tributo. In particolare, la legge deve fissare la base imponibile
e l’aliquota, ma l’art 23 è rispettato anche quando la legge si limita a fissare criteri e limiti idonei a
delimitare ed orientare le scelte fatte con fonti regolamentari. La riserva di legge non riguarda tutte le norme
tributarie ma solo quelle di diritto sostanziale. L’art. 23 Cost non riguarda le norme formali (procedurali
processuali). Oggetto della riserva di legge sono solo le norme impositrici , cioè le norme che definiscono i
soggetti passivi, il presupposto, la base imponibile e la misura del tributo.
3)Nozione di prestazione imposta → l’art 23 comprende non solo i tributi, ma tutte le prestazioni personali
e patrimoniali imposte. Una prestazione è da considerare imposta quando viene imposta con un atto
autoritativo i cui effetti sono indipendenti dalla volontà del soggetto passivo e nei casi in cui l'obbligazione,
pur nascendo da un contratto, costituisca corrispettivo di un servizio pubblico, che soddisfi un bisogno
essenziale e sia reso in regime di monopolio. La corte considera prestazioni imposte anche i corrispettivi di
fonte contrattuale in tutti i casi in cui vi siano dei profili autorizzativi nella disciplina delle contrapposte
prestazioni e quando il corrispettivo è fissato unilateralmente e al privato è rimessa solo la libertà di
richiedere o non richiedere la prestazione ( in altri termini l’art. 23 riguarda anche le tariffe e i corrispettivi
dei servizi pubblici essenziali).
4. I regolamenti
La potestà regolamentare è disciplinata dalla l. 400/1988, secondo la quale i regolamenti governativi sono
deliberati dal CdM, dopo aver sentito il parere del consiglio di stato.
Tali regolamenti disciplinano:
- l’esecuzione delle leggi e dei decreti legislativi (regolamenti esecutivi)
- l’attuazione e l’integrazione delle leggi e dei decreti legislativi recanti norme di principio
(regolamenti attuativi e integrativi)
- le materie in cui manchi la disciplina da parte di leggi o di atti aventi forza di legge (regolamenti
indipendenti)
- l’organizzazione e il funzionamento delle amministrazioni pubbliche (regolamenti organizzatori) In questi
casi il governo dispone di una potestà regolamentare generale.
- l’organizzazione del lavoro e i rapporti di lavoro dei pubblici dipendenti in base agli accordi sindacali.
In questi casi il governo dispone di potestà regolamentare generale, esercitabile anche senza specifica
autorizzazione legislativa.
L’art. 17 co 2 contempla i regolamenti delegati, con cui si attua il fenomeno della c.d. delegificazione.
Secondo tale disposizione il governo è titolare di una potestà esercitabile previa autorizzazione legislativa
nelle materie non coperte da riserva assoluta di legge; le leggi autorizzando tale potestà legislativa
“determinano le norme generali regolatrici della materia e dispongono l’abrogazione delle norme vigenti,
con effetto dall’entrata in vigore delle norme regolamentari”.
Dato che il diritto tributario sostanziale è oggetto di una riserva relativa di legge, possono aversi, in tale
materia:
- regolamenti esecutivi, che possono essere emessi anche in assenza di apposita norma autorizzativa, e
- regolamenti delegati, che possono essere emessi in base ad una norma espressa, purché la legge detti la
disciplina di base della materia.
I regolamenti attuativi e integrativi non sono ammissibili in diritto tributario per le materie coperte da riserva
di legge. In tali materie, una norma di legge che si limiti ad indicare soltanto i principi non potrebbe essere
integrata o attuata da un regolamento; i regolamenti in esame possono essere ammessi solo per quella parte
di disciplina di un tributo non coperta da riserva di legge. Nella materia coperta da riserva di legge ex art. 23
cost., non sono ammessi regolamenti c.d. indipendenti. I regolamenti ministeriali sono adottati nelle materie
di competenza di un singolo ministro, quando la legge espressamente conferisca tale potere. Anche i
regolamenti ministeriali e interministeriali sono adottati previo parere del Consiglio di Stato, sono soggetti al
visto e alla registrazione della Corte dei Conti e sono pubblicati in Gazzetta Ufficiale. Spesso le leggi
autorizzano il ministro ad emanare decreti “non aventi valore regolamentare”. In tal modo, non viene seguita
la procedura prevista per i decreti con valore di regolamento.
Diritto europeo derivato: costituito dagli atti normativi emessi dagli organi dell’unione. Essi sono:
• gli effetti dell’imposta → quando ad un fatto che si verifica dopo l’entrata in vigore della legge
sono collegati effetti che invece riguardano il passato
• entrambi → quando la nuova legge considera fatti del passato ed a tali fatti collega effetti ex tunc
Ciascuna legge regola i fatti che si verificano dopo la sua entrata in vigore. Di solito, il legislatore risolve i
problemi che si pongono in caso di successione di leggi con norme apposite. Le norme procedimentali e
processuali sono, di regola, norme ad applicazione immediata, cioè norme che si applicano anche ai processi
e ai procedimenti in corso di svolgimento al momento dell’entrata in vigore delle nuove norme, pur se il
procedimento o il processo riguarda fatti accaduti in precedenza. Talvolta le nuove leggi si applicano solo a
fatti successivi all’entrata in vigore della legge, ciò dipende dalla correlazione tra norme sostanziali di un
dato tributo e norme relative alla sua applicazione.
In caso di overruling (mutamento giurisprudenziale di un orientamento consolidato) la nuova
interpretazione di norme sostanziali vale anche per i fatti pregressi, mentre quella di norme
processuali non può avere effetto su atti compiuti in precedenza. Le leggi cessano di essere efficaci
quando sono: