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1) La cassiera non ha ragione in quanto ai sensi dell’articolo 22, comma 3, D.P.R. 633/1972 in
quanto gli imprenditori che acquistano beni che formano oggetto dell’attività propria
dell’impresa da commercianti al minuto sono obbligati a richiedere la fattura.
2) L’operazione descritta nel quesito risulta essere non imponibile iva ai sensi dell’articolo 8,
comma 1, lettera a) del DPR n. 633/72.
3)
4) Queste cessioni di beni effettuate da operatori italiani nei confronti di operatori comunitario sono
considerate non imponibili IVA. Questo in quanto a queste cessioni è applicabile il regime di
tassazione nello Stato UE di destinazione dei beni oggetto dell’operazione.
A prevedere questo tipo di territorialità ai fini IVA è l’articolo 41, comma 1, lettera a), del DL n
331/93.
5)
6. La Direttiva 2006/112/CE (artt. da 32 a 34) fissa la regola generale in base alla quale, nel
caso di cessioni di beni spediti o trasportati dal fornitore, dall’acquirente o da un terzo,
dall’Italia ad altro Paese UE, l’operazione si considera effettuata nel Paese di partenza. La
Direttiva prevede poi una deroga riguardo alle cessioni in ambito UE di beni spediti o
trasportati dal fornitore o per suo conto nei confronti di consumatori finali o di soggetti ad
essi assimilati (enti non commerciali non soggetti passivi d’imposta, soggetti passivi d’imposta
per i quali l’Iva è totalmente indetraibile e agricoltori in regime speciale Iva).
Nella vendita a consumatori finali, o a soggetti ai medesimi assimilati, di altro Paese UE,
occorre distinguere tra due situazioni:
• se si tratta di beni non sottoposti ad accisa, occorre ulteriormente distinguere a seconda
dell’ammontare dei corrispettivi dei beni venduti, nel corso di un anno solare, nel singolo
Paese membro considerato:
sino a una determinata soglia (variabile a seconda del Paese UE di destinazione),
l’operazione si considera effettuata nel Paese di partenza e si applica l’Iva del Paese di
partenza (salvo opzione per l’applicazione dell’Iva del Paese di arrivo)
oltre tale soglia l’operazione si considera effettuata nel Paese di arrivo e occorre applicare
l’Iva del Paese di arrivo
• se, invece, si tratta di beni sottoposti ad accisa, l’operazione si considera sempre effettuata
nel Paese di arrivo con il conseguente obbligo di applicare l’Iva del Paese di arrivo.
7)
8) Tutti i soggetti con domicilio fiscale, sede legale ovvero sede operativa nel territorio dello
Stato ai sensi dell'art. 62 del decreto Cura Italia possono, senza l’applicazione di sanzioni né
interessi, sospendere gli adempimenti IVA con scadenza compresa tra l’8 marzo e il 31 maggio
2020