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Il reddito fiscale d’impresa si determina apportando al Risultato prima delle imposte emergente dal
Conto economico le variazioni in aumento o in diminuzione, determinate dalle differenze tra la
normativa fiscale e quella civilistica.
COSTI non DEDUCIBILI
■ Ammortamenti delle immobilizzazioni materiali e immateriali
■ Costi di manutenzione e riparazione
■ Svalutazione dei crediti
■ Canoni di leasing
■ Interessi passivi
■ Oneri fiscali diversi
Sono costi che danno luogo a imposte anticipate quando le differenze tra normativa civilistica
e fiscale sono temporanee
RICAVI NON IMPONIBILI
■ Rimanenze di magazzino
■ Plusvalenze da alienazione di beni strumentali
■ Dividendi su partecipazioni
Sono ricavi che danno luogo a imposte differite quando le differenze tra normativa civilistica e
fiscale sono temporanee
L’ammortamento fiscale
delle immobilizzazioni materiali
Costi di acquisto + Oneri accessori + Interessi passivi –
Contributi a fondo perduto + Presunto ricavo di eliminazione
Per i fabbricati strumentali, il costo fiscale da ammortizzare deve essere assunto al netto del valore delle
aree su cui sorgono e di quelle che ne costituiscono pertinenze.
Tale valore, quando i terreni non siano stati acquistati autonomamente, è fatto pari al maggiore tra quello
esposto in bilancio nell’anno di acquisto e quello corrispondente:
■ al 30% del costo complessivo, se si tratta di fabbricati industriali;
■ al 20% del costo complessivo, se si tratta di altri fabbricati generici sempre strumentali.
L’ammortamento fiscale
delle immobilizzazioni materiali
Le quote di ammortamento sono
ammesse in deduzione in misura
non superiore a quella che risulta
applicando al costo dei beni appositi
coefficienti stabiliti con decreto del
Ministro dell’Economia e delle
finanze, determinati per categorie
omogenee di beni
Tipi di ammortamento
Ammortamento civilistico dei beni materiali
BENI IMMATERIALI E SPESE RELATIVE A PIÙ
ESERCIZI
Artt. 103 e 108 del TUIR, che si occupano
rispettivamente:
Esempio
Beni Costo storico Ammortamenti Coefficiente fiscale
Fabbricati 750.000,00 30.000,00 3%
Impianti 720.000,00 90.000,00 10%
Impianto nuovo 200.000,00 30.000,00 10%
Automezzi 328.000,00 82.000,00 20%
Ammortamenti
Immobilizzazioni Costo storico in bilancio Ammortamenti Fiscali Variazioni fiscali
euro (7.000 : 5) = euro 1.400 Quota costante deducibile in ciascuno dei 5 esercizi successivi
1. I crediti per i quali le svalutazioni e gli accantonamenti per rischi sono fiscalmente deducibili solo quelli derivanti dalle
cessioni di beni e dalle prestazioni di servizi che danno luogo a ricavi
2. I limiti di deducibilità sono quelli dettati dall’art. 106 del TUIR, il quale stabilisce che:
■ le svalutazioni e gli eventuali accantonamenti per rischi su crediti sono fiscalmente deducibili in ciascun
esercizio nel limite dello 0,50% del valore nominale dei crediti di cui sopra;
■ la deduzione non è più ammessa quando le svalutazioni e gli accantonamenti hanno raggiunto il 5% del
valore nominale dei crediti risultanti in bilancio alla fine dell’esercizio;
■ quando il credito è cancellato dal bilancio in applicazione dei principi contabili (per esempio, in caso
di transazione con riduzione della somma dovuta oppure di rinuncia al credito da parte del creditore);
■ quando il diritto alla riscossione del credito è prescritto.
Esempio Nella Situazione contabile redatta il 31/12/n la GAGLIA S.r.l. presentava, prima delle scritture di
assestamento, le seguenti voci relative ai crediti:
CREDITI V/ CLIENTI euro 202.000
CAMBIALI ATTIVE euro 48.000
CREDITI INSOLUTI: CLIENTE ROSSI euro 18.000
ALTRI CREDITI euro 13.000
In sede di assestamenti di fine periodo, gli amministratori hanno operato una svalutazione di euro 8.000 sul credito insoluto
verso il cliente Rossi, che risulta assoggettato a una procedura concorsuale, e un accantonamento per il generico rischio di
insolvenza sui crediti commerciali pari al 2% dei crediti stessi.
Determiniamo l’importo della svalutazione crediti fiscalmente deducibile per l’esercizio n e l’importo dell’eventuale
variazione fiscale da apportare in dichiarazione dei redditi tenendo presente che il Fondo svalutazione crediti è pari
a euro 11.500.
Dai crediti vanno escluse la voce Altri crediti, perché accoglie crediti non commerciali, e la voce Crediti insoluti, perché
oggetto della svalutazione specifica di euro 8.000, che è interamente deducibile.
Verifichiamo la percentuale del Fondo svalutazione crediti sul totale dei crediti commerciali.
Il Fondo svalutazione crediti è minore del 5% ma, accantonando lo 0,50%, si supererebbe il limite massimo di
deducibilità, che è pari a: euro (250.000 x 5%) = euro 12.500. Pertanto, è fiscalmente ammessa una svalutazione di
euro 1.000, ossia la quota che consente di raggiungere il limite di euro 12.500.
■ Gli interessi passivi (compresi quelli capitalizzati e quelli inclusi nei canoni di leasing) sono deducibili fino
all’ammontare degli interessi attivi di competenza del periodo d’imposta e di quelli riportati dai periodi d’imposta
precedenti (perché eccedenti gli interessi passivi);
■ L’eccedenza degli interessi passivi rispetto a quelli attivi (di competenza e riportati) è, invece, deducibile nei
limiti del 30% del reddito operativo lordo (ROL), che è dato dalla differenza tra il Valore della produzione e i Costi
della produzione, escludendo da questi ultimi gli ammortamenti e i canoni di leasing. Le componenti del ROL
vanno assunte per i rispettivi valori fiscali. Si ha cioè:
euro (128.000 + 5.000) = euro 133.000 Totale interessi passivi e oneri finanziari
Sottraendo ora da tale importo quello degli interessi attivi, si ottiene l’eccedenza di interessi passivi di cui verificare la
deducibilità:
CASI PARTICOLARI
È invece ammessa in deduzione dall’imponibile IRES una parte dell’imposta regionale sulle attività produttive
(IRAP). La quota deducibile è costituita da:
■ una deduzione analitica dell’IRAP commisurata alla quota imponibile delle spese per lavoro dipendente;
■ una deduzione forfettaria, relativa agli interessi passivi e oneri assimilati, al netto degli interessi attivi e proventi
assimilati, l’importo della quale è pari al 10% dell’IRAP versata nell’esercizio.
L’importo complessivamente deducibile non può però superare l’IRAP versata nell’esercizio
Le altre imposte(imposta di registro, se non patrimonializzata a incremento del costo di beni strumentali, imposta di bollo,
imposte di fabbricazione, ecc.) sono deducibili nell’esercizio in cui ne avviene il pagamento. (IMU DEDUCIBILE AL 60%)
LE RIMANENZE DI MAGAZZINO
A parte i beni valutati a costi specifici, cioè ai costi effettivi di acquisto o di produzione, e il caso delle opere a
esecuzione ultrannuale, la valutazione delle rimanenze di magazzino è regolata dalle norme dell’art. 92 del TUIR.
Tali beni vanno raggruppati per caratteristiche merceologiche utilizzando uno dei seguenti metodi:
N.B. Se in un esercizio il valore unitario medio dei beni, determinato con uno dei metodi di cui sopra,
risulta superiore al valore normale medio degli stessi nell’ultimo mese dell’esercizio, il valore minimo della
rimanenza si ottiene moltiplicando l’intera quantità in giacenza per il suddetto valore normale
RIASSUMENDO:
Esempio
L’anno n è stato il primo periodo d’imposta in cui la COLA S.r.l. ha impiegato nella propria produzione le materie Alfa, delle
quali, nel corso dell’esercizio, ha effettuato acquisti per 50.000 unità sostenendo complessivamente un costo pari a euro
400.000. Al 31 dicembre n figuravano in rimanenza 6.000 unità.
Nell’anno n+1 sono state acquistate 55.000 unità di materie Alfa, per un costo di euro 462.000, mentre a fine anno ne sono
risultate in rimanenza 6.200 unità.
Nell’ anno n+2 sono state acquistate materie Alfa per 48.000 unità al costo unitario di euro 10,55 e la rimanenza finale è
risultata pari a 6.050 unità. Presentiamo:
a. la valutazione delle rimanenze di materie Alfa con il metodo LIFO a scatti su base annuale;
b. l’eventuale variazione fiscale relativa all’esercizio n+2, supponendo che in bilancio le materie siano state valutate al
valore di realizzazione, desumibile dall’andamento del mercato, pari a euro 7,90 per unità.
(6.000 unità x euro 8) = euro 48.000 Valore della rimanenza Alfa al 31/12/n
Valutazione della rimanenza al 31/12/n+1
Poiché la quantità che risulta in rimanenza, pari a 6.200 unità, è aumentata di 200 unità rispetto al periodo precedente,
la valutazione si farà per 6.000 unità (esistenza iniziale) a euro 8 e per l’incremento registratosi nell’anno n+1, pari a 200
unità, al costo medio dell’anno, che risulta:
euro (462.000 : 55.000) = euro 8,40 Costo medio unitario nell’esercizio n+1
La rimanenza finale viene quindi così valutata:
Esistenza iniziale 48.000
Incremento 200 a 8,40 euro 1.680
Rimanenza al 31/12/n+1 49.680
Valutazione della rimanenza al 31/12/n+2
Essendo diminuita la quantità in rimanenza (che è scesa da 6.200 a 6.050 unità), si ritengono consumati interamente gli
acquisti dell’anno in corso e parte dell’incremento dell’anno precedente. Rimangono quindi in magazzino le 6.000 unità
dell’anno n e 50 unità formatesi nell’anno n+1.
La valutazione con il metodo LIFO a scatti sarà pertanto la seguente:
Se invece la valutazione di bilancio fosse stata fatta al costo medio ponderato, al LIFO continuo o al FIFO e
avesse condotto a un valore inferiore al LIFO a scatti annuale (vedi sopra euro 48.420), non vi sarebbe stata nessuna
variazione in aumento al reddito d’impresa.
Le differenze permanenti sono quelle che sorgono in un certo esercizio e che non verranno più recuperate negli
esercizi successivi
Le differenze temporanee saranno riassorbite in un esercizio futuro, dando luogo a variazioni di segno opposto a quelle
originariamente determinate; esse si riflettono nella formazione del bilancio d’esercizio in quanto richiedono l’iscrizione
della fiscalità differita o anticipata.
Imposte anticipate e differite: le differenze temporanee 2
Imposte anticipate e differite: le differenze temporanee 3
IRES DA PROSPETTO
RISULTATO PRIMA IMPOSTE DA BILANCIO 206.800,00 IRES DI COMPETENZA
RISULTATO PRIMA IMPOSTE DA BILANCIO 206.800,00
VARIAZIONI IN AUMENTO temporanee e permanenti 103.011,50
- VARIAZIONI IN AUMENTO PERMANENTI 15.600,00
VARIAZIONI IN DIMINUZIONE temporanee e permanenti 58.070 VARIAZIONI IN DIMINUZIONE PERMANENTI - 43.670,00
IMPONIBILE FISCALE 178.730,00
IMPONIBILE FISCALE 251.741,50 IRES DI COMPETENZA 42.895,20