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1 PREMESSA
La normativa IVA contiene specifiche disposizioni volte a disciplinare gli omaggi. È, infat-
ti, stabilito quando gli stessi possano essere considerati cessioni di beni o prestazioni di
servizi, la loro base imponibile in caso di rilevanza ai fini IVA, nonché la possibilità di eser-
citare il diritto alla detrazione con riferimento agli acquisti correlati all’operazione.
La disciplina di tali operazioni è volta ad evitare che beni e servizi destinati a finalità di-
verse da quella ordinaria (ossia la commercializzazione) possano giungere al consumo
detassati, non consentendo il perseguimento delle finalità del tributo.
Il legislatore ha, altresì, previsto delle specifiche ipotesi in cui le citate operazioni non
rientrano nel campo di applicazione dell’imposta. A tal fine, risulta, tuttavia, necessario il
rispetto di alcune condizioni di tipo oggettivo, quali costo unitario del bene non superiore
a 50,00 euro o il mancato esercizio del diritto alla detrazione afferente quanto necessa-
rio per realizzare (i.e. acquisto, produzione, ecc.) l’omaggio.
Inoltre, è previsto un distinto trattamento a seconda che il bene o servizio omaggiato
rientri o meno nell’attività propria d’impresa.
2 OMAGGI DI BENI
In base all’art. 2 co. 2 n. 4 del DPR 633/72 le cessioni gratuite di beni, pur essendo prive
del requisito dell’onerosità, sono generalmente considerate cessioni di beni rilevanti ai
fini IVA.
1
La presente aggiorna la Scheda 367.40, Schede di Aggiornamento on line, 12, 2021.
2
d.bonsanto@eutekne.it; s.lagrutta@eutekne.it.
2 TEMI ON LINE
A tale regola di carattere generale fanno, tuttavia, eccezione due ipotesi. Risultano escluse
dal campo di applicazione del tributo:
• le cessioni gratuite di beni la cui produzione o il cui commercio non rientra nell’at-
tività propria dell’impresa, se di costo unitario non superiore a 50,00 euro3;
• le cessioni gratuite di beni per le quali non sia stata operata, all’atto dell’acquisto
o dell’importazione, la detrazione dell’imposta a norma dell’art. 19 del DPR 633/72
(anche se per effetto dell’opzione di cui all’art. 36-bis del DPR 633/72).
Attività propria dell’impresa
In presenza di cessioni gratuite, occorre distinguere tra beni oggetto dell’attività d’impresa
e beni non rientranti in tale attività4.
Secondo l’Amministrazione finanziaria5, per “attività propria” dell’impresa deve intendersi
ogni attività compresa nell’ordinario campo d’azione dell’impresa, ossia nell’oggetto pro-
prio e istituzionale della stessa6.
A tal fine, occorre, in particolare, avere riguardo all’attività effettivamente svolta, non es-
sendo sufficiente il dato formale rappresentato dall’atto costitutivo7.
Nel caso in cui l’impresa abbia come finalità lo svolgimento di più attività (ad esempio la
produzione o lo scambio di più categorie di merci, prodotti o servizi), queste potranno es-
sere considerate tutte come attività proprie8.
Omaggi concessi dagli esercenti arti o professioni
Dal tenore letterale delle disposizioni relative alle cessioni di beni effettuate a titolo gra-
tuito, l’assoggettamento ad IVA dovrebbe riguardare le sole operazioni poste in essere dai
soggetti che operano in regime d’impresa.
Di conseguenza, le cessioni gratuite di beni poste in essere da artisti e professionisti ri-
sulterebbero in ogni caso fuori campo IVA, in assenza di disposizioni che ne prevedano
l’imponibilità9.
3
Per approfondimenti, si veda il successivo § 4. In dottrina è stato osservato che la norma comunitaria,
a differenza di quella nazionale, non distingue tra beni che formano o meno oggetto dell’attività d’impre-
sa, consentendo quindi di detassare anche i piccoli omaggi di beni oggetto dell’attività propria d’impre-
sa (cfr. Ricca F. “Omaggi, imposte su doppio binario”, Italia Oggi, 22.11.2010, p. 17).
4
In dottrina è stato osservato che la norma comunitaria, a differenza di quella nazionale, non distingue
tra beni che formano o meno oggetto dell’attività d’impresa, consentendo quindi di detassare anche i
piccoli omaggi di beni oggetto dell’attività propria d’impresa (cfr. Ricca F. “Omaggi, imposte su doppio bi-
nario”, Italia Oggi, 22.11.2010, p. 17).
5
Cfr. C.M. 3.8.79 n. 25/364695.
6
In base alla C.M. 3.8.79 n. 25/364695 resterebbero escluse dalla nozione di “attività propria di impre-
sa” le attività che non sono direttamente rivolte al perseguimento dell’oggetto sociale e che sono svol-
te in via meramente strumentale, accessoria od occasionale.
7
Cfr. ris. Agenzia delle Entrate 4.6.2002 n. 168. In giurisprudenza, si vedano: Cass. 7.5.2008 n. 11085, Cass.
1.6.2001 n. 7423, Cass. 28.5.2001 n. 7214, Cass. 3.5.2001 n. 6194, Cass. 6.2.99 n. 1033, Cass. 12.1.99
n. 236 e Cass. 19.1.96 n. 422. Sulla rilevanza dello statuto sociale, cfr. Cass. 12.11.2001 n. 13992.
8
Cfr. C.M. 3.8.79 n. 25/364695.
9
Cfr. C.M. 30.4.80 n. 20/270516. In tal senso si veda altresì Setti S. “Il trattamento fiscale degli omaggi”,
Pratica fiscale e professionale, 3, 2019, p. 20.
TEMI ON LINE 3
2.1 OMAGGI DI BENI NON RIENTRANTI NELL’ATTIVITÀ DELL’IMPRESA
Per i beni non rientranti nell’attività propria dell’impresa (non essendo di propria produ-
zione o commercio), la cessione gratuita è sempre esclusa da IVA10.
In proposito, occorre coordinare il citato art. 2 co. 2 n. 4 del DPR 633/72 con il succes-
sivo art. 19-bis1 co. 1 lett. h).
Tale ultima disposizione, prevede, nei confronti di tutti i soggetti passivi del tributo, un’ipo-
tesi di indetraibilità oggettiva11 dell’IVA assolta sugli acquisti di beni e servizi – ad esclu-
sione dell’IVA afferente i beni di costo unitario inferiore a 50,00 euro – che danno luogo
a spese che si qualificano come di rappresentanza agli effetti delle imposte sul reddito12,
ciò in quanto risulta difficile stabilire la loro inerenza e la loro utilizzazione nell’attività d’im-
presa esercitata13.
Pertanto, anche ai fini IVA, la nozione di spesa di rappresentanza andrà mutuata dalla di-
sciplina prevista nelle imposte dirette (cfr. DM 19.11.2008 attuativo del secondo periodo
del co. 2 dell’art. 108 del TUIR14), con il risultato che15:
• gli acquisti di beni e servizi che vengono qualificati come spese di rappresentan-
za, se di costo unitario superiore a 50,00 euro, non attribuiscono il diritto alla de-
trazione dell’IVA, anche nell’ipotesi in cui siano indeducibili dal reddito d’impresa
(ad esempio, in quanto viene superato il plafond di deducibilità);
• per gli acquisti di beni e servizi che non vengono qualificati come spese di rap-
presentanza, si applicano le regole generali secondo le quali l’IVA è ammessa in
detrazione se detti acquisti sono inerenti, vale a dire se presentano un nesso con
l’attività generatrice di operazioni imponibili ed equiparate.
In proposito, la C.M. 16.7.98 n. 188/E (§ 6.2) ha chiarito che:
• gli acquisti di beni destinati a essere ceduti gratuitamente, la cui produzione o il
10
Cfr., tra gli altri, Portale R. “IVA - Imposta sul Valore Aggiunto 2013”, Giuffrè, 2019, p. 39 ss.
In dottrina è stato, altresì, osservato che “gli omaggi di beni non rientranti nell’oggetto proprio d’impresa
non integrano mai una cessione imponibile: o perché sono totalmente sgravati (beni di costo non supe-
riore a 50 euro), oppure perché sono tassati attraverso l’indetraibilità a monte” (cfr. Ricca F. “Omaggi di
rappresentanza, fino a 50 euro non si paga l’Iva”, Italia Oggi, 9.11.2015, p. 8).
11
Tale ipotesi di indetraibilità è a rischio di censura comunitaria, perché in contrasto sia con la generale pre-
visione di detraibilità per le spese inerenti all’attività economica esercitata, sia con la clausola di “standstill”
(Cotto A., Peirolo M. “Il nuovo regime fiscale delle spese alberghiere e di ristorazione”, Schede di Aggiorna-
mento, 8-9, 2008, p. 1325 ss.). Secondo Ricca F. “Spese di rappresentanza: elevato il limite di detrazione
IVA. E i piccoli omaggi?”, L’IVA, 8-9, 2013, sussistono fondati motivi per dubitare della compatibilità comuni-
taria della norma in esame. Nello stesso senso, Ricca F. “Elevata la soglia di sgravio dell’IVA per le opera-
zioni gratuite”, Corriere Tributario, 30, 2014, p. 2318.
12
Cfr. artt. 108 co. 2 e 54 co. 5 del TUIR, rispettivamente in tema di redditi d’impresa e di redditi di lavoro
autonomo; circ. CNDCEC 27.4.2009 n. 9/IR (§ 4).
13
Cfr. C.M. 24.12.97 n. 328 (§ 3.4).
14
Si rinvia all’analisi a cura di Fornero L. “Spese di rappresentanza nel reddito d’impresa”, in “Spese di rap-
presentanza”, Monografie on line, www.eutekne.it e la voce “Spese di rappresentanza”, Guide Eutekne.
15
Cfr. Ricca F. “Rappresentanza, Iva indetraibile”, Italia Oggi, 14.11.2008, p. 49. Per maggiori approfondi-
menti sui criteri di definizione delle spese in oggetto, si rimanda all’analisi a cura di Fornero L. “Spese di
rappresentanza nel reddito d’impresa”, in “Spese di rappresentanza”, Monografie on line, www.eutekne.it.
4 TEMI ON LINE
cui commercio non rientra nell’attività propria dell’impresa, costituiscono sempre
spese di rappresentanza;
• gli acquisti di beni destinati ad essere ceduti gratuitamente, la cui produzione o il
cui commercio rientra nell’attività propria dell’impresa, non costituiscono spese
di rappresentanza.
Non è, invece, stato chiarito se suddetta distinzione trovi ancora applicazione, posto che
tale diversità di trattamento non si rinviene nella disciplina di cui al citato DM 19.11.200816.
Sul punto sarebbe, dunque, auspicabile un chiarimento ufficiale.
In conclusione, in base alle citate disposizioni, nelle ipotesi in cui oggetto d’omaggio sia
un bene non rientrante nell’attività propria dell’impresa, la relativa cessione risulterà es-
clusa da IVA in quanto:
• se l’omaggio riguarda un bene di costo unitario inferiore a 50,00 euro, l’art. 2 co. 2
n. 4 del DPR 633/72 non considera integrato il presupposto oggettivo per l’appli-
cazione dell’imposta;
• se l’omaggio riguarda un bene di costo unitario superiore a 50,00 euro, lo stesso
non assumerà rilevanza per effetto del combinato disposto dell’art. 2 co. 2 n. 4
del DPR 633/72 (secondo il quale il bene ceduto gratuitamente senza che sia stato
possibile detrarre l’IVA relativa al suo acquisto non rileva ai fini dell’imposta) e
dell’art. 19-bis1 co. 1 lett. h) del DPR 633/72 (il quale prevede l’indetraibilità del-
l’IVA sugli acquisti relativi ad omaggi di costo unitario superiore a 50,00 euro).
In relazione a dette cessioni gratuite, il soggetto passivo IVA non risulta, dunque, tenuto
ad adempiere obblighi documentali o contabili, per quanto sia sempre consigliabile tene-
re evidenza documentale dei soggetti a cui i beni in parola sono stati elargiti gratuitamen-
te.
Per quanto, invece, attiene l’esercizio del diritto alla detrazione sugli acquisti di beni non
rientranti nell’attività propria dell’impresa e correlati alla cessione gratuita, secondo il di-
sposto dell’art. 19-bis1 co. 1 lett. h) del DPR 633/72, lo stesso risulta:
• ammesso, se il costo (o valore) unitario del bene non è superiore a 50,00 euro;
• non ammesso, se il costo (o valore) unitario del bene è superiore a 50,00 euro.
16
Tale distinzione, peraltro, risulta in contrasto con l’art. 16 della direttiva IVA che prevede semplicemente la
detassazione dei beni distolti dall’impresa per effettuare regali di scarso valore ad uso dell’impresa stessa,
senza distinzioni in ordine alla natura che detti beni assumono rispetto all’oggetto dell’attività (cfr. Ricca F.
“Spese di rappresentanza: elevato il limite di detrazione IVA. E i piccoli omaggi?”, L’IVA, 8-9, 2013).
Pertanto, diversamente dalla normativa nazionale, quella comunitaria consentirebbe di detassare l’omag-
gio di un panettone di costo fino a 50,00 euro anche se effettuato dall’impresa che produce o commercia-
lizza panettoni, rientrando tale operazione nella fattispecie di prelievo di beni a uso dell’impresa per effet-
tuare regali di scarso valore (così Ricca F. “Omaggi di rappresentanza, fino a 50 euro non si paga l’Iva”,
Italia Oggi, 9.11.2015, p. 8).
TEMI ON LINE 5
17
Cfr. circ. Agenzia delle Entrate 19.6.2002 n. 54 (§ 16.6).
18
In tal senso, si veda anche De Stefani L. “Vendite promozionali scontabili in e-fattura”, Il Sole - 24 Ore,
22.8.2019, in cui l’Autore afferma che la “disciplina dell’art. 19-bis1, comma 1, lettera h) del Dpr 633/1972,
sulle spese di rappresentanza, prevale su quella che si basa sulla specifica natura dei beni, alimenti e be-
vande, di cui alla precedente lettera f)”.
19
Cfr. circ. Agenzia delle Entrate 13.7.2009 n. 34, § 5.4.
20
In proposito si evidenzia un differente orientamento di Assonime (cfr. circ. Assonime 1.8.96 n. 89, § 1),
secondo la quale la cessione in omaggio di più beni il cui complessivo costo d’acquisto superi i 50,00
euro dovrebbe essere esclusa dal campo di applicazione dell’IVA, essendo sufficiente che il costo uni-
tario di ciascun bene non ecceda tale importo. A tal fine viene riportato l’esempio ai beni – agende,
oggetti di cancelleria, portafogli, e così via – di costo unitario inferiore alle cinquantamila lire [n.d.r.
50,00 euro] ceduti gratuitamente dalle imprese ai propri grossisti od agenti perché questi ne possano
fare omaggio alla clientela. Secondo Assonime, in tal caso, il riferimento al costo unitario eviterebbe l’ir-
ragionevole conseguenza dell’applicazione di due diverse discipline alle cessioni gratuite nei confronti dei
grossisti e degli agenti, che diversamente risulterebbero imponibili, e quelle nei confronti della cliente-
la, che rimarrebbero escluse.
21
Si veda, altresì, Alberti P. “Per le imprese, omaggi ai clienti con attenzione al valore del cesto natalizio”,
Il Quotidiano del Commercialista, www.eutekne.info, 10.12.2018.
6 TEMI ON LINE
Beni soggetti ad aliquote diverse
Con riferimento alle confezioni natalizie (o pasquali) contenenti beni soggetti ad aliquote
diverse, la C.M. 24.3.92 n. 19/440105, al fine di evitare che il soggetto passivo riporti in
fattura l’elenco analitico di tutti i prodotti inseriti nella confezione, consente di adottare
una procedura semplificata, a condizione che venga depositato, presso il competente uf-
ficio delle Entrate (compresa la comunicazione, per conoscenza, al Comando della Guar-
dia di Finanza), l’elenco aggiornato delle confezioni con la specificazione delle aliquote
applicabili ai singoli prodotti.
Se tale condizione risulta soddisfatta, la fattura emessa può riportare esclusivamente22:
• il tipo di confezione;
• il prezzo complessivo;
• gli importi imponibili alle diverse aliquote;
• il corrispondente ammontare dell’IVA;
• gli estremi dell’autorizzazione ministeriale;
• gli estremi dell’avvenuto deposito presso l’ufficio delle Entrate.
In proposito occorre segnalare come non risultino presenti ulteriori documenti di prassi
che, successivamente alla pubblicazione di tale risalente circolare, siano tornati ad espri-
mersi sulla questione. In assenza di ulteriori chiarimenti, la procedura dovrebbe, pertan-
to considerarsi tuttora valida.
22
Odetto G., Peirolo M. “IVA”, IPSOA, 2013, p. 65.
23
Sul punto si veda, altresì, Ricca F. “Sugli omaggi autoprodotti l’IVA scatta a prescindere dal valore”, Italia
Oggi, 9.11.2020, p. 10.
TEMI ON LINE 7
detrazione), ma, al contempo, prevede l’assoggettamento ad imposta all’atto della ces-
sione gratuita, impedendo così che i beni giungano al consumo detassati.
Si ritiene che, qualora all’atto dell’acquisto il soggetto passivo IVA sia già a conoscenza
del fatto che una partita di beni sarà destinata ad essere ceduta gratuitamente (ad esem-
pio perché si tratta di un prodotto ad hoc) può non detrarre la relativa imposta, in appli-
cazione dell’art. 19-bis1 lett. h) del DPR 633/72.
In tal caso, la successiva cessione gratuita è fuori dal campo di applicazione dell’IVA, a
prescindere dal valore del bene. In relazione a dette cessioni gratuite, il soggetto passivo
IVA non risulta, dunque, tenuto ad adempiere obblighi documentali o contabili, per quan-
to sia sempre consigliabile tenere evidenza documentale dei soggetti a cui i beni in paro-
la sono stati elargiti gratuitamente.
Le medesime considerazioni possono, altresì, valere nei casi in cui il soggetto passivo, pri-
ma di porre in essere l’omaggio, effettui una rettifica della detrazione originariamente ope-
rata ai sensi dell’art. 19-bis2 del DPR 633/72.
Per quanto attiene la detrazione dell’IVA, secondo quanto chiarito dalla C.M. 16.7.98
n. 188/E, “gli acquisti di beni destinati ad essere ceduti gratuitamente, la cui produzione o
commercio rientra nell’attività dell’impresa, non costituiscono spese di rappresentanza”. Tale
principio, già vigente anteriormente al DM 19.11.2008, pare applicabile anche ora24.
L’IVA assolta all’atto dell’acquisto è, pertanto, recuperabile, non trovando applicazione la
previsione di indetraibilità oggettiva di cui all’art. 19-bis1 co. 1 lett. h) del DPR 633/7225.
24
In tal senso, De Stefani L. “Gadget, non detraibili i costi superiori a 50 euro”, Il Sole - 24 Ore, 12.11.2014,
p. 6. Secondo l’Autore “È ancora valida l’indicazione della circolare 188/E del 16 luglio 1998, secondo la
quale l’acquisto di beni la cui produzione o il cui commercio non rientra nell’attività esercitata, finalizzato
alla cessione gratuita a terzi (quali clienti effettivi o potenziali, dipendenti dei propri clienti), è considerato
spesa di rappresentanza, a differenza dei cosiddetti beni propri omaggiati, che non sono mai spesa di
rappresentanza ai fini Iva”.
25
In dottrina è stato osservato come parrebbe corretto che il soggetto passivo si astenesse dall’operare
la detrazione dell’IVA nel caso in cui, al momento dell’effettuazione dell’acquisto del bene, fosse in
grado di prevederne la destinazione diversa rispetto a quella ordinaria (così, Ricca F. “Omaggi di rap-
presentanza, fino a 50 euro non si paga l’Iva”, Italia Oggi, 9.11.2015, p. 8).
La Corte di Cassazione, con sentenza 8.10.2014 n. 21182, con riguardo alla spettanza del diritto alla detra-
zione dell’IVA assolta all’atto dell’acquisto degli omaggi, ha precisato che non è sufficiente che l’inerenza
all’attività d’impresa sia desumibile dalla natura dei beni acquistati, con riguardo al contesto imprenditoriale
di riferimento. È, invece, necessario che il soggetto passivo provi l’inerenza all’attività d’impresa, indicando i
destinatari degli omaggi e dei motivi per i quali gli acquisti di tali beni dovrebbero considerarsi inerenti all’at-
tività d’impresa (Bana M. “Abbuoni, sconti, premi e omaggi”, La Settimana Fiscale, 42, 2014, p. 39).
8 TEMI ON LINE
2.3 CAMPIONI GRATUITI
In base all’art. 2 co. 3 lett. d) del DPR 633/72, sono escluse da IVA le cessioni gratuite di
campioni26 di modico valore appositamente contrassegnati27.
L’irrilevanza ai fini impositivi trova giustificazione nella circostanza che il costo connesso
a tali cessioni si configura quale spesa generale, incorporata nel prezzo dei beni ceduti28.
26
Secondo la Corte di Giustizia UE 30.9.2010 causa C-581/08, un campione costituisce “un esemplare di
un prodotto che è volto a promuovere le vendite di quest’ultimo e che consente di valutare le caratteristi-
che e le qualità di questo prodotto senza condurre ad un consumo finale diverso da quello inerente a sif-
fatte operazioni di promozione”. La normativa interna, inoltre, non può limitare detta nozione agli esem-
plari forniti in una forma non disponibile alla vendita o al primo di una serie di esemplari identici forniti
allo stesso destinatario, dovendo invece tenere conto sia della natura del prodotto, sia del contesto com-
merciale in cui si inserisce la distribuzione degli esemplari.
27
Secondo la ris. Agenzia delle Entrate 3.4.2003 n. 83, non è soggetta a IVA la cessione di campioni gratuiti di
beni, la cui produzione o il cui commercio rientri nell’attività propria dell’impresa, che, unitariamente con-
siderati, siano di modico valore, anche se il valore complessivo della fornitura sia di consistente entità.
28
Cfr. Mandò G., Mandò D. “Manuale dell’imposta sul valore aggiunto”, IPSOA, 2011, p. 26. Sulla tema-
tica si veda anche Ricca F. “Campioni gratuiti senza l’Iva”, Italia Oggi, 10.6.2013, p. 10.
29
Cfr. ris. Agenzia delle Entrate 83/2003.
30
Cfr. ris. Agenzia delle Entrate 83/2003.
31
Cfr. R.M. 19.11.73 n. 503097.
32
Cfr. Cass. 31.10.2018 n. 27795.
33
Non vi è una disposizione normativa che definisce il concetto di “modico valore”. È stato precisato che
deve farsi riferimento agli usi commerciali, restando in ogni caso esclusi dall’agevolazione i beni di va-
lore significativo. I campioni non devono essere necessariamente beni di dimensioni o di valore infe-
riori ai beni commercializzati dall’impresa, ma possono essere anche degli esemplari di detti beni (cfr.
R.M. 30.7.91 n. 430288, 7.2.91 n. 430047, 23.4.80 n. 381445 e 20.11.80 n. 360021).
Si veda anche la voce “Campioni gratuiti”, Guide Eutekne.
TEMI ON LINE 9
pioni, inoltre, non devono essere necessariamente beni di dimensione o di valore
inferiori ai beni commercializzati dall’impresa, potendo anche trattarsi di esemplari
dei suddetti beni.
34
Si veda Greco E. “Prestazioni gratuite sempre imponibili Iva in Italia”, Il Quotidiano del Commercialista,
www.eutekne.info, 21.12.2017.
35
Cfr. circ. Assonime 1.8.96 n. 89.
36
Cfr. Risposta a interpello Agenzia delle Entrate 15.7.2019 n. 237.
10 TEMI ON LINE
Sempre secondo Assonime37, a mero titolo esemplificativo, potranno essere considerate
prestazioni di servizi collegate alle finalità d’impresa:
• il consentire la partecipazione gratuita ad un convegno;
• la concessione da parte dei rivenditori di prodotti di spazi e attrezzature alla ditta
produttrice per la presentazione di nuovi beni;
• il servizio di domiciliazione gratuita delle bollette delle utenze reso dalle banche
ai correntisti;
• l’assistenza gratuita del comodante sui beni dallo stesso messi a disposizione del
comodatario.
Per quanto invece attiene alla detrazione dell’IVA assolta sugli acquisti di beni o servizi
impiegati per effettuare prestazioni di servizi gratuite, non si rinvengono precedenti di
prassi volti a dirimere la questione. Pur in assenza di chiarimenti, si è dell’avviso che in
linea di principio, possano trovare applicazione le medesime regole previste in tema di ces-
sione gratuita di beni, a seconda che rientrino o meno nell’attività propria d’impresa. Si
rimanda, dunque, ai precedenti § 2.1 e 2.2. per la trattazione della tematica.
Pertanto, in base alle citate disposizioni, le prestazioni di servizi gratuite:
• assumono rilevanza ai fini IVA se effettuate per finalità estranee all’attività d’im-
presa (sempreché abbiano un valore superiore a 50,00 euro e l’imposta assolta
“a monte” per effettuarle sia detraibile);
• risultano fuori campo IVA, per carenza del presupposto oggettivo, in tutti gli altri
casi.
Omaggi concessi dagli esercenti arti o professioni
Dal tenore letterale delle disposizioni relative alle prestazioni di servizi effettuate a titolo
gratuito, l’assoggettamento ad IVA dovrebbe riguardare le sole operazioni poste in es-
sere dai soggetti che operano in regime d’impresa.
Di conseguenza, le prestazioni gratuite di servizi effettuate da artisti e professionisti ri-
sulterebbero in ogni caso fuori campo IVA, in assenza di disposizioni che ne prevedano
l’imponibilità38.
Prestazioni gratuite rese nei confronti di soggetti UE ed extra-UE
Nei casi in cui la prestazione di servizi gratuita – rilevante ai fini IVA – viene resa
nei confronti di un soggetto UE o extra-UE, alla stessa dovrebbero applicarsi le disposi-
zioni in tema di territorialità previste dagli artt. 7-ter - 7-septies del DPR 633/72.
Pur in assenza di chiarimenti di prassi sul tema, il prestatore italiano sembrerebbe tenu-
to all’emissione di una fattura39 (ciò anche nelle ipotesi in cui la prestazione assuma rile-
vanza nello stato estero del committente), nonché al rilevamento della prestazione:
• nei modelli INTRASTAT (se effettuata nei confronti di un soggetto UE), al ricorrere
dei relativi presupposti40;
• nella comunicazione delle operazioni transfrontaliere (c.d. “esterometro”)41.
37
Cfr. circ. Assonime 1.8.96 n. 89.
38
Cfr. circ. Assonime 1.8.96 n. 89. Si veda anche la voce “Omaggi”, Guide Eutekne.
39
Cfr. art. 21 co. 6-bis del DPR 633/72.
40
Sulla tematica, si veda la voce “Intrastat”, Guide Eutekne.
41
Sulla tematica, si veda la voce “Comunicazione delle operazioni transfrontaliere”, Guide Eutekne. Sul
TEMI ON LINE 11
4 OBBLIGHI DOCUMENTALI
4.1 BASE IMPONIBILE
L’art. 13 co. 2 lett. c) del DPR 633/72 stabilisce che la base imponibile delle operazioni
effettuate a titolo gratuito è costituita:
• per le cessioni di beni, dal “prezzo di acquisto o, in mancanza, dal prezzo di costo dei
beni o di beni simili, determinati nel momento in cui si effettuano tali operazioni”. Inol-
tre, posto che, ai fini della determinazione della base imponibile, il prezzo d’acqui-
sto deve essere determinato al momento in cui si effettuano le cessioni gratuite,
l’Assonime42 ha sottolineato come sia opportuno tener conto anche delle spese
sostenute successivamente all’acquisto del bene (ad esempio per migliorie, ripa-
razioni o completamento) nonché del deprezzamento che il bene ha subito nel
tempo43;
• per le prestazioni di servizi, dalle “spese sostenute dal soggetto passivo per l’ese-
cuzione dei servizi medesimi”.
punto si evidenzia, altresì, che per effetto di quanto previsto dall’art. 1 co. 3-bis del DLgs. 127/2015, così
come modificato dall’art. 1 co. 1103 della L. 178/2020 e dall’art. 5 co. 14-ter del DL 146/2021, a decorrere
dall’1.7.2022, la comunicazione delle operazioni con controparti non stabilite in Italia (c.d. “esterometro”)
dovrà essere effettuata mediante il Sistema di Interscambio, trasmettendo i dati in formato XML (come
previsto per le fatture elettroniche), in base a quanto previsto dal provv. Agenzia delle Entrate 30.4.2018
n. 89757 (così come modificato dal provv. Agenzia delle Entrate 23.12.2021 n. 374343).
42
Circ. Assonime 13.10.2009 n. 42.
43
Sul punto, si veda anche Ricca F. “Regali aziendali, Iva poco generosa”, Italia Oggi, 9.11.2009, p. 14;
Balzanelli M., Sirri M. “Percorso possibile anche per gli omaggi”, Il Sole - 24 Ore, 22.7.2016, p. 22.
44
Sulla tematica, si veda anche la voce “Rivalsa”, Guide Eutekne.
12 TEMI ON LINE
cedente/prestatore sia nella sezione “Dati del cedente/prestatore” sia nella sezio-
ne “Dati del cessionario/committente”45, ed indicando “TD27” nel campo “tipo do-
cumento”46.
Tale documento, che va annotato esclusivamente nel registro IVA delle vendite47
ex art. 23 del DPR 633/72, può, poi, essere emesso:
− singolarmente per ciascuna cessione,
− ovvero mensilmente per tutte le cessioni effettuate nel mese;
• in alternativa, annotando, su un apposito “registro degli omaggi”48 tenuto a nor-
ma dell’art. 39 del DPR 633/72, l’ammontare globale dei prezzi d’acquisto dei be-
ni ceduti gratuitamente, riferite alle cessioni effettuate in ciascun giorno, distinte
per aliquota49.
Sebbene con riferimento alle modalità di certificazione dell’operazione la citata C.M. 27.4.73
n. 32/501388 si sia espressa con esclusivo riferimento alle cessioni gratuite di beni, si
ritiene che le procedure ivi previste possano essere applicate anche per le prestazioni di
servizi gratuite50.
45
Cfr. circ. Agenzia delle Entrate 17.6.2019 n. 14, § 6.4. Sul punto si veda, altresì, Bilancini L., Greco E.
“Numerazione progressiva anche per le autofatture elettroniche”, Il Quotidiano del Commercialista,
www.eutekne.info, 30.1.2019.
46
Sul punto si veda guida Agenzia delle Entrate alla compilazione delle fatture elettroniche e dell’estero-
metro, aggiornata al 30.9.2022, p. 26. In tale documento di prassi viene, altresì, specificato che qualo-
ra per la cessione gratuita il cedente eserciti il diritto di rivalsa, lo stesso dovrà indicare il tipo docu-
mento TD01 (o il TD24 in presenza di un DDT). Sul tema si veda, altresì, Bilancini L. “Nuovi codici per la
fattura elettronica”, Schede di Aggiornamento on line, 10, 2020; Bilancini L. “Fatture elettroniche per omag-
gi con codice TD27”, Il Quotidiano del Commercialista, www.eutekne.info, 15.12.2020
47
Cfr. in tal senso Cass. 4.8.92 n. 9254; circ. Agenzia delle Entrate 17.6.2019 n. 14, § 6.4 e guida Agenzia
delle Entrate 7.7.2021, p. 24 - 25.
48
Si veda anche la voce “Registro degli omaggi”, Guide Eutekne.
49
Cfr. Ricca F. “Omaggi mai imponibili perché o sgravati o già tassati a monte”, Italia Oggi, 19.11.2018, p. 9,
secondo l’autore, a seguito dell’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica (valido anche per le
autofatture), l’annotazione degli omaggi effettuati su apposito registro non sembrerebbe più ammissi-
bile, anche se viene auspicato un chiarimento dell’Agenzia delle Entrate a tal fine.
50
In tal senso, circ. Assonime 1.8.96 n. 89. Una conferma, seppur indiretta, sembrerebbe potersi ricavare
anche dalla guida Agenzia delle Entrate alla compilazione delle fatture elettroniche e dell’esterometro,
aggiornata al 30.9.2022, p. 26, nella quale viene specificato che Il codice “TD27” potrà essere adopera-
to anche per le prestazioni gratuite nell’ipotesi previste dall’art. 3 co. 3 del DPR 633/72.
51
Cfr. consulenza giuridica Agenzia delle Entrate 14.2.2022 n. 3/E, § 11.
TEMI ON LINE 13
Ad avviso dell’Amministrazione finanziaria, ciò dipenderebbe alle modifiche apportate al-
l’art. 2 co. 5 del DLgs. 127/2015 (ad opera dell’art. 1 co. 1109 lett. a) della L. 178/2020, il
quale, attualmente, obbliga gli esercenti a rilasciare all’acquirente un documento com-
merciale o una fattura all’atto dell’ultimazione di ogni operazione (anche qualora non vi
sia un esborso di denaro), non risultando ammissibili alternative.
Di conseguenza, per le operazioni al dettaglio soggette a memorizzazione e trasmissio-
ne dei corrispettivi dovrebbe essere consentita l’emissione della sola autofattura singola
(e non anche di quella “mensile”), mentre non parrebbe più ammissibile il ricorso al regi-
stro degli omaggi52.
Sul punto si evidenzia, inoltre, come, avendo riguardo alle operazioni effettuate a partire
dall’1.1.2022, la trasmissione dei corrispettivi avviene utilizzando la versione 7.0 del trac-
ciato di invio dei dati (approvata con provv. Agenzia delle Entrate 20.12.2019 n. 1432217 e
successivamente aggiornata53, in cui dovrà essere valorizzato il blocco “4 <DatiRT>” -
“4.1.14 <NonRiscossoOmaggio>”.
In proposito è stato chiarito54 che nel citato campo andrà indicato l’ammontare totale
dei corrispettivi non riscossi per omaggi, da includere nell’ammontare imponibile totale
da assoggettare ad IVA rappresentato dal campo 4.1.6 <ImportoParziale> (l’importo de-
ve essere al netto dell’IVA.
A tal fine, risultano ricomprese tutte le operazioni imponibili, non imponibili, esenti, escluse
o non soggette (per le quali in sede di registrazione occorrerà indicare correttamente il
codice natura corrispondente). Tra le operazioni che assumono rilevanza, rientrano, altresì,
le prestazioni di servizi gratuite55.
È stato, altresì chiarito56 che nel Blocco 4 <DatiRT> - 4.1.2 <Natura> risulterà possibile
utilizzare il codice “N2” per le seguenti operazioni:
• le cessioni gratuite di beni la cui produzione o il cui commercio non rientra nel-
l’attività propria dell’impresa se di costo unitario non superiore a 50,00 euro (art.
2 co. 2 n. 4 del DPR 633/72;
• le cessioni gratuite di beni per i quali non sia stata operata, all’atto dell’acquisto o
dell’importazione, la detrazione dell’imposta a norma dell’art. 19 del DPR 633/72,
anche se per effetto dell’opzione di cui all’art. 36-bis del DPR 633/72 (art. 2 co. 2
n. 4 del DPR 633/72;
• le cessioni di campioni gratuiti di modico valore appositamente contrassegnati
(art. 2 co. 3 lett. d) del DPR 633/72.
52
Sul punto si veda Cosentino C. “Omaggi nel commercio al minuto con fattura o documento commer-
ciale”, Il Quotidiano del Commercialista, www.eutekne.info, 23.5.2022; Ricca F. “Registro omaggi non per
tutti”, Italia Oggi, p. 28, 15.2.2022; Ricca F. “I commercianti al dettaglio sono alle prese col rebus degli
omaggi”, Italia Oggi, 24.10.2022, p. 8.
53
Sul punto si vedano Bilancini L., Cosentino C. “Invio dei corrispettivi per operazioni del 2022 col vec-
chio tracciato con sanzioni”, Il Quotidiano del Commercialista, www.eutekne.info, 15.2.2022.
54
Cfr. consulenza giuridica Agenzia delle Entrate 14.2.2022 n. 3/E, § 11.
55
Per approfondimenti si rinvia a Cissello A., Cosentino C. “Corrispettivi telematici”, Schede di Aggiorna-
mento on line, 10, 2022.
56
Cfr. consulenza giuridica Agenzia delle Entrate 14.2.2022 n. 3/E, § 2.
14 TEMI ON LINE
Registrazione delle cessioni gratuite di beni
Secondo la Corte di Cassazione57, anche se imponibili IVA, le cessioni gratuite non vanno
annotate nel registro degli acquisti. In tal caso, infatti, “i «corrispettivi» relativi al valore dei be-
ni ceduti gratuitamente incrementano illegittimamente l’imposta detraibile; anziché essere calc-
olata nella misura «dovuta» la dichiarazione di imposta si determina in un ammontare inferiore”.
Le cessioni in oggetto vanno, quindi, registrate esclusivamente “a debito”58, in modo che
il valore dei beni concorra alla formazione dell’imponibile, da riportare nella dichiarazione
annuale.
57
Cfr. Cass. 4.8.92 n. 9254.
58
Cfr. circ. Agenzia delle Entrate 17.6.2019 n. 14.
59
Cfr. R.M. 16.10.90 n. 666305.
60
Si veda la risposta a interpello Agenzia delle Entrate 18.5.2022 n. 273.
61
Sul tema si veda, altresì, Cosentino C., Silvestro D. “Non imponibile il coupon per i servizi dell’app per
accedere alla prestazione sanitaria”, Il Quotidiano del Commercialista, www.eutekne.info, 19.5.2022.
62
Si veda la risposta a interpello Agenzia delle Entrate 18.5.2022 n. 273.
TEMI ON LINE 15
Se gli omaggi sono, invece, rappresentati da beni oggetto dell’attività d’impresa63:
• spetta la detrazione dell’imposta;
• la cessione gratuita è imponibile ex art. 2 co. 2 n. 4 del DPR 633/72.
63
Così come chiarito dalla giurisprudenza, cfr. Cass. 12.2.2020 n. 3387, la fornitura di indumenti ai dipen-
denti non sembrerebbe configurare un’ipotesi di cessione gratuita imponibile ai fini IVA di cui all’art. 2
co. 2 n. 4 del DPR 633/72, così come la somministrazione dei pasti ai dipendenti da parte del datore di
lavoro. Tali prestazioni dovrebbero, infatti, essere ricomprese tra gli obblighi contrattuali assunti dall’im-
prenditore, il quale si impegna a fornire ai propri dipendenti l’abbigliamento al pari delle altre strumen-
tazioni di lavoro o dei pasti. Tali forniture sono, pertanto, caratterizzate da peculiari connotati che le fanno
differire da una cessione gratuita, integrando piuttosto una messa a disposizione dei dipendenti di stru-
menti da lavoro per la quale risulta di fatto impossibile la rivalsa nei confronti del personale.
64
In senso conforme, Delle Chiare F., Manca F., Orsatti M. “Adempimenti IVA e doganali nei rapporti con
l’estero”, IPSOA, 2014, p. 534; Greco E., La Grutta S. “Tassati in Italia gli omaggi nelle vendite a distan-
za intra-Ue”, Il Quotidiano del Commercialista, www.eutekne.info, 16.9.2015.
16 TEMI ON LINE
Peraltro, il destinatario dell’omaggio non sarà tenuto alla comunicazione dell’operazione
ai fini INTRASTAT65.
65
Cfr. C.M. 23.2.94 n. 13-VII-15-464, § 15.1 e circ. Agenzia delle Entrate 6.8.2010 n. 43, § 2. Sul punto si
vedano anche Munk R., Tedeschi G. “Il trattamento contabile e fiscale degli omaggi alla luce delle no-
vità in materia di spese di rappresentanza”, Il fisco, 43, 2009, p. I/7092; Odetto G., Peirolo M. “Nuovi mo-
delli INTRASTAT”, Schede di Aggiornamento on line, 11, 2010; Digregorio Natoli S. “Regime IVA delle ope-
razioni gratuite”, Il fisco, 7, 2011, p. I/1018 ss.
66
Cfr. circ. Agenzia delle Entrate 13.7.2022 n. 26 e risposta a interpello Agenzia delle Entrate 27.3.2019 n. 85.
67
Sul tema si veda Greco E. “Cambiano i dati nell’esterometro da inviare via SdI”, Il Quotidiano del Com-
mercialista, www.eutekne.info, 12.7.2022.
68
In senso conforme, R.M. 4.12.75 n. 520657; in senso contrario, tuttavia, si vedano ris. Agenzia delle En-
trate 5.5.2005 n. 58 e C.M. 15.7.99 n. 156/E. Per approfondimenti, Peirolo M. “Cessioni all’esportazione”,
in “Manuale dell’IVA nei rapporti con l’estero”, Manuali, Eutekne, 2013, p. 155 ss.
69
Sulla tematica, si veda anche la voce “Esportazioni”, Guide Eutekne.
TEMI ON LINE 17
Mancando però il corrispettivo, è prudente non conteggiare tali operazioni ai fini del cal-
colo del plafond e della determinazione dello status di esportatore abituale70.
Essendo qualificabili come cessioni all’esportazione, le cessioni in commento devono os-
servare tutti gli adempimenti previsti71. In particolare, le cessioni gratuite di beni che rien-
trano nell’attività propria dell’impresa comportano l’emissione della relativa fattura, con
indicazione72:
• del titolo di non imponibilità;
• dell’annotazione che trattasi di beni ceduti a titolo gratuito;
• della valorizzazione al prezzo di acquisto o di costo73.
Beni non oggetto dell’attività d’impresa
Laddove, invece, si tratti di beni non prodotti o commercializzati dall’impresa, occorrerà
effettuare un’ulteriore distinzione in base al valore unitario dei beni. In particolare74:
• le esportazioni gratuite di beni di valore unitario superiore a 50,00 euro configu-
rano, analogamente a quanto sopra esposto con riferimento ai beni di propria
produzione o commercio, un’operazione di cessione all’esportazione;
• le cessioni di beni di valore unitario non superiore a tale soglia costituiscono, in-
vece, operazioni escluse da IVA (per le quali, tra l’altro, la detrazione IVA sugli ac-
quisti di beni e servizi impiegati nell’operazione è consentita per effetto dell’art. 19
co. 3 del DPR 633/72). Nessun adempimento, conseguentemente, è previsto in
materia di fatturazione, registrazione, liquidazione e dichiarazione (devono, inve-
ce, essere assolti gli adempimenti in materia di documenti di trasporto e di accom-
pagnamento).
In quest’ultima ipotesi occorre presentare in dogana esclusivamente una lista valoriz-
zata, su propria carta intestata, nella quale devono essere indicati la tipologia di beni, la
loro quantità, nonché, ai fini dell’espletamento della pratica doganale, il loro valore75.
70
Tale conclusione trova riscontro nella C.M. 15.7.99 n. 156/E, secondo cui i beni inviati in Stati extra-UE,
in assenza di un corrispettivo per la cessione, non concorrono alla formazione del plafond per l’espor-
tatore abituale (Ricca F. “Regali aziendali, Iva poco generosa”, Italia Oggi, 9.11.2009, p. 14; D’Alfonso F.
“Niente plafond per le cessioni gratuite di beni a clienti extra Ue”, Il Quotidiano del Commercialista,
www.eutekne.info, 4.11.2014).
71
In senso contrario, si veda Ricca F. “Per gli invii extraUE non è previsto un trattamento ad hoc”, Italia Oggi,
9.11.2020, p. 10. Secondo l’autore l’operazione rappresenterebbe un’esportazione ai soli fini doganali, in
quanto l’imposizione scatterebbe al momento del prelievo del bene da parte dell’impresa (assimilato ad
una cessione onerosa), rendendo, quindi, ininfluente il successivo trasferimento gratuito.
72
Cfr. Munk R., Tedeschi G. “Il trattamento contabile e fiscale degli omaggi alla luce delle novità in ma-
teria di spese di rappresentanza”, Il fisco, 43, 2009, p. I/7092.
73
Sul punto, si veda il precedente § 4.1.
74
D’Alfonso F. “Niente plafond per le cessioni gratuite di beni a clienti extra Ue”, Il Quotidiano del Commer-
cialista, www.eutekne.info, 4.11.2014.
75
D’Alfonso F. “Niente plafond per le cessioni gratuite di beni a clienti extra Ue”, Il Quotidiano del Commer-
cialista, www.eutekne.info, 4.11.2014.
18 TEMI ON LINE
sere riportate nella Comunicazione delle operazioni transfrontaliere di cui all’art. 1 co. 3-
bis del DLgs. 127/2015.
Le cessioni all’esportazione ex art. 8 co. 1 lett. a) e b) del DPR 633/72, risultano, infatti,
escluse da tale obbligo, in quanto documentate mediante bolletta doganale76. I dati delle
suddette operazioni possono, quindi, essere acquisiti dall’Amministrazione finanziaria me-
diante la dichiarazione doganale77.
76
Cfr. circ. Agenzia delle Entrate 13.7.2022 n. 26, § 2.3, risposta a interpello Agenzia delle Entrate 24.4.2019
n. 130 e circ. Assonime 13.12.2018 n. 26.
77
È stato osservato che, nel caso delle esportazioni, la bolletta doganale potrebbe non contenere i me-
desimi dati che sono contenuti sulla fattura di cessione ex art. 8 del DPR 633/72, tant’è che ai fini del-
l’IVA è richiesta l’annotazione delle fatture emesse (e non delle bollette doganali, come avviene invece
per la registrazione degli acquisti corrispondenti a importazioni di beni). Cfr. Bilancini L., Greco E. “Non
c’è obbligo di invio di operazioni transfrontaliere per gli identificati IVA”, Il Quotidiano del Commerciali-
sta, www.eutekne.info, 14.12.2018.
78
Il DLgs. 141/2018, entrato in vigore il 29.12.2018, ha recepito nell’ordinamento nazionale la direttiva
2016/1065/UE. Prime riflessioni sulle eventuali interazioni tra le disposizioni di cui alla c.d. “direttiva voucher”
(direttiva 2016/1065) e le previsioni che regolano altre fattispecie quali, ad esempio, i mezzi di pagamento,
gli “utility token”, ecc. sono state fornite dal Comitato IVA della UE con i working papers 13.11.2019 n. 983,
21.2.2020 n. 993 e 19.10.2020 n. 1001.
L’introduzione di tali disposizioni risponde alla necessità di garantire, a livello comunitario, un tratta-
mento IVA “uniforme e certo, assicurare la coerenza con i principi di un’imposta generale sui consumi
esattamente proporzionale al prezzo dei beni e dei servizi ed evitare incoerenze, distorsioni della con-
correnza, la doppia imposizione o la non imposizione e di ridurre il rischio dell’elusione fiscale” (secon-
do considerando della direttiva 2016/1065).
Le norme preesistenti che regolano il momento e il luogo delle cessioni di beni e delle prestazioni di
servizi, la base imponibile, l’esigibilità e il diritto a detrazione sono state ritenute dal Consiglio UE non
“sufficientemente chiare o esaustive da garantire un trattamento fiscale coerente delle operazioni che
comportano l’utilizzo di buoni, con conseguenze indesiderabili per il buon funzionamento del mercato
interno” (primo considerando della direttiva 2016/1065).
TEMI ON LINE 19
La ridefinizione delle norme in materia di buoni corrispettivo si è resa necessaria anche
in considerazione della sempre più ampia diffusione dei voucher, aventi varie finalità, ul-
teriori rispetto alle spese di rappresentanza, quali le manifestazioni a premio, i program-
mi di welfare aziendale79, le campagne commerciali, ecc.80.
È tuttavia necessario precisare che gli artt. 6-bis, 6-ter e 6-quater non prevedono dero-
ghe alla disciplina applicabile alle cessioni di beni e alle prestazioni di servizi acquisibili
mediante l’utilizzo (il riscatto) dei buoni-corrispettivo. Esse, infatti, sono essenzialmente
volte a individuare il momento in cui dette operazioni si considerano effettuate81.
79
I programmi di welfare aziendale esulano dal presente lavoro.
80
Cfr. circ. Assonime 4.3.2019 n. 6.
81
Cfr. Relazione illustrativa di accompagnamento al DLgs. 141/2018.
82
Cfr. circ. Assonime 4.3.2019 n. 6.
83
Cfr. art. 30-bis della direttiva (CE) 28.11.2006 n. 112.
84
Sia i buoni monouso quanto i buoni multiuso, secondo Assonime (cfr. circ. Assonime 4.3.2019 n. 6 p. 8).
20 TEMI ON LINE
Conformemente a quanto disposto nella normativa comunitaria, gli artt. 6-ter e 6-quater
del DPR 633/72 prevedono due diverse tipologie di buoni-corrispettivo:
• i buoni-corrispettivo “monouso”;
• i buoni-corrispettivo “multiuso”.
Nello specifico, ciò che rileva ai fini della distinzione è la disponibilità, al momento del-
l’emissione del buono-corrispettivo, di tutte le informazioni necessarie per l’assogget-
tamento ad IVA delle operazioni cui dà diritto. Cosicché, al variare della natura dei buoni-
corrispettivo, varia il trattamento IVA del trasferimento e dell’utilizzo degli stessi85.
85
Cfr. risposta a interpello Agenzia delle Entrate 29.7.2021 n. 523; Sul tema si veda, altresì, Cosentino C.,
La Grutta S. “Il voucher monouso passa dal documento commerciale”, Il Quotidiano del Commercialista,
www.eutekne.info, 8.10.2021.
86
Cfr. risposte a interpello Agenzia delle Entrate 12.12.2019 n. 519 e 23.1.2020 n. 10.
87
Cfr. risposta a interpello Agenzia delle Entrate 6.8.2021 n. 535; si veda, altresì, Bilancini L. “Il voucher per la
banda ultra larga è un buono corrispettivo monouso”, Il Quotidiano del Commercialista, www.eutekne.info,
21.8.2021.
TEMI ON LINE 21
7.3 BUONI-CORRISPETTIVO “MULTIUSO”
Ai sensi dell’art. 6-quater del DPR 633/72, un buono-corrispettivo si considera “multiu-
so” se la disciplina applicabile, ai fini IVA, alla cessione di beni o alla prestazione di servizi
cui il buono-corrispettivo dà diritto non è nota al momento della sua emissione (ad esem-
pio perché è possibile utilizzare il buono presso un dettagliante che cede beni soggetti ad
aliquote IVA diverse)88.
Pertanto, diversamente da quanto avviene per i buoni-corrispettivo “monouso”, l’emis-
sione ed il trasferimento di un buono-corrispettivo “multiuso” non “anticipano” l’effet-
tuazione della relativa cessione di beni o prestazione di servizi.
L’emissione e il trasferimento di un buono-corrispettivo “multiuso”, antecedente l’accet-
tazione dello stesso come corrispettivo o parziale corrispettivo dell’operazione, non so-
no quindi rilevanti ai fini IVA89.
L’operazione si considera effettuata soltanto nel momento in cui il buono è riscattato,
dando luogo ad una cessione di beni o una prestazione di servizi. L’esigibilità dell’impo-
sta sorge secondo le ordinarie regole di cui all’art. 6 del DPR 633/72, ossia:
• all’atto della consegna o spedizione dei beni mobili, salvo non intervenga prima il
pagamento;
• all’atto del pagamento del corrispettivo dei servizi.
L’art. 6-quater specifica che il fornitore deve assumere l’accettazione del buono come
pagamento (anche parziale) del corrispettivo dei beni ceduti o dei servizi resi.
Conclusivamente, nel caso dei buoni-corrispettivo “multiuso”, dunque, l’imposta diviene
esigibile soltanto con il riscatto del buono-corrispettivo, in quanto, anteriormente a tale
momento, non sono noti i beni o servizi per cui sarà speso.
Tale impostazione, peraltro, trova fondamento nei principi della giurisprudenza della Corte
di Giustizia UE, secondo cui non è ammesso l’assoggettamento ad IVA delle somme ver-
sate per cessioni di beni o prestazioni di servizi laddove tali operazioni non siano chia-
ramente individuate (Corte di Giustizia UE 21.2.2006 causa C-419/02, Bupa Hospital e
Corte di Giustizia UE 16.12.2010 causa C-270/09, Mac Donald Resort).
Base imponibile
Il co. 5-bis dell’art. 13 del DPR 633/72 definisce la base imponibile delle operazioni ef-
fettuate mediante l’utilizzo di buoni-corrispettivo “multiuso”90. Essa è pari al corrispet-
tivo dovuto per il buono-corrispettivo medesimo.
88
Cfr. Corte di Giustizia UE 28.4.2022 causa C-637/20, DSAB Destination Stockholm AB (si veda, altresì, a
commento Cosentino C. “Le citycard possono essere voucher ai fini IVA”, Il Quotidiano del Commercia-
lista, www.eutekne.info, 29.4.2022); risposta a interpello Agenzia delle Entrate 3.3.2021 n. 147 (si veda,
altresì, a commento, Redazione “La carta regalo è inquadrabile quale buono multiuso”, Il Quotidiano del
Commercialista, www.eutekne.info, 4.3.2021); consulenza giuridica Agenzia delle Entrate 5.7.2021 n. 10
(si veda, altresì, a commento, Redazione “Voucher per i viaggi annullati per COVID come buoni multiu-
so ai fini IVA”, Il Quotidiano del Commercialista, www.eutekne.info, 6.7.2021).
89
Cfr. risposta a interpello Agenzia delle Entrate 27.7.2021 n. 512; si veda altresì Redazione “Il pagamento
«anticipato» del voucher multiuso non rileva ai fini IVA”, Il Quotidiano del Commercialista, www.eutekne.info,
28.7.2021.
90
Nulla viene specificato, invece, con riguardo ai buoni-corrispettivo “monouso”.
22 TEMI ON LINE
In assenza di informazioni su tale corrispettivo, la base imponibile sarà pari al valore mo-
netario del buono-corrispettivo, al netto dell’IVA applicata ai beni o ai servizi.
Mancato utilizzo
Nel caso in cui il buono-corrispettivo “multiuso” non sia utilizzato per l’intero importo,
ma soltanto parzialmente, la base imponibile della relativa cessione di beni o presta-
zione di servizi sarà pari alla parte di corrispettivo o alla parte del valore monetario del
buono-corrispettivo utilizzata.
La direttiva 2016/1065/UE in materia di voucher91, nonché la Relazione illustrativa al ci-
tato DLgs. 141/2018 (con il quale è stata recepita tale direttiva nel nostro ordinamento),
non contengono, invece, indicazioni per le ipotesi in cui il buono multiuso non venga ri-
scattato durante il periodo di validità, con conseguente conservazione del corrispettivo
della cessione di beni o della prestazione di servizi in esso inclusa in capo al fornitore de-
gli stessi beni o servizi.
Sul punto è intervenuta l’Amministrazione finanziaria92, la quale ha chiarito che nell’ipo-
tesi in cui il cliente, pur avendo prenotato il servizio (e identificato così il fornitore), non
fruisca effettivamente della prestazione, ai fini IVA, la società fornitrice – nel momento
in cui incassa le somme dall’emittente – non risulterà tenuta a porre in essere alcun
adempimento. In tale ipotesi, infatti, non risulterebbe eseguita alcuna prestazione, né tan-
tomeno un pagamento da parte del cliente al fornitore (tramite consegna del voucher)93.
Servizi di distribuzione
L’art. 6-quater del DPR 633/72 disciplina anche il trattamento IVA dei servizi di distri-
buzione (e simili) riguardanti i buoni-corrispettivo “multiuso”, stabilendo che tali servizi
sono autonomamente rilevanti ai fini dell’imposta, vale a dire che sono imponibili indi-
pendentemente dall’operazione resa tramite l’utilizzo del buono-corrispettivo.
Si precisa che i servizi di distribuzione cui si fa riferimento sono quelli relativi ai trasferi-
menti dei buoni-corrispettivo diversi da quelli che intercorrono tra il soggetto che effet-
tua le operazioni imponibili e i soggetti nei cui confronti tali operazioni sono effettuate.
Per quanto concerne la determinazione della relativa base imponibile, l’art. 13 co. 5-bis
del DPR 633/72 dispone che, qualora non sia stabilito un corrispettivo specifico, la base
imponibile dei servizi di distribuzione, comprensiva dell’imposta, è pari alla differenza tra
il valore monetario del buono-corrispettivo e l’importo dovuto per il trasferimento del
buono-corrispettivo medesimo.
7.4 ESCLUSIONI
Sulla base delle indicazioni fornite nei considerando della direttiva 2016/1065/UE, sono
esclusi dall’ambito di applicazione della nuova disciplina:
91
Dodicesimo considerando della direttiva 2016/1065.
92
Cfr. risposta a interpello Agenzia delle Entrate 23.12.2020 n. 617.
93
Sul tema si veda, altresì, Cosentino C. “Il voucher «multiuso» non riscattato non rileva ai fini IVA”, Il Quoti-
diano del Commercialista, www.eutekne.info, 24.12.2020.
TEMI ON LINE 23
• gli strumenti di pagamento, i quali sono già oggetto di una specifica normativa e
si distinguono dai buoni-corrispettivo in quanto non includono il diritto di ricevere
beni o servizi, bensì hanno quale unica finalità quella di effettuare il pagamento94;
• i buoni sconto, i quali, pur attribuendo il diritto a ottenere sconti sull’acquisto di
beni o servizi, non danno diritto a ricevere tali beni o servizi95;
• i titoli di trasporto, i biglietti di ingresso a cinema e musei, i francobolli e altri titoli
similari96.
Non rientrano nella definizione di “buoni-corrispettivo” neanche97:
• i “buoni pasto” che continuano ad essere regolati dalla disciplina prevista per i ser-
vizi sostitutivi di mensa aziendale;
• le ricariche telefoniche soggette al regime monofase ex art. 74 del DPR 633/72.
94
Sesto considerando della direttiva 2016/1065.
95
Quarto considerando della direttiva 2016/1065; cfr., altresì, risposta a interpello Agenzia delle Entrate
15.12.2020 n. 592.
96
Quinto considerando della direttiva 2016/1065; cfr, altresì, risposta a interpello Agenzia delle Entrate
25.1.2022 n. 52.
97
Cfr. Analisi tecnico-normativa (A.T.N.) dello schema di decreto legislativo per l’attuazione della diretti-
va del Consiglio 27.6.2016 n. 2016/1065, recante modifiche della direttiva 28.11.2006 n. 2006/112/CE,
per quanto riguarda il trattamento dei buoni-corrispettivo (G.U.UE 1.7.2016 n. L 177).
98
Sul tema si veda, altresì, Cosentino C. “Più chiara la gestione dei buoni-corrispettivo nel commercio al
dettaglio”, Il Quotidiano del Commercialista, www.eutekne.info, 4.4.2022.
99
Sul punto si vedano Bilancini L., Cosentino C. “Invio dei corrispettivi per operazioni del 2022 col vecchio
tracciato con sanzioni”, Il Quotidiano del Commercialista, www.eutekne.info, 15.2.2022.
100
Per i buoni corrispettivo risulta, invece, escluso l’utilizzo del blocco “4.2.5 <Ticket>”.
101
Cfr. consulenza giuridica Agenzia delle Entrate 14.2.2022 n. 3/E, § 8.
24 TEMI ON LINE
al cedente/prestatore) di buoni corrispettivo c.d. “monouso” (situazioni nelle quali l’ope-
razione si considera effettuata ai fini IVA in un momento precedente alla consegna del
bene o al completamento della prestazione102).
Di conseguenza103, la valorizzazione del citato campo “4.1.9 <BeniInSospeso>” è richie-
sta in tutti quei casi in cui vi sia coincidenza tra l’emittente del buono “monouso” ed il
soggetto che cede il bene/presta il servizio.
Nell’ipotesi in cui, invece, non vi sia coincidenza tra il soggetto che ha emesso il buono
“monouso” ed il soggetto che cede il bene/presta il servizio (esercente), quest’ultimo sa-
rà comunque tenuto ad emettere un documento commerciale riportando l’imponibile del
corrispettivo non riscosso, per effetto del riscatto del buono “monouso”, nel campo
“4.1.9<BeniInSospeso>”.
Successivamente, il medesimo esercente potrà emettere nei confronti dell’emittente del
buono una fattura per la riscossione del corrispettivo del bene ceduto/prestazione pre-
stata104.
102
Cfr. gli artt. 6 co. 4 e 6-ter del DPR 633/72.
103
Cfr. consulenza giuridica Agenzia delle Entrate 14.2.2022 n. 3/E, § 8.
104
Per effetto di quanto previsto dall’art. 6-ter co. 3 del DPR 633/72, infatti, la cessione di beni o la presta-
zione di servizi a cui il buono-corrispettivo monouso dà diritto, se effettuata da un soggetto diverso da
quello che ha emesso detto buono-corrispettivo, è rilevante ai fini dell'imposta sul valore aggiunto e si
considera resa nei confronti del soggetto che ha emesso il buono-corrispettivo.
105
Per i buoni corrispettivo risulta, invece, escluso l’utilizzo del blocco “4.2.5 <Ticket>”.
106
Cfr. consulenza giuridica Agenzia delle Entrate 14.2.2022 n. 3/E, § 14.
107
Cfr. consulenza giuridica Agenzia delle Entrate 14.2.2022 n. 3/E, § 14.
108
Per effetto di quanto previsto dall’art. 6-quater del DPR 633/72, infatti, il momento impositivo IVA si ve-
rifica alla presentazione del buono “multiuso” quale pagamento del bene/servizio acquistato, risultan-
do indifferente, sotto tale profilo, se l'emittente il buono sia lo stesso cedente/prestatore o un terzo.
TEMI ON LINE 25
7.6 DISCIPLINA PREVIGENTE
Come detto le nuove disposizioni si applicano ai buoni-corrispettivo emessi successiva-
mente al 31.12.2018 (art. 2 del DLgs. 141/2018).
Per i buoni-corrispettivo emessi anteriormente a tale data, invece, dovrebbero rimanere
validi i chiarimenti forniti in via di prassi dall’Amministrazione finanziaria, la quale, in li-
nea generale, ha qualificato i buoni-corrispettivo come documenti di legittimazione, con-
siderando, perciò, rilevante ai fini IVA soltanto il riscatto del buono-corrispettivo e irrile-
vanti, ai sensi dell’art. 2 co. 3 lett. a) del DPR 633/72, l’emissione e il trasferimento dei
buoni-corrispettivo stessi (cfr. ris. Agenzia delle Entrate 22.2.2011 n. 21 e, con riguardo
ai buoni-carburante, circ. Agenzia delle Entrate 30.4.2018 n. 8).
Dottrina
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Commercialista, www.eutekne.info, 10.12.2018
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Bana M. “Abbuoni, sconti, premi e omaggi”, La Settimana Fiscale, 42, 2014, p. 39
Bilancini L. “Il voucher per la banda ultra larga è un buono corrispettivo monouso”, Il Quotidiano del Com-
mercialista, www.eutekne.info, 21.8.2021
Bilancini L. “Fatture elettroniche per omaggi con codice TD27”, Il Quotidiano del Commercialista, www.eutekne.info,
15.12.2020
Bilancini L. “Nuovi codici per la fattura elettronica”, Schede di Aggiornamento on line, 10, 2020
Bilancini L. “Il voucher per il tour è un buono corrispettivo monouso”, Il Quotidiano del Commercialista,
www.eutekne.info, 27.7.2019
Bilancini L., Cosentino C. “Invio dei corrispettivi per operazioni del 2022 col vecchio tracciato con sanzio-
ni”, Il Quotidiano del Commercialista, www.eutekne.info, 15.2.2022
Bilancini L., Greco E. “Numerazione progressiva anche per le autofatture elettroniche”, Il Quotidiano del
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Cosentino C. “Più chiara la gestione dei buoni-corrispettivo nel commercio al dettaglio”, Il Quotidiano del
Commercialista, www.eutekne.info, 4.4.2022
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Cosentino C., La Grutta S. “Il voucher monouso passa dal documento commerciale”, Il Quotidiano del Com-
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TEMI ON LINE 27
Giurisprudenza
Corte di Giustizia UE 28.4.2022 causa C-637/20 (DSAB Destination Stockholm AB)
Cass. 12.2.2020 n. 3387
Cass. 31.10.2018 n. 27795
Cass. 29.7.2015 n. 16030
Corte di Giustizia UE 30.9.2010 causa C-581/08
Cass. 4.8.92 n. 9254
Chiarimenti di categoria
Circ. Assonime 4.3.2019 n. 6
Circ. Assonime 13.10.2009 n. 42
Circ. CNDCEC 27.4.2009 n. 9/IR
Circ. Assonime 9.4.2009 n. 16
Circ. Assonime 1.8.96
Chiarimenti ufficiali
Circ. Agenzia delle Entrate 13.7.2022 n. 26
Risposta a interpello Agenzia delle Entrate 18.5.2022 n. 273
Consulenza giuridica Agenzia delle Entrate 14.2.2022 n. 3/E
Risposta a interpello Agenzia delle Entrate 25.1.2022 n. 52
Risposta a interpello Agenzia delle Entrate 6.8.2021 n. 535
Risposta a interpello Agenzia delle Entrate 29.7.2021 n. 523
Risposta a interpello Agenzia delle Entrate 27.7.2021 n. 512
Guida Agenzia delle Entrate 7.7.2021
Consulenza giuridica Agenzia delle Entrate 5.7.2021 n. 10
Risposta a interpello Agenzia delle Entrate 3.3.2021 n. 147
Risposta a interpello Agenzia delle Entrate 23.12.2020 n. 617
Risposta a interpello Agenzia delle Entrate 15.12.2020 n. 592
Risposta a interpello Agenzia delle Entrate 23.1.2020 n. 10
Risposta a interpello Agenzia delle Entrate 12.12.2019 n. 519
Circ. Agenzia delle Entrate 17.6.2019 n. 14
Risposta a interpello Agenzia delle Entrate 26.7.2019 n. 324
Risposta a interpello Agenzia delle Entrate 15.7.2019 n. 237
Risposta a interpello Agenzia delle Entrate 27.3.2019 n. 85
Ris. Agenzia delle Entrate 22.2.2011 n. 21
Circ. Agenzia delle Entrate 22.7.2009 n. 39
Circ. Agenzia delle Entrate13.7.2009 n. 34
Ris. Agenzia delle Entrate 6.6.2008 n. 228
Ris. Agenzia delle Entrate 3.4.2003 n. 83
Circ. Agenzia delle Entrate 18.6.2001 n. 57 (§ 8.1)
C.M. 24.12.97 n. 328 (§ 3.4)
C.M. 16.7.98 n. 188/E
C.M. 3.8.79 n. 25/364695