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Agricoltura 4.

0: il nuovo credito d’imposta 2020 esteso anche alle imprese


agricole
di Pietro Toso
Dottore commercialista in Brescia

La Legge di Bilancio 2020 (Legge 27 dicembre 2019, n.160) è intervenuta sulla disciplina degli incentivi
fiscali previsti dal Piano nazionale Impresa 4.0 “trasformando”, tra l’altro, le precedenti agevolazioni per
super-ammortamento e iper-ammortamento in un credito d’imposta.
Questo beneficio è rivolto principalmente alle piccole e medie imprese in quanto l’agevolazione viene
stabilita in funzione del valore investito. Il credito spettante alle imprese è più elevato per la prima soglia,
diminuendo con l’aumentare del valore degli ulteriori investimenti.
L’obiettivo del legislatore, spinto a premiare le piccole e medie imprese, è far leva su una moltitudine di
soggetti che nell’insieme rappresentano una quota considerevole dell’economia italiana, stimolando i
consumi interni e ottenendo così un ritorno economico.
Il legislatore ha così introdotto una novità di rilievo anche per il settore agricolo visto che trova
applicazione anche per quelle imprese che non determinano il reddito in modo analitico (imprese agricole
ex art. 32 del TUIR o forfettari per le attività connesse, come agriturismo, servizi, ecc.).

Investimenti in beni strumentali ammessi


Possono beneficiare dell’incentivo le imprese agricole che effettuano investimenti in beni strumentali
nuovi (materiali e immateriali) destinati a strutture produttive ubicate in Italia. Tali investimenti devono
essere effettuati a decorrere dal 1° gennaio 2020 e fino al 31 dicembre 2020, ovvero entro il 30 giugno
2021 a condizione che entro la data del 31 dicembre 2020 il relativo ordine risulti accettato dal venditore,
e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20 per cento del costo di acquisizione.
Il credito d’imposta non si applica agli investimenti per i quali, alla data del 31 dicembre 2019, l’ordine
risultava accettato dal fornitore ed era stato effettuato il pagamento di acconti nella misura non inferiore
al 20%; per tali investimenti si potrà accedere ai precedenti incentivi del super e iperammortamento.
La tipologia degli investimenti ammessi richiama l’elenco dei beni materiali e immateriali “Industria 4.0”,
ovvero investimenti strettamente connessi alla trasformazione tecnologica e digitale delle imprese.
Il credito d’imposta varia a seconda della tipologia di investimenti agevolabile:
▪ per gli investimenti aventi a oggetto beni strumentali nuovi (diversi da quelli indicati negli allegati
A e B annessi alla Legge 232/2016) è riconosciuto un credito del 6% del costo ex art. 110, comma
1, lett. b, del TUIR, nel limite massimo di costi ammissibili pari a Euro 2 milioni;
▪ per gli investimenti aventi a oggetto beni ricompresi nell’allegato A della Legge n. 232/2016, il
credito d’imposta è riconosciuto nella misura del 40% del costo, per la quota di investimenti fino
a Euro 2,5 milioni, e del 20% del costo, per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro, e
fino al limite massimo di costi complessivamente ammissibili pari a Euro 10 milioni.
▪ per gli investimenti aventi ad oggetto beni ricompresi nell’allegato B della Legge n. 232/2016, il
credito d’imposta è riconosciuto nella misura del 15% del costo, nel limite massimo di costi
ammissibili pari a Euro 700.000. Si considerano agevolabili anche le spese per servizi sostenute
in relazione all’utilizzo dei beni di cui al predetto allegato B mediante soluzioni di cloud
computing, per la quota imputabile per competenza.
Per gli investimenti relativi ai beni materiali strumentali effettuati mediante contratti di locazione
finanziaria (leasing), si assume il costo sostenuto dal locatore per l’acquisto dei beni.
L’elenco dei beni materiali e immateriali dei sopracitati allegati A e B è caratterizzato da fattori in grado
di introdurre una trasformazione tecnologia e digitale nelle imprese quindi prevedono precise
caratteristiche (controllo tramite sistemi informatizzati, sistemi automatici, ecc.).
Relativamente ai beni materiali è richiesto il controllo per mezzo di Computer Numerical Control (CNC) e/o
Programmable Logic Controller (PLC), interconnessione ai sistemi informatici con caricamento da remoto
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delle istruzioni e/o part program, integrazione al sistema logistico, interfaccia uomo-macchina semplice
e intuitivo e rispondenti alle norme di sicurezza, salute e igiene del lavoro.
Le macchine devono altresì disporre di almeno due tra le seguenti caratteristiche:
▪ sistemi di telemanutenzione e/o telediagnosi e/o controllo in remoto;
▪ monitoraggio continuo delle condizioni di lavoro e dei parametri di processo mediante opportuni
set di sensori e adattività alle derive di processo;
▪ integrazione tra macchina fisica e/o impianto con la modellizzazione e/o la simulazione del
proprio comportamento nello svolgimento del processo (sistema cyberfisico).
Si tratta quindi di beni più attinenti ad un’attività industriale che ad un’attività agricola ma che possono
trovare applicazione anche nel settore primario (a titolo esemplificativo, sistemi di mungitura
automatizzati e interconnessi, sistemi di lavorazione, confezionamento e imballaggio, trattrici dotate di
sistemi evoluti di interconnessione, ecc.).

Sono esclusi dall’incentivo gli acquisti di:


▪ veicoli e gli altri mezzi di trasporto indicati all’art. 164, comma 1, del TUIR;
▪ beni per i quali il D.M. 31/12/1988 stabilisce aliquote inferiori al 6,5%;
▪ fabbricati e costruzioni;
▪ beni di cui all’allegato 3 della Legge n. 208/2015 (condutture utilizzate dalle imprese di
imbottigliamento delle acque minerali, dagli stabilimenti termali, per la produzione e distribuzione
di gas naturale, materiale rotabile, materiali ferroviari e tranviari nonché gli aerei completi di
equipaggiamento);
▪ beni gratuitamente devolvibili dalle imprese operanti a concessione o a tariffa nei settori
dell’energia, dell’acqua, dei trasporti, delle poste, delle telecomunicazioni, della raccolta e della
depurazione delle acque, infine, della raccolta e smaltimento dei rifiuti.

I soggetti beneficiari
Possono accedere al credito d’imposta tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, incluse le stabili
organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico
di appartenenza, dalla dimensione e dal regime fiscale di determinazione del reddito.
Il beneficio sembrerebbe esteso anche ai contribuenti in regime forfetario ex Legge n. 190/2014 e gli altri
soggetti che determinano il reddito con altri criteri forfettari o con l’applicazione di regimi d’imposta
sostitutivi. Si pensi agli imprenditori agricoli che svolgono attività di agriturismo, enoturismo ed
oleoturismo che adottano il regime fiscale disposto dall’art. 5, comma 1, Legge n. 413/1991.
Potranno accedere all’incentivo i soggetti esercenti attività agricole che determinano il reddito d’impresa
ai sensi degli articoli 56, comma 5, e 56-bis del TUIR, nonché le persone fisiche e le società semplici, con
riferimento all’attività agricola svolta entro (ma anche oltre) i limiti previsti dall’art. 32 TUIR.
La norma non prevede l’esclusione delle attività neocostituite.
L’incentivo risulterebbe vantaggioso anche per le cooperative a mutualità prevalente in quanto è previsto
che non siano tassate le somme destinate alle riserve indivisibili, a condizione che sia preclusa la possibilità
di distribuirle tra i soci sotto qualsiasi forma, anche all’atto del suo scioglimento.
Per le cooperative agricole si applica l’esenzione ai fini delle imposte sui redditi per:
- i redditi conseguiti dalle cooperative della piccola pesca e dai loro consorzi;
- i redditi conseguiti dalle cooperative agricole e loro consorzi mediante l’allevamento di animali
con mangimi ottenuti per almeno 1/4 dai terreni dei soci e mediante la manipolazione,
conservazione, valorizzazione, trasformazione e alienazione di prodotti conferiti prevalentemente
dai soci.
Non vi è reddito imponibile nemmeno per le cooperative sociali di lavoro nell’ipotesi in cui il costo del
lavoro relativo ai soci sia superiore al 50% degli altri costi, esclusi quelli per materie prime e sussidiarie.
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Per tali organismi cooperativi, il credito d’imposta per nuovi investimenti produce un credito da utilizzare
in compensazione anche in assenza di reddito imponibile o significativamente ridotto.
Restano escluse le imprese in stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta
amministrativa, concordato preventivo senza continuità aziendale e altre procedure concorsuali ovvero
che abbiano in corso un procedimento per la dichiarazione di una delle predette situazioni. Il riferimento
alle procedure concorsuali con finalità liquidatorie permette l’accesso del beneficio per le operazioni
finalizzate al risanamento. Sono altresì escluse le imprese destinatarie di sanzioni interdittive ai sensi
dell’articolo 9, comma 2, del D.Lgs. n. 231/2001. La fruizione dell’incentivo è subordinata al rispetto
delle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro applicabili in ciascun settore e al corretto adempimento
degli obblighi contributivi e assistenziali a favore dei lavoratori.

La base di calcolo
La norma prevede che siano agevolabili le spese sostenute per acquisti e quelle relative ad investimenti
per nuovi beni strumentali, anche mediante contratti di locazione finanziaria (in tal caso si assume il costo
sostenuto dal locatore per l’acquisto dei beni)
Per l’individuazione del momento in cui si considera realizzato l’investimento valgono le disposizioni
dell’art. 109 del TUIR in materia di competenza oltre che i chiarimenti forniti dall’Agenzia delle Entrate
in riferimento alle precedenti agevolazioni.
Per i beni mobili si considerano le spese sostenute alla data della consegna o spedizione ovvero, se diversa
e successiva, alla data in cui si verifica l’effetto traslativo o costitutivo della proprietà o di altro diritto
reale. Non rilevano gli eventuali patti di riserva della proprietà fino al pagamento dell’ultima rata di prezzo.
Sugli appalti le spese si considerano sostenute dal committente alla data di ultimazione della prestazione.
Qualora sia previsto il collaudo dell’opera, occorre considerare le spese sostenute dal committente fino
alla data del collaudo con esito positivo. Qualora il contratto preveda degli stati di avanzamento dei lavori,
si fa riferimento alle spese liquidate alla data in cui l’opera o parte di essa viene verificata e accettata dal
committente.
In merito invece ai lavori in economia rilevano i costi sostenuti per l’investimento concernenti:
▪ la progettazione dell’investimento;
▪ i materiali acquistati ovvero quelli prelevati dal magazzino, quando l’acquisto di tali materiali non
sia stato effettuato in modo specifico per la realizzazione del bene;
▪ la manodopera diretta;
▪ gli ammortamenti dei beni strumentali impiegati nella realizzazione del bene;
▪ i costi industriali imputabili all’opera (stipendi dei tecnici, spese di manodopera, energia elettrica
degli impianti, materiale e spese di manutenzione, forza motrice, lavorazioni esterne, ecc.).
Nella circolare n. 23/E del 2016, l’Agenzia delle Entrate aveva precisato che sono agevolabili anche gli
investimenti i cui lavori sono stati iniziati in periodi precedenti. Tuttavia, in tale ipotesi, si devono
considerare soli i costi sostenuti nel periodo agevolato.

L’utilizzo del credito d’imposta


Si potrà beneficiare del credito d’imposta in compensazione in cinque quote annuali di pari importo
(ridotte a tre per gli investimenti in beni immateriali di cui all’allegato B), a decorrere dall’anno solare
successivo a quello di entrata in funzione del bene per i beni di cui al comma 188.
Per gli investimenti agevolabili di cui ai commi 189 e 190, relativi ai beni riconducibili alle predette tabelle
A e B, il credito potrà essere utilizzato dall’anno successivo a quello dell’avvenuta interconnessione.
Tuttavia, qualora l’interconnessione dei beni avvenga in un periodo d’imposta successivo a quello della
loro entrata in funzione, è possibile iniziare a fruire del credito d’imposta per la parte spettante nella
misura del 6% dall’anno successivo alla loro effettiva entrata in funzione.
Il credito non può essere ceduto né trasferito, neppure all’interno di un consolidato fiscale.

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Misura del
Utilizzo del
Tipologia di investimenti agevolabili Limite credito
credito
d’imposta

Cinque quote
fino a 2 milioni di
6% annuali di pari
Beni Materiali Strumentali Nuovi ex “super euro
importo
ammortamento”

fino a 2,5 milioni


40%
di euro
Beni Materiali Strumentali Nuovi di cui Cinque quote
all’allegato A) della Legge di Bilancio 2017, ex annuali di pari
“iper-ammortamento” beni materiali oltre a 2,5 milioni importo
di euro e fino a 10 20%
milioni di euro

Beni Immateriali Strumentali Nuovi di cui fino a 700.000 15% Tre quote
all’allegato B) della Legge di Bilancio 2017, ex euro annuali di pari
“iperammortamento” beni immateriali importo

Cumulabilità
Il credito d’imposta non è tassato ai fini IRPEF, IRES e IRAP; inoltre, non rileva ai fini del rapporto di
cui agli articoli 61 e 109, comma 5 del TUIR.
Il credito d’imposta è cumulabile con altre agevolazioni che abbiano ad oggetto i medesimi costi, a
condizione che tale cumulo, tenuto conto anche della non concorrenza alla formazione del reddito e della
base imponibile dell’IRAP, non porti al superamento del costo sostenuto (comma 192).
Nel settore agricolo, con riferimento agli investimenti in beni strumentali, le aziende potrebbero avere
accesso anche ad altre agevolazioni per l’acquisto dei beni strumentali in funzione delle misure attuate dai
Piani di sviluppo rurale o dai Piani operativi regionali. In questo caso occorrerà accertare se il contributo
regionale è anch’esso cumulabile con altre agevolazioni. Qualora anche il contributo regionale consenta
il cumulo con altre agevolazioni, dato che l’intensità delle agevolazioni non può superare il valore del
costo sostenuto, per le imprese agricole che determinano il proprio reddito su base catastale ai sensi
dell’articolo 32 del TUIR, la quota finanziabile dalle altre agevolazioni regionali sarà data dalla differenza
tra il valore del credito calcolato sugli investimenti effettuati ed il costo sostenuto. Tale criterio può essere
applicato, oltre che alle imprese agricole in forma individuale e alle società semplici, anche alle Snc, Sas e
le Srl agricole che hanno optato per la determinazione del reddito su base catastale in quanto non
deducono gli ammortamenti, pertanto non tassano i contributi in conto impianti.
Nel caso di imprese che determinano il reddito secondo le regole ordinarie, si dovrà invece escludere dal
costo complessivo finanziabile il nuovo credito d’imposta determinato in funzione delle aliquote proprie
dell’investimento, maggiorato delle relative imposte “risparmiate” (IRPEF, IRES E IRAP).

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Documentazione per controlli
La disciplina del nuovo credito d’imposta per investimenti in beni strumentali prevede l’indicazione nella
fattura di acquisto del bene e negli altri documenti relativi all’acquisizione e di un’apposita dicitura con
cui deve essere specificata l’agevolazione di cui si vuole fruire.
L’art. 1, comma 195 della L. 160/2019 prevede infatti che “ai fini dei successivi controlli, i soggetti che
si avvalgono del credito d’imposta sono tenuti a conservare, pena la revoca del beneficio, la
documentazione idonea a dimostrare l’effettivo sostenimento e la corretta determinazione dei costi
agevolabili. A tal fine, le fatture e gli altri documenti relativi all’acquisizione dei beni agevolati devono
contenere l’espresso riferimento alle disposizioni dei commi da 184 a 194”.
Non è chiaro, al momento, se la mancata indicazione della dicitura in fattura comporti o meno la
decadenza dal beneficio o l’applicazione di una sanzione. In caso di omissione, si ritiene prudente chiedere
lo storno della fattura elettronica, carente della dicitura, con nota di credito e la riemissione della fattura
elettronica corretta con la dicitura, a titolo esemplificativo “Bene agevolabile ai sensi dell’art. 1, commi
da 184 a 194, della L. 160/2019”.
Per gli investimenti relativi ai beni di cui agli allegati A e B della Legge n.232/2016 le imprese devono
predisporre una perizia tecnica semplice con la quale si attesti che gli stessi:
▪ dispongono delle caratteristiche tecniche previste per i beni di cui ai citati allegati A e B;
▪ sono interconnessi al sistema aziendale della produzione o alla rete di fornitura.
Nel caso di beni dal costo unitario superiore a Euro 300.000,00, la perizia dovrà essere rilasciata da
ingegneri iscritti all’albo professionale oppure da periti industriali anch’essi iscritti all’albo professionale.
In alternativa alla perizia, il rispetto delle suddette caratteristiche potrà essere documentato da un attestato
di conformità rilasciato da un ente certificatore accreditato.
Per i beni di valore unitario inferiore a Euro 300.000,00, la rispondenza ai requisiti richiesti per i beni di
cui agli allegati A e B potrà essere autocertificata dal legale rappresentante attraverso una dichiarazione
resa ai sensi del D.P.R. n. 445/2000.
Tutta la documentazione dovrà essere conservata ed esibita in caso di controlli, pena la decadenza
dall’agevolazione.
Il monitoraggio sull’effettiva fruizione dell’agevolazione sarà effettuato sia dal Ministero dello Sviluppo
Economico che dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Norma antielusiva
I beni per i quali è stato richiesto il credito d’imposta non possono essere ceduti “a titolo oneroso” né
essere destinati a strutture produttive ubicate in altro Stato prima del 31 dicembre del secondo anno
successivo a quello di effettuazione dell’investimento.
In tal caso, il relativo credito d’imposta dovrà ricalcolato escludendo dall’originaria base di calcolo il costo
dei beni ceduti o trasferiti all’estero. L’eventuale maggior credito d’imposta, già utilizzato in
compensazione, deve essere riversato dal beneficiario entro il termine per il versamento a saldo
dell’imposta sui redditi dovuta per il periodo d’imposta in cui si verifichino le suddette ipotesi, senza
applicazione di sanzioni e interessi.
L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che il periodo di sorveglianza entro il quale non è possibile cedere i
beni oggetto dell’agevolazione decorre dalla loro entrata in funzione.
Invece, non si decade dall’agevolazione qualora si proceda alla sostituzione del bene, purché venga
assicurato che il nuovo bene abbia i requisiti di quello sostituito. In tal caso, qualora il costo del nuovo
bene sia inferiore a quello del bene strumentale originariamente acquistato, il credito d’imposta potrà
essere fruito nei limiti del valore del nuovo investimento.

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