14
I titoli derivati: generalit
e un titolo rischioso
dS
= dt + dW,
S
1 In
= r1.
1 F
F S
1 2F S2 2
+
+
,
F t
S F
2 S 2 F
F S
=
.
S F
F =
F
374
r
F r
Sappiamo, allora, che sul mercato non vi arbitraggio solo se il titolo derivato
segue il processo
dF
= (r + F ) dt + F dW.
F
Il rendimento atteso del titolo derivato, quindi, deve essere pari al tasso
privo di rischio (r) a cui si somma un premio pari alla volatilit del derivato,
moltiplicata per il prezzo di mercato del rischio. Se il prezzo di mercato del
rischio, infatti, misura quanto viene pagata, in termini di extra-rendimento,
ogni unit aggiuntiva di volatilit, allora l'extra-rendimento del derivato deve
essere proprio pari a F .
L'ultima equazione particolarmente rilevante perch, grazie alla condizione
di non arbitraggio, possiamo semplicare di molto l'equazione per il prezzo di
un derivato eliminando il termine di deriva che, per il lemma di It, dovrebbe
contenere la derivata di F rispetto al tempo e la derivata seconda di F rispetto
ad S . Grazie alla condizione di non arbitraggio rimane solo la derivata di F
rispetto ad S poich vale
F =
F S
.
S F
S S + F F F = 0,
375
Un portafoglio in cui stato eliminato tutto il rischio viene detto immunizzato (in inglese hedged ). Questo risultato molto importante in nanza.
un
mercato vi sia un titolo rischioso (S ) e un titolo su di esso derivato (F ). La
composizione (S , F ) di un portafoglio immunizzato deve rispettare
1
F
= F ,
S
S
ovvero
(14.1)
F F
1
= F S .
S S
S F
376
Posizione su F (derivato su S )
Posizione su S
Speculatore
Investitore
Speculatore
Investitore
Lunga
Lunga
Corta
Corta
Lunga
Corta
Corta
Lunga
Lunga
Corta
prevede che il sottostante e il derivato entrino nel portafoglio con segno opposto
(uno deve essere comprato e l'altro deve essere venduto). Nel caso di un delta
negativo accade il contrario; vediamolo schematicamente:
1. quando F
S > 0, ovvero il titolo F positivamente correlato a S , allora per
potersi immunizzare occorre eettuare due operazioni di segno opposto sui
due titoli;
2. quando F
S < 0, invece, F e S sono correlati negativamente e l'immunizzazione richiede che si eettui un'operazione di segno uguale su entrambi
i titoli.
Ragionamento del tutto opposto si fa quando non ci si vuole coprire da un
rischio ma, anzi, si vuole aumentare il rischio per avere un rendimento atteso
pi elevato. Ecco il comportamento che ha uno speculatore: al ne di aumentare
il rischio egli acquister titoli positivamente correlati a una certa fonte di rischio
e vender titoli negativamente correlati ad essa.
La Tabella 14.1 riassume i comportamenti degli speculatori (che desiderano
aumentare i rischi e, quindi, i rendimenti) e degli investitori (che desiderano
coprirsi dai rischi) quando sul mercato sono presenti due titoli con correlazione
positiva o negativa. Gli speculatori prendono posizioni che aumentano il rischio
cio, data una loro posizione lunga in un titolo, comprano titoli positivamente
correlati con quest'ultimo e vendono titoli negativamente correlati con esso.
Al contrario, gli investitori scelgono posizioni che riducono il rischio cio, data
una loro posizione lunga su un titolo, comprano titoli negativamente correlati
con quest'ultimo e vendono titoli ad esso positivamente correlati (il contrario
di quanto appena esposto vale se la posizione iniziale dei due soggetti corta
anzich lunga).
377
dF (t)
F (t)
dS(t)
S(t)
S (t) dF (t)
.
F (t) dS (t)
d ln F (t)
.
d ln S (t)
378
coeff
0.0011622
1.2843552
*
ans
t - statistic
0.3176227
5.5716407
*
p value
0.7511656
9.855 D -08
379
Il comando apre anche due nestre grache sulle quali non mi soermo. I
risultati ci mostrano che vale
= 0.0011622,
= 1.2843552,
dove, tuttavia, il valore del test t fa capire che il parametro non signicativamente diverso da zero (come ci aspettavamo che fosse). Il parametro ,
invece, molto signicativo e indica che all'aumentare del prezzo di UBI-Banca,
il suo warrant aumenta (il segno di positivo) di circa 1.28 volte. Tale eetto
viene denito di leva. I derivati che hanno eetto leva permettono di speculare
o coprire importanti posizioni nanziarie investendo poco denaro.
Nel nostro caso, supponiamo di avere in portafoglio S = 10000 azioni UBI.
Sapendo che in data 24/2/2010 l'azione UBI vale S = 9.105 euro e il warrant
vale F = 0.0355, ci domandiamo quanti warrant debbano essere venduti allo
scoperto anch il portafoglio sia perfettamente immunizzato. Poich adesso
sappiamo che vale F,S = 1.28, possiamo concludere che occorre investire in
warrant un ammontare di denaro F F pari a
F F =
91050
S S
=
= 71132.81.
F,S
1.28
380
estremi:
1.65397
= 1.6656,
1.2843552 1 +
5.5716407
1.65397
1.2843552 1
= 0.9031.
5.5716407
Vi , allora, qualche possibilit che la strategia adottata non consenta un'immunizzazione perfetta. Il denaro da investire nel titolo derivato, ottenuto nell'esercizio precedente, quindi, deve essere compreso tra i seguenti estremi:
91050
91050
F F
,
0.9031
1.6656
100819.4 F F 54664.99.
15
I contratti a termine
15.1 Introduzione
Si indica come contratto a termine (in inglese forward contract ) un
accordo che, non prevedendo alcun usso di cassa alla data odierna, obbliga:
1. l'acquirente, alla scadenza del contratto, al pagamento di una cifra predenita (detta prezzo a termine);
2. il venditore, alla scadenza del contratto, alla consegna di una predenita
quantit di beni o titoli (che sono il sottostante di questo titolo derivato).
I contratti a termine nascono sui mercati delle merci per consentire ai produttori
di grano di tutelarsi dalle variazioni che il prezzo del grano pu subire da un
anno all'altro (o meglio, dal momento in cui si semina al momento in cui si
raccoglie). Questo ne viene raggiunto, dal produttore, vendendo un contratto
a termine con cui si impegna a vendere una quantit ssata di grando, a una
data e a un prezzo anch'essi ssati.
Immaginiamo, allora, un contadino che sta piantando del grano. Uno dei
rischi che grava sul contadino che il prezzo del grano, sul mercato delle merci,
abbia un forte ribasso una volta che il grano sia maturato. Per tutelarsi da
questo rischio, il contadino pu cercare qualcuno che, al momento della semina
del grano (o anche prima), sia disposto a rmare un contratto in base al quale,
oggi, viene ssato il prezzo al quale verr scambiato il grano in futuro.
Possiamo immaginare come controparte del contadino un mugnaio. In eetti
il rischio del mugnaio , al contrario, che il prezzo del grano, in futuro, aumenti
e, dunque, lui debba pagare di pi le spighe che utilizza per produrre la farina.
Il contadino e il mugnaio, cos, sono soggetti esattamente allo stesso rischio,
ma con eetti opposti sui due soggetti: il contadino teme che il prezzo del grano
scenda, mentre il mugnaio teme che il prezzo del grano salga.
Il contadino, quindi, pu vendere al mugnaio un contratto a termine per la
consegna del grano (il contratto a termine trova un riscontro nel nostro Codice
Civile come vendita di cosa futura art. 1472).
382
15 I contratti a termine
Tabella
Contratto a termine
Prezzo del grano
a scadenza 130
Contadino
Vende a 120
Perde 10
rispetto al mercato
Vende a 120
Guadagna 10
rispetto al mercato
Mugnaio
Compra a 120
Guadagna 10
rispetto al mercato
Compra a 120
Perde 10
rispetto al mercato
Alla scadenza del contratto forward il contadino deve vendere il suo grano al
prezzo stabilito, indipendentemente dal prezzo che il grano avr sul mercato. Da
parte sua il mugnaio dovr, ovviamente, acquistare il grano al prezzo stabilito.
Nella Tabella 15.1 mostro i guadagni e le perdite di un contratto a termine.
Nei paragra che seguono presento il metodo per la prezzatura di questi
titoli.
F
)
F (t, T ) = EQ
T
t
G (T )
383
payo in T
S (T ) FT
FT
S (T )
FT
prezzo uciale trattato sui mercati nanziari, il prezzo F (t, T ) che si determina mediante i calcoli suesposti viene denito mark-to-market (pioch
semplicemente una indicazione del mercato e non un prezzo uciale).
Procediamo alla prezzatura: il valore atteso di una somma pari alla somma dei valori attesi e, dunque, questa formula si pu semplicare come segue
(ricordo anche che FT non una variabile aleatoria perch un importo gi
scritto nel contratto all'atto della sottoscrizione):
F (t, T ) =
EQ
t
G (t)
G (t)
Q
Et FT
S (T )
G (T )
G (T )
= S (t) FT B (t, T ) .
(15.1)
384
15 I contratti a termine
Figura 15.2
payo in T
S (T )
S (T ) FT
S (T )
FT
FT
F (t0 , T ) = 0,
ovvero che le aspettative del mercato devono essere tali da rendere uguali le
aspettative di guadagno del venditore e del compratore. Se, infatti, il valore
385
F (t, T ) S (t)
S (t)
=
.
S (t) F (t, T )
S (t) FT B (t, T )
ovvero
FT =
S (t0 )
.
B (t0 , T )
(15.2)
Gi nei capitoli iniziali si era ottenuto il risultato per cui moltiplicare per il
valore di uno zero-coupon un qualsiasi importo signica scontare tale importo.
Qui, invece, il valore del titolo S (t0 ) viene diviso per il prezzo di uno zero-coupon
e, dunque, viene capitalizzato. Si conclude, allora, che il prezzo a termine pari
al prezzo iniziale del sottostante, capitalizzato alla data di scadenza.
386
15 I contratti a termine
Soluzione.
S (0)
12.5
=
= 14.523.
B (0, T )
0.86071
Anch non vi sia arbitraggio, dunque, le parti devono accordarsi per scambiare
il titolo, in T = 5, al prezzo di 14.523.
Soluzione.
Sul mercato esistono diversi contratti a termine per diverse scadenze; per
esempio, sulla stessa azione, ci pu essere un contratto che prevede la consegna
tra 1 mese, un altro contratto che prevede la consegna tra 1 anno e cos via;
ogni contratto, ovviamente, avr un diverso prezzo a termine FT . Quando su un
graco si mettono i prezzi a termine FT relativi a diverse scadenze T si forma
quella che viene chiamata curva dei prezzi a termine. Ci possiamo domandare
quale andamento abbia tale curva. La risposta data dal calcolo della derivata
di FT rispetto al tempo T (dalla (15.2)):
S (t0 ) B (t0 , T )
FT
=
,
2
T
T
B (t0 , T )
387
388
15 I contratti a termine
Figura 15.3
r(0)
O
FT
S(0)
FT
S(0)
EQ
t0
"
t0
#
G (t0 )
G (t0 )
,
ds + S (T )
(s)
G (s)
G (T )
poich viene venduto al prezzo S (T ) e, durante la sua permanenza nel portafoglio, d diritto ai ussi di cassa. In questo caso il prezzo a termine FT
di un contratto forward , comunque, dato dal valore che risolve la seguente
equazione:
0 = EQ
t0 (S (T ) FT )
G (t0 )
,
G (T )
e, cio,
0=
EQ
t0
389
G (t0 )
Q G (t0 )
S (T )
FT Et0
,
G (T )
G (T )
i
h
G(t0 )
EQ
t0 S (T ) G(T )
.
FT =
B (t0 , T )
"
#
T
G (t0 )
G (t0 )
Q
S (T )
= S (t0 ) Et0
(s)
ds ,
G (T )
G (s)
t0
(15.3)
S (t0 )
B (t0 , T )
EQ
t0
h
T
t0
0)
(s) G(t
G(s) ds
B (t0 , T )
(15.4)
Nel caso in cui il sottostante paghi dei ussi di cassa, quindi, il prezzo a
termine dato dalla formula (15.2) alla quale va sottratto il valore attuale di
tutti i ussi di cassa opportunamento capitalizzato (dividere per il prezzo di uno
zero-coupon, infatti, ricordo che equivale a capitalizzare).
N.B. 15.3.1 Sui contratti a termine che riguardano le merci, i ussi di cassa
intesi come cedole o dividendi sono spesso sostituiti dai costi di immagazzinamento delle merci.
A questo punto possiamo avere un comportamento della curva dei prezzi a
termine molto vario (e non solo crescente come nel precedente paragrafo). Per
vericare l'andamento della curva a termine basta calcolare la derivata di FT
rispetto a T utilizzando la (15.4)1 :
h
i
i
h
B(t0 ,T )
G(t0 )
Q T
0)
(s) G(t
B (t0 , T ) EQ
t0 (T ) G(T ) S (t0 ) Et0
G(s) ds
T
t0
FT
=
2
T
B (t0 , T )
i
h
G(t
)
0
EQ
t0 (T ) G(T )
1
B (t0 , T )
FT
.
=
B (t0 , T )
T
B (t0 , T )
1 Ricordo
che il segno di derivata e di integrale si possono scmabiare tra loro e, quindi, vale
Q
E
T t0
(s)
t0
T
G (t0 )
G (t0 )
G (t0 )
(s)
ds = EQ
ds = EQ
.
t0
t0 (T )
G (s)
T t0
G (s)
G (T )
390
15 I contratti a termine
h
i
G(t0 )
(T
)
EQ
t0
G(T )
B (t0 , T )
(T
)
E
t0
G(T )
FT 1
i.
h
= f (t0 ; T )
Q T
0)
T FT
S (t0 ) Et0 t0 (s) G(t
G(s) ds
(T
)
E
t0
G(T )
FT 1
h
i.
= f (t0 ; T )
Q
0)
T FT
Et0 S (T ) G(t
G(T )
(15.5)
Dato il segno che separa i due termini del membro di destra, si capisce subito
che, in questo caso, la curva dei prezzi a termine pu essere anche decrescente.
Il termine che si sottrae rispetto al caso del paragrafo precedente ha una sua
semplice interpretazione: si tratta del rapporto tra il valore atteso scontato
dell'ultimo usso di cassa che si ricever in futuro e il valore atteso scontato
del prezzo futuro del sottostante; si tratta, quindi, in qualche modo, dell'indice
dividend/price atteso2 per la data di scadenza del contratto a termine.
Possiamo, allora, concludere quanto segue (si confronti la Figura 15.4):
1. se il tasso a termine istantaneo maggiore del dividend/price previsto,
allora la curva dei prezzi a termine crescente; in inglese si dice che la
curva in contango (o anche contangoed ) mentre in italiano si dice
che la curva in riporto3 ; si tratta del caso pi comune sui mercati
nanziari;
2. se il tasso a termine istantaneo minore del dividend/price previsto, allora
la curva dei prezzi a termine decrescente. in inglese si dice che la curva
in backwardation (cio a rovescio rispetto all'usuale andamento)
mentre in italiano si dice che la curva in deporto4 ; questo un
notare che non si tratta
esattamente
dell'indice dividen/price atteso e scontato
h
i
(T )
poich esso, invece, sarebbe EQt0 S(T
e
sappiamo
bene che il rapporto dei valori attesi di
)
due variabili aleatorie non il valore atteso del rapporto delle variabili.
3 Il nome deriva dalla pratica borsistica di rinviare a un periodo successivo (cio riportare,
appunto) la consegna del sottostante. Ovviamente il venditore del contratto che ottiene tale
rinvio deve pagare una penale e, quindi, il costo del contratto, per lui, diviene pi elevato
(cio si ha una curva a termine crescente). Il termine inglese pare che venga dalla corruzione
della parola continuation .
4 Il nome deriva dalla stessa pratica borsistica di rinvio della consenga del sottostante vista
per il punto precedente. In questo caso, per, si guarda il lato dell'acquirente del contratto
che, in cambio della concessione del rinvio, ottiene il pagamento di una penale. Il costo del
contratto, per lui, quindi, diviene pi piccolo (cio si ha una curva a termine decrescente).
2 Faccio
paga cedole
391
Possibili andamenti della curva dei prezzi a termine per un titolo che
FT 6
FT 6
S(0)
S(0)
O
G(0)
G(0)
f (0; T ) >
EQ
0 [(T ) G(T ) ]
EQ
0
G(0)
S(T ) G(T
)
f (0; T ) <
EQ
0 [(T ) G(T ) ]
EQ
0
G(0)
[S(T ) G(T
)]
392
15 I contratti a termine
Figura 15.5 Curva (all'8 aprile 2010) dei prezzi a termine (FT ) del gas naturale sul
mercato NYMEX con consegna no a dicembre 2022 il prezzo di chiusura del gas
naturale al 7 aprile 2010 4.019 (tutti i prezzi sono in $/MMBTU) [Fonte: nostre
elaborazioni su dati http://quotes.ino.com/ ]
infatti, si ottiene facilmente che il prezzo a termine maggiore dello spot, visto
che il prezzo di uno zero-coupon sempre minore di 1. Nel caso in cui vi siano
le cedole, invece, il prezzo a termine pu anche diventare inferiore del prezzo a
pronti (come si nota dall'Equazione (15.4)). Si capisce, quindi, che il caso con
FT > S (t0 )
N.B. 15.3.2 La curva della Figura 15.6 presenta, sulle ascisse, il tempo in cui
393
Figura 15.6 Andamento del prezzo a pronti S (t0 ) e possibile andamento del prezzo
a termine FT di un contratto forward (a scadenza, comunque, il prezzo a termine deve
coincidere con il prezzo a pronti)
prezzi
FT in riporto (contango )
S(T )
S (t0 )
S(0)
FT in deporto (backwardation )
t0
394
15 I contratti a termine
Figura 15.7 Andamento del prezzo spot S (t0 ) del gas naturale sul mercato NYMEX
(linea continua) e prezzo a termine FT del contratto forward per la consegna nel maggio
2010 (linea tratteggiata) tutti i prezzi sono in $/MMBTU [Fonte: nostre elaborazioni
su dati http://quotes.ino.com/ ]
395
Forward
Future
Quotato OTC
Quotato in borsa
Non standardizzato
Standardizzato
396
15 I contratti a termine
sono quelli riportati nella seconda colonna della Tabella 15.3, determinare il risultato
economico per l'investitore che rivende il contratto (chiude la posizione) il 27 giugno.
Soluzione. Nel momento in cui si sottoscrive il contratto future occorre versare solo
il margine inziale che costituisce il deposito a garanzia (quinta colonna della Tabella
15.3). Dati i prezzi della seconda colonna della Tabella 15.3 si nota che, alla chiusura
del giorno in cui si eettuato l'acquisto, il prezzo del future scende a 397. Il portatore,
dunque, subisce una perdita di 3 dollari su ogni oncia d'oro che ricever (la perdita
totale, dunque, di 3 200 = 600 dollari). Il deposito dell'investitore, cos, si riduce
dell'ammontare della perdita. Il secondo giorno, nuovamente, si verica una perdita di
0.90 e, sulle 200 once che si riceveranno, la perdita complessiva pari a 0.9200 = 180.
Il deposito, allora, si riduce di 180 dollari (passando a 30 220). Quando, l'8 giugno, il
prezzo risale, il guadagno fa aumentare nuovamente il deposito (e cos via giorno dopo
giorno). da notare il 14 giugno. In quella data le perdite cumulate sono di 10 340
dollari che, sottratte al margine iniziale di 40 000 dollari, portano il margine cumulato
a 20 660. Tale importo inferiore al margine di mantenimento il quale, per questo
contratto, di 30 000 dollari. All'investitore, allora, viene chiesto di reintegrare il
suo deposito versando la dierenza tra il margine iniziale e l'ammontare corrente del
deposito (pari, in questo caso, a 40 000 20 660 = 10 340). Lo stesso accade il 20 giugno.
I guadagni successivi, tuttavia, non sono sucienti a coprire le perdite. Il giorno
27 giugno, quando la posizione viene chiusa, la perdita cumulata di 10 540 dollari.
Al momento della vendita del contratto, infatti, il portatore riceve, dal suo deposito,
50 060 dollari. Tolti, tuttavia, i 40 000 di margine iniziale e i due reintegri di 10 340 e
di 10 260 eettuati durante il periodo di detenzione del contratto, si ha la perdita di
50 060 40 000 10 340 10 260 = 10 540. Si nota che questa perdita coincide con la
dierenza tra il prezzo di vendita e quello di acquisto, moltiplicata per le once d'oro
che ci si impegnati a vendere a scadenza: (392.30 400) 200 = 10 540.
Data
397
Future
Margine
Marg. cum.
400.00
Deposito
Reintegri
4000
06 giu.
397.00
-600
-600
3400
07 giu.
396.10
-180
-780
3220
08 giu.
398.20
420
-360
3640
09 giu.
397.10
-220
-580
3420
10 giu.
396.70
-80
-660
3340
13 giu.
395.40
-260
-920
3080
14 giu.
393.30
-420
-1340
2660
15 giu.
393.60
60
-1280
4060
16 giu.
391.80
-360
-1640
3700
17 giu.
392.70
180
-1460
3880
20 giu.
387.00
-1140
-2600
2740
21 giu.
387.00
-2600
4000
22 giu.
388.10
220
-2380
4220
23 giu.
388.70
120
-2260
4340
24 giu.
391.00
460
-1800
4800
27 giu.
392.30
260
-1540
5060
1340
1260
Se il valore del future deve essere sempre nullo e i suoi ussi di cassa sono
dati da dF (t, T ), allora la formula per calcolare F (t, T ) banalmente ricavata,
ancora una volta, dal Teorema 5.14.1 potendosi scrivere:
0
|{z}
EQ
t
G (t)
dF (s, T )
G (s)
|
{z
}
398
15 I contratti a termine
dove F pu essere una funzione deterministica del tempo (ai miei ni la forma
di F non rilevante). Questa equazione dierenziale ha un'unica soluzione solo
se si conosce una condizione al contorno. Nel caso in esame si sa che il valore
nale del contratto future deve, ovviamente, coincidere con il prezzo del bene
da consegnare. La condizione al contorno, dunque,
F (T, T ) = S (T ) .
dF (s, T ) =
F dW Q (t) ,
F (T, T ) F (t, T ) =
F dW Q (t) ,
399
il suo valore quello che viene indicato sul mercato. Se il prezzo del future il 15
gennaio 2010 per consenga a tre mesi (quindi il 15 aprile 2010) di 15 euro e,
il giorno dopo, questo prezzo passa a 16, la nuova quotazione si riferisce sempre
al titolo che scade il 15 aprile 2010. Solo mediante questo meccanismo (cio
quotando sempre lo stesso titolo con una scadenza che piano piano si accorcia e
non un nuovo titolo emesso ogni giorno ed avente sempre la stessa scadenza) si
possono calcolare i margini di matenimento che sono tipici dei contratti future.
Nel caso visto di passaggio da 15 euro a 16 euro, l'acquirente del future, quindi,
guadana 1 euro per ogni contratto acquistato.
Appare interessante, a questo punto, domandarsi sotto quali ipotesi il prezzo
a termine di un contratto forward coincida con il prezzo di un future (cio
vericare quando i due mercati danno la stessa quotazione). Dal confronto delle
due formule
h
i
G(t0 )
S
(T
)
EQ
t0
G(T )
i ,
h
FT =
Q G(t0 )
Et0 G(T )
{z
}
|
Prezzo a termine di un
contratto forward
F (t0 , T ) = EQ
t [S (T )]
{z 0
}
|
400
15 I contratti a termine
FT =
Q
EQ
t0 [S (T )] Et0
= EQ
t0 [S (T )] +
= F (t0 , T ) +
h
i
G(t0 )
S
(T
)
,
+ CQ
t0
G(T )
i
h
G(t0 )
G(T )
G(t0 )
EQ
t0 G(T )
h
i
G(t0 )
CQ
t0 S (T ) , G(T )
B (t0 , T )
CQ
t0
0)
S (T ) , G(t
G(T )
B (t0 , T )
G (t0 )
S (T ) ,
= 0,
G (T )
2. quando
h i tassi di iinteresse sono positivamente correlati al sottostante (cio
Q
0)
Ct0 S (T ) , G(t
> 0), il prezzo a termine del forward maggiore del
G(T )
prezzo del future :
FT > F (t0 , T ) .
401
T2
*
Tempo
F RA(T1 t)(T2 t)
EQ
t
G (t)
(r (T1 , T2 ) rF RA ) (T2 T1 )
.
G (T2 )
(15.6)
402
15 I contratti a termine
r
)
(T
T
)
0 = EQ
,
1
2
F
RA
2
1
t0
G (T2 )
h
i
G(t0 )
EQ
t0 r (T1 , T2 ) G(T2 )
i
h
=
,
G(t0 )
EQ
t0 G(T2 )
dove, per analogia con la (8.5), possiamo vedere che nel membro di sinistra si
trova il tasso di interesse a termine, stabilito in t0 , per il periodo da T1 a T2 ,
ovvero f (t0 ; T1 , T2 ). Alla data t0 , infatti, accordarsi per pagare, in T2 il tasso
r (T1 , T2 ) oppure il tasso f (t0 ; T1 , T2 ) deve essere esattamente la stessa cosa;
cio, in altri termini, deve valere la condizione di non arbitraggio
G (t0 )
G (t0 )
Q
r
(T
,
T
)
EQ
f
(t
;
T
,
T
)
=
E
,
1
2
0
1
2
t0
t0
G (T2 )
G (T2 )
EQ
t
G (t)
(r (T1 , T2 ) f (t0 ; T1 , T2 )) (T2 T1 )
.
G (T2 )
403
Tabella 15.4 Tassi di interesse (in percentuale) su alcuni FRA alla data 8/3/2010
[fonte: www.milanonanza.it/tassi ]
FRA
Bid (Lettera)
Ask (Denaro)
14
0.678
0.658
36
0.770
0.750
69
0.981
0.966
9 12
1.192
1.172
17
0.986
0.966
39
1.088
1.068
6 12
1.284
1.264
12 18
1.670
1.650
Da notare che sui mercati nanziari non sono quotati i prezzi F RA(T1 t)(T2 t) ,
bens i tassi rF RA . A titolo di esempio, riporto nella Tabella 15.4, la rilevazione,
alla data dell'8 marzo 2010, di alcuni tassi FRA.
N.B. 15.5.1 La dierenza tra quotazioni bid e ask il guadagno che un inter-
mediario ottiene organizzando, sui mercati, gli acquisti e le vendite. Il prezzo bid
(o prezzo lettera) quello a cui l'intermediario disposto a vendere un certo
bene, mentre il prezzo ask (o prezzo denaro) quello a cui l'intermediario
disposto a comprare lo stesso bene. Ovviamente il prezzo bid sempre maggiore
del prezzo ask. Se un mercato molto liquido e vi sono molti intermediari, la
concorrenza dovrebbe far ridurre il dierenziale bid-ask.
Alla data T1 tutta l'incertezza del contratto viene completamente risolta.
Infatti, in T1 si determina il tasso a pronti r (T1 , T2 ) e, quindi, non vi pi
alcuna variabile aleatoria. Lo osserviamo scrivendo la precedente equazione in
t = T1 :
G (T1 )
(r
(T
,
T
)
f
(t
;
T
,
T
))
(T
T
)
F RA0(T2 T1 ) = EQ
1
2
0
1
2
2
1
T1
G (T2 )
= (r (T1 , T2 ) f (t0 ; T1 , T2 )) (T2 T1 ) B (T1 , T2 ) .
Accade spesso, infatti, che il contratto sia liquidato in T1 e, cio, prima della
scadenza teorica T2 .
Esercizio 15.5.1
404
15 I contratti a termine
pagare sar l'Euribor a tre mesi rilevato l'1/6/2010. Temendo un rialzo dei tassi di
interesse (e, quindi, un aggravio dei costi), la societ decide di stipulare un F RA14
con cui, tra un mese, verr rilevato il tasso trimestrale che essa ricever (compensando quanto deve pagare al suo nanziatore), pagando, invece, il tasso sso rF RA che,
oggi 1/5/2010, per il contratto desiderato, di 2.75%. Se in data 1/6/2010 il tasso
Euribor a tre mesi rilevato pari al 3%, determinare il valore, all'1/6/2010, del FRA
sottoscritto sapendo che un BOT a tre mesi quota 0.99.
r (T1 , T2 ) = 0.03,
rF RA = 0.0275,
92
T2 T1 =
,
360
B (T1 , T2 ) = 0.99.
Qui ho utilizzato, come accade per i FRA sull'Euribor, la convenzione per cui il
tempo calcolato come rapporto tra giorni eettivi (di calendario) e 360. Possiamo
cos calcolare il valore del contratto su 1000 000 euro di nominale come
1000 000 (r (T1 , T2 ) rF RA ) (T2 T1 ) B (T1 , T2 ) = 63.25.
In questo modo la societ riceve 63.25 euro che esattamente la somma che deve
pagare in pi per essersi nanziata a tasso variabile e, quindi, il risultato nale uguale
a quello che avrebbe avuto nanziandosi al tasso sso del 2.75%.
16
Gli
swaps
16.1 Generalit
La parola ingelse swap signica scambio. Si parla, infatti, di swap (quotato
sul mercato OTC) quando due parti contraenti si scambiano qualcosa. Questo
qualcosa pu essere: ussi di cassa, attivit nanziarie, valute (o qualunque bene
suggerito dalla fantasia dei contraenti). I due beni scambiati possono avere la
stessa natura (si pu scambaire un tasso di interesse contro un altro tasso di
interesse) oppure natura diversa (si pu scambiare un usso di cassa contro la
fornitura periodica di un bene).
Se il contratto swap prevede di incassare i ussi di cassa A (s) ad ogni istante
s, pagando, in contropartita, i ussi di cassa B (s) no a una data futura T ,
allora il suo valore al tempo t dato da
Sw (t, T ) =
EQ
t
"
#
G (t)
(A (s) B (s))
ds ,
G (s)
dove si usata, come sempre, la regola stabilita nel Teorema 5.14.1 fondamentale
della nanza per cui il valore del titolo dato dal valore atteso, sotto la probabilit neutrale al rischio, dei ussi di cassa (netti) a cui il titolo dar diritto,
scontati al tasso privo di rischio.
Come nel caso del contratto a termine, uno swap viene stabilito in modo che
il suo valore al momento della sottoscrizione (t0 ) sia nullo. In altri termini due
parti si accordano per scambiarsi due attivit nanziarie che, al momento della
sottoscrizione, hanno lo stesso valore. Dalla relazione
EQ
t0
"
t0
#
G (t0 )
(A (s) B (s))
ds = 0,
G (s)
infatti, si ottiene
EQ
t0
"
t0
"
#
#
T
G (t0 )
G (t0 )
Q
A (s)
ds = Et0
ds .
B (s)
G (s)
G (s)
t0
16 Gli swaps
406
A dierenza dei contratti a termine, gli swap prevedono uno scambio continuo (e non, solo, a una data nale) e tale scambio pu avvenire anche tra due
beni il cui valore futuro sia sconosiuto. Nel contratto a termine, invece, il prezzo
da pagare alla scadenza (FT ) era conosciuto gi al momento della sottoscrizione.
A seconda della natura dei ussi di cassa (t) si distinguono le diverse forme
di swap. I due ussi di cassa sono deniti gambe (anche in inglese legs ) e
in base al fatto che i pagamenti siano ssi o variabili si distinguono due tipi di
swap :
sso contro variabile: una parte paga ussi di cassa ssi mentre l'altra si
Il caso del sso contro sso non ha senso economico poich per ricevere un
usso costante , il usso costante che bisogna pagare in cambio proprio (a
meno che non siano diverse le date di inizio e di ne dei pagamenti, ma questo
caso non mai contemplato nella pratica).
Qualora, per esempio, una parte si impegni a pagare ussi di cassa indicizzati
ai rendimenti di una particolare azione o di un indice di borsa, lo swap viene
denito equity swap .
Il caso pi comune, comunque, quello in cui A (t) e B (t) sono entrambi
ussi di cassa legati a tassi di interesse sul mercato; si parla, in questo caso, di
Interest Rate Swap o IRS, di cui tratto nei seguenti paragra.
EQ
t
"
#
G (t)
ds .
(r (s) )
G (s)
interessante notare che questo IRS coincide con una sequenza di contratti
a termine: esso, infatti, pu essere replicato acquistato un contratto a termine
con pagamento pari a FT = per ogni possibile data futura. Esso, quindi, si
presta alla gestione del rischio per chi non deve restituire un prestito in una
data unica, ma per chi deve eettuare pagamenti rateali.
407
"
t0
#
G (t0 )
(r (s) )
ds = 0,
G (s)
i
G(t0 )
ds
r
(s)
G(s)
t0
h
i .
Q T G(t0 )
Et0 t0 G(s) ds
EQ
t0
h
T
Quando, per esempio, una banca accorda a un cliente un mutuo a tasso sso, essa sta rinunciando a percepire un tasso variabile per tutta la durata del
mutuo. Quale tasso sso, quindi, la banca disposta ad accordare al cliente?
Evidentemente quel tasso sso che genera ussi di cassa i cui valori attesi scontati sono uguali a quelli generati dal tasso di interesse variabile. Per questo
motivo, sui mercati dei mutui, molto comune trovare il riferimento al tasso IRS, indicando con esso il tasso sso ( ) che corrisponde al pagamento di
un tasso variabile. Poich, in genere, il tasso variabile richiesto dalle banche
parametrato all'EURIBOR, il tasso IRS di riferimento viene anche denito
EURIRS.
Nella Tabella 16.1 riporto i dati del tasso IRS sull'EURIBOR per alcune
scadenze. Osserviamo che il tasso crescente salvo per le scadenze molto lunghe
(su 25 o 30 anni) per le quali si ha una lieve riduzione del tasso (cos come
si vedeva anche dalla curva dei tassi a pronti calcolati dalla BCE e riportati
nell'ultima colonna della tabella).
Sul mercato interbancario si sviluppato un particolare tipo di swap chiamato EONIA-Swap che prevede lo scambio di un tasso sso contro il tasso EONIA
pagato giornalmente (l'acronimo signica European Over Night Index Average
ed una media ponderata dei tassi over-night praticati sul mercato interbancario europeo). Nella Tabella riporto i valori del tasso sso sugli EONIA-Swap
per alcune scadenze (T ).
Un caso di swap particolarmente interessante dal punto di vista teorico si ha
quando il tasso variabile coincide con il tasso privo di rischio (r = r). Come si
gi dimostrato nel Paragrafo 9.3, vale
EQ
t
"
#
G (t)
ds = 1 B (t, T ) ,
r (s)
G (s)
16 Gli swaps
408
16.1 Tassi di interesse IRS (in percentuale e contro il tasso variabile EURIBOR ) su alcune scadenze (in anni) rilevati alla data 8/3/2010 e (ultima
colonna) tasso spot su obbligazioni di Stato (rating AAA) dell'area euro [fonti:
www.milanonanza.it/tassi ; www.ecb.int/stats/money/yc ]
Tabella
Scadenza
Bid (Lettera)
Ask (Denaro)
Tasso spot
1.159
1.109
0.578
1.546
1.496
1.073
1.908
1.858
1.549
2.222
2.172
1.970
2.500
2.450
2.336
2.743
2.693
2.652
2.948
2.898
2.962
3.119
3.069
3.163
3.260
3.210
3.366
10
3.383
3.333
3.540
12
3.584
3.534
3.813
15
3.780
3.730
4.072
20
3.908
3.858
4.227
25
3.887
3.837
4.172
30
3.817
3.767
4.008
B (t, s) ds,
(16.1)
(16.2)
409
Tabella 16.2
Scadenza
EONIA-Swap
Tasso spot
1 settimana
0.336
0.240
1 mese
0.342
0.251
2 mesi
0.348
0.269
3 mesi
0.354
0.289
4 mesi
0.368
0.313
5 mesi
0.398
0.339
6 mesi
0.429
0.368
7 mesi
0.458
0.399
8 mesi
0.488
0.431
9 mesi
0.518
0.465
10 mesi
0.549
0.500
12 mesi
0.602
0.573
Dalla formula di valutazione di uno swap (16.1) si osserva che esso coincide
con un portafoglio nel quale si :
1. investito in un'unit monetaria (messa sotto il materasso);
2. venduto allo scoperto uno titolo che paga, tra t e T , una cedola ssa pari
a e che rimborsa alla pari.
Appare cos evidente che lo swap un titolo ridondante che, su un mercato
nanziario completo, si pu replicare con i titoli gi presenti sul mercato.
Un caso pi comune quello di un IRS nel quale il tasso variabile r (s)
non il tasso privo di rischio (cio quello che si utilizza per scontare i ussi di
cassa). Le equazioni per la valutazione dell'IRS e per il calcolo del tasso sso
si possono semplicare, in questo caso, ricorrendo alla curva dei tassi a termine
f (t; s). Sappiamo, infatti, che la relazione di non arbitraggio impone che valga
G (t)
G (t)
Q
f
(t;
s)
=
E
r
(s)
.
EQ
t
t
G (s)
G (s)
|
{z
}
f (t;s)B(t,s)
16 Gli swaps
410
EQ
t
"
#
"
#
T
G (t)
G (t)
Q
r (s)
ds Et
ds
G (s)
G (s)
t
t
T
f (t; s) B (t, s) ds
B (t, s) ds.
T
(16.3)
T
t
f (t; s) B (t, s) ds
.
T
B (t, s) ds
t
(16.4)
Per ottenere il tasso IRS, dunque, si deve calcolare una media ponderata
dei tassi di interesse a termine f (t; s) i cui pesi sono pari ai valori degli zerocoupon. In questo capitolo mostro come calcolare la curva dei tassi a termine
e i valori degli zero-coupon una volta conosciuta la curva dei tassi a pronti. I
calcoli saranno condotti in tempo discreto (che quello eettivamente adottato
nei contratti IRS ).
411
Pn
i=1
(16.5)
2. Tasso rilevato alla ne del periodo (in arrears ). In questo caso in ti
si rileva il tasso r (ti , ti+1 ) che viene pagato proprio in ti . L'Equazione
(16.4), quindi, diviene
ar =
Pn
i=1
(16.6)
16 Gli swaps
412
f (t0 ; ti1 , ti ) =
1 + r (t0 , ti ) (ti t0 )
1
1 + r (t0 , ti1 ) (ti1 t0 )
1
.
ti ti1
1
,
1 + r (t0 , ti ) (ti t0 )
B (t0 , ti1 )
1
B (t0 , ti )
1
.
ti ti1
Osserviamo, cos, che per calcolare lo spread dell'IRS sono necessari solo
i prezzi degli zero-coupon, sia quelli basati sul tasso privo di rischio sia quelli
basati sul tasso r .
Il caso pi semplice quello in cui si ha
r = r,
ovvero con l'IRS viene scambiato il tasso di interesse privo di rischio. In questo
caso vale, ovviamente, anche f = f e B = B e, quindi, sostituendo i tassi a
termine nella (16.5) si ottiene la seguente semplicazione:
ad =
Pn
i=1
B(t0 ,ti1 )
1
B(t0 ,ti ) 1 ti ti1 B (t0 , ti ) (ti
Pn
i=1 B (t0 , ti ) (ti ti1 )
ti1 )
Pn
(B (t0 , ti1 ) B (t0 , ti ))
i=1
Pn
i=1 B (t0 , ti ) (ti ti1 )
1 B (t0 , tn )
.
= Pn
B
(t0 , ti ) (ti ti1 )
i=1
Pn
i=1
ti ti1
B(t0 ,ti )
B(t0 ,ti+1 ) 1 B (t0 , ti ) ti+1 ti
Pn
i=1 B (t0 , ti ) (ti ti1 )
413
Esercizio 16.3.1 In data 7 maggio 2010, la curva dei tassi spot EURIBOR quella
della seconda e terza colonna della Tabella 16.3. Calcolare lo spread di uno swap in
advance che, sottoscritto il 7 maggio 2010, scade tra un anno e paga ussi trimestrali.
0.01251
= 0.01242.
1.00690
Per vericare il risultato, nell'ultima colonna si calcola il valore della gamba ssa.
Da notare che il valore della gamba variabile pari a 1 diminuito del valore dell'ultimo
zero-coupon (1 0.98749).
16 Gli swaps
Calcolo dello spread di uno swap in advance sottoscritto il 7 maggio 2010 con scadenza a un anno e con pagamenti
posticipati trimestrali
414
Tabella 16.3
ti
Date
EURIBOR
Giorni
Giorni
Zero-coupon
Forward
Gamba variabile
Denominatore
Gamba ssa
t0
07/05
r (t0 , ti )
ti t0
ti ti1
B (t0 ti )
f (t0 ; ti1 , ti )
t1
07/08
0.00682
0.2556
0.2556
0.99826
0.00682
0.00174
0.25511
0.00317
t2
t3
07/11
0.00984
0.5111
0.2556
0.99500
0.01284
0.00326
0.25428
0.00316
07/02
0.01120
0.7667
0.2556
0.99149
0.01385
0.00351
0.25338
0.00315
t4
07/05
0.01249
1.0139
0.2472
0.98749
0.01635
0.00399
0.24413
0.00303
0.01251
1.00690
0.01251
17
Le opzioni
17.1 Generalit
Mediante un contratto a termine, lo abbiamo gi visto, l'acquirente si impegna
a pagare un prezzo ssato, in cambio di una data quantit di un titolo (detto
sottostante). Il contratto va rispettato indipendentemente dal prezzo del sottostante al momento della scadenza. Questo implica che l'acquirente pu ottenere
sia guadagni sia perdite (e al momento della sottoscrizione del contratto il valore
atteso dei guadagni deve compensare il valore atteso delle perdite).
Esistono contratti derivati, tuttavia, che permettono all'acquirente di ottenere il sottostante al prezzo ssato nel contratto oppure, se pi conveniente, al
prezzo di mercato. Questi contratti vengono deniti opzioni poich, a scadenza, danno, appunto, il diritto di esercitare un'opzione sciegliendo se pagare, per
avere il titolo sottostante, il prezzo stabilito nel contratto o il prezzo di mercato.
Il tipo di opzione qui descritto viene denito di acquisto (in inglese call )
poich d il diritto di acquistare il sottostante.
Analogamento, sul mercato, si trovano anche le opzioni di vendita (in
inglese put ) che permettono a chi le possiede di scegliere se vendere il sottostante al prezzo ssato dal contratto o al prezzo di mercato.
Nel linguaggio dei contratti a termine il prezzo da pagare alla scadenza viene
denito prezzo a termine mentre nel linguaggio delle opzioni esso si chiama
prezzo di esercizio (in inglese strike price ).
I payos di un'opzione di acquisto e di un'opzione di vendita sono riassunti
nella Tabella 17.1. Dalla tabella osserviamo che l'acquirente di un'opzione non
subisce mai perdite (nel caso peggiore non ha nessun guadagno). Questo signica
che nel momento della sottoscrizione un'opzione non pu avere valore nullo (cos
come accade per i contratti a termine) e, per essere pi precisi, deve avere valore
positivo. Per acquistare un'opzione, quindi, occorre pagare un prezzo (positivo)
che possiamo calcolare utilizzando il teorema fondamentale della nanza.
Se chiamiamo K il prezzo di esercizio, allora il payo di un'opzione call al
416
17 Le opzioni
Tabella 17.1
130
Opzione di acquisto
Acquista a 110
(sul mercato)
Non guadagna nulla
Acquista a 120
(come da contratto)
Guadagna 10
rispetto al mercato
Opzione di vendita
Vende a 120
(come da contratto)
Guadagna 10
rispetto al mercato
Vende a 130
(sul mercato)
Non guadagna nulla
S (T ) K, S (T ) K,
0,
S (T ) < K,
K S (T ) , S (T ) K,
0,
S (T ) > K.
17.1 Generalit
Figura 17.1
417
Payo
Payo
6
K
S(T )
Payo
6
S(T )
Payo
K
S(T )
S(T )
K)
1
I
K>S(T )
t
G (T )
G (t)
G
(t)
Q
+
E
(K
S
(T
))
I
.
= EQ
(S
(T
)
K)
K>S(T )
t
t
G (T )
G (T )
Qui riconosciamo immediatamente, al secondo membro, un contratto a termine (con prezzo a termine pari al prezzo di esercizio dell'opzione) e un'opzione
di vendita. Vale, quindi, la relazione
C (t) = S (t) KB (t, T ) + P (t) ,
(17.1)
che viene denita parit put-call (in inglese put-call parity ) e che mostra come un'opzione call possa essere replicata mediante un portafoglio che
contiene: il sottostante, la vendita allo scoperto di K zero-coupon e un'opzione
418
17 Le opzioni
Tabella 17.2 Valore delle opzioni in base al rapporto tra prezzo del sottostante e
prezzo di esercizio
Moneyness
Opzione
S (T ) > K
S (T ) = K
S (T ) < K
Call
In the money
At the money
Put
At the money
In the money
titolo sottostante S (t) non paghi dividendi nel periodo (t, T ). Se, invece, il titolo
paga dividendi (istantanei) pari a (t), allora vale
S (t) =
"
EQ
t
ovvero
S (t) EQ
t
|
"
#
G (t)
G (t)
,
ds + S (T )
(s)
G (s)
G (T )
#
G (t)
G (t)
Q
.
ds = Et S (T )
(s)
G (s)
G (T )
{z
}
D(t,T )
(17.2)
La presenza della funzione indicatrice nella formula del prezzo delle opzioni
mostra chiaramente la loro natura di contratti di assicurazione. Un'assicurazione, infatti, un contratto che paga se si verica un certo evento e non paga se
tale evento non si verica.
Combinando opportunamente i payos delle semplici strategie di acquisto e
di vendita delle opzioni si possono ottenere svariati risultati. Pensiamo, come
primo esempio, al caso in cui si acquisti un'opzione call e si venda un'opzione
put. Dalla somma dei payos che si vedono nei graci della Figura 17.1 si pu
osservare che questa strategia replica un contratto a termine (il cui payo
mostrato nella Figura 15.2). Nei paragra successivi vediamo come trovare il
prezzo delle opzioni e quali strategie si possono attuare mettendo tali opzioni in
un portafoglio.
419
6payo
S(T )
420
17 Le opzioni
Figura 17.3
6payo
2K
S(T )
Figura 17.4
6payo
straddle
S(T )
421
Figura 17.5
6payo
K1
K1
S(T )
K2
K1 + K2
2
+ C (K2 ) .
Nel linguaggio immaginico degli operatori nanziari si dice che, per avere
una strategia buttery, occorre comprare le ali e vendere il corpo
(della farfalla).
6. Condor : una strategia simile alla buttery, ma la gamma di possibile
prezzi per cui si ha un guadagno diventa pi ampia. Il payo di questa strategia, mostrato nella Figura 17.7, si ottiene mediante il seguente
portafoglio:
C (K1 ) C (K2 ) C (K3 ) + C (K4 ) .
422
17 Le opzioni
Figura 17.6
payo
6
K1
Figura 17.7
K2
K1 +K2
2
S(T )
6payo
K2 K1
K1
K2
K3
K4
S(T )
dove si nota che il segno stato invertito rispetto alla formula precedente
poich la relazione tra il prezzo di esericizio e la put inversa rispetto a
423
payo
6
K2 K1
K1
Figura 17.9
K2
S(T )
payo
6
K2 K1
K1
K2
S(T )
quella che esiste tra il prezzo di esercizio e la call. In questo caso il payo
della strategia si rappresenta come nella Figura 17.9. Questa strategia
consente di assicurarsi contro un ribasso del prezzo del sottostante, ma
limitanto i guadagni e, quindi, pagando meno rispetto a una classica put.
9. Collar : questa strategia consiste nell'acquistare il titolo sottostante, acquistare una put su di esso con prezzo di esercizio K1 e vendere una call
sul sottostante con prezzo di esercizio K2 > K1 . Il valore della collar, cos,
dato da
S (t) + P (K1 ) C (K2 ) ,
424
17 Le opzioni
Figura 17.10
6payo
K2
K1
K1
K2
S(T )
P (T2 ) P (T1 ) .
11. Buy-write : il nome della strategia un po' criptico poich lascia sottintese molte componenti. Il nome completo buy the underlying and
write a call option (cio compra il sottostante e scrivi un'opzione call ).
Scrivere un'opzione signica emettere l'opzione ovvero venderla allo
scoperto. Ecco, allora, che la strategia la seguente:
S (t) C (K) .
Come si vede nella Figura 17.11, questa strategia limita i guadagni futuri.
Essa attuata da molte imprese che posseggono un certo titolo (sottostante) e che hanno problemi di liquidit. Mediante una buy-write, infatti, si
425
payo
6
K
S(T )
Sul mercato di Chicago esiste un altro indice che replica questa strategia e
si chiama CBOE S&P 500 PutWrite Index PUT. L'indice PUT simile
al precedente BXM, ma non identico poich, giorno per giorno, dato
l'ammontare investito nello zero-coupon e nell'indice si aggiorna il numero
di put vendute (che non mai pari all'unit come nella strategia base)
in modo che il payo peggiore rimanga sempre lo zero. Ovviamente gli
indici BXM e PUT assumono valori molto simili.
426
17 Le opzioni
K)
I
S( )>K
t
G ( )
EQ
t
G (t)
It >T ,
(S (T ) K) IS(T )>K
G (T ) L
4. Opzione a barriera down-and-in : l'acquirente dell'opzione pu esercitare il diritto a essa connesso solo se il valore del sottostante, durante
la vita dell'opzione, andato sotto una certa soglia (L). Formalmente,
dunque, si ha il caso contrario al precedente, potendo scrivere (per una
call )
Cdi (t) = EQ
t (S (T ) K) IS(T )>K
G (t)
It <T ,
G (T ) L
=
=
5. Opzione a barriera up-and-out : l'acquirente dell'opzione perde il diritto a esercitarla se il valore del sottostante supera, durante il periodo
427
K)
I
t >T ,
S(T )>K
t
G (T ) H
dove
tH inf {t : S (t) H} .
EQ
t
G (t)
(S (T ) K) IS(T )>K
It <T ,
G (T ) H
dove tH denito come nel punto precedente. Anche in questo caso l'acquisto contemporaneo di un'opzione up-and-out e di un'opzione up-and-in
replica un'opzione europea.
7. Opzione a doppia barriera: sono opzioni che rimangono valide (nel caso
siano in ) oppure perdono la loro validit (nel caso siano out ) se il valore
del sottostante rimane compreso, durante il periodo di vita dell'opzione,
tra una barriera inferiore (L) e una barriera superiore (H ). Nel caso di
un'opzione di tipo call e in si pu scriverne il valore come
G (t)
C2bi (t) = EQ
(S
(T
)
K)
I
,
I
t
>T
S(T )>K
t
G (T )
dove
t inf {t : S (t)
/ [H, L]} .
con
G (t) ,
S (T ) K
G (T )
428
17 Le opzioni
EQ
t
G (t)
.
S (T ) IS(T )>K
G (T )
dove
EQ
t
G (t)
(t t)
,
G (T )
t inf {t : S (t)
/ [H, L]} .
EQ
t
G (t)
(S (T ) K) IS(T )>K
,
I
G (T ) T <h
dove
T
t0
IS(t)>L dt,
429
n
o
t| t h (t) h, S (t) L .
EQ
t
G (t)
It T .
(S (T ) K) IS(T )>K
G (T )
14. Opziona asiatica: il suo valore non dipende dal prezzo del titolo sottostante registrato al momento della scadenza, bens dalla media di tutti i
valori che il titolo sottostante ha assunto prima della scadenza. Poich la
media dei prezzi del titolo S (t) dal momento dell'emissione in t0 no alla
scadenza data da
S (t0 , T ) =
1
T t0
S (s) ds,
t0
G (t)
S (t0 , T ) K IS(t
.
0 ,T )>K
G (T )
K)
I
.
S
OS (t,T )>K
t
G (T )
430
17 Le opzioni
16. Opzione Bermuda: chiamata cos perch si trova a met strada tra
le opzioni americane e quelle europee (cos come le isole Bermuda sono
nell'Atlantico tra Europa e America): essa pu essere esercitata solo in
date prestabilite. Ricordo che le opzioni europee hanno un'unica data di
esercizio mentre quelle americane possono essere esercitate in qualunque
momento no alla scadenza. Chiamando le date di possibile esercizio 1 ,
2 e cos via no a n , il valore dell'opzione Bermuda si scrive come
Cber (t) =
G (t)
.
EQ
(S
(
)
K)
I
S( )>K
t
G ( )
{1 ,2 ,...,n }
sup
G (t)
,
Cq (t) = EQ
t E (T ) (SF (T ) KF ) ISF (T )>KF
{z
} G (T )
|
GF (t)
F
.
Cq (t) = E (t) EQ
t (SF (T ) KF ) ISF (T )>KF
{z
} GF (T )
|
Nel primo caso il payo a scadenza viene valutato con il cambio che si
prevede alla scadenza stessa, scontato con il tasso domestico e valutato
sotto la probabilit domestica; nel secondo caso, invece, il payo a scadenza scontato con il tasso estero e valutato sotto la probabilit estera
per poi applicare, al risultato, il cambio del momento in cui si eettua
la valutazione. Poich, anch sul mercato non vi sia arbitraggio, i due
valori devono essere identici, dalla loro uguaglianza si pu ricavare la relazione che deve esistere tra la probabilit neutrale al rischio domestica e
quella estera.
18. Opzione russa: si tratta di un'opzione di tipo americano la quale pu
essere esercitata in un qualsiasi momento no alla scadenza e per la quale
il payo non legato al prezzo del sottostante al momento dell'esercizio bens al prezzo massimo che il sottostante ha avuto no alla data di
431
G (t)
S ( ) K IS(
,
)>K
G ( )
19. Opzione arcobaleno: il suo valore legato a due titoli sottostanti. L'acquirente, in particolare, pu scegliere se esercitare l'opzione sul primo titolo, sul secondo, oppure non esercitarla aatto. Il suo valore dato
da
Carc (t) = EQ
t max (S1 (T ) K, S2 (T ) K, 0)
G (t)
.
G (T )
EQ
t
G (t)
G (t)
Q
KEt IS(T )>K
.
IS(T )>K S (T )
G (T )
G (T )
G (t)
S (T )
= S (t) ,
G (T )
G (t)
= B (t, T ) ,
EQ
t
G (T )
IS(T )>K EQ
t
Da questa semplicazione capiamo che la probabilit Q1 si ottiene prendendo come numerario il prezzo del titolo sottostante (chiamo, quindi, questa
1 Il primo valore atteso valido per un sottostante che non paga cedole/dividendi fra t e
T . Se vi fossero dei ussi di cassa intermedi si dovrebbe adottare la stessa tecnica vista per i
432
17 Le opzioni
433
Nel caso in esame il prezzo del sottostante segue un moto browniano geometrico di cui conosciamo la soluzione:
1 2
S (T ) = S (t) e( 2 )(T t)+(W (T )W (t)) .
P (W (T ) W (t)) >
)
K
12 2 (T t)
ln S(t)
Per semplicare i conti, spesso, conviene avere a che fare con normali standard (che hanno, cio, media nulla e varianza unitaria). In questo caso,
allora,
possiamo dividere entrambi i membri per lo scarto quadratico medio T t in
modo da normalizzare la variabile casuale normale:
P
)
K
21 2 (T t)
ln S(t)
W (T ) W (t)
.
>
T t
T t
<
P
T t
T t
!
1 2
ln S(t)
(T t)
K + 2
=N
,
T t
(
(17.3)
dove ho indicato con N (x) la densit cumulata di una normale standard ovvero
la probabilit che una variabile casuale normale standard assuma valori pi
piccoli di x.
Ora, per trovare il prezzo di un'opzione di acquisto, ci basta calcolare questa
stessa probabilit sotto due distribuzioni diverse. Poich nel nostro caso, lo
ricordo, vale FT = Q, sappiamo che
dS (t)
= rdt + dW Q (t) ,
S (t)
2 Ricordo
che una normale standard moltiplicata per 1 ancora una normale standard.
434
17 Le opzioni
ovvero
dS (t)
= rdt + dt + dW S (t) = r + 2 dt + dW S (t) .
S (t)
Vediamo, cos, che per calcolare la probabilit dello stesso evento sotto Q e
sotto S basta porre, nella (17.3), = r e = r + 2 rispettivamente, ottenendo
Q {S (T ) > K} = N
S {S (T ) > K} = N
!
1 2
ln S(t)
(T t)
K + r 2
,
T t
!
1 2
+
r
+
(T
t)
ln S(t)
K
2
.
T t
(17.4)
dove
1 2
ln S(t)
(T t)
K + r + 2
d1 =
,
T t
1 2
(T t)
ln S(t)
K + r 2
d2 =
.
T t
(17.5)
(17.6)
che calcola la probabilit che una variabile normale con media m e scarto qaudratico medio s assuma valori pi piccoli di x.
function [C , P ]= bsoption(S ,K ,r ,T , sigma );
d1 = -(( log( K/S ) -( r +1/2* sigma ^2) *T) /( sigma * sqrt (T )));
d2 = -(( log( K/S ) -(r -1/2* sigma ^2) *T) /( sigma * sqrt (T )));
C=S * cdfnor ( 'PQ ' ,d1 ,0 ,1) -K* exp( -r*T )* cdfnor ( 'PQ ' ,d2
,0 ,1) ;
P=C +K* exp( -r* T) -S;
endfunction
435
G (t)
S (t)
(t + 1) =
G (t) (1 + r)
S (t) u
G (t) (1 + r)
S (t) d
dove, ovviamente, vale u > 1 e 0 < d < 1 (le lettere stanno per up e down
in inglese). Sappiamo che su questo mercato non vi arbitraggio se esiste un
vettore p (di elementi tutti positivi) che soddisfa la seguente relazione
G (t) (1 + r)
S (t) u
G (t) (1 + r)
S (t) d
pu
pd
G (t)
S (t)
da cui si ricava
pu
pd
1
S (t) d G (t) (1 + r)
G (t)
=
S (t)
G (t) (1 + r) S (t) (d u) S (t) u G (t) (1 + r)
1
G (t) S (t) (d (1 + r))
=
S
(t) G (t) ((1 + r) u)
G (t) (1 + r) S (t) (d u)
1
(1 + r) d
=
,
(1 + r) (u d) u (1 + r)
qu
qd
1
=
ud
(1 + r) d
u (1 + r)
436
17 Le opzioni
Dal momento che vale u > d, questo mercato privo di arbitraggio se vale
d < (1 + r) ,
u > (1 + r) ,
ovvero se il titolo rischioso, in uno stato del mondo, rende pi del titolo privo
di rischio e, nell'altro stato del mondo, rende di meno.
Se si prende in esame un ulteriore periodo (t + 2) nel quale il prezzo del
titolo rischioso possa nuovamente salire o scendere, allora il prezzo S (t + 2) pu
assumere tre valori diversi nei seguenti casi:
il prezzo del titolo salito per due volte consective:
S (t + 2) = S (t) u2
e, sotto la probabilit neutrale al rischio, questo evento accade con probabilit qu2 ;
il prezzo del titolo prima salito e poi sceso oppure prima sceso e poi
S (t + 2) = S (t) ud = S (t) du
e, sotto la probabilit neutrale al rischio, questo evento accade con probabilit qu qd + qd qu = 2qd qu ;
il prezzo del titolo sceso per due volte consecutive:
S (t + 2) = S (t) d2 ,
437
al rischio)
S (t) un ,
qun
n1
S (t) u
d,
qun1 qd
S (t) un2 d2 ,
qun2 qd2
...,
...
n
quni qdi
S (t + n) = S (t) uni di ,
...,
...
n
S (t) u2 dn2 ,
qu2 qdn2
n1
S (t) ud
,
qu qdn1
qdn
S (t) dn .
0
n
dove ho indicato con
le combinazioni di n elementi di classe n i e
ni
vale
n!
n
n
=
,
=
i
ni
i! (n i)!
che misura, appunto, il numero di combinazioni che si possono ottenere formando, con n elementi, dei gruppi che ne contengono i.3
Questo modello si pu rappresentare gracamente come nella Figura 17.12.
In Scilab si pu creare una matrice che abbia tante colonne quanti sono i
nodi dell'albero binomiale e che, in ogni colonna, contenga tutti i possibili prezzi.
Volendo, per esempio, partire da un prezzo pari a S (1) = 100 con possibilit
di salire del 10% o di scendere del 10% (cio u = 1.1 e d = 0.9) e prendendo in
esame un albero con 5 nodi (compreso il primo), il comando che si pu dare per
generare l'albero il seguente.
-->S (1) =100;
-->u =1.1; d =0.9; n =5;
--> for i =1:n , S (1:i , i)= S (1) *u ^([i -1: -1:0] ').* d ^([0: i
-1] ') ; end ;
3 Pensando ai quattro semi delle carte da gioco (Picche, Cuori, Quadri, Fiori), prendendoli
in gruppi di due si possono avere 6 gruppi diversi: PC, PQ, PF, CQ, CF, QF.
438
17 Le opzioni
Figura 17.12
e0<d<1
S(t)un
S(t)u2
S(t)un1 d
S(t)un2 d2
S(t)u
...
S(t)ud
S(t)
S(t)dn2 u2
S(t)d
S(t)d2
S(t)dn1 u
S(t)dn
t+1
t+n
t+2
-->S
S =
100.
0.
0.
0.
0.
110.
90.
0.
0.
0.
121.
99.
81.
0.
0.
133.1
108.9
89.1
72.9
0.
146.41
119.79
98.01
80.19
65.61
riga);
la terza colonna contiene tre dati: nel terzo nodo dell'albero binomiale,
439
Se sul titolo S (t) viene scritta un'opzione di tipo europeo call, con scadenza
in t + n e con prezzo di esercizio K , allora il suo valore sar dato, al tempo
t, dal valore atteso sotto la probabilit neutrale al rischio del suo payo nale
scontato al tasso privo di rischio:
C (t) =
n
X
i=0
n
X
i=0
n
ni
n
ni
1
ni i
q max S (t) uni di K, 0
nq
(1 + r) u d
puni pid max S (t) uni di K, 0 .
dove ho supposto che il tasso privo di rischio sia costante nel periodo da t a T
e, per ogni sottoperiodo, sia dato da rn . Il rendimento logaritmico del titolo
rischioso e del titolo privo di rischio sono
u
ln S (T ) ln S (t) = (n i) ln u + i ln d = n ln u i ln ,
d
T t
ln G (T ) ln G (t) = n ln 1 + rn
,
n
dove i una variabile casuale (binomiale) che pu assumere tutti i valori interi
da 0 (se non vi nessun decremento in alun nodo dell'albero nel prezzo S (t))
a n (se in tutti i nodi dell'albero vi un decremento). Nel modello di Black
e Scholes in tempo continuo ci ricordiamo che, sotto la probabilit neutrale al
rischio, vale
1 2
ln S (T ) ln S (t) = r (T t) + W Q (T ) W Q (t) ,
2
ln G (T ) ln G (t) = r (T t) .
4 Ricordo che con n molto grande si ottiene, per il titolo privo di rischio, la capitalizzazione
continua:
n
lim
1+r
T t
n
= er(T t) .
440
17 Le opzioni
da cui si ottiene che il fattore di montante per ogni singolo istante deve valere
1 + rn
T t
T t
= er n ,
n
n
X
k=0
n
X
k=0
n
nk
n
nk
n ln u nqd ln ud
2
nqd (1 qd ) ln ud
= r 21 2 (T t) ,
= 2 (T t) ,
u=e
(r 12 2 ) Tnt +
d = e(
r 12 2
T t
n
qd
1qd
1qd
qd
T t
T t
,
.
qu
qd
1
=
ud
T t
er n d
T t
u er n
441
"
T t
er n d
T t
u er n
1
2
1
2
d = e(
r 12 2
T t
n
T t
n
T t
n
,
.
n
X
i=0
n
ni
er(T t)
n
T t
1 2
1
max S (t) e(r 2 )(T t)+(n2i) n K, 0 .
2
Per scrivere una funzione in Scilab che calcoli il valore di un'opzione usando
il modello binomiale, ci serve la funzione
binomial(p,n)
r = 0.01,
T = 2,
= 0.2,
442
17 Le opzioni
443
Figura 17.13
Black e Scholes
Volatilit implicita
su valute
Volatilit implicita
su azioni
Leptocurtica-asimmetrica
Leptocurtica
implicita maggiore rispetto a quella delle opzioni at the money (per le quali
K = S (t)).
La fantasia degli operatori nanziari rimasta colpita dal fatto che il graco
ricorda un sorriso, tanto da meritarsi l'appellativo di volatility smile . Disegnando, dunque, una funzione di densit con i valori della volatilit implicita
non si ottiene, come si dovrebbe, una normale, bens una leptocurtica (con code
pi spesse). Sui mercati delle azioni, invece, si tende a osservare pi un ghigno che un sorriso. La forma, infatti, la pi a destra della Figura 17.13 dove
si osserva che, rispetto al prezzo di esercizio K , la volatilit implicita sempre decrescente (generando una funzione di densit leptocurtica e asimmetrica).
La letteratura ha cercato, ovviamente, di creare modelli con varianti rispetto a
quello base di Black e Scholes in modo da poter generare curve di volatilit che
avessero la forma di un sorriso. I modelli che ne sono scaturiti prevedono la
presenza di una volatilit non pi costante bens stocastica anch'essa.
444
17 Le opzioni
Per capire quale sia la dierenza tra le greche di una call e di una put possiamo
ricorrere alla parit put-call :
C (t) = S (t) KB (t, T ) + P (t) ,
445
B (t, T )
+ P .
(T t)
B (t, T )
= B (t, T ) f (t; T )
(T t)
C = KB (t, T ) f (t; T ) + P .
Per avere un'intuizione del segno di queste derivate ci basta pensare all'opzione come a un contratto di assicurazione che copre da un rischio.
Tanto pi il tempo per cui ci assicuriamo lungo (cio tanto maggiore
T t) e tanto maggiore la probabilit di incorrere in un certo rischio.
All'aumentare di questa probabilit ci viene richiesto, ovviamente, un premio di assicurazione (cio un prezzo di acquisto per l'opzione) pi elevato.
Possiamo allora concludere che i theta della call e della put devono essere
entrambi positivi. Dalla relazione precedente, inoltre, capiamo che il theta
della call un po' maggiore del theta della put e questo dovuto al fatto
che la call non pone limiti ai guadagni.
4. La relazione tra i rho di call e put
C = K
B (t, T )
+ P ,
r
la relazione
B (t, T )
B (t, T ) (T t)
B (t, T )
=
=
.
T
(T t)
T
(T t)
446
17 Le opzioni
Un poco pi complesso, ora, capire quali siano i segni dei due rho. Infatti,
in questo caso, agiscono sul prezzo dell'opzione due forze: quando r cresce,
G(t)
il fattore di sconto ( G(T
) ) diviene pi piccolo e il prezzo del sottostante
(sotto la probabilit Q) cresce pi rapidamente (il suo drift, infatti,
pari a r). Nel caso dell'opzione put queste due forze agiscono nella stessa
direzione poich, a causa del maggiore tasso di crescita del sottostante,
la probabilit che esso stia al di sotto del prezzo di esercizio K si riduce
e, quindi, possiamo concludere che vale P < 0. Per ottenere il rho della
call, poi, si aggiunge a quello della put un valore positivo (l'opposto della
semielasticit di uno zero-coupon rispetto al tasso di interesse, infatti,
positivo). Dobbiamo capire se tale addendo maggiore o minore (in
valore assoluto) di P . L'intuizione che lo zero-coupon il titolo con
elasticit pi alta possibile rispetto al tasso di interesse (qualsiasi titolo
con cedole, infatti, ha un'elasticit pi bassa). Ci aspettiamo, quindi, che
la componente positiva KB (t, T ) B,r (t, T ) compensi la negativit di P
portando a un C > 0 (come, in eetti, ).
5. La relazione tra i vega di call e put la seguente:
VC = VP ,
poich sappiamo che lo zero-coupon non dipende dalla volatilit del sottostante S e il prezzo del sottostante stesso, al momento della valutazione
(in t) non dipende dalla sua volatilit. L'intuizione dietro questo risultato
immediata: la put e la call, viste come due contratti di assicurazione,
devono reagire al rischio sottostante (cio alla volatilit) esattamente nello
stesso modo poich assicurano contro lo stesso tipo di rischio (anche se gli
eventi da cui assicurano sono uno l'opposto dell'altro). Inoltre, poich,
come abbiamo gi sottolineato, all'aumentare del rischio deve aumentare
il prezzo dell'opzione, i due vega devono essere positivi.
I valori delle greche per il modello di Black e Scholes sono riportati nella Tabella
17.3 (le dimostrazione si trovano nell'approfondimento a ne paragrafo).
Esiste un'importante relazione fra le prime tre greche che ottenuta applicando una approssimazione in serie di Taylor dell'evoluzione del prezzo di un
derivato (dD), cos come si era fatto per ottenere il lemma di It:
dD =
D
1 2D
D
(dS)2 .
dt +
dS +
t
S
2 S 2
la relazione
D
D
(T t)
=
= D .
t
(T t)
t
447
Greche
Call
Put
N (d1 )
N (d1 )
S (t) T tN 0 (d1 )
N 0 (d2 )
K rN (d2 )+ 2T t
N 0 (d2 )
K rN (d2 )+ 2T t
(T t) Ker(T t) N (d2 )
(T t) Ker(T t) N (d2 )
er(T t)
er(T t)
S (t) T tN 0 (d1 )
Avendo, quindi, i dati storici dei prezzi di un derivato e del suo sottostante,
si pu stimare la seguente relazione
2
dD = 0 + 1 dS + 2 (dS) + u,
448
17 Le opzioni
Denizione 17.8.1 Un portafoglio, formato da un titolo rischioso e da (almeno) un derivato su di esso, delta-immunizzato se la derivata del valore del
portafoglio, rispetto al prezzo del titolo rischioso, nulla.
Questa delta-immunizzazione permette di difendere il valore del portafoglio da variazioni piccole del prezzo del sottostante (la derivata, infatti,
denita per valori piccoli di dS ). Sui mercati nanziari, tuttavia, non sono inusuali variazioni anche importanti del prezzo del sottostante. Per fare in modo,
allora, che il portafoglio sia immunizzato anche da variazioni pi consistenti di S occorre annullare anche la derivata seconda (che, appunto, misura le
variazioni proporzionali a (dS)2 ). Questo tipo di immunizzazione viene denita gamma-immunizzazione poich si basa sulla derivata seconda rispetto al
sottostante.
Dati un sottostante S e un derivato scritto su di esso D, il portafoglio
che li contiene entrambi (in quantit S e D rispettivamente) delta-gammaimmunizzato se vale
S + D D
{z
}
|
= 0,
D D
| {z }
= 0,
= 0,
= 0,
D2
,
D2 D1 D2 D1
D2 = S
D1
.
D2 D1 D2 D1
449
derivate prima e seconda del valore del portafoglio, rispetto al prezzo del titolo
rischioso, sono nulle.
Un caso interessante viene proposto come esercizio.
Esercizio 17.8.1 Trovare la composizione che delta-gamma immunizza un portafoglio
formato da un sottostante e da opzioni put e call scritte su di esso (con uguale prezzo
di esercizio e uguale scadenza).
Soluzione.
composizione
S + C (1 + P ) + P P
C P + P P
C
= 1,
S
= 0,
= 0,
P
= 1.
S
Dalla parit put-call ricaviamo che questo portafoglio deve essere pari a
R (t) = KB (t, T ) ,
450
17 Le opzioni
d1 d2 = T t,
(17.7)
che ci sar utile per semplicare determinati calcoli. Molti dei conti che
seguiranno utilizzeranno la seguente relazione
(17.8)
d2
(d1 T t)2
1
1
1
2
S (t) e 2 Ker(T t) e
2
2
2 (T t)2d1 T t
1 d21
r(T t)
2
2
= e
S (t) Ke
e
2
2
1 d21
r+ 2 (T t)+d1 T t
2
S (t) Ke
,
= e
2
S (t) Ke
ln
2
r+ 2 (T t)
K r+ 1 2 (T t)
2
S(t)
T t
T t
K
S (t)
1 d21
1 d21
ln S(t)
2
2
S (t) K
S (t) Ke
= e
= e
= 0.
K
2
2
451
Delta
Calcolando la derivata prima della (17.4) rispetto al sottostante si ottiene
d1
d2
C (t)
= N (d1 ) + S (t) N 0 (d1 )
Ker(T t) N 0 (d2 )
.
S (t)
S (t)
S (t)
d1 T t
d2
d1
=
=
.
S (t)
S (t)
S (t)
(17.9)
(17.10)
Gamma
Calcolando la derivata seconda della (17.4) rispetto al sottostante si ottiene
2 C (t)
N (d1 )
d1
= N 0 (d1 )
S
(t)
S
(t)
S (t)
d1
1
1
N 0 (d1 ) .
= N 0 (d1 )
=
S (t)
S (t) T t
2
Nel caso della put, poi, abbiamo visto che il gamma assumo lo stesso
valore.
Theta
Il tempo a scadenza (T t) compare in molte parti della formula (17.4). La
derivata
C (t)
d1
=S (t) N 0 (d1 )
(T t)
(T t)
+ rKer(T t) N (d2 ) Ker(T t) N 0 (d2 )
d2
.
(T t)
452
17 Le opzioni
=
+
,
(T t)
(T t) 2 T t
C (t)
= S (t) N 0 (d1 )
+ rKer(T t) N (d2 )
(T t)
2 T t
r(T t)
0
rN (d2 ) +
= Ke
N (d2 ) .
2 T t
P (t)
C (t)
=
rKer(T t) ,
(T t)
(T t)
P (t)
r(T t)
0
rN (d2 ) +
= Ke
N (d2 ) .
(T t)
2 T t
Rho
Derivando la (17.4) rispetto al tasso r si ottiene
C (t)
d1
=S (t) N 0 (d1 )
+ (T t) Ker(T t) N (d2 )
r
r
d2
,
Ker(T t) N 0 (d2 )
r
d1 T t
d1
d2
=
=
,
r
r
r
allora si ha
C (t)
d1
d1
=S (t) N 0 (d1 )
Ker(T t) N 0 (d2 )
r
r
r
+ (T t) Ker(T t) N (d2 ) ,
e, usando la (17.8),
C (t)
= (T t) Ker(T t) N (d2 ) .
r
(17.11)
453
Vega
Derivando la (17.4) rispetto a si ottiene
d1
d2
C (t)
= S (t) N 0 (d1 )
Ker(T t) N 0 (d2 )
.
d1 T t
d2
d1
=
=
T t,
= Ker(T t) T tN 0 (d2 )
= T tS (t) N 0 (d1 ) .
d1
T t
Sappiamo, poi, che questa greca assume lo stesso valore per la put.
dove k il numero di zero-coupon presenti nel portafoglio, non necessariamente uguale a K (se fosse k = K , allora, le due strategie BXM e P U T
avrebbero lo stesso valore per la parit put-call ).
454
17 Le opzioni
Figura 17.14
I valori delle strategie BXM e P U T sono mostrati, unitamente al valore dell'indice S&P 500, nella Figura 17.14 per il periodo che va dal 30 giugno 1986 al
31 marzo 2010.
Appare evidente che, avendo le serie storiche dei prezzi BXM (t) e P U T (t),
il valore della semplice strategia call pu essere ottenuto mediante
C (K) = S (t) BXM (t) ,
Il delta di questo portafoglio R (t) deve essere pari a 1 (infatti il delta del
forward unitario) e il suo gamma deve essere nullo. Calcolando il dierenziale
totale di R (t), infatti, si ottiene7
(F (t, T ) + kB (t, t))
(F (t, T ) + kB (t, t))
1 2 (F (t, T ) + kB (t, t))
(dS (t))2
dt +
dS (t) +
(T t)
S (t)
2
S (t)2
1
dt + F + k B dS (t) + F + k B (dS (t))2
= (K k)
B
|{z}
|{z}
|{z}
|{z}
2 |{z}
dR (t) =
B(t,T )f (t;T )
che vale
F (t,T )
(T t)
(S(t)KB(t,T ))
(T t)
)
= K B(t,T
= KB .
(T t)
455
coeff
0.0337348
1.0159556
0.0000141
*
ans
t - statistic
1.9653109
687.31285
0.3677120
*
p value
0.0494244
0
0.7131010
456
17 Le opzioni
dC (t) =
coeff
-0.1394946
0.6506618
0.0006323
*
ans
t - statistic
-5.2562765
284.70968
10.686092
*
p value
0.0000002
0
0
457
Figura 17.15 Graci a dispersione del risultato sull'indice S&P 500 (dS ) rispetto
alla strategia forward (d (C + P U T ) nel graco superiore) e alla strategia call (dC =
d (S BM X) nel graco inferiore)
In questo caso osserviamo che tutti i parametri del modello sono signicativamente diversi da zero. Il secondo e il terzo coeciente sono positivi e
misurano, rispettivamente, delta e (met del) gamma dell'opzione di acquisto
(la teoria, infatti, ci garantiva che entrambe le greche devono essere positive).
Il primo coeciente misura, invece, l'opposto del theta ed negativo (la teoria,
infatti, ci assicurava che il theta della call dovesse essere positivo).
I risultati appena ottenuti si possono anche riassumere in un graco nel quale
si mettano in relazione i risultati economici sull'indice (dati dai dierenziali
dS (t)) con i risultait economici della strategia R (t) (misurati da dR (t)) e della
strategia C (t) (misurati da dC (t)).
I comandi seguenti generano la Figura 17.15.
--> subplot (2 ,1 ,1); plot (dS ,dR , '. ') ; plot (dS , dS ) ;
--> subplot (2 ,1 ,2); plot (dS ,dC , '. ') ; plot (dS , dS ) ;
Dai graci a dispersione, dove sono rappresentate anche le rette con inclinazione pari a 1, notiamo che:
1. il rendimento della strategia forward d (C + P U T ) una fuzione lineare
del rendimento dell'indice S&P 500 (dS ) e l'inclinazione pari a 1 (infatti
abbiamo ottenuto che il delta della strategia unitario);
2. il rendimento della strategia call dC = d (S BXM ) una funzione non
lineare del rendimento (il fatto che i punti si allarghino agli estremi
458
17 Le opzioni
=EQ
t
"
G (t)
ds
(s)
G (s)
"
#
T
G (t)
G (t)
IV (H,T )>S(H)
+
(s)
ds +
G (s)
G (T )
H
G (t)
.
+ EQ
t IV (H,T )S(H) S (H)
G (H)
EQ
t
!#
#
G (H)
G (H)
V (H, T ) =
(s)
ds +
G (s)
G (T )
H
!#
"
T
G (H)
G (H)
G (H) G (t)
Q
ds +
(s)
= EH
G (t) G (H)
G (s)
G (T )
H
#
"
T
G (H) Q
G (t)
G (t)
=
,
EH
ds +
(s)
G (t)
G (s)
G (T )
H
EQ
H
ovvero
EQ
H
"
459
#
G (t)
G (t)
G (t)
(s)
=
ds +
V (H, T ) .
G (s)
G (T )
G (H)
"
!##
G (t)
G (t)
IV (H,T )>S(H)
(s)
ds +
G (s)
G (T )
H
##
"
"
T
G (t)
G (t)
Q
Q
ds +
=Et IV (H,T )>S(H) EH
(s)
G (s)
G (T )
H
G (t)
=EQ
V (H, T ) .
t IV (H,T )>S(H)
G (H)
EQ
t
EQ
H
"
#
G (t)
G (t)
(s)
ds +
G (s)
G (T )
t
H
G (t)
Q
(S (H) V (H, T )) .
+ Et IV (H,T )S(H)
G (H)
=EQ
t
G (t)
(s)
ds +
G (s)
EQ
t
G (t)
(S (H) V (H, T )) IS(H)V (H,T )
.
G (H)
460
17 Le opzioni
Figura 17.16
r (t)
Tasso di mercato
6
/
rc
Contratto cap
t
Ad ogni istante, quindi, con il contratto cap viene pagato il pi piccolo tra
il tasso di mercato e il tasso-soglia. Gracamente, il contratto cap, rispetto
all'andamento del tasso di interesse di mercato, si pu rappresentare come nella
Figura 17.16.
Qual il guadagno di questa operazione, dunque? Anzich pagare il tasso
r (t) si paga
r (t) Ir (t)rc + rc Ir (t)>rc .
Il payo, cos, dato dalla dierenza tra il tasso che si dovrebbe pagare su
un contratto a tasso variabile e il tasso che, invece, si paga su un contratto che
prevede una clausola cap :
r (t) r (t) Ir (t)rc + rc Ir (t)>rc ,
r (t) 1 Ir (t)rc rc Ir (t)>rc = (r (t) rc ) Ir (t)>rc .
461
EQ
t
"
#
G (t)
(r (s) rc ) Ir (s)>rc
ds .
G (s)
T
t
e il valore del cap, dunque, pu essere scritto come somma di tanti caplet :
Cap (t, T ) = EQ
t
"
#
G (t)
ds .
Caplet (s)
G (s)
Ad ogni istante, quindi, con il contratto oor viene pagato il pi elevato tra
il tasso di mercato e il tasso-soglia. Gracamente, il contratto oor, rispetto
all'andamento del tasso di interesse di mercato, si pu rappresentare come nella
Figura 17.17.
Se la soglia del tasso minimo pari a rf , il payo del contratto, ovviamente,
dato dal guadagno che si ottiene ricevendo questa combinazione di tassi anzich
ricevendo sempre e soltanto il tasso di mercato r (t). Tale payo, dunque, vale
r (t) Ir (t)>rf + rf Ir (t)rf r (t) ,
La struttura, dunque, quella di un'opzione put. Come nel caso del cap, il
valore in t di un contratto oor che scade in T dato da
F loor (t, T ) = EQ
t
"
#
G (t)
(rf r (s)) Ir (s)<rf
ds ,
G (s)
462
17 Le opzioni
Figura 17.17
r (t)
Contratto oor
6
/
rf
]
Tasso di mercato
t
in modo che il valore del contratto oor si possa anche scrivere come
F loor (t, T ) =
EQ
t
"
#
G (t)
F loorlet (s)
ds .
G (s)
Ora una delle due funzioni indicatrici (una qualsiasi) si pu scrivere come il
complemento a 1 dell'indicatrice dell'evento opposto:
Irf r (t)rc = Irf r (t) 1 Ir (t)>rc
463
f loor
Si nota, cos, che, avendo gi una posizione lunga sul tasso r (t) occorre
comprare un oor e vendere un cap.
Un caso particolare pu essere di interesse: si venda un cap e si compri un
oor in modo che le soglie siano uguali (ovvero rc = rf = r). In questo caso il
payo della strategia
r r (t)) Ir (t)<r ,
(r (t) r) Ir (t)>r + (
|
{z
} |
{z
}
cap
f loor
(r (t) r) Ir (t)>r + (
r r (t)) 1 Ir (t)>r = r r (t) .
Questo il payo di uno swap per il quale si paga il tasso variabile e si rivece
il tasso sso r. Ovviamente, con l'operazione opposta di acquisto di un cap e
di vendita di un oor, si ottiene uno swap con cui si riceve il tasso varaibile e si
paga il tasso sso.
ni
dei
calcoli
che
seguono
(
r r (t)) Ir (t)<
r r (t)) Ir (t)
r = (
r.
faccio
notare
che
vale,
necessariamente,
464
17 Le opzioni
EQ
t
"
G (t)
IK <H
G (H)
#
G (H)
ds .
(H K )
G (s)
T
H
G(H)
EQ
H r (s) G(s) ds
,
T Q h G(H) i
H EH G(s) ds
"
##
T
G (t)
G (H)
IK <H
SwP (t, H, T ) =
ds
(H K )
G (H) H
G (s)
"
#
T
G (t)
Q
Q G (H)
= Et IK <H
ds .
(H K ) EH
G (H) H
G (s)
EQ
t
EQ
H
EQ
t
"
G (t)
IK <H
G (H)
#
G (H)
ds ,
(r (s) K )
G (s)
T Q
G(H)
ds
E
r (s)
H H
G(s)
T Q G(H)
E
ds
H H G(s)
G(s)
465
Se, inne, indichiamo con SwV F (H, T ) il valore in H di uno swap che, scadendo
in T , permette di ricevere r (t) e pagare K (quindi uno swap variabile contro
sso), allora il valore dello swaption-payer pari a
G (t)
.
SwP (t, H, T ) = EQ
Sw
(H,
T
)
I
VF
SwV F (H,T )>0
t
G (H)
Possiamo, cos, concludere che una swaption un'opzione su uno swap futuro
che ha come prezzo di esercizio zero. In eetti mediante quest'opzione non si
paga nessun prezzo al momento dell'esericizio, poich si entra semplicemente nel
contratto swap sottostante.
Il caso dello swaption-recevier del tutto analogo al precedente, salvo che
bisogna invertire la funzione indicatrice e il payo del contratto, avendo, quindi:
SwR (t, H, T ) = EQ
t
"
G (t)
IK >H
G (H)
T
H
#
G (H)
ds .
(K H )
G (s)
Con passaggi del tutto analoghi a quelli del caso precedente si ottiene, inne,
SwR (t, H, T ) =
EQ
t
"
G (t)
IK >H
G (H)
(K
#
G (H)
ds ,
r (s))
G (s)
dove si indicato con SwF V (H, T ) il valore in H di uno swap che prevede, no
alla data T , di ricevere il tasso sso K e di pagare il tasso variabile di mercato
r (t) (quindi uno swap sso contro variabile).
18
Opzioni americane
K)
I
Ca (t) = max EQ
S( )>K
t
G ( )
[t,T ]
G (t)
= EQ
(S
(
)
K)
I
,
>K
t
C
S ( C
)
G (C )
G (t)
Pa (t) = max
(K S ( )) IS( )<K
G ( )
[t,T ]
G
(t)
Q
= Et (K S (P )) IS ( )<K
.
P
G (P )
EQ
t
468
18 Opzioni americane
K)
I
S( )>K
t
G ( )
[t,T ]
G (t)
(S
(
)
K)
1
I
= max EQ
S( )K
t
G ( )
[t,T ]
G (t)
G (t)
.
(S
(
)
K)
+
(K
S
(
))
I
= max EQ
S( )K
t
G ( )
G ( )
[t,T ]
Ora, nel membro di destra, sappiamo che il massimo della somma di due
funzioni sempre minore della somma dei massimi delle due funzioni separate.
Si pensi al caso di due centometristi che, singolarmente, hanno un tempo migliore. Che cosa accade se li facciamo correre legati insieme per una caviglia?
Il risultato non potr mai essere migliore rispetto al migliore dei due risultati
singoli. Possiamo, cos, scrivere
G (t)
G (t)
Q
(S ( ) K)
Ca (t) max
+ max Et (K S ( )) IS( )K
G ( )
G ( )
[t,T ]
[t,T ]
G (t)
+ Pa (t) ,
= max EQ
t (S ( ) K)
G ( )
[t,T ]
EQ
t
ovvero
G (t)
.
Ca (t) Pa (t) max EQ
(S
(
)
K)
t
G ( )
[t,T ]
G (t)
(S ( ) K)
max
G ( )
[t,T ]
"
#
F
G
(t)
G
(t)
Q
Q
= S (t) Et
(s)
ds KB (t, F ) ,
=Et (S (F ) K)
G (F )
G (s)
t
|
{z
}
D(t,F )
EQ
t
dove ho indicato con D (t, F ) il valore atteso (sotto Q) di tutti i dividendi futuri
no a F scontati al tasso privo di rischio.
Vale, cos, la relazione
Ca (t) Pa (t) S (t) D (t, F ) KB (t, F ) ,
la quale, tuttavia, appare decisamente poco utile poich contiene il tempo ottimo
di arresto F che pu essere determinato solo se si conoscono i processi stocastici
seguiti dal titolo sottostante, dai dividendi e dal tasso di interesse privo di
469
S
(
))
I
S( )<K
t
[t,T ]
G ( )
G (t)
(K
S
(
))
1
I
= max EQ
S( )K
t
G ( )
[t,T ]
G
(t)
G (t)
.
(K
S
(
))
(K
S
(
))
I
= max EQ
S( )K
t
G ( )
G ( )
[t,T ]
Anche in questo caso usiamo la propriet per cui il massimo di una somma
non mai maggiore della somma dei massimi:
G (t)
G (t)
Q
+ max Et (S ( ) K) IS( )K
Pa (t) max
(K S ( ))
G ( )
G ( )
[t,T ]
[t,T ]
G
(t)
= max EQ
+ Ca (t) ,
t (K S ( ))
G ( )
[t,T ]
EQ
t
ottenendo, cos,
Ca (t) Pa (t) max
[t,T ]
EQ
t
G (t)
.
(K S ( ))
G ( )
max EQ
(K
S
(
))
= KB t, F
S (t) + D t, F
t
[t,T ]
G ( )
= S (t) D t, F
KB t, F
,
470
18 Opzioni americane
avendo
.
KB t, F
Ca (t) Pa (t) S (t) D t, F
Anche in questo caso ci conviene eliminare il tempo ottimo di arresto trovando il valore pi piccolo possibile del membro di destra (detto, in termini
matematici, minorante). Dobbiamo, cos, sostituire ai dividendi e al valore
dello zero-coupon i loro valori massimi. Poich la somma dei dividendi scontati
crescente nel tempo, il valore massimo si avr per la data T e, quindi, occorre
inserire D (t, T ). Poich il prezzo dello zero-coupon, invece, decresce al crescere
del tempo T , il suo valore massimo si ha per T = t con B (t, t) = 1. Possiamo,
cos, concludere che vale
Ca (t) Pa (t) S (t) D (t, T ) K.
Avendo determinato una soglia massima e una minima per la dierenza tra
una call e una put americane, si ottiene la seguente relazione:
S (t) D (t, T ) K Ca (t) Pa (t) S (t) KB (t, T ) .
(18.1)
Nel caso essa sia violata, sul mercato possibile determinare una strategia
di arbitraggio.
T t.
martingala
super-martingala
sub-martingala
N.B. 18.2.1 Sotto la probabilit storica i prezzi dei titoli che siano descritti da
t0
(t, S (t)) dt +
t0
471
t0
G (t)
= S (t) D (t, T ) KB (t, T ) .
G (T )
ovvero
D (t, T ) < K (1 B (t, T )) ,
(18.2)
G (t)
G (t)
,
< EQ
t (S (T ) K)
G (t)
G (T )
e vediamo, cos, che il payo presente del contratto a termine sempre minore
del valore atteso del suo payo futuro, ovvero pi il tempo passa e maggiore
il guadagno che ci si aspetta.
Ci possiamo domandare che cosa accade a una (sub-super-) martingala se la
interrompiamo in un qualsiasi tempo di arresto, sia esso ottimo o meno. La
risposta ci fornita dal seguente teorema.
S (t) K < EQ
t (S ( ) K)
G (t)
.
G ( )
472
18 Opzioni americane
xIx>0
Ora, per ottenere il valore di un'opzione call, dobbiamo aggiungere la funzione indicatrice. Essa non altera il payo se esso positivo e lo pone uguale a
zero se esso negativo; si tratta, quindi, di una trasformazione convessa non
decrescente. Data la variabile x, infatti, la trasformazione xIx>0 una funzione
convessa (e mai decrescente), come si vede nella Figura 18.1.
A questo punto possiamo utilizzare un altro risultato che riguarda le martingale.
Proposizione 18.2.1 (1) Se X (t) una martingala e una funzione convessa, allora (X (t)) una sub-martingala. (2) Se X (t) una sub-martingala e
una funzione convessa non decrescente, allora (X (t)) una sub-martingala.
Poich il payo di un contratto a termine gi una sub-martingala, ai nostri
ni utile la propriet (2) della proposizione. Sfruttandola, infatti, possiamo
concludere che vale
(S (t) K) IS(t)>K <
EQ
t
G (t)
(S ( ) K) IS( )>K
= Ca (t) .
G ( )
Questo signica che il valore di un'opzione call americana , in qualsiasi momento, maggiore del valore del suo payo. La conseguenza di questo risultato
che non mai ottimo esercitare un'opzione call americana prima della scadenza, se vale la condizione (18.2) dalla quale eravamo partiti. Possiamo cos
473
(18.3)
che ci suggerisce come il prezzo di un'opzione di acquisto amercana debba sempre essere maggiore della dierenza tra il valore del sottostante e il prezzo di
esercizio. Questo risultato si pu comprendere con un facile ragionamento di arbitraggio. Partiamo dall'ipotesi che la precedente disequazione non valga e che,
quindi, si abbia Ca (t) < S (t) K ovvero Ca (t) + K < S (t). Io potrei acquistare l'opzione call americana al prezzo Ca (t) ed esercitarla subito (in quanto
americana pu essere esercitata in qualsiasi momento) pagando il prezzo K .
Subito dopo vendo l'azione in mio possesso al prezzo S (t). Il totale di quanto
ho pagato per ottenere l'azione Ca (t) + K e dalla vendita dell'azione ricavo
S (t) avendo, quindi, un arbitraggio (mentre sappiamo che sul mercato non vi
arbitraggio).
La doppia relazione (18.1), in questo caso, si semplica notevolmente poich
al posto di Ca (t) si pu inserire C (t):
S (t) + KB (t, T ) + C (t) Pa (t) S (t) + D (t, T ) + K + C (t) ,
(18.4)
S
(T
))
= KB (t, T ) S (t) + D (t, T ) ,
t
G (T )
(18.5)
474
18 Opzioni americane
G (t)
,
G (T )
(18.6)
e
C (t) Ca (t) C (t) + D (t, T ) .
I risultati no a qui ottenuti sono riassunti nella Tabella 18.1. Osserviamo,
cos, che la presenza di dividendi grandi sul sottostante fa aumentare il valore
della call e diminuire il valore della put, mentre dividendi piccoli portano a
una riduzione del valore della call e ad un aumento del valore della put.
Opzione call
Ca (t) = C (t)
Opzione put
Pa (t) = P (t)
Relazioni tra valori di opzioni call e put americane (Ca (t), Pa (t)) ed europee (C (t), P (t)) a seconda del valore dei
dividendi pagati dal titolo sottostante
Tabella 18.1
475
476
18 Opzioni americane
G (t)
G (t + 1)
(18.7)
Soluzione.
T t
n
T t
T t
n
d = e(
r 1
2
2
= 1.1187,
= 0.8880.
pu
pd
1
ud
"
T t
1 er n d
T t
er n u 1
0.4984
0.4983
477
111.87
<
88.80
<
99.34
<
78.85
<
<
9.34
<
<
<
9.34
<
da cui si ottiene
35.14
?
22.17
<
4.66
<
9.34
<
22.17
<
4.66
<
9.34
<
ottenendo
35.14
13.37
22.17
<
4.66
<
9.34
<
478
18 Opzioni americane
Ora non ci resta che generare una funzione Scilab che eettui gli stessi passaggi visti nell'esercizio (sia per una opzione di acquisto sia per una opzione di
vendita). Riporto di seguito la funzione e poi la commento.
function [C , P ]= binomialamerican ( S0 ,K ,r ,T , sigma ,n) ;
u = exp ((r -0.5* sigma ^2) *T/n + sigma * sqrt (T /n)) ;
d = exp ((r -0.5* sigma ^2) *T/n - sigma * sqrt (T /n)) ;
pu =(1 - exp ( -r*T /n)* d) /(u -d );
pd =( exp( -r* T/n )*u -1) /(u -d );
for i =1: n
S (1:i ,i )= S0 *u ^([i -1: -1:0] ').* d ^([0: i -1] ') ;
end;
payoffcall= max (S -K ,0) ;
payoffput= max(K -S ,0);
C (: , n)= payoffcall(: , n );
P (: , n)= payoffput(: , n)
PM = diag ( pu * ones (n ,1)) + diag ( pd * ones (n -1 ,1) ,1) ;
for i=n -1: -1:1
C (1:i ,i )= max ( payoffcall (1:i , i) ,PM (1:i ,1:i +1)* C
(1: i +1 , i +1) );
P (1:i ,i )= max ( payoffput (1:i ,i ) , PM (1:i ,1: i +1) *P
(1: i +1 , i +1) );
end
endfunction
si creano le matrici che contengono, per ogni nodo, il payo delle strategie
call e put, cio, rispettivamente, (S (t) K) IS(t)>K e (K S (t)) IK>S(t) ;
si utilizza, poi, un ciclo for per calcolare, a ritroso, il valore delle opzioni
479
PM =
pu
0
0
0
...
0
0
pd
pu
0
0
...
0
0
0
pd
pu
0
...
0
0
0
0
pd
pu
...
0
0
... 0
... 0
... 0
... 0
... ...
... pu
... 0
0
0
0
0
...
pd
pu
e della quale, poi, nei vari passaggi, si utilizzano solo dei blocchi. Per
calcolare il prezzo dell'opzione call nel secondo nodo, per esempio, si ha
pu
0
pd
pu
0
pd
C (t + 2, 1)
C (t + 2, 2) = C (t + 2, 1) pu + C (t + 2, 2) pd .
C (t + 2, 2) pu + C (t + 2, 3) pd
C (t + 2, 3)
Parte VI
Il rischio di credito
19
Evoluzione della misurazione del rischio di credito
19.1 Il rating
Il rischio di credito viene denito nel modo seguente.
Denizione 19.1.1 (Rischio di credito) Possibilit di perdite derivanti dall'avversa evoluzione della liquidit e/o solvibilit di coloro a cui si concesso
credito.
Un'impresa si denisce illiquida quando non in grado di far fronte alle
sue obbligazioni di breve periodo, mentre si denisce insolvente quando non
in grado di far fronte alle sue obbligazioni. Un soggetto proprietaro di ville e
panli che non ha abbastanza denaro in tasca per pagare un ca al bar si pu
denire illiquido ma non certo insolvente.
La liquidit e solvibilit di un'impresa sono indici fondamentali per coloro
che devono decidere di concederle credito (obbligazionisti, fornitori e banche).
Al ne di rendere pi trasparente la valutazione della solvibilit di un'impresa si
sono create delle societ che hanno, come unico scopo, quello di valutare imprese
(e anche Stati sovrani); le due pi famose sono Standard & Poor's e Moody's
che hanno creato una sorta di pagella basata su una combinazione delle prime
tre (o quattro) lettere dell'alfabeto che viene denita rating (come vediamo
nella Tabella 19.1).
484
Speculazione
Investimento
Tabella 19.1
S&P's
AAA
AA+
AA
AAA+
A
ABBB+
BBB
BBBBB+
BB
BBB+
B
BCCC+
CCC
CCCCC
C
D
Moody's
Aaa
Aa1
Aa2
Aa3
A1
A2
A3
Baa1
Baa2
Baa3
Ba1
Ba2
Ba3
B1
B2
B3
Caa1
Caa2
Caa3
Ca
Giudizio
Solvibilit massima
Solvibilit elevata
Solvibilit forte
Solvibilit adeguata
Solvibilit debole
Solvibilit a rischio
Insolvenza possibile
Insolvenza
485
Ancora, alla data T , si potranno avere due stati del mondo: insolvenza
e solvibilit. Nel caso della solvibilit (cio quando V (T ) LT ) il valore
dell'impresa dato dalla dierenza tra il valore delle attivit e il debito che
deve essere ripagato; nel caso dell'insolvenza, invece, il valore dell'impresa
nullo. Volendo, allora, valutare in t tale impresa, si potr applicare il teorema
fondamentale della nanza e scrivere
S (t) =
EQ
t
G (t)
,
(V (T ) LT ) IV (T )>LT
G (T )
LT IV (T )>LT + V (T ) IV (T )LT
G (t)
.
G (T )
Ho usato la variabile Bd (t, T ) per indicare il valore del debito dell'impresa poich si tratta del prezzo di uno zero-coupon che comprende il rischio di
insolvenza (la d al pedice viene dalla parola inglese default ).
Questa equazione si pu semplicare usando, al posto della funzione indicatrice IV (T )>LT , la sua corrispondente 1 IV (T )LT :
G (t)
LT (LT V (T )) IV (T )LT
G (T )
G (t)
.
(L
V
(T
))
I
= LT B (t, T ) EQ
T
V (T )LT
t
G (T )
Bd (t, T ) = EQ
t
Vediamo, cos, che il valore del debito di un'impresa dato dal valore attuale
dell'importo nominale, a cui occorre sottrarre il valore di un'opzione di vendita
(put ) sulle attivit dell'impresa il cui prezzo di esercizio pari al valore nominale
del debito. Il creditore insoddisfatto, infatti, ha diritto a far liquidare l'impresa
486
e a vendere le sue attivit in modo da recuperare almeno parte del suo credito.
A causa del rischio di insolvenza, il valore del debito dell'impresa, quindi, un
po' pi piccolo rispetto al semplice valore nominale scontato.
Unendo il valore del patrimonio e il valore dei debiti, ovviamente, si ottiene
il valore delle attivit dell'impresa:
V (t) = S (t) + Bd (t, T )
G (t)
+ LT B (t, T )
= EQ
(V
(T
)
L
)
T
t
G (T )
G (t)
V
(T
)
= EQ
.
t
G (T )
487
(T pt ) = Et [I >T ] ,
indicando con (T pt ) la probabilit che un'impresa solvibile in t sia ancora solvibile in T . Nella letteratura sul rischio di credito questa probabilit viene anche
chiamata survival probability ; il suo complemento a 1, ovviamente, la
probabilit che un'impresa diventi insolvente prima della data T (o proprio in
T ):
Et [I T ] = Et [1 I >T ] = 1 (T pt ) = (T qt ) ,
(s) ds.
(19.1)
dove il rapporto tra la densit di probabilit (t) e la probabilit di sopravvivenza (t p0 ) denito intensit di insolveza (ovvero default intensity ).
Per questo motivo i modelli basati su questo approccio vengono deniti a intensit. In statistica il rapporto tra una funzione di densit e il complemento
a 1 della sua funzione di ripartizione, cio, nel nostro caso
(t)
,
t
1 0 (s) ds
anche denito hazard rate . Questo rapporto misura la densit di insolvenza al tempo t rapportata al numero di soggetti sopravvissuti no al tempo
t.
All'ultima equazione dierenziale si pu aggiungere la naturale condizione
al contorno
(0 p0 ) = 1,
2 Si potrebbe anche ipotizzare l'esistenza di una data ultima entro la quale avviene sicuramente l'insolvenza e, tuttavia, questo approccio, oltre a essere considerato poco realistico,
complica estremamente i calcoli. Le funzioni di densit pi comunemente utilizzate, infatti,
hanno come dominio tutto il semiasse positivo.
488
ovvero la probabilit di essere solvibili in 0, dato che si solvibili in 0, ovviamente pari a 1. L'unica soluzione di questa equazione (del tutto simile a quella
per il titolo privo di rischio)
(t p0 ) = e
t
0
(s)ds
= E0 [I >t ] .
P {A} P { B| A}
.
P {B}
T
(T p0 )
e 0 (s)ds
t
(T pt ) =
=
= e t (s)ds = Et [I >T ] .
(t p0 )
e 0 (s)ds
(19.2)
T
t
(s)ds
dT,
(s)ds
489
Tabella 19.2 Relazioni tra diverse misure del rischio di credito: probabilit di
solvibilit (T pt ), intensit di insolvenza (T ) e densit di insolvenza (t, T )
( T pt )
(T pt ) =
(T ) =
d ln(dTT pt )
(t, T ) =
T pt )
d(dT
(T )
e
T
t
(t, T )
(s)ds
(T ) e
T
t
(s)ds
(t, s) ds
(t,T )
T
(t,s)ds
t
l'ipotesi che durante l'anno (cio tra t e t + 1) il valore di (t) non si modichi,
deve valere
t+1
(t+1 pt ) = e
(t)ds
= e(t) ,
G (0) = 1,
(0 p0 ) = 1.
490
>T
t,t
T,t
,
(T pt ) = EP,
t,t [Et [I >T ]] = Et,t e
e, dal momento che all'interno del valore atteso non esistono pi variabili che dipendono da (il valore di , infatti, lo facciamo dipendere, eventualmente, solo da variabili nanziarie) allora si pu concludere
scrivendo
i
h T
P ( T p0 )
P
t (u)du
.
= Et
(T pt ) = Et e
(19.3)
(t p0 )
Anche in questo caso si noter la stretta analogia con il valore di uno zerocoupon :
i
h T
G (t)
B (t, T ) = EQ
t
G (T )
= EQ
t e
r(s)ds
1. il valore dello zero-coupon calcolato sotto la probabilit neutrale al rischio, mentre la probabilit di sopravvivenza calcolata sotto la probabilit storica (ntanto che la probabilit di solvibilit non quotata su un
mercato nanziario, infatti, non soggetta al principio di non arbitraggio);
2. per quanto riguarda lo zero-coupon, si conosce la condizione al contorno
(nale) B (T, T ) = 1 poich sappiamo che esso rimborsa alla pari; per
quanto riguarda la probabilit, invece, si conosce la condizione al contorno
(iniziale) (t pt ) = 1.
491
d (T pt )
=
dT
# dT
"
i
h
tT (s)ds
T
de
= EPt (T ) e t (s)ds .
= EPt
dT
(t, T ) =
(19.4)
Le relazioni della Tabella 19.2, quindi, rimangono valide anche nel caso di
modelli a doppia stocasticit, ma con l'accortezza di inserire i calcoli all'interno
di un valore atteso.
L'intensit di insolvenza (t) viene modellata attraverso processi stocastici
della forma che gi conosciamo:
d (t) = (t, ) dt + (t, ) dW (t) + (t, ) d,
purch tali processi rispettino tre caratteristiche fondamentali che deve avere
l'intensit:
1. deve essere sempre positiva;
2. deve oscillare intorno a un valore medio;
3. pu avere salti improvvisi che, in genere, coincidono con periodi di crisi
economica (quindi si pu assumere che i salti siano solo positivi, cio in
aumento dell'intensit).
Tutti questi punti sono rispettati da un processo ane con salti gi visto nel
paragrafo 10.7 per i tassi di interesse. Esso, inoltre, consente di avere in forma
chiusa la probabilit di sopravvivenza (cos come consentiva di avere in forma
chiusa il prezzo degli zero-coupon ).
N.B. 19.4.1 L'approccio appena presentato del tutto analogo nella matema-
tica attuariale in cui si cerca un modello per descrivere la probabilit di sopravvivenza delle persone siche anzich delle imprese. La principale dierenza nei
due approcci sta nel comportamento dell'intensit . Nella matematica attuariale essa si denisce intensit di mortalit e deve essere, in media, sempre
crescente. Poich la probabilit di sopravvivenza di un soggetto deve tendere a 0
mano a mano che il tempo passa (siamo tutti mortali), allora l'intensit deve
tendere a innito. Ancora, inne, l'intensit di mortalit pu presentare anche
improvvisi salti in basso (e non solo in alto come quella di insolvenza) per la
scoperta, per esempio, di nuovi medicinali o tecniche chirurgiche.
20
Stima della probabilit di default
Y1 = 0
Y2 = 0
..
Yh = 0
Y
=
Yh+1 = 1
(h+d)1
Yh+2 = 1
..
.
Yh+d = 1
X1,1
X2,1
..
Xh,1
X
=
Xh+1.1
(h+d)n
Xh+2,1
..
.
Xh+d,1
X1,2
X2,2
..
.
Xh,2
Xh+1,2
Xh+2,2
..
.
Xh+d,2
..
X1,n
X2,n
..
.
Xh,n
Xh+1,n
Xh+2,n
..
..
.
Xh+d,n
(20.1)
Non mi soermo, in questa sede, ad analizzare quali possano essere le variabili pi idonee da inserire nella matrice X . Nei prossimi paragra lavorer sul
494
Y =
131
0
0
0
0
0
0
0
1
1
1
1
1
1
X =
132
1
1
1
2
2
3
3
4
4
5
5
6
6
1
2
3
2
4
1
2
5
6
3
5
4
5
(20.2)
dove si hanno due variabili esplicative (X1 nella prima colonna della matrice
X e X2 nella secondo colonna). Dal vettore Y osserviamo che le prime sette
coppie di valori della matrice X si trovano in corrispondenza di imprese sane
ovvero solvibili (per le quali, cio, l'evento insolvenza non avvenuto: Yi = 0),
mentre le restanti coppie corrispondono a imprese insolvibili. Poich vi sono solo
due variabili esplicative, questo esempio si presta ad essere rappresentato su un
piano cartesiano. Sull'asse delle ascisse si possono inserire i valori X1 della prima
colonna della matrice X e sull'asse delle ordinate si possono inserire i vlaori X2
della seconda colonna della stessa matrice. I punti di coordinate (X1 , X2 ), poi,
si possono rappresentare con colori diversi a seconda che corrispondano a una
Y che vale 0 oppure che vale 1. Si ottiene, cos, la Figura 20.1, nella quale ho
indicato con un cerchio le coppie (X1 , X2 ) per le quali Y = 1 e con un quadrato
le coppie per le quali Y = 0.
La probabilit che un'impresa sia solvibile si pu indicare come P {Y = 0}
e, in modo analogo, la probabilit che un'impresa sia insolvente P {Y = 1}.
Ovviamente vale
P {Y = 1} = 1 P {Y = 0} .
495
Rappresentazione dei dati delle matrici (20.2): i valori della prima colonna della matrice X sono sull'asse delle ascisse, i valori della seconda colonna sull'asse
delle ordiante, i cerchi corrispondono alle coppie (X1 , X2 ) per le quali Y = 1 mentre i
quadrati corrispondono alle coppie per le quali Y = 0.
Figura 20.1
h+d
X
i=1
h+d
X
i=1
h+d
X
i=1
Y
1Y
ln P {Yi = 1} i P {Yi = 0} i
Y
1Y
ln f (Xi ) i (1 f (Xi )) i
Yi ln f (Xi ) + (1 Yi ) ln (1 f (Xi )) ,
f.
Nei prossimi paragra mostro due casi particolare per la forma della funzione
496
q
< .
1q
q
= X
,
1 q (h+d)nn1
1
= P {Y = 1} ,
1 + eX
e anche
1q =
1
= P {Y = 0} .
1 + eX
Questo modello viene chiamato logistico (ovvero logit) perch si suppone, appunto, che la probabilit q segua una funzione logistica (cio la funzione
f del paragrafo precedente una logistica).
1 Tutti i passaggi algebrici sono stati eettuati considerando il vettore q e il vettore X
elemento per elemento.
497
h+d
X
i=1
Yi ln 1 + eXi (1 Yi ) ln 1 + eXi .
Yi Xi0
i=1
h+d
X
i=1
1
X0
1 + eXi i
= 0,
h+d
X
1
0
Yi Xi0 .
X
=
i
1 + eXi
i=1
coeff
0.3944329
-0.2067922
t - statistic
0.9134370
-0.4971199
p value
0.3805982
0.6288908
Scilab, ovviamente, restituisce due valori dei coecienti poich vi sono due
variabili esplicative. I pvalues del modello non sono buoni: le variabili, quindi,
non sembrano adattarsi bene al tipo di modello. La probabilit di inslolvenza,
secondo i risultati ottenuti, dovrebbe essere pari a
q=
1
.
1 + e0.3944X1 +0.2068X2
498
Y =
0
0
0
0
0
0
0
1
1
1
1
1
1
q=
0.54676
0.49520
0.44374
0.59271
0.49040
0.72639
0.68343
0.63265
0.58341
0.79439
0.71870
0.82335
0.79124
dove notiamo che i primi cinque valori sono prossimi a 12 e, quindi, non ci consentono di concludere circa la solvibilit delle imprese considerate. Quasi tutti
i valori successivi, invece, sono maggiori di 0.6 e, quindi, farebbero propendere
per l'insolvenza, anche se il sesto e il settimo valore, particolarmente alti (rispettivamente 0.73 e 0.68) non si conciliano con il loro corrispondente valore di
Y (che 0). In eetti, come ci ammoniscono i pvalues, il modello non risulta
buono.
Questo stesso risultato si pu notare mediante un altro strategemma. Sul
piano (X1 , X2 ) costruiamo il luogo geometrico delle coppie di valori che determinano q = 12 , ovvero per le quali non abbiamo nessuna valida indicazione circa la
solvibilit o meno (esiste, cio, una probabilit teorica del 50% che un'impresa
sia solvibile). Questo luogo geometrico, le cui coppie chiamiamo (X1 , X2 ), deve
soddisfare l'equazione
1
1
,
=
1 + e0.3944X1 +0.2068X2
2
da cui ricaviamo che la relazione cercata una retta (passante per l'origine):
e0.3944X1 +0.2068X2 = 1,
0.3944X1 + 0.2068X2 = 0,
X2 = 1.9073877X1.
Notando che tutti i punti al di sotto di questa retta indicano una probabilit
di insolvenza maggiore del 50%, possiamo rappresentare la retta sullo stesso
graco della Figura 20.1 ottenendo la Figura 20.2.
499
Figura 20.2 Rappresentazione dei dati delle matrici (20.2) e della retta lungo la quale,
secondo il modello logit, si ha q = 0.5 (al di sotto della retta, si ha q > 0.5)
h+d
X
i=1
Yi ln N (Xi ) + (1 Yi ) ln N (Xi ) ,
Yi
N (Xi ) 0
N (Xi ) 0
Xi (1 Yi )
X = 0,
N (Xi )
N (Xi ) i
dove ho indicato con N la derivata della funzione di ripartizione (ovvero la funzione di densit). Poich la densit normale simmetrica, allora vale N (Xi ) =
N (Xi ) e, quindi, otteniamo
h+d
X
i=1
Yi N (Xi )
N (Xi ) Xi0 = 0.
N (Xi ) N (Xi )
500
Anche in questo caso non abbiamo una soluzione algebrica del sistema e
occorre fare ricorso a metodi numerici. Nel pacchetto GROCER per Scilab esiste
la funzione chiamata probit che esegue proprio questi conti. Con il vettore Y
e la matrice X dell'esempio (20.2) si pu usare, in Scilab, il comando probit
ottenendo quanto riportato di seguito.
--> probit (Y , X)
probit estimation results for dependent variable:
endogenous
number of observations: 13
number of variables: 2
McFadden R2 = 0.1028673
Estrella R2 = 0.9939901
log - likelihood = -8.049446
LR - ratio = 2*(Lu - Lr ) = 1.8459356
LR p - value = 0.1742568
Belsley , Kuh , Welsch Condition index : 5
variable
exogenous # 1
exogenous # 2
coeff
0.2430955
-0.1235894
t - statistic
0.9386180
-0.4838567
p value
0.3680798
0.6379764
I valori ottenuti non sono molto diversi da quelli gi visti per il modello logit.
Anche la validit del modello altrettantos scarsa (come confermano i valori
molto alti dei pvalues ).
La probabilit di insolvenza, secondo i risultati ottenuti, dovrebbe essere
pari a
q=
0.2431X1 0.1236X2
y2
1
e 2 dy.
2
Y =
0
0
0
0
0
0
0
1
1
1
1
1
1
q=
0.54756
0.49836
0.44919
0.59445
0.49673
0.72764
0.68513
0.63848
0.59126
0.80086
0.72491
0.83253
0.79971
501
Figura 20.3
Valgono, quasi del tutto inalterati, i commenti fatti sul modello logit. Anche
in questo caso si pu rappresentare gracamente il luogo geometrico dei punti
(X1 , X2 ) per i quali vale q = 12 . Questa volta l'equazione da risolvere
0.2431X1 0.1236X2
y2
1
e 2 dy = 0.5.
2
cio il luogo geometrico che stiamo cercando , ancora una volta, una retta
(passante per l'origine):
X2 = 1.9669608X1.
Notando che tutti i punti al di sotto di questa retta indicano una probabilit
di insolvenza maggiore del 50%, possiamo rappresentare la retta sullo stesso
graco della Figura 20.1 ottenendo la Figura 20.3 (dove, tratteggiata, ho riportato anche la retta che si era ottenuta per il modello logit). Osserviamo che,
in questo caso, logit e probit conducono agli stessi risultati (decisamente poco
adabili).
Perch i modelli logit e probit falliscono in modo cos evidente nella segnalazione delle imprese pi o meno adabili? La risposta, ovviamente, sta nella
loro stessa forma. Per come sono costruiti, entrambi individuano i valori di X
per i quali si ha q = 21 (valori che abbiamo chiamato in precedenza X ) dalla
relazione
Xi
1nn1
= 0.
502
N.B. 20.3.1 Quando si cerca il luogo geometrico dei punti che hanno una pro-
503
0 B
.
0 W
(
0 W
)
= 0.
0 B
W
= 0,
0 W
0 B
1
W B 0
I
= 0.
Riconosciamo, in questa condizione, quella che lega gli autovalori e gli autovettori di una matrice (quadrata). Se, infatti, chiamo A una matrice quadrata,
a un suo autovalore e v un suo autovettore, allora vale la relazione
(A aI) v = 0.
0
Dalla relazione precedente, poich 0 WB il massimo della funzione obiettivo, possiamo concludere che il valore di che risolve il problema di massimo
l'autovettore corrispondente all'utovalore pi grande della matrice 1
W B .
Riprendendo il caso mostrato nella (20.1), dove si trovano due classi poich
il fenomeno dicotomico o un'impresa solvibile o non lo e le due classi
sono di dimensioni h e d, la matrice W data dalla somma delle singole matrici
di varianze e covarianze delle due classi:
W = h + d ,
nn
nn
nn
mentre la matrice B contiene i quadrati delle dierenze tra le medie delle due
classi:
0
B
nn
h
n1
n1
h
n1
n1
dove Xi0 un vettore riga che contiene i valori delle n variabili esplicative per
l'impresa i. A seconda che il valore di Zi sia maggiore o minore di una certa
504
soglia (c), allora si cataloga l'impresa i tra le solvibili o meno. La soglia viene
calcolata, in assenza di informazioni a priori, come media semplice delle medie
delle due classi:
0
0
c=
h
+ d
.
2
dove ho indicato con X i valori delle variabili esplicative per cui ci troviamo
in bilico e non siamo in grado di dare informazioni sulla classicazione di un
fenomeno.
Nel caso in cui le variabili esplicative siano solo due (X1 e X2 ) allora l'iperpiano , in realt, una retta sugli assi (X1 , X2 ) di equazione
1
2
c=X
1 + X
2,
ovvero
1
2 = c
X
X1 .
505
Vediamo, ora, che cosa accade applicando questa funzione al caso del vettore
- - >[alfa ,Z ,c ]= discriminant(Y ,X )
c =
4.7546414
Z =
1.3907077
1.9576753
2.5246428
2.7814154
3.9153505
3.0381879
3.6051555
6.1297983
6.6967659
5.8196033
6.9535384
7.210311
7.7772785
alfa =
0.8237401
0.5669676
Il valore soglia stato trovato pari a 4.75. In eetti, nel vettore dei valori di
Z si vede che tutti gli eventi a cui corrisponde uno Z minore di 4.75 sono riferiti
a imprese solvibili (Y = 0) mentre gli Z maggiori di 4.75 sono riferiti a imprese
insolventi (Y = 1).
506
Figura 20.4 Rappresentazione dei dati delle matrici (20.2) e della retta discriminante
di equazione X 2 = c2 21 X 1
4.7546414 0.8237401
X1 ,
0.5669676 0.5669676
X2 = 8.3860906 1.4528875X1.
507
21
Valutazione di titoli con rischio di
insolvenza
G (t)
,
G (T )
assume, implicitamente, che il valore nominale di 1 euro sia eettivamente rimborsato alla data T . Tale evento, tuttavia, non del tutto certo poich soggetto
al rischio di solvibilit da parte dell'emittente il titolo. La formula pi corretta,
allora, dovrebbe essere quella che tiene in conto anche dell'evento possibile di
non ricevere il denaro a scadenza. Possiamo utilizzare una funzione indicatrice
dell'evento > T ovvero dell'evento che l'insolvenza (al tempo ) non sia ancora
vericata al tempo T . Il prezzo di uno zero-coupon che tiene conto anche della
possibilit di insolvenza , allora, il seguente:
B0 (t, T ) =
EQ
t
G (t)
I >T ,
G (T )
dove il pedice 0 indica che il titolo, alla scadenza, potrebbe, appunto, valere 0.
Sfruttando il fatto che la funzione indicatrice di un evento pari al complemento
a 1 della funzione indicatrice dell'evento opposto, la precedente si pu riscrivere
come
B0 (t, T ) =
EQ
t
G (t)
G (t)
Q
(1 I T ) = B (t, T ) Et
I T ,
G (T )
G (T )
ovvero il valore di uno zero-coupon con rischio di insolvenza sempre pi piccolo rispetto al prezzo di uno zero-coupon senza rischio di insolvenza. Questo
implica anche che il rendimento con possibilit di insolvenza deve essere maggiore rispetto al rendimento nel caso di solvibilit perfetta (dove c' pi rischio
510
2. Le variabili nanziarie, condizionatamente alle informazioni in T sono tutte conosciute e, quindi, il fattore di sconto pu uscire dal valore atteso pi
interno
B0 (t, T ) = EQ,
t,t
G (t) Q,
E [I >T ] .
G (T ) T,t
(T p0 )
( T p0 )
=
,
(t p0 )
(t p0 )
dove l'ultima uguaglianza deriva dal fatto che alla data T tutte le variabili
all'interno del valore atteso sono conosciute.
4. Il valore del titolo che ci interessa, inne, si pu scrivere come
B0 (t, T ) = EQ,
t,t
G (t) (T p0 )
G (t) (T p0 )
= EQ
,
t
G (T ) (t p0 )
G (T ) (t p0 )
poich al suo interno non vi sono pi variabili che dipendono da . Utilizzando le variabili r e questo prezzo del titolo si pu anche scrivere
come
h T
i
B0 (t, T ) = EQ
t e
(r(u)+(u))du
La conclusione fondamentale di questa analisi che il rendimento di uno zerocoupon su cui grava il rischio di insolvenza pari allo stesso rendimento dello
zero-coupon senza insolvenza aumentato dell'intensit (calcolata sotto la probabilit neutrale al rischio). In altri termini, per valutare un usso di cassa
futuro su cui grava il rischio di insolvenza occorre scontare al tasso di interesse
privo di rischio aumentato dell'intensit di insolvenza.
N.B. 21.1.1 Quando (t) ed r (t) sono indipendenti sotto la probabilit neutrale al rischio (evento decisamente poco probabile) allora il valore atteso contenuto
in B0 (t, T ) si pu semplicare come prodotto di due valori attesi e si ottiene
i
h T
t r(u)du tT (u)du
e
B0 (t, T ) = EQ
t e
i
i
h T
h T
t (u)du
t r(u)du
EQ
= EQ
t e
t e
= B (t, T ) T pQ
t ,
511
EQ,
t,t
"
EQ,
t,t
#
G (t)
G (t)
(s) Is<
ds + S (T ) IT <
G (s)
G (T )
G (t)
G (t)
(s) Is<
ds + EQ,
S
(T
)
I
.
T <
t,t
G (s)
G (T )
Su questa espressione possiamo utilizzare gli stessi passaggi visti poco sopra;
si tratta, infatti, di una serie di zero-coupon (il valore atteso all'interno dell'integrale dovr essere condizionato rispetto alla scadenza s anzich rispetto alla
scadenza T ). Si ottiene, cos, il risultato seguente che ci permette di riformulare
il teorema fondamentale della nanza.
un
mercato privo di arbitraggio il prezzo di ogni titolo soggetto al rischio di
insolvenza dato dal valore atteso, sotto la probabilit neutrale al rischio, di
tutti i ussi di reddito a cui il titolo dar diritto scontati al tasso privo di
rischio aumentato dell'intensit di insolvenza:
S0 (t) =
EQ
t
"
(s) e
s
t
(r(u)+(u))du
ds + S (T ) e
T
t
(r(u)+(u))du
G (t)
G (t)
Bw (t, T ) =
I >T + w ( )
I T
G (T )
G ( )
G (t)
Q,
I T ,
= B0 (t, T ) + Et,t w ( )
G ( )
EQ,
t,t
ovvero lo zero-coupon paga 1 (il suo valore nominale) in T se l'evento dell'insolvenza si verica dopo la scadenza, altrimenti rimborsa 0 w 1 nel momento
512
nominale che si riuscir a recuperare al momento dell'insolvenza. Nella letteratura riguardante il rischio di credito, il complemento a 1 del tasso di recuper
(cio 1 w) chiamato loss-given-default .
Dobbiamo, ora, semplicare la seconda parte del valore del titolo Bw (t, T )
poich la prima parte coincide con il valore dello zero-coupon in caso di totale
insolvenza (come gi calcolato nel paragrafo precedente).
Utilizzando lo stesso stratagemma visto in precedenza di condizionare il
valore atteso, si pu scrivere:
G (t)
Q,
w
(
)
Bw (t, T ) = B0 (t, T ) + EQ,
E
.
I
T
t,t
T,t
G ( )
"
EQ,
t,t
EQ
T
"
G (t)
w (s)
(t, s) ds
G (s)
##
EQ,
t,t
"
EQ
T
"
T
t
( s p0 )
G (t)
(s)
ds
w (s)
G (s)
( t p0 )
##
EQ
t
"
EQ
t
"
= B0 (t, T ) +
G (t) (s p0 )
w (s) (s)
ds
G (s) (t p0 )
w (s) (s) e
s
t
(r(u)+(u))du
ds .
Questo risultato ci permette di capire che quando un importo dovuto proprio al momento dell'insolvenza, come se esso divenisse un importo dovuto ad
ogni istante ma pesato per l'intensit di insolvenza (e scontato, ovviamente, al
tasso privo di rischio aumentato della stessa intensit). Vale, quindi, il seguente
risultato.
1 Il valore atteso rispetto a non stato calcolato sul dominio da t ad innito, poich la
parte da T ad innito annullata dalla funzione indicatrice.
513
>T
T
t,t
G (T )
G ( )
dove, in caso di insolvenza prima della data di vendita T ( T ), viene rimborsata la percentuale w ( ) del valore di mercato del titolo S ( ). Con i passaggi
gi visti nei paragra precedenti l'equazione per S (t) si pu riscrivere come
S (t) =
EQ
t
"
s
t
(r(u)+(u))du
ds + S (T ) e
T
t
(r(u)+(u))du
sconto
cedole
514
dove vediamo che questo titolo, in realt, come se non avesse cedole e se, invece, fosse scontato al tasso di interesse privo di rischio aumentato della forza
di mortalit moltiplicata per il complemento a 1 del tasso di recupero. Riapplicando, ma al contrario, il teorema di Feynman-Ka, il prezzo del titolo S (t),
quindi, si pu scrivere come
i
h
tT (r(u)+(1w(u))(u))du
.
S (t) = EQ
t S (T ) e
Quando il tasso di recupero proporzionale al valore di mercato del titolo, quindi, la vautazione del titolo avviene a un tasso di sconto pari a r (t) +
(1 w (t)) (t). L'analisi, cos, anche pi semplice della precedente. Occorre,
tuttavia, ricordarsi che questo modo di procedere corretto solo se valida
l'ipotesi che il recupero (w) avvenga, eettivamente, sul valore di mercato del
titolo (per le obbligazioni questa ipotesi sembra poco verosimile).
"
EQ,
t,t
#
G (t)
G (t)
G (t)
(s) I >s
ds +
I >T + w ( )
I T .
G (s)
G (T )
G ( )
Questa equazione, con gli stessi passaggi visti nei paragra precedenti, diviene
Vw (t, T ) =
EQ
t
"
s
t
(r(u)+(u))du
ds + e
T
t
(r(u)+(u))du
Ora, un'ulteriore semplicazione pu avvenire sommando e sottraendo, all'interno della cedola, il termine r (s) + (s) in modo da avere, dopo semplici
spostamenti dei termini,
Vw (t, T )
=EQ
t
"
(r (s) + (s)) e
EQ
t
"
s
t
(r(u)+(u))du
ds + e
T
t
s
t
(r(u)+(u))du
(r(u)+(u))du
#
#
ds .
515
Il primo valore atteso corrisponde al prezzo di un titolo che paga una cedola
pari a r (s)+ (s) e che sconta tale cedola al tasso r (s)+ (s). Si tratta, quindi,
di un titolo le cui cedole sono perfettamente indicizzate al tasso che si utilizza
per scontarle. Il suo valore, cos, non pu che essere sempre unitario (si ricordi
anche la Proposizione 9.3.1)2 . Il valore del titolo, inne, si pu semplicare nel
modo seguente:
Vw (t, T ) =1 +
EQ
t
"
( (s) r (s)) e
EQ
t
"
s
t
(s) (1 w (s)) e
(r(u)+(u))du
s
t
ds
(r(u)+(u))du
#
#
ds .
Concludiamo che un titolo con cedole aleatorie e soggetto al rischio di insolvenza viene quotato alla pari aumentata del rendimento aggiuntivo che la cedola
ore rispetto al tasso privo di rischio e diminuita di un ammontare proporzionale
alla loss given default e all'intensit di insolvenza.
Il caso di un CCT diviene particolarmente semplice poich la cedola pari
al tasso privo di rischio aumentato di uno spread :
(s) = a + r (s) ,
e, dunque, si ottiene
CCT (t) = 1 +
EQ
t
"
T
t
(a (s) (1 w (s))) e
s
t
(r(u)+(u))du
ds ,
2 La
= (r (s) + (s)) e
t (r(u)+(u))du ,
T
t
s
d e t (r(u)+(u))du
ds
h s
is=T
T
ds = e t (r(u)+(u))du
= 1 e t (r(u)+(u))du .
s=t
516
Figura 21.1
Prezzo del CCT con scadenza dicembre 2010, dal 18/8/2005 al 18/8/2010
questo evento non sembra traumatico per i nostri CCT e, infatti, non inuenza la solvibilit della Repubblica italiana; , invece, il successivo peggioramento del quadro macroeconomico che determina un peggioramento
della solvibilit italiana;
15/9/2008: quando la banca d'aari Lehman Brothers fallisce, la solvi-
27/4/2010: quando Standard & Poor's declassa i titoli del debito pubblico
greco al rango BB+ (la Banca Centrale Europea accetta titoli di Stato
no alla classicazione detta singola A, ovvero A- per S&P's e A3 per
Moody's), anche gli altri paesi europei con bassa solvibilit (si tratta dei
cosiddetti PIGS: Portogallo, Irlanda, Grecia, Spagna) subiscono un forte
contraccolpo (e i CCT tornano nuovamente sotto la pari).
517
EQ,
t,t
EQ
t
G (t)
I <T
G ( )
"
(s) e
s
t
(r(u)+(u))du
ds .
(b) A vita intera: il rimborso viene pagato agli eredi in qualsiasi momento avvenga la morte dell'assicurato; il premio da pagare
G (t)
A (t) = EQ,
t,t
G ( )
t (r(u)+(u))du
= EQ
(s)
e
ds
.
t
t
2. Assicurazioni caso vita: la compagnia di assicurazione paga all'assicurato se (o nch) egli ancora in vita; anche in questo caso esistono alcune
sottospecie.
(a) A rendita immediata: l'assicurazione paga, dal momento della
stipula del contratto, una rendita vitalizia all'assicurato. Denendo
518
EQ,
t,t
EQ
t
G (t)
ds
(s) Is<
G (s)
(s) e
s
t
(r(u)+(u))du
ds .
(b) A rendita dierita: l'assicurazione paga una rendita vitalizia all'assicurato a partire da una data futura (ammesso che, a questa data,
l'assicurato sia ancora in vita). Il premio di questa assicurazione
G (T )
ds
Is<
A (t) =
G (s)
T
Q
tT (r(u)+(u))du
Ts (r(u)+(u))du
e
ds
= Et e
T
s
= EQ
e t (r(u)+(u))du ds .
t
EQ,
t,t
G (t)
IT <
G (T )
EQ,
t,t
G (t)
IT <
G (T )
i
h T
t (r(u)+(u))du
.
= EQ
t e
3. Assicurazioni miste: si chiamano cos poich mischiano alcune caratteristiche delle assicurazioni caso vita e di quelle caso morte. In genere
queste polizze mettono insieme un'assicurazione caso vita a capitale differito con un'assicurazione caso morte. Un caso particolare quello delle
assicurazioni miste a termine sso nelle quali il capitale assicurato
viene pagato a una certa data T se il decesso avvenuto entro tale data.
A dierenza delle assicurazioni caso morte, quindi, il pagamento non avviene al momento del decesso ma solo al tempo T . Il premio, in questo
caso, dato da
Af (t) =
EQ,
t,t
= EQ,
t,t
G (t)
I <T
G (T )
G (t)
(1 IT < )
G (T )
= B (t, T ) Ac (t) .
Abbiamo, cos, osservato che qualsiasi tipo di contratto di assicurazione (che sia
opportunamente standardizzato) pu essere valutato grazie ai modelli visti per
la misura del rischio di credito.
22
Derivati sul rischio di credito
520
Premi (spread ) -
Creditore
(Societ A)
Pagamento
del debito
Assicuratore
(Societ C)
Mancato
pagamento
Debitore
(Societ B)
"
t0
#
G (t0 )
Is<
ds
G (s)
{z
}
G (t0 )
(1
w
(
))
I
= EQ,
.
<T
t0 ,t0
G ( )
{z
}
|
"
t0
t0
(r(u)+(u))du
ds =
EQ
t0
"
t0
(1 w (s)) (s) e
t0
(r(u)+(u))du
ds ,
EQ
t0
h
T
t0
(r(u)+(u))du
(1 w (s)) (s) e t0
h
i
T ts (r(u)+(u))du
e 0
ds
EQ
t0
t0
ds
521
Tabella 22.1
Data
2008
2009
2010
USA
GB
inizio dic.
62
48
44
117
58
175
ne dic.
61
43
45
108
54
166
met febb.
82
119
73
165
79
192
met marzo
86
113
79
143
86
186
ne aprile
44
70
41
99
43
116
ne maggio
36
37
37
83
41
100
ne agosto
24
37
22
56
25
75
ne marzo
40
41
31
76
45
115
ne aprile
39
71
47
75
66
146
sembra risentire della crisi con ritardo rispetto agli altri paesi ma subisce un
incremento dello spread molto pi elevato all'inizio del 2009.
Per avere una misura approssimativa della probabilit di insolvenza implicita
nella quotazione degli spreads, si fa l'ipotesi che il tasso di recupero sia sso e
si pone
h
i
(t0 , T )
EQ
t0
(r(u)+(u))du
(s) e t0
ds
h
i ,
s
T t (r(u)+(u))du
0
EQ
ds
t0
t0 e
t0
(t0 , T ) .
= (1 w)
= 1 e 1w (T t0 ) .
t0
0 ,T )du
(t
= 1 e(t0 ,T )(T t0 )
522
In questo modo, nel caso dell'Italia alla ne di aprile 2010, la probabilit di
essere insolvente nell'arco di cinque anni (ipotizziamo un tasso di recupero del
50%)
0.0146
(5 q0 ) = 1 e 10.5 5 = 13.58%,
che un valore decisamente elevato e che riette il rischio che l'Italia ha subito
a causa della situazione di crisi della Grecia.
N.B. 22.1.1 In alcuni testi si utilizza la capitalizzazione composta anzich quella continua. In questo caso, allora, la probabilit di insolvenza data da
(T t0 )
(t0 , T )
(T qt0 ) = 1 (T pt0 ) = 1 1 +
(T t0 )
=1 1+
.
1w
I due risultati, ovviamente, sono del tutto analoghi. Nel caso dell'Italia di
ne aprile 2010, per esempio, il risultato diviene (con tasso di recupero del 50%)
5
0.0146
= 13.4%.
(5 q0 ) = 1 1 +
1 0.5
A questo punto siamo in grado di capire che cosa accaduto a un altro attore
che entrato nella storia della crisi nanziaria del 2008: la societ americana di
assicurazione AIG American International Group.
Negli anni precedenti la crisi la AIG si fatta controparte di numerosi contratti CDS (assumendo il ruolo della Societ C nella Figura 22.1). Poich la
AIG opera anche in molti altri settori fornendo, per esempio, delle polizze di
assicurazione sulla vita, l'emissione di CDS poteva, a buon diritto, essere considerata una strategia di diversicazione e particolarmente ecace perch la vita
umana non sembra essere correlata con i fallimenti delle imprese.
Nel 2008, tuttavia, la crisi nanziaria ha determinato un fenomeno che la
AIG non aveva messo in conto: moltissime imprese su cui erano stati costruiti
i CDS (cio le Societ B) fallirono contemporaneamente. Tutti i clienti della
AIG chiesero il pagamento dei loro crediti nello stesso tempo e la AIG si trov
a dover arontare una forte crisi di liquidit.
La strategia di diversicazione era buona ma l'errore stava nel calcolo dei
premi (o spreads ) sui CDS che non tenevano opportunamente in conto la correlazione tra le insolvenze. Per questo, pi di recente, si sono sviluppati dei titoli
derivati chiamati nth to default CDS : sono CDS scritti su un gruppo di societ
(anzich su una sola Societ B), ma il venditore della protezione tenuto al
pagamento solo quando diviene insolvente l'ennesima societ del gruppo. Per
esempio, un second to default CDS prevede che il venditore di protezione paghi l'acquirente della protezione nel primo momento in cui divengono insolventi
due societ del gruppo. Modellare lo spread di questo tipo di CDS complicato
a causa della funzione di densit congiunta dei tempi di insolvenza che deve
essere stimata.
523
524
Societ
Attivit
Finanziamenti
Patrimonio
SPV
-
Attivit
Patrimonio
Obbligaz. (ABS )
Flussi di cassa
positivi
pass through
Cedole
pay through
Poich ogni attivit che genera ussi di cassa positivi si presta a diventare
la base di un ABS, possiamo ben immaginare che questi ultimi siano stati costruiti, per esempio, su: mutui (che generano rate per il pagamento di capitale
e interessi), swaps (che determinano pagamenti periodici), CDS (nei quali l'assicuratore riceve periodicamente gli spreads ), contratti di leasing, portafogli di
obbligazioni.
Una delle forme pi essibili assunte dagli ABS sono i cosiddetti CDO Collateralized Debt Obligations ovvero obbligazioni che sono garantite da un gruppo di attivit tra loro eterogenee (che possono comprendere anche degli ABS ).
Vediamo nel paragrafo seguente come sono caratterizzati questi CDO.