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PUNTO A

Alla base dell’equazione di Black-Scholes-Merton ci sono varie ipotesi:


1. Il prezzo dell’azione segue il processo del moto Brawniano con rendimento atteso (!) e
volatilità del prezzo (") costanti
2. Sono consentite le vendite allo scoperto e non esistono restrizioni all’utilizzo dei relativi
proventi
3. Non esistono costi di transazione o tasse
4. I titoli sono perfettamente divisibili
5. L’azione non paga dividendi durante la vita del derivato
6. Non esistono oportunità di arbitraggio prive di rischio
7. I titoli vengono negoziati continuamente
8. Il tasso d’interesse a breve privo di rischio (r) è uguale per tutte le scadenze

PUNTO B
Per la costruzione del portafoglio si suppone che il prezzo spot dell’azione (S) segua il processo del
moto Brawniano

Prendendo il prezzo di un’opzione (f), call o put, dipendente da S. In base all’equazione Lemma-Ito
si ha:

Utilizzando le versioni discrete delle equazioni sopra, si ottiene:

Che rappresentano le variazioni di f e S in un piccolo intervallo di tempo ∆t.

!"
Considerando un portafoglio appropriato composto da un derivato (-1) o un’azione (!#), il valore
di tale portafoglio sarà:

La variazione del valore del portafoglio nell’intervallo di tempo ∆t sarà data da:

PAOLA PICCIONE
Sostituendo le equazioni discrete alla formula della variazione del valore del portafoglio,
otteremo:

E dato che nell’equazione non figura il termine ∆z, il portafoglio durante l’intervallo di tempo sarà
privo di rischio. Ne segue che:

Dove r rappresenta il tasso di interesse privo di rischio.


Sostituendo in quest’ultima equazione i valori relativi al valore del portafoglio e alla variazione di
quest’ultimo, otteremo l’equazione differenziale di Black-Scholes-Merton.

PUNTO C
L’equazione Black-Scholes-Merton ha molte soluzioni, una per ogni derivato che dipende da S.
Ogni singola soluzione dipende dalle cosiddette ‘condizioni al contorno’. Queste condizioni
definiscono il valore del derivato per valori estremi di S e t.

Se consideriamo una call europea, la principale condizione al contorno è pari a:

Se consideriamo una put europea, la principale condizione al contorno è pari a:

PAOLA PICCIONE
PUNTO A
Nel regine di capitalizzazione sempiice gli interessi sono proporzionali al tempo e al capitalae
investito

I rappresenta il fattore di montante f(t) che sarà quindi:

Viceversa, il fattore si sconto sarà:

Da qui possiamo calcolare il valore attuale come:

Vediamo adesso la relazione tra tassi equivalenti. Due tasso si dicono equivalenti se applicati allo
stesso capitale, per lo stesso tempo, nello stesso regime e che producono lo stesso risultato.
In capitalizzazione semplice avremo quindi:

PUNTO B
Nel regime di capitalizzazione composta gli interessi che maturano in un periodo (calcolato con il
regime semplice) concorreranno alla formazione di nuovi interessi nei periodi successivi, ovvero
diventando capitale. Questo è noto come CAPITALIZZAZIONE DEGLI INTERESSI

In questo caso il fattore di montante sarà pari a:

il fattore di sconto sarà:

Ed infine, il valore attuale sarà coalclato come:

PAOLA PICCIONE
Anche in questo regime possiamo determinare le relazioni tra i tassi

All’interno di tale regime abbiamo un cacso particolare noto come capitalizzazione continua, in cui
$
vengono presi intervalli di tempo con ampiezza % , con m che tende a +∞ [gli intervalli quindi
tendono a 0]
Questo porta ad avere un fattore di montante pari a:

Dove Jm è il tasso convertibile n volte l’anno

Imponiamo Jm = ', e si ottiene

Anche in questo caso particolare, possiamo analizzare la relazione tra i tassi di interesse

PUNTO C
Il regime a interessi semplici anticipati è l’unico dell’interno del quale troviamo il tasso di sconto d.
Lo sconto è proporzionale al capitale investito e al tempo

Da cui

Dove 1-dt rappresenta il fattore di sconto


Il fattore di montante diventa quindi

La particolarità di questo regime è che il fattore di sconto

Ovvero

[non si può avere un t troppo lungo, altrimenti il montante e il valore attuale sarebbero negativi]

PAOLA PICCIONE
PUNTO A
I tassi spot sono tassi di interesse che vengono applicate a somme che non prevedono pagamenti
intermedi. Possiamo distinguere i titoli in:
- Titoli zcb (zero coupon bond), ovvero titoli che prevedono il pagamento a scadenza

- Titoli con cedole, i quali prevedono pagamenti di una cedola in periodi intermedi a cui si
aggiunge il valore nominale a termine

PUNTO B
I tassi forward sono tassi impliciti in tassi spot, applicati per periodi futuri. Nel primo periodo, i
tassi spot (Rs) e i tassi forward (Rf) coincidono, invece nei periodi successivi avremo:
• Rs > Rf se la curva dei tassi spot è crescente;
• Rs < Rf se la curva dei tassi spot è decrescente.

PUNTO C
Per la determinazione dei tassi spot, è possibile utilizzare il cosiddetto metodo bootstrap, che
consente di stimare i tassi spot partendo da dei titoli zero coupon bond di cui si conosce il prezzo e
il valore nominale grazie all’utilizzo del Par Yield, ovvero il tasso che permette di eguagliare il
prezzo di un titolo al valore attuale dei suoi flussi.

PAOLA PICCIONE
PUNTO A
Il bull spread o spread al rialzo, è una strategia di trading all’interno della quale vengono usate
opzioni dello stesso tipo. Si compone di una posizione corta in una call con prezzo K2, e una
posizione lunga in una call con prezzo K1. Deve valere che K2 > K1, ed entrambe la call devono
avere la stessa scadenza.
Questa strategia permette di limitare le perdite, ma di conseguenza anche i profitti, e viene
utilizzata dai trader che ritengono probabile un futuro aumento dei prezzi.

Il loro payoff è rappresentato da:

Il profitto non sarà altro che il payoff -c1 +c2

Dal punto di vista grafico invece, avremo:

Questa strategia può essere costruita anche con le opzioni put. In questo caso di avrà un incasso
immediato, ma di contro si dovrà versare un deposito di garanzia e a scadenza il valore sarà nullo o
negativo

PAOLA PICCIONE
PUNTO B
Il Bear Spread o spread al ribasso nasce assumendo una posizione corta in una put con prezzo k1 e
una posizione lunga su una put con prezzo k2. Anche qui deve valere che k2 > k1 ed entrambe le
opzioni devono avere una stessa scadenza
Si tratta di una strategia che viene utilizzata dai traders che ritengono probabile una diminuzione
dei prezzi.

Il loro payoff è rappresentato da:

Il profitto invece non sarà altro che payoff -p1 +p2

Graficamente invece, possiamo rappresentarla come:

Questa strategia si può costruire anche con 2 call

PAOLA PICCIONE
PUNTO C
Lo straddle è una strategia di trading che invece utilizza tipologie diverse di opzioni.
La bottom straddle è costituita da una posizione lunga in una put e da una posizione lunga in una
call. Entrambe le opzioni presentano stesso prezzo k e stessa scadenza.
È utilizzata dai trader che suppongono delle variazioni di prezzo significative, ma non sanno in
quale direzione.

Il payoff è rappresentato da:

Il profitto invece non è altro che il payoff al netto dei due investimenti iniziali (c1 e p1)

Graficamente possiamo rappresentarla come:

Lo straddle può essere anche di tipo top, costruito ovvero da una posizione corta in una put e una
posizione corta in una call.
Questa viene utilizzata da quei trader che suppongono che non si verificheranno variazioni nel
prezzo. Può portare a delle potenziali perdite illimitate

PAOLA PICCIONE
PUNTO A
Le opzioni si caratterizzano per il fatto che danno il diritto, non l’obbligo, a esercitare l’opzione
solo in caso di convenienza, anche se impongono un pagamento iniziale per l’acquisto delle stesse
pari a c nelle call e pari a p nelle put.
Le CALL danno il diritto ad acquistare in futuro una certa attività ad un prezzo che viene stabilito
oggi
Le PUT, invece, danno il diritto di vendere in futuro una certa attività ad un prezzo che viene
stabilito oggi
Entrambe le tipologie verranno esercitate solo quando saranno ‘IN THE MONEY’, ovvero, quando i
flussi di cassa generati saranno positivi. Quindi, le call verranno esercitate solo se ST > K, e
viceversa, le put verranno esercitate solo se ST < K

PUNTO B
All’interno di ogni singola opzione possiamo poi distinguere una posizione lunga e una posizione
corta

CALL
- Se consideriamo una posizione lunga il payoff sarà dato dal MAX (ST - K; 0).
Graficamente rappresentabile come

Daranno un profitto solo se ST > K

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- Se consideriamo una posizione corta il payoff sarà dato da: - MAX (ST - K; 0).
Graficamente rappresentabile come

Daranno un profitto solo se ST < K

PUT
- Se consideriamo una posizione lunga il payoff sarà dato dal MAX (K - ST; 0).
Graficamente rappresentabile come

Daranno un profitto solo se ST < K

- Se consideriamo una posizione corta il payoff sarà dato da: - MAX (K - ST; 0).
Graficamente rappresentabile come

Daranno un profitto solo se ST > K

PAOLA PICCIONE
PUNTO C
La relazione put-call parity permette di calcolare il prezzo di una call (put) avendo per dato il
prezzo della put (call). Si ipotizza però che entrambe sia sottoscritte sulla stessa azione, che
abbiano stessa scadenza e stesso prezzo strike
Se consideriamo due portafogli: il portafoglio A costituito da 1 call e uno ZCB, e il portafoglio B
costituito da 1 put e un’azione.
Al tempo T entrambi i portafogli varranno il MAX (ST, K)
Al tempo 0 devo avere stesso valore per cui, se l’azione non paga dividendi, la relazione sarà data
da:

Dove la parte di sinistra rappresenta il valore al tempo 0 del portafoglio A e la parte di destra
rappresenta il valore al tempo 0 del portafoglio B
Se invece l’azione paga dividendi diventa:

Dove D rappresenta il valore attuale dei dividendi pagati durante il periodo

PAOLA PICCIONE
PUNTO A
Una posizione lunga in un contratto forward genera un payoff pari a (ST – K)

Per ST < K, si avrà una perdita e per ST > K, si avrà un guadagno

Opposto sarà il payoff di un contratto forward in posizione corta. Payoff = K – ST

Per ST < K, si avrà un profitto e per ST > K, si avrà una perdita


Lo stesso vale per i contratti futures.

PUNTO B
Pure essendo molto simili, i contratti forward e futures presentano comunque delle differenze.
I contratti forward sono contratti privati, non standardizzati che vengono regolati a scadenza e per
i quali viene specificata una sola data di consegna. Inoltre, comportano rischio di credito.

I contratti futures invece, vengono negoziati in borsa, sono standardizzati, vengono regolati
giornalmente, ed è possibile scegliere tra più date di consegna. Il rischio di credito è assente e in
genere vengono chiusi prima della scadenza.

PUNTO C
I contratti di opzione si differenziano dai contratti forward e futures in quanto danno diritto, ma
non l’obbligo, di esercitare il contratto. All’interno dei contratti di opzione, possiamo distinguere
fra CALL e PUT.

PAOLA PICCIONE

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