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Lezione 20-10-2020

Politica ottimale di aggiustamento e investimento

Quando abbiamo analizzato il nostro modello di


scelta ottima della politica di investimento
abbiamo ottenuto questo sistema di equazioni
differenziali in due variabili k differenziale e q
differenziale, il quale ci restituisce il
comportamento delle variabili k e q quando si
adotta un atteggiamento di detenzione del capitale
e di politica di investimento coerente con il
problema di massimizzazione da cui siamo partiti.
È bene ricordare che tutte le dinamiche che
andiamo a discutere sono coerenti con il modello
di massimizzazione che abbiamo impostato a
monte, fermo restante che alcune dinamiche le
andiamo ad escludere perché non sarebbero
coerenti con la condizione di trasversalità.

quelle che di fatto non consideriamo coerenti con la


condizione di trasversalità sono quelle che riguardano
il quadrante in alto a destra e quello in basso a
sinistra del diagramma di fase. Quindi dinamiche
continuamente esplosive del prezzo del capitale e
dello stock di capitale (freccia blu che punta a destra
e freccia rossa che punta in alto), o viceversa
dinamiche continuamente implosive dello stock di
capitale per il suo prezzo (con la freccia rossa che
punta in basso e quella blu a sinistra).

Le dinamiche coerenti con la condizione di


trasversalità sono quelle degli altri due quadranti. Per
come è scritto il nostro sistema di equazioni
differenziali abbiamo una variabile jumping, (il prezzo
del capitale) la variabile q che consente al sistema di saltare sul sentiero di sella (tratteggiato) e riportalo
verso l’equilibrio di stato stazionario.

Vediamo cosa accade a seguito di possibili shock esogeni e ragioniamo su quello che è lo steady state prima
e dopo lo shock e quelle che sono le dinamiche di aggiustamento che si innescano per riportare l’economia
verso il nuovo steady state. Il concetto di steady state non è riferito ad un equilibrio di breve periodo e
quindi alle fluttuazioni cicliche ma è riferito ad un equilibrio di lungo periodo anche di difficile realizzazione.
Il primo shock che possiamo analizzare è quello di come reagisce il nostro modello quando introduciamo
uno shock di tassazione. Di fatto ci dobbiamo chiedere ogni volta che si simula l’effetto di uno shock
esogeno su quale delle due equazioni del sistema di equazione differenziale questo shock opera. Una
politica fiscale espansiva se è diretta ad incrementare il livello degli investimenti, potrebbe ridurre il prezzo
dell’acquisto di beni capitali. Questo ad esempio è quello che si fa quando si fa una decontribuzione delle
spese fiscali sostenute a copertura di un certo importo di attività di investimento. In questo schema il
prezzo del capitale nuovo è pk e che abbiamo ipotizzato pk =1. Quindi nella condizione di primo ordine che
abbiamo trovato il prezzo del capitale era di fatto 1. Un sussidio all’attività di investimento si può tradurre
in una riduzione del prezzo di capitale dell’importo in questo caso teta. È come se stessimo dicendo che la
politica di sussidio di investimenti fa passare il prezzo del capitale dal livello iniziale pk a quello finale pk’
che non è altro che 1- teta. Infatti si può notare che a seguito di questa politica la condizione di primo
ordine diventa 1- teta.

Quindi la politica di sussidio agisce sul prezzo unitario del capitale quando lo compriamo in forma di
investimento e di conseguenza abbiamo un minore prezzo unitario nella funzione obiettivo e quando
andiamo ad imporre la condizione di primo ordine rispetto all’investimento (derivata di h rispetto delta i =
0  - 1- teta – c’(I) = lampda). Se prima era q= 1+ C’ ora avremo q= 1- teta + C perché è cambiato il prezzo
unitario del capitale.

dal punto di vista grafico vuol dire che la k.(punto) = 0 che


prima era parallela all’asse orizzontale in corrispondenza del
livello q di steady state pari a 1. Adesso sarà sempre parallela
all’asse orizzontale ma in corrispondenza di un livello più basso
perché la q di steady state non è più 1 ma 1 – teta. Cioè si
incorpora il fatto che il prezzo unitario di capitale è più basso
perché c’è il sussidio di investimento.

Quali effetti genera questa politica di sostegno agli


investimenti? Innanzitutto il fatto che la k. si sposti verso il
basso dalla linea blu continua a quella tratteggiata a parità di
q.= 0 (che non cambia perché non ci sono elementi che
vengono influenzati perché non ci sono variazioni di tassi di
interesse o tecnologia, la curva rossa che lo rappresenta resta invariata.) si determina una nuova
intersezione. Nella situazione iniziale, poniamo che fosse steady state, l’economia si trovava nel punto di
intersezione tra la curva e la linea continua; dopo il sussidio agli investimenti il nuovo steady state si troverà
nel punto di intersezione tra la curva e la linea tratteggiata, quindi ci sarà un cambiamento dello steady
state e il capitale di stato stazionario aumenta, perché la politica di sostegno agli investimenti è di fatto una
politica espansiva e fa crescere lo stock di capitale. Immaginiamo che l’economia si trovasse nel primo
punto di intersezione spiegato che indichiamo con E0 che è l’equilibrio iniziale prima dello shock e
chiamiamo E1 il secondo punto di intersezione dove si sposta l’economia dopo lo shock. Tale spostamento
però non avviene in maniera immediata perché viene rallentato dal fatto che

1) lo stock di capitale nel breve periodo è fisso per definizione quindi non si può aggiustare
immediatamente.
2) Nella nostra analisi abbiamo introdotto i costi di aggiustamento ciò ci dice che l’attività di
investimento è per definizione graduale.

Quindi da un punto di vista teorico il modello che abbiamo impostato non prevede proprio la possibilità che
il capitale possa saltare da un livello ad un altro, né in aumento né in diminuzione.

Questo adeguamento graduale inoltre nel diagramma di fase del modello che stiamo esaminando deve
avvenire necessariamente attraverso il sentiero di sella. Il punto E0 si trova al di sopra della k.=0, in esso
non c’è una tendenza ne all’aumento né alla diminuzione di q. Ciò che ci garantisce che da E0 si possa
raggiungere E1: ci deve essere la variabile forwaord che è la variabile prezzo del capitale (q) che dal punto E
ci fa saltare sul nuovo sentiero di sella fino a raggiungere il punto E’,(viene disegnato a mano dalla prof è il
punto di intersezione tra la curva tratteggiata in basso e la linea di kss), il quale si caratterizza per lo stesso
stock di capitale kss, ma per una q più bassa rispetto a quella iniziale e quindi la dinamica potrà essere
convergente verso il nuovo steady state E1. Quindi dal punto di vista grafico affinché si converga al nuovo
steady state è necessario che la variabile forwoard q salti sul nuovo sentiero di sella. Una volta che ciò
accade si attiva la dinamica convergente al nuovo steady state.

Spiegato l’aspetto grafico ora dobbiamo capire il significato economico.

Dal passaggio da E0, le cui coordinate sono (Kss, 1), in E’ le cui coordinate sono (Kss, qE’), q diminuisce. Ciò
per le imprese rappresenta una perdita in conto capitale sui mercati, perché le sue quotazioni si abbassano.
Tale diminuzione di q avviene perché essendo una variabile forwoard incorpora tutte le informazioni
possibili presenti e future e in questo caso il mercato quando fa ridurre la q, incorpora come informazione
un aumento dei competitors perché c’è una politica fiscale espansiva, che riduce i singoli profitti per le
imprese.
Sul libro di testo viene menzionato anche un esercizio che
fa riferimento alla politica temporanea di sostegno agli
investimenti. Come la si può modellare? La politica
temporanea è caratterizzata dal fatto che lo spostamento
grafico che noi abbiamo fatto in precedenza, vale solo per
un determinato lasso di tempo quello durante il quale la
politica fiscale espansiva è operativa. Ciò significa che per
un certo periodo di tempo la k. sarà quella tratteggiata in
blu, ma a partire dall’istante T che è il momento in cui la
politica, ad esempio dopo 1 anno, cessa di avere effetti, la
k.= 0 torna nella sua posizione iniziale. L’economia e
l’attività di investimento deve fare in modo che si salti sul
nuovo sentiero di sella, ma sia poi in grado di tornare sul
precedente. Quindi la revisione al ribasso della quotazione
di mercato delle azioni, non sarà così intensa come nel caso di sostegni permanente di investimenti. Dire
che la politica agli investimenti è temporanea determina una sorta di aggiustamento ciclico degli
investimenti, che all’inizio aumentano e poi tendono a ridursi per ritornare all’equilibri originario.

Quindi leggendo questa slide che ricapitola ciò che accade in politica temporanea, il sostegno agli
investimenti vale per un intervallo limitato da t a T. Arrivati all’istante T, la politica ottimale di investimento,
quindi il comportamento della q e della k richiede che si ritorni al vecchio sentiero di sella, altrimenti
quando la politica di sostegno cessa d’esistere, rischiamo di trovarci su un sentiero divergente. Come si fa a
ritornare al vecchio sentiero di sella proprio a T? Evidentemente ci dovrà essere un salto al ribasso della q
più contenuto, il quale dovrebbe innescare dinamiche che ci portano ad incrociare il sentiero di sella
originario, che corrisponde alla situazione senza sussidio, esattamente nell’istante in cui il sussidio cessa di
esistere.

Lo shock successivo che analizziamo è quello che viene


chiamato un improvviso miglioramento o peggioramento
delle prospettive economiche: uno shock di business cycle.

Una situazione che rende più o meno profittevole, a


seconda che lo shock sia positivo o negativo, l’attività di
investimento. Se c’è uno shock positivo, a parità di capitale,
le imprese lo potranno usare con una maggiore intensità
perché c’è una domanda più spinta dei loro beni e quindi
potranno fare più profitti. Viceversa un improvviso shock
produttivo lo si potrebbe modellare come una situazione in
cui il capitale acquistato non può essere utilizzato a pieno
della sua capacità produttiva e di conseguenza, a parità di
capitale, si fanno meno profitti. Quindi un modo per
schematizzare il modello di investimento gli effetti effetti
del business cycle, positivi o negativi, potrebbe essere quello di ipotizzare delle variazioni della funzione pi
greco. Perché in questo caso non entrano in gioco il prezzo del capitale che incide sulla q, sul valore di
steady state della q, quindi una prima equazione differenziale, ma potremmo associarlo questo shock di
business cycle ad una variazione nella funzione pigreco di k. cioè a parità di k si fanno più profitti se lo shock
è positivo, meno se lo shock è negativo. Lo shock di business cycle opererebbe sull’equazione differenziale
riferita alla q. al prezzo ombra del capitale.
Dal punto di vista grafico lo potremmo modellare come uno spostamento della q.=0 verso l’alto con uno
shock positivo (espansivo), verso il basso con uno shock negativo (recessivo).

q.=r(k) –π (k)

a parità di k si fanno più profitti quandi la componente negativa dell’equazione diventa più elevata per ogni
k e per avere la q.=0 deve crescere evidentemente anche la componente r(k), ma essendo questa una
costante, quindi per avere q.=0 per ogni k deve essere associato un q più elevato. In termini di steady state
accade che esso passerà dal livello E al livello E’. come lo modelliamo questo passaggio? Esso deve avvenire
attraverso i sentieri di sella.

l’ultimo effetto che esaminiamo è quello di una politica


monetaria, la quale opera sulla q.=0 , cioè sull’equazione
differenziale della q. perché essa viene modellata come una
variazione del tasso di interesse. Quindi una politica monetaria
espansiva si tradurrebbe in una riduzione del tasso di
interesse, che in termini grafici significherebbe che per ogni
livello di k dovremmo avere un livello più elevato di q. quindi
ancora una volta uno spostamento verso l’alto della q.,
viceversa ovvero verso il basso se la politica monetaria fosse
restrittiva.

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