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Giochi ripetuti, collusione implicita e

cartelli (12)

December 14, 2022

In questo capitolo ci concentreremo sui cosiddetti comportamenti di cartello,


cioè quei comportamenti collusivi attraverso i quali le imprese cercano di mas-
simizzare i protti congiunti. Tali comportamenti costituiscono un danno per il
consumatore e una diminuzione del benessere sociale. La letteratura di organiz-
zazione industriale esistente su questi argomenti si è concentrata principalmente
sul problema del funzionamento implicito di un cartello, basato cioè su regole
non cooperative che tuttavia generano esiti (e quindi protti) equivalenti a quelli
associati ad un comportamento esplicitamente cooperativo.
Come sappiamo dal Capitolo 10, i modelli di mercato che descrivono compor-
tamenti oligopolistici uniperiodali danno luogo ad un dilemma del prigion-
iero, indipendentemente dal fatto che le imprese si comportino alla Bertrand
o alla Cournot. Per rendersene conto, è suciente considerare un duopolio di
Bertrand con prodotto omogeneo in cui le imprese operano a costi costanti.
Le funzioni di domanda e di costo sono quindi:
p = a − Q = a − q1 − q2

Ci = cqi

Nell'equilibrio di Bertrand-Nash (BN), la quantità complessiva sul mercato è


quella di concorrenza perfetta, QBN = QCP = a − c, e quindi il prezzo co-
incide col costo marginale, pBN = pCP = c. Di conseguenza, i protti sono
nulli π BN = π CP = 0. È facile vericare che le imprese potrebbero ambire
ad ottenere protti più alti restringendo la quantità prodotta ed elevando
conseguentemente il prezzo di equilibrio. In tal senso, il massimo risultato a
cui possono aspirare consiste nel posizionarsi lungo la frontiera dei protti di
monopolio, producendo complessivamente QM = (a − c)/2. Ciò che crea un
dilemma del prigioniero è la tentazione di deviare da pM , ssando un prezzo
di deviazione pari a pD = pM − ε. Questo prezzo induce tutti i consumatori a
servirsi presso l'impresa che ore il bene al prezzo pD , la quale quindi ottiene
protti di monopolio mentre l'impresa rimasta col prezzo pM ottiene protti
nulli. Tuttavia, tale incentivo a deviare esiste per entrambe le imprese, ciascuna

1
delle quali risponderà ad ogni abbassamento di prezzo praticato dalla rivale con
un ulteriore abbassamento (undercutting), no ad arrivare al costo marginale.
Questa situazione è rappresentata in forma normale dalla matrice:

Figure 1:

Siccome la strategia pD domina la strategia pM in senso debole, il gioco di


Bertrand descritto dalla Matrice 1 è un dilemma del prigioniero
 con un unico
equilibrio di Nash in strategie debolmente dominanti, pD , pD .
Considerazioni analoghe valgono nel caso di Cournot, in cui le imprese s-
sano le quantità. Vediamo rapidamente perché. Nell'equilibrio di Cournot-Nash
(CN), ciascuna impresa produce q CN = (a − c) /3, ottenendo protti pari a
π CN = (a − c) /9. La situazione è rappresentata dalla gura:
2

Figure 2:

L'intersezione delle funzioni di reazione Ri (qj ) identica le quantità di equi-


librio. La curva cc, che è denita come curva dei contratti, rappresenta
l'insieme di tutte le combinazioni di q1 e q2 che massimizzano la somma dei
protti congiunti delle due imprese. In altre parole, lungo la curva dei contratti
il protto dell'industria è ovunque pari al protto di monopolio che si ottiene
risolvendo il seguente problema:
maxQ Π = π1 + π2 = (a − Q − c) Q

2
che ovviamente fornisce la soluzione QM = (a − c) /2. Partendo dal punto di
equilibrio di Nash e muovendosi verso l'origine degli assi all'interno della regione
NAA', le imprese possono aumentare i propri protti no a collocarsi nel tratto
AA' della curva dei contratti, denito dall'intersezione della curva stessa e le
curve di isoprotto associate all'equilibrio di Nash. Naturalmente, anche qui
esiste un incentivo a deviare, il quale fa sì che il gioco di Cournot abbia un unico
equilibrio in strategie dominanti che è il risultato di un dilemma del prigioniero.
In entrambi i casi, la situazione può essere rappresentata come in gura:

Figure 3:

La regione NBB' delimitata dalle rette in grassetto e dalla frontiera dei prof-
itti di monopolio, è il cono che comprende tutti gli esiti che Pareto-dominano
(almeno in senso debole, se includiamo N) l'equilibrio di Nash. La regione
NBB' è l'equivalente nello spazio dei protti della regione NAA' nello spazio
delle quantità (e di una corrispondente regione che può essere individuata nello
spazio dei prezzi nel gioco di Bertrand). In gura è rappresentata una situazione
in cui i protti associati all'equilibrio di Nash sono positivi. Con prodotto omo-
geneo, questo vale per Cournot, mentre per Bertrand il punto N coincide con
l'origine degli assi: π BN = 0.
Adesso possiamo chiederci in che modo e perché l'esito di un gioco che
possiede le caratteristiche di un dilemma del prigioniero possa modicarsi se
ripetuto nel tempo. In tal caso, il gioco uniperiodale originale che chiameremo
Γ(1) diventa il gioco costituente del gioco ripetuto, o supergioco, denito come
Γ(T ) se il gioco costituente viene ripetuto sui periodi t ∈ [1, T ], o come Γ(∞)
se viene ripetuto sull'orizzonte innito [1, ∞]. La regione NBB' è l'insieme che
contiene tutti gli esiti ammissibili del gioco Γ(∞).
Il concetto che sta alla base dei teoremi che stiamo per esporre è che la
prospettiva di un lungo usso scontato di payos futuri, uguali (o suciente-
mente prossimi) in ciascun periodo a quelli che si trovano lungo la frontiera

3
paretiana del gioco costituente (i protti di monopolio, nel caso di un mercato),
induca i giocatori ad atteggiamenti collusivi, uscendo così dal dilemma del
prigioniero.
Nel seguito assumeremo sempre che il gioco ripetuto avvenga in tempo dis-
creto e che i giocatori abbiano un fattore di sconto comune, pari a δ ∈ [0, 1]. Il
fattore di sconto individuale che riassume le preferenze intertemporali dei dei
giocatori è denito come δ ≡ 1/(1 + ρ), dove ρ è il tasso di sconto applicato da
ciascun giocatore al usso di payos futuri. Siccome ρ ∈ [0, ∞), il fattore di
sconto sarà compreso tra 0 e 1.
La condizione necessaria anché un gioco ripetuto si modichi è che la ripe-
tizione abbia luogo su di un orizzonte temporale innito, oppure nito ma
solo a patto che la data terminale non sia nota con certezza. Se così non fosse
(gioco del Centipede), poiché in corrispondenza della data terminale T non c'è
futuro, in quel periodo i giocatori sceglierebbero le rispettive strategie domi-
nanti. All'istante T-1, il fatto che nominalmente esista un periodo successivo è
diventato irrilevante, poiché i giocatori sanno che in T giocheranno la strategia
dominante: anche a T-1 giocheranno come se il futuro non esistesse. E così via
no a t = 1.
Proposizione: Se il gioco consistente è un dilemma del prigioniero (e
quindi possiede un unico equilibrio di Nash), allora, per qualsiasi T nito, il gioco
possiede un unico risultato di equilibrio perfetto nei sottogiochi, che consiste nel
ripetere l'equilibrio del gioco uniperiodale in ogni istante, T volte.
Vedremo tre versioni del supergioco, che dieriscono in merito a quanto
accade dopo un'eventuale deviazione dal sentiero collusivo. Cioè, le versioni
sono caratterizzate da punizioni di intensità e durata diverse, che devono es-
sere implementate da tutte le imprese come ritorsione nei confronti dell'impresa
deviante.
L'idea comune a tutte le versioni del folk theorem è che la deterrenza alla
deviazione esercitata dalla punizione, in combinazione con la prospettiva di un
usso innitamente lungo di protti collusivi, possa stabilizzare la collusione.
La formulazione più generale del folk theorem è la seguente:
Proposizione (Folk Theorem): Il gioco Γ(∞), a cui partecipano
N giocatori che condividono le stesse preferenze intertemporali riassunte dal
comune fattore di sconto δ ∈ [0, 1], ammette come equilibrio di Nash qualsiasi
esito ŝ ≡ (ŝ1 , ŝ2 , ...ŝN ), con ŝi ∈ Si ∀i ∈ N , che generi un vettore di protti
π̂ ≡ (π̂1 , π̂2 , ...π̂N ) appartenente alla regione ammissibile, a patto che il fattore
di scono δ sia sucientemente alto.
Il signicato di tale proposizione è: se i giocatori sono sucientemente pazi-
enti (δ elevati), qualsiasi risultato all'interno della regione ammissibile NBB'
nella Figura 3 è alla loro portata come esito di equilibrio del supergioco inni-
tamente ripetuto. Per semplicità, incominceremo ad esplorare i dettagli del folk
theorem supponendo di esaminare il comportamento di due imprese simmet-
riche che orono un bene omogeneo e che intendono collocarsi sulla frontiera dei
protti di monopolio.

4
12.2 La formulazione originale del folk theorem La prima formulazione
del folk theorem utilizza il minimax nella fase di punizione. Le regole del gioco
sono:
1. Nel periodo 1, si gioca la strategia di monopolio sM .
2. Nel periodo t > 1, si gioca la strategia di monopolio sM se entrambe
le imprese hanno giocato sM nel periodo t − 1. Altrimenti, si gioca la
strategia di minimassimo e la si ripete all'innito.
A questo punto dobbiamo valutare il peso relativo dell'incentivo a colludere
e dell'incentivo a deviare. Il primo è misurato dal usso scontato dei protti
che l'impresa i riceve sull'orizzonte innito del gioco, se nessuno devia. Questo
corrisponde alla seguente sommatoria:
∞ ∞
X πM π M X t−1
ΠM ≡ δ t−1 = δ
t=1
2 2 t=1

(a−c)2
con π M = 4 . Dalle proprietà delle serie geometriche, sappiamo che:
∞ ∞
X 1 X
δt = = δ t−1
t=0
1−δ t=1

Perciò il usso scontato di protti derivanti dalla collusione ammonta a:


2
(a − c)
ΠM =
8 (1 − δ)

Esaminiamo ora cosa accade se un'impresa devia. Supponendo di essere


in Bertrand, il prezzo di deviazione pD = pM − ε attribuisce l'intero protto
di monopolio (ma solo per un periodo) all'impresa che devia. Poi si gioca il
minimax (cioè il prezzo pari al costo marginale costante) per sempre, e quindi
il usso di protti nella fase successiva alla deviazione è nullo per entrambe le
imprese. Perciò la collusione è stabile se e solo se:
2 2
(a − c) (a − c)
ΠM ≥ π D ⇔ ≥
8 (1 − δ) 4

soddisfatta per δ ≥ 21 . Quindi, per tutti i δ ∈ 12 , 1 , le imprese possono stabi-


 

lizzare la collusione nei prezzi lungo la frontiera dei protti di monopolio.


Supponiamo ora che il gioco si svolga alla Cournot. La quantità collusiva è
metà dell'output di monopolio, cioè QM /2 = (a − c) /4∀i. Il usso scontato
(a−c)2
di protti derivanti dalla collusione è sempre: ΠM = 8(1−δ) .
La deviazione unilaterale dal cartello è la soluzione del seguente problema:
 
(a − c)
max πi = qi a − qi − −c
qi 4

5
che fornisce q D = 3(a − c)/8 > (a − c)/4: la deviazione dal sentiero collusivo
implica che l'impresa deviante deve espandere la produzione rispetto alla rivale.
Nel periodo in cui avviene la deviazione, i protti della deviante ammontano
a π D = 9(a − c)2 /64, mentre i protti dell'impresa leale ammontano a π L =
3(a − c)2 /32. Dal periodo successivo in poi, le imprese espandono la produzione
no a portare il prezzo a livello del costo marginale, conseguendo protti nulli
in ciascun periodo.
Dunque, il cartello è stabile se e solo se:
2 2
(a − c) 9 (a − c)
ΠM ≥ π D ⇔ ≥
8 (1 − δ) 64

soddisfatta per δ ≥ 19 . Quindi, nel supergioco di Cournot, la collusione totale è


stabile per tutti i δ ∈ 19 , 1 . Confrontando questo risultato con quello ottenuto


nel caso di Bertrand, otteniamo la seguente:


Proposizione: Se la punizione somministrata a seguito di una deviazione
prescrive di giocare le strategie di minimassimo per sempre, allora l'intervallo
di valori del fattore di sconto che consentono di stabilizzare il cartello nei prezzi
è un sottoinsieme dell'intervallo di valori del fattore di sconto che consentono di
stabilizzare il cartello nelle quantità.
Più esplicitamente, secondo il folk theorem originale, è più facile colludere
nelle quantità che nei prezzi. La ragione va cercata nell'unica dierenza tra i
due supergiochi, cioè nei protti derivanti dalla deviazione, che sono chiaramente
maggiori in Bertrand.
Il folk theorem basato sul minimassimo sore di due problemi molto rilevanti,
entrambi legati alla fase di punizione. Il primo è quello della rinegoziabilità ; se
è stata osservata una deviazione dal sentiero collusivo, che ha fatto scattare la
punizione, è possibile che uno o più giocatori richiamino l'attenzione degli altri
sulla possibilità di abbandonare un sentiero punitivo innitamente lungo e cos-
toso per ritornare invece alla collusione. Il secondo problema consiste nel fatto
che il minimassimo non costituisce, in generale, un equilibrio di Nash del gioco
costituente Γ(1). Quindi, il comportamento delle imprese in ciascun periodo
della fase punitiva non rispetta il principio di razionalità massimizzante
tipica di un gioco non cooperativo. Qui abbiamo appena visto un'eccezione, in
quanto il gioco di Bertrand con bene omogeneo e tecnologie simmetriche produce
un unico equilibrio non cooperativo che coincide con l'equilibrio di minimassimo.
Tuttavia, anche questo non è vero in generale, ed è suciente introdurre anche
un minimo grado di dierenziazione del prodotto anché questa coincidenza
svanisca. Una possibile soluzione a questo secondo problema è oerta dal cosid-
detto folk theorem perfetto, dovuto a Friedman (1971).

12.3 Il folk theorem perfetto Le regole di comportamento dettate dal folk


theorem perfetto sono identiche a quelle che informano il folk theorem originale
in tutto tranne che per quel che riguarda la fase punitiva.
1. Nel periodo 1, si gioca la strategia di monopolio sM .

6
2. Nel periodo t > 1, si gioca la strategia di monopolio sM se entrambe
le imprese hanno giocato sM nel periodo t − 1. Altrimenti, si gioca la
strategia di equilibrio di Nash, ŝi ∈ Si ∀i ∈ N , e la si ripete all'innito.
Queste strategie sono note come trigger strategies, in quanto la deviazione dal
sentiero collusivo iniziale è il grilletto che fa scattare una punizione di Nash
innitamente lunga.
Questa considerazione ci permette di trattare velocemente il supergioco di
Bertrand: poiché in Bertrand l'equilibrio di minimassimo e quello di Nash coin-
cidono, evidentemente la collusione sul prezzo di monopolio è stabile per tutti i
valori di δ ∈ 21 , 1 .
 

Viceversa, in Cournot l'equilibrio di Cournot-Nash implica protti positivi,


pari a π CN = (a − c)2 /9. La deviazione dal sentiero collusivo iniziale, seguita
poi da una punizione di Nash innitamente lunga, implica un usso scontato di
protti pari a:
∞ 2 2
X 9 (a − c) δ (a − c)
πD + π CN δ t−1 = +
t=2
64 9 (1 − δ)

Per rendersi conto del perché, basta osservare che:


∞ ∞
X X 1
δ t−1 = δt = ⇔
t=1 t=0
1−δ

∞ ∞ ∞
X X X 1 δ
δ t−1 = δt = δt − 1 = −1=
t=2 t=1 t=0
1−δ 1−δ

La collusione nelle quantità è stabile se e solo se:


2 2 2
(a − c) 9 (a − c) δ (a − c)
ΠM ≥ π D ⇔ ≥ +
8 (1 − δ) 64 9 (1 − δ)

che semplicando e risistemando i termini equivale a: δ ≥ 17 9


.
L'adozione di una punizione alla Nash consente di costruire un equilibrio
perfetto nei sottogiochi, ma al costo di accettare una soglia critica del fattore di
sconto più alta rispetto al teorema formulato utilizzando il criterio del minimax.
Inoltre, il confronto tra la soglia critica in Bertrand e in Cournot permette di
trarre le seguenti conclusioni:
Proposizione: Se la punizione somministrata a seguito di una devi-
azione prescrive di giocare le strategie di equilibrio di Nash per sempre, allora
l'intervallo di valori del fattore di sconto che consentono di stabilizzare il cartello
nelle quantità è un sottoinsieme dell'intervallo di valori del fattore di sconto che
consentono di stabilizzare il cartello nei prezzi.
Ovvero, la stabilità relativa della collusione nei due casi si è rovesciata a
favore di Bertrand, perché la punizione innitamente lunga di Bertrand-Nash è

7
molto più severa di quella di Cournot-Nash, e costituisce quindi un deterrente
molto più ecace contro la deviazione.
Cosa accade all'aumentare del numero delle imprese? Il modo più semplice
per capirlo consiste nel considerare un cartello di Bertrand con n imprese iden-
tiche. Il protto di Nash è nullo, mentre quello collusivo (individuale) è ΠM /n
. Se un'impresa devia, ottiene approssivamente π D = ΠM . Questo consente di
derivare la condizione di stabilità:
M
ΠM − Πn n−1
δ≥ =
ΠM n
che cresce in n, e tende a 1 se n → ∞: se aumentano di numero, le imprese
devono diventare sempre più pazienti per riuscire a colludere. Ovvero, se il
numero delle imprese aumenta, il vantaggio derivante dal cartello (che è Πn )
M

diventa sempre più piccolo, e questo rende la deviazione sempre più attraente.
Ciò destabilizza la collusione. Se n è innitamente alto, colludere è impossibile.
Il folk theorem perfetto produce un EPS ma resta soggetto al problema della
rinegoziabilità e in generale non minimizza la soglia critica di δ . La soluzione
di questo problema consiste quindi nel denire una fase punitiva che possa es-
ercitare nei confronti della tentazione di deviare dal sentiero collusivo un deter-
rente suciente a sostenere la collusione, e che sia allo stesso tempo così breve
da evitare la rinegoziazione. Il teorema che vedremo nella sezione successiva
costruisce appunto una punizione che risponde a queste caratteristiche.

12.4 Il teorema delle punizioni ottimali Il teorema delle punizioni ottimali


si deve ad Abreu (1986), il quale denisce come punizione ottimale un prolo
di strategie che produce la punizione più severa possibile. Questa denizione
può essere interpretata in due modi alternativi: la punizione è ottimale nel senso
che
1. dato il livello di collusione (ad esempio, il protto di monopolio), tale
punizione comporta che il livello critico del fattore di sconto richiesto
anché il cartello sia stabile è minimizzato;
2. date le preferenze intertemporali delle imprese, massimizza il livello di
collusione sul quale le imprese stesse possono attestarsi nel gioco ripetuto.
Qui analizzeremo solo la prima interpretazione. Supponiamo che le imprese
colludano su di un livello di protti superiori a quelli dell'equilibrio di Nash, ma
non necessariamente pari a quelli di monopolio. Deniamo la strategia collusiva
(simmetrica) come s∗ . Le regole del gioco ripetuto sono:
1. Nel periodo 1, si gioca la strategia collusiva s∗ .
2. Nel periodo t > 1, si gioca la strategia collusiva s∗ se le due imprese hanno
giocato s∗ nel periodo t − 1. Se a t − 1 si è assistito ad una deviazione, le
imprese devono giocare la strategia punitiva sP .

8
3. Nel periodo t+1, si gioca s∗ se nel periodo t tutte le imprese hanno giocato
sP . Altrimenti, se si è assistito ad una deviazione, si continua a giocare
sP nché tale punizione non viene adottata simultaneamente da tutte le
imprese. A quel punto si ritorna sul sentiero collusivo.
Cioè, se a seguito di una deviazione dal cartello tutte le imprese adottano la
strategia punitiva per un solo periodo, a partire da quello successivo si può
ricominciare a colludere. Se invece almeno una di loro devia dalla punizione,
allora la fase punitiva si estende a più periodi no alla data in cui la punizione
viene adottata simmetricamente da tutte le imprese.
Abreu dimostra che il prolo di strategie sP , s∗ costituisce un equilibrio


perfetto nei sottogiochi del gioco ripetuto su orizzonte innito se e solo se le


seguenti diseguaglianze sono simultaneamente soddisfatte:
π DC − π ∗ ≤ δ π ∗ − π P


π DP − π P ≤ δ π ∗ − π P


dove π P è il protto individuale nel caso in cui tutte le imprese giochino la


strategia punitiva sP , π DC è il protto di deviazione dalla collusione e π DP è il
protto associato alla deviazione rispetto a sP .
La prima condizione assicura che non vi sia incentivo a deviare dal sentiero
collusivo iniziale; la seconda assicura che non esista incentivo a deviare dalla
punizione prescritta. Al margine le condizioni devono essere soddisfatte come
uguaglianze strette:
π DC − π ∗ = δ π ∗ − π P


π DP − π P = δ π ∗ − π P


Alle due condizioni che abbiamo menzionato se ne aggiunge una terza, nota
come livello di sicurezza. Dato che la punizione deve essere molto severa,
nella fase punitiva i protti possono andare sottozero. Anché ciò non ind-
uca le imprese ad abbandondare il gioco, deve essere soddisfatta la seguente
diseguaglianza:

X
πP + π∗ δ t−1 ≥ 0
t=2
Se fosse violata, il usso scontato di protti individuali associato alla continu-
azione del gioco dopo la deviazione dal sentiero collusivo iniziale sarebbe nega-
tivo, e quindi risulterebbe violato il vincolo di partecipazione alla prosecuzione
del gioco.
Adesso occupiamoci del caso di Bertrand adottando le punizioni ottimali
di Abreu. Supponiamo che il prezzo collusivo sia eettivamente quello di mo-
nopolio, cioè p∗ = pM . Quindi,
2
πM (a − c)
π∗ = =
2 8

9
e 2
(a − c)
π DC = π M =
4
Inoltre, il protto individuale nel periodo in cui viene implementata la punizione
simmetrica è  
a − pP pP − c
πP =
2
mentre quello associato alla deviazione ottima dal prezzo punitivo è pari a zero,
π DP = 0. Adesso possiamo riscrivere le condizioni come segue:
" #
2 2 2

(a − c) (a − c) (a − c) a − pP pP − c
− =δ −
4 8 8 2

" #
2
  
a − pP pP − c (a − c) a − pP pP − c
− =δ −
2 8 2

Risolvendo rispetto alle incognite pP e δ otteniamo:


1
δ=
2

P a+c 2 2
p = − (a − c) < c
2 2
La punizione ottimale implica protti negativi nel periodo in cui viene imple-
mentata, e si può vericare che il vincolo di sicurezza è soddisfatto al margine,
e quindi le imprese sono esattamente indierenti tra abbandonare il gioco o
continuarlo. La soglia critica di δ a partire dalla quale la collusione sul prezzo
di monopolio è stabile è di nuovo 21 , come nelle due versioni precedenti del
folk theorem. Ovvero, in Bertrand omogeneo, l'adozione di punizioni ottimali
non può far meglio dell'adozione delle punizioni innite che usano il minimax
o l'equilibrio di Nash del gioco costituente. Tuttavia, la punizione ottimale
garantisce la perfezione nei sottogiochi e la non rinegoziabilità.
Ora possiamo passare al caso in cui il supergioco segua le regole di Cournot,
mantenendo l'ipotesi che le imprese massimizzinoi protti congiunti nella fase
collusiva. I protti rilevanti sono:
2 2
(a − c) 9 (a − c)
π∗ = ; π DC =
8 64
2
P
 P PDP a − qP − c
π = a − 2q − c q ; π =
4
Quindi le condizioni si scrivono come segue:
" #
2 2 2
9 (a − c) (a − c) (a − c) P
 P
− =δ − a − 2q − c q
64 8 8

10
2 "
2
#
a − qP − c P
 P (a − c) P
 P
− a − 2q − c q = δ − a − 2q − c q
4 8

Risolvendo rispetto a q P e δ , si ottiene:


9 5 (a − c)
δ= ; qP =
32 12
In questo caso, π P > 0. Si osservi che la punizione consiste nel produrre
una quantità intermedia tra la deviazione dalla produzione di cartello, q DC =
3 (a − c) /8 e la produzione totale del cartello che ammonta a (a − c) /2. Il vin-
colo di sicurezza è lasco. Il livello critico di δ associato alla punizione ottimale
è inferiore non solo a quello associato al gioco ripetuto di Cournot che fa uso di
una punizione di Nash innitamente lunga, ma anche alla soglia critica relativa
alla collusione nei prezzi (che è identica in tutti i casi esaminati). Vale a dire:
Proposizione: Se il gioco ripetuto prescrive la somministrazione di una
punizione ottimale uniperiodale a seguito di una deviazione dal sentiero collu-
sivo, allora l'intervallo di valori del fattore di sconto che consentono di stabiliz-
zare il cartello nei prezzi è un sottoinsieme dell'intervallo di valori del fattore di
sconto che consentono di stabilizzare il cartello nelle quantità.
Qualitativamente, questo risultato sembra identico alla proposizione rela-
tiva al supergioco la cui punizione consiste nella ripetizione innita della strate-
gia di minimassimo a seguito di una deviazione. In realtà, esistono dierenze
sostanziali tra i due modelli, perché la ripetizione all'innito delle strategie di
minimassimo non consente, in generale, di ottenere equilibri di Nash (tanto
meno EPS), ed è soggetta alla rinegoziazione. Questi due problemi non aig-
gono invece il teorema delle punizioni ottimali (uniperiodali).

12.5 Collusione parziale Se le imprese non riescono a stabilizzare la col-


lusione totale, possono tuttavia colludere parzialmente, al massimo livello con-
sentito dalle loro preferenze intertemporali. Ci limiteremo ad esaminare la col-
lusione parziale nel modello di Cournot con prodotto omogeneo, nei casi del
folk theorem perfetto e delle punizioni ottimali. Qui l'incognita è il livello di
collusione, in funzione di un dato fattore di sconto.
La domanda rilevante è: se la quantità collusiva individuale è q ∗ ∈ a−c
4 ; 3 ,
a−c
 

quale sarà il livello minimo di q ∗ sostenibile nel gioco ripetuto, per un dato
valore di δ ?

12.5.1. Folk theorem perfetto A parità di regole di comportamento,


ciò che cambia rispetto alla trattazione precedente è che il protto collusivo è
ora π ∗ = q ∗ (a − 2q ∗ − c) mentre quello di deviazione dal sentiero collusivo è
∗ 2
π DC = (a−q4 −c) , che si ottiene massimizzando q D a − q D − q ∗ − c rispetto a


q D . Dato il fattore di sconto individuale δ , la collusione è stabile se e solo se:



X ∞
X
π∗ δ t−1 ≥ π DC + π CN δ t−1
t=1 t=2

11
cioè se 2 2
q ∗ (a − 2q ∗ − c) (a − q ∗ − c) δ (a − c)
≥ +
1−δ 4 9 (1 − δ)
che è soddisfatta per i seguenti valori di q ∗ :
 
(9 − 5δ) (a − c) a − c
q∗ ∈ ,
3 (9 − δ) 3

L'inf di questo intervallo è ovunque decrescente in δ , e vale (a−c)


4 se δ = 179
,
mentre vale 3 se δ = 0. Quest'ultimo risultato implica che, se le imprese
(a−c)

non attribuiscono alcun peso al usso dei protti-futuri, allora non possono fare
altro che giocare l'equilibrio di Cournot-Nash per sempre.

12.5.2. Punizioni ottimali Nel caso delle punizioni ottimali, le incognite


diventano le intensità di collusione e di punizione in funzione del valore
del fattore di sconto che risolvano:
2
(a − q ∗ − c)
− q ∗ (a − 2q ∗ − c) ≤ δ q ∗ (a − 2q ∗ − c) − q P a − 2q P − c
 
4

2
a − qP − c
− q P a − 2q P − c ≤ δ q ∗ (a − 2q ∗ − c) − q P a − 2q P − c
  
4
dalle quali otteniamo:
 
∗ (9 − 8δ) (a − c) a − c
q ∈ ,
27 3

(9 + 8δ) (a − c)
qP ≥
27
Anche in questo caso l'inf dell'intervallo di q ∗ è monotonicamente decrescente in
δ , ma è più basso che in Friedman: la punizione ottimale facilita la collusione a
qualsiasi livello di produzione. Inoltre, la punizione ottimale cresce in δ . Inne,
se δ = 0,
(a − c)
q ∗ = q P = q CN =
3
mentre se δ = 9
32 , allora:
a−c P 5 (a − c)
q∗ = qM = ;q =
4 12
come nel caso di collusione totale precedentemente esaminato.

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