Sei sulla pagina 1di 140

Oligopolio

Lezione 5
(Alberto A. Gaggero)
Oligopolio
• Poche imprese, non così piccole da implicare
che le loro decisioni non abbiano un
significativo impatto sulle rivali.
• Esempi: Coca Cola vs Pepsi, Tim vs Vodafone.
• Situazione intermedia tra concorrenza perfetta
e monopolio.
• L’oligopolio si caratterizza per l’interdipendenza
strategica tra le imprese.

2
Interdipendenza strategica tra le imprese
• le azioni di un’impresa (Tim) influenzano i
profitti dell’altra impresa (Vodafone) che a sua
volta reagirà di conseguenza;
• quando Tim prende una decisione (es. offerta
per nuovi clienti provenienti da Vodafone)
dovrà tener conto della possibile contromossa
di Vodafone (offerta per nuovi clienti
provenienti da Tim?)

3
Modello di Bertrand (1883)
PREMESSA
• La decisione strategica più importante per
un’impresa è la scelta del prezzo.
– le vendite dipendono dal prezzo
– se il numero di imprese è basso (oligopolio), la
curva di domanda a cui si trova di fronte ciascuna
impresa dipende anche dal prezzo fissato dai
concorrenti (interdipendenza strategica).

4
Assunzioni del modello
• Due imprese (duopolio): 1 e 2
• Funzione di costo identica Ci(qi) = cqi con i=1,2
• Per cui stesso costo marginale (MC) costante e
stesso costo medio (AC) costante pari a c
• Prodotto omogeneo => i prodotti di 1 e 2 sono
perfetti sostituti
• Le imprese non hanno vincoli di capacità:
possono soddisfare tutto la domanda di mercato
• Consumatori informati: sanno che i prodotti sono
omogenei e quale impresa applica il prezzo più
basso. 5
Conseguenza
Tutta la domanda (domanda di mercato) si
rivolge all’impresa che applica il prezzo più
basso

6
Curve di domanda
Domanda di mercato: D(p)
Domanda per il prodotto dell’impresa 1: D1(p1, p2)

0 se p1 > p2
D1(p1, p2) = D(p1)/2 se p1 = p2
D(p1) se p1 < p2

7
Graficamente
• D1(p1, p2) è la generica domanda per il prodotto di
dell’impresa 1, che dipende da p1 e p2
• Per un dato valore di p2 pari a p2, D1(p1, p2) diventa
D1(p1, p2)
p1
D(p): domanda di mercato

p2
D1(p1, p2)

q1
D(p2)/2 D(p2) 8
Gioco di Bertrand
• Supponiamo che le imprese scelgano
simultaneamente i loro prezzi.
• La situazione descritta è quella di un gioco di
strategia, in cui le decisioni di ciascuna impresa
dipendono dalle congetture sul prezzo della rivale.
• Le funzioni di payoff rilevanti sono date dal valore
dei profitti.
• Ad esempio, la funzione di profitto dell’impresa 1 è:
π1(p1, p2) = p1 D1(p1, p2) – C1(D1(p1, p2))
= (p1 - c)D1(p1, p2)
9
Domanda di controllo:
esempio numerico del gioco di Betrand

Disegnate la matrice del gioco con i relativi


payoff nel seguente duopolio:
• Domanda di mercato: Q = q1 + q2 = 10 – p
• Funzione di costo Ci(qi) = 2qi con i=1, 2
• Tre possibili prezzi: 3, 4 e 5 (strategie discrete)

10
Risposta
• Le strategie che hanno a disposizione
entrambi i giocatori sono tre: p=3, p=4 e p=5

11
Calcoliamo i payoff per il giocatore 1 nei
vari casi, tenendo presente che:
• π1(p1, p2) = (p1 - c)D1(p1, p2) = (p1 - 2)q1

• q1 = 0, e quindi π1 = 0, se p1 > p2

• Se p1 = p2, le imprese si spartiscono equamente il


mercato, q1 = q2 = Q/2.

• Il gioco è simmetrico, quindi i payoff del giocatore


2 sono speculari a quelli del giocatore 1. 12
• Se p1 = 3 e p2 = 4 o 5:
• q2 = 0 in quanto p2 > p1 e quindi q1 = Q
• π1 = profitto totale di mercato perché q2 = 0
• π1 = (3 - 2)(10 – 3) = 7
• π2 = 0 perché q2 = 0

• Se p1 = 3 e p2 = 3:
• il profitto totale di mercato calcolato al punto
precedente è diviso a metà tra le due imprese.
• π1 = π2 = 7/2 =3.5

• Se p1 = 4 e p2 = 5:
• q2 = 0 e q1 = Q
• π1 = (4 - 2)(10 – 4) = 12 e π2 = 0 13
• Se p1 = 4 e p2 = 4:
• il profitto totale di mercato calcolato al punto
precedente pari a 12 è diviso a metà tra le due imprese
• π1 = π2 = 12/2 =6

• Se p1 = 5 e p2 = 5:
• il profitto totale di mercato = π1 + π2 = (5-2)(10-5)=15
• Diviso equamente tra le due imprese, π1 = π2 = 15/2=7.5

• Gli altri casi sono riconducibili ai punti precedenti


sfruttando la simmetricità del gioco.
14
15
Soluzione del gioco
• Non esistono strategie dominanti
• Tuttavia è possibile identificare la risposta
ottima e trovare l’equilibrio di Nash (vedi slide
successiva) in cui entrambe le imprese
applicano un prezzo pari a 3 e ottengono un
profitto individuale pari a 3.5.
• Risultato simile al dilemma del prigioniero:
– prezzi congiuntamente più alti implicano maggiori
profitti per entrambe le imprese
– ogni impresa ha l’incentivo unilaterale a ribassare
il prezzo a danno dell’impresa concorrente
16
risposta ottima dell’impresa 1
risposta ottima dell’impresa 2

17
Caso continuo
• Le imprese possono fissare qualsiasi livello di
p≥0
• La risposta ottima di una qualsiasi impresa i
pi*(pj) fornisce il prezzo ottimale di i per
qualsiasi livello di prezzo dell’impresa rivale j:
– se pj > pm => pi*(pj) = pm, i fissa il prezzo di
monopolio pm
– se c < pj ≤ pm => pi*(pj) = pj - ε, i prezza “appena
meno” del rivale
– se pj ≤ c => pi*(pj) = c, il profitto è nullo
18
Grafico della risposta ottima o curva di
reazione dell’impresa 1
p1
45°

pM p1*(p2)
Risposta ottima o
“curva di reazione”
dell’impresa 1

MC = c

p2
MC = c pM

19
Domanda di controllo
• Disegnate il grafico della risposta ottima o
curva di reazione dell’impresa 2.
• Suggerimento: il grafico deve risultarvi
simmetrico rispetto a quello dell’impresa 1.

20
Grafico della risposta ottima o curva di
reazione dell’impresa 2
p2*(p1) Risposta ottima o “curva di
p1 reazione” dell’impresa 2
45°

pM

MC = c

p2
MC = c pM
21
Equilibrio di Bertrand
• L’equilibrio di Nash (NE) del gioco di Bertrand
è una coppia di prezzi (p1, p2), detta Equilibrio
di Bertrand, tale che nessuna impresa abbia
l’incentivo a deviare.
• Ciò richiede che si verifichi:

p1 = p1*(p2) e p2 = p2*(p1),

• cioè che le curve di reazione si intersechino.


22
L’equilibrio di Bertand si trova nel punto B

p2*(p1) Risposta ottima o “curva di


p1 reazione” dell’impresa 2
45°

pM p1*(p2)
Risposta ottima o
“curva di reazione”
dell’impresa 1

MC = c
B

p2
MC = c pM
23
La coppia di prezzi (p1B = c, p2B = c) è
l’unico equilibrio di Bertrand
• L’aspetto cruciale è l’incentivo a ribassare il prezzo
della concorrente.

• Si supponga che p’ > MC sia un prezzo di equilibrio:


• se pi = pj = p’ => πi’ = πj’ = (p’ - MC)D(p’)/2
• se pi = p’ - ε => πiε = (p’- ε - MC)D(p’- ε)
• con πiε ≈ 2πi’ se ε è sufficientemente piccolo.
• Pertanto nessuna coppia (p’, p’) può essere un NE.

• Questo ragionamento vale per qualsiasi p’>MC e


pertanto il solo equilibrio possibile è p=MC. 24
Oligopolio di Bertand
• Cosa accadrebbe in una versione oligopolistica,
cioè con n > 2 imprese simmetriche, rispetto alla
versione di duopolio?
• In tale situazione l’equilibrio di Nash prevede che
almeno due imprese scelgano il prezzo uguale al
costo marginale, mentre tutte le altre
sceglieranno un qualunque prezzo non inferiore.
• Si conferma dunque l’irrilevanza del numero di
imprese, purché maggiore di 1.

25
Paradosso di Bertrand
Appena il mercato passa da una sola impresa
(monopolio) a due imprese il prezzo di equilibrio
risulta (come in concorrenza perfetta) uguale al
costo marginale, e quindi i profitti sono nulli.

Il paradosso di Bertrand è contraddetto


dall’evidenza empirica, che suggerisce che:
1. normalmente i duopolisti fanno profitti
elevati;
2. l’aumento del numero dei concorrenti fa
diminuire gradualmente il prezzo di mercato.
26
Spiegazioni al paradosso di Bertrand
Non basta un piccolo ribasso per ottenere tutta
la domanda, o non è sempre conveniente
ribassare il prezzo a danno dei concorrenti.

Questo può accade se:


1. I prodotti sono differenziati
2. L’interazione tra imprese è dinamica
3. I costi tra le imprese non sono simmetrici
4. Ci sono vincoli di capacità (Edgeworth, 1897)
27
Spiegazioni al paradosso di Bertrand:
(1) prodotti differenziati
• Non basta un piccolo ribasso per ottenere lo
spostamento di tutti i consumatori in quanto i
prodotti sono differenziati, cioè i prodotti di
imprese diverse sono diversi agli occhi dei
consumatori (vedi cap. 14 ‘‘Differenziazione
del prodotto’’).

• Dire che i prodotti sono differenziati equivale


a dire che i prodotti NON sono omogenei.
28
Spiegazioni al paradosso di Bertrand:
(2) interazione dinamica tra imprese
• Le imprese non competono in un solo periodo,
ma in più periodi (anni) in sequenza.

• La competizione è un gioco ripetuto e pertanto


occorre esaminare l’effetto collegato a possibili
future ritorsioni a comportamenti
opportunistici (vedi cap. 9 ‘‘Collusione e guerre
di prezzo’’).
29
Spiegazioni al paradosso di Bertrand:
(3) costi asimmetrici
• I costi di produzione sono diversi da impresa a
impresa.

• Ad esempio, MC1(q1) = c1 < c2 = MC2(q2)

• Poiché il prezzo di monopolio di un’impresa


dipende dal suo costo marginale (a parità di
domanda), se c1 < c2 allora p1M < p2M

30
L’equilibrio di Bertrand asimmetrico si trova nel punto B’
p1 p2*(p1)

45°
p2M

p1M p1*(p2)

MC2 = c2

p1N’= c2 - ε B’
MC1 = c1

p2
c1 MC2 = c2 p1M p2M
31
• L’equilibrio asimmetrico illustrato nel grafico
precedente è un equilibrio di Nash,
NE: (p1B = c2 - ε, p2B = c2)

• L’impresa 1, più efficiente perché ha costi marginali


più bassi dell’impresa 2, spiazza l’impresa 2,
ribassando il costo marginale della concorrente e
ottenendo il profitto pari a
π1N’ = (c2 - ε – c1) D(c2 - ε) ≈ (c2 – c1) D(c2)

• L’impresa 2, meno efficiente, pratica un prezzo


marginalmente superiore alla concorrente, non
vende pertanto nulla e ottiene un profitto nullo.32
• L’equilibrio appena descritto è valido se i costi
marginali non sono troppo differenti, cosicché
c2 ≤ p1M

• Se accadesse c2 > p1M, allora l’impresa 1


applicherebbe il prezzo di monopolio come p1M
se l’impresa 2 non esistesse.

• In questo caso l’equilibrio sarebbe:


(p1B’= p1M, p2B’= c2), con π1B’ = π1M e π2B’ = 0.

33
Domanda di controllo
Assumete ora che l’impresa 2 sia più efficiente
dell’impresa 1, cioè che c2 < c1, e trovare il
nuovo equilibrio.

34
Risposta
• MC1(q1) = c1 > c2 = MC2(q2) => p1M > p2M
p1
p2*(p1)
45°

p1m p1*(p2)
p2m

B’’ B’’ = Equilibrio di


Bertrand
c1
asimmetrico

c2

p1m p2
c2 c1 p2m
35
p2N’’= c1 - ε
• L’equilibrio asimmetrico sopra descritto è un
equilibrio di Nash: NE: (p1B’’ = c1, p2B’’ = c1 - ε )
• L’impresa 2, più efficiente, spiazza l’impresa 1,
ribassando il costo marginale della concorrente e
ottenendo il seguente profitto:
π2B’’ = (c1 - ε - c2) D(c1 - ε) ≈ (c1 - c2) D(c1)
• L’impresa 1, meno efficiente, pratica un prezzo
marginalmente superiore alla concorrente, non
vende pertanto nulla e ottiene un profitto nullo.
• L’equilibrio descritto è valido se c1 ≤ p2M
• Se invece fosse c1 > p2m, allora l’equilibrio sarebbe:
(p1B’’= c1, p2B’’= p2M), con π2B’’= π2M e π1B’’= 0. 36
Spiegazioni al paradosso di Bertrand:
(4) vincoli di capacità
• Una impresa è vincolata nella capacità produttiva,
cioè può vendere al massimo k. Quindi per i = 1, 2
deve valere qi ≤ ki
• Supponiamo che l’impresa 1 sia vincolata nella
capacità produttiva, p2 > p1 e D(p1) > k1
• L’impresa 1 vende q1 = k1, si noti che vorrebbe
vendere di più, più precisamente D(p1), ma non può
perché la sua capacità produttiva è vincolata.
• L’impresa 2 vende q2 = D(p2) - k1 in caso di domanda
residuale positiva, oppure q2 = 0 se D(p2) - k1 < 0
37
• Estendiamo l’esempio precedente al caso più
realistico in cui entrambe le imprese siano
vincolate nella capacità produttiva con k1 < k2,
cioè l’impresa 2 ha più capacità produttiva
dell’impresa 1.
• Domanda di mercato: D(p)
• Domanda inversa di mercato: P(Q), dove
Q = q1+q2
• P(k1+k2): prezzo tale per cui la quantità
domandata totale Q eguagli la capacità
produttiva aggregata k1+k2, cioè Q = k1+k2
38
Vincolo Vincolo capacità
p capacità produttiva
produttiva impresa 2
impresa 1
Capacità produttiva industria

p(k1 + k2)

D=P(Q)

0 k1 k2 k2 + k1 q1, q2
39
k2 k1
P(k1+k2) è un prezzo di equilibrio?
• Se l’impresa 1 fissasse il prezzo p1 = P(k1+k2),
l’impresa 2 otterrebbe un profitto più alto
qualora scegliesse p2≠ P(k1+k2)?

• Due strategie alternative possibili a p2= P(k1+k2):


– Alternativa A: p2 < P(k1+k2)
– Alternativa B: p2 > P(k1+k2)

40
Se p2 < P(k1+k2)
• L’impresa 2 otterrebbe tutto il mercato, ma la
sua capacità produttiva è esaurita a k2.
• Non potrebbe soddisfare tutta la domanda.
• Venderebbe la stessa quantità k2 a un prezzo
inferiore => ↓π.

41
Se p2 > P(k1+k2)
• Alcuni consumatori comprano k1 dall’impresa
1 pagando p1 = P(k1+k2), residua una
domanda per l’impresa 2: d2 = D(p2) - k1 che
dipende dal prezzo che applica l’impresa 2.
• Si ricordi che se p2 = P(k1+k2), q2= k2
• Per cui con p2 > P(k1+k2), q2< k2
• L’impresa 2 è come se fosse monopolista
perché l’impresa 1 ha già venduto tutto quello
che poteva vendere.
42
Vincolo Vincolo capacità
p capacità produttiva
produttiva impresa 2
impresa 1
Capacità produttiva industria

k1

p(k1 + k2)

D
MR2 d2

0 k1 q2=k2 k1+k2 q1, q2


k1
q2’ 43
• Assumendo per semplicità MC=0
• Per qualsiasi p2 > P(k1+k2), MR>MC
• All’impresa converrebbe abbassare il prezzo
per aumentare il profitto in base alla regola
del profitto marginale (slide di ripasso in
fondo a questa lezione).
• Pertanto p2 > P(k1+k2) non può essere una
strategia ottima per l’impresa 2.

44
Considerazione su q2 = k2
• Semmai l’impresa 2 vorrebbe vendere di più di
q2 = k2, anche ad un prezzo inferiore.
• In particolare vorrebbe vendere q2’ poiché in
quel punto MR=MC (avendo assunto MC=0
per semplicità) e quindi max π.
• Tuttavia non può produrre q2’ perché la sua
capacità produttiva è vincolata a k2 < q2’.
• Quindi q2 = k2 è il meglio che l’impresa 2 può
fare, dato il suo vincolo alla capacità
produttiva.
45
Conclusione
• Se l’impresa 2 è soggetta vincoli alla capacità
produttiva e p1=P(k1+k2), allora per l’impresa 2 è
ottimale rispondere con p2=P(k1+k2).
• Lo stesso discorso può essere applicato all’impresa
1, cioè se l’impresa 1 è soggetta vincoli alla
capacità produttiva e p2=P(k1+k2), allora per
l’impresa 1 è ottimale rispondere con p1= P(k1+k2).
• Avendo assunto MC=0 e poiché P(k1+k2)>0,
abbiamo dimostrato che se la capacità totale
dell’industria è inferiore rispetto alla domanda di
mercato, allora i prezzi di equilibrio sono superiori
al costo marginale. 46
• NB il risultato con vincoli di capacità si
applicherebbe anche al caso in cui le quantità di
prodotto da vendere, se non troppo elevate,
venissero realizzate prima della determinazione
dei prezzi.

• In questo caso il prezzo di equilibrio sarebbe


quello in grado di far assorbire al mercato tutto
l’output prodotto dalle imprese:
p1 = p2 = P(q1 + q2)
• In altre parole, le imprese fissano il prezzo in
modo che la domanda copra esattamente la loro
produzione. 47
Modello di Cournot (1838)
• Il modello (duopolio) di Cournot si basa
esattamente su quest’ultima ipotesi: se le
imprese decidono i propri livelli di
produzione prima di fissare i prezzi, in
equilibrio i prezzi saranno fissati a un livello
tale per cui la domanda di mercato uguaglia
la produzione totale delle (due) imprese.

48
• Assumendo omogeneità del prodotto, nel
modello di Cournot le (due) imprese scelgono
simultaneamente le loro quantità invece che i
prezzi, nell’ipotesi che il prezzo sarà quello che
permette al mercato di assorbirle, cioè:
p = P(q1 + q2).
• L’interazione tra le due imprese può essere
modellizzata attraverso un gioco in cui ciascuna
impresa decide la quantità ottima q* da
produrre.
49
• Per risolvere il gioco, si consideri la funzione di
risposta ottima o curva di reazione dell’impresa i,
qi*(qj) con i=1, 2.
• Se l’impresa i si aspetta la produzione della quantità qj
da parte del suo concorrente j, il comportamento
ottimale di i è quello di un monopolista che abbia
come curva di domanda la domanda residuale data da
Pi(qi) = P(qi + qj) = P(Q)
• Attenzione alla notazione:
• Pi(qi) è la domanda residuale di i, indentificata dal pedice i
dopo P. Quindi Pi(qi) è il prezzo praticato dall’impresa i
quando questa produce qi.
• P(Q) = P(qi + qj) rappresenta la domanda di mercato, cioè il
prezzo che si determina quando sul mercato viene prodotta
la quantità Q = qi + qj.
50
• Per cui per l’impresa i il ricavo totale R, che è dato
dal prezzo per la quantità, può essere visto come
Ri = Pi(qi)qi = P (Q)qi
• Il primo termine Pi(qi)qi è ottenuto utilizzando la
domanda residuale di i.
• Il secondo termine P (Q)qi è ottenuto utilizzando la
domanda di mercato.
• Il corrispondente ricavo marginale è pari a
MRi(qi) = Pi’(qi)qi + Pi(qi) = P’(Q)qi + P(Q).
• Assumendo per semplicità che il costo marginale
sia costante e pari a MC(qi) = c
• Come un qualsiasi monopolista, l’impresa i
sceglierà qi* in modo che MRi(qi*) = MC(qi*) 51
Precisazione
• qi*(qj) dipende da quanto i pensa che verrà
prodotto da j, cioè qi* è funzione di qj. Per questo
motivo scriviamo qi*(qj)
• Per ogni valore di qj esiste un solo valore qi
ottimale, qi* appunto.
• Per questo motivo, dovremmo scrivere l’ultimo
bullet point della slide precedente come:
Come un qualsiasi monopolista, l’impresa i sceglierà qi*(qj) in
modo che MRi(qi*(qj)) = MC(qi*(qj))

• Per non appesantire la notazione, qj è stato


omesso; tuttavia è bene ricordare che qi* è
sempre funzione di qj. 52
53
Due casi particolari
• Se qj = 0 allora qi* = qM poiché Pi(qi) = P(qi).
• La domanda di i coincide con la domanda di
mercato. Graficamente, la retta rossa nel
grafico precedente si sovrappone alla retta
verde.

• Se qj = qpc, dove qpc è la quantità prodotta in


concorrenza perfetta cioè P(qpc) = c, allora
qi* = 0 e Pi(0) = c (vedi domanda di controllo
successiva).
54
Domanda di controllo
• Basandosi sul grafico precedente,
rappresentate graficamente il caso in cui
l’impresa j produca una quantità pari
all’output di concorrenza perfetta.

55
Risposta
La risposta ottima di i a qj = qpc è qi* = 0, in cui MR=c

56
Se qj cresce, si riduce la curva di
domanda residuale di i
• La funzione qi*(qj) è decrescente, compresa tra
un valore massimo pari alla quantità di
monopolio e un valore minimo nullo.
• Questa congettura risulta confermata nel caso in
cui anche la domanda risulti lineare.
• Tuttavia, se la domanda non fosse concava e la
funzione di costo non fosse convessa, questo
risultato non sarebbe garantito.
• Per tutta la lezione considereremo il caso di
domanda lineare. 57
Domanda lineare
P(Q) = a – bQ, con a, b > 0 e a > c = MC
p

D: P(Q) = a – bQ

b
0 a/b Q
58
• Il profitto dell’impresa i è dato dai ricavi – costi:
πi(qi, qj) = Ri(qi,qj) – C(qi) = P(qi + qj)qi – cqi

• La first order condition (FOC) per la


massimizzazione del profitto di i:
∂πi/∂qi = P’(Q)qi + P(Q) – c = 0

• La risposta ottima di i alla quantità qj della


concorrente deve soddisfare la condizione:
MRi=MCi, cioè P’(Q)qi + P(Q) = c
59
Sostituendo i parametri della domanda si ottiene:
• P’(Q)qi + P(Q) = c
• - bqi + a – bqi – bqj = c
• qi*(qj) = (a – c)/(2b) – qj/2
La second order condition (SOC):
• ∂πi/∂qi∂qi = P’’(Q)qi + P’(Q) + P’(Q) =
• = P’’(Q)qi + 2P’(Q) =
• = - 2b < 0 è soddisfatta.
E quindi:
• qi*(qj) = (a – c)/(2b) – qj/2 è la risposta ottima o
curva di reazione dell’impresa i.
60
Da qi*(qj) = (a – c)/(2b) – qj/2 si noti che:
• ∂qi*/∂qj = - ½
• qi*(0) = (a – c)/(2b) = qm
• qi*(qpc) = 0 dove qpc = (a – c)/b

61
Domande di controllo
1. Perché qm = (a – c)/(2b) ?
2. Perché pm = (a + c)/2
3. Perché qpc = (a – c)/b ?

62
Risposta alla 1. e 2.
• In monopolio qi = qm = Q.
• Dalla FOC: MR = MC
• R = P(Q)*Q = (a – bQ)Q => MR = a – 2bQ
• MC = c
• MR =MR => a –2bQ=c
• e quindi qm = (a – c)/(2b)
• Inserendo qm = (a – c)/(2b) nella curva di
domanda pm = P(qm) = (a – bqm)
• da cui pm = (a + c)/2
63
Risposta alla 3.
• In concorrenza perfetta P = MC
• P(Q)= (a-bQ)
• MC = c
• e quindi a - bqpc = c
• da cui qpc = (a – c)/b

64
Corollario importante
• qpc = (a – c)/b
• qm = (a – c)/(2b) =(1/2)*[(a – c)/b]
• e quindi qm = qpc/2
• Questa informazione ci verrà utile per
disegnare la curva di reazione dell’impresa

65
qi*(qj) è la curva di reazione di i
qi
qi*(qj) = (a – c)/(2b) – qj/2
qi*(qj) = 0 se qj ≥ qcp
tg(α) = ½
qm

qi*(qj)

α qj
0 qpc
66
Domanda di controllo
• Derivate la curva di reazione di j sia
algebricamente che matematicamente

67
Risposta
qj*(qi) è la curva di reazione di j
qi
qj*(qi) = (a – c)/(2b) – qi/2
qpc qj*(qi) = 0 se qi ≥ qcp
α tg(α) = ½
qj*(qi)

La curva di reazione di j è
simmetrica rispetto alla curva di
reazione di i in quanto le imprese
sono simmetriche

0 qm qj
68
Equilibrio di Cournot
• L’equilibrio di Cournot è una situazione in cui le
imprese scelgono il livello di output ottimale
date le proprie congetture sul comportamento
dell’altra impresa e queste congetture sono
corrette.
• Formalmente è costituito da una coppia di
quantità (qi, qj) tali che:
qi = qi*(qj) e qj = qj*(qi)
• Come nel caso del modello di Bertrand,
l’equilibrio di Nash del gioco di Cournot può
essere localizzato come intersezione delle curve
di reazione. 69
Soluzione grafica: C è l’equilibrio di
q
Nash del gioco di Cournot
i

qpc

α 45°

qj*(qi)
qm tg(α) = 1/2

qi N C
qi*(qj)

α
qj
0 qj N qm qpc
70
Domanda di controllo
qi
• Perché nel grafico a sinistra
il punto F, in cui qi=qiF e
qj=qjF, non può essere un
qj*(qi)
equilibrio di Cournot?

qi F F H
qi G G
qi*(qj)

qj
0 qj F qj H
71
Risposta
• In F l’impresa i produce qiF e l’impresa j produce qjF
• Se l’impresa i producesse qiF (punto F), è ottimale per
l’impresa j rispondere producendo qiH (punto H sulla
curva di reazione dell’impresa 2).
• Se l’impresa j producesse qjF (punto F), è ottimale per
l’impresa i rispondere producendo qiG (punto G sulla
curva di reazione dell’impresa i).
=>
Quindi, F non può essere un equilibrio di Cournot in
quanto le curve di reazione delle due imprese in F non
si incontrano.
72
Soluzione analitica
Risolvendo il sistema dalle due curve di reazione:
qi*(qj) = (a – c)/(2b) – qj/2
qj*(qi) = (a – c)/(2b) – qi/2

si ottiene:
• qiC = qjC = (a – c)/(3b)
• poiché qm = (a – c)/(2b), qiC = qjC = 2qm/3
• QC = qiC + qjC = 2(a – c)/(3b) = 4qm/3
• pC = P(QC) = (a + 2c)/3

e quindi:
• qpc > QC > qm e pm > pC > ppc = c
• Wpc > WC > Wm dove W è il welfare o surplus totale 73
Graficamente: qpc > QC > qm
qi
qpc qi+qj=qpc

α 45°

qm qj*(qi) tg(α) = ½

qi N C tg(σ ) = 1
qi*(qj)
qi+qj=qm
σ σ α
qj
0 qj N qm qpc
74
Estensioni del duopolio di Cournot
Il modello duopolistico di Cournot si estende al
caso di imprese con costi marginali diversi così
come quando sono presenti più di due imprese.

75
Oligopolio à la Cournot con n ≥ 2
imprese (simmetriche)
• Quello che conta per ciascuna impresa è la
quantità prodotta complessivamente dalle altre
imprese, che sono (n - 1).
• Indicando con q-i la quantità prodotta dalle
imprese diverse da i, il profitto dell’impresa i è
dato da:
πi(qi, q-i) = P(qi + q-i)qi – C(qi),
dove q-i = Σj≠iqj e qi + q-i = Σjqj = Q
• Ne segue che è possibile derivare una curva di
reazione per l’impresa oligopolista i, qi*(q-i), del
tutto analoga a quella di un duopolista. 76
Soluzione analitica con n imprese
• Domanda lineare P(Q)=a-bQ e funz. costo C(q)=cq
• πi(qi, q-i) = (a - bQ)qi – cqi
• πi(qi, q-i) = [a - b(q1 + q2 + qi +… + qn)]qi - cqi
• FOC: ∂πi/∂qi = -bqi + a – bQ – c = 0
• In equilibrio simmetrico: q1=q2=…=qn=q e Q=nq
• -bq + a –bnq – c = 0 da cui:
q*= (a - c)/(n+1)b
• Sostituendo Q=nq* nella domanda P(Q) = a – bQ, si
ottiene:
p*= (a + nc)/(n+1)
• Se n=2 si ottiene la soluzione di duopolio
• Se n→∞ allora p→c, cioè p≈MC, e quindi si tende
all’equilibrio di concorrenza perfetta. 77
Interpretazione dinamica
dell’equilibrio di Cournot
• Riconsideriamo il grafico delle curve di reazione nel caso
lineare, e supponiamo il seguente processo pseudo
dinamico:
• al tempo 0 l’impresa 2 sceglie un certo livello di produzione
per la propria impresa, q20
• al tempo 1 l’impresa 1 sceglie il proprio livello ottimale di
produzione dato quello scelto al tempo 0 dal suo
concorrente, q11
• al tempo 2 l’impresa 2 sceglie il proprio livello ottimale di
produzione dato quello scelto al tempo 1 dal concorrente, q22
• ...
• Fino a che si converge all’equilibrio.
NB l’equilibrio si raggiunge indipendentemente dalle condizioni
inziali, cioè per qualsiasi q2 oppure se partissimo dall’impresa
78 1.
Rappresentazione grafica
qi Gli apici di ciascuna quantità segnata
sugli assi denotano il tempo.

qj*(qi)

qi C

qi 5 C
qi 3 qi*(qj)

qi 1
qj
0 qj 4 qj 2 qj 0 79
Domanda di controllo
• Provate a scegliere un punto qi0 > qiC e
rappresentate graficamente la dinamica di
aggiustamento.

80
Risposta
qi
Gli apici di ciascuna quantità segnata
sugli assi denotano il tempo.

qj*(qi)
qi 0

qi 2
C
qi 4 qi*(qj)
qi C

qj
0 qj 1 qj 3 81
Bertrand vs Cournot
• Due modelli con ipotesi simili.
• Conclusioni diverse:
– Bertrand: pB = c e QB = qpc
– Cournot: pC > c e qm < QC < qpc
• Quale dei due modelli è più realistico?
• Le imprese solitamente scelgono sia i prezzi che la
capacità produttiva.
• La scelta del modello più appropriato (Bertrand o
Cournot) dipende dall’ordine temporale delle scelte.
• Gioco a due stadi:
– la variabile di lungo periodo è scelta al primo stadio
– la variabile di breve periodo è scelta al secondo stadio
– la decisone di breve è condizionata dalla decisione di lungo
82
• Se le scelte relative alla capacità produttiva sono più
difficili da modificare rispetto alle scelte relative ai
prezzi, la variabile di lungo periodo è la capacità
produttiva e la variabile di breve il prezzo.
• Le imprese scelgono prima la quantità e poi il prezzo
=> modello di Cournot.
• Es: industria del cemento, auto, acciaio.

• Se invece è più semplice modificare l’output piuttosto


che il prezzo, la variabile di breve è la quantità e la
variabile di lungo è il prezzo.
• Le imprese scelgono prima il prezzo e poi la quantità
=> modello di Bertrand.
• Es: industria del software, servizi bancari o assicurativi.
83
Stima dell’equilibrio oligopolistico
• Si può stimare la natura della competizione dai dati
osservabili? Sì, sotto certe condizioni.
• Tasso di trasferimento (pass-through rate): come i
cambiamenti di costo si trasferiscono al prezzo di
equilibrio, cioè ∂p/∂c:
– Bertrand (concorrenza perfetta, p=MC=c): ∂pB/∂c = 1,
cioè pass-through rate = 100%.
– Con costi marginali costanti e linearità della domanda:
• Cournot: ∂pC/∂c = ∂[(a + 2c)/3]/∂c = 2/3, cioè pass-through
rate ≈ 67%.
• Monopolio (collusione): ∂pm/∂c = ∂[(a + c)/2]/ ∂c = 1/2, cioè
pass through-rate = 50%. 84
Domande di controllo
Chiarite i passaggi delle derivazioni algebriche:
• ∂pC/∂c = 2/3
• ∂pm/∂c = 1/2

85
Risposta: derivazione algebrica di
∂pC/∂c = 2/3
• Quantità di equilibrio del duopolio Cournot
con domanda lineare, imprese identiche e
costi marginali costanti: q1=q2=q=(a-c)/3b
• Per cui: Q =2q =2(a-c)/3b
• p=a-bQ = a –b[2(a-c)/3b] = (a +2c)/3
• Derivando il prezzo di equilibrio rispetto al
costo marginale: ∂p/∂c = 2/3

86
Risposta: derivazione algebrica di
∂p /∂c = 1/2
m

• Stessa domanda, costi, etc. di prima


• πm=(a-bQ)q-cQ = aQ-bQ2-cQ
• FOC: ∂π m/∂Q=a-2bQ-c = 0
• Q=(a-c)/2b; q1=q2=Q/2
• p = a-bQ= (a+c)/2
• Derivando il prezzo di equilibrio rispetto al
costo marginale: ∂p/∂c = 1/2

87
Problema della stima dell’equilibrio
oligopolistico
• Un problema è legato alla possibile non linearità
della domanda.
• Dalla relazione tra potere di mercato, mark-up ed
elasticità: p=c/(1+ 1/ε)
• ∂p/∂c = ε /(ε + 1)
• Per cui se ad esempio ε = -2, ∂p/∂c = 2, cioè il pass-
through rate è del 200%.
• In generale, il pass-through rate che si realizza
dipende dal tipo di competizione e dalla forma della
domanda.
• Un altro problema sorge dalla probabile non
osservabilità dei costi marginali. 88
Statica comparata e modelli oligopolistici
Statica comparata: confronto tra i valori di
equilibrio di un modello in corrispondenza di
differenti valori delle variabili esogene.

Esempi:
1. costo degli input e prezzo dell’output
2. fluttuazioni del tasso di cambio e quote di
mercato
3. innovazione e profitti
4. tassi di cambio e profitti
89
1. Costo degli input e prezzo dell’output

• Duopolio à la Cournot.
• Imprese simmetriche.
• Domanda lineare.
• Un aumento del costo marginale per
entrambe le imprese: MC1 = c’ > MC0 = c.
• Cosa succede al prezzo di equilibrio?

90
Esempio
• Alitalia e British Airways sulla rotta FCO-LHR.
• MC si compone di ½ costo del lavoro e ½ costo del
carburante.
• Aumento 80% costo del carburante causa
aumento prezzo del petrolio.
• Dato che il carburante determina metà del costo
marginale, un aumento del 80% del costo del
carburante determina un aumento di MC del 40%
(= 80% x ½) = 0.40
• c’ = c + (↑MC per carburante) = c + 0.40c = 1.4c
91
p

qpc > qpc’, qm > qm'

c’ MC1=c’=1.4c
MC
c MC0=c

P(q)

0 qm’ qm qpc’ qpc q


MR(q)
92
• La curva di reazione di ciascuna impresa si sposta
verso il basso (il grafico sotto è tracciato per
l’impresa i).
qi
45°
qC = (a – c)/(3b)
qm
qC’ = (a – c’)/(3b)
qm’ C c’ = 1.4c cioè c’>c
qC da cui qC’ < qC
C’
qC’

qi*’(qj) qi*(qj)
qj
0 qC’ qC qpc' qpc
93
• L’equilibrio si sposta lungo la retta a 45°.
• La produzione di ciascuna impresa (e quindi
l’output totale) diminuisce => il prezzo aumenta.
qi
qpc' 45°

qj*’(qi)

qm’ C
qC
C’
qC’

qi*’(qj)
qj
0 qC’ qC qm’ qpc' 94
2. Fluttuazioni del tasso di cambio e
quote di mercato
• Due imprese produttrici di microchip una in Europa (impresa
1) e una in USA (impresa 2).
• Microchip venduti solo in USA in U$.
• Situazione equivalente a due imprese americane, una
produce in USA e l’altra delocalizza la produzione all’estero.
• Imprese competono à la Cournot.
• Inizialmente il cambio è 1$ = 1€, le due imprese hanno 50%
del mercato.
• Svalutazione euro del 20% per cui 0.8$ = 1€
• Misurato in $, ↓MC impresa europea => curva reazione
impresa europea si sposta verso alto (caso diametralmente
opposto all’esempio precedente ‘Costo degli input e prezzo
dell’output’).
• Curva reazione impresa USA non cambia perché non è
cambiato il MC in USA. 95
96
• Equilibrio pre-fluttuazione tasso di cambio C’.
• Nuovo punto di equilibrio in C’’.
• La produzione dell’impresa 1 (europea) è maggiore di
quella dell’impresa 2 (USA), q1C’’> q2C’’, perché
MC1<MC2.
• Poiché C’ giace al di sotto della diagonale
tratteggiata, che definisce tutti le combinazioni di q1 e
q2 tali per cui q1+q2=QC’’, significa che QC’’>QC’ e cioè
che la produzione totale è cresciuta.
• Lo stesso risultato si ottiene riconsiderando la
formula: QC = (2a - c1 - c2)/3b da cui si deduce che
l’ammontare complessivamente prodotto
nell’equilibrio di Cournot asimmetrico dipende dal
valore medio dei costi marginali.
• In questo caso, poiché ↓c1 allora ↑QC. 97
Domanda di controllo
Ricavare algebricamente:
• q1= (a – 2c1 + c2)/3b
• QC = (2a - c1 - c2)/3b
• p = (a + c1 + c2)/3b

***
Per la risposta vedi pag. 245-247 del libro di testo

98
Quota di mercato (Si)
• La quota di mercato dell’impresa 1 è data da:
S1 = q1/Q = q1/(q1+q2) = (a – 2c1 + c2)/(2a – c1 – c2)

• Se c1<c2 allora S1>S2, verificabile risolvendo la


diseguaglianza:
(a – 2c1 + c2)/(2a – c1 – c2)>(a – 2c2 + c1)/(2a – c1 – c2)

• Il vantaggio in termini di costo dell’impresa 1


comporta una maggior quota di mercato.
99
Calibrazione
• Si parla di calibrazione quando i valori di equilibrio
delle variabili vengono utilizzati per determinare i
valori dei parametri dei fondamentali.
• Supponiamo che pre-deprezzamento p=16.66
dollari e c=10 dollari.
• Da p=(a + 2c)/3 si ottiene a=29.98 ≈ 30
• Dopo il deprezzamento, c1=8 dollari.
• S1C’’ = (a – 2c1 + c2)/(2a – c1 – c2) =
= (30 – 16 + 10)/(60 – 8 – 10) =
= 24/42 ≈ 57%
• La quota di mercato dell’impresa 1 dopo il
deprezzamento dell’euro è passata dal 50% al
57%. 100
Considerazioni
• La svalutazione del 20% del tasso di cambio
comporta l’aumento della quota di mercato
dell’impresa europea solamente di poco più del
14%, da 50% a circa 57%.
• Il valore 14% si ottiene da: (57% - 50%)/50% = 0.14
= 14%.
• L’equilibrio di Cournot non distribuisce in maniera
efficiente la produzione tra le imprese,
diversamente da quanto accade in concorrenza
perfetta secondo cui, al fine di minimizzare il costo
complessivo, tutta la produzione dovrebbe essere
realizzata dall’impresa europea (quella di fatto con
costi di produzione più bassi). 101
3. Innovazione e profitti
• Prodotto chimico; domanda lineare; duopolio a la
Cournot; impresa 1 utilizza una tecnologia produttiva
obsoleta, mentre l’impresa 2 utilizza una tecnologia
produttiva all’avanguardia per cui c1 > c2.
• Ad esempio, c1 =15 e c2=10.
• Supponiamo che in questa situazione l’equilibrio sia
p=16.66 e Q=8.3.
• Quale somma massima dovrebbe essere disposta a
pagare l’impresa 1 per accedere alla nuova tecnologia
dell’impresa 2?
• La risposta è data dalla differenza nei profitti
dell’impresa 1 nelle due situazioni (con la nuova e con
la vecchia tecnologia). 102
Derivazione algebrica
• Q=q1+q2 = (2a - c1 - c2)/3b
• p=a-bQ=(a + c1 + c2)/3
• q1 = (a – 2c1 + c2)/3b
• 𝜋𝜋1 = 𝑝𝑝𝑞𝑞1 − 𝑐𝑐1 𝑞𝑞1 = (𝑝𝑝 − 𝑐𝑐1 )𝑞𝑞1 =
𝑎𝑎+𝑐𝑐1 +𝑐𝑐2 𝑎𝑎−2𝑐𝑐1 +𝑐𝑐2
• − 𝑐𝑐1 =
3 3𝑏𝑏
𝑎𝑎+𝑐𝑐1 +𝑐𝑐2 −3𝑐𝑐1𝑎𝑎−2𝑐𝑐1 +𝑐𝑐2
• =
3 3𝑏𝑏
1 𝑎𝑎−2𝑐𝑐1 +𝑐𝑐2 2
• 𝜋𝜋1 =
𝑏𝑏 3
• Calcoliamo π1 sotto le due condizioni: c1=15
(attuale) e c1=10 (efficiente). 103
• Calibrazione, sulla base dei parametri c1=15,
c2=10, p=16.66 e Q=8.3.

• Da p=(a + c1 + c2)/3 =>


• a = 3p - c1 - c2 = 3x16.66 -15 -10 ≈ 25

• Da Q=(2a - c1 - c2)/3b =>


• b=(2a -c1- c2)/3Q = (2x25 -15 -10)/(3x8.3) ≈ 1

• Sostituendo a=25 e b=1 nella formula del


1 25−2𝑐𝑐1 +𝑐𝑐2 2
profitto, si ottiene 𝜋𝜋1 =
1 3 104
• Profitto dell’impresa 1 con tecnologia obsoleta (è
sottinteso che l'impresa 2 utilizzi sempre la
tecnologia all’avanguardia):
2 2
1 25 − 30 + 10 5 25
𝜋𝜋1 = = = ≈ 2.78
1 3 3 9

• Profitto dell’impresa 1 con tecnologia nuova:


2 2
1 25 − 20 + 10 15
𝜋𝜋1 = = = 25
1 3 3

• La differenza tra i due profitti è 22.22, pertanto


l’impresa 1 è disposta a pagare al massimo 22.22
per poter disporre della nuova tecnologia. 105
Importanza della statica comparata
• Per evidenziare la rilevanza delle analisi di statica
comparata, si considerino le due seguenti
approssimazioni al risultato precedente per
stimare la differenza dei profitti dell’impresa 1.
• Approssimazione A: moltiplicare il livello di
produzione inziale dell’impresa 1 per la riduzione
del costo marginale (=> sottostima).
• Approssimazione B: calcolare la differenza tra i
profitti dell’impresa 2 e i profitti dell’impresa 1
nell’equilibrio iniziale, cioè quando l’impresa 2
utilizza la tecnologia produttiva all’avanguardia e
l’impresa 1 la tecnologia produttiva obsoleta
(=> sovrastima). 106
Approssimazione A
• q1C = (a – 2c1 + c2)/3b= (25 – 30 + 10)/3=5/3
• Δπ1 = (c1 – c2)q1C = (15-10)5/3 ≈ 8.3

• 8.3 <22.22: sottostima dell’effettivo guadagno che


l’impresa 1 otterrebbe se disponesse di una
tecnologia produttiva più efficiente.

• La sottostima è dovuta al fatto che il passaggio


alla nuova tecnologia fa aumentare la produzione
di q1 e non solo il margine di profitto unitario.
107
Domanda di controllo
Calcolare la diminuzione del profitto realizzato
dall’impresa 2 in seguito all’introduzione
dell’innovazione di processo da parte
dell’impresa 1.

108
Risposta
• q2=(a-2c2+c1)/3b
1 𝑎𝑎−2𝑐𝑐2 +𝑐𝑐1 2
• 𝜋𝜋2 = 𝑝𝑝𝑞𝑞2 − 𝑐𝑐2 𝑞𝑞2 =
𝑏𝑏 3

• Profitto dell’impresa 2 se l’impresa 1 adotta la tecnica


1 25−20+15 2 400
obsoleta (equilibrio iniziale): 𝜋𝜋2 = =
1 3 9

• Profitto dell’impresa 2 se l’impresa 1 adotta la tecnica


1 25−20+10 2 225
nuova: 𝜋𝜋2 = =
1 3 9

• La variazione (riduzione) del profitto è pari a: 225/9-400/9 ≈


-19.44
109
• La diminuzione del profitto pari a 19.44 realizzato
dall’impresa 2 in seguito all’introduzione
dell’innovazione di processo da parte dell’impresa 1
rappresenta la somma minima che l’impresa 2
dovrebbe richiedere all’impresa 1 per permetterle di
usare la nuova tecnologia (es. mediante royalty).
• Questo importo risulta inferiore alla somma massima
che l’impresa 1 è disposta a pagare (19.44<22.22).
• Possibilità di un miglioramento paretiano: l’impresa 2
dovrebbe concedere la royalty e il prezzo di vendita
sarebbe compreso tra 19.44 e 22.22.
– Valori di transazione più vicini a 22.22 denoterebbero
maggior potere contrattuale dell’impresa 2.
– Valori vicini a 19.44 denoterebbero maggior potere
contrattuale dell’impresa 1. 110
Approssimazione B
• Ai valori di equilibrio iniziale, cioè quando l’impresa 2
utilizza la tecnologia produttiva all’avanguardia e
l’impresa 1 la tecnologia produttiva obsoleta, π1=25/9
(vedi slide #105) e π2=400/9 (vedi slide #109).
• π2- π1= 375/9 ≈ 41.67.
• 41.67>22.22: sovrastima dell’effettivo guadagno che
l’impresa 1 otterrebbe se disponesse di una
tecnologia produttiva più efficiente.
• L’errore di sovrastima sta nel fatto che l’impresa 1,
diventando più efficiente, è più aggressiva verso
l’impresa 2 che non può più ottenere un profitto
elevato come quando l’impresa 1 era inefficiente.
• Il minor costo marginale dell’impresa 1 permette
all’impresa 1 di ridurre il prezzo, inasprendo la
concorrenza: ↓p => ↓π. 111
Perché l’analisi di statica comparata
• L’analisi di statica comparata consente di tener
conto simultaneamente di tutti gli effetti di
una variazione di una variabile esogena.
• Ogni valutazione basata sul valori di equilibrio
inziale può risultare grossolanamente errata.

112
4. Tassi di cambio e profitti
• Impresa farmaceutica francese (domestica), c1=€2
• Impresa farmaceutica indiana (straniera), c2= ₹150 CIF*
• Domanda mercato francese Q = 400 - 50p
• La capacità produttiva può adattarsi facilmente alla
domanda => competizione à la Bertrand.
• Cambio inziale ₹50=€1 => ₹=€1/50 => c2=₹150=
€1/50) x 150 = €3
• Impresa francese fissa prezzo p1 = €3 = c2> c1 e quindi
q1=Q, p1=p
• π1 = pq1-c1q1=(p-c1)q1 = (3-2)(400-50x3) = €250
_______________

*Cost, Insurance and Freight: clausola contrattuale nelle compravendite internazionali in base
alla quale i costi di trasporto e i costi assicurativi sono a carico del venditore. 113
• Svalutazione della rupia indiana del 20% =>
₹50x1.20 = €1, cioè ₹60 = €1 => c2’=(€1/60)x150
= €2.5
• c2’> c1 e quindi l’impresa francese continua a
mantenere il monopolio in Francia, tuttavia ora è
costretta a fissare p1 = €2.5 per tenere fuori
l’impresa indiana dal mercato.
• π1 = pq1-c1q1=(p-c1)q1 = (2.5-2)(400-50x2.5) =
€137.5
• Riduzione del profitto per l’impresa francese:
%Δπ = (137.5-250)/250 = - 45%
114
Modello di Stackelberg
• Bene omogeneo, come nel modello base di
Cournot.
• Duopolio in cui l’impresa 1 fissa per prima q1 e
successivamente l’impresa 2 fissa q2, avendo
osservato la scelta di produzione compiuta
dall’impresa 1.
• Impresa 1 = (market) leader, impresa dominante
sul mercato (es. Microsoft); impresa 2 = follower.

115
Comportamento del leader
• L’impresa leader si muove per prima e l’impresa
follower segue passivamente, comportandosi come
Cournot.
• Il leader conosce l’intera domanda di mercato: q2 non è
dato, ma dipende da q1.
• Il leader ‘detta legge’: la curva di domanda del leader
dipende solo da q1, cioè dal comportamento del leader.
• Poiché il leader conosce la domanda di mercato, questi
conosce anche la modalità di risposta del follower al
proprio comportamento e sfrutta questa conoscenza a
proprio vantaggio, inducendo il follower a comportarsi
in modo che il profitto del leader sia massimizzato.
116
Soluzione analitica del modello di Stackelberg
• Domanda inversa di mercato p = a – bQ, dove
Q = q1 + q2.
• Costi marginali: c1 per l’impresa 1 e c2 per
l’impresa 2
• π2 = pq2 – C(q2) = [a – b(q1 + q2)]q2 – c2q2
• L’impresa 2 massimizza il suo profitto dato q1
• La FOC, cioè la derivata prima di π2 rispetto a q2, è
pari a: -bq2 + a – b(q1 + q2) – c2 = 0
• Da cui la funzione di reazione o best response di 2
∗ 𝑎𝑎−𝑐𝑐2 1
è: 𝑞𝑞2 (𝑞𝑞1 ) = − 𝑞𝑞1
2𝑏𝑏 2
• La funzione di reazione di 2 è la stessa del caso di
Cournot. 117
𝜋𝜋2 = 𝑎𝑎 − 𝑏𝑏(𝑞𝑞1 + 𝑞𝑞2 ) 𝑞𝑞2 −𝑐𝑐2 𝑞𝑞2 = 𝑎𝑎 −𝑐𝑐2 −𝑏𝑏(𝑞𝑞1 + 𝑞𝑞2 ) 𝑞𝑞2

𝑎𝑎−𝑐𝑐2 1 𝑎𝑎−𝑐𝑐2 1
π2∗ = 𝑎𝑎 − 𝑐𝑐2 − 𝑏𝑏𝑞𝑞1 − 𝑏𝑏 − 𝑞𝑞1 − 𝑞𝑞1 =
2𝑏𝑏 2 2𝑏𝑏 2

𝑎𝑎−𝑐𝑐2 1 𝑎𝑎−𝑐𝑐2 1
= 𝑎𝑎 − 𝑐𝑐2 − 𝑏𝑏𝑞𝑞1 − − 𝑏𝑏𝑞𝑞1 − 𝑞𝑞 =
2 2 2𝑏𝑏 2 1

𝑎𝑎−𝑐𝑐2 1 𝑎𝑎−𝑐𝑐2 1 𝑏𝑏
= − 𝑏𝑏𝑏𝑏1 − 𝑞𝑞 =
2 2 2𝑏𝑏 2 𝑏𝑏 1

1 1
= 𝑎𝑎 − 𝑐𝑐2 − 𝑏𝑏𝑏𝑏1 𝑎𝑎 − 𝑐𝑐2 − 𝑏𝑏𝑏𝑏1 =
2 2𝑏𝑏

1
π2∗ = 𝑎𝑎 − 𝑐𝑐2 − 𝑏𝑏𝑏𝑏1 2
4𝑏𝑏 118
• L’impresa 1 sa che l’impresa 2 massimizza il π2 dato q1
e anticipa il comportamento di 2 (cioè nella funzione
di profitto di 1, l’impresa 1 mette 𝑞𝑞2∗ al posto di 𝑞𝑞2 ):
• π1 = 𝑎𝑎 − 𝑏𝑏(𝑞𝑞1 + 𝑞𝑞2 ) 𝑞𝑞1 −𝑐𝑐1 𝑞𝑞1 =
= 𝑎𝑎 −𝑐𝑐1 −𝑏𝑏(𝑞𝑞1 + 𝑞𝑞2∗ (𝑞𝑞1 )) 𝑞𝑞1 =
𝑎𝑎 − 𝑐𝑐2 1
= 𝑎𝑎 −𝑐𝑐1 −𝑏𝑏 𝑞𝑞1 + − 𝑞𝑞1 𝑞𝑞1 =
2𝑏𝑏 2
1 𝑎𝑎 − 𝑐𝑐2
= 𝑎𝑎 −𝑐𝑐1 − 𝑏𝑏𝑏𝑏1 − 𝑞𝑞1 =
2 2𝑏𝑏
1 1 1
= 𝑎𝑎 + 𝑐𝑐2 − 𝑐𝑐1 − 𝑏𝑏𝑏𝑏1 𝑞𝑞1 =
2 2 2
1
= 𝑎𝑎 +𝑐𝑐2 − 2𝑐𝑐1 −𝑏𝑏𝑏𝑏1 𝑞𝑞1
2 119
𝜕𝜕π1
FOC: = 0, cioè −𝑏𝑏𝑏𝑏1 + 𝑎𝑎 +𝑐𝑐2 − 2𝑐𝑐1 −𝑏𝑏𝑏𝑏1 = 0
𝜕𝜕𝑞𝑞1
𝜕𝜕π1
SOC: = −𝑏𝑏 < 0
𝜕𝜕𝑞𝑞1 𝜕𝜕𝑞𝑞1
𝑎𝑎 +𝑐𝑐2 − 2𝑐𝑐1

𝑞𝑞1 = = 𝑞𝑞1𝑆𝑆
2𝑏𝑏
da cui:
2
𝑆𝑆
𝑎𝑎 + 𝑐𝑐2 − 2𝑐𝑐 1
π1 =
8𝑏𝑏
Per l’impresa 2:
𝑆𝑆
𝑎𝑎 −3𝑐𝑐2 +2𝑐𝑐1
𝑞𝑞2 =
4𝑏𝑏
2
𝑆𝑆
𝑎𝑎 −3𝑐𝑐 2 +2𝑐𝑐1
π2 =
16𝑏𝑏 120
Anche se fosse c1 = c2 (come nel modello base di
Cournot), 𝑞𝑞1𝑆𝑆 > 𝑞𝑞2𝑆𝑆 e π1𝑆𝑆 > π2𝑆𝑆

Nel modello di Stackelberg l’impresa leader


produce e guadagna di più dell’impresa follower.

Questo risultato è una differenza cruciale con il


modello di Cournot, ed è dovuta al fatto che sul
mercato c’è un’impresa leader e un’impresa
follower.

121
Interpretazione grafica
del modello di Stackelberg
Premesse:
• Per questioni illustrative nei grafici seguenti
l’asse delle ascisse riporta la quantità del
leader (impresa 1) e l’asse delle ordinate
quella del follower.
• Isoprofitto: luogo di punti per cui il profitto è
costante.

122
In j’ e j’’ il profitto dell’impresa 1 è
minore rispetto al profitto in j:
• dato q2j prodotto dall’impresa 2, la
quantità ottima da produrre per
q2 l’impresa 1 è q1j che si trova sulla
curva di reazione dell’impresa 1.
Curva di reazione In j’’’ il profitto dell’impresa 1 è
di 1: q1*(q2) maggiore rispetto al profitto in j:
q2h j’’’’ • l’impresa 2 ha ridotto la produzione
da q2j a q2k,
j’ j j’’ • il prezzo di mercato è più alto,
q2j • a parità della quantità prodotta
dall’impresa 1 (q1j) significa ↑π1.
q2k
j’’’ In j’’’’ il profitto dell’impresa 1 è minore
rispetto al profitto in j:
• l’impresa 2 ha aumentato la
produzione da q2j a q2h,
• il prezzo di mercato è più basso,
q1 • a parità della quantità prodotta
0 q1 j q 1
m
dall’impresa 1 (q1j) significa ↓π1.123
• All’interno dell’area in
q2 giallo esisterà un luogo di
Curva di reazione punti per cui il profitto è
di 1: q1*(q2) pari a quello in j.
q2h j’’’’ • Al di sopra di tale luogo di
j’ j j’’ punti il profitto sarà
q2j minore di quello in j.
q2k • Al di sotto di tale luogo di
j’’’
punti il profitto sarà
maggiore di quello in j.

q1
0 q1j q1m 124
q2
• Area in rosso: profitto
Curva di reazione minore di quello in j.
di 1: q1*(q2)
• Area in arancione:
q2h j’’’’
profitto maggiore di
q2j
j’ j j’’ quello in j.
q2k • Curva in verde: profitto
j’’’ uguale a quello in j.

q1
0 q1j q1m 125
Isoprofitto:
• Ripetendo il
q2 ragionamento per altri
punti (cioè estendendo
l‘area in giallo iniziale),
Curva di reazione è possibile definire
di 1: q1*(q2) luogo di punti per cui il
q2h j’’’’ profitto è pari al
profitto in j.
j’ j j’’ • La curva tracciata in
q2j
verde, che prende il
q2k nome di isoprofitto,
j’’’ definisce il luogo di
punti per cui il profitto
è costante.

q1
0 q1j q1m 126
Mappa di isoprofitto
• Per ciascun punto sugli assi
q2 è possibile tracciare una
curva di isoprofitto
Curva di reazione definendo quindi una
di 1: q1*(q2) mappa di curve di
isoprofitto.
• NB: in m l’impresa 1 agisce
j come monopolista perché
q2j
produce la massima
q2k k quantità domandata dal
π1j mercato (e l’impresa 2
l π1k produce zero, q2m=0). La
q2l curva di isoprofitto si
π1l
riduce ad un punto.
q2m π1m
q1
0 q1j q1k q1l q1m 127
Si considerino i punti j, k, l, m:
• Man mano che ci
q2 spostiamo su una curva di
isoprofitto più alta, il
Curva di reazione profitto è più basso: π1j <
di 1: q1*(q2) π1k < π1l < π1m
• Nei punti j, k, l, m l’impresa
j 1 ottiene il miglior profitto
q2j possibile dati i livelli di
produzione dell’impresa 2,
q2k k (rispettivamente q2j, q2k,
π1j q2l, q2m) perché j, k, l, m
l π1k giacciono sulla curva di
q2l
π1l reazione dell’impresa 1.
q2m π1m
q1
0 q1j q1k q1l q1m 128
Comportamento aggressivo del leader
Il leader (impresa 1) produce la sua quantità ottima compatibile con la curva
di reazione del follower (impresa 2).
q2 • Il leader sceglie la quantità nel punto
S in cui la curva di isoprofitto π1s è
tangente alla curva di reazione del
Curva di reazione follower.
di 1: q1*(q2) • π1j < π1k < π1s < π1l < π1m , cioè π1s è la
curva di isoprofitto con il profitto più
alto possibile compatibilmente con il
fatto che la curva di isoprofitto
incontri la curva di reazione di del
j follower (π1l o π1m sono preferibili a
q2j π1s perché offrirebbero un profitto
maggiore al leader, ma non possono
q2k k essere un equilibrio perché non
incontrano mai la curva di reazione
π1j
del follower).
q2s z s πk • S è ottimale anche per il follower
q2l l 1
q *(q ) poiché si trova sulla sua curva di
π1 s 2 1 reazione e quindi il follower non ha
πl alcun incentivo a spostarsi.
1
q2m π1m q1
0 q1j q1k q1lq1s q1m 129
Domanda di controllo
q2 • Tracciare la curva di
isoprofitto per l’impresa
Curva di reazione
di 1: q1*(q2)
1 nel caso di Cournot.
• Il profitto per l’impresa 1
è maggiore o inferiore al
j caso di Stackelberg?
q2j

q2k k
π1j
q2s s
l π1k
q2l π1s q2*(q1)
π1
l
q2m π1
m
q1
0 q1j q1k q1lq1s q1m 130
Risposta
q2 • La curva di isoprofitto per
l’impresa 1 nel caso di
Curva di reazione Cournot π1c è quella che
di 1: q1*(q2) passa nell’incrocio delle
curve di reazione (punto C).
• Il profitto per l’impresa 1 nel
caso di Cournot è inferiore al
caso di Stackelberg.
q2c c π1j
q2s sπ c
1 π1k
π1s q2*(q1)
π1
l
q2m π1 m
q1
0 q1c q1s q1m 131
Stackelberg e Cournot a confronto
Rispetto a Cournot, nell’equilibrio di Stackelberg:
• Il leader produce una quantità maggiore, q1s > q1c
• Il follower una quantità minore, q2s < q2c
• La quantità complessiva è maggiore,
q1s + q2s > q1c + q1c
• Il prezzo di mercato è più basso.

132
• Se l’impresa 1 si
comportasse alla
q2 Cournot, a fronte di q2s
l’impresa 1 dovrebbe
Curva di reazione rispondere con q1z,
di 1: q1*(q2) innescando
l’aggiustamento alla
Cournot fino a che il
j mercato raggiungerebbe
q2j
l’equilibrio (di Cournot) in
q2k k C.
C π1j • In Stackelberg l’impresa 1
q2s z s
l π 1
k
è market leader e sfrutta
q2l π1s q2*(q1) questa sua qualità a suo
π 1
l vantaggio.
q2m π1
m
q1
0 q1j q1kq1lq1s q1m
q1z 133
Argomenti trattati in questa lezione
• Definizione di oligopolio e interdipendenza
strategica
• Modello di Bertrand ed equilibrio
• Spiegazioni del paradosso di Bertrand
• Modello di Cournot ed equilibrio
• Soluzione grafica e analitica del modello di
Cournot
• Interpretazione dinamica del modello di Cournot
• Bertrand e Cournot a confronto
• Statica comparata dei modelli oligopolistici
• Modello di Stackelberg
• Stackelberg e Cournot a confronto 134
Refusi capitolo 8
• Pag. 232: P(q1’ + q2) nella figura 6.
• Pag. 243: N’’ e N’ nella figura 10 sono invertiti.
• Pag. 246: nell’equazione [5] q2 al posto di q3
• Pag. 248: nel riquadro in alto i profitti
dell’impresa 1 sono invertiti. Nel caso di nuova
tecnologia sono pari a 25, mentre con la
tecnologia obsoleta sono pari a 25/9.

135
Refusi capitolo 12
• Pag. 355: la condizione di primo ordine è:
-bq2 + a – b(q1 + q2) – c2
• Pag. 357: πM(q1D) al posto di πD(q1D)

136
Ripasso regola del profitto marginale

137
Profitto, π
• Differenza tra ricavo totale e costo totale.

• Obiettivo dell’impresa: massimizzare π.

• Per massimizzare π l’impresa deve espande la


produzione fino a quando la distanza tra la
curva di ricavo totale e costo totale è massima
(6Kg di gelato nella figura successiva).

138
139
Regola del profitto marginale
• Ricavo marginale (MR, marginal revenue): variazione
del ricavo totale conseguente alla vendita di un’unità
aggiuntiva di output.
• Costo marginale (MC, marginal cost): variazione del
costo totale conseguente alla produzione di un’unità
aggiuntiva di output.
• π è massimo quando MR = MC, infatti:
– se MR > MC, all’impresa conviene aumentare la
produzione perché sull’unità aggiuntiva di prodotto ricava
di più di quanto spende e quindi π↑;
– se MR < MC, all’impresa conviene ridurre la produzione
perché sull’unità aggiuntiva di prodotto spende di più di
quanto ricava e quindi π↓;
– per cui se MR = MC, all’impresa non conviene né
aumentare e né ridurre la produzione perché se così
facesse ci troveremmo in uno dei due casi sopra. 140

Potrebbero piacerti anche