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Dierenziazione orizzontale (13)

December 6, 2022

13.2 Dierenziazione orizzontale Un'idea consolidata nel campo della con-


correnza spaziale è quella secondo cui il grado di dierenziazione determinato
dalle scelte di equilibrio delle imprese dipende dalle preferenze dei consumatori,
e in particolare dal modo in cui il costo di trasporto entra nella denizione
della funzione di utilità del consumatore generico. Hotelling (1929) considera
una popolazione di consumatori con massa normalizzata ad 1, uniformemente
distribuita su un segmento unitario.
Il mercato è servito da due imprese (1 e 2) che orono un prodotto omogeneo
in tutto tranne che per la collocazione lungo il segmento, x1 per l'impresa 1 e
x2 per l'impresa 2.
Il modello si presta a due interpretazioni diverse. La prima, che deriva diret-
tamente dalla presentazione fornita da Hotelling, consiste nell'interpretare il
segmento come uno spazio geograco (es. due gelatai che si muovono sulla spi-
aggia). La seconda, consiste invece nell'interpretarlo come una descrizione dello
spazio delle preferenze dei consumatori, all'interno del quale le imprese devono
collocare (o caratterizzare) i propri prodotti.

13.2.1. Il principio di minima dierenziazione Per semplicità, ipo-


tizziamo che le imprese operino a RdS costanti e normalizzino il costo unitario
di produzione a zero. Le imprese competono in un gioco a due stadi, il primo
nelle collocazioni, il secondo nei prezzi.
Ogni consumatore acquista un'unità del bene, scegliendo l'impresa da cui è
in grado di trarre il surplus netto maggiore, dati i prezzi e le collocazioni. Il
surplus netto di un generico consumatore che si trovi in m ∈ [0, 1]è denito da:
U = s − pi − t [m − xi ]
Dove s è il surplus lordo, pi è il prezzo di mercato di i e t [m − xi ] è il costo
di trasporto. La posizione m̃ del consumatore indierente tra le due imprese
risolve:

e − x1 ) = p2 + t(x2 − m)
p1 + t(m e

ovvero

[p2 − p1 + t(x2 + x1 )]
m
e =
2t

1
Quindi, m e e q2 = 1 − m
e consente di scrivere le funzioni di domanda: q1 = m e.
Ponendo costi medi e marginali uguali a zero, la funzione di protto individuale
diventa: πi = pi qi .
Il gioco è non cooperativo, in due stadi, con informazione completa, simmet-
rica e imperfetta in ciascuno stadio ma perfetta tra i due stadi. Cerchiamo ora
l'equilibrio perfetto nei sottogiochi in strategie pure per induzione a ritroso.
Dalle CPO nello stadio di mercato, si ottiene la seguente coppia di prezzi,
candidati all'EN nel secondo stadio:
∂πi x1 +x2 −1 x1 +x2 −1
p∗1 (x1 ; x2 ) = t 1 + p∗2 (x1 ; x2 ) = t 1 −
 
∂pi =0 >
3 e
3
∂π1
Sostituendoli nei protti e risalendo al primo stadio, abbiamo
∂x1 > 0 e
∂π2
∂x2 < 0; perciò le imprese convergono verso il consumatore medio e mediano in
1/2.

Al primo stadio del gioco, in previsione dei prezzi di equilibrio e quindi dei
protti di equilibrio che si realizzano nel secondo, le imprese si avvantaggiano se
si avvicinano alla rivale. Questo aveva indotto Hotelling a formulare il principio
di minima dierenziazione, giusticandolo con la prevalenza dell'attrazione
esercirata dal consumatore medio (eetto domanda) rispetto all'incentivo a dif-
ferenziarsi per ammorbidire la concorrenza di prezzo (eetto strategico). Tut-
tavia, è dimostrabile che se le imprese sono troppo vicine l'incentivo ad abbassare
il prezzo in misura suciente a monopolizzare il mercato distrugge l'esistenza
di qualsiasi equilibrio in cui i prezzi siano strettamente positivi. In particolare,
se si pone x1 = 1 − x2 (localizzazioni simmetriche rispetto al centro) allora
la condizione di positività dei prezzi impone che un equilibrio non esista se le
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1 
imprese sono localizzate nell'intervallo:
4; 4 .
∗ ∗ ∗ ∗
Inne, ponendo x1 = x2 = 1/2, otteniamo p1 = p2 = t e π1 = π2 = t/2 in
∗ ∗
quanto, stando ad Hotelling, q1 = q2 = 1/2.
Che cosa non torna? (i) il prezzo con bene omogeneo deve collassare sul
costo marginale (che è nullo); (ii) se il bene è omogeneo e il prezzo è unico, la
probabilità che i consumatori si distribuiscano simmetricamente tra le imprese
ha misura 0.

13.2.2. Il principio di massima dierenziazione [D'Aspremont,


Gabszewicz e Thisse (1979)] Per vericare se i prezzi di Hotelling sono o no
di equilibrio, dAGT immaginano che i ssi il prezzo pui = p∗j − t(x2 − x1 ) − ϵ,
con ϵ piccolo a piacere (u sta per undercutting ). Data questa combinazione di
prezzi, l'impresa i diventa monopolista con protti πiu . È ovvio che questo
ragionamento può essere svolto in modo simmetrico dall'avversaria. Al tendere
πiu > πi∗ 3
1 
a zero di ϵ, è immediato vericare che
4 ; 4 . Essendo
per ogni xi ∈

p soggetto a deviazione nel 50% dei casi, non esiste un equilibrio perfetto nei
sottogiochi.
Il motivo di questo risultato va ricercato nella struttura delle preferenze dei
consumatori che non sono convesse (ovvero, la loro funzione di utilità non è
concava), in quanto sono lineari in tutti gli argomenti. Per garantire l'esistenza
dell'equilibrio, dAGT convessicano le preferenze adottando costi di trasporto
quadratici, in modo tale che:

2
U = s − pi − t(m − xi )2

La struttura del gioco non cambia, ma i risultati sì. L'undercutting non è mai
∂π1
prottevole e una volta risaliti al primo stadio ci rendiamo conto che
∂x1 <0
∂π2
e
∂x2 > 0, per cui le imprese si collocano in 0 e 1. Questo produce il princi-
pio di massima dierenziazione causato dal prevalere dell'eetto strategico
sull'eetto domanda. Posto che la domanda di mercato è rigida (siamo in coper-
tura totale), se l'autorità pubblica non ha preoccupazioni distributive si preoc-
cupa solo di minimizzare il totale dei costi di trasporto a carico dei consumatori.
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Questo avviene quando i prodotti (o le imprese) sono in
4 e in 4 , a prescindere
dalla forma dei costi di trasporto.
Quindi, il prevalere dell'eetto strategico produce un disallineamento tra incen-
tivi privati e sociali, perché le imprese niscono con l'orire dierenziazione in
eccesso rispetto al livello socialmente eciente. Questo è ancora più evidente se
le imprese possono uscire dalla città lineare, caso in cui le collocazioni di equi-
librio sono x∗1 = − 14 e x∗2 = 5
4 [Lambertini, 1994,1997; Tabuchi e Thisse,
1995].

13.2.5 Entrata ed equilibrio di lungo periodo Un altro aspetto rilevante


è quello che riguarda il processo di entrata, che porta a un equilibrio con prof-
itti nulli in cui esistono innite imprese che orono sostituiti quasi perfetti dei
Tecnicamente, questo è considerato un equilibrio di con-
prodotti adiacenti.
correnza monopolistica, ma data la presenza di RdS costanti è visivamente
equivalente alla concorrenza perfetta perché i protti sono nulli (infatti si ver-
icano inniti paradossi di Bertrand tra coppie o terne di prodotti a distanza
nulla l'uno dall'altro).

13.3.1. La proprietà della nitezza Se i prodotti sono di qualità diversa e


vengono acquistati da consumatori di reddito diverso, la storia cambia radical-
mente. In particolare, in equilibrio emerge la proprietà della nitezza [Shaked
e Sutton 1983] che implica la formazione di oligopoli naturali. Ovvero, il pro-
cesso di entrata si arresta in corrispondenza di un numero nito di imprese (può
essere anche una sola) con protti strettamente positivi. Il numero esatto
dipende dalle caratteristiche della distribuzione del reddito tra i consumatori.
Più esplicitamente: se i beni sono dierenziati verticalmente, il mercato non
può convergere alla concorrenza monopolistica (e tantomeno perfetta).

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