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1. IL MERCATO
2. TEORIA DEL CONSUMATORE
3. TEORIA DELL’IMPRESA IN CONCORRENZA PERFETTA
4. TEORIA DELL’IMPRESA: MASSIMIZZAZIONE NEL BREVE PERIODO
5. TEORIA DELL’IMPRESA : MASSIMIZZAZIONE NEL LUNGO PERIODO
6. IL MONOPOLIO
7. IL MONOPOLIO NATURALE
8. L’OLIGOPOLIO
9. CONCORRENZA MONOPOLISTICA
10. I CONTI DELLA CONTABILITA’ NAZIONALE
11. EQUILIBRIO PRIVATO
12. IL MOLTIPLICATORE KEYNESIANO
13. MODELLO IS-LM: CURVA IS
14. MODELLO IS-LM: CURVA LM
15. MODELLO IS-LM: EQUILIBRIO
16. LA DISOCCUPAZIONE
17. INFLAZIONE
18. ECONOMIA INTERNAZIONALE
19. DOMANDA ED OFFERTA AGGREGATA
20. IL SISTEMA ECONOMICO
21. I PREZZI DI PRODUZIONE
22. IL SISTEMA RICARDIANO
23. IL SISTEMA MARXIANO
24. IL SISTEMA DI SRAFFA
25. IL LABIRINTO CLIENTELARE
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1. IL MERCATO
Il mercato è il luogo dove si confrontano DOMANDA (quantità richiesta dai consumatori) e OFFERTA (quantità ceduta ai consumatori dai
venditori /produttori).
CURVA DI DOMANDA all’aumentare del prezzo da P1 a P2 abbiamo una diminuzione della domanda e si verificano spostamenti lungo
la curva di domanda (DECRESCENTE)
CURVA DI OFFERTA all’aumentare del prezzo da P1 a P2 aumenta l’offerta da parte dei produttori/venditori di un determinato
bene e si verificano spostamenti sulla curva di offerta (CRESCENTE). Se cambiano variabili esogene (costo dei fattori) provocano
spostamenti sulla curva
+ salario
- Salario =
=
Spostame
Spostame
nti verso
nti verso
destra
sinistra
EQUILIBRIO l’incontro delle due curve stabilisce l’equilibrio sul mercato e i livelli ottimali di prezzo e quantità.
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2. TEORIA DEL CONSUMATORE
La teoria del consumatore spiega la formazione della curva di domanda e si fonda su 2 elementi:
1. UTILITA’:
a. UTILITA’ TOTALE = utilità conseguente al consumo di un paniere di beni
b. UTILITA’ MARGINALE = incremento dell’utilità totale indotta dal consumo di un’ulteriore quantità del bene
c. UTILITA’ MEDIA = rapporto tra utilità e quantità di beni consumati
2. VINCOLO DI BILANCIO : insieme delle risorse a disposizione del consumatore per acquistare i beni
CURVA DI INDIFFERENZA : congiunge le combinazioni di beni che danno la medesima utilità. (SMS = pendenza della curva)
SAGGIO MARGINALE DI SOSTITUZIONE : quantità di bene X2 cui un individuo è disposto a rinunciare in cambio di un’ulteriore
quantità del bene X1, mantenendo inalterata l’utilità.
VINCOLO DI BILANCIO = R R= p1*X1 + p2*X2 INTERCETTA = reddito reale ; COEFF. ANGOLARE = Rapporto dei prezzi.
La retta del vincolo di bilancio e la parte sottostante ad essa indicano il paniere di beni ACCESSIBILI al consumatore, dato il suo reddito.
EFFETTO SOSTITUZIONE: più i due beni sono percepiti come perfetti sostituti, più il consumo di un bene reagirà negativamente
all’oscillazione dell’altro
EFFETTO REDDITO: se i beni sono ritenuti entrambi importanti, alla contrazione del prezzo di X1 avrò un aumento di entrambi i
beni.
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3.TEORIA DELL’IMPRESA IN CONCORRENZA PERFETTA
FUNZIONE di PRODUZIONE = le imprese combinano al meglio dell’efficienza i fattori produttivi (lavoro, capitale)al fine di produrre il bene
da offrire sul mercato Q= F (K,L)
PRODUTTIVITA’ MARGINALE quantità di produzione conseguente all’impiego di un’ulteriore unità del fattore
PRODUTTIVITA’ MEDIA rapporto tra quantità lavorata e lavoratore (PM = Q/L)
RENDIMENTI DI SCALA :
1. Crescenti all’aumentare proporzionale dei fattori corrisponde un aumento più che proporzionale della quantità prodotta
(ECONOMIA DI SCALA)
2. Decrescenti all’aumentare proporzionale dei fattori corrisponde un aumento meno che proporzionale della quantità prodotta
(DISECONOMIA DI SCALA)
3. Costante –> alla’aumentare proporzionale dei fattori corrisponde un aumento proporzionale della quantità prodotta.
COSTI MARGINALI : aumento dei costi totali indotto dalla variazione unitaria della quantità di bene prodotto CMG= deltaCT/deltaQ
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4.TEORIA DELL’IMPRESA: MASSIMIZZAZIONE NEL BREVE PERIODO
Nel breve periodo si può modificare un solo fattore (ad esempio il lavoro) in quanto si ipotizza che nel breve periodo non si possa modificare
a struttura produttiva dell’azienda.
La funzione di produzione sarà pertanto Q= F(L)
PROCESSO DI MASSIMIZZAZIONE
Trovata la quantità ottimale prodotta, il punto di massimo sarà la quantità offerta dall’impresa dati i prezzi dei fattori.
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5.TEORIA DELL’IMPRESA: MASSIMIZZAZIONE NEL LUNGO PERIODO
Variano tutti i fattori produttivi, l’impresa massimizza il profitto che è dato dalla differenza tra ricavi totali e costi totali.
1. RICAVO TOTALE: prodotto del Prezzo per la Quantità
2. RICAVO MEDIO: rapporto tra ricavi e quantità
3. RICAVO MARGINALE : variazione dei ricavi totali a seguito dall’aumento di un’unità della quantità prodotta.
SMST indica la quantità di capitale necessaria per compensare la riduzione di un’unità di lavoro con produzione costante.
Il rapporto tra salario e remunerazione del capitale rappresenta il costo relativo del lavoro in termini di capitale
SMST > W/R l’imprenditore acquisisce lavoro relativamente più conveniente sostituendo il capitale
SMST < W/R l’imprenditore riduce il lavoro relativamente più costoso sostituendolo con il capitale
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6 - 7. MONOPOLIO, MONOPOLIO NATURALE E FALLIMENTI DEL MERCATO
Nel monopolio esiste una sola impresa produttrice del bene e molti compratori. Il monopolista fronteggia da solo l’intera domanda di mercato
pertanto può stabilire il prezzo, mentre la domanda stabilisce la quantità.
CAUSE:
1. Esistenza barriere in ingresso
2. Licenze o brevetti
3. Know How tecnico esclusivo
4. Controllo fattori produttivi
5. MONOPOLIO LEGALE : rilascio di licenze/concessioni pubbliche causa di un monopolio di natura legale
6. MONOPOLIO NATURALE: i costi medi e marginali decrescenti determinati da rendimenti di scala crescenti che rendono la concorrenza
impossibile
CONCORRENZA PER IL MERCATO : Lo stato per assegnare una concessione in monopolio mette in atto una gara in cui vengono presi
in considerazione i prezzi più bassi alla vendita a parità di qualità.
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8. OLIGOPOLIO
Nell’oligopolio la produzione è abbastanza concentrata nelle mani di poche imprese. I cartelli sono accordi presi tra imprese oligopoliste.
Si tende a dividere la produzione tra le imprese partecipanti (dipende dalla coesione delle imprese)
ACCORDI VOLTI A LIMITARE LA CONCORRENZA ILLEGALI
Tipi di OLIGOPOLIO:
1. COLLUSIVO: le imprese decidono di collaborare simulando un mercato monopolista
2. CONCORRENZIALE : le imprese NON si accordano e la dinamica competitiva riporta il mercato ad una simil concorrenza
3. CON IMPRESA DOMINANTE: esiste un’impresa che concentra su di sé la maggior parte del fatturato insieme ad imprese più piccole.
DOMANDA AD ANGOLO impresa fronteggia domanda ad angolo che fa convergere le scelte sul prezzo P0
Dilemma del prigioniero che può essere riportato al comportamento di due oligopolisti che possano optare per un prezzo elevato ed uno
Basso, entrambi concorreranno utilizzando il prezzo basso.
Politiche di differenziazione
• Pubblicità
• Varietà
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9. CONCORRENZA MONOPOLISTICA
Molti produttori competono con prodotti che soddisfano lo stesso bisogno ma sono percepiti come diversi dai consumatori.
BREVE PERIODO –> ogni impresa si comporta da monopolista avendo a riferimento la propria curva di domanda e maturando
Extra profitti
LUNGO PERIODO nel tempo gli extra profitti attirano la concorrenza di nuove imprese che ne imitano i prodotti:
1. Perdita della posizione dominante diminuzione degli extra profitti
2. Curva di domanda si riduce fino a che cessano di entrare sul mercato nuovi imitatori
L’impresa tenterà di difendere la propria distintività con politiche commerciali e di marketing (VARIETA’ e PUBBLICITA’
4 P TRADIZIONALI
• Prodotto
• Prezzo
• Pubblicità e Promozione
• Punto Vendita
LE NUOVE P
• Persone (venditori)
• PR public relation
• Potere (politico e di mercato)
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10. CONTI DELLA CONTABILITA’ NAZIONALE
I soggetti MACROECONOMICI sono:
1. Settore Privato : CONSUMO, FAMIGLIE
2. Settore Pubblico : SPESA IN VALORE AGGIUNTO, TASSAZIONI, TRASFERIMENTI
3. Resto del Mondo : ESPORTAZIONE, IMPORTAZIONI, TRASFERIMENTI NETTI DALL’ESTERO
L’aggregato più utilizzato per definire la produzione è il Prodotto Interno Lordo (PIL)
Il PIL può essere misurato come:
4. Somma di tutti gli acquisti finali (metodo della spesa)
5. Somma del v.a. prodotto dalle imprese
6. Somma dei redditi percepiti
Reddito disponibile: Ai redditi percepiti per la produzione occorre aggiungere il valore netto dei trasferimenti percepiti dalle famiglie
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11. EQUILIBRIO PRIVATO
Il prodotto Nazionale (uguale al reddito e alla spesa) rappresenta l’offerta, la domanda espressa dalle famiglie e dalle imprese
FUNZIONE DEL Il consumo è composto da due elementi: uno autonomo e l’altro dipendente dal reddito.
CONSUMO La propensione MARGINALE al CONSUMO misura quanto aumenta il consumo quando il reddito aumenta di 1
•Oscilla tra 0 e 1
•Se è 0 reddito non influisce sul consumo
•Se è 1 l’intero reddito viene ad essere consumato
FUNZIONE DEL Il risparmio è la quota di reddito NON consumata
RISPARMIO La propensione MARGINALE al RISPARMIO misura quanto aumenta il risparmio quando il reddito aumenta di 1
•Oscilla tra 0 e 1
•Se è 0 reddito viene solo consumato
•Se è 1 l’intero reddito viene risparmiato
FUNZIONE DELLA Le imprese domandano una quantità esogena di investimento decisa ad inizio anno
DOMANDA I = I0
AGGREGATA DOMANDA AGGREGATA = INVESTIMENTO + CONSUMO (componente autonoma + dipendente reddito)
RAPPRESENTAZIONE L’equilibrio si ottiene quando la domanda ed offerta aggregata si eguagliano. Date le due curve esiste un valore
GRAFICA ED del reddito che garantisce tale equilibrio.
ANALITICA Y = I0+C0+C*y
DELL’EQUILIBRIO • curva di domanda : la pendenza è data dalla propensione al consumo
• Curva di offerta : prodotto = reddito ed è rappresentata dalla bisettrice del quadrante
• Equilibrio : intersezione tra domanda e offerta determina il reddito di equilibrio
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12. MOLTIPLICATORE KEYNESIANO
È la variazione del reddito indotta da una variazione unitaria di spesa pubblica
Equilibrio : Y = I0+C0+G0 –CT0 // 1-c
Calcoliamo il moltiplicatore Mg = delta Y/ delta G Y = delta G/1-c
Poiché la propensione al consumo è inferiore all’unità il reddito aumenta più del semplice aumento della spesa pubblica
IL MOLTIPLICATORE Misura la variazione del reddito indotta da una variazione unitaria della tassazione netta
DELLA TASSAZIONE Equilibrio dato da
FISSA
Poiché la propensione al consumo è inferiore all’unità la tassazione in valore assoluto incide meno
della spesa pubblica
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In economia il moltiplicatore keynesiano è uno strumento fondamentale di analisi macroeconomica. Il concetto del
moltiplicatore era già stato esposto da un altro economista, Khan. Successivamente Keynes riprenderà quell'intuizione
per rielaborarla nella sua Teoria generale della moneta dell'interesse e dell'occupazione. Il Moltiplicatore come elaborato
dall'economista inglese John Maynard Keynes, permette di individuare l'effetto sul reddito complessivo di un certo livello
incrementale di consumo, o di investimento o di spesa pubblica, all'interno del sistema economico. Il moltiplicatore
misura infatti la percentuale di incremento del reddito nazionale in rapporto all'incremento di una o più variabili
macroeconomiche componenti la domanda aggregata: consumi, investimenti e spesa pubblica.
• Si identifichi come " c' " il parametro detto "propensione marginale al consumo", che può variare da 0 a 1 e indica la
percentuale del reddito che viene re-investita dai consumatori in consumo stesso.
• Nella sua forma standard il moltiplicatore assume la seguente forma:
• {\displaystyle 1/(1-c')}
• Notiamo che all'aumentare di c', 1 - c' diviene più piccolo, e di conseguenza tutto il moltiplicatore diviene più grande. Il
moltiplicatore moltiplica per l'appunto la somma dei parametri di domanda:
• C0: indica il consumo di sussistenza, ovvero quella parte di consumo di base che permette agli uomini che danno vita
all'economia di sopravvivere.
• G: indica la spesa pubblica, ovvero il livello aggregato di investimenti statali.
• I: indica il livello di investimenti privati in attività produttive.
• NX: indica il livello delle esportazioni al netto delle importazioni (esportazioni nette o bilancia commerciale).
• Nella sua forma base quindi il moltiplicatore si troverà generalmente in questa forma:
• [1/(1-c'(1-t))]*(C0+G+I+NX)
• Di conseguenza, tanto più grande è la propensione marginale al consumo c', tanto più grande diviene il moltiplicatore
[1/(1-c')], e tanto maggiore sarà l'espansione totale dell'economia.
• Questa analisi è tuttavia assolutamente basilare e non tiene conto di variabili importanti come il finanziamento della
spesa pubblica G e le attività finanziarie.
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13.MODELLO IS-LM : CURVA IS
Il modello IS-LM analizza gli equilibri del mercato monetario e del mercato reale, trovando il reddito ed il tasso di interesse che
consentono di porre in equilibrio simultaneamente entrambi i mercati.
EQUILIBRIO : Y = A/1-c - V / 1-c *i reddito e tasso d’interesse sono negativamente correlati, le modifiche del reddito di
equilibrio indotte da una variazione del tasso di interesse rappresentano gli spostamenti lungo la curva.
La diminuzione Aumento
della componente componente
autonoma autonoma
(compreso (compresa
aumento delle riduzione tasse)
tasse) porta a porta a
spostamenti della spostamenti della
curva verso sinistra curva verso destra
POLITICA FISCALE POLITICA FISCALE
RESTRITTIVA ESPANSIVA
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14.MODELLO IS-LM : CURVA LM
La curva LM rappresenta le combinazioni reddito tasso di interesse che pongono in equilibrio il mercato monetario (e dei titoli).
DOMANDA DI MONETA : ha due componenti, una dipendente positivamente dal reddito e una negativamente dal tasso di
interesse
OFFERTA DI MONETA : in termini reali è esogenamente determinata
EQUILIBRIO : reddito e tasso di interesse sono positivamente correlati
Il reddito aumenta ed
si vendono titoli: Si riduce la domanda
aumenta la domanda Eccesso di domanda Il prezzo dei titoli Il tasso d’interesse Il mercato monetario
eccesso di offerta di di moneta per scopo
di moneta per scopo di moneta diminuisce aumenta torna in equilibrio
titoli speculativo
transattivo
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15.MODELLO IS-LM : EQUILIBRIO
L’INCONTRO TRA IS E LM DETERMINA L’EQUILIBRIO MACROECONOMICO
Il reddito prima
L’aumento di spesa Il tasso d’interesse
Aumenta la domanda di si vendono titoli: aumentato torna in
pubblica fa aumentare il Il prezzo dei titoli aumenta, riportando in Si riducono gli
moneta per scopo eccesso di offerta di parte indietro per
reddito per effetto del diminuisce equilibrio il mercato investimenti
transattivo titoli effetto dello
moltiplicatore monetario
spiazzamento
Il tasso d’interesse
L’espansione monetaria
Aumenta la domanda di il prezzo dei titoli diminuisce riportando in aumentano gli
comporta un eccesso di Il reddito AUMENTA
titoli aumenta equilibrio il mercato investimenti
offerta
monetario
AUMENTO DEL PREZZO comporta una riduzione dell’offerta reale di moneta e coincide, negli effetti ad una
politica monetaria RESTRITTIVA. Il nuovo equilibrio prevede reddito più basso e tasso di interesse più elevato.
REDDITO ed INFLAZIONE sono negativamente connessi.
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16. DISOCCUPAZIONE
TASSO DI DISOCCUPAZIONE
La Forza Lavoro di un’economia è data dalla somma degli occupati (che lavorano) e dei disoccupati.
Il tasso di lavoro è dato dai disoccupati (FL-occupati) diviso per la Forza Lavoro. D= FL-N // FL
TASSO NATURALE DI DISOCCUPAZIONE : quota di disoccupazione frizionale ineliminabile
TASSO DI ATTIVITA’ : rapporto tra Forza lavoro e popolazione
1. DISOCCUPAZIONE CLASSICA :
• Indotta da rigidità sul mercato dei fattori produttivi. Il salario è RIGIDO e più alto di quello di equilibrio.
• Eccesso di offerta del lavoro disoccupazione involontaria (sottoutilizzo delle risorse esistenti)
• Contrazione dell’offerta aggregata ed aumento dei prezzi determinato per il razionamento dei prodotti
• La disoccupazione è connessa con un’offerta limitata di prodotto, SOLUZIONE: riduzione del salario a livello di EQUILIBRIO
(flessibilità del mercato del lavoro)
2. DISOCCUPAZIONE KEYNESIANA : indotta da una rigidità del mercato reale che contrae la capacità produttiva
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17. INFLAZIONE
L’inflazione è la variazione percentuale dei prezzi in dato periodo (p = deltaP/P)
CLASSIFICAZIONE
CAUSA DIMENSIONE
Esistono diverse curve di Philips a seconda delle aspettative razionali degli operatori economici, in presenza di politiche espansive si
aspetteranno un aumento dei prezzi, richiedendo un aumento di salario.
Nel lungo periodo la disoccupazione tende al livello strutturale ed i tentativi di riduzione si sostanziano in un aumento dei prezzi.
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18. ECONOMIA INTERNAZIONALE
La bilancia dei pagamenti registra le transazioni con l’estero e ha due sezioni:
PARTITE CORRENTI Importazioni ed Esportazioni, trasferimenti. Divengono funzione dei prezzi nazionali ed esteri, del reddito
e tasso di cambio
MOVIMENTI DI CAPITALI Transazioni finanziarie internazionali. Sono Funzione del differenziale di tassi di interesse nazionale
rispetto all’estero. Maggiore è il tasso di interesse nazionale maggiore è l’afflusso dei capitali esteri
REGISTRAZIONI si assumono con segno positivo le transazioni che portano denaro all’interno e con segno negativo le altre.
FORMALIZZAZIONE BP = PC+MK BP = (y,e,P,Ps,i,is)
TASSO DI CAMBIO rappresenta il valore di una moneta in TASSO DI CAMBIO REALE esprime il rapporto dei prezzi nella
termini dell’altra stessa unità di conto (er = e*P/Ps)
Si parla di apprezzamento (rivalutazione) quando il valore della
moneta nazionale rispetto a quella estera aumenta. Caso contrario Il tasso reale rappresenta indice di competitività. Più è elevato e
DEPREZZAMENTO (svalutazione) tanto meno competitive saranno le merci nazionali (meno
esportazioni). Un apprezzamento del tasso di cambio peggiora il
REGIME DI CAMBIO insieme delle regole che definiscono il ruolo saldo della bilancia dei PAGAMENTI
delle banche centrali sul mercato dei cambi
IL MODELLO punti a destra della curva rappresentano disavanzo (importazioni superano le esportazioni), mentre i punti più elevati
MUNDELL comportano tassi elevati con maggior accesso di capitali e avanzo della Bilancia dei Pagamenti
FLEMING Se si apprezza tasso di cambio penalizzate esportazioni , curva verso sinistra
Se di deprezza il tasso di cambio si migliora esportazioni + reddito curva verso destra
EQUILIBRIO MACROECONOMICO
In presenza di perfetta flessibilità dei prezzi e dei fattori produttivi unitamente a quella dei prezzi dei beni conduce
ad un simultaneo equilibrio su tutti i beni
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20. IL SISTEMA ECONOMICO
PREZZI DI PRODUZIONE È il valore di scambio determinato al momento della produzione (valori effettivi delle merci)
VALORE DI SCAMBIO effettivamente realizzati nel mercato gravitano intorno a quelli di
produzione
PROCESSO DI PRODUZIONE Beni (input) Beni (output)
Beni Prodotti + Beni NON prodotti BP (output)
SISTEMA ECONOMICO Si intende una specifica configurazione produttiva in cui esiste almeno una merce indispensabile
cioè che entri direttamente o indirettamente nella produzione di tutte le altre.
STATO REINTEGRATIVO Un problema dei sistemi economici è connesso alla sua riproducibilità, di generare cioè OUTPUT
sufficienti per replicare la produzione.
Il sistema può riprodursi se per ogni merce se il totale degli OUTPUT è almeno pari a quello degli
INPUT ( se output>input SURPLUS) sistema vitale ed in stato reintegrativo
VITALITA’ Un sistema che è in stato reintegrativo è vitale, mente uno che non è in stato reintegrativo non è
detto che non sia vitale condizione necessaria affinchè sia vitale è che abbia almeno un
processo in surplus
REINTEGRATIVI
VITALI
SISTEMI NON
ECONOMICI REINTEGRATIVI
NON VITALI
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21. PREZZI DI PRODUZIONE
Questioni legate alla rappresentazione del processo produttivo in termini di valore:
1. Trovare un metro di misurazione per comparare le diversi grandezze
2. Ricerca di valore (relativo) delle merci, in funzione di una teoria dei prezzi
INTRODUZIONE DEL Considerando un sistema con presente il lavoro in forma esplicita (remunerazione del
LAVORO lavoro = salario)
Il salario è espresso in termini di beni consumati dai lavoratori per replicare la forza
lavoro.
Tale sistema consente ancora di arrivare alla medesima soluzione del precedente,
considerando come incognita i prezzi relativi
PREZZI DI Nel caso in cui il sistema produca un sovrappiù, valutando tale surplus in rapporto ai
PRODUZIONE IN mezzi di produzione anticipati, introduciamo il saggio di profitto come rapporto tra
SISTEMA CON surplus e valore dei mezzi di produzione (e di consumo) anticipati.
SOVRAPPIU’ Non è detto che il surplus vada tutto ai profitti, parte può essere incamerato dai salari.
Per trovare il valore dei prezzi relativi occorre definire la distribuzione del surplus tra
lavoro e capitale
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22. SISTEMA RICARDIANO
SOGGETTI:
1. PROPRIETARI TERRENI : ottengono una rendita dai terreno più produttivi di quello marginale, consumano beni voluttuari (rendite)
2. LAVORATORI : ottengono un salario (di sussistenza) in cambio del lavoro prestato, consumano beni di prima necessità (salari)
3. IMPRENDITORI : ottengono il profitto ed organizzano la produzione, consumano beni di prima necessità (profitti).
CONCLUSIONI
1. Il prezzo relativo dei beni è INDIPENDENTE dalla distribuzione del reddito e funzione della produzione
2. I prezzi coprono i costi di produzione
3. La caduta del saggio di profitti spinge l’economia verso una condizione di stato stazionario senza accumulazione di capitali
LIMITI
4. Modello di relazione tra reddito e popolazione semplicistico
5. La teoria pura della distribuzione si basa sulla supposizione che il capitale per lavoratore sia equivalente in tutti i settori, senza la
quale i prezzi divengono funzione di distribuzione del reddito
6. Per misurare impatto effettivo e non solo nominale della distribuzione sui prezzi occorre cercare una merce che costituisca una
misura invariabile del valore. Ricardo non trova mai questa merce
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23. IL SISTEMA MARXIANO
MODELLO MARXIANO:
Ogni bene (merce) possiede un valore di scambio (dato dal mercato) ed un valore d’uso (intrinseco alla merce). Il lavoro possiede un
valore di scambio inferiore al suo valore d’uso. Il plusvalore è la quota di prodotto non destinata alla riproduzione ma all’accumulazione.
PARAMETRI:
1. CAPITALE ANTICIPATO : Costante (quota di capitale anticipato per acquisire i fattori) Variabile (Quota del capitale per i salari)
2. COMPOSIZIONE ORGANICA DEL CAPITALE : quota di capitale costante impiegata nell’economia q= C/C+V
3. PLUSVALORE : valore di scambio del prodotto è dato dal capitale anticipato + il plusvalore generato dal lavoro utilizzato
4. SAGGIO DI PLUSVALORE : quota di surplus che si ottiene dal lavoro impiegato
VALORE: è dato dal lavoro socialmente utile per la loro produzione PRODOTTO = LAVORO (vivo) + CAP. COSTANTE (lavoro morto).
SAGGIO DI PROFITTO: il capitalista non è interessato al saggio di plusvalore, ma a quello di profitto. Il capitalista vuole
massimizzare il saggio di profitto , pertanto i prezzi differiscono dei valori in termini di lavoro sociale contenuto, poiché
rappresentano i valori di scambio necessari perché esista un unico profitto nell’economia.
SCHEMA DELLA TEORIA MARXIANA
Accumulazione porta all’aumento della domanda di lavoro e dei salari, di conseguenza abbiamo la caduta del saggio dei profitti. I
capitalisti per difendere il saggio di profitto diminuiscono la domanda di lavoro e si crea così la disoccupazione , la riduzione dei
salari e il peggioramento delle condizioni lavorative. Nel frattempo sono state premiate le imprese migliori (più produttive) che
attraverso il progresso tecnico (macchine, + produzione) incrementano la composizione organica del capitale con recupero del
saggio di produzione. Il circuito consente di mantenere i salari al livello di sussistenza.
CONCLUSIONI
1. Per Marx il sistema dei prezzi è il risultato del sistema storico di riferimento che fa sì che i prezzi di produzione si discostino dal
valore dei beni
2. La trasformazione dei valori in prezzi di produzione non è un problema ma un punto qualificante
3. Mediante l’acquisizione del sovrappiù prodotto dal lavoro è possibile l’accumulazione del capitale, il mantenimento del salario a
livello di sussistenza
4. Il sistema capitalistico ha tendenza all’esaurimento perché a seguito delle crisi riduce il saggio di profitto e favorisce l’aumento
dell’insoddisfazione dei lavoratori.
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24. IL SISTEMA DI SRAFFA
FINALITA’ Sraffa risolve il problema Ricardiano del valore IPOTESI
trovando la «merce numerario» utile per definire il saggio di • Sistema economico con sovrappiù
profitto indipendentemente dai prezzi • Salari pagati alla fine del periodo
• Variabile distributiva e tecnologia esogene
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