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ECONOMIA POLITICA

1. IL MERCATO
2. TEORIA DEL CONSUMATORE
3. TEORIA DELL’IMPRESA IN CONCORRENZA PERFETTA
4. TEORIA DELL’IMPRESA: MASSIMIZZAZIONE NEL BREVE PERIODO
5. TEORIA DELL’IMPRESA : MASSIMIZZAZIONE NEL LUNGO PERIODO
6. IL MONOPOLIO
7. IL MONOPOLIO NATURALE
8. L’OLIGOPOLIO
9. CONCORRENZA MONOPOLISTICA
10. I CONTI DELLA CONTABILITA’ NAZIONALE
11. EQUILIBRIO PRIVATO
12. IL MOLTIPLICATORE KEYNESIANO
13. MODELLO IS-LM: CURVA IS
14. MODELLO IS-LM: CURVA LM
15. MODELLO IS-LM: EQUILIBRIO
16. LA DISOCCUPAZIONE
17. INFLAZIONE
18. ECONOMIA INTERNAZIONALE
19. DOMANDA ED OFFERTA AGGREGATA
20. IL SISTEMA ECONOMICO
21. I PREZZI DI PRODUZIONE
22. IL SISTEMA RICARDIANO
23. IL SISTEMA MARXIANO
24. IL SISTEMA DI SRAFFA
25. IL LABIRINTO CLIENTELARE

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1. IL MERCATO
Il mercato è il luogo dove si confrontano DOMANDA (quantità richiesta dai consumatori) e OFFERTA (quantità ceduta ai consumatori dai
venditori /produttori).

CURVA DI DOMANDA  all’aumentare del prezzo da P1 a P2 abbiamo una diminuzione della domanda e si verificano spostamenti lungo
la curva di domanda (DECRESCENTE)

RAPPORTO INCREMENTALE = misura


+ reddito - Reddito
= = inclinazione della curva, riduzione di prezzo
Spostame Spostame a seguito dell’aumento della domanda
nti verso nti verso
esterno interno

CURVA DI OFFERTA  all’aumentare del prezzo da P1 a P2 aumenta l’offerta da parte dei produttori/venditori di un determinato
bene e si verificano spostamenti sulla curva di offerta (CRESCENTE). Se cambiano variabili esogene (costo dei fattori) provocano
spostamenti sulla curva

+ salario
- Salario =
=
Spostame
Spostame
nti verso
nti verso
destra
sinistra

EQUILIBRIO  l’incontro delle due curve stabilisce l’equilibrio sul mercato e i livelli ottimali di prezzo e quantità.

1. SHOCK DOMANDA : + reddito


2. SHOCK OFFERTA : + salario
3. SHOCK CONGIUNTO : + reddito e + salario

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2. TEORIA DEL CONSUMATORE
La teoria del consumatore spiega la formazione della curva di domanda e si fonda su 2 elementi:
1. UTILITA’:
a. UTILITA’ TOTALE = utilità conseguente al consumo di un paniere di beni
b. UTILITA’ MARGINALE = incremento dell’utilità totale indotta dal consumo di un’ulteriore quantità del bene
c. UTILITA’ MEDIA = rapporto tra utilità e quantità di beni consumati
2. VINCOLO DI BILANCIO : insieme delle risorse a disposizione del consumatore per acquistare i beni
CURVA DI INDIFFERENZA : congiunge le combinazioni di beni che danno la medesima utilità. (SMS = pendenza della curva)
SAGGIO MARGINALE DI SOSTITUZIONE : quantità di bene X2 cui un individuo è disposto a rinunciare in cambio di un’ulteriore
quantità del bene X1, mantenendo inalterata l’utilità.
VINCOLO DI BILANCIO = R  R= p1*X1 + p2*X2  INTERCETTA = reddito reale ; COEFF. ANGOLARE = Rapporto dei prezzi.
La retta del vincolo di bilancio e la parte sottostante ad essa indicano il paniere di beni ACCESSIBILI al consumatore, dato il suo reddito.

+ reddito Gli individui mirano a raggiungere curve più elevate


Curva verso esterno = aumento del
paniere dei beni accessibili
compatibilmente con il loro vincolo di bilancio.

OTTIMO DEL CONSUMATORE (MASSIMA UTILITA’ = si


+ prezzo BENE X2
Curva ruota verso il basso a sinistra
verifica nel punto di tangenza fra la curva di indifferenza e
+ prezzo BENE X1 la retta del vincolo di bilancio
Cambia inclinazione della curva

Con aumento del bene X1 sono possibili due scenari:


1. Consumo X1 diminuisce, X2 AUMENTA
2. Consumo X1 diminuisce, X2 DIMINUISCE
RISULTATO = diminuisce il consumo del bene il cui prezzo è aumentato, è incerto l’effetto dell’altro bene dipende dalla sostituibilità
dei due prodotti.

 EFFETTO SOSTITUZIONE: più i due beni sono percepiti come perfetti sostituti, più il consumo di un bene reagirà negativamente
all’oscillazione dell’altro
 EFFETTO REDDITO: se i beni sono ritenuti entrambi importanti, alla contrazione del prezzo di X1 avrò un aumento di entrambi i
beni.
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3.TEORIA DELL’IMPRESA IN CONCORRENZA PERFETTA
FUNZIONE di PRODUZIONE = le imprese combinano al meglio dell’efficienza i fattori produttivi (lavoro, capitale)al fine di produrre il bene
da offrire sul mercato  Q= F (K,L)
PRODUTTIVITA’ MARGINALE  quantità di produzione conseguente all’impiego di un’ulteriore unità del fattore
PRODUTTIVITA’ MEDIA  rapporto tra quantità lavorata e lavoratore (PM = Q/L)

RENDIMENTI DI SCALA :
1. Crescenti  all’aumentare proporzionale dei fattori corrisponde un aumento più che proporzionale della quantità prodotta
(ECONOMIA DI SCALA)
2. Decrescenti  all’aumentare proporzionale dei fattori corrisponde un aumento meno che proporzionale della quantità prodotta
(DISECONOMIA DI SCALA)
3. Costante –> alla’aumentare proporzionale dei fattori corrisponde un aumento proporzionale della quantità prodotta.

CONCORRENZA PERFETTA : mercato ideale con i seguenti elementi:


4. Presenza di molti consumatori
5. Presenza di molti venditori
6. Assenza di barriere ingresso e uscita
7. Omogeneità dei beni venduti
8. Perfetta informazione

MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO: differenza tra RICAVI TOTALI e COSTI TOTALI


X (profitto) = RT – CT = RT – (wl + rk) (costo lavoro + costo capitale)

COSTI MARGINALI : aumento dei costi totali indotto dalla variazione unitaria della quantità di bene prodotto CMG= deltaCT/deltaQ

COSTI MEDI : rapporto tra COSTI TOTALI e QUANTITA’ PRODOTTA CM = CT/Q

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4.TEORIA DELL’IMPRESA: MASSIMIZZAZIONE NEL BREVE PERIODO
Nel breve periodo si può modificare un solo fattore (ad esempio il lavoro) in quanto si ipotizza che nel breve periodo non si possa modificare
a struttura produttiva dell’azienda.
La funzione di produzione sarà pertanto Q= F(L)

PROCESSO DI MASSIMIZZAZIONE

• In termini fisici ci dice quanti prodotti verranno


PRODU realizzati aumentando di una unità il fattore
TTIVITA’
MARGI produttivo analizzato
NALE IN
VALORE

• Moltiplicando la PmgL per il prezzo otteniamo la


rendita dell’unità di lavoro in termini di fatturato
VPmg =
P * Pmg
(SALARIO = costo dell’unità ulteriore di lavoro)

• L’impresa assumerà manodopera (aumentando così


la produzione) fino a che la produttività marginale in
Risultat
o
valore è maggiore del salario corrisposto

Trovata la quantità ottimale prodotta, il punto di massimo sarà la quantità offerta dall’impresa dati i prezzi dei fattori.

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5.TEORIA DELL’IMPRESA: MASSIMIZZAZIONE NEL LUNGO PERIODO
Variano tutti i fattori produttivi, l’impresa massimizza il profitto che è dato dalla differenza tra ricavi totali e costi totali.
1. RICAVO TOTALE: prodotto del Prezzo per la Quantità
2. RICAVO MEDIO: rapporto tra ricavi e quantità
3. RICAVO MARGINALE : variazione dei ricavi totali a seguito dall’aumento di un’unità della quantità prodotta.

MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO


Costo Marginale Crescente e prezzo dato.
Se Cmg < P  aumentare produzione
Se Cmg > P  Profitto inizia a diminuire
PROFITTO MASSIMO  Cmg = P
ISOQUANTO : Insieme delle combinazioni dei fattori che ISOCOSTO : retta che rappresenta le combinazioni di fattori
danno luogo a quantità produttive equivalenti (decrescente e produttivi che danno origine allo stesso costo totale.
con concavità rivolta verso il basso) PENDENZA = rapporto tra costi e fattori

SMS Tecnica  inclinazione ISOQUANTO  quantità di fattore


necessaria per sostituire un’unità dell’altro mantenendo
costante la produzione

MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO (minimizzare i costi)


X = RT – CT  Q – WL- RK (WL e RK sono i costi totali)
CONDIZIONE DI EQUILIBRIO  impresa sceglie la curva di isocosto più bassa compatibile con l’isoquanto connesso con la quantità che
si intende produrre. L’equilibrio è il punto di tangenza tra ISOCOSTO ed ISOQUANTO

SMST indica la quantità di capitale necessaria per compensare la riduzione di un’unità di lavoro con produzione costante.
Il rapporto tra salario e remunerazione del capitale rappresenta il costo relativo del lavoro in termini di capitale

SMST > W/R  l’imprenditore acquisisce lavoro relativamente più conveniente sostituendo il capitale

SMST < W/R  l’imprenditore riduce il lavoro relativamente più costoso sostituendolo con il capitale

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6 - 7. MONOPOLIO, MONOPOLIO NATURALE E FALLIMENTI DEL MERCATO
Nel monopolio esiste una sola impresa produttrice del bene e molti compratori. Il monopolista fronteggia da solo l’intera domanda di mercato
pertanto può stabilire il prezzo, mentre la domanda stabilisce la quantità.
CAUSE:
1. Esistenza barriere in ingresso
2. Licenze o brevetti
3. Know How tecnico esclusivo
4. Controllo fattori produttivi
5. MONOPOLIO LEGALE : rilascio di licenze/concessioni pubbliche causa di un monopolio di natura legale
6. MONOPOLIO NATURALE: i costi medi e marginali decrescenti determinati da rendimenti di scala crescenti che rendono la concorrenza
impossibile

OTTIMO  punto in cui il costo marginale incontra il ricavo marginale


L’area di profitto è desunta dal prodotto della quantità scambiata per la differenza tra prezzo e costo medio dei prodotti.
Il fatto che altre imprese non possano entrare nel mercato impedisce che venga sviluppata una concorrenza per acquisire quel profitto
(EXTRA PROFITTO)  situazione di INEFFICIENZA che danneggia i consumatori.

MONOPOLIO NATURALE = FALLIMENTI DEL MERCATO


Il mercato non riesce ad arrivare da solo alla soluzione di massima efficienza, lo Stato è l’unico che può operare in perdita “simulando” l’equilibrio
Concorrenziale.
Negli anni 60  NAZIONALIZZAZIONE  energia, trasporti ecc ecc . Le imprese private non potevano operare in perdita e si ritenne
che, per il bene della collettività, lo stato dovesse assumere la proprietà di queste linee produttive ed accettare di finanziarne la
perdita mediante il ricorso alla fiscalità generale (FORTI INEFFICIENZE)

Dagli anni 80 si cambia rotta  PRIVATIZZAZIONE

CONCORRENZA PER IL MERCATO : Lo stato per assegnare una concessione in monopolio mette in atto una gara in cui vengono presi
in considerazione i prezzi più bassi alla vendita a parità di qualità.

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8. OLIGOPOLIO
Nell’oligopolio la produzione è abbastanza concentrata nelle mani di poche imprese. I cartelli sono accordi presi tra imprese oligopoliste.
Si tende a dividere la produzione tra le imprese partecipanti (dipende dalla coesione delle imprese)
ACCORDI VOLTI A LIMITARE LA CONCORRENZA  ILLEGALI

Tipi di OLIGOPOLIO:
1. COLLUSIVO: le imprese decidono di collaborare simulando un mercato monopolista
2. CONCORRENZIALE : le imprese NON si accordano e la dinamica competitiva riporta il mercato ad una simil concorrenza
3. CON IMPRESA DOMINANTE: esiste un’impresa che concentra su di sé la maggior parte del fatturato insieme ad imprese più piccole.

METODO DEL MARK-UP (margine) = P = w/clup * (1+mark-up)

DOMANDA AD ANGOLO  impresa fronteggia domanda ad angolo che fa convergere le scelte sul prezzo P0

Dilemma del prigioniero che può essere riportato al comportamento di due oligopolisti che possano optare per un prezzo elevato ed uno
Basso, entrambi concorreranno utilizzando il prezzo basso.

Politiche di differenziazione
• Pubblicità
• Varietà

Diritto dei contratti


• Insieme delle regole che sovrintendono le attività di scambio

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9. CONCORRENZA MONOPOLISTICA
Molti produttori competono con prodotti che soddisfano lo stesso bisogno ma sono percepiti come diversi dai consumatori.

BREVE PERIODO –> ogni impresa si comporta da monopolista avendo a riferimento la propria curva di domanda e maturando
Extra profitti

LUNGO PERIODO  nel tempo gli extra profitti attirano la concorrenza di nuove imprese che ne imitano i prodotti:
1. Perdita della posizione dominante  diminuzione degli extra profitti
2. Curva di domanda si riduce fino a che cessano di entrare sul mercato nuovi imitatori

L’impresa tenterà di difendere la propria distintività con politiche commerciali e di marketing (VARIETA’ e PUBBLICITA’

Il marketing operativo si basa su quelle che vengono definite le 7 P

4 P TRADIZIONALI
• Prodotto
• Prezzo
• Pubblicità e Promozione
• Punto Vendita
LE NUOVE P
• Persone (venditori)
• PR public relation
• Potere (politico e di mercato)

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10. CONTI DELLA CONTABILITA’ NAZIONALE
I soggetti MACROECONOMICI sono:
1. Settore Privato : CONSUMO, FAMIGLIE
2. Settore Pubblico : SPESA IN VALORE AGGIUNTO, TASSAZIONI, TRASFERIMENTI
3. Resto del Mondo : ESPORTAZIONE, IMPORTAZIONI, TRASFERIMENTI NETTI DALL’ESTERO
L’aggregato più utilizzato per definire la produzione è il Prodotto Interno Lordo (PIL)
Il PIL può essere misurato come:
4. Somma di tutti gli acquisti finali (metodo della spesa)
5. Somma del v.a. prodotto dalle imprese
6. Somma dei redditi percepiti

Reddito disponibile: Ai redditi percepiti per la produzione occorre aggiungere il valore netto dei trasferimenti percepiti dalle famiglie

CONTI DELLA CONTABILITA’


CONTI DELLA CONTABILITA’ CONTI DELLA CONTABILITA’
NAZIONALE
NAZIONALE NAZIONALE
SETTORE PRIVATO PUBBLICO
SETTORE PRIVATO SETTORE PRIVATO E PUBBLICO
ED ESTERO
• Primo conto della produzione e • Primo conto della produzione e • Primo conto della produzione e
della spesa CONSUMO + della spesa : SETTORE PRIVATO + della spesa : IMPORTAZIONI =
INVESTIMENTO SPESA PUBBLICA ESPORTAZIONI
• Secondo conto dell’utilizzo del • Secondo conto dell’utilizzo del • Secondo conto dell’utilizzo del
reddito: CONSUMO + RISPARMIO reddito: REDDITO DISPONIBILE = reddito = REDDITO DISPONIBILE =
• Terzo conto degli investimenti: SPESA SPESA
primo conto = secondo conto • Terzo conto degli investimenti : I = S • Terzo conto degli investimenti: I = S
– deficit Pubblico – deficit Pubblico – Surplus Estero

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11. EQUILIBRIO PRIVATO
Il prodotto Nazionale (uguale al reddito e alla spesa) rappresenta l’offerta, la domanda espressa dalle famiglie e dalle imprese

FUNZIONE DEL Il consumo è composto da due elementi: uno autonomo e l’altro dipendente dal reddito.
CONSUMO La propensione MARGINALE al CONSUMO misura quanto aumenta il consumo quando il reddito aumenta di 1
•Oscilla tra 0 e 1
•Se è 0 reddito non influisce sul consumo
•Se è 1 l’intero reddito viene ad essere consumato
FUNZIONE DEL Il risparmio è la quota di reddito NON consumata
RISPARMIO La propensione MARGINALE al RISPARMIO misura quanto aumenta il risparmio quando il reddito aumenta di 1
•Oscilla tra 0 e 1
•Se è 0 reddito viene solo consumato
•Se è 1 l’intero reddito viene risparmiato
FUNZIONE DELLA Le imprese domandano una quantità esogena di investimento decisa ad inizio anno
DOMANDA I = I0
AGGREGATA DOMANDA AGGREGATA = INVESTIMENTO + CONSUMO (componente autonoma + dipendente reddito)
RAPPRESENTAZIONE L’equilibrio si ottiene quando la domanda ed offerta aggregata si eguagliano. Date le due curve esiste un valore
GRAFICA ED del reddito che garantisce tale equilibrio.
ANALITICA Y = I0+C0+C*y
DELL’EQUILIBRIO • curva di domanda : la pendenza è data dalla propensione al consumo
• Curva di offerta : prodotto = reddito ed è rappresentata dalla bisettrice del quadrante
• Equilibrio : intersezione tra domanda e offerta determina il reddito di equilibrio

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12. MOLTIPLICATORE KEYNESIANO
È la variazione del reddito indotta da una variazione unitaria di spesa pubblica
Equilibrio : Y = I0+C0+G0 –CT0 // 1-c
Calcoliamo il moltiplicatore Mg = delta Y/ delta G  Y = delta G/1-c
Poiché la propensione al consumo è inferiore all’unità il reddito aumenta più del semplice aumento della spesa pubblica
IL MOLTIPLICATORE Misura la variazione del reddito indotta da una variazione unitaria della tassazione netta
DELLA TASSAZIONE Equilibrio dato da
FISSA
Poiché la propensione al consumo è inferiore all’unità la tassazione in valore assoluto incide meno
della spesa pubblica

IL MOLTIPLICATORE Equilibrio è dato da :


DELLA SPESA La tassazione fa aumentare il denominatore , perciò il moltiplicatore si riduce
PUBBLICA IN
PRESENZA DI
TASSAZIONE
ENDOGENA

EFFETTO DI 1. G fa subito aumentare Y di 1


MOLTIPLICAZIONE 2. Il consumo aumenta per un importo pari a C*delta Y (0,8)
3. Le imprese aumentano la produzione di 0,8
4. Il reddito aumenta di 0.8 e i consumatori possono consumare altri beni (0,64)
5. In risposta le imprese aumentano ancora la produzione di 0,64 e così via fino a che la spinta al
consumo non si esaurisce

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In economia il moltiplicatore keynesiano è uno strumento fondamentale di analisi macroeconomica. Il concetto del
moltiplicatore era già stato esposto da un altro economista, Khan. Successivamente Keynes riprenderà quell'intuizione
per rielaborarla nella sua Teoria generale della moneta dell'interesse e dell'occupazione. Il Moltiplicatore come elaborato
dall'economista inglese John Maynard Keynes, permette di individuare l'effetto sul reddito complessivo di un certo livello
incrementale di consumo, o di investimento o di spesa pubblica, all'interno del sistema economico. Il moltiplicatore
misura infatti la percentuale di incremento del reddito nazionale in rapporto all'incremento di una o più variabili
macroeconomiche componenti la domanda aggregata: consumi, investimenti e spesa pubblica.
• Si identifichi come " c' " il parametro detto "propensione marginale al consumo", che può variare da 0 a 1 e indica la
percentuale del reddito che viene re-investita dai consumatori in consumo stesso.
• Nella sua forma standard il moltiplicatore assume la seguente forma:
• {\displaystyle 1/(1-c')}
• Notiamo che all'aumentare di c', 1 - c' diviene più piccolo, e di conseguenza tutto il moltiplicatore diviene più grande. Il
moltiplicatore moltiplica per l'appunto la somma dei parametri di domanda:
• C0: indica il consumo di sussistenza, ovvero quella parte di consumo di base che permette agli uomini che danno vita
all'economia di sopravvivere.
• G: indica la spesa pubblica, ovvero il livello aggregato di investimenti statali.
• I: indica il livello di investimenti privati in attività produttive.
• NX: indica il livello delle esportazioni al netto delle importazioni (esportazioni nette o bilancia commerciale).
• Nella sua forma base quindi il moltiplicatore si troverà generalmente in questa forma:
• [1/(1-c'(1-t))]*(C0+G+I+NX)
• Di conseguenza, tanto più grande è la propensione marginale al consumo c', tanto più grande diviene il moltiplicatore
[1/(1-c')], e tanto maggiore sarà l'espansione totale dell'economia.
• Questa analisi è tuttavia assolutamente basilare e non tiene conto di variabili importanti come il finanziamento della
spesa pubblica G e le attività finanziarie.

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13.MODELLO IS-LM : CURVA IS
Il modello IS-LM analizza gli equilibri del mercato monetario e del mercato reale, trovando il reddito ed il tasso di interesse che
consentono di porre in equilibrio simultaneamente entrambi i mercati.

• Rappresenta le combinazioni reddito-tasso di interesse che


CURVA IS pongono in equilibrio il mercato dei beni (reali)

• Rappresenta le combinazioni reddito tasso di interesse che


CURVA LM pongono in equilibrio il mercato monetario (e dei titoli)

Per costruire la curva IS bisogna analizzare :


1. CONSUMO  dipende positivamente dal reddito e negativamente dalla tassazione
2. INVESTIMENTO  dipende negativamente dal tasso di interesse
3. SPESA PUBBLICA  E’ componente esogena

EQUILIBRIO : Y = A/1-c - V / 1-c *i  reddito e tasso d’interesse sono negativamente correlati, le modifiche del reddito di
equilibrio indotte da una variazione del tasso di interesse rappresentano gli spostamenti lungo la curva.

La diminuzione Aumento
della componente componente
autonoma autonoma
(compreso (compresa
aumento delle riduzione tasse)
tasse) porta a porta a
spostamenti della spostamenti della
curva verso sinistra curva verso destra
POLITICA FISCALE POLITICA FISCALE
RESTRITTIVA ESPANSIVA

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14.MODELLO IS-LM : CURVA LM
La curva LM rappresenta le combinazioni reddito tasso di interesse che pongono in equilibrio il mercato monetario (e dei titoli).
 DOMANDA DI MONETA : ha due componenti, una dipendente positivamente dal reddito e una negativamente dal tasso di
interesse
OFFERTA DI MONETA : in termini reali è esogenamente determinata
EQUILIBRIO : reddito e tasso di interesse sono positivamente correlati

CORRELAZIONE POSITIVA TRA REDDITO E TASSO DI INTERESSE RICAVATO ANALITICAMENTE

Il reddito aumenta ed
si vendono titoli: Si riduce la domanda
aumenta la domanda Eccesso di domanda Il prezzo dei titoli Il tasso d’interesse Il mercato monetario
eccesso di offerta di di moneta per scopo
di moneta per scopo di moneta diminuisce aumenta torna in equilibrio
titoli speculativo
transattivo

• In equilibrio tasso di interesse e reddito sono positivamente correlati


• Le modifiche del reddito di equilibrio indotte da una variazione del tasso di interesse rappresentano spostamenti lungo la curva
• Se la BC aumenta l’offerta di moneta (POLITICA MONETARIA ESPANSIVA) la curva si sposta in basso verso destra
• Se la BC diminuisce l’offerta di moneta (POLITICA MONETARIA RESTRITTIVA) la curva si sposta in alto verso sinistra

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15.MODELLO IS-LM : EQUILIBRIO
L’INCONTRO TRA IS E LM DETERMINA L’EQUILIBRIO MACROECONOMICO

1. POLITICA FISCALE ESPANSIVA


• Sposta la IS verso destra e il punto di intersezione in A’
• Il nuovo equilibrio prevede reddito e tasso di interesse più alti

Il reddito prima
L’aumento di spesa Il tasso d’interesse
Aumenta la domanda di si vendono titoli: aumentato torna in
pubblica fa aumentare il Il prezzo dei titoli aumenta, riportando in Si riducono gli
moneta per scopo eccesso di offerta di parte indietro per
reddito per effetto del diminuisce equilibrio il mercato investimenti
transattivo titoli effetto dello
moltiplicatore monetario
spiazzamento

2. POLITICA MONETARIA ESPANSIVA

• Sposta la LM verso destra e il punto di equilibrio in A’


• Il nuovo equilibrio prevede reddito più elevato e a tasso d’interesse più basso

Il tasso d’interesse
L’espansione monetaria
Aumenta la domanda di il prezzo dei titoli diminuisce riportando in aumentano gli
comporta un eccesso di Il reddito AUMENTA
titoli aumenta equilibrio il mercato investimenti
offerta
monetario

AUMENTO DEL PREZZO  comporta una riduzione dell’offerta reale di moneta e coincide, negli effetti ad una
politica monetaria RESTRITTIVA. Il nuovo equilibrio prevede reddito più basso e tasso di interesse più elevato.
REDDITO ed INFLAZIONE sono negativamente connessi.
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16. DISOCCUPAZIONE
TASSO DI DISOCCUPAZIONE
La Forza Lavoro di un’economia è data dalla somma degli occupati (che lavorano) e dei disoccupati.
Il tasso di lavoro è dato dai disoccupati (FL-occupati) diviso per la Forza Lavoro. D= FL-N // FL
TASSO NATURALE DI DISOCCUPAZIONE : quota di disoccupazione frizionale ineliminabile
TASSO DI ATTIVITA’ : rapporto tra Forza lavoro e popolazione

TEORIE SULLA DISOCCUPAZIONE:

1. DISOCCUPAZIONE CLASSICA :
• Indotta da rigidità sul mercato dei fattori produttivi. Il salario è RIGIDO e più alto di quello di equilibrio.
• Eccesso di offerta del lavoro  disoccupazione involontaria (sottoutilizzo delle risorse esistenti)
• Contrazione dell’offerta aggregata ed aumento dei prezzi determinato per il razionamento dei prodotti
• La disoccupazione è connessa con un’offerta limitata di prodotto, SOLUZIONE: riduzione del salario a livello di EQUILIBRIO
(flessibilità del mercato del lavoro)

2. DISOCCUPAZIONE KEYNESIANA : indotta da una rigidità del mercato reale che contrae la capacità produttiva

3. DISOCCUPAZIONE DA “INFLAZIONE REPRESSA” (eccesso generalizzato di domanda):


• Tipica di un’economia pianificata in cui tutti i prezzi sono rigidamente definiti più bassi di quello di equilibrio
• Contemporanea RIGIDITA’: dei prezzi sul mercato dei beni e del salario su quello del lavoro
• I consumatori sono RAZIONATI sul mercato dei beni e le imprese razionate sul mercato del lavoro
• Prezzi vischiosi sia al rialzo che al ribasso.

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17. INFLAZIONE
L’inflazione è la variazione percentuale dei prezzi in dato periodo (p = deltaP/P)
CLASSIFICAZIONE
CAUSA DIMENSIONE

• Inflazione da domanda • Inflazione strisciante (massimo 2-3%)


• Inflazione monetaria e creditizia • Inflazione moderata (intorno al 10%)
• Inflazione da offerta • Inflazione galoppante (2 o addirittura 3 cifre)
• Inflazione da costi • Iperinflazione (nell’ordine del 300%)
• Inflazione da profitti
• Inflazione importata

Costi di gestione CURVA DI PHILIPS


della liquidità
Immediata Philips ha studiato la relazione tra inflazione e disoccupazione
reazione degli teorizzando una correlazione negativa.
operatori Costi delle
modifiche dei
prezzi SALARIO : Il salario dipende dall’aspettativa sull’aumento dei
PREVISTA
Costi prezzi e dalla pressione del mercato del lavoro per cui maggiore
dell’innovazione sarà la disoccupazione maggiore sarà la pressione al ribasso dei
finanziaria
Reazione ritardata
salari.
Costi dell’
INFLAZIONE Costi del FISCAL-
DRAG FUNZIONE DELL’INFLAZIONE:
Redistribuzione
dai creditori a p = pe + y (u –u ) – pgreco + m’
favore dei debitori
IMPREVISTA
Redistribuzione
generazionale (da
anziani ai giovani

• L’inflazione è negativamente connessa con il tasso di disoccupazione u


• La curva di Philips sintetizza il trade off del decisore politico fra combattere inflazione o disoccupazione
• Politiche fiscali, monetarie o legate all’offerta (incentivi, sussidi) possono cercare di spostare la curva verso l’interno

Esistono diverse curve di Philips a seconda delle aspettative razionali degli operatori economici, in presenza di politiche espansive si
aspetteranno un aumento dei prezzi, richiedendo un aumento di salario.
Nel lungo periodo la disoccupazione tende al livello strutturale ed i tentativi di riduzione si sostanziano in un aumento dei prezzi.
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18. ECONOMIA INTERNAZIONALE
La bilancia dei pagamenti registra le transazioni con l’estero e ha due sezioni:
 PARTITE CORRENTI  Importazioni ed Esportazioni, trasferimenti. Divengono funzione dei prezzi nazionali ed esteri, del reddito
e tasso di cambio
 MOVIMENTI DI CAPITALI  Transazioni finanziarie internazionali. Sono Funzione del differenziale di tassi di interesse nazionale
rispetto all’estero. Maggiore è il tasso di interesse nazionale maggiore è l’afflusso dei capitali esteri
REGISTRAZIONI  si assumono con segno positivo le transazioni che portano denaro all’interno e con segno negativo le altre.
FORMALIZZAZIONE  BP = PC+MK  BP = (y,e,P,Ps,i,is)
TASSO DI CAMBIO  rappresenta il valore di una moneta in TASSO DI CAMBIO REALE  esprime il rapporto dei prezzi nella
termini dell’altra stessa unità di conto (er = e*P/Ps)
Si parla di apprezzamento (rivalutazione) quando il valore della
moneta nazionale rispetto a quella estera aumenta. Caso contrario Il tasso reale rappresenta indice di competitività. Più è elevato e
DEPREZZAMENTO (svalutazione) tanto meno competitive saranno le merci nazionali (meno
esportazioni). Un apprezzamento del tasso di cambio peggiora il
REGIME DI CAMBIO  insieme delle regole che definiscono il ruolo saldo della bilancia dei PAGAMENTI
delle banche centrali sul mercato dei cambi

IL MODELLO punti a destra della curva rappresentano disavanzo (importazioni superano le esportazioni), mentre i punti più elevati
MUNDELL comportano tassi elevati con maggior accesso di capitali e avanzo della Bilancia dei Pagamenti
FLEMING Se si apprezza tasso di cambio  penalizzate esportazioni , curva verso sinistra
Se di deprezza il tasso di cambio  si migliora esportazioni  + reddito  curva verso destra

CAMBI POLITICA FISCALE ESPANSIVA POLITICA MONETARIA ESPANSIVA


FLESSIBILI • + spesa pubblica • Punto di equilibrio in tassi interesse più bassi
(cond . EQ BP • Nuovo punto di equilibrio punto di AVANZO BP • Disavanzo della BP e deprezzamento dei tassi di cambio
nel modello • - esportazioni limitando effetto espansivo del reddito • + esportazioni  si sposta IS
IS LM) • politiche Fiscali INEFFICACI  sostituzione spesa • Le politiche monetarie sono MASSIMAMENTE efficaci
pubblica con esportazioni

CAMBI FISSI POLITICA FISCALE ESPANSIVA POLITICA MONETARIA ESPANSIVA


cond . EQ BP • + reddito e tasso di interesse , avanzo BP e • - tassi di interesse, disavanzo BP e deprezzamento tasso
nel modello apprezzamento cambio di cambio
IS LM) • Intervento della Banca Centrale che offre moneta • La BC interviene vendendo riserve e drenando la
• Intervento BC spinge la LM verso destra (+ reddito) liquidità nazionale
• politiche fiscali INEFFICACI • Tale politica annulla gli effetti della POL ESPANSIVA
• Politiche monetarie inefficaci
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19. DOMANDA ED OFFERTA AGGREGATE
DOMANDA AGGREGATA OFFERTA AGGREGATA
Insieme di prodotti domandati a vario titolo dagli Andamento della produzione al variare dei prezzi di
individui e dalle istituzioni interessate allo sviluppo del mercato
mercato • Se aumenta il prezzo si riduce il salario reale, aumenta
• L’aumento dei prezzi riduce l’offerta di moneta il valore impiegato e dunque la produzione
• Si riducono gli investimenti • Prezzo e offerta aggregata sono positivamente
• Domanda aggregata e prezzo sono inversamente correlati
correlati
• Variazioni delle componenti autonome spostano la
curva verso l’esterno

EQUILIBRIO MACROECONOMICO
In presenza di perfetta flessibilità dei prezzi e dei fattori produttivi unitamente a quella dei prezzi dei beni conduce
ad un simultaneo equilibrio su tutti i beni

EQUILIBRIO SU TUTTI I MERCATI


• La funzione di produzione collega quantità ottimale al lavoro impiegato
• Il salario reale è quello di mercato
• L’equilibrio si realizza anche sul mercato del lavoro
• In presenza di perfetta flessibilità dei prezzi il mercato trova in modo naturale il proprio livello ottimale e va in
equilibrio. La rigidità dei prezzi spiega gli squilibri.

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20. IL SISTEMA ECONOMICO
PREZZI DI PRODUZIONE È il valore di scambio determinato al momento della produzione (valori effettivi delle merci)
VALORE DI SCAMBIO  effettivamente realizzati nel mercato gravitano intorno a quelli di
produzione
PROCESSO DI PRODUZIONE Beni (input)  Beni (output)
Beni Prodotti + Beni NON prodotti  BP (output)

SISTEMA ECONOMICO Si intende una specifica configurazione produttiva in cui esiste almeno una merce indispensabile
cioè che entri direttamente o indirettamente nella produzione di tutte le altre.

STATO REINTEGRATIVO Un problema dei sistemi economici è connesso alla sua riproducibilità, di generare cioè OUTPUT
sufficienti per replicare la produzione.
Il sistema può riprodursi se per ogni merce se il totale degli OUTPUT è almeno pari a quello degli
INPUT ( se output>input  SURPLUS)  sistema vitale ed in stato reintegrativo

VITALITA’ Un sistema che è in stato reintegrativo è vitale, mente uno che non è in stato reintegrativo non è
detto che non sia vitale  condizione necessaria affinchè sia vitale è che abbia almeno un
processo in surplus

REINTEGRATIVI
VITALI
SISTEMI NON
ECONOMICI REINTEGRATIVI
NON VITALI

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21. PREZZI DI PRODUZIONE
Questioni legate alla rappresentazione del processo produttivo in termini di valore:
1. Trovare un metro di misurazione per comparare le diversi grandezze
2. Ricerca di valore (relativo) delle merci, in funzione di una teoria dei prezzi

PREZZI DI • Funzioni di produzione non indipendenti ma correlate


PRODUZIONE IN • Le equazioni dei due processi permettono di definire i prezzi relativi di produzione 
SISTEMA SENZA P2/P1 = X
SOVRAPPIU’

INTRODUZIONE DEL Considerando un sistema con presente il lavoro in forma esplicita (remunerazione del
LAVORO lavoro = salario)
Il salario è espresso in termini di beni consumati dai lavoratori per replicare la forza
lavoro.
Tale sistema consente ancora di arrivare alla medesima soluzione del precedente,
considerando come incognita i prezzi relativi

PREZZI DI Nel caso in cui il sistema produca un sovrappiù, valutando tale surplus in rapporto ai
PRODUZIONE IN mezzi di produzione anticipati, introduciamo il saggio di profitto come rapporto tra
SISTEMA CON surplus e valore dei mezzi di produzione (e di consumo) anticipati.
SOVRAPPIU’ Non è detto che il surplus vada tutto ai profitti, parte può essere incamerato dai salari.
Per trovare il valore dei prezzi relativi occorre definire la distribuzione del surplus tra
lavoro e capitale

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22. SISTEMA RICARDIANO
SOGGETTI:
1. PROPRIETARI TERRENI : ottengono una rendita dai terreno più produttivi di quello marginale, consumano beni voluttuari (rendite)
2. LAVORATORI : ottengono un salario (di sussistenza) in cambio del lavoro prestato, consumano beni di prima necessità (salari)
3. IMPRENDITORI : ottengono il profitto ed organizzano la produzione, consumano beni di prima necessità (profitti).

SCHEMA DELLA TEORIA RICARDIANA


Si parte da un sistema economico che genera un SURPLUS, che dà seguito ad accumulazioni. Aumenta così il fondo salario e scatta il
circuito della teoria Malthusiana per cui all’aumentare dei salari aumenta l’opulenza della popolazione e di conseguenza la prolificazione
che però non è sufficientemente sfamabile dalla produzione agricola e quindi si generano pestilenze e crisi per cui la popolazione si
riduce ritornando a livelli più bassi. Ricardo accetta questa teoria per cui aumentando il fondo salari, aumentano i salari e aumentano i
lavoratori. Aumentando i lavoratori si ha l’aumento della produzione, andando ad occupare terreni meno fruttuosi ed avendo un
rendimento decrescente delle nuove terre. SI ha quindi una caduta del saggio del profitto e un minore surplus. Finche c’è surplus il ciclo
si ripete, quando il surplus diventa 0 e si arriva allo stato stazionario dell’economia.

CADUTA DEL SAGGIO DEI PROFITTI


• La produttività delle terre è decrescente
• La produttività marginale finale definisce il reddito da dividere tra profitti e salari
• La rendita è la parte di produttività maggiore delle prime terre utilizzate
• All’aumentare della produzione si riducono i profitti

CONCLUSIONI
1. Il prezzo relativo dei beni è INDIPENDENTE dalla distribuzione del reddito e funzione della produzione
2. I prezzi coprono i costi di produzione
3. La caduta del saggio di profitti spinge l’economia verso una condizione di stato stazionario senza accumulazione di capitali

LIMITI
4. Modello di relazione tra reddito e popolazione semplicistico
5. La teoria pura della distribuzione si basa sulla supposizione che il capitale per lavoratore sia equivalente in tutti i settori, senza la
quale i prezzi divengono funzione di distribuzione del reddito
6. Per misurare impatto effettivo e non solo nominale della distribuzione sui prezzi occorre cercare una merce che costituisca una
misura invariabile del valore. Ricardo non trova mai questa merce
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23. IL SISTEMA MARXIANO
MODELLO MARXIANO:
Ogni bene (merce) possiede un valore di scambio (dato dal mercato) ed un valore d’uso (intrinseco alla merce). Il lavoro possiede un
valore di scambio inferiore al suo valore d’uso. Il plusvalore è la quota di prodotto non destinata alla riproduzione ma all’accumulazione.
PARAMETRI:
1. CAPITALE ANTICIPATO : Costante (quota di capitale anticipato per acquisire i fattori) Variabile (Quota del capitale per i salari)
2. COMPOSIZIONE ORGANICA DEL CAPITALE : quota di capitale costante impiegata nell’economia  q= C/C+V
3. PLUSVALORE : valore di scambio del prodotto è dato dal capitale anticipato + il plusvalore generato dal lavoro utilizzato
4. SAGGIO DI PLUSVALORE : quota di surplus che si ottiene dal lavoro impiegato
VALORE: è dato dal lavoro socialmente utile per la loro produzione PRODOTTO = LAVORO (vivo) + CAP. COSTANTE (lavoro morto).
SAGGIO DI PROFITTO: il capitalista non è interessato al saggio di plusvalore, ma a quello di profitto. Il capitalista vuole
massimizzare il saggio di profitto , pertanto i prezzi differiscono dei valori in termini di lavoro sociale contenuto, poiché
rappresentano i valori di scambio necessari perché esista un unico profitto nell’economia.
SCHEMA DELLA TEORIA MARXIANA
Accumulazione porta all’aumento della domanda di lavoro e dei salari, di conseguenza abbiamo la caduta del saggio dei profitti. I
capitalisti per difendere il saggio di profitto diminuiscono la domanda di lavoro e si crea così la disoccupazione , la riduzione dei
salari e il peggioramento delle condizioni lavorative. Nel frattempo sono state premiate le imprese migliori (più produttive) che
attraverso il progresso tecnico (macchine, + produzione) incrementano la composizione organica del capitale con recupero del
saggio di produzione. Il circuito consente di mantenere i salari al livello di sussistenza.

CADUTA DEL SAGGIO DEI PROFITTI


• Nel lungo periodo per aumentare il saggio di profitto si tenta di aumentare il valore d’uso del lavoro mediante il capitale che
incorpora progresso tecnico, aumentando la composizione organica del capitale  questo comporta una riduzione del saggio di
profitto

CONCLUSIONI
1. Per Marx il sistema dei prezzi è il risultato del sistema storico di riferimento che fa sì che i prezzi di produzione si discostino dal
valore dei beni
2. La trasformazione dei valori in prezzi di produzione non è un problema ma un punto qualificante
3. Mediante l’acquisizione del sovrappiù prodotto dal lavoro è possibile l’accumulazione del capitale, il mantenimento del salario a
livello di sussistenza
4. Il sistema capitalistico ha tendenza all’esaurimento perché a seguito delle crisi riduce il saggio di profitto e favorisce l’aumento
dell’insoddisfazione dei lavoratori.
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24. IL SISTEMA DI SRAFFA
FINALITA’  Sraffa risolve il problema Ricardiano del valore IPOTESI
trovando la «merce numerario» utile per definire il saggio di • Sistema economico con sovrappiù
profitto indipendentemente dai prezzi • Salari pagati alla fine del periodo
• Variabile distributiva e tecnologia esogene

RICERCA DEL SISTEMA TIPO


Prendiamo una quota della produzione di ciascun processo in modo da ottenere un rapporto identico tra input ed output per
ciascuno di esso, il sistema così ottenuto ha la proprietà di prevedere un rapporto costante tra input e output. Tale sistema è noto
come SISTEMA TIPO.

SURPLUS NEL SISTEMA TIPO


Ogni processo produttivo ha lo stesso rapporto input-output, pertanto la stessa percentuale di SURPLUS, indipendente dal prezzo.
Il percorso per la definizione del sistema tipo:
1. Trovare il sistema tipo
2. Introduzione prezzi
3. Porre il reddito nazionale come numerario
4. Calcolo del prezzo e dei salari
CONCLUSIONI
1. Il modello di Sraffa consente la determinazione simultanea di saggio di profitto e prezzi relativi dato il salario
2. Al variare della distribuzione del reddito e della quota destinata al salario variano le condizioni di costo delle merci e dunque tutti
i prezzi relativi
3. Esiste una relazione decrescente tra salari e profitti
4. Il profitto non può essere spiegato come remunerazione del «fattore produttivo capitale» in riferimento alla sua scarsità, ma
soltanto come un sovrappiù la cui grandezza dipende dalle relazioni sociali e dalle tecniche.

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