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di Economia
▲ FIGURA 7.8
Profitti economici nel settore della consegna di
carta
Il prezzo di mercato del settore della consegna di carta
è di $25 a tonnellata. I costi totali medi, alla quantità
scelta, sono ben al di sotto di $25, generando profitti
economici (rappresentati dal rettangolo verde). Se vi è
libertà di entrata nel settore, altre imprese entreranno
nel trasporto di carta.
▲ FIGURA 7.9
L’entrata di imprese e il suo effetto nel mercato
Quando nuove imprese entrano nel mercato della carta, la curva di offerta si sposta a destra riducendo il prezzo di
mercato. L’entrata continua fintanto che esiste profitto economico (P > CTMe). Tuttavia, appena il profitto economico
scende a zero, le imprese non hanno più incentivo a entrare nel settore e l’entrata cessa.
Istituzioni di Economia - 2019 7
Allocazione delle risorse tra i settori di
attività
Prendiamo il mercato del trasporto di cereali in cui P < CTMe.
I trasportatori dovrebbero uscire dal mercato perché stanno riportando perdite.
Potrebbero cominciare a consegnare carta alle case editrici.
▲ FIGURA 7.10
Perdite economiche nel mercato dell’autotrasporto
Il mercato dell'autotrasporto affronta un prezzo di mercato di $10 per tonnellata di mais consegnata. A
questo prezzo, i costi totali medi sono più alti, generando perdite economiche (rappresentate dal
rettangolo rosa). Con libertà di ingresso e di uscita, gli autotrasportatori usciranno dal mercato.
▲ FIGURA 7.11
L‘uscita delle imprese e il suo effetto sul
mercato
Il mercato dell'autotrasporto di cereali affronta
attualmente delle perdite economiche, per cui
alcune imprese usciranno, riducendo l’offerta
fino al punto in cui le perdite economiche sono
azzerate, cioè dove P = CM = CTMe.
Un’impresa possiede due impianti, uno più vecchio e uno più recente, che producono
microchip in un mercato perfettamente concorrenziale.
Il vecchio impianto dispone di tecnologie di produzione meno avanzate e ha costi di
produzione più alti dell’impianto più recente.
▲ FIGURA 7.3
Costi marginali per due impianti manifatturieri
Il vecchio impianto, con il suo capitale meno produttivo, affronta un
costo marginale più alto del nuovo impianto. In termini grafici, ciò
significa che la curva del costo marginale del vecchio impianto (rosa)
è più alta della curva del costo marginale del nuovo impianto (rossa)
per qualsiasi quantità data di produzione.
▲ FIGURA 5.7
Surplus del consumatore a livello di mercato
Qui rappresentiamo una curva di domanda di mercato per i jeans: si noti che la quantità venduta è cresciuta
considerevolmente. Visivamente, potete pensare al surplus del consumatore a livello di mercato come l'area
del triangolo sotto la curva di domanda di mercato e sopra il prezzo di mercato.
▲ FIGURA 6.11
Surplus del produttore per servizi di trasporto
I due quadi della figura illustrano la curva di offerta per il trasporto; le linee tratteggiate rappresentano la curva RM affrontata dal
produttore. Il quadro (a) mostra che il surplus del produttore è il triangolo al di sotto di RM e al di sopra della curva di offerta (costo
marginale). Il quadro (b) indica ciò che accade al surplus del produttore quando il prezzo aumenta.
▲ FIGURA 7.1
Curve di domanda e di offerta
nel mercato degli iPod
Quando rappresentiamo graficamente
le schede di domanda e di offerta
ricavate dalla Tabella 7.1, finiamo per
tracciare curve a gradini perché ogni
individuo domanda o offre solo
un’unità. Le curve si intersecano al
prezzo di equilibrio di $40 e a quel
prezzo saranno venduti quattro iPod,
identificando la quantità di equilibrio
degli iPod.
▲ FIGURA 7.2
Massimizzare il surplus sociale
Quando viene imposto un tetto di due iPod, la situazione è quella descritta nel quadro (a): il surplus sociale non è massimizzato
perché Stefano e Giorgio non concludono scambi profittevoli. D'altra parte, quando viene imposto un minimo di 5 iPod
scambiati, come nel quadro (c), scambiano anche Adamo e Gianni, nonostante il costo del venditore (Adamo) sia più alto del
beneficio del compratore (Gianni), portando a una situazione peggiore rispetto all'ottimo sociale. Lasciare che il mercato degli
iPod agisca senza essere diretto dall'esterno, come nel quadro (b), genera il massimo ammontare di surplus sociale
proprio perché non esclude scambi profittevoli - come in (a) - e non impone scambi non profittevoli, come in (c).
▲ FIGURA 7.12
Uno spostamento verso l'esterno
della domanda di bottiglie d’acqua
Con un uragano in arrivo, la domanda di
bottiglie d’acqua si sposta verso l‘esterno da
D1, a D2. In risposta, le imprese aumentano
la loro quantità offerta finché il mercato non
raggiunge un nuovo equilibrio dove D2
interseca S.
▲ FIGURA 7.13
Penuria: la quantità domandata supera la quantità
offerta
Se manteniamo il prezzo al livello del vecchio prezzo di
equilibrio, gli offerenti non hanno alcun incentivo addizionale a
soddisfare la maggior domanda di bottiglie d’acqua, creando
una situazione di penuria.
Q3
Istituzioni di Economia - 2019 22
Controllo dei prezzi e surplus
La diminuzione di un surplus sociale derivante da una distorsione di mercato è detta
perdita secca (deadweight loss). Concludendo, applicare il controllo dei prezzi ha tre
effetti:
§ si abbassa il surplus sociale, perché il numero di scambi si riduce rispetto a un
mercato libero;
§ il surplus si ridistribuisce da un lato del mercato all’altro (dai produttori ai
consumatori in caso di price ceiling);
§ la riallocazione di surplus avviene attraverso meccanismi non di prezzo (per
esempio, riceve il bene chi è disposto ad aspettare più a lungo in coda, chi ha buone
relazioni sociali, etc.).
▲ FIGURA 7.14
Perdita secca causata dal
controllo dei prezzi
Il quadro (a) rappresenta un mercato
libero. Al prezzo di equilibrio (P2) e
alla quantità di equilibrio (Q2) i
consumatori ricevono il triangolo A e i
produttori ricevono il triangolo B. Il
surplus sociale è massimizzato. Nel
quadro (b) è in atto un controllo dei
prezzi: il prezzo è abbassato
d’autorità al di sotto del prezzo di
equilibrio. Ne risulta una perdita
secca di benessere uguale all’area D.
Ora il surplus del consumatore è
l’area C e il surplus del produttore è
l’area E. Il surplus sociale è diminuito
della perdita secca a causa del
Istituzioni di Economia - 2019 controllo dei prezzi. 23
Surplus ed equità
Il fatto che l’equilibrio di mercato concorrenziale massimizzi il surplus sociale e
sia efficiente, non significa che la distribuzione risultante sia moralmente
soddisfacente.
Il welfare state è il complesso di politiche pubbliche attraverso cui uno Stato interviene
per ridistribuire i redditi generati attraverso l’offerta di beni e/o servizi ritenuti meritori
(salute, educazione, assistenza sociale...).
▲ FIGURA 10.16
Il trade-off equità-efficienza
Spesso lo Stato può ottenere una maggiore
uguaglianza sociale ma solo a spese di maggiori
inefficienze, per cui, entro certi livelli di
disuguaglianza, si instaura un trade-off tra equità ed
efficienza. Quando la disuguaglianza sociale è molto
alta, è possibile ridurre la disuguaglianza senza
affrontare alcun conflitto tra equità ed efficienza.
Alla base delle decisioni relative alla tassazione e alla spesa pubblica troviamo quattro
fattori principali:
▲ FIGURA 10.1
Le entrate fiscali (o gettito fiscale) sono le risorse che uno Stato raccoglie
attraverso le imposte. Quando le entrate fiscali sono inferiori alla spesa pubblica,
il governo registra un disavanzo di bilancio. Quando le entrate fiscali superano
la spesa, il governo registra un avanzo di bilancio.
SC
▲ FIGURA 10.9
Un'imposta di €2 sui produttori
Nel grafico (a) l’equilibrio prima dell'imposta è 4.000 piadine a €6,50 a piadina. In questo grafico possiamo anche vedere il surplus del
consumatore (SC), l'area sotto la curva di domanda e sopra il prezzo di €6,50, di colore azzurro, e il surplus del produttore (SP), l'area al di
sopra della curva di offerta e al di sotto del prezzo di €6,50, contraddistinto dal colore rosa. Nel grafico (b), vediamo le implicazioni di un'imposta
di €2 su un piadina. Poiché per ogni piadina venduta i ristoranti devono pagare €2 al governo, la curva di offerta si sposta a sinistra.
L'intersezione di questa curva dopo l'imposta e la curva di domanda produce l'equilibrio dopo l'imposta, dove il prezzo di un piadina è ora di
€7,50 e vengono consumate 2.500 piadine. Questo grafico mostra anche come il surplus del consumatore e il surplus del produttore si sono
contratti. Tra i due, evidenziato in verde, è il gettito fiscale, dato da €2 x 2.500 = €5.000. II triangolo giallo rappresenta la perdita secca della
tassazione, ossia la perdita di surplus totale dovuta all'imposta. II grafico (c) mostra l’incidenza dell'imposta. I consumatori ora pagano €7,50 per
piadina, ossia €1 in più rispetto all'equilibrio prima dell'imposta; e i produttori stanno incassando €5,5 per piadina, ossia €1 in meno rispetto
all'equilibro prima dell'imposta, cosicché in questo esempio l'incidenza dell'imposta è 50 per cento sui consumatori e 50 per cento sui produttori.
SC SC
SP
3,90
3,90
▲ FIGURA 10.9
Un'imposta di €2 sui produttori
Nel grafico (a) l’equilibrio prima dell'imposta è 4.000 piadine a €6,50 a piadina. In questo grafico possiamo anche vedere il surplus del
consumatore (SC), l'area sotto la curva di domanda e sopra il prezzo di €6,50, di colore azzurro, e il surplus del produttore (SP), l'area al di
sopra della curva di offerta e al di sotto del prezzo di €6,50, contraddistinto dal colore rosa. Nel grafico (b), vediamo le implicazioni di un'imposta
di €2 su un piadina. Poiché per ogni piadina venduta i ristoranti devono pagare €2 al governo, la curva di offerta si sposta a sinistra.
L'intersezione di questa curva dopo l'imposta e la curva di domanda produce l'equilibrio dopo l'imposta, dove il prezzo di un piadina è ora di
€7,50 e vengono consumate 2.500 piadine. Questo grafico mostra anche come il surplus del consumatore e il surplus del produttore si sono
contratti. Tra i due, evidenziato in verde, è il gettito fiscale, dato da €2 x 2.500 = €5.000. II triangolo giallo rappresenta la perdita secca della
tassazione, ossia la perdita di surplus totale dovuta all'imposta. II grafico (c) mostra l’incidenza dell'imposta. I consumatori ora pagano €7,50 per
piadina, ossia €1 in più rispetto all'equilibrio prima dell'imposta; e i produttori stanno incassando €5,5 per piadina, ossia €1 in meno rispetto
all'equilibro prima dell'imposta, cosicché in questo esempio l'incidenza dell'imposta è 50 per cento sui consumatori e 50 per cento sui produttori.
▲ FIGURA 10.10
Un'imposta di €2 sui consumatori
Quando l'imposta di €2 è applicata ai consumatori, vediamo che l'equilibrio dopo l'imposta è uguale al caso in cui l'imposta
era applicata ai produttori. Anche le dimensioni dei surplus del consumatore e del produttore, l'introito fiscale e la perdita
secca sono uguali a quelli che compaiono nella Figura 10.9. Il grafico (b) mostra che - forse ancora più sorprendentemente
- il 50 per cento dell'incidenza grava sui consumatori e il 50 per cento grava sui produttori, proprio come nella Figura 10.9.
Questo risultato illustra un fenomeno più generale: nei mercati concorrenziali, l'incidenza dell'imposta, così come
l'equilibro, è indipendente dalla circostanza che l'imposta sia applicata ai consumatori o ai produttori.
L’onere dell’imposta grava di meno sul lato del mercato più elastico.
▲ FIGURA 10.11
L’incidenza dell’imposta con offerta più elastica della domanda
L’incidenza dell’imposta grava di più sul lato inelastico del mercato. Nel grafico (a), l’incidenza dell’imposta grava allo stesso modo
su consumatori e produttori. Nel grafico (b) manteniamo la curva di domanda identica, ma consideriamo una curva di offerta più
elastica (più piatta). Ora, l’incidenza dell’imposta ricade molto di più sui consumatori.
▲ FIGURA 10.12
L’incidenza dell’imposta con domanda più elastica dell’offerta
L’incidenza dell’imposta grava sul lato più inelastico del mercato. Nel grafico (a) l’incidenza dell’imposta grava allo stesso modo su
consumatori e produttori. Nel grafico (b) manteniamo identica la curva di offerta, ma consideriamo una curva di domanda più
elastica (più piatta). Ora l’incidenza dell’imposta grava di più sui produttori.
La regolazione diretta è l’azione diretta dello Stato per controllare la dimensione di una
certa attività.
Lo Stato può intervenire regolando i prezzi. Due tipi di controllo dei prezzi sono:
• price ceiling, ovvero un tetto imposto al prezzo di un bene o servizio di mercato (per
esempio, il controllo degli affitti);
• price floor, ovvero un limite inferiore al prezzo del prodotto o servizio. (es. salario
minimo);
▲ FIGURA 10.13
L'effetto di un price ceiling: equo canone
Senza controllo degli affitti, l'intersezione delle curve di offerta di mercato e di domanda di mercato per le abitazioni porta a
un equilibrio in corrispondenza del prezzo di €1.200 al mese e della quantità di 4.000 unità date in affitto. Un controllo degli
affitti che impone un price ceiling di €750 riduce l'affitto per unità abitativa - appunto - a €750, ma crea anche una carenza di
3.000 appartamenti: al prezzo più basso, la quantità domandata sale a 5.500 unità, mentre i proprietari di casa, spostandosi
verso il basso lungo la curva di offerta, riducono la quantità offerta a 2.500.
▲ FIGURA 10.14
Surplus del consumatore e surplus del produttore con controllo degli affitti
Senza controllo degli affitti, l'equilibrio è in corrispondenza di un affitto di €1.200 mensili; il grafico (a) mostra che il surplus del
consumatore è dato dall’area di colore azzurro e il surplus del produttore è dato dall'area di colore rosa. Il grafico (b) descrive la
situazione dopo l’applicazione del controllo degli affitti a €750 mensili. Il surplus del produttore si riduce drasticamente poiché i proprietari
di casa ora ricevono solo €750 per 2.500 unità (lo si vede dal triangolo rosa rimpicciolito). II surplus del consumatore dipende da quali dei
5.500 potenziali locatari ottengono i 2.500 appartamenti sul mercato a un affitto di €750 mensili. Il grafico (b) presenta il surplus del
consumatore nell'ipotesi che i primi in coda per gli appartamenti fossero gli aspiranti locatari con la più alta disponibilità a pagare. Anche
in questo scenario più favorevole, però, la somma dei surplus del consumatore e del produttore è inferiore a quella del quadro (a) e la
differenza è data dalla perdita secca creata dal controllo degli affitti, rappresentata dal triangolo giallo.
2. Presenza di rilevanti economie di scala, per cui per una singola impresa è
efficiente servire l’intero mercato, perché potrà farlo ad un costo più basso di
quello che dovrebbe sostenere un numero maggiore di imprese. (es. distribuzione
elettricità grazie alle infrastrutture).
▲ FIGURA 12.1
Costo totale medio e costo
marginale per un monopolio
naturale
I monopoli naturali sono caratterizzati
da costi fissi considerevoli e da
economie di scala. Come si vede
nella figura, a un livello quantitativo
basso, il costo totale medio (CTM) è
molto alto, ma quando la quantità
aumenta, il CTM diminuisce,
avvicinandosi al costo marginale.
▲ FIGURA 12.3
La curva di domanda di mercato per il
Claritin
Ottenuta la protezione rappresentata dal brevetto,
perle sue vendite di Claritin, Schering-Plough
fronteggia una curva di domanda che coincide con
l’intero mercato. Per esempio, se l'azienda sceglie un
prezzo di $4, sarà in grado di vendere 400 milioni di
unità; tuttavia la curva di domanda mostra che, se
l’impresa sceglie $6 o prezzi ancora maggiori, non
venderà neanche un Claritin, pur avendo un
monopolio.
▲ FIGURA 12.4
L’effetto quantità e l’effetto prezzo sui ricavi
per Claritin
Se Schering-Ploujr fissa il prezzo a $5 per pillola,
venderà 200 milioni di pillola di Claritin all'anno. Se
abbassa il prezzo a M per pillola, due effetti
agiranno sul ricavo totale. In primo luogo. Il prezzo
più basso condurrà a maggiori vendite (da 200
milioni a 400 milioni) e a un maggior ricavo: questo
effetto quantità è rappresentato dal rettangolo verde.
In secondo luogo, il prezzo più basso condurrà a
perdite di ricavo dai consumatori originari: i 200
milioni di consumatori che acquistavano una pillola
per $5 ora pagano $4. Il ricavo perduto da'
consumatori originari è chiamato effetto prezzo ed è
rappresentato del rettangolo rosa.
Domina l’effetto
Domina l’effetto reddito
quantità
Il prezzo diminuisce Il ricavo totale aumenta Il ricavo totale diminuisce
▲FIGURA 12.5
Relazione tra prezzo, ricavo marginale e
ricavo totale
Il quadro (a) combina la curva di domanda per il
Claritin della figura 12.3 con la curva del ricavo
marginale che fronteggia Schering-Plough. La
curva del ricavo marginale mostra il ricavo
addizionale generato per l’azienda per ogni livello
fi quantità. Quando il ricavo marginale incrocia
l’asse delle quantità (a 600 milioni), ulteriori
vendite ridurrebbero il ricavo totale, come si vede
nel quadro (b). Questo significa che il ricavo totale
è massimizzato quando la curva del ricavo
marginale incrocia l’asse delle x.
Q = a-bp
RT(P×q) = pa –bp2
Rm= a – 2bp
A causa delle barriere all’entrata, non c’è la minaccia di nuovi concorrenti, per cui non vi
sarà alcun aumento di offerta tale da spingere verso il basso il prezzo ed eliminare i profitti
economici.
▲ FIGURA 12.6
Ricavo marginale e costo marginale del Claritin
Se Schering-Plough produce a QB, allora i 300 milioni di pillole varranno $3 di ricavo addizionale (ricavo marginale) mentre la loro
produzione costa $1. A questo punto Schering-Plough dovrebbe espandere la produzione. Perché? Otterrà un profitto maggiore!
Con la stessa logica, si consideri QA, dove l’azienda produce talmente tante unità che il costo marginale supera il ricavo marginale.
La produzione dell'ultima unità di prodotto costa di più del reddito che genera.
▲ FIGURA 12.7
Scegliere il prezzo che massimizza il profitto
Schering-Plough espande la produzione fino a che CM=RM. Per determinare il prezzo che massimizza il profitto, si proietta verso
l’alto sulla curva di domanda e poi sull’asse delle y (l’asse del prezzo). In questo caso, $3,50 è il prezzo che massimizza il profitto
per Schering Plough.
▲ FIGURA 12.8
Il calcolo dei profitti del monopolista
Come un'impresa perfettamente concorrenziale, Schering-Plough calcola i profitti moltiplicando la quantità per la differenza tra
prezzo e CTM [(Profitti - Quantità x (P - CTM]. In questo caso, il rettangolo verde mostra il profitto, che sarà uguale alla differenza
tra il prezzo di una pillola ($3.50) e il CTM ($1,02), moltiplicato per 500 milioni.
Un’impresa che esercita un potere di mercato provoca una riallocazione di risorse verso se
stessa, sacrificando con ciò il surplus sociale.
▲ FIGURA 12.9
Allocazione del surplus: concorrenza perfetta e monopolio a confronto
Il quadro (a) mostra il surplus del consumatore in un mercato perfettamente concorrenziale, che è l’area sotto la curva di domanda
e sopra il prezzo di mercato. Il quadro (b) mostra che cosa accade al surplus del consumatore quando il monopolio massimizza il
suo profitto: viene sostanzialmente ridotto, in quanto una parte è andata al monopolio, mentre un’altra parte piuttosto consistente
costituisce la perdita secca (deadweight loss o DWL).
Con la perfetta discriminazione dei prezzi ogni consumatore paga il valore della sua
disponibilità a pagare à è socialmente efficiente (è massimizzato il surplus sociale), ma il
surplus del consumatore è pari a zero.
Questo equilibrio è anche Pareto-efficiente.
La perfetta discriminazione di prezzo è difficile, perciò, nella pratica, tendono a prevalere
altre forme di discriminazione.