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LA CURVA DI DOMANDA
quantità di qualunque bene o servizio che le persone desiderano acquistare dipendono dal
prezzo: più alto è prezzo, meno beni/servizi saranno acquistati; più basso è prezzo, più
elevato sarà volume di acquisto
scheda di domanda → tabella che elenca quantità di un bene o di un servizio che i consumatori
sono disposti a comprare, dati diversi possibili livelli di prezzo → può essere rappresentata
graficamente: asse delle ordinate (y) il prezzo, asse delle ascisse (x) la quantità domandata
curva di domanda → curva che unisce i punti del grafico, generalmente ha pendenza negativa
riflettendo relazione inversa tra prezzo e quantità domandata: all’aumentare del prezzo la quantità
domandata diminuisce; al diminuire del prezzo la quantità domandata aumenta
beni di Giffen → la curva ha pendenza positiva, in essa all’aumento del prezzo si ha aumento della
domanda (patata):
● effetto sostituzione → domanda cala perchè prezzo cresce
● effetto reddito → domanda aumenta perchè prezzo aumenta
legge della domanda → a parità di condizioni (ceteris paribus), la quantità domandata di un bene
diminuisce all’aumentare del suo prezzo
● aumento della domanda → spostamento verso destra della curva di domanda
● diminuzione della domanda → spostamento verso sinistra della curva di domanda:
○ spostamenti della curva di domanda → variazione della domanda
○ movimenti lungo curva di domanda → variazione quantità domandata
2. variazione del reddito → quando compratori possono vivere con reddito più elevato sono
più disposti a comprare una maggiore quantità della maggior parte dei beni per ogni livello di
prezzo
a. beni normali → domanda aumenta all’aumentare del reddito dei consumatori
b. beni inferiori → domanda diminuisce all’aumentare reddito
3. variazione delle preferenze → mode passeggere e credenze: quanto moda nasce la curva si
sposta a dx; quando muore si sposta a sx
LA CURVA DI OFFERTA
è la rappresentazione grafica della relazione tra quantità offerta e ogni livello di prezzo:
(inclinazione verso sx)
● pendenza positiva curva offerta → ∆P/∆O
● inverso pendenza curva offerta → ∆O/∆P
spostamento curve di offerta si ha per colpa di variabili esogene:
1. variazione dei prezzi dei fattori di produzione → fattori di produzione (= qualunque bene
impiegato per produrne un altro), aumento del prezzo di essi rende più costosa la produzione
del bene finale → produttori sono disposti a offrire una quantità per ogni livello di prezzo e la
curva si sposta verso sx (offerta diminuisce)
2. variazione dei prezzi dei beni correlati → quando produttore vende diversi prodotti, la
quantità dei beni che è disposto a fornire per ogni livello di prezzo dipende dai prezzi degli
altri suoi prodotti
a. produzione disgiunta (beni sostituti nella produzione) riduzione della
quantità offerta per ogni livello di prezzo di un bene se prezzo dell’altro
aumenta (spostamento verso sx)
b. produzione congiunta (beni complementari nella produzione) aumento della
quantità offerta per ogni livello di prezzo se prezzo dell’altro bene aumenta
(spostamento verso dx)
5. variazione nel numero di prodotti → curva di offerta di mercato illustra relazione tra
quantità complessivamente offerta da tutti produttori del mercato ed il prezzo del bene →
aumento numero produttori porta aumento offerta (curva a dx)
movimenti lungo curva di offerta → in base alle variazioni della quantità offerta a seguito aumento o
diminuzione del prezzo (varia solo prezzo)
spostamenti curva di offerta → condizioni diverse dal prezzo variano (quantità offerte)
EQUILIBRIO DI MERCATO
equilibrio si ha quando in una situazione economica nessuno può migliorare la propria condizione
comportandosi diversamente → principio generale della tendenza dei mercati all’equilibrio:
una volta raggiunto equilibrio, esso tende a perpetuarsi
prezzo di equilibrio → prezzo al quale quantità domandata è uguale alla quantità offerta
quantità di equilibrio → quantità venduta/acquistata al prezzo di equilibrio
prezzo di mercato → prezzo unico che si determina sul mercato, viene ricevuto egualmente da tutti
venditori che è uguale a quello pagato da tutti i compratori
quando la domanda di un bene aumenta, aumentano sia prezzo sia quantità di equilibrio di
quel bene
CAPITOLO 5: ELASTICITA’
mette in risalto la reattività, la forza della reazione del fenomeno analizzato → elasticità della
domanda è data dalla variazione percentuale della domanda rispetto al prezzo
elasticità della domanda al prezzo → illustra reazione della quantità domandata a una particolare
variazione del prezzo trasformata in un’unità di misura della sensibilità della domanda al prezzo,
mette a confronto la variazione percentuale della quantità domandata e la variazione percentuale del
prezzo → ∆%Q/∆&P
legge della domanda → la curva di domanda ha pendenza negativa e quindi sua elasticità è numero
negativo
metodo del punto medio → (quando si usano due livelli di prezzo diversi) fa media tra valore
iniziale e valore finale al denominatore → (Q2-Q1/(Q1+Q2)/2 / (P2-P1/ (P1+P2)/2)
è elasticità della domanda che ci fa capire quale dei due effetti prevale:
● se domanda di un bene ha elasticità unitaria → aumento del prezzo non modifica il
ricavo totale
● se domanda di un bene è anelastica → aumento del prezzo aumenta ricavo totale
(prevale effetto prezzo)
● se domanda di un bene è elastica → aumento del prezzo riduce ricavo totale (prevale
effetto quantità)
elasticità della domanda al prezzo su un punto della curva è diversa da quella rilevata in altri
punti della stessa curva
● se i due beni sono sostituti → elasticità incrociata è positiva (spostamento verso dx) →
se sono buoni sostituti elasticità è positiva e alta mentre se sono cattivi sostituti
elasticità è positiva e bassa
● se i due beni sono complementari → elasticità è negativa (spostamento verso sx) → se
i due beni sono debolmente complementari elasticità incrociata è di poco inferiore
allo zero mentre se i due beni sono fortemente complementari elasticità incrociata
è molto inferiore allo zero
elasticità della domanda al reddito → misura la sensibilità della domanda di un bene alle
variazioni del reddito dei consumatori → ∆%Q/∆%R
elasticità dell’offerta al prezzo → misura la sensibilità relativa dell’offerta a variazioni del prezzo
→ ∆%Q/∆%P (Q = quantità offerta)
fattori determinanti:
● disponibilità dei fattori di produzione → elasticità alta se fattori di produzione sono
disponibili in abbondanza e i costi di produzione sono bassi mentre si ha elasticità bassa
quando fattori sono scarsi e hanno elevati costi di produzione
● tempo → elasticità comincia ad aumentare con il tempo perchè produttore ha tempo di
adeguare una produzione (lungo termine > breve termine)
prodotto marginale del lavoro → quantità aggiuntiva di prodotto che si ottiene utilizzando una
quantità aggiuntiva di quel fattore di produzione → ∆Q/∆L → è decrescente perché ogni
lavoratore aggiuntivo fa aumentare la produzione totale in misura minore del lavoratore
precedente:
● rendimenti decrescenti di un fattore di produzione → aumentando la quantità di un
fattore di produzione e tenendo invariati tutti gli altri, il suo prodotto marginale diminuisce
funzione del costo totale → esprime relazione tra costo totale e quantità prodotta →
curva del costo totale che aumenta all’aumentare della quantità prodotta
costo marginale → variazione del costo totale generata da un’unità aggiuntiva di prodotto →
C’=∆CT/∆Q → all’aumentare della produzione bisogna usare quantità sempre maggiori di fattori di
produzione per produrre una unità aggiuntiva di prodotto
costo medio totale → corrisponde al costo totale diviso la quantità prodotta e corrisponde al costo
unitario di produzione → CMT=CT/Q → dice al produttore quanto costa in media produrre una unità
di prodotto
curva del costo medio totale → esprime relazione tra costo medio totale e quantità prodotta, ha una
forma convessa a U che è data da:
● costo medio fisso (CMF) → si ottiene dividendo costo fisso per la quantità prodotta
(CF/Q) e corrisponde al costo fisso per unità di prodotto
● costo medio variabile (CMV) → si ottiene dividendo costo variabile per la quantità
prodotta (CV/Q) e corrisponde al costo variabile per unità di prodotto
è anche la somma di costo medio fisso e costo medio variabile (CMT= CMF + CMV) e ha
forma convessa perché all'aumentare della produzione le due componenti si muovono in
direzioni opposte
aumento della produzione ha due effetti contrapposti sul costo medio totale:
1. effetto ripartizione → quanto maggiore è quantità prodotta, tanto maggiore è la produzione
su cui si ripartisce il costo fisso è tanto minore è il CMF
2. effetto dei rendimenti decrescenti → quanto maggiore è quantità prodotta, tanto maggiore
è fattore di produzione variabile necessario a produrre unità aggiuntive e tanto maggiore è
costo medio variabile
effetto ripartizione prevale facendo pendere la curva di costo medio totale negativamente
→ aumentare modesto della quantità prodotta e una marcata riduzione del CMF
effetto dei rendimenti decrescenti prevale e fa pendere la curva di costo medio totale
positivamente → aumentare della produzione
duplice impatto sul costo medio totale della scelta di aumentare il costo fisso:
1. costo medio fisso aumenta a ogni livello di produzione a causa di un acquisto o
affitto di nuovi macchinari
2. costo medio variabile cala per ogni livello di produzione a causa incremento prodotto
marginale, causato a sua volta da una maggiore dotazione di capitale per lavoratore
una volta stabilito il livello di produzione che intende mantenere nel lungo periodo, l’impresa
dovrebbe scegliere il livello di costo fisso più idoneo, cioè quello che minimizza il costo medio totale
→ può fare due scelte:
1. adottare un costo fisso basso → conveniente in caso di un basso livello di produzione
perché significa generare un costo medio totale minore
2. adottare un costo fisso alto → conveniente in caso di un alto livello di produzione perché
le unità su cui si ripartisce aumento del costo fisso sono sufficienti
curva di costo medio totale di lungo periodo (CMTLP) → relazione tra livello di produzione e il
CMT nel caso in cui l’impresa possa scegliere il proprio costo fisso in modo da minimizzare il CMT
per ogni livello possibile di produzione → curva tangente a tutte quelle di breve periodo
nel lungo periodo il produttore è in grado di scegliere il costo fisso più adeguato al livello di
produzione stabilito e si colloca in punto della curva di CMTLP; ma se varia il livello di
produzione impresa si andrà a posizionare sulla curva di CMTBP corrispondente al livello di
costo fisso prescelto e potrà tornare sulla CMTLP solo riaggiustando il suo costo fisso per
adeguarlo al nuovo livello di produzione
scala dell’impresa → ciò che determina la forma della curva di costo medio totale di lungo periodo
3. rendimenti di scale costanti → costo medio totale di lungo periodo rimane costante
all’aumentare della produzione
ricavo marginale → variazione del ricavo totale generata da un’unità aggiuntiva di prodotto →
R’=∆RT/∆Q
regola del livello ottimale di produzione → profitto è massimo in corrispondenza della quantità tale
per cui il ricavo marginale dell'ultima unità prodotta è uguale al costo marginale → R’=C’
quando regola del livello ottimale di produzione viene applicata ad un'impresa price-taker il
profitto dell’azienda stessa è massimo in corrispondenza della quantità di prodotto tale per
cui il costo marginale dell’ultima unità prodotta è uguale al prezzo di mercato (P’=C’)
profitto economico → differenza tra ricavo dell’impresa e costo-opportunità delle sue risorse
profitto contabile → profitto calcolato usando solo i costi espliciti sostenuti dall'azienda
per delineare che tipo di profitto si ha basta ricordarsi la formula del profitto:
● se impresa produce una quantità tale per cui RT>CT, allora realizza un profitto
positivo
● se l’impresa produce una quantità tale per cui RT=CT, allora realizza un profitto
nullo
● se impresa produce una quantità tale per cui RT<CT, allora subisce una perdita
un’impresa è quindi redditizia se il prezzo di mercato del suo prodotto è maggiore del costo
medio totale della quantità che produce:
● P>CMT → profitto positivo
● P=CMT → profitto nullo
● P<CMT → perdita
curva di offerta individuale di breve periodo → rappresentazione grafica che mostra come, nel
breve periodo, il livello ottimale di produzione di un singolo produttore dipende dal prezzo di
mercato, dato il livello del costo fisso → è composta da due segmenti:
1. segmento con pendenza positiva → mostra quantità ottimale di breve periodo quando
prezzo di mercato è maggiore o uguale al prezzo di chiusura dell’impresa
2. livelli di prezzo inferiori al costo medio variabile minimo
curva di offerta di un settore → relazione tra prezzo e produzione totale di un settore nel suo
complesso → somma orizzontale delle curve di offerta individuali di tutti i prodotti e la si calcola
sommando produzione totale di tutti i produttori a ogni dato prezzo
equilibrio di mercato di lungo periodo → situazione in cui quantità offerta è uguale alla quantità
domandata ed è trascorso un tempo sufficiente a permettere alle imprese di entrare o uscire dal settore
CAPITOLO 8: MONOPOLIO
bene differenziato → beni diversi che però vengono considerati dai consumatori in qualche maniera
sostituti
Quindi si ha che:
● in regime di monopolio → singola impresa vende un unico prodotto
● in regime di oligopolio → pochi produttori vendono prodotti che possono essere omogenei o
differenziati
● in regime di concorrenza monopolistica → molti produttori vendono ciascuno un bene
differenziato
● in regime di concorrenza perfetta → moltitudine di imprese vende prodotto omogeneo
curva di domanda del monopolista coincide con la curva di domanda di mercato → due
caratteristiche principali:
1. pendenza negativa
2. divario tra prezzo del bene e ricavo marginale
oligopolio → settore che ha uno scarso numero di venditori che si fanno concorrenza tra loro
duopolio → oligopolio in cui ci sono due imprese in concorrenza tra loro e sono interessate solo ai
ricavi che riceveranno dalle vendite
metodo della collusione → sua forma più comune è il cartello, un accordo tra produttori che
stabilisce quantità che ciascuna impresa può produrre→ porta a due conseguenze:
1. i due duopolisti massimizzano i profitti del settore
2. incentiva ciascun duopolista a violare gli accordi e aumentare la produzione
collusione tacita → quando imprese limitano la produzione al fine di aumentare i profitti di un’altra
impresa, aspettandosi che quest'ultima ricambi il favore senza un accordo vincolante (normale
condizione degli oligopoli) → imprese non riescono a coordinarsi per fissare livelli di prezzo elevati
→ 4 maggiori fattori dietro questa impossibilità di coordinazione:
1. bassa concentrazione del settore → impresa controlla una quota di mercato minore e
questo spinge impresa ad un comportamento non cooperativo
2. prodotti complessi e strategia di prezzo → difficoltà nel controllare le decisioni di
produzione e prezzo delle altre imprese quindi è molto arduo stabilire se un’impresa viene
meno all’accordo tacito di collusione
3. interessi divergenti → imprese rispondono in maniera differente ai loro interessi
4. potere negoziale dei compratori → molto spesso vendono i loro prodotti a grandi
compratori e quest’ultimi riescono a ottenere prezzi più bassi (chiedono una riduzione di
prezzo minacciando di andare da un altro oligopolista)
data la difficoltà della collusione tacita, molto spesso gli oligopolisti applicano prezzi molto
inferiori e quando questa collusione si interrompe del tutto si ha una guerra di prezzo
teoria dei giochi → si occupa di tutte le situazioni in cui il risultato per un giocatore (payoff)
dipende dalle proprie decisioni e da quelle degli altri giocatori in gioco
equilibrio di Nash o non cooperativo → in cui ogni giocatore compie la scelta che ritiene migliore
date le azioni degli altri giocatori e viceversa
strategia “occhio per occhio” → adottare inizialmente un comportamento cooperativo per poi
comportarsi esattamente come ha fatto l'avversario nel periodo precedente
concorrenza monopolistica → situazione in cui ci sono molti venditori che si competono tra loro →
tre condizioni principali:
1. numerose imprese concorrenti
2. libertà di entrata e di uscita nel lungo periodo
3. differenziazione dei prodotti → ogni impresa produce un bene che i consumatori
considerano diverso da quelli delle imprese concorrenti, essendo allo stesso tempo sostituti
effetto combinato delle decisioni individuali può essere molto diverso da quello che il singolo
intendeva produrre → comportamento macroeconomia è maggiore della somma delle azioni
individuali e dei risultati di mercato
macroeconomisti studiano quello che un governo potrebbe fare per migliorare la situazione
macroeconomica
picco del ciclo economico → momento in cui economia passa dalla fase espansiva alla fase
recessiva
minimo del ciclo economico → momento in cui passa dalla fase recessiva all’espansione
crescita economica di lungo periodo → tendenza persistente al rialzo della produzione economica nel
lungo termine
crescita pro capite di lungo periodo → durevole tendenza all’aumento della produzione pro capite
nel breve periodo inflazione ha un andamento strettamente legato al ciclo economico; nel
lungo periodo invece è determinato principalmente da variazioni dell’offerta di moneta,
ovvero la quantità totale di risorse prontamente utilizzabili per effettuare acquisti
obiettivo politica economica → stabilità dei prezzi: raggiungimento di una situazione in cui
livello generale dei prezzi varia molto lentamente o non varia affatto
economia aperta → economia che scambia beni e servizi con altri paesi → due effetti:
1. disavanzo commerciale → valore più alto di importazione rispetto esportazione
2. avanzo commerciale → valore dei beni che uno stato acquista dal resto del mondo è
inferiore al valore dei beni che vende all’estero (esportazione > importazione)
paesi con spesa per investimenti più elevata del risparmio presentano disavanzi
commerciali; mentre paesi con spesa per investimenti inferiore al risparmio presentano
avanzi commerciali
la comparazione dei sistemi economici nazionali si fonda sul valore di ciò che producono,
ovvero sul prodotto interno lordo (PIL) → misura del valore totale dei beni e dei servizi prodotti
dall’economia
contabilità nazionale → insieme dei conti economici che descrivono attività economica di un paese
conti economici nazionali → usati per misurare valore di mercato complessivo dei beni e dei servizi
prodotti dall’economia (PIL di un paese)
PIL nominale → stima del PIL che non viene aggiustata per tenere conto delle variazioni dei prezzi e
calcolata usando prezzi dell’anno in cui la produzione ha avuto luogo
PIL pro capite → PIL diviso per numero di abitanti (PIL medio per individuo)
livello generale dei prezzi → unico dato rappresentativo del livello complessivo dei prezzi
paniere dei beni → insieme ipotetico di beni acquistati dal consumatore medio
economisti calcolano variazione del livello generale dei prezzi stimando la variazione del
costo di un dato paniere di beni
indice dei prezzi → misura normalizzata del livello generale dei prezzi → (costo del paniere di beni
in un dato anno/costo del paniere di beni nell’anno base) x 100
tasso di inflazione → variazione percentuale annua di un indice ufficiale dei prezzi → {(indice dei
prezzi nell’anno 2 - indice dei prezzi nell’anno 1) / indice dei prezzi dell’anno 1} x 100
indice dei prezzi al consumo (IPC) → misura conto di un paniere di beni rappresentativo dei
consumi della famiglia media residente in aree urbane
curva di domanda aggregata → relazione tra livello generale dei prezzi e quantità produzione
aggregata domandata dal sistema economico nel suo complesso, misurata dal PIL ed è decrescente
(relazione negativa) → PIL=C+I+G+X-IM:
● C è la spesa per consumi
● I è la spesa per investimenti
● G è la spesa pubblica per acquisto beni finali
● X sono esportazioni
● IM le importazioni
equazione rappresenta la quantità domandata di beni finali di produzione nazionale relativa
a un particolare anno
pendenza negativa è data da due effetti associati a una variazione del livello generale dei
prezzi:
● effetto ricchezza di una variazione generale del livello dei prezzi → effetto sulla spesa
per consumi causato dalla variazione del potere d’acquisto delle attività patrimoniali dei
consumatori
● effetto tasso di interesse di una variazione del livello generale dei prezzi
curva di offerta aggregata → relazione tra livello generale pressi e produzione aggregata offerta
dalle imprese nel sistema economico
profitto per unità → prezzo per unità di prodotto - costo per unità di prodotto → è redditizio produrre
unità aggiuntiva se prezzo ottenuto dal produttore è maggiore del costo produzione di quell’unità
variazioni del potere di mercato → quando domanda si espande, le imprese con potere di
determinazione del prezzo sono in grado di aumentare prezzi e lo fanno
curva di offerta aggregata di breve periodo → relazione positiva tra livello generale prezzi e
produzione aggregata che i produttori sono disposti a generare nell’intervallo di tempo durante il
quale molti costi di produzione possono essere considerati fissi (andamento crescente)
nel lungo periodo il livello generale dei prezzi non ha nessun effetto sulla produzione aggregata delle
imprese → la curva di offerta aggregata di lungo periodo è una semiretta verticale
produzione potenziale dell’economia Yp → intercetta orizzontale dove la semiretta OALP tocca
asse X → corrisponde al livello di PIL reale che un sistema economico sarebbe in grado di produrre
se tutti i prezzi fossero perfettamente flessibili
shock della domanda → evento che causa uno spostamento della curva di domanda aggregata:
● shock della domanda negativo comporta spostamento verso sinistra della curva DA →
produzione aggregata di breve periodo diminuisce così come livello generale dei prezzi
nel breve periodo
● shock della domanda positivo comporta spostamento verso destra della curva DA →
aumento della produzione aggregata sia del livello generale dei prezzi nel breve
periodo
shock dell’offerta → evento che provoca spostamento della OABP, fanno variare produzione
aggregata e il livello generale dei prezzi in direzioni opposte:
● shock dell’offerta negativo fa aumentare costi di produzione e diminuire la quantità
che le imprese sono disposte a offrire a ogni livello generale dei prezzi, inducendo
spostamento verso sinistra della OABP
● shock dell’offerta positivo fa diminuire i costi di produzione e aumentare la quantità
offerta a ogni livello generale dei prezzi, causando spostamento verso destra della
curva OABP
output gap → corrisponde alla differenza percentuale tra la produzione aggregata effettiva e quella
potenziale → [(produzione aggregata effettiva-produzione potenziale)/ produzione potenziale] x 100
nel lungo periodo l’economia tende ad essere autocorrettiva (si corregge da sola)