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CAPITOLO 3: DOMANDA E OFFERTA

mercato → gruppo di venditori e compratori che costituiscono un bene o un servizio a fronte di un


pagamento

mercato concorrenziale → mercato caratterizzato da molteplicità venditori e compratori dello stesso


bene o servizio → in esso l’azione del singolo ha un effetto trascurabile sul prezzo al quale il bene o
servizio è venduto o comprato

tre caratteristiche obbligatorie perchè mercato possa essere concorrenziale:


1. numerosità venditori e compratori → numero elevato venditori non permette a nessuno di
avere un grande potere di mercato; compratori non hanno potere di mercato
2. prodotti omogenei- standardizzati- indifferenziati → consumatore può comprare prodotti
omogenei dove vuole
3. libertà di entrata e uscita

il funzionamento del mercato concorrenziale è descritto dal modello di domanda e offerta


che ha 5 elementi fondamentali:
1. curva di domanda
2. curva di offerta
3. fattori che causano spostamenti della curva di domanda o della curva di offerta
4. equilibrio di mercato (prezzo di equilibrio e quantità di equilibrio)
5. modo in cui cambia il prezzo di equilibrio in conseguenza agli spostamenti delle
curve di domanda e offerta

LA CURVA DI DOMANDA

quantità di qualunque bene o servizio che le persone desiderano acquistare dipendono dal
prezzo: più alto è prezzo, meno beni/servizi saranno acquistati; più basso è prezzo, più
elevato sarà volume di acquisto

scheda di domanda → tabella che elenca quantità di un bene o di un servizio che i consumatori
sono disposti a comprare, dati diversi possibili livelli di prezzo → può essere rappresentata
graficamente: asse delle ordinate (y) il prezzo, asse delle ascisse (x) la quantità domandata

curva di domanda → curva che unisce i punti del grafico, generalmente ha pendenza negativa
riflettendo relazione inversa tra prezzo e quantità domandata: all’aumentare del prezzo la quantità
domandata diminuisce; al diminuire del prezzo la quantità domandata aumenta

beni di Giffen → la curva ha pendenza positiva, in essa all’aumento del prezzo si ha aumento della
domanda (patata):
● effetto sostituzione → domanda cala perchè prezzo cresce
● effetto reddito → domanda aumenta perchè prezzo aumenta

legge della domanda → a parità di condizioni (ceteris paribus), la quantità domandata di un bene
diminuisce all’aumentare del suo prezzo
● aumento della domanda → spostamento verso destra della curva di domanda
● diminuzione della domanda → spostamento verso sinistra della curva di domanda:
○ spostamenti della curva di domanda → variazione della domanda
○ movimenti lungo curva di domanda → variazione quantità domandata

cause che comportano spostamento di domanda sono variabili esogene:


1. variazione del prezzo dei beni correlati:
a. beni sostituti → aumento del prezzo del bene originale comporta aumento della
domanda del bene alternativo
b. beni complementari → aumento del prezzo di un bene può fare diminuire la
disponibilità del compratore ad acquistare un altro bene, correlato al primo (beni che
di solito sono consumati insieme)

2. variazione del reddito → quando compratori possono vivere con reddito più elevato sono
più disposti a comprare una maggiore quantità della maggior parte dei beni per ogni livello di
prezzo
a. beni normali → domanda aumenta all’aumentare del reddito dei consumatori
b. beni inferiori → domanda diminuisce all’aumentare reddito

3. variazione delle preferenze → mode passeggere e credenze: quanto moda nasce la curva si
sposta a dx; quando muore si sposta a sx

4. variazione delle aspettative


a. prezzo → aspettativa calo prezzi per svendite, calo domanda corrente per ogni
livello di prezzo (curva a sx); aspettativa aumento prezzi, aumento delle domanda
corrente per ogni livello di prezzo (curva dx)
b. previsione di reddito → aspettativa aumento reddito futuro comporta
indebitamento aumento della domanda beni normali per ogni livello di prezzo
(spostamento verso dx)

5. variazione del numero di consumatori


a. curva di domanda individuale → relazione tra quantità domandata e prezzo per
un singolo consumatore
b. curva di domanda di mercato → quantità complessivamente domandata da tutti
consumatori dipende dal prezzo di mercato di quel bene

movimenti della curva di domanda (legati a variabili endogene):


● movimenti lungo le curve di genere → variazione variabile dipendente causata da variabile
indipendente
● movimenti lungo curva di domanda → variazione quantità domandata causata da variazione
prezzo

LA CURVA DI OFFERTA

è la rappresentazione grafica della relazione tra quantità offerta e ogni livello di prezzo:
(inclinazione verso sx)
● pendenza positiva curva offerta → ∆P/∆O
● inverso pendenza curva offerta → ∆O/∆P
spostamento curve di offerta si ha per colpa di variabili esogene:
1. variazione dei prezzi dei fattori di produzione → fattori di produzione (= qualunque bene
impiegato per produrne un altro), aumento del prezzo di essi rende più costosa la produzione
del bene finale → produttori sono disposti a offrire una quantità per ogni livello di prezzo e la
curva si sposta verso sx (offerta diminuisce)

2. variazione dei prezzi dei beni correlati → quando produttore vende diversi prodotti, la
quantità dei beni che è disposto a fornire per ogni livello di prezzo dipende dai prezzi degli
altri suoi prodotti
a. produzione disgiunta (beni sostituti nella produzione) riduzione della
quantità offerta per ogni livello di prezzo di un bene se prezzo dell’altro
aumenta (spostamento verso sx)
b. produzione congiunta (beni complementari nella produzione) aumento della
quantità offerta per ogni livello di prezzo se prezzo dell’altro bene aumenta
(spostamento verso dx)

3. cambiamenti della tecnologia → innovazioni tecnologiche permettono ai produttori di


ridurre la spesa per i fattori di produzione (fa aumentare offerta e spostare curva d’offerta a
dx)

4. cambiamenti delle aspettative:


a. aspettative riguardanti aumento del prezzo atteso futuro, ne riduce offerta
corrente (curva sx)
b. aspettative riguardanti diminuzione del prezzo atteso futuro, ne aumenta
offerta corrente (curva dx)

5. variazione nel numero di prodotti → curva di offerta di mercato illustra relazione tra
quantità complessivamente offerta da tutti produttori del mercato ed il prezzo del bene →
aumento numero produttori porta aumento offerta (curva a dx)

movimenti lungo curva di offerta → in base alle variazioni della quantità offerta a seguito aumento o
diminuzione del prezzo (varia solo prezzo)
spostamenti curva di offerta → condizioni diverse dal prezzo variano (quantità offerte)

EQUILIBRIO DI MERCATO

equilibrio si ha quando in una situazione economica nessuno può migliorare la propria condizione
comportandosi diversamente → principio generale della tendenza dei mercati all’equilibrio:
una volta raggiunto equilibrio, esso tende a perpetuarsi

in mercato concorrenziale l’equilibrio è raggiunto quando il prezzo è tale che la quantità


domandata è uguale alla quantità offerta

prezzo di equilibrio → prezzo al quale quantità domandata è uguale alla quantità offerta
quantità di equilibrio → quantità venduta/acquistata al prezzo di equilibrio
prezzo di mercato → prezzo unico che si determina sul mercato, viene ricevuto egualmente da tutti
venditori che è uguale a quello pagato da tutti i compratori

A volte il prezzo di mercato non corrisponde al prezzo di equilibrio e quindi si possono


creare due situazioni:
1. in mercato dove prezzo di mercato è superiore a quello di equilibrio si viene a creare
un’eccedenza (eccesso di offerta) → venditori cominciano a giocare al ribasso andando a
creare una riduzione progressiva del prezzo fino al livello di equilibrio

2. in un mercato dove prezzo di mercato è inferiore a quello di equilibrio si ha una


penuria (eccesso di domanda) → compratori offrono un prezzo più alto o i venditori
chiedono di più creando una spinta al rialzo che fa aumentare il prezzo fino a
raggiungere l’equilibrio

SPOSTAMENTO DELLA CURVA DI DOMANDA

quando la domanda di un bene aumenta, aumentano sia prezzo sia quantità di equilibrio di
quel bene

SPOSTAMENTO CURVA DI OFFERTA

all’aumentare dell’offerta, il prezzo di equilibrio diminuisce ma aumenta la quantità di


equilibrio

CAPITOLO 5: ELASTICITA’

mette in risalto la reattività, la forza della reazione del fenomeno analizzato → elasticità della
domanda è data dalla variazione percentuale della domanda rispetto al prezzo

non è caratterizzata da un’unità di misura ma utilizza numeri puri

elasticità della domanda al prezzo → illustra reazione della quantità domandata a una particolare
variazione del prezzo trasformata in un’unità di misura della sensibilità della domanda al prezzo,
mette a confronto la variazione percentuale della quantità domandata e la variazione percentuale del
prezzo → ∆%Q/∆&P

legge della domanda → la curva di domanda ha pendenza negativa e quindi sua elasticità è numero
negativo

metodo del punto medio → (quando si usano due livelli di prezzo diversi) fa media tra valore
iniziale e valore finale al denominatore → (Q2-Q1/(Q1+Q2)/2 / (P2-P1/ (P1+P2)/2)

tre tipi di valori che elasticità può assumere:


1. valore compreso tra 0 e 1 è anelastica → consumatori non prestano nessuna attenzione
al prezzo
2. valori maggiori a 1 ma minori di infinito è elastica → quando anche un aumento
impercettibile del prezzo fa sì che la domanda diventi nulla
3. valore pari a 1 è unitaria → quando prezzo e quantità variano della stessa percentuale
fattori che influiscono sull’elasticità:
1. presenza di beni sostituti implica un'alta elasticità mentre mancanza tali beni significa
bassa elasticità
2. un bene di prima necessità ha una bassa elasticità mentre i beni di lusso hanno
un’alta elasticità perchè non sono indispensabili
3. una bassa quota di reddito spesa per un dato bene determina un’elasticità bassa per
quel bene (consumatori sono scarsamente reattivi) mentre se consumatori destinano
un’alta quota di reddito per l'acquisto di un dato bene la domanda è altamente
elastica (molto reattivi)
4. tempo trascorso dalla variazione del prezzo → nel breve periodo la domanda è poco
elastica mentre nel lungo periodo è molto elastica (più tempo passa, più il consumatore ha
tempo per trovare beni sostituti)

ricavo totale → prezzo x quantità venduta

aumento del prezzo provoca due effetti contrapposti tra loro:


● effetto prezzo → aumento del prezzo fa aumentare prezzo unitario e quindi fa aumentare il
ricavo totale
● effetto quantità → aumento del prezzo fa ridurre quantità e ciò tende a diminuire il ricavo
totale
se prevale effetto prezzo il ricavo totale aumenta, se prevale effetto quantità il ricavo totale
diminuisce e se i due hanno la stessa intensità il ricavo totale resta invariato

è elasticità della domanda che ci fa capire quale dei due effetti prevale:
● se domanda di un bene ha elasticità unitaria → aumento del prezzo non modifica il
ricavo totale
● se domanda di un bene è anelastica → aumento del prezzo aumenta ricavo totale
(prevale effetto prezzo)
● se domanda di un bene è elastica → aumento del prezzo riduce ricavo totale (prevale
effetto quantità)

se prezzo cala gli effetti sono opposti:


● se domanda ha elasticità unitaria → diminuzione del prezzo non modifica ricavo
totale
● se domanda è anelastica → diminuzione prezzo riduce ricavo totale (effetto prezzo
prevale)
● se domanda è elastica → diminuzione del prezzo aumenta ricavo totale (effetto
quantità prevale)

elasticità della domanda al prezzo su un punto della curva è diversa da quella rilevata in altri
punti della stessa curva

si hanno due valori in base all’elasticità:


1. a prezzo basso iniziale un aumento del prezzo fa aumentare anche il ricavo totale
(domanda è anelastica)
2. a prezzo alto inziale un aumento del prezzo fa diminuire il ricavo totale (domanda è
elastica)
elasticità incrociata della domanda al prezzo → rapporto tra variazione percentuale della quantità
domandata di un bene (A, quello originario) e la variazione percentuale del prezzo di un altro bene (B,
quello correlato) → ∆%QA/ ∆%PB

● se i due beni sono sostituti → elasticità incrociata è positiva (spostamento verso dx) →
se sono buoni sostituti elasticità è positiva e alta mentre se sono cattivi sostituti
elasticità è positiva e bassa
● se i due beni sono complementari → elasticità è negativa (spostamento verso sx) → se
i due beni sono debolmente complementari elasticità incrociata è di poco inferiore
allo zero mentre se i due beni sono fortemente complementari elasticità incrociata
è molto inferiore allo zero

elasticità della domanda al reddito → misura la sensibilità della domanda di un bene alle
variazioni del reddito dei consumatori → ∆%Q/∆%R

● se elasticità al reddito è positiva → bene è normale quindi la Q aumenta per ogni


livello di prezzo all’aumentare del R
● se elasticità al reddito è negativa → bene è inferiore quindi la Q diminuisce per ogni
livello di prezzo all’aumentare di R

con beni normali elasticità alla domanda può essere:


1. elastica al reddito se valore elasticità è maggiore a 1
2. anelastica al reddito se valore elasticità è positiva ma minore a 1

elasticità dell’offerta al prezzo → misura la sensibilità relativa dell’offerta a variazioni del prezzo
→ ∆%Q/∆%P (Q = quantità offerta)

due casi in cui ha valori estremi:


1. offerta perfettamente anelastica → linea verticale perchè elasticità dell'offerta al prezzo
è 0, perchè la quantità offerta non cambia
2. offerta perfettamente elastica → curva orizzontale, sopra ad un determinato prezzo la
quantità offerta è infinita mentre sotto a quel determinato prezzo la quantità offerta è nulla

fattori determinanti:
● disponibilità dei fattori di produzione → elasticità alta se fattori di produzione sono
disponibili in abbondanza e i costi di produzione sono bassi mentre si ha elasticità bassa
quando fattori sono scarsi e hanno elevati costi di produzione
● tempo → elasticità comincia ad aumentare con il tempo perchè produttore ha tempo di
adeguare una produzione (lungo termine > breve termine)

CAPITOLO 6: FATTORI DI PRODUZIONE E COSTI

impresa di produzione → organizzazione che produce e vende beni, trasformando fattori di


produzione (input) in prodotto (output) → quantità di prodotto generata da un’impresa dipende dalla
quantità di fattori impiegati e la relazione che lega le due quantità è detta funzione di produzione:
● fattore di produzione fisso → quantità data che non può essere variata
● fattore di produzione variabile → quantità può essere variata dell’impresa in ogni momento

fattore può essere fisso o variabile perchè dipende dall’orizzonte temporale:


● nel lungo periodo non ci sono fattori di produzione fissi perché le imprese hanno la
possibilità di modificare la quantità di qualsiasi fattore impiegato nella produzione
● il breve periodo si definisce come il periodo di tempo in cui almeno uno dei fattori di
produzione è fisso

funzione di produzione di un’impresa → relazione data tra quantità di lavoro e quantità di


prodotto, per un dato ammontare del fattore di produzione fisso
curva del prodotto totale di un’impresa → relazione tra quantità di prodotto a quantità del fattore
variabile, per una data quantità di fattore fisso → ha pendenza positiva perché quanti più
lavoratori si assumono tanti più quintali di bene si producono

prodotto marginale del lavoro → quantità aggiuntiva di prodotto che si ottiene utilizzando una
quantità aggiuntiva di quel fattore di produzione → ∆Q/∆L → è decrescente perché ogni
lavoratore aggiuntivo fa aumentare la produzione totale in misura minore del lavoratore
precedente:
● rendimenti decrescenti di un fattore di produzione → aumentando la quantità di un
fattore di produzione e tenendo invariati tutti gli altri, il suo prodotto marginale diminuisce

si possono avere diversi tipi di costo:


● costo esplicito → prevede esborso monetario effettivo
● costo implicito → non comporta un esborso monetario ma corrisponde al valore monetario
dei benefici a cui si rinuncia
● costi totali: (CF+CV)
○ costi fissi (CF) → costo che nel breve periodo non dipende da quantità prodotta
○ costi variabili (CV) → dipendenti da quantità prodotta

funzione del costo totale → esprime relazione tra costo totale e quantità prodotta →
curva del costo totale che aumenta all’aumentare della quantità prodotta

costo marginale → variazione del costo totale generata da un’unità aggiuntiva di prodotto →
C’=∆CT/∆Q → all’aumentare della produzione bisogna usare quantità sempre maggiori di fattori di
produzione per produrre una unità aggiuntiva di prodotto

costo medio totale → corrisponde al costo totale diviso la quantità prodotta e corrisponde al costo
unitario di produzione → CMT=CT/Q → dice al produttore quanto costa in media produrre una unità
di prodotto

curva del costo medio totale → esprime relazione tra costo medio totale e quantità prodotta, ha una
forma convessa a U che è data da:
● costo medio fisso (CMF) → si ottiene dividendo costo fisso per la quantità prodotta
(CF/Q) e corrisponde al costo fisso per unità di prodotto
● costo medio variabile (CMV) → si ottiene dividendo costo variabile per la quantità
prodotta (CV/Q) e corrisponde al costo variabile per unità di prodotto
è anche la somma di costo medio fisso e costo medio variabile (CMT= CMF + CMV) e ha
forma convessa perché all'aumentare della produzione le due componenti si muovono in
direzioni opposte

aumento della produzione ha due effetti contrapposti sul costo medio totale:
1. effetto ripartizione → quanto maggiore è quantità prodotta, tanto maggiore è la produzione
su cui si ripartisce il costo fisso è tanto minore è il CMF
2. effetto dei rendimenti decrescenti → quanto maggiore è quantità prodotta, tanto maggiore
è fattore di produzione variabile necessario a produrre unità aggiuntive e tanto maggiore è
costo medio variabile

effetto ripartizione prevale facendo pendere la curva di costo medio totale negativamente
→ aumentare modesto della quantità prodotta e una marcata riduzione del CMF

effetto dei rendimenti decrescenti prevale e fa pendere la curva di costo medio totale
positivamente → aumentare della produzione

nel lungo periodo tutti i fattori di produzione sono variabili

duplice impatto sul costo medio totale della scelta di aumentare il costo fisso:
1. costo medio fisso aumenta a ogni livello di produzione a causa di un acquisto o
affitto di nuovi macchinari
2. costo medio variabile cala per ogni livello di produzione a causa incremento prodotto
marginale, causato a sua volta da una maggiore dotazione di capitale per lavoratore

una volta stabilito il livello di produzione che intende mantenere nel lungo periodo, l’impresa
dovrebbe scegliere il livello di costo fisso più idoneo, cioè quello che minimizza il costo medio totale
→ può fare due scelte:
1. adottare un costo fisso basso → conveniente in caso di un basso livello di produzione
perché significa generare un costo medio totale minore
2. adottare un costo fisso alto → conveniente in caso di un alto livello di produzione perché
le unità su cui si ripartisce aumento del costo fisso sono sufficienti

curva di costo medio totale di lungo periodo (CMTLP) → relazione tra livello di produzione e il
CMT nel caso in cui l’impresa possa scegliere il proprio costo fisso in modo da minimizzare il CMT
per ogni livello possibile di produzione → curva tangente a tutte quelle di breve periodo

nel lungo periodo il produttore è in grado di scegliere il costo fisso più adeguato al livello di
produzione stabilito e si colloca in punto della curva di CMTLP; ma se varia il livello di
produzione impresa si andrà a posizionare sulla curva di CMTBP corrispondente al livello di
costo fisso prescelto e potrà tornare sulla CMTLP solo riaggiustando il suo costo fisso per
adeguarlo al nuovo livello di produzione

scala dell’impresa → ciò che determina la forma della curva di costo medio totale di lungo periodo

3 tipi differenti di scala:


1. economia di scala o rendimenti di scala crescenti → costo medio totale di lungo periodo
diminuisce all’aumentare della produzione → tre cause per questo effetto:
a. tecnologia
b. elevati costi di avviamento
c. esternalità di rete

2. diseconomie di scala o rendimenti di scala decrescenti → costo medio totale di lungo


periodo aumenta all’aumentare della produzione → cause sono i costi decrescenti di
coordinamento

3. rendimenti di scale costanti → costo medio totale di lungo periodo rimane costante
all’aumentare della produzione

CAPITOLO 7: LA CONCORRENZA PERFETTA E LA CURVA DI OFFERTA

mercato perfettamente concorrenziale → tutti i partecipanti, consumatori e produttori, sono


price-taker (le loro azioni e decisioni non influiscono sul prezzo di mercato del bene)

un settore perfettamente concorrenziale per essere tale necessita di due condizioni:


1. i produttori devono essere in numero elevato e nessuno di essi deve avere una
quota di mercato rilevante → percentuale della produzione del settore che fa capo a quel
produttore
2. che nel settore venga prodotto un bene standardizzato → rende possibile
intercambiabilità dei produttori e dei prodotti da loro offerti perché si equivalgono
esiste una terza condizione che non è strettamente necessaria → libertà di entrata e di uscita
(non ci sono limiti che impediscono alle nuove imprese di entrare nel lettore e non ci sono
costi aggiuntivi per le imprese che intendono uscirne)

ricavo totale → PxQ → profitto è RT-CT

principio dell’analisi marginale → livello ottimale di un’attività è quello in cui il beneficio


marginale è uguale al costo marginale:
● costo marginale (C’) → costo aggiuntivo per produrre un’unità aggiuntiva di un bene
● beneficio marginale (B’) → è il beneficio aggiuntivo ottenuto dalla produzione di un’unità
aggiuntiva di un bene

ricavo marginale → variazione del ricavo totale generata da un’unità aggiuntiva di prodotto →
R’=∆RT/∆Q

regola del livello ottimale di produzione → profitto è massimo in corrispondenza della quantità tale
per cui il ricavo marginale dell'ultima unità prodotta è uguale al costo marginale → R’=C’

quando regola del livello ottimale di produzione viene applicata ad un'impresa price-taker il
profitto dell’azienda stessa è massimo in corrispondenza della quantità di prodotto tale per
cui il costo marginale dell’ultima unità prodotta è uguale al prezzo di mercato (P’=C’)

profitto economico → differenza tra ricavo dell’impresa e costo-opportunità delle sue risorse
profitto contabile → profitto calcolato usando solo i costi espliciti sostenuti dall'azienda

per delineare che tipo di profitto si ha basta ricordarsi la formula del profitto:
● se impresa produce una quantità tale per cui RT>CT, allora realizza un profitto
positivo
● se l’impresa produce una quantità tale per cui RT=CT, allora realizza un profitto
nullo
● se impresa produce una quantità tale per cui RT<CT, allora subisce una perdita

un’impresa è quindi redditizia se il prezzo di mercato del suo prodotto è maggiore del costo
medio totale della quantità che produce:
● P>CMT → profitto positivo
● P=CMT → profitto nullo
● P<CMT → perdita

come fa un’impresa a prevedere che la sua attività sarà redditizia?


● se prezzo di mercato è maggiore del costo medio totale minimo, impresa è
redditizia
● se prezzo di mercato è uguale al costo medio totale minimo, impresa è in pareggio
● se prezzo di mercato è minore del costo medio totale minimo, l’impresa è in perdita

nel breve periodo il costo variabile ha un peso enorme:


● il prezzo di mercato è minore del costo medio variabile minimo (P<CMV) → prezzo
che l'impresa riceve per ogni unità di prodotto non è sufficiente a coprire il costo variabile per
unità di prodotto → impresa massimizza profitto sospendendo la produzione e significa che il
costo medio variabile minimo è uguale al prezzo di chiusura
● il prezzo di mercato è maggiore o uguale al costo medio variabile minimo (P>CMV)
→ impresa deve continuare a produrre perché massimizza profitto scegliendo la quantità di
prodotto tale per cui il costo marginale è uguale al prezzo di mercato

curva di offerta individuale di breve periodo → rappresentazione grafica che mostra come, nel
breve periodo, il livello ottimale di produzione di un singolo produttore dipende dal prezzo di
mercato, dato il livello del costo fisso → è composta da due segmenti:
1. segmento con pendenza positiva → mostra quantità ottimale di breve periodo quando
prezzo di mercato è maggiore o uguale al prezzo di chiusura dell’impresa
2. livelli di prezzo inferiori al costo medio variabile minimo

curva di offerta di un settore → relazione tra prezzo e produzione totale di un settore nel suo
complesso → somma orizzontale delle curve di offerta individuali di tutti i prodotti e la si calcola
sommando produzione totale di tutti i produttori a ogni dato prezzo

equilibrio di mercato di lungo periodo → situazione in cui quantità offerta è uguale alla quantità
domandata ed è trascorso un tempo sufficiente a permettere alle imprese di entrare o uscire dal settore

CAPITOLO 8: MONOPOLIO

quattro modelli della struttura di mercato:


1. concorrenza perfetta → mercato in cui tutti i produttori sono concorrenti perfetti
2. monopolio → mercato in cui il potere sta nelle mani di un determinato produttore, il quale sa
bene che proprio comportamento influenza i prezzi del mercato e tiene in considerazione
quell’effetto nel decidere quanto produrre
3. oligopolio
4. concorrenza monopolistica

due variabili alla base di questa divisione:


1. numero di produttori del mercato (uno, pochi, molti)
2. la natura dei beni offerti (omogenei o differenziati)

bene differenziato → beni diversi che però vengono considerati dai consumatori in qualche maniera
sostituti

Quindi si ha che:
● in regime di monopolio → singola impresa vende un unico prodotto
● in regime di oligopolio → pochi produttori vendono prodotti che possono essere omogenei o
differenziati
● in regime di concorrenza monopolistica → molti produttori vendono ciascuno un bene
differenziato
● in regime di concorrenza perfetta → moltitudine di imprese vende prodotto omogeneo

impresa si trasforma in monopolista se è unico produttore di un bene che non ha buoni


sostituti

potere di mercato → monopolista ha capacità di alzare il prezzo al di sopra del livello


concorrenziale

esistono 5 diversi tipi di barriera d’entrata:


1. controllo delle risorse o fattori di produzione scarsi
2. rendimenti di scala crescenti → imprese sono più grandi e più redditizie e tendono perciò
ad escludere le imprese più piccole → monopolio creato e sostenuto da rendimenti di scala
crescenti è detto monopolio naturale
3. superiorità tecnologica → impresa può imporsi solo nel breve periodo perché nel lungo le
imprese investiranno in altre tecnologie per spodestarla
4. esternalità di rete → valore di un bene per un individuo è tanto maggiore quanto più elevato
è numero di persone che consumano quel bene
5. barriere di natura giuridica → brevetti e copyright che li rendono unici produttori di un
determinato bene

curva di domanda del monopolista coincide con la curva di domanda di mercato → due
caratteristiche principali:
1. pendenza negativa
2. divario tra prezzo del bene e ricavo marginale

presenza di due effetti:


1. effetto prezzo → per vendere una quantità aggiuntiva del bene, monopolista deve ridurre il
prezzo di mercato di tutte le unità vendute, facendo diminuire il ricavo totale
2. effetto quantità → vendita un’unità aggiuntiva di un bene fa aumentare il ricavo totale, nella
misura del prezzo al quale unità è venduta
avere potere di mercato significa interagire con una curva di domanda con pendenza
negativa e perciò un aumento della produzione comporta sempre un effetto prezzo

CAPITOLO 9: OLIGOPOLIO E LA CONCORRENZA MONOPOLISTICA

oligopolio → settore che ha uno scarso numero di venditori che si fanno concorrenza tra loro

concorrenza imperfetta → situazione in cui imprese competono ma hanno anche imprese di


mercato

duopolio → oligopolio in cui ci sono due imprese in concorrenza tra loro e sono interessate solo ai
ricavi che riceveranno dalle vendite

metodo della collusione → sua forma più comune è il cartello, un accordo tra produttori che
stabilisce quantità che ciascuna impresa può produrre→ porta a due conseguenze:
1. i due duopolisti massimizzano i profitti del settore
2. incentiva ciascun duopolista a violare gli accordi e aumentare la produzione

imprese sono incentivate a fare collusione perchè è più redditizia rispetto ad un


comportamento non cooperativo

collusione tacita → quando imprese limitano la produzione al fine di aumentare i profitti di un’altra
impresa, aspettandosi che quest'ultima ricambi il favore senza un accordo vincolante (normale
condizione degli oligopoli) → imprese non riescono a coordinarsi per fissare livelli di prezzo elevati
→ 4 maggiori fattori dietro questa impossibilità di coordinazione:
1. bassa concentrazione del settore → impresa controlla una quota di mercato minore e
questo spinge impresa ad un comportamento non cooperativo
2. prodotti complessi e strategia di prezzo → difficoltà nel controllare le decisioni di
produzione e prezzo delle altre imprese quindi è molto arduo stabilire se un’impresa viene
meno all’accordo tacito di collusione
3. interessi divergenti → imprese rispondono in maniera differente ai loro interessi
4. potere negoziale dei compratori → molto spesso vendono i loro prodotti a grandi
compratori e quest’ultimi riescono a ottenere prezzi più bassi (chiedono una riduzione di
prezzo minacciando di andare da un altro oligopolista)

data la difficoltà della collusione tacita, molto spesso gli oligopolisti applicano prezzi molto
inferiori e quando questa collusione si interrompe del tutto si ha una guerra di prezzo

situazione di interdipendenza → la decisione di ciascuna impresa esercita un’influenza


significativa sui profitti dell’altra

teoria dei giochi → si occupa di tutte le situazioni in cui il risultato per un giocatore (payoff)
dipende dalle proprie decisioni e da quelle degli altri giocatori in gioco

dilemma del prigioniero → gioco in cui matrice di payoff ha le implicazioni:


● ogni giocatore ha un incentivo a tradire il compagno
● se entrambi i giocatori tradiscono compagno, entrambi si trovano in una situazione
peggiore di quella in cui si troverebbero se nessuno dei due lo facesse
strategia dominante → un’azione viene considerata tale quando è la migliore azione possibile che
un giocatore può intraprendere a prescindere dal comportamento dell’avversario

equilibrio di Nash o non cooperativo → in cui ogni giocatore compie la scelta che ritiene migliore
date le azioni degli altri giocatori e viceversa

strategia “occhio per occhio” → adottare inizialmente un comportamento cooperativo per poi
comportarsi esattamente come ha fatto l'avversario nel periodo precedente

concorrenza monopolistica → situazione in cui ci sono molti venditori che si competono tra loro →
tre condizioni principali:
1. numerose imprese concorrenti
2. libertà di entrata e di uscita nel lungo periodo
3. differenziazione dei prodotti → ogni impresa produce un bene che i consumatori
considerano diverso da quelli delle imprese concorrenti, essendo allo stesso tempo sostituti

tre forme di differenziazione:


1. in base allo stile o al tipo → beni sostituti imperfetti perché sostituiscono solo in
alcuni casi ed in base alle preferenze
2. in base alla localizzazione → consumatori sceglieranno di acquistare il bene più vicino a
loro e non quello meno caro
3. in base alla qualità → tutto dipende dalla disponibilità dei consumatori a pagare per i beni
di alta qualità

i settori con prodotti differenziati hanno due importanti caratteristiche:


● concorrenza tra i venditori → competono in una certa misura per un mercato limitato,
anche se non offrono prodotti identici
● valore della diversità → beneficio che i consumatori traggono dalla proliferazione di
prodotti differenziati

CAPITOLO 12: MACROECONOMIA, UN QUADRO GENERALE

macroeconomia → analizzare il comportamento dell’economia nel suo complesso cioè il modo un


cui le decisioni di tutte le famiglie e di tutte le imprese interagiscono per generare un particolare
livello degli aggregati economici

paradosso della parsimonia:


1. se i compratori temono di dover affrontare un periodo di ristrettezze economiche taglieranno
le spese superflue → depressione economica → prudenza che le induce a ridurre la spesa
amplifica la tendenza negativa del sistema economico
2. se pensano di star per affrontare un periodo di ricchezza economica, aumenteranno le spese
→ crescita economica → comportamento apparentemente dissipatore produce effetti
positivi a livello generale

effetto combinato delle decisioni individuali può essere molto diverso da quello che il singolo
intendeva produrre → comportamento macroeconomia è maggiore della somma delle azioni
individuali e dei risultati di mercato
macroeconomisti studiano quello che un governo potrebbe fare per migliorare la situazione
macroeconomica

economia keynesiana → economia depressa è risultato di una spesa inadeguata e il governo


può intervenire in sostegno di un’economia depressa attraverso:
● politica monetaria → insieme obiettivi, strumenti e interventi adottati da uno Stato per
modificare e orientare la moneta al fine di modificare i tassi di interesse, per raggiungere
obiettivi dell’economia politica
● politica fiscale → agisce sulla spesa aggregata intervenendo sulla tassazione e sulla spesa
pubblica

ciclo economico → alternanza nel breve periodo di fasi di flessioni economiche:


1. recessioni → flessione nella quale produzione e occupazione diminuiscono
2. espansioni → maggior parte dei dati economici segue normale tendenza al rialzo

picco del ciclo economico → momento in cui economia passa dalla fase espansiva alla fase
recessiva
minimo del ciclo economico → momento in cui passa dalla fase recessiva all’espansione

crescita economica di lungo periodo → tendenza persistente al rialzo della produzione economica nel
lungo termine

crescita pro capite di lungo periodo → durevole tendenza all’aumento della produzione pro capite

inflazione → aumento del livello generale dei prezzi


deflazione → calo del livello generale dei prezzi
scoprire le cause di questi effetti è uno degli obiettivi della macroeconomia

nel breve periodo inflazione ha un andamento strettamente legato al ciclo economico; nel
lungo periodo invece è determinato principalmente da variazioni dell’offerta di moneta,
ovvero la quantità totale di risorse prontamente utilizzabili per effettuare acquisti

questi due effetti creano problemi:


● inflazione scoraggia individui dal detenere denaro contante perché diminuisce il
potere d’acquisto con quel totale di moneta
● deflazione incoraggia individui a detenere saldi monetari perché acquisteranno
valore nel tempo

obiettivo politica economica → stabilità dei prezzi: raggiungimento di una situazione in cui
livello generale dei prezzi varia molto lentamente o non varia affatto

economia aperta → economia che scambia beni e servizi con altri paesi → due effetti:
1. disavanzo commerciale → valore più alto di importazione rispetto esportazione
2. avanzo commerciale → valore dei beni che uno stato acquista dal resto del mondo è
inferiore al valore dei beni che vende all’estero (esportazione > importazione)
paesi con spesa per investimenti più elevata del risparmio presentano disavanzi
commerciali; mentre paesi con spesa per investimenti inferiore al risparmio presentano
avanzi commerciali

CAPITOLO 13: IL PIL E L’IPC

la comparazione dei sistemi economici nazionali si fonda sul valore di ciò che producono,
ovvero sul prodotto interno lordo (PIL) → misura del valore totale dei beni e dei servizi prodotti
dall’economia

contabilità nazionale → insieme dei conti economici che descrivono attività economica di un paese

conti economici nazionali → usati per misurare valore di mercato complessivo dei beni e dei servizi
prodotti dall’economia (PIL di un paese)

beni e servizi finali → beni e servizi venduti all’utilizzatore finale


beni e servizi intermedi → beni e servizi che diventano input per la produzione di altri beni o
servizi
PIL è valore totale di tutti i beni e i servizi finali prodotti da un sistema economico in un dato
periodo di tempo

esistono 3 modi per calcolare il PIL:


1. sommare valore di tutti i beni e servizi finali prodotti nell’economia escludendo quelli
intermedi → per evitare problema della doppia contabilizzazione è sufficiente includere solo
il valore aggiunto di ciascun produttore → differenza tra valore delle sue vendite e valore
dei beni e dei servizi intermedi che acquista da altre imprese
2. considera spesa totale per acquisto dei beni e servizi finali prodotti all’interno del
paese → flusso dei fondi che affluisce alle imprese → per evitare doppia
contabilizzazione si conteggia solamente valore delle vendite agli acquirenti finali
3. sommare tutti i redditi di produzione guadagnato dalle imprese operanti nel sistema
economico

PIL è usato per:


● calcolare dimensioni del sistema economico
● offrire metro di paragone per valutare i risultati economici di un paese
● mettere a confronto i risultati di paesi diversi

per misurare in modo preciso la crescita economica dobbiamo misurare la produzione


aggregata, ovvero quantità totale dei beni finali prodotti nel sistema economico → PIL reale →
corrisponde al valore totale dei beni finali prodotti dal sistema economico in un dato anno, calcolato
come se i prezzi fossero rimasti al livello di un anno base

PIL nominale → stima del PIL che non viene aggiustata per tenere conto delle variazioni dei prezzi e
calcolata usando prezzi dell’anno in cui la produzione ha avuto luogo

PIL pro capite → PIL diviso per numero di abitanti (PIL medio per individuo)

livello generale dei prezzi → unico dato rappresentativo del livello complessivo dei prezzi
paniere dei beni → insieme ipotetico di beni acquistati dal consumatore medio

economisti calcolano variazione del livello generale dei prezzi stimando la variazione del
costo di un dato paniere di beni

indice dei prezzi → misura normalizzata del livello generale dei prezzi → (costo del paniere di beni
in un dato anno/costo del paniere di beni nell’anno base) x 100

tasso di inflazione → variazione percentuale annua di un indice ufficiale dei prezzi → {(indice dei
prezzi nell’anno 2 - indice dei prezzi nell’anno 1) / indice dei prezzi dell’anno 1} x 100

indice dei prezzi al consumo (IPC) → misura conto di un paniere di beni rappresentativo dei
consumi della famiglia media residente in aree urbane

altre due misure dei prezzi:


1. indice dei prezzi alla produzione/ingrosso (IPP) → misura costo di un tipico paniere
di beni, contenente materie prime
2. deflatore del PIL → rapporto tra PIL nominale e PIL reale di un dato anno moltiplicato per
100

CAPITOLO 16: DOMANDA ED OFFERTA AGGREGATA

curva di domanda aggregata → relazione tra livello generale dei prezzi e quantità produzione
aggregata domandata dal sistema economico nel suo complesso, misurata dal PIL ed è decrescente
(relazione negativa) → PIL=C+I+G+X-IM:
● C è la spesa per consumi
● I è la spesa per investimenti
● G è la spesa pubblica per acquisto beni finali
● X sono esportazioni
● IM le importazioni
equazione rappresenta la quantità domandata di beni finali di produzione nazionale relativa
a un particolare anno

pendenza negativa è data da due effetti associati a una variazione del livello generale dei
prezzi:
● effetto ricchezza di una variazione generale del livello dei prezzi → effetto sulla spesa
per consumi causato dalla variazione del potere d’acquisto delle attività patrimoniali dei
consumatori
● effetto tasso di interesse di una variazione del livello generale dei prezzi

cause dello spostamento della curva di domanda aggregata:


● cambiamenti delle aspettative → aspettative sul reddito influenzano la C e la I
● variazioni della ricchezza
● dimensioni dello stock di capitale fisico esistente → incentivo di investire derivante
da quanto capitale fisico hanno già
la politica economica può avere una profonda influenza sulla domanda aggregata e questa influenza
può essere utilizzata per migliorare la performance dell’economia → consta di due meccanismi:
1. politica fiscale → uso della spesa pubblica o del meccanismo di imposizione fiscale per
stabilizzare economia → aumento spesa pubblica provoca uno spostamento verso dx della
curva → si può agire anche indirettamente sulla curva DA attraverso tassazione e
trasferimenti e in questi casi porta ad un aumento della C e spostamento verso dx della curva
DA
2. politica monetaria → utilizza variazione della quantità di moneta o del tasso di interesse
finalizzata alla stabilizzazione dell’economia → se si aumenta quantità di moneta in
circolazione si ha uno spostamento verso dx della curva DA (e viceversa)

curva di offerta aggregata → relazione tra livello generale pressi e produzione aggregata offerta
dalle imprese nel sistema economico

profitto per unità → prezzo per unità di prodotto - costo per unità di prodotto → è redditizio produrre
unità aggiuntiva se prezzo ottenuto dal produttore è maggiore del costo produzione di quell’unità

salario → tutti elementi della retribuzione del lavoro dipendente


salario nominale → retribuzione del lavoro in termini monetari, è spesso definito da un contratto di
durata pluriennale
salari vischiosi → salari nominali diminuiscono lentamente anche a fronte di un'elevata
disoccupazione e aumentano lentamente anche a fronte di una carenza di lavoratori

variazioni del potere di mercato → quando domanda si espande, le imprese con potere di
determinazione del prezzo sono in grado di aumentare prezzi e lo fanno

curva di offerta aggregata di breve periodo → relazione positiva tra livello generale prezzi e
produzione aggregata che i produttori sono disposti a generare nell’intervallo di tempo durante il
quale molti costi di produzione possono essere considerati fissi (andamento crescente)

spostamenti della curva di offerta aggregata di breve periodo:


● diminuzione offerta aggregata di breve periodo
● aumento dell’offerta aggregata di breve periodo

cause spostamenti curva di offerta aggregata di breve periodo:


● variazioni dei prezzi delle materie prime → aumento prezzo all’ingrosso di una materia
prima provoca aumento del costo per unità di prodotto nell’economia nel suo complesso
facendo spostare verso sx la curva di offerta aggregata di breve periodo
● variazione dei salari nominali → aumento dei salari nominali comporta uno spostamento
verso sx della curva perché si ha riduzione dei profitti per ogni unità di prodotto per colpa
dell’aumento dei costi per ogni unità di prodotto
● variazione della produttività → aumento della produttività fa aumentare profitti dei
produttori e spostare curva di offerta aggregata di breve periodo verso dx, con riduzione
produttività si ha effetto contrario

nel lungo periodo il livello generale dei prezzi non ha nessun effetto sulla produzione aggregata delle
imprese → la curva di offerta aggregata di lungo periodo è una semiretta verticale
produzione potenziale dell’economia Yp → intercetta orizzontale dove la semiretta OALP tocca
asse X → corrisponde al livello di PIL reale che un sistema economico sarebbe in grado di produrre
se tutti i prezzi fossero perfettamente flessibili

modello DA-OA → combinare in un unico modello la curva DA e la curva OA

equilibrio macroeconomico di breve periodo → punto di intersezione delle curve DA e OABP,


punto nel quale la quantità offerta di produzione aggregata è uguale alla quantità domandata dai
consumatori e dalle imprese nazionali

shock della domanda → evento che causa uno spostamento della curva di domanda aggregata:
● shock della domanda negativo comporta spostamento verso sinistra della curva DA →
produzione aggregata di breve periodo diminuisce così come livello generale dei prezzi
nel breve periodo
● shock della domanda positivo comporta spostamento verso destra della curva DA →
aumento della produzione aggregata sia del livello generale dei prezzi nel breve
periodo

shock dell’offerta → evento che provoca spostamento della OABP, fanno variare produzione
aggregata e il livello generale dei prezzi in direzioni opposte:
● shock dell’offerta negativo fa aumentare costi di produzione e diminuire la quantità
che le imprese sono disposte a offrire a ogni livello generale dei prezzi, inducendo
spostamento verso sinistra della OABP
● shock dell’offerta positivo fa diminuire i costi di produzione e aumentare la quantità
offerta a ogni livello generale dei prezzi, causando spostamento verso destra della
curva OABP

equilibrio macroeconomico di lungo periodo → equilibrio macroeconomico di breve periodo di


trova sulla curva di offerta aggregata di breve periodo

output gap → corrisponde alla differenza percentuale tra la produzione aggregata effettiva e quella
potenziale → [(produzione aggregata effettiva-produzione potenziale)/ produzione potenziale] x 100

due reazioni diverse:


● differenziale recessivo → output gap negativo, salari nominali tendono a diminuire,
riportando economia al livello di produzione potenziale e l’output gap a zero
● differenziale inflazionistico → output gap positivo, salari nominali tendono ad
aumentare, riportando nuovamente economia al livello di produzione potenziale e
output gap a zero

nel lungo periodo l’economia tende ad essere autocorrettiva (si corregge da sola)

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