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Dispensa di Microeconomia

Alessandro Canciani

MICROECONOMIA
Prima lezione - 1 Marzo 2021
Codice classe libro di testo ed eserciziario forniti dal professore per accesso a servizi online
Guardo indicazioni fornite su e-learning.
Due prove parziali anno 2020/2021, il 14 aprile e 16 giugno se parziale -> dura 30 minuti e composto da due parti:
due domande vero/falso teoriche e un esercizio diviso in due punti.
Generale il 16 giungo, 7 luglio e 23 settembre, sempre alle 9:30 -> dura 60 minuti e composto da due parti:
quattro domande vero/falso teoriche e un esercizio diviso in tre punti. Il professore dà la possibilità di ritirarsi
nel caso in cui si sia impreparati e consiglia di farlo se effettivamente lo si è. Nel caso in cui si facesse ugualmente
l'esame (anche se impreparati) e si conseguisse una valutazione inferiore a 14 - gravemente insufficiente - ne
tiene conto all'esame successivo e penalizza abbassando il voto in caso di esame sufficiente.

CAPITOLO 1-3
Curva di domanda
Obiettivi di apprendimento=
Caratterizzare i comportamenti dei compratori e dei venditori attraverso le curve di domanda e
di offerta;
Spiegare come si determinano il prezzo e la quantità di equilibrio nei mercati di beni e servizi.
Analizzare l’influenza di variazioni della domanda e dell’offerta sull’equilibrio di mercato.
Esplorare gli effetti dell’intervento dello Stato nel mercato e, in particolare, l’impatto delle
politiche di controllo dei prezzi sui prezzi stessi, sulle quantità offerte e domandate e sul benessere
di compratori e venditori.
Mostrare come le elasticità forniscano una misura quantitativa della sensibilità delle quantità
domandate o offerte alla variazione di altre variabili come il prezzo o il reddito.
Conoscere la matematica associata alle elasticità. Può rappresentare la domanda di un singolo soggetto o di un
gruppo di persone. Normalmente sull'asse delle ascisse si trovano le quantità di prodotto da considerare e
sull'asse delle ordinate il prezzo dello stesso.
La funzione di domanda spiega quanto varia la domanda in funzione del prezzo, in particolare se è inclinata
negativamente esprime la legge della domanda (prezzo in funzione della domanda).
La posizione della curva dipende dalle variabili esogene - determinanti della domanda diverse dal prezzo=
 Reddito
Beni normali, relazione tra reddito e domanda è uguale per tutti i soggetti
Beni inferiori, aumenta reddito, diminuisce la richiesta di dato bene
 Prezzi di altri beni
Complementari, se aumenta prezzo e quantità di bene complementare, diminuirà la domanda di quel
bene perché si tendono ad utilizzare questi beni insieme (software e computer)
Sostituti, se aumenta richiesta di bene sostituito, diminuisce quella del sostituto
 Gusti o preferenze
Spostamenti della o lungo una curva di domanda
Movimenti lungo una curva di domanda= cambiamento nella quantità domandata come risposta a una
variazione del prezzo del bene in questione, mantenendo le altre determinanti della domanda costanti.
Movimento della curva di domanda= cambiamento nella curva di domanda a seguito di variazioni nel reddito,
nel prezzo degli altri beni o delle preferenze.
Disegnare una curva di domanda
“Quantità” misurata sull’asse orizzontale
“Prezzo” misurato sull’asse verticale
Altri fattori (reddito, prezzi altri beni, preferenze) mantenuti invariati lungo la curva di domanda
Legge di domanda: la curva è inclinata negativamente.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

Legge di offerta
La funzione di offerta è una relazione positiva tra prezzo e quantità -> quanto è
maggiore il prezzo, tanto maggiore è la quantità che il venditore offre sul mercato.
Se aumenta il prezzo di dato bene, la quantità tenderà ad aumentare, ipotizzando
che tutti gli altri fattori restino costanti. Curva di offerta sarà tanto più inclinata
tanto più la stessa varia in funzione del prezzo. Se aumenta il prezzo di un dato
prodotto, la quantità che i produttori metteranno sul mercato, tenderà ad
aumentare (con quantità e prezzi come valori positivi).
Disegnare una curva di offerta=
 La quantità è misurata sull'asse orizzontale
 Il prezzo è misurato sull'asse verticale
 Gli altri fattori (tecnologia, costi, aspettative, relazioni, obiettivi, tasse e sussidi) uguali in tutti i punti
della curva di offerta
 Legge di offerta, la curva di offerta è inclinata positivamente.
Spostamenti della o lungo la curva di offerta
Movimento lungo la curva di offerta= riflette una variazione nel prezzo di vendita del bene.
Movimento della curva di offerta= riflette un cambiamento nella tecnologia o nelle altre determinanti della
curva di offerta.
Determinazione di un prezzo e quantità di equilibrio
EQUILIBRIO
Stato di un sistema tale che, una volta raggiunto, non cambia se non varia un fattore
esterno (variabile esterna) precedentemente tenuto costante;
Nel caso di un mercato perfettamente concorrenziale, prezzo e quantità tali che la
domanda eguaglia l’offerta; di conseguenza, al prezzo di equilibrio sia i compratori sia
i venditori ottengono quanto desiderano;
Graficamente si colloca all’intersezione tra la curva di domanda e curva di offerta.

Nello stesso grafico si trovano funzione della domanda inclinata negativamente e funzione dell'offerta inclinata
positivamente, normalmente si incontrano in un punto chiamato punto di equilibrio.
Perché il punto di intersezione (di equilibrio di mercato) è importante? La condizione domanda=offerta è utilizzata
per spiegare il prezzo che prevale in un certo mercato. Il primo approccio che seguono gli economisti è capire
quindi cosa determina l’offerta e cosa determina la domanda -> questo modello spiega variabile endogena
(prezzo) e quantità di equilibrio sul mercato. Spiega inoltre il variare del prezzo e della quantità sul mercato dei
singoli prodotti, giungendo di fatto a delle risposte coerenti con gli andamenti.
Se prezzo è troppo alto (> di prezzo di equilibrio) ne consegue poca domanda ed eccesso di offerta, il prezzo
diminuisce. Allo stesso modo se è troppo basso il prezzo (< di prezzo di equilibrio) si genera poca offerta per
eccesso di domanda, il prezzo tende ad aumentare.
Disequilibrio= situazione nella quale la quantità domandata è diversa dalla quantità offerta
 Scarsità
Eccesso di domanda per un bene
Le forze di mercato tendono a esercitare una pressione al rialzo del prezzo.
 Surplus
Eccesso di offerta per un bene
Le forze di mercato tendono a esercitare un pressione al ribasso del prezzo.
Statica comparata ed elasticità
Unità di misura conta per determinare la posizione delle curve di domanda/offerta, necessario avere una misura
che reagisca al variare dei prezzi/quantità domandata o offerta. Elasticità di una curva è una misura di quanto le
quantità rispondano a variazioni di prezzo. È un concetto diverso dall'inclinazione della curva: inclinazione
dipende dall'unità di misura delle quantità e dei prezzi, ma l'elasticità no.
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Shock della domanda Shock dell’offerta

Shock della domanda= aumento della domanda (variati i gusti). Aumento del prezzo e della quantità, cosa
determina se aumenta di più il prezzo la quantità a parità di spostamento della domanda?
Fondamentale l’inclinazione della curva di offerta -> più la curva di offerta è inclinata/rigida, maggiore è l’effetto
sui prezzi, minore è l’effetto sulle quantità.
Shock dell’offerta= offerta si sposta verso destra, aumentando (aumento della produttività) prezzo di scambio è
diminuito, quantità scambiata è aumentata. Quanto di queste variazioni si scaricano sul prezzo e quante sulla
domanda, dipende dalle variazioni della curva di domanda. Tanto più è rigida, tanto maggiore è l’effetto sui prezzi
e minore l’effetto sulle quantità scambiate. Tanto è più elastica/orizzontale, tanto è maggiore la quantità
scambiate, minore è l’effetto dei prezzi.
1. Determinare come in un dato mercato è cambiato l’equilibrio
2. Individuare se la causa dei cambiamenti è da ricercarsi nella domanda o nell’offerta
3. Ricerca dei fattori che hanno generato il cambiamento osservato

Elasticità di domanda e offerta


L’elasticità di una curva è una misura di quanto le quantità rispondano a variazioni di prezzo
L’elasticità è un concetto diverso dall’inclinazione della curva: l’inclinazione dipende dall’unità di misura delle
quantità e dei prezzi, l’elasticità no.

La spesa totale di un individuo è data dalla quantità che domanda


moltiplicata per il prezzo. Poichè ST(P)=P x Q(P).
L’elasticità di domanda indica di quanto varia la spesa totale nel momento in
cui variano i prezzi. A fronte di piccoli incrementi di prezzo, la spesa totale
aumenta quando la domanda è rigida e si riduce quando la domanda è
elastica. La spesa totale è massima per il livello di prezzo al quale l’elasticità
è esattamente è pari a -1.
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Alessandro Canciani

Modello di domanda e offerta e sulla elasticità


In economia sull’asse delle ordinate si posiziona la variabile economica, su quella
delle ascisse la variabile misurata in termine fisico -> variabili endogene. Sono
invece variabili esogene quelle che determinano la posizione e la forma delle
funzioni S (offerta) e D (domanda).
La curva di domanda è inclinata negativamente di solito, ovvero se il prezzo
diminuisce, la quantità aumenta. Più è inclinata la curva di domanda, minore
sono le variazioni della quantità domandata in relazione alla variazione di
prezzo. Che cosa determina la sua posizione, cioè quali sono le variabili esogene?
Le determinanti sono il reddito e i gusti del consumatore e il prezzo degli altri beni.
 Per i beni normali un aumento del reddito porta a un aumento della domanda, quindi uno spostamento
verso destra rispetto al piano cartesiano.
 Per i beni inferiori, con l’aumento del reddito, diminuisce la domanda (spostamento verso destra).
 Per i beni complementari un aumento del prezzo degli altri beni porta ad una diminuzione della
domanda, trattandosi di beni che tendo a consumare insieme.
 Per i beni sostituti, un aumento del prezzo dei beni sostituti porta ad un aumento della domanda perché
sostituisco al consumo di questi beni più cari una maggiore domanda del bene analizzato.

La curva di offerta solitamente è inclinata positivamente, all’aumentare del prezzo persone/imprese, sono
disposte a vendere una maggiore quantità del bene -> all’aumentare del prezzo aumenta l’offerta. Determinanti?
La tecnologia di produzione, il costo dei fattori produttivi e la politica fiscale (imposizione di imposte sul bene).

Il punto di incontro tra le due funzioni, spiega il punto di equilibrio in cui D(p) = S(p).
In presenza di un eccesso di offerta (prezzo più alto), è necessario far calare il prezzo del bene per raggiungere
l’equilibrio. Allo stesso modo un eccesso di domanda, dato dal prezzo troppo basso del bene, porta alla necessità
di alzare P in funzione della quantità domandata.

Tanto più inclinata una curva di offerta, tanto minore sarà l’effetto sulle
quantità di uno shock dal lato della domanda. Allo stesso modo, anto più rigida
la curva di domanda, tanto maggiore sarà l’effetto dei prezzi sul lato della
domanda e minore sarà quello dei prezzi. L’inclinazione dipende dall’unità di
misura dei prezzi e delle quantità -> per avere una misura dell’inclinazione della
curva di domanda e offerta che prescinde dall’unità di misura, gli economisti
utilizzano il concetto di elasticità. Vengono considerate le variazioni percentuali
della quantità domandata/offerta, rispetto alle variazioni percentuali del prezzo. X= quantità

Terminologia
Modello= descrizione semplificata ed astratta di un fenomeno spesso formulato tramite equazioni e/o disegni.
Scopo del modello è spiegare le variabili endogene tramite variabili esogene.
 Variabili endogene, variabili spiegate all’interno di un modello, il cui valore viene determinato da variabili
prese come date, cioè come variabili esogene.
 Variabili esogene, variabili che non sono spiegate all’interno di un modello, valore considerato come dato
Statica comparata= metodo di analisi di un modello che consiste nel confrontare le configurazioni di equilibrio
delle variabili endogene al variare delle variabili esogene.
Mercato= interazione di tutti i potenziali compratori e venditori di una particolare merce o servizio.
 Prezzo nominale, prezzo assoluto, non modificato rispetto alla variazione del valore della moneta
 Prezzo reale, il prezzo nominale aggiustato per la variazione del valore della moneta.
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Comportamento orientato all’obiettivo:


Partecipante al mercato interessato alla realizzazione
dei propri obiettivi personali.
Ipotesi basilari sui partecipanti del mercato Comportamento razionale:
 Orientato all’obiettivo Partecipanti al mercato si basano su un processo
 Comportamento razionale deliberativo scrupoloso, che soppesa costi e benefici.
 Risorse scarse Risorse scarse:
Disponibilità di tempo, denaro e altre risorse in
quantità insufficiente perché gli individui possano
soddisfare tutti i loro desideri.

PREFERENZE, UTILITÁ, VINCOLI


Gli economisti fanno tre ipotesi relativamente alle preferenze del consumatore.
 Complete, nel senso che un consumatore può classificare in ordine di preferenza tutti i panieri di mercato
Indifferente, quando tra due o più opzioni entrambe sono soddisfacenti. Questa classificazione in base
alla preferenza riflette la desiderabilità relativa delle opzioni in se stesse e ignora il loro costo.
 Transitive, ovvero che se un consumatore preferisce il paniere di mercato A a B, e B a C, allora il
consumatore preferirà il paniere A al paniere C.
 Una quantità maggiore di un bene è preferita ad un minore. Questa caratteristica è definita non sazietà
(o non saturazione delle preferenze) ed è espressa nella frase “meglio più che meno.”

Male economico=
Qualsiasi prodotto o servizio in relazione al quale è preferito a più in tutte le possibili varietà di consumo.
Bene economico=
Qualsiasi bene o servizio in relazione al quale più è meglio di meno.
Si definisce curva di indifferenza la rappresentazione grafica di tutti i panieri di beni o servizi che il consumatore
considera ugualmente soddisfacenti.

Principi del processo decisionale


Principio della scelta Tra tutte le alternative disponibili il consumatore sceglie quella cui attribuisce il rango più
elevato nel suo ordinamento. Questi due principi (scelta + ordinamento) definiscono il consumatore razionale o
homo economicus
Preferenze dei consumatori
Paniere di consumo è l’insieme di beni che un individuo consuma in una data unità di tempo (solitamente si
pensa alle alternative di scelta come panieri diversi). Principio di non-sazietà= se un paniere contiene una
maggiore quantità di ogni bene rispetto ad un altro paniere, allora il consumatore preferisce il primo al secondo
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Alessandro Canciani

PROBLEMA DEL CONSUMATORE


Il problema consiste nell’allocare le limitate risorse in modo da soddisfare nel modo migliore bisogni e desideri.
La scelta riflette le preferenze relative ad un insieme di beni, piuttosto che ad un bene singolo.
Esistenza di un tradeoff: consumo maggiore di un certo bene comporta un consumo minore di un altro bene

Una curva di indifferenza collega tutte le altre alternative ugualmente gradite al consumatore. Proprietà:
1. Sono “sottili”
Hanno lo spessore di un singolo punto
2. Non hanno inclinazione positiva, sono piatte o inclinate negativamente
3. Separano panieri considerati migliori da quelli considerati peggiori, i panieri sopra la curva sono preferiti
ai panieri sotto la curva.
Caratteristiche:
 Una curva d’indifferenza ha inclinazione negativa se
entrambi i beni sono desiderabili.
 Una curva d’indifferenza più lontana dall’origine è
preferita rispetto a una più vicina
 Le curve di indifferenza non possono intersecarsi
 Una mappa di curve d’indifferenza è una famiglia di
singole curve di indifferenza
 Una mappa di curve d’indifferenza rappresenta un
ordinamento ordinale

Saggio marginale di sostituzione (SMS).


Misura delle disponibilità del consumatore a scambiare un bene con l’altro. Quantità massima di un bene che il
consumatore è disponibile a cedere per ottenere una unità in più dell’altro bene. Dipende dalla dotazione iniziale.
È pari all’inclinazione di una curva d’indifferenza in valore assoluto.
Curvatura delle curve d’indifferenza.
Solitamente le curve di indifferenza sono convesse.
SMS Decrescente= disponibilità sempre minore del consumatore a rinunciare a qualche altro bene per ottenere
una quantità ancora maggiore del primo bene. L’ipotesi di un SMS decrescente incorpora l’idea che le quantità
relative di beni sono sistematicamente in relazione ai modi di vedere del consumatore a proposito della loro
importanza relativa. Più un bene è scarso relativamente all’altro, maggiore è il suo valore relativo in termini
dell’altro bene. Questo significa che un soggetto con un SMS decrescente tende a preferire un paniere con
quantità medie dei vari beni rispetto a panieri che prevedono quantità estreme di un solo bene.

La forma delle curve di indifferenza e il saggio marginale di sostituzione.


 La convessità delle curve di indifferenza indica che aumentando la quantità di un bene, diminuisce il suo
valore soggettivo in termini del bene relativamente più scarso;
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 Sebbene il grafico con curve di indifferenze convesse sia tipico, nessuna legge naturale afferma che le
preferenze debbano conformarsi a tale proprietà.

LE PREFERENZE DEL CONSUMATORE


Convessità delle preferenze (SMS decrescente) -> le curve di indifferenza sono convesse perché quando aumenta
la quantità consumata di un bene il consumatore è disposto a cedere sempre meno del secondo per avere unità
addizionali del primo. In altre parole i consumatori preferiscono un paniere “bilanciato”.

Agenti diversi hanno preferenze diverse:


 Le curve di indifferenza indicano la desiderabilità relativa
di diverse combinazioni (panieri) di beni
 Agenti diversi hanno preferenze diverse
 Agenti diversi hanno mappe di indifferenza diverse

CATEGORIE DI BENI
Bene= quando di più è preferito a di meno.
Male= quando di meno è perferito a di più.
La maggior parte delle cose sono costituite o da ‘beni’ o da ‘mali’, ma si può
verificare anche un caso intermedio dove il consumatore non si preoccupa
né di aumentare né di diminuire la disponibilità di un determinato bene.
Neutro economico= caso in cui il consumatore non si preoccipa né di
aumentare, né di diminuire la disponibilità di un determinato bene.
Immaginando movimenti orizzontali e veriticali, si può dedurre la forma
delle curve di indifferenza riguardanti vari beni in condizioni differenti.
L’aspetto più importante è comprendere il caso generale in cui su
entramnbi gli assi si trovano beni desiderabili (caso più frequente).

Le forme delle curve di indifferenza indicano la disponibilità dei conumatori a sostituire un bene con un altro
mantenendo immutato il proprio livello di benessere. A un estremo, alcuni beni sono sostituti perfetti nel
consumo; in questo caso le curve di indifferenza sono linari con un SMS costante.
All’estremo opposto troviamo beni che sono complementi perfetti nel consumo; questi sono associati a curve di
indifferenza ad angolo retto o a forma di L la ragione del brusco cambiamento di tendenza nel punto d’angolo
riflette il desiderio di consumare una precisa combinazione dei beni in questione.

Sostituti perfetti Complementi perfetti


Beni che il consumatore può essere disposto a Beni che devono essere consumati in una precisa
sostituire l’uno all’altro a un certo saggio combinazione al fine di fornire un dato libello di
costante senza modificare il proprio benessere. soddisfazione al consumatore.
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Alessandro Canciani

PREFERENZE COBB-DOUGLAS
Le curve di indifferenza relativa a preferenze Cobb-Douglas sono rappresentate dall’equazione seguente.

 Dove e sono parametri che influenzano la forma delle curve.


 Il SMS varia in funzione dei parametri e del paniere come mostrato nelle figure seguenti

IL VINCOLO DI BILANCIO
 Il vincolo di bilancio è il modo in cui il reddito disponibile del consumatore e i prezzi da pagare per i vari
beni limitano la scelta.
 La retta di bilancio mostra la combinazione di beni e servizi che possono essere acquistati ai prezzi
specificati, ipotizzando che tutto il reddito disponibile per il consumatore venga speso.
Le intercette con gli assi mostrano la quantità massima di un bene che può essere acquistato quando
non si acquista nulla dell’altro bene.
L’inclinazione indica quanto di un bene deve essere ceduto per comprare una unità in più dell’altro bene.
Il reddito, insieme con i prezzi dei beni, determina la retta di bilancio del consumatore. Ogni variazione del
reddito o dei prezzi provocherà un spostamento della retta di bilancio. Spostamenti dati da due fattori:
 Variazioni del reddito
Un cambiamento di reddito a prezzi costanti produce uno spostamento parallelo della retta di bilancio
 Variazione dei prezzi
Un cambiamento nel prezzo di un bene, a parità di reddito e di prezzo dell’altro bene, produce una
rotazione della retta di bilancio introno a una delle intercette.

LA SCELTA DEL CONSUMATORE


Le curve di indifferenza rappresentano le preferenze del consumatore nei confronti di differenti panieri di
mercato; la retta di bilancio mostra quali panieri di mercato il consumatore può permettersi. Combinando
insieme questi elementi, possiamo determinare quale paniere di mercato il consumatore sceglierà realmente.
Beneficio marginale= valore che un consumatore ricava consumando un’unità addizionale di un bene -> da SMSXY.
Costo marginale= costo sostenuto per consumare un’unità addizionale di un bene; misurato dal PX/PY.
Scelta ottima del consumatore= SMSXY = PX/PY
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Alessandro Canciani

Secondo il principio della scelta il consumatore sceglie il paniere cui


associa il rango più elevato all’interno del suo orientamento delle
preferenze. Graficamente si traduce in:
 Il paniere scelto sta sulla retta di bilancio (vincolo alla spesa +
principio di non-sazietà)
 Il paniere scelto tra quelli sulla retta di bilancio sta sulla curva di
indifferenza più alta -> massimizzazione utilità: utilità cresce
muovendosi su curve più alte.

Soluzione d’angolo= situazione in cui un bene particolare non è consumato affatto dal singolo consumatore,
perché il valore della prima unità del bene è inferiore al costo.
 La scelta ottima del consumatore non è caratterizzata dall’eguaglianza tra SMS e prezzi relativi
 Si acquista solo un bene perché il valore della prima unità dell’altro bene è minore del suo costo.

Variazioni nel reddito e scelte di consumo


Una variazione di reddito influenza le scelte di consumo modificando l’insieme dei panieri di mercato che un
consumatore può permettersi, ossia spostando la retta di bilancio.

Curva di reddito-consumo= curva che congiunge tutti i punti di consumo ottimo generati variando il reddito.

 Per beni normali


La curva reddito-consumo è inclinata positivamente;
La curva di domanda si sposta verso destra all’aumentare
del reddito

 Per beni inferiori


La curva reddito-consumo è inclinata negativamente;
La curva di domanda si sposta a sinistra all’aumentare del
reddito.
Un bene può essere inferiore per un agente e normale per altri.
Può essere normale per certi livelli di reddito e inferiore per
altri livelli di reddito. Non deve essere confuso con i “mali”
economici. Beni inferiori tendono ad avere caratteristiche
comuni.
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Alessandro Canciani

LA FUNZIONE DI UTILITÁ
Un modo alterantivo di interpretare la teoria della scelta del consumatore passa attraverso i concetti di utilità
totale e utilità marginale. Nella mente dei consumatori, il consumo di beni fornisce loro un’utilità. Ma è
necessario distinguere i concetti di utilità totale e utilità marginale.
Utilità totale= funzione che attribuisce un numero (util) a ogni possibile paniere di beni, o più in generale
a ogni possibile situaizone, e che rappresenta le preferenze degli agenti, associando numeri maggiori a
panieri più desiderabili.
Utilità marginale= incremento dell’utilità totale che si ottiene quando il consumo aumenta di un’unità
Utilità marginale decrescente= ipotesi secondo la quale, a partià di tutte le altre condizioni, all’aumentare
del consumo di un dato bene, l’utilità marginale associata con il consumo d iunità addizionali di quel bene
tende a diminuire.

L’utilità è un valore numerico che usiamo per quantificare il benessere del consumatore. Possiamo stabilire
l’utilità associata al consumo d iciascun paniere attraverso una funzione di utilità.
Le funzioni di utilità assegnano lo stesso numero ai panieri sulla stessa curva di indifferenza. Le funzioni di utilità
assegnano numeri maggiori ai panieri su curve di indifferenza più alte.

Si possono rappresentare le preferenze equivalentemente con funzioni di


utilità o con mappe di curve di indifferenza.

IL PROBLEMA DI SCELTA
Al consumatore viene offerta una serie di panieri di consumo, tra i quali deve effettuare una scelta.
 X indica l’insieme di tutti i possibili panieri di consumo
 Il problema di scelta del consumatore è:
Scegliere un x dal sottoinsieme A di X,
dove A rappresenta l’insieme dei panieri possibili.
Criteri: principio della scelta -> tra tutte le alternative disponibili, il consumatore sceglie quella cui attribuisce il
rango più elevato nel suo ordinamento.

Il modello: La massimizzazione dell’utilità


Il comportamento del consumatore dinnanzi a ogni problema di scelta segue il seguente modello:
1. Ogni paniere x di X ha un valore numerico u(x), chiamato utilità di x.
2. Il consumatore sceglie un qualsiasi elemento x di A tra quelli che hanno utilità massima tra tutti gli
elementi di A.
NB: Ogni consumatore ha la propria funzione di utilità, che riflette le sue preferenze e i suoi gusti.

Una vola che si conosce la funzione di utilità del consumatore, il suo comportamento in ogni situazione di scelta
è chiaro e prevedibile. La scelta infatti è completamente descritta da due condizioni -> comportamento razionale:
1. La funzione di utilità del consumatore;
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2. L’affermazione che tra i panieri possibili il consumatore sceglie sempre un paniere che si trova nella
posizione più elevata in base all’ordine determinato da tale funzione

Gli agenti economici massimizzano l’utilità


Commenti
1. L’essenza del modello è che ogni consumatore ha una sola funzione di utilità che vale per tutti i
sottoinsiemi A da cui il consumatore potrebbe scegliere.
Non consentiamo alla funzione di utilità del consumatore di cambiare a seconda della varietà delle scelte
disponibili. È un vincolo reale che in alcuni contesti può essere controverso.
2. Al termine utilità non deve essere associato alcun significato edonistico, come avviene nell’uso comune.
Una funzione di utilità è semplicemente un modo semplice ed efficace di rappresentare i gusti dei
consumatori, ordinando i diversi panieri di beni secondo le preferenze di ciascun individuo.
3. Ciò che conta non è la funzione di utilità numerica, bensì l’ordine che tale funzione stabilisce tra i vari
panieri -> nel gergo dell’economia l’utilità è ordinale.

Ciò non significa che ogni funzione di utilità determini


lo stesso comportamento di scelta. Due funzioni di
utilità che stabiliscono ordini diversi tra i panieri di
consumo portano a comportamenti di scelta diversi.
La funzione di utilità rappresenta delle preferenze e
quindi degli ordinamenti. La scala su cui si misura
“l’utilità” non conta. E quindi è possibile trasformare la
funzione u in qualsiasi modo monotono crescente.

SCELTA OTTIMA DEL CONSUMATORE


Il paniere di mercato che massimizza l’utilità è quello nel quale l’allocazione di reddito da parte del consumatore
avviene in modo tale che il rapporto tra l’utilità marginale e il prezzo del bene sia uguale per ogni bene acquistato.
UMC/PC = UMF/PF.
L’eguaglianza tra il rapporto tra l’utilità marginale e il prezzo per ciascun bene è del tutto equivalente
all’eguaglianza tra SMS e prezzi relativi. Relazione con le curve di indifferenza -> l’inclinazione di una curva di
indifferenza SMS è uguale al rapporto tra le utilità marginali dei due beni.

Preferenze del consumatore


Inclinazione delle curve di indifferenza in valore assoluto è uguale al rapporto tra le utilità marginali.
Vincolo di bilancio
Inclinazione della retta di bilancio è uguale al negativo del rapporto tra i prezzi.
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Alessandro Canciani

Scelta del consumatore


Per massimizzare l’utilità, il rapporto tra le utilità marginali deve eguagliare il rapporto tra i prezzi
In altre parole, nel paniere scelto dal consumatore il SMS deve eguagliare l’inclinazione della retta di
bilancio. La scelta del consumatore deve anche soddisfare il vincolo di bilancio, cioè deve essere sulla
retta di bilancio

Modello di scelta razionale


Le componenti principali del modello sono:
1. Preferenze
2. Vincoli
3. Scelta, data dalla combinazione delle precedenti due.
Preferenze= qualsiasi siano gli elementi di confronto, il singolo deve essere in grado di esprimere una preferenza
su uno dei due -> completezza. Se x è preferito a y, e y è preferito a z, vale l’ipotesi di transitività e x sarà preferito
a z. Se valgono entrambe le ipotesi (completezza e transitività) allora si possono rappresentare le proprie
preferenze attraverso la funzione di utilità. Se e solo se il bene x è preferito al bene y, allora anche l’utilità del
bene x sarà maggiore di quella del bene y. La preferenza di uno dei due beni (conta solamente l’ordine -> se
maggiore o minore) = utilità ordinaria.
max U(x), c.v. x ϵ A -> massimizzazione dell’utilità dati i vincoli

Seconda lezione - 8 Marzo 2021


Soluzioni esercizi
Confrontare il comportamento di un collezionista di francobolli con quello di un atleta che si allena con regolarità.
Siete in grado di dire se il primo comportamento è più o meno razionale del secondo dal punto di vista
dell’economia? La teoria economica non permette di confrontare il grado di razionalità diversi comportamenti
economici. Entrambi i comportamenti descritti sono compatibili con l’ipotesi di comportamento razionale purché
le preferenze individuali siano coerenti con le scelte ipotizzate.
Quali sono i costi economici di andare all’università? E i costi economici di scegliere uno specifico corso
opzionale? I costi economici considerano i costi diretti espliciti e i costi opportunità, mentre non considerano i
costi sommersi. Quindi il costo di andare all’università deve considerare i costi diretti come le tasse universitarie,
i libri ecc., ma pure i costi opportunità come la rinuncia a una retribuzione nel caso si scegliesse di andare sul
mercato del lavoro direttamente.
Domande a risposta multipla=
 La pendenza negativa della funzione di domanda indica che il consumo desiderato aumenta al diminuire
del prezzo
 Un eccesso di offerta indica che il prezzo è maggiore del prezzo di equilibrio
 Se domanda e offerta di un bene aumentano entrambe, allora la quantità di equilibrio aumenta.
 Completare la tabella riportando nelle caselle vuote la conseguente variazione nel prezzo e nella quantità
di equilibrio al variare di domanda e offerta

Offerta invariata Aumento dell’offerta Riduzione dell’offerta


Riduzione del prezzo e Prezzo aumenta e
Domanda invariata Rimangono invariate
quantità aumenta quantità diminuisce
Prezzo aumenta e P? Prezzo aumenta
Aumento della domanda
quantità aumenta Quantità aumenta Q?
Prezzo diminuisce e Prezzo diminuisce P?
Riduzione della domanda
quantità diminuisce Q? Quantità diminuisce
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

Equilibrio di mercato e politiche di controllo dei prezzi=


Considerate un mercato di un bene omogeneo caratterizzato da un numero elevato di venditori e di acquirenti,
che quindi può essere considerato in concorrenza perfetta
Il livello dell’offerta può essere descritto dalla funzione S(p)= 1000(p – 4) se il prezzo è maggiore di 4, mentre se
il prezzo è inferiore a 4, l’offerta è nulla.
La domanda dei consumatori è data dalla funzione di domanda D(p) 2000(10 – p) se il prezzo è maggiore di 10.
Se il prezzo è superiore a 10, la domanda dei consumatori è nulla -> ESERCIZIO ONLINE

Se il governo introduce una politica di calmieramento dei prezzi con un prezzo massimo paria 6, allora l’offerta
massima è S(p)= 1000(6 – 4) = 2000
Mentre la domanda per p=6 è D(p)= 2000(10 – 6) = 8000
Presente eccesso di domanda e una parte dei consumatori viene razionata: vorrebbe comprare a quel prezzo.
Proseguo con altri esercizi da video lezione.

Riassunto e CAPITOLO 4
Le applicazioni del modello di scelta razionale alla scelta del consumatore
1. Derivazione domanda individuale, esercizi di statica comparata;
2. Effetto reddito ed effetto sostituzione

Comportamento del consumatore: Principio generale.


I consumatori scelgono nell’insieme dei panieri ammissibili il paniere sulla curva di indifferenza più alta (ottimale)
Il comportamento del consumatore come combinazione di ciò che è possibile e di ciò che è desiderabile.
I disegni mostrano come il modello economico di comportamento del consumatore formalizzi la scelta
individuale come l’esito della combinazione tra:
 Ciò che il consumatore desidera= massimizzazione dell’utilità, ossia il raggiungimento della curva di
indifferenza più alta;
 Ciò che è possibile= vincolo di bilancio, ossia insieme di bilancio.

Una soluzione interna può essere trovata analiticamente risolvendo il sistema:


Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

Funzioni di utilità (3)


Il fatto che l’utilità marginale nel caso di sostituti perfetti sia costante genera problemi se cerchiamo di risolvere
il problema del consumatore meccanicamente uguagliando i valori soggettivi dei beni, perché questi in generale
risulteranno diversi indipendentemente dalla quantità del bene consumata.
 Si consumerà una quantità positiva solo dei beni il cui valore soggettivo è massimo e in quantità tale da
soddisfare il vincolo di bilancio.
 Gli altri beni saranno consumati in quantità nulla.

VARIAZIONI DEL PREZZO E SCELTE DI CONSUMO


La curva prezzo-consumo identifica il paniere di mercato ottimo associato a ogni possibile prezzo di un bene,
mantenendo costanti tutti gli altri determinanti della domanda. La curva di domanda del consumatore può essere
derivata dalla curva prezzo-consumo. La curva di domanda pone in relazione il consumo per i crediti con il loro
prezzo, mantenendo costanti fattori come il reddito, i prezzi di beni collegati, le preferenze.
La curva prezzo-consumo ha lo stesso significato -> per convertire la curva prezzo-consumo di una curva di
domanda, basta rappresentare graficamente la relazione prezzo-quantità identificata dalla curva prezzo-
consumo. Osservazioni sulla curva di domanda:
 Il livello di benessere del consumatore varia lungo la curva di domanda
 Il prezzo degli altri beni è ipotizzato costante allo spostarsi lungo una curva di domanda, ma la domanda
di altri beni può variare
 In ogni punto della curva di domanda la condizione di scelta ottima del consumatore è soddisfatta
SMSXA = PX/PA dove «A» si riferisce ad «altri beni» (bene composito)
 La curva di domanda identifica il benefico marginale associato ai vari livelli di consumo

Effetto reddito ed effetto sostituzione di una variazione di prezzo


Effetto reddito, effetto sulla domanda individuale dovuto alla variazione del potere d’acquisto reale di un
consumatore, causata da una variazione del prezzo di un bene, a parità di prezzo relativo
Effetto sostituzione, effetto sulla domanda individuale dovuto alla variazione dei prezzi relativi dei beni, causata
da una variazione del prezzo di uno specifico bene, a parità di reddito reale.
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Alessandro Canciani

 L’effetto sostituzione di una diminuzione/aumento di prezzo è sempre positivo/negativo.


 L’effetto reddito di una diminuzione/aumento di prezzo è positivo/negativo per un bene normale,
negativo/positivo per un bene inferiore

Riassumendo: L’effetto sostituzione è sempre negativo.


L’effetto reddito rinforza l’effetto sostituzione se il bene è nomale -> negativo se il prezzo aumenta e positivo se
il prezzo si riduce. L’effetto reddito si oppone all’effetto sostituzione se il bene è inferiore -> positivo se il prezzo
aumenta, negativo se il prezzo si riduce

Effetto reddito e sostituzione nel caso di beni inferiori, due possibilità


 Effetto sostituzione > effetto reddito
Curva di domanda è inclinata negativamente
 Effetto sostituzione < effetto reddito
Curva di domanda è inclinata positivamente
Bene di Giffen

Bene di Giffen
Se un bene è “troppo” inferiore, allora │Effetto sostituzione (-)│ < │Effetto reddito (+)│
Quindi: Effetto totale (+)
Se l’effetto reddito positivo domina, in modulo, l’effetto sostituzione negativo, allora la curva di domanda ha una
pendenza crescente, e il bene viene detto bene di Giffen. Anche se l’esistenza di questi beni è teoricamente
possibile, la rilevanza empirica di questo fenomeno è estremamente limitata.

Def I beni di Giffen sono beni inferiori per i quali la quantità acquistata aumenta nel momento in cui aumenta
il prezzo. Ciò è dovuto al fatto che l’effetto reddito è maggiore dell’effetto sostituzione.

Riepilogo
 Il vincolo di bilancio rappresenta ciò che è possibile per il consumatore dato il reddito e i prezzi dei beni
 Il comportamento del consumatore viene modellato geometricamente come ricerca della curva di
indifferenza più alta dato il vincolo di bilancio
 Il paniere di beni scelto da consumatore è identificato con il punto di equilibrio del consumatore
 Il punto di equilibrio del consumatore è individuato
Come soluzione interna con il SMS uguale ai prezzi relativi
Come soluzione d'angolo con il SMS minore o uguale ai prezzi, in relazione al fatto che si consumi
solo il bene 2 o il bene 1.
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Alessandro Canciani

DERIVAZIONE ANALITICA DELLE FUNZIONI DI DOMANDA


Per derivare le funzioni di domanda si deve mettere a sistema la soluzione del problema
del consumatore con il vincolo di bilancio. In questo modello x1, x2 sono le variabili
endogene, mentre p1, p2, y sono variabili esogene. La soluzione del sistema rispetto alle
variabili endogene fornisce la domanda individuale per il bene 1 e 2 in funzione dei prezzi
dei beni e del reddito del consumatore:
x1* (p1, p2, y), x2* (p1, p2, y)

Le funzioni di domanda con utilità per beni sostituti perfetti


 Il valore soggettivo dei beni è ai / pi quindi è costante al variare del paniere di beni
 Di conseguenza si domanda o solo il bene 1 o solo il bene 2
 A seconda che il valore soggettivo del bene 1 sia maggiore o minore del valore soggettivo del bene 2.

Dalla domanda individuale alla domanda di mercato


Somma orizzontale. Per ciascun prezzo somma delle quantità domandate da tutti gli agenti così da ottenere la
domanda di mercato. Se tutte le domande individuali sono inclinate negativamente, allora anche la domanda di
mercato è inclinata negativamente. Se qualche curva di domanda è inclinata positivamente, comunque la
domanda di mercato potrebbe essere inclinata negativamente.
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Alessandro Canciani

Surplus del consumatore


 Surplus (o sovrappiù) del consumatore misura monetaria del guadagno netto ottenuto dal consumatore
o dal gruppo di consumatori con l’acquisto di un bene; sorge quando il suo costo è inferiore al massimo
che i consumatori sono disposti a pagare.
 Beneficio totale valore totale che un consumatore ricava da una particolare quantità di bene e dunque
il massimo ammontare che il consumatore sarebbe disposto a pagare per quella quantità di bene,
 Beneficio marginale valore incrementale che un consumatore ricava consumando un’unità addizionale
di un bene e, quindi, ammontare massimo che il consumatore sarebbe disposto a pagare per quella unità
addizionale.

Elasticità al prezzo e curva prezzo-consumo


L’inclinazione della curva prezzo-consumo è collegata all’elasticità della domanda.
 Inclinazione negativa della curva prezzo-consumo: domanda elastica
 Curva prezzo-consumo orizzontale: domanda a elasticità unitaria
 Inclinazione positiva della curva prezzo-consumo: domanda inelastica
 Curva prezzo-consumo a forma di U: domanda elastica per prezzi alti e inelastica a prezzi bassi.

APPLICAZIONI DEL MODELLO DI SCELTA RAZIONALE


Un consumatore sceglie un paniere, ovvero un vettore di quantità -> x= (x1, x2) ϵ R2+
La somma dei prezzi dei beni non può essere superiore al reddito del consumatore (vincolo) P1x1 + P2x2 =y
Obiettivo del consumatore è raggiungere la massima utilità maxU (x) con x R2+

Risolvibile con il sistema

Dato un piano cartesiano e la relativa funzione di utilità, possiamo capire che spostandosi verso l’alto la funzione
di utilità aumenta, ma non si può sapere di quanto. Scegliere ciò che preferiamo significa andare a raggiungere
la curva di indifferenza più alta possibile, compatibilmente ai vincoli.

Proprietà delle curve di indifferenza:


 Due curve di indifferenza relative allo stesso individuo, non possono intersecarsi, perché si violerebbe il
principio di transitività delle preferenze;
 L’inclinazione è negativa. Se io diminuissi la quantità del bene 2, per restare indifferente, bisogna
aumentare la quantità dell’altro. L’inclinazione, in valore assoluto, della curva di indifferenza si chiama
saggio marginale di sostituzione. In presenza di una curva di indifferenza convessa, l’andamento del SMS
è decrescente (inclinazione diminuisce).
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Alessandro Canciani

STATICA COMPARATA
Consiste nell’andare a verificare come le variabili endogene siano influenzate dalle variabili esogene e come
variano in funzione di quest’ultime (variabili esogene P1, P2, Y influenzino le variabili endogene X1 e X2).

Applicazioni del modello di comportamento per i consumatori


Scelta intertemporale
La decisione di risparmiare o di indebitarsi rappresenta la decisione relativa a come riaggiustare il consumo
tra periodi di tempo dato il flusso intertemporale di reddito.
Quali fattori influenzano questa decisione?
 Il reddito corrente
 Il reddito futuro
 Il tasso d’interesse
 Le preferenze (ovvio)
Punto di dotazione iniziale è un paniere di beni e servizi che gli agenti detengono prima di iniziare a
scambiare, in questo caso in assenza di risparmio o indebitamento.

IL MODELLO DI SCELTA INTERTEMPORALE.


Due soli periodi, oggi e domani, t=1, 2. Oggetto di scelta è il livello di consumo nei due periodi c1, c2. In questo
contesto intertemporale un paniere di consumo è costituito da una coppia di numeri c1, c2. Secondo il
modello di comportamento del consumatore un consumatore ordinerà i possibili panieri c1, c2 tramite una
funzione di utilità.

Il mercato finanziario e il vincolo di bilancio intertemporale


Dopo aver specificato gli oggetti di scelta (panieri di consumo oggi e consumo domani) e il modo di ordinare
questi panieri (funzione di utilità), si deve precisare se e come è possibile trasferire risorse tra periodi.
In altre parole è necessario specificare le possibilità di trasferimento intertemporale delle risorse e cioè
formalmente il vincolo di bilancio intertemporale. Tre elementi da utilizzare= Insieme di scelta, utilità e
vincoli. Possiamo scrivere un modello ben definito del problema di scelta intertemporale del consumatore.

Se desideriamo trasferire risorse da oggi a domani, si può risparmiare in modo da avere domani un reddito
maggiorato dell’ammontare risparmiato e dal rendimento finanziario della somma risparmiata. Il
rendimento del risparmio è il tasso d’interesse I moltiplicato per la somma risparmiata.
Viceversa se desideriamo trasferire risorse da domani a oggi, allora ci indebitiamo e ci impegnano a restituire
domani il debito più un interesse su tale somma. Quindi il mercato finanziario che ci permette di trasferire
risorse inter-temporalmente.
Per potere rappresentare le opportunità di scambio
intertemporale dobbiamo specificare
1. La ricchezza del consumatore in termini di reddito
oggi e reddito domani,
2. Il costo o il guadagno di trasferire denaro da un
periodo all’altro.
In un contesto intertemporale la ricchezza del consumatore è
il flusso di reddito percepito dall’agente nei diversi periodi
della sua vita. Nel modello semplificato quindi è un vettore di
numeri non negativi.
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Inoltre il costo o il guadagno di trasferire denaro da un periodo all’altro è il tasso d’interesse. Nel nostro modello
semplificato quindi è un numero non negativo . i
È possibile che l’individuo sia soddisfatto di consumare il suo reddito y1 nel periodo 1 e il suo reddito y2 nel
periodo 2. Cioè c1 = y1 e c2 = y2. Tuttavia l’individuo può invece preferire riarrangiare il consumo prendendo o
dando a prestito tra i due periodi, quindi c1 diverso da y1 e c2 diverso da y2.

Assumiamo mercati dei capitali perfetti


1. Il tasso d’interesse ottenuto sui risparmi è uguale al tasso d’interesse pagato sui debiti, quindi il vincolo di bilancio
intertemporale è unico
2. L’individuo può prendere a prestito e risparmiare quanto desidera ad un tasso di interesse dato e costante i
3. Il tasso di interesse dato e costante i non varia al variare della somma risparmiata o mutuata
4. Il tasso di interesse dato e costante i non varia al variare dell’individuo che si rivolge al mercato finanziario

Vincolo di bilancio intertemporale*


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Alessandro Canciani

Modello del problema di scelta intertemporale


Il problema di scelta intertemporale del consumatore
consiste nel selezionare il migliore paniere di consumo oggi
e consumo domani tra quelli che può permettersi data la sua
ricchezza e dato il funzionamento del mercato finanziario
sinteticamente rappresentato dal vincolo di bilancio.

Anche nella soluzione al problema di scelta intertemporale


si eguaglia il valore soggettivo del consumo oggi e del
consumo domani. Il prezzo del consumo oggi è (1+i) e il
prezzo del consumo domani è 1.

Nella soluzione del problema di scelta intertemporale del consumatore


1. Se il consumo nei due periodi è strettamente positivo devo eguagliare i valori soggettivi,
2. Si ha un consumo nullo nel periodo in cui il valore soggettivo è strettamente minore del valore soggettivo
del consumo nell’altro periodo.

Analisi geometrica del problema di scelta intertemporale


Curve di indifferenza e vincolo di bilancio: la soluzione grafica al problema di scelta del consumatore.
Si deve rappresentare nel grafico non solo la funzione obiettivo da massimizzare (la mappa di curve di
indifferenza), ma anche il vincolo di bilancio intertemporale.

Preferenze per allocazione temporale dei consumi


Consideriamo oggetti fisici identici come beni differenti se questi sono disponibili in periodi di tempo diversi.
Consideriamo un consumatore interessato a due beni: il cibo nell’anno corrente e il cibo disponibile tra un anno.
Le curve di indifferenza hanno la forma solita:
 Inclinazione negativa, SMS decrescente
 I panieri collocati sulla retta a 45° indicano un livello di consumo identico nei due periodi
Se riportiamo la quantità di cibo consumata quest’anno sull’asse orizzontale, curve di indifferenza più ripide
rivelano una maggiore impazienza nel consumo

Punto di dotazione iniziale= paniere di beni e servizi che gli agenti detengono prima i iniziare a scambiare, in
questo caso, in assenza di risparmio o indebitamento.
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Alessandro Canciani

In generale il vincolo di bilancio intertemporale passa per il punto (y1, y2) detto di dotazione iniziale, ed ha
inclinazione pari a – (1 + i), cioè pari al negativo del rapporto tra il prezzo del consumo oggi e il consumo domani.
Si sovrappone la mappa di curve di indifferenza all’insieme di bilancio che rappresenta tutti i panieri (c1, c2) che
il consumatore può permettersi -> in questo modo viene mostrato come il modello di scelta intertemporale sia
uguale a quello studiato per i beni, a parte la formalizzazione del vincolo di bilancio.

In corrispondenza del paniere di consumo ottimale, la retta di bilancio e la curva di indifferenza sono tra loro
tangenti. È questa la manifestazione grafica della regola dell’uguaglianza dei valori soggettivi.

La derivazione delle funzioni individuali di offerta di risparmio odi


domanda di indebitamento:
 Se c1 < y1 (e quindi c2 > y2), allora il consumatore offrirà risparmio
per potere consumare di più domani;
 Se c1 > y1 (e quindi c2 < y2), allora il consumatore si indebiterà a
t=1, domani dovrà consumare meno di y2 per poter restituire il
debito.

Statica comparata
Una variazione nella dotazione iniziale può essere dovuta a una variazione nel reddito presente o reddito futuro.

La retta di bilancio rilevante per le scelte di consumo nel tempo dipende dal reddito attuale e futuro come pure
dal tasso d’interesse. Una variazione di una o più di queste variabili modificherà la retta di bilancio e influenzerà
il paniere di mercato scelto. La variazione dei redditi in uno qualsiasi dei due anni sposta il punto di dotazione
nel grafico. Una riduzione del reddito futuro non altererà il costo relativo del consumo futuro e presente, ma
influenzerà il comportamento attraverso il suo effetto reddito.
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Alessandro Canciani

Se il consumo in ogni anno è un bene normale – il che è quasi certamente vero poiché il consumo è un bene
definito in senso ampio – allora lo spostamento della retta i bilancio indurrà a ridurre il consumo in entrambi gli
anni. Quest’analisi implica che una riduzione dei guadagni futuri attesi determina un aumento del risparmio
nell’anno 1. Il risparmio è la differenza tra consumo e reddito. Il risparmio corrente, perciò non dipende
esclusivamente dal reddito corrente, ma è influenzato anche dal livello atteso del reddito.

Variazioni del tasso di interesse Un tasso d’interesse più alto modifica il costo relativo del consumo presente
verso quello futuro, che si riflette in una variazione della pendenza della retta di bilancio. Un tasso d’interesse
più alto riduce il costo del consumo futuro in termini di sacrificio richiesto nel presente.
Tasso d’interesse più alto che induce a minor risparmio L’effetto sostituzione associato con un più alto tasso
d’interesse deriva dalla variazione del costo relativo del consumo presente rispetto a quello futuro. Un tasso
d’interesse più alto riduce il costo del consumo futuro, e ciò implica un effetto sostituzione che favorisce il
consumo futuro a spese del consumo presente. Così l’effetto sostituzione incoraggia il consumo futuro invece di
quello presente. Per contro l’effetto reddito associato con un più alto tasso d’interesse arricchisce il
risparmiatore, che è in grado di raggiungere una curva di d’indifferenza più alta. Un reddito reale più alto
consente all’individuo di consumare di più in entrambi i periodi, per cui l’effetto reddito favorisce un incremento
del consumo in entrambi i periodi, se il consumo in ciascun periodo è un bene normale.
Poiché sia l’effetto sostituzione sia l’effetto reddito favoriscono un maggior consumo nell’anno 2, questo
aumenterà sicuramente. Invece gli effetti sostituzione e reddito per il consumo dell’anno 1 vanno in direzioni
opposte, per cui l’esito dipende dalle loro dimensioni relative. Se l’effetto reddito è più grande, il consumo
dell’anno 1 aumenterà, il che implica che il risparmio diminuirà.

Risparmiatore: il tasso d’interesse diminuisce il consumo oggi


aumenta e il risparmio diminuisce
Risparmiatore: il tasso d’interesse diminuisce, il consumo oggi
diminuisce e il risparmio aumenta

Mutuatario: il tasso d’interesse diminuisce, il consumo oggi aumenta e il risparmio diminuisce.

Scelta intertemporale
Appunti da video nota*
Dati 2 periodi (inter-temporalità), due redditi y1 e y2, due desideri di consumo c1 e c2, il tasso di interesse e la
funzione utilità U (c1, c2). Il consumo di oggi sommato al consumo domani, a sua volta rapportato il costo
opportunità di consumare oggi (1 + i) -> valore attuale del flusso di consumo, deve essere uguale al valore attuale
del flusso di reddito.
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Alessandro Canciani

In termini di valore futuro, invece, il consumo di oggi deve essere moltiplicato per il suo prezzo/costo opportunità
(1 + i) e sommato al consumo di domani, deve essere uguale al reddito di oggi moltiplicato per il suo prezzo e
sommato al reddito di domani. Le due espressioni sono equivalenti.

Se il consumo di oggi è maggiore reddito di oggi c1 > y1, l’individuo si sta indebitando per poter
consumare di più di quello che è il suo reddito -> mutuo. Se vale l’opposto ovvero che c1 < y1,
l’individuo sta risparmiando per poter consumare di più in futuro. In questo modo si riesce a
determinare se vi è un mutuo o un risparmio come soluzione endogena al problema di scelta.

Applicazioni del modello di comportamento per i consumatori


Scelta e offerta di lavoro

Tempo libero porzione di tempo di un lavoratore che non viene dedicata al lavoro.
Vincolo di bilancio di un lavoratore la sua inclinazione riflette il salario orario, che corrisponde al costo
opportunità del tempo libero.

Offerta di lavoro il consumatore acquista beni e servizi sul mercato. Allo stesso tempo però può agire sul mercato
come offerente: può vendere il proprio lavoro alle imprese. L’offerta di lavoro è la disponibilità a vendere tempo
alle imprese contro un salario. L’offerta di lavoro è l’offerta di un male dal punto di vista del consumatore. La
domanda di tempo libero, che è un bene, è l’altra faccia della medaglia dell’offerta di lavoro.

Il modello di scelta del consumatore applicato all’offerta di lavoro.


Per adattare il modello di scelta del consumatore al
contesto è necessario rappresentare adeguatamente
l’aspetto strumentale dell’offerta di lavoro -> identificare
i beni come oggetto di scelta.
Data una dotazione totale di tempo a disposizione di un
singolo individuo, scegliere le ore di tempo libero significa
contemporaneamente scegliere quante ore lavorare,
come differenza tra il tempo a disposizione e le ore libere.

Formalmente se indichiamo con T la dotazione di tempo a disposizione, con l le ore di lavoro e con n le ore di
tempo libero, allora -> l= T – n. Di conseguenza per un dato T, scegliere n è del tutto equivalente a scegliere l.
Quindi possiamo ipotizzare che oggetto di scelta siano il livello di consumo e l’ammontare di tempo libero, c e n:
in questo modello di scelta lavorativa un paniere di consumo è costituito da una coppia di numeri (n, c) che
rappresentano il livello di consumo e l’ammontare di tempo libero.
Una volta trovati i livelli di tempo libero n e di consumo c desiderati, è immediato trovare l’offerta di lavoro l
tramite l’equazione l=T-n. Un consumatore ordinerà i possibili panieri (n, c) tramite una funzione di utilità.

Il mercato del lavoro e il vincolo di bilancio


Dopo aver specificato gli oggetti di scelta (panieri di consumo e tempo libero) e il modo di ordinare questi panieri
(funzione di utilità), si deve precisare se e come è possibile trasformare tempo libero in consumo.
Necessario specificare le possibilità di utilizzo del tempo a disposizione per ottenere reddito da consumare o per
godere del tempo libero e cioè il vincolo di bilancio nel mercato del lavoro. Solo con questi tre elementi
possiamo scrivere un modello ben definito del problema di scelta del consumatore/lavoratore.
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Assumiamo che il mercato del lavoro sia in concorrenza perfetta, cioè


1. Il salario è dato e costante
2. Il salario non dipende dal lavoratore
3. L’individuo può lavorare quanto desidera
Ipotizziamo che la dotazione di tempo a disposizione dell’agente sia indicata con T e il salario offerto in cambio
di un’ora di lavoro dell’individuo sia w.
In questo contesto il consumo del nostro individuo non può superare il reddito disponibile:
C < wl
Usando la relazione tra lavoro e tempo libero si ottiene la disuguaglianza
Questa relazione è il vincolo di bilancio per il consumatore/lavoratore e rappresenta le opportunità di scambio
tra tempo libero e consumo fornite dal mercato del lavoro. In questo contesto è il mercato del lavoro che ci
permette di trasformare ore di lavoro in reddito da consumare.
Il prezzo del consumo è 1 perché viene espresso nelle stesse unità del reddito
monetario ottenuto lavorando. Il prezzo di un’ora di tempo libero è il salario
orario w perché rappresenta il costo opportunità del tempo libero. I prezzi influenzano il valore del reddito
dell’individuo, ma non della dotazione di tempo. L’inclinazione del vincolo di bilancio è –w.

Il problema di scelta del consumatore/lavoratore


Il problema di scelta del consumatore/lavoratore nel mercato del lavoro consiste
1. Nel selezionare il migliore paniere di consumo e tempo libero tra quelli che può permettersi
2. Data la sua dotazione di tempo a disposizione
3. Dato il funzionamento del mercato del lavoro rappresentato dal vincolo di bilancio.

Il problema di scelta del consumatore/lavoratore quindi è rappresentato dal seguente programma:


max u (n, c) c.v. c  wn  wT

Uguaglianza dei valori soggettivi dei beni


Anche nella soluzione al problema di scelta intertemporale si eguaglia il valore soggettivo del tempo libero e del
consumo. Il prezzo del tempo libero è –w e il prezzo del consumo domani è 1.
Nella soluzione del problema di scelta del
consumatore/lavoratore, se il consumo e il tempo
libero sono entrambi strettamente positivi devo
eguagliare i valori soggettivi. Si ha consumo (tempo
libero) nullo quando il valore soggettivo del consumo
del tempo libero nullo è strettamente minore del
valore soggettivo del tempo libero (del consumo).
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Alessandro Canciani

Analisi geometrica del problema di scelta dell’offerta di lavoro


La soluzione grafica al problema di scelta del consumatore
Si deve rappresentare nel grafico non solo la funzione obiettivo da massimizzare (la mappa di curve di
indifferenza), ma pure il vincolo di bilancio relativo al mercato del lavoro.

Il problema di scelta del consumatore nel mercato del lavoro può essere rappresentato graficamente riferendoci
al consumo e al tempo libero come ai due beni rappresentati rispettivamente sull’asse delle ordinate e sull’asse
delle ascisse. La funzione di utilità del consumatore è rappresentata tramite una mappa di curve di indifferenza
o insiemi dei livelli della funzione di utilità, u, del consumatore.

Combinando le preferenze tra tempo libero e consumo e


il vincolo di bilancio, possiamo al solito individuare il
paniere ottimo, in questo caso il consumo e l'ammontare
di tempo liberi scelto. Scegliere il tempo libero significa
scegliere l'offerta di lavoro, perché l=T-n: per un dato T,
scegliere n oppure l è la stessa cosa.

In corrispondenza del paniere di consumo ottimale, la retta di bilancio e la curva di indifferenza sono tra loro
tangenti. È questa la manifestazione grafica della regola dell’uguaglianza dei valori soggettivi, infatti:

Offerta di lavoro
I lavoratori lavorano di più ad un salario più alto?
 L'effetto sostituzione di un salario più alto incoraggia il lavoratore a offrire più ore di lavoro: dato che il
tempo libero è diventato più costoso in termini di reddito perduto, il lavoratore è incoraggiato a
sostituire il tempo libero con il reddito, vale a dire a lavorare di più.
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 L’effetto reddito ha un risultato opposto sullo sforzo di lavoro rispetto all'effetto sostituzione: un più alto
reddito reale tende a tradursi nell'aumento del consumo di tutti i beni normali, e il tempo libero per la
maggior parte delle persone è un bene normale. L'effetto reddito di un aumento del saggio di salario
incoraggia, quindi, il consumo di tempo libero e porta il lavoratore a lavorare di meno.

La derivazione delle funzioni individuali di offerta di lavoro


Supponiamo di voler risolvere il problema di scelta del consumatore/lavoratore per tutti i salari possibili in modo
da poter rispondere alla domanda: quale offerta di lavoro sceglierà il consumatore/lavoratore come funzione del
salario, se manteniamo costante la sua dotazione iniziale di tempo a disposizione?

Ci interessa sapere se l’offerta di lavoro aumenterà sempre al crescere del salario oppure se, paradossalmente,
è possibile che una maggiore retribuzione induca un minore desiderio di lavorare. La risposta a questo quesito
può avere implicazioni cruciali per i meccanismi di retribuzioni reali: un aumento di stipendio potrebbe avere
l’effetto perverso di ridurre l’impegno di un lavoratore invece di stimolarlo.
Essendo il tempo di lavoro il complemento a T del tempo libero scelto, è sufficiente derivare la domanda di n e
poi derivare l’offerta di lavoro come differenza da T -> l=T-n. Per derivare la domanda di tempo libero e quindi
l’offerta di lavoro ricorriamo ai soliti esercizi di statica comparata.
In questo caso l’offerta di lavoro cresce all’aumentare del salario w.

 Questa relazione monotona crescente tra offerta di lavoro


e salario NON è una conseguenza necessaria del modello
di scelta.
 È possibile che un aumento del salario diminuisca la
quantità di lavoro offerta dal consumatore/lavoratore.

È possibile una curva di offerta di lavoro piegata all’indietro?


Si, se l’effetto reddito eccede l’effetto sostituzione al di sopra di un certo livello salariale. Oltre una certa soglia
del saggio salariale, la curva di offerta di ore di lavoro può quindi piegarsi all’indietro. Questo fatto non dipende
da un insieme insolito di condizioni, come avviene nel caso della curva di domanda con pendenza positiva, ma
richiede solo che il normale effetto reddito di un più alto salario ecceda l’effetto di sostituzione.
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La curva di offerta di mercato


Per passare dalla curva individuale dell’offerta di lavoro alla curva di offerta di mercato, abbiamo solo bisogno di
sommare orizzontalmente le funzioni di offerta di tutti i lavoratori che competono in un dato mercato del lavoro.
Quindi, la curva di offerta di mercato può anche essere inclinata verso l’alto, piegarsi all’indietro o mostrare una
combinazione delle due cose. La curva di offerta aggregata altamente anelastica, indicata dall’evidenza storica
del mercato del lavoro americano, appare plausibile.

Equilibrio generale, efficienza ed equità


Modello di puro scambio
Fino ad ora, abbiamo considerato l’equilibrio concorrenziale in un mercato isolato, conducendo un’analisi di
equilibrio parziale -> utile quando domanda e offerta di un bene risultano ampiamente indipendenti dalla attività
relative ad altri mercati. Molti mercati risultano interdipendenti (caso dei beni sostituti e complementi). L’analisi
di equilibrio generale è lo studio dell’equilibrio concorrenziale che si verifica simultaneamente su molti mercati:
 Consente di comprendere le conseguenze dell’interdipendenza fra i mercati
 I fattori che influenzano domanda e offerta in un mercato possono avere effetti significativi in altri
 Interdipendenza dei mercati produce effetti di retroazione (feedback).

Equilibrio generale in una economia di puro scambio


In una economia di scambio, le persone scambiano i beni che possiedono, ma non è contemplata alcuna attività
di produzione. Con puro scambio si potrebbe pensare che non esiste produzione di “ricchezza”.
La gente è stimolata a scambiare perché i benefici degli scambi sono impressionanti.

Il modello economico di puro scambio considera due agenti e due beni, gli agenti A e B e i beni 1 e 2.
Possibilità di scambio limitate a disponibilità di merci -> per poter studiare lo scambio bisogna individuare
 Ciò che è possibile
 Ciò che desiderano gli agenti
 Ciò che effettivamente succede.
Dotazione iniziale= panieri che i due agenti mettono a disposizione dei possibili scambi per una certa quantità.
Allocazione nella teoria economica
Il termine allocazione indica la ripartizione delle risorse a disposizione di un sistema economico fra soggetti
diversi e utilizzazioni diverse. Il processo di allocazione delle risorse è costituito dall’insieme delle attività di
produzione e scambio che si svolgono nel sistema economico.

L’insieme delle allocazioni fattibili è più difficile da rappresentare


geometricamente perché è costituito da una coppia di panieri, uno
per l’agente A e uno per il B, che soddisfano le disuguaglianze viste
prima. Di conseguenza non può essere rappresentato come un
punto nel piano senza ricorrere ad ulteriori convenzioni.

Il sistema adottato è quello di rappresentare le allocazioni fattibili all’interno di un rettangolo, la cui base è la
somma delle dotazioni iniziali di A e B del bene 1 la cui altezza è la somma delle dotazioni iniziali di A e B del bene
2. Di conseguenza l’insieme delle allocazioni fattibili è dato dai panieri (pA, sA) e (pB, sB).
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Alessandro Canciani

Possibilità di scambio
Ogni punto nel rettangolo rappresenta una allocazione
fattibile. Se misurato rispetto all’angolo in basso a destra
fornisce quanto ottiene A; riferito invece all’angolo in
alto a destra indica il paniere di B.
Per costruzione la dotazione iniziale di A misurata
rispetto all’angolo in basso a sinistra coincide
geometricamente con la dotazione iniziale di B misurata
rispetto all’angolo in alto a destra, indicati entrambi con
E nel rettangolo.

 Una volta individuato l’insieme degli scambi possibili, cioè l’insieme delle allocazioni fattibili, possiamo
passare a descrivere i desideri degli agenti economici.
 I loro desideri vengono rappresentati da funzioni d’utilità o, equivalentemente, da mappe di curve di
indifferenza (esempio nei lucidi, soggetto Alberto e Barbara)

Edgeworth
È utilizzata per studiare problemi di distribuzione delle
risorse tra agenti economici nel caso semplice in cui
l’economia sia composta da due beni e due individui; in
particolare permette un’analisi grafica dell’ottimo
paretiano e dell’equilibrio competitivo nell’ipotesi di
un’economia di puro scambio in cui due agenti (A e B),
che hanno in dotazione determinate quantità di due beni
differenti (X e Y), possono decidere se consumarli o
scambiarli. La scatola di Edgeworth è costituita da 4 lati
che rappresentano le dotazioni totali dei due beni a
disposizione degli agenti, cosicché ogni punto all’interno
del diagramma rappresentato nel grafico indica una
diversa distribuzione dei beni tra i due individui.
All’interno del diagramma vengono tracciate le curve di
indifferenza (IC) degli agenti, ognuna delle quali
rappresenta tutte le combinazioni dei due beni che
assicurano loro un dato livello di utilità.

L’insieme dei punti in cui le curve risultano tangenti, costituisce a sua volta un’altra curva detta curva dei
contratti, che indica le allocazioni ottime in senso paretiano: non ci si può muovere da tali punti per migliorare
la posizione di un individuo senza peggiorare quella dell’altro.
Rispetto all’allocazione corrispondente alla dotazione iniziale delle risorse, cioè in un regime di autarchia, lo
scambio risulta conveniente se assicura un livello maggiore di utilità a entrambi gli agenti.

Analisi delle possibili allocazioni risultanti dallo scambio


 Il primo passo consiste nell’individuare delle proprietà desiderabili di cui possono godere le allocazioni
risultanti dallo scambio.
Criteri normativi per valutare la performance economica > economisti dispongono di criteri precisi per misurare
l’efficienza economica, mentre equità e giustizia sono molto più difficili da determinare e valutare (soggettività).
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Alessandro Canciani

Efficienza nell’allocazione dei beni


 Ottimo paretiano sinonimo di efficienza paretiana o di efficienza economica.
 Curva dei contratti nel diagramma a scatola di Edgeworth, curva definita dalle allocazioni fattibili che
eguagliano il saggio marginale di sostituzione degli agenti e che si mostra identificare tutte le allocazioni
Pareto-efficienti
 Inefficienza paretiana allocazione di beni in cui è possibile, attraverso un cambiamento della
distribuzione, beneficiare una parte senza danneggiare l’altra
 Equità concetto alla base della giustizia distributiva. Non esiste un concetto minimale di equità che abbia
lo stesso status di indiscutibilità che ha il criterio paretiano di efficienza

Una volta costruito il nostro modello economico di scambio e rappresentatolo graficamente tramite la scatola di
Edgeworth, possiamo passare ad analizzare i possibili esiti dell’interazione tra i potenziali scambisti.
Il primo passo consiste nell’individuare delle proprietà desiderabili di cui possono godere le allocazioni risultanti
dallo scambio.

Le allocazioni Pareto efficienti


Una condizione minima affinché un’allocazione possa essere considerata desiderabile è che non sprechi le risorse
disponibili, cioè che non esista un’allocazione fattibile che aumenti il benessere di tutti gli agenti coinvolti
nell’interazione. Cerchiamo di precisare questa idea di desiderabilità come assenza di spreco delle risorse
disponibili in un’economia di puro scambio.

Allocazioni Pareto efficienti Definiamo allocazioni Pareto efficienti tutte quelle allocazioni tali che l’unico modo
di migliorare la situazione per un agente sia peggiorare quella dell’altro, cioè le allocazioni in cui tutti i benefici
della scambio sono completamente esauriti. Questa idea di desiderabilità come assenza di spreco delle risorse
disponibili è una condizione necessaria per considerare desiderabile un’allocazione.

Ma come è possibile identificare in generale


l’insieme delle allocazioni Pareto efficienti nel
nostro modello di scambio?

E’ possibile dimostrare che in un contesto di puro scambio


la curva dei contratti coincide con l’insieme delle
allocazioni Pareto efficienti.
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Alessandro Canciani

La curva dei contratti


L’insieme delle allocazioni che eguagliano il saggio marginale di sostituzione degli
scambisti è detta curva dei contratti: lungo tale curva le curve di indifferenza degli
scambisti sono tangenti tra loro e quindi soddisfano la condizione (a lato)

La curva dei contratti è il luogo di tutte le allocazioni tali da eguagliare i saggi marginali di sostituzione degli agenti

Due curve di indifferenza tangenti dividono l’insieme delle


allocazioni fattibili in quattro insiemi, I, II, III, IV.
Le allocazioni nell’insieme I sono lungo curve di indifferenza più
basse per A, esattamente lo stesso vale per B nell’insieme IV.
Nell’insieme II e III entrambi gli scambisti sono su curve di
indifferenza più basse.

Consideriamo un’allocazione XI Pareto efficiente ma al di fuori


della curva dei contratti. In XI si intersecano due curve di
indifferenza di A e B, che individuano uno spicchio S al cui interno
si trovano allocazioni che aumentano l’utilità di entrambi gli
agenti. Di conseguenza XI non può essere Pareto efficiente.

Quindi le allocazioni interne Pareto efficienti sono caratterizzate dal fatto che i saggi marginali di sostituzione
dei consumatori sono uguali -> condizione necessaria quando le allocazioni Pareto efficienti sono interne e le
preferenze sono regolari.
Una volta costruito il modello economico di scambio e rappresentatolo graficamente tramite la scatola di
Edgeworth, si può passare ad analizzare i possibili esiti dell’interazione tra i potenziali scambisti.

I guadagni dello scambio


Se la dotazione iniziale è al difuori della curva dei contratti, non è Pareto efficiente, questo significa che lo
scambio tra i due agenti, può aumentare l’utilità di entrambi. Esistono quindi dei guadagni dallo scambio.

Per A tutte le allocazioni al di sopra della curva nera sono preferite rispetto al punto E (dotazione iniziale). Per B
tutte le allocazioni al di sopra della curva blu sono preferite rispetto al punto della dotazione iniziale E.
Le allocazioni nell’area rossa S sono preferite al punto E da entrambi gli agenti.
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Alessandro Canciani

Se ipotizziamo che gli scambi siano volontari, allora gli agenti A e B, saranno disposti a scambiare solo se in questo
modo aumentano la loro utilità. Dobbiamo quindi considerare tutte le allocazioni che migliorano l’utilità di
entrambi gli scambisti: queste sono quelle poste nello spicchio individuato dalle due curve d’indifferenza che
passano per la dotazione iniziale e costituiscono l’insieme S evidenziato nella figura precedente.
E’ sufficiente ipotizzare che lo scambio sia volontario per poter concludere che ogni scambio comunque migliora
il benessere degli scambisti e sarà nell’insieme S.

I guadagni dello scambio

La “coopetizione” Entrambi gli scambisti hanno un incentivo a cooperare nello scambio per aumentare la loro
utilità possiamo cioè parlare di “coopetizione” nello scambio. Una volta raggiunta un’allocazione PE si pone un
conflitto distributivo perché qualsiasi miglioramento dell’utilità di uno è a detrimento dell’utilità altrui.
Esiste quindi uno spazio per la cooperazione e uno per la competizione -> “coopetizione nello scambio”.

Efficienza dello scambio


 Ogni volta che un’allocazione risulta inefficiente, esistono guadagni potenziali dallo scambio
Se l’allocazione è efficiente, non esistono invece scambi che possano essere mutuamente benefici
 Condizione di efficienza nello scambio:
Ogni coppia di individui condivide lo stesso SMS in riferimento ad ogni coppia di beni
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Alessandro Canciani

Vale se le curve di indifferenza del consumatore non presentano punti angolosi e hanno SMS decrescente
Quando il SMS dei consumatori è diverso, entrambi possono guadagnarci con lo scambio
 La curva dei contratti mostra ogni allocazione efficiente dei beni di consumo all’interno della scatola di
Edgeworth

Scambio e concorrenza perfetta


Assumiamo che esista un mercato perfettamente concorrenziale in cui i due beni, possono essere scambiati ai
prezzi pP > 0, pS > 0. Gli agenti A e B prendono il prezzo come dato. A e B possono vendere sul mercato le loro
dotazioni iniziali ai prezzi correnti e usare il reddito corrispondente per comprare i panieri di consumo che
desiderano. La decisione che i nostri agenti devono prendere può essere studiata separatamente con gli
strumenti che ci fornisce la teoria del consumo.

Esiste un prezzo che una volta accettato da tutti gli agenti economici rende i loro desideri di scambio compatibili
nel senso di indurli a scegliere la stessa allocazione tra quelle fattibili?
Se questo prezzo esistesse, allora l’allocazione desiderata sarebbe detta equilibrio di concorrenza perfetta il
prezzo corrispondente è il prezzo di equilibrio di concorrenza perfetta. Per determinare l’equilibrio di
concorrenza perfetta (se esiste), in primo luogo dobbiamo trovare i desideri di scambio dei consumatori ai diversi
possibili prezzi.
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Alessandro Canciani

I vincoli di bilancio sono in realtà due facce della stessa medaglia: entrambi indicano lo stesso luogo all’interno
della scatola di Edgeworth, perché i due agenti:
 Hanno gli stessi prezzi di mercato, quindi la pendenza dei due vincoli di bilancio è la stessa;
 Non fanno il prezzo, quindi entrambi i vincoli di bilancio sono delle linee rette.

Un equilibrio generale in concorrenza è caratterizzato da un’allocazione e un insieme di prezzi tali che:


 I panieri di consumo che formano l’allocazione sono quelli ottimali per i prezzi di mercato;
 Le decisioni individuali sono compatibili, cioè la domanda uguaglia l’offerta per entrambi i beni.
Per raggiungere il nostro equilibrio generale, abbiamo semplicemente aggiustato il prezzo relativo pX/pY; è solo
la pendenza del vincolo di bilancio che conta. Quando il mercato è in equilibrio per un bene, sarà in
equilibrio anche per l’altro = Legge di Walras.

Proprietà allocative della concorrenza perfetta


Dato che i due agenti affrontano gli stessi prezzi, in un equilibrio generale
concorrenziale il SMS degli individui all’equilibrio sarà uguale.

Primo teorema dell’Economia del Benessere


Se gli agenti non fanno il prezzo e ogni bene è scambiato sul mercato, l’allocazione di equilibrio è Pareto efficiente
-> un’economia in concorrenza perfetta alloca automaticamente le risorse in modo efficiente, senza nessun
bisogno di ordini centralizzati (mano invisibile di Adam Smith).
Il sistema dei prezzi permette di ottenere la Pareto efficienza in una situazione completamente decentralizzata.
 Nessuno spinge gli agenti a uguagliare i loro SMS al prezzo relativo; al contrario gli agenti
osservano i prezzi e decidono privatamente in modo tale da massimizzare il loro benessere.
 La coordinazione richiesta per l’efficienza viene data dai prezzi che forniscono segnali della
relativa scarsità dei diversi beni.
 I prezzi relativi danno agli agenti tutte le informazioni di cui hanno bisogno per allocare le
risorse in modo efficiente.

Giustificazioni del libero scambio


I sostenitori del libero scambio ritengono che lo Stato non dovrebbe avere alcun ruolo significativo di
supervisione, direzione o esercizio delle attività economiche. Essi condividono un approccio non interventista
sul commercio privato. Tale dottrina politica è nota come laissez-faire. Il primo teorema del benessere supporta
parzialmente tale posizione: esso ci dice che un’economia perfettamente concorrenziale produce dei risultati
efficienti
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Alessandro Canciani

Gli oppositori esprimono due tipi di riserve:


 Pochissimi economisti descriverebbero la realtà economica come perfettamente concorrenziale.
Le fonti di tali inefficienze sono conosciute come fallimenti dei mercati
 Molti esprimono delle preoccupazioni in merito al libero mercato poiché esso può potenzialmente
produrre dei risultati non equi

Equità e redistribuzione
In base al primo teorema del benessere, l’equilibrio concorrenziale è Pareto-efficiente, ma ciò potrebbe non
essere sufficiente a convincerci che una politica liberista sia ottimale. Le allocazioni efficienti possono essere
estremamente inique. Anche se l’allocazione dell’equilibrio concorrenziale giace sulla curva dei contratti, su tale
curva potrebbero esistere altri punti più attraenti dal punto di vista dell’equità.
Il secondo teorema del benessere ci dice che ogni allocazione Pareto efficiente costituisce un equilibrio
concorrenziale per una data allocazione iniziale delle risorse. In linea di principio, le società possono ricorrere ai
mercati concorrenziali, per raggiungere sia l’efficienza sia l’equità.
Se una società può ridistribuire le risorse in maniera appropriata, i mercati concorrenziali porteranno alla più
equa allocazione Pareto- efficiente.

Un’economia in concorrenza può raggiungere diverse allocazioni Pareto efficienti, a seconda della distribuzione
delle dotazioni iniziale fra gli agenti. Ma qualsiasi allocazione Pareto efficiente può essere ottenuta da prezzi
concorrenziali, assumendo che ci sia una appropriata assegnazione delle dotazioni iniziali?
Secondo Teorema dell’Economia del Benessere
Con preferenze regolari, per ogni allocazione Pareto efficiente esiste un insieme di prezzi e una distribuzione
iniziale delle dotazioni che permette di ottenere tale allocazione come un equilibrio generale concorrenziale.

Il secondo teorema del benessere suggerisce che le


società possono utilizzare i mercati concorrenziali e i
trasferimenti secchi per raggiungere l’equità e
l’efficienza.
Trasferimenti secchi= ammontare fisso di risorse
ricevute o cedute da ciascun consumatore. Tali quantità
non dipendono dalle scelte del consumatore.

Un esito equo può essere raggiunto attraverso i


trasferimenti delle risorse fra i consumatori. Assumiamo
che si possano osservare le dotazioni e le preferenze dei
consumatori in modo che si sappia chi tassare e chi
sussidiare
Un esito efficiente può essere raggiunto lasciando operare le forze del mercato concorrenziale.
Dal punto di vista pratico, le scelte in materia di redistribuzione portano spesso ad un conflitto fra equità ed
efficienza: per avere più equità, si deve accettare una minore efficienza
 Efficienza paretiana situazione tale per cui non esiste alcuna altra configurazione
economica fattibile che migliori il benessere di almeno un agente (qui, in
Riepilogo dei particolare, un consumatore) senza peggiorare il benessere di qualcun altro.
 Gli agenti scambiano perché si aspettano dei benefici
principali
 Lo scambio volontario è mutuamente benefico purché non si verifichino casi di
contenuti frode e si considerino i benefici attesi alla fine della transazione
 Edgeworth, scatola dello scambio di diagramma che consente di esaminare
l’allocazione di quantità totali fisse di due beni o servizi tra due consumatori.
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Alessandro Canciani

Modello di tecnologia di produzione di un’impresa


 Imprese come soggetti che trasformano gli input in output
 La tecnologia dell’impresa è una descrizione completa della relazione fra output e input
 Vengono utilizzati due modelli equivalenti per descrivere la tecnologia di produzione
La mappa di isoquanti
La funzione di produzione

Porre in relazione output e input


Fattori di produzione/input= ingredienti combinati insieme da
un’impresa mediante la sua tecnologia per ottenere la
produzione o output
Funzione di produzione= relazione tra input e output che
identifica il massimo output che può essere prodotto per unità
di tempo da ogni specifica combinazione di input
Q = f (L, K)
Tecnologicamente efficiente= condizione in cui l’impresa
produce l’output massimo da ogni data combinazione di
lavoro e di capitale

La funzione di produzione
Indica il massimo output che un’impresa può produrre per ogni data combinazione di inputs dato lo stato della
tecnologia. Mostra ciò che è tecnicamente fattibile quando l’impresa opera in modo efficiente.
Una funzione di produzione descrive, in termini matematici, la frontiera efficiente di produzione di un’impresa.
Analisi grafica
Una funzione di produzione f indica, per ogni combinazione di input, la quantità massima di prodotto
che si può realizzare a partire da tali input: f (y1, y2) = x
La funzione di utilità è ordinale, mentre la funzione di produzione è cardinale: il livello di produzione è
economicamente rilevante, quindi la funzione di produzione non può essere manipolata tramite trasformazioni
monotone crescenti.

FUNZIONE DI BREVE E DI LUNGO PERIODO


Un input è:
 Fisso quando la sua quantità non può essere modificata se non facendo passare un certo lasso di tempo;
 Variabile se può essere aggiustato nell’immediato
Breve periodo, periodo di tempo nel quale uno o più fattori di produzione risulta/risultano fissi
Lungo periodo, periodo di tempo nel quale tutti i fattori produttivi sono variabili.
La durata temporale del breve periodo dipende dalle caratteristiche del processo produttivo.
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Alessandro Canciani

Relazione tra curve del prodotto medio e marginale


 Quando il prodotto marginale è maggiore del prodotto medio, il prodotto medio deve essere crescente;
 Quando il prodotto marginale è minore del prodotto medio, il prodotto medio deve essere decrescente;
 Quando il prodotto marginale è uguale al prodotto medio, il prodotto medio deve essere massimo.

Legge dei rendimenti marginali decrescenti


Relazione tra output e input in base alla quale, quando
l’ammontare di un certo input è aumentato con incrementi
uguali, mentre la tecnologia e gli altri input sono tenuti
costanti, gli incrementi di prodotto risultanti diminuiranno.
A parte l’input in questione, gli altri sono tenuti costanti
+ la tecnologia deve restare invariata.

La produzione quando tutti gli input sono variabili: il


lungo periodo
 Breve periodo, intervallo di tempo in cui modificare i
livelli di impiego di alcuni input è impossibile;
 Lungo periodo, arco temporale in cui l’impresa può
variare tutti i suoi input;
 Input variabili, tutti gli input nel lungo periodo.

Isoquanti
Un modo di rappresentare la tecnologia delle imprese è utilizzando gli isoquanti. Questi sono simili alle curve di
indifferenza. Un isoquanto è una curva nello spazio degli input e rappresenta il luogo delle combinazioni di input
che producono il medesimo livello di output. Se entrambi gli inputs sono effettivamente usati nel processo
produttivo, ne consegue che gli isoquanti devono essere inclinati negativamente: se la quantità di un input
diminuisce, allora la quantità dell’altro deve crescere per compensare e mantenere output costante.

Isoquanto di produzione
Un isoquanto individua tutte le combinazioni di input efficienti per produrre un dato ammontare di output.
L’isoquanto descrive tutte le combinazioni di K (capitale), L (lavoro) che producono un livello costante di output.
La famiglia degli isoquanti è data da tutti gli isoquanti tracciabili in corrispondenza dei possibili libelli di output.
 Decrescenti
 Isoquanti più in alto e a destra corrispondono a una maggiore produzione
 Non si intersecano
 Tipicamente sono convessi.
Nel lungo periodo sia il lavoro che il capitale sono variabili ed entrambi hanno rendimenti decrescenti.
Gli isoquanti sono inclinati negativamente e convessi come le curve di indifferenza.
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Alessandro Canciani

La sostituzione tra gli input


Gli inputs sono sostituibili: K e L possono essere sostituiti per
mantenere costante il livello di produzione. Il trade-off tra
inputs è descritto dalla pendenza di ciascun isoquanto.

La pendenza dell’isoquanto indica in che misura occorre


aumentare un input a fronte di una riduzione unitaria
dell’altro per mantenere costante il prodotto totale

Il saggio marginale di sostituzione tecnica


La nozione che gli input possano sostituirsi reciprocamente, mantenendo fisso il livello di produzione, è molto
importante: l’inclinazione della tangente all’isoquanto in un punto è il SMST.
In termini di isoquanti, la flessibilità si riferisce alle variazioni dei saggi marginali di sostituzione tecnica.

La relazione tra SMST e il prodotto marginale


La relazione tra il SMST ed il prodotto marginale è analoga al rapporto tra il SMS e l’utilità marginale.
Interpretazione
Più produttivo è il lavoro in relazione al capitale, maggiore è la quantità di
capitale necessaria per compensare una riduzione dell’input di lavoro e
maggiore è il valore del SMST.

Tecnologia con saggi marginali di sostituzione decrescenti


L’ammontare di input 2 richiesto per sostituire una unità dell’input 1 diminuisce all’aumentare dell’input 1 usato
e gli isoquanti sono convessi.
Una particolare tecnologia che gode di questa proprietà è la tecnologia Cobb-Douglas -> esempio di
tecnologia intermedia tra perfetti sostituiti e perfetti complementi Ay1a y2b = x con A, a, b > 0.

SMS della Funzione di produzione


Cobb-Douglas.
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Alessandro Canciani

Relazione tra funzioni di produzione e isoquanti

 Rendimenti di scala costanti situazione in cui un


aumento proporzionale di tutti gli input incrementa la
produzione nella stessa proporzione
 Rendimenti di scala crescenti situazione in cui la
produzione aumenta proporzionalmente più di
quanto aumenta la scala di impiego degli input
 Rendimenti di scala decrescenti situazione in cui la
produzione cresce meno che proporzionalmente
rispetto alla scala d’impiego degli input

I rendimenti di scala & SMST


Il SMST non dipende dai rendimenti di scala ma dai rendimenti marginali. Quindi gli isoquanti continuano
ad avere le forme viste in precedenza al variare dei rendimenti di scala. Come mostra il disegno seguente
varia solo la disposizione degli isoquanti nel piano, cioè il livello di produzione associato alle combinazioni
di fattori della produzione

Rendimento scala In caso di variazione proporzionale di tutti i fattori


Costanti Variazione proporzionale dell’output
Crescenti Variazione più che proporzionale dell’output
Decrescenti Variazione meno che proporzionale dell’output.

La natura dei costi


Riassunto
 Costi espliciti risorse monetarie che sono usate nel perseguimento di un obiettivo, ma che altrimenti
avrebbero potuto essere spese per un obiettivo alternativo
 Costi impliciti costi associati all’uso da parte di un individuo del proprio tempo e di altre risorse nel
perseguimento di una particolare attività invece di attività alternative. In altre parole, il valore della
migliore alternativa possibile cui si rinuncia quando di compie una scelta.
 Costo opportunità il valore della migliore alternativa possibile cui si rinuncia quando di compie una
scelta.
 Costo economico la somma dei costi espliciti e impliciti
 Costi sommersi (sunk costs) costi che sono già stati sostenuti e che sono irrecuperabili.

Le curve di costo di breve periodo: input variabile


Un’impresa utilizza due input (K e L) nella produzione di un bene: nel breve periodo K è fisso e L è variabile. Per
determinare la funzione di costo di breve periodo con un solo input variabile, è necessario: individuare il metodo
più efficiente per produrre un certo livello di output, trovare la quantità da utilizzare dell’input variabile.
Costo variabile= costo di tale quantità dell’input variabile
Costo totale= costo variabile + costi fissi.

Costo di produzione di breve periodo


 Costo fisso totale (CFT) costo sostenuto dall’impresa indipendentemente dalla quantità di output
prodotto
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Alessandro Canciani

 Costo variabile totale (CVT) costo che l’impresa sostiene in relazione alla quantità di output che produce
 Costo fisso diverso dai costi sommersi:
Il costo fisso è il costo degli input che non variano al variare della produzione ed è rilevante anche
se la produzione è nulla
Il costo sommerso è il costo che non può essere recuperato dalla vendita degli input

Classificazione dei costi


Costi fissi e variabili
Il prodotto totale è funzione di inputs fissi e variabili, perciò il costo totale di produzione (C) è la somma di costi
fissi (FC) e costi variabili (VC) -> C(Q) = FC + VC(Q)
Il costo fisso FC non varia con il livello dell’output; l’impresa può evitare i costi fissi unicamente se decide di non
produrre alcunché. Il costo variabile VC varia al variare dell’output.

I costi di produzione di un’impresa sono determinati dalla


sua tecnologia (combinazioni/quantità di input usati, prezzi
degli input). La forma delle curve dei CTV è determinata
dalla forma della curva di PT che a sua volta riflette i
rendimenti marginali.

 Costo totale (CT) somma del costo fisso totale e del costo variabile totale per tutti i livelli di output
 Costo marginale (CM) variazione del costo totale risultante da una variazione del prodotto di un’unità
 Costo fisso medio (CFM) costo fisso totale diviso per il livello di output
 Costo variabile medio (CVMe) costo variabile totale diviso per il livello di output
 Costo totale medio (CTMe) costo totale diviso per il livello di output

Costo medio CVMe = CVT/q CVMe = CVT/q = Wl/q = w/PMeL


La curva del prodotto medio aumenta, raggiunge un massimo e poi decresce, a causa della legge dei rendimenti
marginali decrescenti. Di conseguenza la curva dei costi medi variabili prima decresce poi cresce. La curva dei
costi fissi variabili decresce perché al crescere della produzione, il costo fisso si spalma su un ammontare
maggiore di output. La curva dei costi medi totali e la somma dei costi medi variabili e dei costi fissi medi e quindi
è pure a forma di U.

 Quando il costo marginale è minore del costo medio (totale o variabile) il costo medio diminuisce;
 Quando il costo marginale è maggiore del costo medio, il costo medio è crescente;
 Quando il costo medio è minimo, il costo marginale è uguale al costo medio.

Costo di produzione di lungo periodo


Minimizzazione dei costi con due input variabili
Nel lungo periodo, tutti gli input sono variabili. Le imprese hanno molti metodi efficienti per produrre un dato
livello di output, utilizzando differenti combinazioni di input. Obiettivo: determinare le combinazioni di K e L che
minimizza il costo di produzione per produrre un dato livello di Q.
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Alessandro Canciani

Rette di isocosto
Isocosto= retta che identifica tutte le combinazioni di input
che possono essere acquistate a un dato costo totale.
La retta interseca gli assi in corrispondenza della quantità di
input che l’impresa piò acquistare se usa solo quell’input.
La pendenza dei una retta di isocosto è (meno) il rapporto tra
i prezzi degli input, w/r, cioè il prezzo relativo degli input.

Curva di isocosto C = WL + RK
Isocosto è il ‘luogo’ di tutte le combinazioni di L e K che possono essere acquistate con lo stesso costo
complessivo. In forma analitica l’equazione dell’isocosto espresso K in funzione di L: K= C/R – (W/R) L
La pendenza dell’isocosto è data dal rapporto fra tasso di salario e costo di utilizzo del capitale. Esprime il tasso
al quale è possibile sostituire capitale a lavoro senza cambiare il costo.
Rette di isocosto più vicine all’origine sono associate ad un costo totale inferiore. Una famiglia di rette di isocosto
è costituita dalle rette di isocosto per tutti i possibili livelli di costo dell’impresa, dati i prezzi degli input
Analogia fra l’isocosto e la retta di bilancio del consumatore
 Le rette mostrano i panieri accomunati dallo stesso costo
 L’inclinazione è data dal prezzo relativo (con segno negativo)

La definizione dei costi e il funzionamento del mercato degli input


Quando si scrivono i costi di produzione come da formula, si stanno
facendo implicitamente le ipotesi seguenti:
1. Per ogni input j esiste un mercato e un prezzo
2. Il prezzo degli input è indipendente dalla quantità di input domandata
3. Il prezzo degli input è indipendente dall’identità dell’impresa che lo domanda
4. La quantità di input domandata coincide con quella ottenuta, cioè l’impresa non è mai razionata sul
mercato degli input
Cioè mercati dei fattori produttivi in concorrenza perfetta

La produzione al costo minimo


Come individuare la combinazione di minimo costo dei fattori per un dato livello di output?
Trovare la retta di isocosto più bassa che tocca l’isoquanto associato al livello di produzione prefissato.
Regola di non sovrapposizione l’area al di sotto della retta di isocosto che contiene la combinazione di input di
minimo costo dell’impresa (per produrre Q unità) non si deve sovrapporre all’area al di sopra dell’isoquanto
tracciato per Q.
Analogia con il problema del consumatore

La combinazione di input meno costosi


Il punto di tangenza tra un isoquanto e la mappa di rette di isocosto identifica la combinazione di input meno
costosi necessari per produrre un dato ammontare di output. Alternativamente, il punto di tangenza tra un
isoquanto e la mappa di rette di isocosto identifica l’ammontare massimo di output ottenibile a un dato costo
così come il costo minimo necessario per produrre quell’ammontare di output
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Alessandro Canciani

Quando il prodotto marginale dell’ultimo euro speso è lo stesso per ogni fattore, non c’è più modo di diminuire
la spesa totale per i fattori cambiando le quantità di fattori utilizzate.

Nel caso di soluzione interna per ottenere analiticamente i livelli


ottimali y1* e y2* è necessario risolvere il seguente sistema di
equazioni
I livelli ottimali y1* e y2* espressi in funzione del volume di produzione desiderato e dei prezzi dei fattori,
vengono detti domanda condizionata del fattore (condizionata al volume di produzione desiderato).

Quindi se gli input i e j sono usati entrambi e se il SMST è definito PMi(y) / PMj (y) = ri/ rj

Effetti di una variazione del prezzo dei fattori


Cambiamenti nel prezzo dei fattori spesso portano a variazioni nel metodo di produzione efficiente di un’impresa
Reazioni ad una variazione nel prezzo degli input
 Se il prezzo di un input diminuisce, la combinazione di minimo costo di un’impresa non richiede
mai di utilizzare una minore quantità di quell’input.
 Se il prezzo di un input aumenta, la combinazione di produzione di minimo costo richiede un
impiego minore (o al limite uguale) di quell’input
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Alessandro Canciani

Il sentiero di espansione
Curva formata connettendo i punti di tangenza tra le
rette di isocosto e i più alti isoquanti raggiungibili.

Le curve di costo di lungo periodo


Costi totali di lungo periodo CTL mostrano il costo minimo di produzione in funzione dell’ammontare di output
quando possono essere variati tutti gli input
Costi marginale e medi di lungo periodo CMaL e CMeL sono derivati dai CTL nel modo solito
CMeL sono a forma di U -> Economie di scala; Diseconomie di scala.

Il costo medio
Il costo medio è il costo di produzione totale diviso per il numero di unità di output prodotte.
Graficamente, il costo medio misura l’inclinazione della retta che collega un punto della curva
di costo totale all’origine. La scala di produzione efficiente è data dal livello di produzione in
corrispondenza del quale AC ha il suo minimo.

Il costo marginale misura il costo addizionale per


produrre un’unità marginale di output, ovvero un’unità
in più di prodotto.
Graficamente, il costo marginale in corrispondenza di Q
unità di output è dato dall’inclinazione della curva del
costo totale nel punto corrispondente a Q.

La curva AC:
 È decrescente nel tratto in cui giace al di
sopra della curva MC, ossia quando AC > MC
 È crescente nel tratto in cui giace sotto di
essa, ossia quando AC < MC
 Raggiunge il punto minimo quando le curve
AC e MC si intersecano.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

Il costo medio in prossimità dello zero


CMe(0) non è propriamente definito perché abbiamo una frazione con denominatore zero.
Vi sono allora due casi da analizzare:
 Se CT(0) = 0, non vi sono costi fissi e il costo medio si approssima a CMa(0) a mano a mano che la
quantità si approssima allo zero.
 Se CT(0) > 0, vi sono costi fissi e il costo medio CMe(x) = CT(x)/x deve tendere a infinito, in quanto
stiamo dividendo numeri diversi da zero per una quantità x sempre più piccola.

Non vi sono costi fissi e il costo marginale è costante. Il costo


totale è quindi una funzione lineare, CT(x) = kx per una data
costante k. Le funzioni sia del costo medio sia del costo marginale
sono costanti: CMe(x) = CMa(x) = k.
Costo fisso strettamente positivo e un costo marginale costante,
Tre casi di costi medi e costi
ossia CT(x) = K + kx, CMa(x) = k e CMe(x) = K/x + k
marginali
Costo fisso strettamente positivo e costo marginale crescente. La
funzione di costo totale è convessa. Es: CT(x) = K + kx² CMa(x) =
2kx CMe(x) = K/x + kx Il costo medio precipita da infinito, ma il
costo marginale crescente alla fine lo fa risalire, pertanto la
funzione di costo medio ha forma concava

La scala efficiente
La scala di produzione x per cui il costo medio è minimo (se ne esiste una) è definita scala di produzione
(tecnologicamente) efficiente. Si può trovare con il calcolo differenziale ponendo la derivata del costo medio pari
a zero oppure risolvendo CMa(x) = CMe(x). Secondo il punto di vista della singola impresa la scala efficiente non
è connessa al livello di produzione che massimizza il profitto.

Costo marginale, prodotto marginale e prezzo dei fattori


Il costo di produzione di un’impresa è tanto più basso
 Quanto più alta è la produttività
 Quanto più bassi sono i prezzi degli input
-> Esiste una relazione tra costo marginale, prodotto marginale e prezzo dei fattori.

Economie di scala= situazione in cui un’impresa può incrementare la sua produzione più che proporzionalmente
rispetto al costo totale degli input -> riflettono i rendimenti di scala crescenti.
Diseconomie di scala= situazione in cui la produzione dell’impresa aumenta meno che proporzionalmente
rispetto al costo totale degli input -> riflettono i rendimenti decrescenti di scala.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

Economie e diseconomie di scala


Rendimenti crescenti di scala
Se gli inputs raddoppiano l’output più che raddoppia e dunque il costo medio è decrescente per tutti i livelli di
output. I costi aumentano in misura meno che proporzionale rispetto all’output.
= L’impresa gode di economie di scala

Rendimenti decrescenti di scala


Se gli inputs raddoppiano l’output meno che raddoppia e dunque il costo medio è crescente per tutti i livelli di
output. I costi aumentano in misura più che proporzionale rispetto all’output.
= L’impresa gode di diseconomie di scala
Nel lungo periodo le imprese spesso sperimentano all’inizio rendimenti crescenti e oltre un certo output
rendimenti decrescenti di scala. La curva di costo medio di lungo periodo ha la forma di una “U”

Qual è la relazione tra curva di costo medio di breve periodo e di lungo periodo?
La curva di costo medio di lungo periodo è l’inviluppo più basso delle curve del costo medio di breve periodo.

Massimizzazione dei profitti in mercati perfettamente concorrenziali


Massimizzazione del profitto
Assunzione secondo la quale le imprese scelgono un livello di output tale da massimizzare il profitto
Principio di sopravvivenza
Osservazione secondo la quale nei mercati concorrenziali le imprese che non approssimano il
comportamento di massimizzazione del profitto falliscono, mentre sopravvivono le imprese che,
intenzionalmente o meno, prendono decisioni appropriate alla massimizzazione del profitto

Massimizzazione del profitto


La massimizzazione del profitto può essere vista in due stadi:
1. Scegli gli inputs per minimizzare i costi, sintetizzato nella
funzione di costo;
2. Scegli il livello di output per massimizzare il profitto.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

Il grafico della funzione di profitto è tracciato come differenza tra la curva di R(Q) e C(Q).

Il ricavo marginale è il reddito addizionale che deriva dalla


produzione di una unità aggiuntiva di output.

Il costo marginale è il costo aggiuntivo derivante dalla


produzione di una unità addizionale di output.

Il profitto è massimo quando Π’ = R’ – C’ = 0, cioè il costo marginale è uguale al ricavo marginale: R’(q) = C’ (q)
Per individuare la quantità di vendite che massimizza Π:
 Passaggio 1: Regola della quantità (Condizione di ottimo)
Calcolare il livello di Q tale che MR = MC
Se vi sono più livelli di Q che soddisfano tale condizione, scegliere il livello di Q associato al Π più alto
 Passaggio 2: Regola di chiusura (Condizione di break even)
Verificare se i Π associati alla Q calcolata nel passaggio 1 sono maggiori ai Π associati a Q=0

Il ricavo marginale e il prezzo


Un aumento della quantità venduta (ΔQ) modifica il ricavo
dell’impresa in due modi:
 L’impresa vende ΔQ unità addizionali di output,
ognuna delle quali ad un prezzo pari a P(Q)
-> effetto di espansione del prodotto
 Per poter vendere le unità aggiuntive, l’impresa deve
abbassare il prezzo praticato: il ricavo si riduce sulle
(Q- ΔQ) unità originarie
-> effetto di riduzione del prezzo
Le imprese price-taker fronteggiano una curva di domanda
perfettamente orizzontale, per cui non sono soggette
all’effetto di riduzione del prezzo
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

La concorrenza perfetta
& le imprese price-takers (prezzo preso come dato)
Ipotesi di concorrenza perfetta
1. Numero elevato di compratori e venditori
2. Libertà di entrate e di uscita
3. Omogeneità di prodotto
4. Informazione perfetta

Offerta ottimale per un’impresa in concorrenza perfetta


Un’impresa produce un unico bene con costo totale CT(x). Questo bene è una commodity. Esiste pertanto un
prezzo di mercato per il bene: qualsiasi produttore o venditore cerchi di vendere a un prezzo superiore rimane
senza clienti, mentre qualsiasi impresa venda a un prezzo pari o anche leggermente inferiore ottiene tutti i clienti
che desidera. Indichiamo con p il prezzo di mercato del bene.
Ipotizziamo che l’impresa consideri il prezzo p come dato -> nella terminologia economica un’impresa di questo
tipo è price taker ossia concorrenziale.
 L’impresa price taker fronteggia una curva di domanda perfettamente orizzontale;
 L’impresa price taker ha un potere di mercato nullo

Un’impresa che non fa il prezzo decide come agire con la consapevolezza di non poter influire sui prezzi dei
prodotti che vende o dei fattori che acquista. La curva di domanda della singola impresa indica la quantità del
prodotto dell’impresa che viene domandata per ogni prezzo praticato da quell’impresa.
Un’impresa che non fa il prezzo si trova di fronte a una curva di domanda che è infinitamente elastica in
corrispondenza del prezzo del mercato.

Decisioni di offerta delle imprese price takers


Le imprese price takers scelgono la quantità Q di output che massimizza il profitto secondo due regole:
Regola della quantità (Condizione di ottimo)
Nel caso generale -> MR=MC
Per l’impresa price-taker -> MR=P
La regola della quantità diventa -> P=MC

Operare in perdita nel breve periodo


Se CMeT < Rme in corrispondenza del livello di output tale che Cma = Rma, allora il profitto è negativo.
Due scelte possibili:
 Chiusura temporanea
 Chiusura permanente
Quale di queste due possibilità minimizza le perdite?
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

La curva di offerta di un’impresa perfettamente competitiva nel breve periodo


Curva di offerta di breve periodo dell’impresa
Rappresentazione grafica della relazione sistematica tra il prezzo del prodotto e il livello di output più profittevole
per l’impresa, indica il livello di produzione che massimizza il profitto per ogni dato prezzo
Curva d’offerta = curva Cma quando Cma > minimo CmeV
Identifica l’output più profittevole per ogni possibile prezzo
Livello di chiusura (shutdown point)
Livello minimo del costo variabile medio al di sotto del quale all’impresa conviene cessare l’attività

La funzione di offerta di un’impresa price taker


La funzione di offerta “è” (all’incirca) la funzione del costo marginale.
Se l’impresa considera p come dato, quale quantità produce o offre al mercato come funzione di p?
Questa quantità, considerata come funzione o(p) del prezzo p, è la funzione di offerta dell’impresa. Iniziamo con
un’impresa che non sostiene costi fissi, ossia CT(0) = 0, ed è soggetta a un costo marginale crescente:
o(p) è definito da Cma[o(p)] = p

Analisi geometrica
 Per qualsiasi prezzo p sull’asse verticale, la quantità
che l’impresa fornisce è il livello x cui corrisponde
questo costo marginale
 Cma(x) e o(p) non sono affatto la stessa funzione
 Cma fornisce un valore in termini monetari come
funzione della quantità, mentre
 La funzione di offerta fornisce il valore della quantità
del bene come funzione del prezzo
 Una funzione è l’inverso dell’altra.

La funzione di offerta è all’incirca la funzione del costo marginale -> perché il segmento lungo l’asse verticale
costituisce parte della funzione di offerta, mentre non appartiene alla funzione del costo marginale.
Per prezzi inferiori al costo marginale minimo, l’uguaglianza p= Cma(x) non può essere risolta e l’impresa non
offre alcuna quantità.

Costi marginali costanti


La funzione di offerta con Cma costante ->
 Se il prezzo è superiore al Cma costante, l’offerta è infinita
 Se il prezzo è uguale al Cma costante, l’offerta è pari a qualsiasi quantità, perché il profitto è sempre zero
 Se il prezzo è inferiore al Cma costane, l’offerta è nulla, altrimenti il profitto è negativo.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

Variazioni nel prezzo degli input sulla funzione di offerta


Come si modifica la funzione di offerta di un’impresa quando
cambia il prezzo di un input?
Un incremento di prezzo di un input comporta un aumento del
costo unitario di produzione
 Le curve AC e MC si spostano verso l’alto
 La curva di offerta si trasla anch’essa verso l’alto
Un incremento nei costi fissi
 Fa spostare verso l’alto la curva AC verso l’alto
 Lascia invariate la curva MC

La curva di offerta di breve periodo del settore


Curva di offerta di breve periodo del settore
Somma orizzontale delle curve di offerta di breve periodo delle singole imprese
Ipotesi
Il prezzo dell’input variabile resta costante per ogni livello di produzione (concorrenza perfetta nel mercato
dell’input). La curva è inclinata positivamente a causa della legge dei rendimenti marginali decrescenti
Il prezzo e la quantità di equilibrio nel mercato sono determinati dall’intersezione tra domanda e offerta di
breve periodo di mercato.

Offerta di lungo periodo e di breve periodo


 AC e MC di un’impresa possono essere diversi nel breve e nel lungo periodo.
 Equilibrio di breve e di lungo periodo non coincidono
 Se il prezzo dell’output aumenta improvvisamente: cosa succede all’equilibrio? -> Usare le regole di
quantità e di chiusura per analizzare gli effetti di breve e di lungo periodo di un incremento di prezzo
sull’output dell’impresa

Surplus del produttore


L’impresa guadagna una rendita su tutte le unità vendute, tranne l’ultima. La rendita o surplus del produttore è
la somma, su tutte le unità prodotte, della differenza tra prezzo e costo marginale.
Profitto = Rendita del produttore – Costi non recuperabili
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

La funzione di domanda e offerta aggregata


Le funzioni di domanda e offerta aggregata
Abbiamo bisogno di aggregare le funzioni di domanda e di offerta perché tutta la nostra analisi di comportamento
è a livello individuale ma i mercati operano a livello aggregato. Aggregare significa semplicemente sommare.
DOMANDA AGGREGATA
La forma della curva di domanda aggregata può
essere differente dalla forma delle curve di domanda
individuali: in questo esempio le curve di domanda
individuali sono lineari, mentre la curva di domanda
aggregata è lineare a tratti.
OFFERTA AGGREGATA
La curva di offerta aggregata è la somma orizzontale
delle curve di offerta delle singole imprese.
La forma delle curve di offerta aggregata può essere
differente dalla forma delle curve di offerta individuali.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

Equilibrio concorrenziale di lungo periodo


Consideriamo un arco di tempo sufficiente per fare variare tutti gli input. Le curve di costo di lungo periodo
includono i costi opportunità di tutti gli input.
Profitto economico nullo
Situazione in cui il profitto totale è pari a zero perché il prezzo è uguale al costo medio di produzione;
rendimento economico “normale”. Nessun incentivo per le imprese a entrare o a uscire dal mercato

Se:
1. La migliore tecnologia di un settore è
liberamente disponibile a tutti i produttori,
2. Un numero illimitato di potenziali entranti
sono pronti a entrare nel settore utilizzando
tale tecnologia
3. Ad essa corrisponde una curva del costo
medio a forma di U
Allora l’unico prezzo dell’equilibrio di lungo
periodo in un mercato perfettamente
concorrenziale si trova al livello del costo medio
minimo.
CONCLUSIONI: nell’equilibrio di lungo periodo, ogni impresa attiva produce alla scala efficiente e realizza un
profitto economico nullo.
Equilibrio di lungo periodo -> in un settore concorrenziale, nel lungo periodo i profitti (economici) di tutte le
imprese non sono nulli. Ma VERIFICATA se l’entrata nel settore è libera e se tutte le imprese, sia quelle attive sia
i potenziali entranti hanno accesso alla stessa tecnologia.

Offerta di mercato nel lungo periodo


Nel lungo periodo con entrata libera:
 Se p* > CmeMIN, l’offerta di mercato di lungo periodo è illimitata
(Infinite imprese possono entrare nel mercato)
 Se p* < CmeMIN, l’offerta di mercato di lungo periodo è pari a zero (cioè non entrano nuove imprese e
quelle operanti escono dall’industria)
 Se p* = CMeMIN, complessivamente i produttori sono disposti a offrire qualunque quantità (cioè ogni
impresa opera al minimo della curva dei costi medi, e l’offerta aggregata può essere cambiata
aggiustando il numero delle imprese)
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

La curva d’offerta di mercato nel lungo periodo


Relazione di lungo periodo tra prezzo e output di mercato. Dipende se i prezzi degli input sono costanti, crescenti
o decrescenti all’aumentare della produzione di mercato
Industria (o settore) a costi costanti
Settore di attività in cui l’espansione della produzione non comporta un aumento dei prezzi degli input;
pertanto il costo di produzione medio di lungo periodo resta invariato e la curva di offerta di lungo periodo
del settore è orizzontale
Industria (o settore) a costi crescenti
Settore di attività in cui l’espansione della produzione conduce a costi di produzione medi di lungo periodo
più alti e la curva di offerta di lungo periodo è inclinata positivamente
Industria (o settore) a costi decrescenti
Situazione (piuttosto insolita) in cui la curva di offerta di lungo periodo è inclinata negativamente

Equilibrio in concorrenza perfetta, efficienza e interventi sul mercato


Efficienza nei mercati perfettamente concorrenziali
I mercati in concorrenza perfetta portano ad un esito economicamente efficiente.
Il surplus aggregato è massimo -> surplus aggregato= disponibilità totale a pagare dei consumatori – totale costi
di produzione evitabile. Il surplus aggregato misura il beneficio netto derivante da consumo e produzione.

La valutazione dei guadagni e delle perdite


Surplus (o sovrappiù) del consumatore
Misura monetaria del guadagno netto ottenuto dal consumatore o dal gruppo di consumatori con l’acquisto
di un bene: sorge quando il costo del bene è inferiore al massimo che i consumatori sono disposti a pagare
Surplus (o sovrappiù) del produttore (venditore)
Guadagno monetario ottenuto dal produttore (venditore) attraverso la vendita della produzione ai
consumatori e derivante da un prezzo che supera il minimo necessario per compensare il venditore, cioè il
suo costo opportunità

Il beneficio totale del consumatore corrisponde alla disponibilità


a pagare = area al di sotto della curva di domanda del
consumatore fino alla quantità di equilibrio. Quindi il surplus del
consumatore è il beneficio totale meno la spesa totale.

Surplus totale
Somma del surplus del produttore e del surplus del consumatore
Efficienza produttiva
Condizione in cui la produzione si espande fino al punto in cui il beneficio marginale eguaglia il costo marginale
e quindi il surplus totale è massimo
Perdita secca di benessere o costo sociale misura della perdita aggregata in termini di benessere (monetario)
dei partecipanti a un mercato, conseguente a un livello di produzione inferiore al livello efficiente. Il confronto
tra le variazioni nel surplus del consumatore e il surplus del produttore indica chi guadagna e chi perde
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

Il surplus aggregato ed efficienza


In un mercato di concorrenza perfetta, il surplus aggregato è massimizzato -> non esiste alcuna perdita secca.
Non c’è alcuna riduzione del surplus aggregato rispetto al suo valore massimo possibile.

È vero che i mercati concorrenziali massimizzano il surplus totale, ma implica alcune ipotesi in particolare:
 L’utilità che ogni consumatore ottiene dal consumo dipende solamente dal suo livello di consumo e non
dal metodo di produzione utilizzato o dal livello di consumo ottenuto dagli altri consumatori;
 Il costo totale di produzione di ogni impresa dipende esclusivamente da ciò che l’impresa produce
Queste ipotesi indicano l’assenza di esternalità di consumo o di produzione.

Dimostrazione con determinate ipotesi


Le imprese hanno funzioni di costo marginale crescente e nessun costo fisso
I consumatori hanno funzioni di utilità quasi lineari v(x) + m, dove v è concava.

Il problema di massimizzare la somma dei surplus consiste nel problema di trovare i livelli di produzione e di

consumo che massimizzano


Soggetti al vincolo di uguaglianza della quantità consumata e di quella prodotta.

Regola per la soluzione del problema di massimizzazione -> tutti i costi marginali devono essere uguali, tutte le
utilità marginali devono essere uguali ed entrambi questi valori devono essere uguali tra loro.
L’uguaglianza dei margini è esattamente il meccanismo che si verifica nell’equilibrio di un mercato
concorrenziale, grazie al prezzo di equilibrio. Il prezzo di equilibrio indica ai produttori il valore al margine del
loro prodotto per i consumatori e indica ai consumatori il costo di produzione del bene al margine.
Ovviamente i consumatori e i produttori non ragionano in questi termini, ma massimizzano la loro utilità, ovvero
il loro profitto. In questo modo, però, essi portano il costo marginale di produzione a eguagliare il valore
marginale del bene al consumo, ed è questo meccanismo che massimizza il surplus totale = mano invisibile.

Risultato relativo ai beni fisici:


1. La quantità totale del bene X prodotta e consumata;
2. Il costo totale sostenuto nella produzione di X unità del bene, che a sua volta dipende dal modo in cui la
quantità totale di produzione è allocata tra i produttori;
3. L’utilità totale ottenuta dai consumatori che riescono a consumare il bene, che dipende dal modo in cui
le X unità sono allocate tra i consumatori
La concorrenza perfetta, cioè il prezzo di equilibrio in concorrenza perfetta -> minimizza il costo di produzione,
massimizza l’utilità totale e determina correttamente la quantità prodotta e consumata.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

Il meccanismo non funziona quando le imprese detengono potere di mercato


Supponiamo che il mercato sia servito da un’unica impresa che massimizza il profitto, soggetta a una funzione di
domanda inclinata verso il basso. L’equilibrio di mercato in questo caso è determinato dall’intersezione del costo
marginale con il ricavo marginale. L’impresa, ricercando i profitti massimi, produce al livello in cui il suo costo
marginale è pari al suo ricavo marginale. Tale livello è inferiore a quello che massimizza il surplus totale, dove il
costo marginale dell’impresa è pari all’utilità marginale o domanda inversa

Efficienza ed equità
Efficienza = indica se viene prodotta la giusta quantità di un bene, in termini dei costi e dei benefici marginali del
bene nei confronti della società nel suo complesso, se il bene viene prodotto dalle imprese caratterizzate dal
costo marginale basso e se finisce nelle mani dei consumatori che vi attribuiscono il maggior valore marginale.
Equità = valuta se l’insieme dei trasferimenti di beni e denaro porta a una giusta distribuzione del surplus creato
con la produzione e lo scambio.

La somma dei surplus dei consumatori e dei produttori misura l’efficienza prescindendo dall’equità
Vi sono molti modi per dimostrarlo, ad esempio:
 Nel calcolo del surplus totale rientrano solamente i trasferimenti dei beni fisici. Qualsiasi trasferimento
di denaro è indifferente;
 Nel calcolo del surplus totale, si sommano indifferentemente i surplus dei consumatori e dei produttori.

Politiche microeconomiche di intervento sui mercati in concorrenza perfetta


Aspetti di efficienza e redistributivi
Una tassa specifica è un ammontare fisso che deve essere pagato per ogni unità venduta o acquistata
Una tassa ad valorem è una tassa espressa come percentuale sul prezzo del bene
L’incidenza di una tassa rappresenta la ripartizione del peso delle imposte fra le varie parti del mercato

Le tasse
La tassa introduce un cuneo tra il prezzo
pagato dal consumatore e incassato dalle
imprese,
 Pb = prezzo pagato dal consumatore
 Ps = prezzo ricevuto dal produttore
 T = tassa in euro per unità

Ps = Pb - T

Gli effetti delle imposte


Consideriamo un’accisa, cioè un’imposta pari a un dato ammontare per unità del bene, indipendentemente dal
prezzo del bene. Ipotizziamo che sia compito del venditore del bene rimborsare il governo a partire da proprie
entrate. Quindi se CT(x) è il costo totale del bene esclusa l’imposta e l’imposta unitaria è t
 Il costo totale sostenuto dal venditore dopo aver versato le imposte è CT(x) + tx
 Il costo marginale diventa CMa(x) + t.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

L’imposta aumenta il costo marginale di una misura pari al suo ammontare; conseguentemente, in un settore
concorrenziale la curva di offerta di ogni impresa sale di una misura pari all’imposta (per semplificare l’analisi
ipotizziamo che non vi siano costi fissi evitabili) e quindi l’offerta di settore si alza della stessa misura.
Per svolgere i calcoli algebrici con l’imposta e alzare la curva di offerta, si deve prima invertire l’offerta per
ottenere l’offerta inversa, poi aggiungervi t, e infine reinvertire tale funzione

Effetti di una tassa


 La curva di offerta si sposta di t.
 La curva di domanda rimane invariata
 Per ogni prezzo pagato dal consumatore, l’impresa riceve un ammontare inferiore a quello che
otterrebbe senza la tassa -> Non sarà quindi disposta a offrire quanto offriva in precedenza e la curva di
offerta con tassa inclusa si trova sopra alla curva di offerta originale, a una distanza pari a t.

L’introduzione di un’accisa con incidenza di diritto sui venditori fa sì che, per i consumatori, la curva di offerta di
mercato si sposti verso l’alto in misura pari all’ammontare dell’imposta.

 Il prezzo di equilibrio (pagato dai consumatori) aumenta in misura minore rispetto all’ammontare
dell’imposta
 La quantità venduta diminuisce
 Il gettito fiscale ammonta a t x x1

Il nuovo prezzo di equilibrio pagato dal consumatore è il prezzo al quale la curva di domanda interseca la
nuova curva di offerta
 La quantità scambiata si riduce
 Il prezzo pagato dal consumatore aumenta e quello ricevuto dal venditore si riduce
 In un mercato concorrenziale il peso di un’imposta viene suddiviso fra consumatori e produttori

Effetti delle tasse sul benessere sociale


Misurare il surplus pre-imposta e dopo l’imposta -> le quantità scambiate e il surplus aggregato in assenza di
imposta sono maggiori. Per valutare l’effetto di una tassa sul benessere, si calcola la differenza nel surplus
aggregato tra il caso con le imposte e quello senza imposte.
La perdita secca da tassazione rappresenta la riduzione del surplus aggregato dovuta all’imposizione di una tassa
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

Il surplus totale diminuisce perché l’imposta porta a una riduzione della quantità, che passa da Q0 a QT
Il livello socialmente efficiente di produzione e di consumo (il livello che eguaglia il valore marginale del
consumo al costo marginale di produzione) è infatti la quantità ottenuta dalla mano invisibile senza
l’intervento del governo, Q0
Quando viene introdotta l’imposta, viene prodotta la quantità minore QT perché tra l’utilità marginale
dell’ultima unità consumata e il costo marginale di produrla si crea un divario pari alle dimensioni dell’imposta.

Dall’analisi grafica:
 I consumatori e i produttori ci perdono
 Il Governo ottiene il gettito fiscale G=TQo
 La società nel complesso ci perde: perdita secca
La tassazione può essere utilizzata per muovere risorse dal settore privato a quello pubblico. Gli effetti
complessivi della tassa sul benessere sociale dipendono da come viene impiegato il gettito fiscale -> trade-off tra
efficienza ed equità
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

Implicazioni economiche di un’imposta -> perché vengono introdotte imposte su articoli come alcolici/sigarette?
Un motivo è che la domanda per questi articoli spesso è piuttosto inelastica, per cui il costo netto sarà contenuto.

Chi sostiene il carico di un’imposta?


Dipende dalle pendenze relative della domanda e dell’offerta inverse. Una pendenza ripida per la domanda o
per l’offerta implica un effetto negativo per la parte in questione.

Incidenza di una tassa


 L’incidenza di una tassa dipende dalla forma delle curve di domanda e offerta
 L’incidenza formale della tassa (colui che deve pagare materialmente la tassa) non coincide con
l’incidenza economica
 Più elastica è la domanda (e meno l’offerta), più il peso della tassa ricade sull’impresa
 Il consumatore sostiene il peso maggiore quanto più è rigida la domanda rispetto all’offerta

Imposte ad valorem
Le imposte percentuali complicano leggermente la nostra
analisi. Poiché le imprese sono price taker, esse considerano il
valore dell’imposta come dato, ma non sappiamo di quanto
alzare la funzione di offerta inversa finché non conosciamo il
punto in cui la funzione di offerta alzata intersecherà la funzione
di domanda.
Sebbene i calcoli algebrici siano un po’ più complicati, il
ragionamento economico rimane invariato

Sussidi e loro effetti


Un sussidio è un pagamento che riduce l’importo pagato dai consumatori per l’acquisto di un bene o che
aumenta l’importo ricevuto dai venditori. I sussidi possono essere specifici oppure ad valorem (come le imposte).
Solitamente aumentano le vendite del bene cui si riferiscono -> generano una perdita secca
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

 Il prezzo di equilibrio pagato dai consumatori


diminuisce in misura minore rispetto
all’ammontare del sussidio
 La quantità venduta aumenta
 Il costo fiscale ammonta a S x x1

Effetti delle imposte -> confrontiamo il nuovo surplus totale


con la somma dei surplus precedenti all’introduzione del
sussidio. La differenza è il costo netto del sussidio.

Effetti sul benessere sociale di un sussidio:


 Consumatori e produttori ci guadagnano
 La somma fra la riduzione del prezzo pagato dal consumatore e l’aumento del prezzo ricevuto dalle
imprese corrisponde esattamente all’entità del sussidio
 Il lato del mercato la cui domanda o offerta risulta meno elastica fronteggia una maggiore
variazione del prezzo
 Il surplus aggregato si riduce, per la spesa del Governo, pari al sussidio unitario per unità vendute

Sostegno e calmieramento dei prezzi


Due diverse modalità
1. Il governo può fissare per un bene un prezzo superiore al prezzo di equilibrio. A questo prezzo l’offerta
supera la domanda e il governo acquista l’eccesso di offerta, per poi immagazzinarla o distruggerla.
È in questo modo che la CEE creò la montagna di burro.
2. Il governo può fissare due prezzi: acquista dai produttori pagando il prezzo artificialmente elevato e poi
rivende le quantità acquistate a un prezzo sufficientemente basso affinché la domanda sia pari all’offerta
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

Non è chiaro quale politica implichi una spesa minore da parte del governo.
Il programma di acquisto e magazzinaggio o distruzione richiede una spesa minima se la domanda e l’offerta
sono entrambe inelastiche, mentre richiede una spesa considerevole se tali funzioni sono entrambe elastiche.
Nessun dubbio invece riguardo a quale di questi interventi risulti migliore in termini di surplus totale generato:
il sistema a due prezzi vince sempre

I limiti massimi di prezzo e il controllo degli affitti


In genere questa politica viene applicata per ragioni di equità (quando il prezzo di equilibrio che si stabilirebbe
naturalmente è ritenuto ingiustamente elevato) oppure per le pressioni esercitate da determinati gruppi di
interesse. Quando il limite massimo di prezzo è inferiore al prezzo di equilibrio, la domanda per il bene supera
l’offerta. A questo punto l’autorità ha a disposizione due opzioni:
1. Incrementare l’offerta producendo il bene da sé o costringendo i produttori a offrire quantità maggiori
di quelle che sceglierebbero;
2. Razionare l’offerta tra i consumatori

Il controllo dei canoni di locazione costituisce un ottimo esempio di questo sistema.


 Consideriamo un modello di concorrenza perfetta.
 Tracciamo un’offerta piuttosto inelastica, perché in questo settore l’offerta è generalmente fissa.
 Supponiamo che per ragioni di equità il prezzo di equilibrio p sia valutato troppo elevato e che venga
imposto un limite massimo di prezzo p* per via legislativa.

Poiché l’offerta è relativamente inelastica, la quantità di abitazioni fornita non diminuisce di molto; l’offerta
scende a y*. La domanda per p* invece è y**, che è notevolmente superiore rispetto all’offerta: il diritto di
ottenere una casa ad affitto controllato diventa quindi prezioso. I costi di “corruzione” del programma di
controllo degli affitti sono difficilmente quantificabili, pertanto nella nostra analisi non li consideriamo,
concentrandoci invece sulla distribuzione del surplus. Formuliamo l’ipotesi ottimista che gli appartamenti
disponibili siano razionati in modo tale da essere ottenuti da coloro che vi attribuiscono il valore maggiore

 Gli inquilini hanno un guadagno considerevole.


 I proprietari delle abitazioni subiscono un danno notevole.
 Il costo netto del controllo degli affitti è la somma dei due triangoli evidenziati
 Ipotizzando che l’offerta sia piuttosto inelastica, non si tratta esattamente di un costo netto, ma piuttosto
di redistribuire il surplus dai proprietari agli inquilini

Ovviamente occorre considerare i costi di corruzione e altri costi del sistema di razionamento, così come i costi
nascosti relativi al fatto che alcuni appartamenti sono abitati da persone che non vi attribuiscono un valore tanto
elevato quanto coloro che non sono riusciti a ottenerli.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

Gli oppositori del controllo degli affitti sostengono che tale grafico sia troppo ottimista, in quanto ipotizza che
l’offerta di abitazioni sia inelastica. Questa ipotesi potrebbe essere soddisfatta nel breve periodo, ma nel periodo
più lungo i proprietari non manterranno le unità abitative oppure le ritireranno dal mercato degli affitti.
Se l’offerta è elastica la situazione peggiora

Il surplus del consumatore e del produttore, e il beneficio netto negli scambi internazionali
Perché esaminare il commercio internazionale?
 Interdipendenza tra nazioni
 Il libero scambio internazionale è dannoso al benessere di una nazione?
Perché si sviluppa il commercio internazionale?
 Compratori e venditori in paesi diversi trovano nel loro interesse scambiare tra loro
Quando il mercato sarà in equilibrio?
 Quando il prezzo sarà lo stesso nei mercati interni e nel mercato internazionale

La relazione tra importazioni ed esportazioni


Le nazioni hanno un benessere più alto scambiando:
 Quando le nazioni commerciano, le importazioni di un paese sono le esportazioni dell’altro
 Quando gli USA importano beni dal resto del mondo, i dollari usati per pagare i venditori internazionali
rientrano negli USA come domanda internazionale di esportazioni USA
 La valuta è un mezzo di scambio tra importazioni ed esportazioni, il libero scambio non crea e non
distrugge valuta

L’intervento pubblico nei mercati: controlli quantitativi


Quote = quantità massime di beni imposte dallo stato, come ad esempio il contingentamento dell’importazione
di zucchero negli USA. Conseguenze:
 Perdita secca di benessere
 Effetti di ripercussione sul mercato dei prodotti collegati
 Differenziale di prezzo rispetto ad altri paesi.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

Il monopolio e le politiche di prezzo


Molto spesso la concorrenza fra le imprese è scarsa. Le imprese possono praticare prezzi superiori al loro costo
marginale. Le imprese hanno potere di mercato più o meno elevato, a seconda del grado di sostituibilità tra il
loro prodotto e quello dei concorrenti.

Due strutture di mercato in cui le imprese hanno potere di mercato:


 Il monopolio, un unico produttore, molti compratori -> un prodotto (senza stretti sostituti),
barriere all’entrata
 L’oligopolio, più produttori ma in numero molto limitato

Monopolio Concorrenza perfetta


Dimensioni e numero compratori Numerosi e di scarso peso Numerosi e di scarso peso
Dimensione e numero venditori Unico venditore Numerosi e di scarso peso
Sostituibilità tra prodotti Bassa Alta
Informazione su prodotti e prezzi Completa Completa
Ingresso nel mercato Bloccato Libero

Le curve di domanda e di ricavo marginale del monopolista


Monopolio mercato caratterizzato da un unico venditore
Potere monopolistico capacità di imporre un prezzo al di sopra del costo marginale
Price maker impresa che non è in concorrenza perfetta e quindi ha il potere di controllare il prezzo
La curva di domanda del monopolista è
La curva di domanda di mercato
La curva di ricavo medio
Il ricavo marginale
Influenza il ricavo totale in conseguenza di variazioni dell’output
Diminuisce all’aumentare dell’output
È minore della domanda quando al domanda è inclinata negativamente

Il monopolio si verifica:
Posizione di monopolio legale
L’impresa è la prima a produrre un nuovo prodotto
Proprietà di un input essenziale
Economie di scala significative
In molti casi l’esercizio del potere di mercato tende ad
erodersi nel tempo.

Monopolio la scelta di produzione e pricing


Il monopolista sceglie il livello di produzione per max . Il monopolista conosce la domanda del suo prodotto.
Il monopolista affronta una domanda inclinata negativamente

Ricavo marginale, costo marginale e massimizzazione del profitto


Il ricavo marginale è il reddito addizionale che deriva dalla produzione di una
unità aggiuntiva di output.
Il costo marginale è il costo aggiuntivo derivante dalla produzione di una unità
addizione di output.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

Il ricavo marginale
Un aumento della quantità venduta (ΔQ) modifica il ricavo
dell’impresa in due modi:
1. L’impresa vende ΔQ unità addizionali di output, ognuna
delle quali ad un prezzo pari a P(Q)
= Effetto di espansione del prodotto
2. Per poter vendere le unità aggiuntive, l’impresa deve
abbassare il prezzo praticato: il ricavo si riduce sulle (Q-
ΔQ) unità originarie
= Effetto di riduzione del prezzo

Quando l’impresa aumenta il volume di produzione di un’unità aggiuntiva, il prezzo a cui deve vendere tutte le
unità diminuisce: quindi i ricavi derivanti da tutte le unità intramarginali (le unità vendute prima dell’aumento
del volume di produzione) diminuiscono.
NB: se  → ∞ allora RM(x) →p! Se la curva di domanda individuale diventa perfettamente elastica, il
monopolista si comporta come un’impresa che non fa il prezzo.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

Massimizzazione dei profitti in monopolio


Regola della quantità: produrre q tale che MR = MC
Regola di chiusura: verificare se il profitto derivante dalla quantità individuata con la regola della quantità è
maggiore di quello in caso di produzione nulla.
Vedere le slide lezione monopolio e politiche di prezzo – da n22 a n32
Un’impresa in concorrenza perfetta fissa: P=MC
Un monopolista con curva di domanda inclinata negativamente fissa P>MC
La misura in cui il prezzo eccede il costo marginale rappresenta una misura del potere di mercato di un’impresa.
Il markup di un’impresa è uguale alla differenza fra il prezzo e il costo marginale ed è indicato come percentuale

sul prezzo

Confronto tra monopolio e concorrenza perfetta


Il fatto che rispetto alla concorrenza perfetta in monopolio la produzione è minore e il prezzo maggiore comporta
che il monopolio redistribuisca dei guadagni dallo scambio dai compratori all'impresa. Si tratta di un aspetto
puramente equitativo. Ma la strategia di redistribuzione di surplus dai consumatori al monopolista provoca una
perdita netta di surplus totale, la perdita di benessere sociale indotta dalla presenza di un monopolio All’origine
di questa perdita di benessere è il fatto che il ricavo marginale in monopolio è minore della domanda, mentre in
concorrenza perfetta coincidono. Possiamo concludere che il monopolio è negativo perché inefficiente

Regolamentazione di un monopolio
La perdita secca di monopolio rappresenta una giustificazione per l’intervento pubblico.
Obiettivo dell’intervento pubblico:
 Ridurre i prezzi più vicini al MC
 Aumentare il surplus del consumatore
 Aumentare l’efficienza.
Antitrust, legislazione= una serie di provvedimenti legislativi volti a promuovere un ambiente di mercato
concorrenziale. Tre provvedimenti principali -> Sherman Act del 1890, Clayton Act del 1914, Federal Trade
Commission Act del 1914.

Regolazione dei prezzi


Fissazione di un prezzo massimo
 Una riduzione dell’output non può generare un aumento di prezzo
 Elimina quindi gli incentivi a restringere la produzione
 Riduce i profitti del monopolista
 Beneficia i consumatori diminuendo i prezzi e aumentando il surplus dei consumatori
 Sposta l’output verso il livello efficiente riducendo al perdita secca di benessere
Limiti
 L’esito dipende da dove viene fissato il limite di prezzo
 Il prezzo deve permettere un profitto non negativo
 La qualità della produzione potrebbe peggiorare

MONOPOLIO NATURALE mercato nel quale a causa delle tecnologie disponibili un’unica impresa copre
efficientemente (cioè con un costo medio minore rispetto all’operare di due o più imprese) la domanda di
mercato. Quindi il costo di produzione è minimizzato se opera una sola impresa. Le economie di scala operano
fino ad un livello notevole di produzione. Dilemma: efficienza nella produzione richiede un solo produttore o
efficienza nell’allocazione (prezzo e quantità prodotta) richiede concorrenza?
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

Regolazione del monopolio naturale


Alternative per la politica:
Lasciare il monopolio non regolamentato
Regolare il monopolio
Stabilire la proprietà pubblica del monopolio
Creare un asta competitiva per l’allocazione del diritto a
produrre in monopolio

Agenzie di regolazione= agenzie pubbliche incaricate di regolamentare i monopoli naturali


Due approcci alla regolazione di prezzo
1. Prezzo pari al costo medio
2. Prezzo pari al costo marginale
La prima politica funziona meglio quando -> la produzione è maggiore e il prezzo minore rispetto al monopolio
non regolamentato; quando -> il profitto è nullo.

Regolazione: first-best e second-best


First-best
 P=MC
 Il surplus aggregato è massimo
 Spesso non praticabile:
Assenza di informazioni sui MC
Il monopolista operi in perdita a P=MC, se P<AC
Second-best
Fissare il prezzo in modo che il surplus aggregato sia più grande possibile, consentendo all’impresa di raggiungere
il pareggio di bilancio. P=AC

Le politiche di prezzo
Discriminazione di prezzo= pratica che consiste nell’applicare prezzi differenti per lo stesso prodotto in assenza
di differenze di costo per il produttore nella fornitura del bene o servizio.
Un’impresa opera una discriminazione di prezzo per aumentare i profitti.

Il profitto del monopolista può risultare maggiore quando il produttore è in grado di risolvere i due problemi:
 I consumatori che acquistano il prodotto sono caratterizzati da un certo surplus
a) Il monopolista può incrementare i suoi profitti se è in condizione di praticare un prezzo più alto
 I consumatori non acquistano quelle unità del prodotto cui attribuiscono un valore inferiore al prezzo di
monopolio (seppur maggiore del costo marginale)
b) Il monopolista può incrementare il profitto se riuscisse a far pagare a questi consumatori un
prezzo inferiore in riferimento a tali unità di prodotto
Il monopolista può migliorare la sua situazione attraverso la discriminazione di prezzo: si tratta di praticare
prezzi diversi per unità differenti dello stesso bene

Come fissare il prezzo per estrarre il surplus del consumatore


Per poter praticare la discriminazione di prezzo, l’impresa deve disporre di potere di mercato. In caso contrario,
un prezzo superiore al costo marginale implicherebbe vendite pari a zero.
L’impresa deve inoltre poter distinguere le unità per le quali la disponibilità a pagare dei consumator è maggiore
da quelle per cui tale disponibilità risulta inferiore.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

Un monopolista può discriminare perfettamente il prezzo se conosce in maniera perfetta la disponibilità a


pagare dei consumatori per ogni unità che vende e può quindi applicare prezzi diversi alle differenti unità.

Solitamente un’impresa non conosce perfettamente la disponibilità a pagare dei consumatori. Vi sono modi
differenti per discriminare il prezzo in assenza di queste informazioni:
 La discriminazione di prezzo può essere basata sulle caratteristiche osservabili del consumatore; in tal
caso l’impresa può distinguere i consumatori con alta disponibilità a pagare da quelli con bassa
disponibilità
 La discriminazione di prezzo può anche essere basata sull’auto-selezione: l’impresa offre un menù di
alternative disegnato in modo che i differenti consumatori compiranno scelte diverse
 In un piano di prezzo dipendente dalla quantità (o sensibile al volume), il prezzo che un consumatore
paga per un’unità addizionale dipende da quante unità di prodotto sono state comprate

Tipologie di discriminazione
Discriminazione di prezzo di primo grado (perfetta)=
Politica dell’impresa per cui ogni unità di output è venduta al prezzo massimo che il consumatore è disposto a
pagare. In questo caso, domanda e ricavo marginale coincidono.
Discriminazione di prezzo di secondo grado o block pricing=
Uso di un listino prezzi tale per cui il prezzo unitario diminuisce all’aumentare della quantità acquistata da un
particolare consumatore.
Discriminazione di prezzo di terzo grado o segmentazione di mercato=
Situazione in cui ogni consumatore affronta un unico prezzo e può acquistare quanto desidera a quel prezzo, ma
il prezzo si differenzia per categorie di consumatori

Discriminazione perfetta di primo grado


La scheda di prezzo è personalizzata per ciascun consumatore in modo tale che ciascuno paga il prezzo massimo
che è disposto a pagare.
 RMa coincide con la curva di domanda
 Il livello di produzione che massimizza il profitto è efficiente
 Il monopolista realizza il massimo profitto possibile data la curva di domanda
 Il monopolista riesce ad appropriarsi di tutto il surplus del consumatore

In caso di discriminazione perfetta di prezzo, l’impresa conosce perfettamente la disponibilità a pagare della
controparte. Il prezzo praticato ad ogni individuo corrisponde alla personale disponibilità a pagare dell’individuo
stesso. La curva del ricavo marginale coincide con la curva di domanda di mercato. La quantità che massimizza i
profitti è quella in corrispondenza della quale la curva di domanda interseca la curva del ricavo marginale.
Il monopolista produce la stessa quantità che si produrrebbe in un mercato perfettamente concorrenziale
a) Ogni consumatore acquista la stessa quantità che acquisterebbe
in concorrenza perfetta
b) Non esiste perdita secca
c) I guadagni totali dallo scambio sono appropriati dal monopolista
Importanza di difendere le proprie caratteristiche private ->
INFORMAZIONE È POTERE

Con discriminazione perfetta di prezzo, la curva del ricavo coincide con la


curva di domanda di mercato.
Il monopolista vende la stessa quantità che venderebbe in un mercato di
concorrenza perfetta caratterizzato dalla stessa curva del costo marginale.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

Discriminazione di prezzo di secondo grado o block pricing

I consumatori fronteggiano prezzi diversi per quantità diverse, in


modo che la scheda di prezzo cerchi di estrarre l’intero surplus dei
consumatori. Il prezzo unitario diminuisce all’aumentare della
quantità acquistata da un particolare consumatore. La stessa scheda
di prezzo confronta tutti i consumatori. Il monopolista cattura
l’intero surplus del consumatore come profitto.

Discriminazione di prezzo di terzo grado (segmentazione di mercato)


Il prezzo differisce a seconda della categoria di consumatori; ad esempio
 Prezzi diversi al cinema o allo stadio a seconda dell’età
 Tariffe telefoniche diverse per clienti privati o business
 Prezzi diversi per spettacoli teatrali a orari diversi

Tre condizioni necessarie per la discriminazione di prezzo


1. Il venditore del prodotto deve possedere un certo grado di potere monopolistico, nel senso che ha
di fronte una curva di domanda inclinata negativamente.
2. Il venditore deve avere il modo di approssimare almeno grossolanamente il massimo ammontare
che i compratori sono disposti a pagare per ogni unità di prodotto.
3. Il venditore deve essere in grado di impedire la rivendita, o arbitraggio di un prodotto tra segmenti
di mercato.

Determinazione del livello di output -> qual è il livello di output più profittevole?
Valore comune del RMa= somma orizzontale delle curve di RMa di ciascun segmento del mercato
Linea guida= suddividi le vendite tra i segmenti di mercato comparando il valore comune del RMa con i CMa

Discriminazione di prezzo intertemporale= forma di discriminazione


di prezzo di terzo grado in cui differenti segmenti di mercato sono
disposti a pagare prezzi differenti a seconda del tempo in cui
acquistano il bene.
CMa è costante -> il libello di output che massimizza il profitto per
ciascun segmento di mercato è RMa = CMa. Il prezzo viene fissato al
livello indicato dalla curva di domanda per ciascun segmento.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

Peak-load pricing

Politica di prezzo che prevede l’applicazione di prezzi diversi nei


periodi di picco e non di picco. CMa non è costante. Il prezzo viene
fissato dove CMaBP interseca la curva di domanda. Vantaggi:
 Distribuzione dell’uso più efficiente tra periodo di massimo e di
scarso uso
 La capacità di produzione richiede durante i periodi di
utilizzazione massima è minore di quella che sarebbe richiesta
con una politica di prezzo uniforme, riducendo i costi.

Tariffe a due parti


Forma di discriminazione di prezzo di secondo grado in cui un’impresa
fa pagare ai consumatori una tariffa fissa (per un certo periodo di
tempo) per il diritto ad acquistare il prodotto a un prezzo unitario
uniforme

Entry fee o quota di ingresso= prezzo fisso applicato per un periodo


di tempo nel caso di tariffa a due parti.
Condizioni -> le imprese devono avere potere di monopolio; la
rivendita deve essere impedita.

Molti consumatori, domande diverse


Quando i consumatori hanno diverse curve di domanda,
Bisogna fissare una diversa quota di entrata per ciascun consumatore
Vincolo: è difficile determinare la curva di domanda e quindi la tariffa d’entrata
Quando la domanda differisce, le imprese hanno un incentivo ad alterare sia la quota d’entrata sia il prezzo
Effetto: solitamente il prezzo è minore del semplice prezzo di monopolio

Perché il prezzo solitamente sarà minore del prezzo di monopolio?

Perché una quota d’ingresso associata a un prezzo minore del


prezzo di monopolio aumenterà i profitti. Conclusione:
-> un’impresa con potere di monopolio può aumentare i
suoi profitti seguendo questa semplice strategia;
-> l’impresa fissa un prezzo minore di quello di monopolio
ma maggiore del CMa;
-> l’output sarà maggiore di quello di monopolio standard
e la perdita secca di benessere minore.

Video nota Il monopolio= una sola impresa. Molti compratori che prendono il prezzo come dato. Non esiste
libertà di entrata e uscita dal mercato. Non esistono sostituti perfetti. Cause del monopolio:
1. Brevetti
2. Innovazione
3. Proprietà input
4. Monopoli naturali, rendimenti di scala crescenti molto significativi che producono una curva di costo
medio decrescente per la maggior parte del campo di interesse
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

Teoria dell’oligopolio
Oligopolio
Struttura di mercato caratterizzata da un numero elevato di acquirenti senza potere di mercato e da un numero
ridotto di venditori con potere di mercato e consci di questa situazione di interazione, in conseguenza della quale
il profitto di ciascun venditore dipende dal comportamento degli altri offerenti.
Oltre al numero di imprese in competizione tra loro, altre caratteristiche dei mercati oligopolistici influenzano
l’equilibrio di mercato:
 Strumenti usati per competere, in particolare se le imprese usano la quantità prodotta o il prezzo come
variabile strategica
 Possibilità per un’impresa di vincolarsi a una scelta strategica
 Natura omogenea o differenziata del prodotto
 Natura delle barriere all’entrata, se esistono

Quando le imprese si rendono conto che le decisioni di ciascuna di loro riguardo al prezzo e al volume di
produzione influiscono sui profitti di tutte le altre, si dice che sono consapevoli della loro interdipendenza
reciproca. La consapevolezza dell’interdipendenza reciproca ha due importanti conseguenze:
1. Ogni impresa interessa sapere che cosa stanno facendo i concorrenti;
2. Ogni impresa sa che gli altri produttori la sorvegliano e che reagiranno in qualche modo alle sue iniziative.
Quindi l’impresa deve tener conto delle possibili reazioni dei suoi concorrenti quando prende qualche decisione,
si dice che l’agente assume un comportamento strategico.

Oligopolio e la teoria dei giochi


-> uso della teoria dei giochi per analisi dell’oligopolio
Individuare i prezzi o le quantità scelte da ciascuna impresa, date le decisioni su prezzi o quantità assunte dai
produttori. In un equilibrio di Nash ogni impresa effettua la scelta che massimizza i suoi profitti dato il
comportamento dei sui rivali, ovvero pone in essere la sua strategia di miglior risposta.

La concorrenza oligopolistica può prendere diverse forme, distinguendo:


 La variabile strategica usata per competere, se il prezzo oppure la quantità
 Se i prodotti sono considerati perfetti succedanei o se sono differenziati
 Se esiste un’impresa leader che è entrata per prima nel mercato
 Se esistono incentivi alla collusione e se questa può perdurare nel tempo.

Il comportamento delle imprese al variare della struttura dei mercati oligopolistici


Ipotesi per contesto strategico:
 Sul mercato operano due imprese, 1 e 2;
 Le imprese sono caratterizzate da una semplice funzione di costo lineare CTi (xi) = cxi
Quindi le imprese hanno identiche tecnologie con costi medi e marginali costanti e uguali pari a c
Le imprese fronteggiano una scheda di domanda aggregata lineare: p= a- b(x1 + x2)

Oligopolio alla Cournot


Cournot, modello di oligopolio nel quale si assume che le scelte possibili per ciascuna impresa consistono nel
determinare quanto produrre, senza conoscere le scelte dei concorrenti, e il prezzo di mercato è stabilito tramite
la domanda di mercato in relazione a quanto prodotto complessivamente.
Curva di domanda residuale, curva di domanda che si rivolge a un’impresa per ogni possibile libello di output
prodotto dai rivali.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

L’equilibrio è raggiunto quando nessuna delle imprese ha un incentivo a variare il suo output.
Ciò avviene quando ogni impresa sta producendo l’output che massimizza il suo profitto, dato l’output
effettivamente scelto dall’altra impresa.

Il comportamento delle imprese in un oligopolio alla Cournot


Supponiamo che la struttura della competizione oligopolistica
sia la seguente:
1. Le imprese simultaneamente scelgono i loro rispettivi
livelli di produzione
2. Il prezzo viene determinato attraverso la funzione di
domanda aggregata
3. Le quantità scelte e il prezzo determinano i loro
rispettivi profitti
4. L’accesso all’industria è completamente bloccato
5. I prodotti offerti dalle imprese sono omogenei.

In un mercato oligopolistico dove le imprese competono alla Cournot, le imprese scelgono i loro rispettivi livelli
di produzione simultaneamente; il prezzo viene determinato attraverso la funzione di domanda aggregata; le
quantità scelte e il prezzo determinano i loro rispettivi profitti.

Curve di Isoprofitto -> situazione di concorrenza oligopolistica.


Relazione tra quantità di produzione delle imprese che mantiene il
profitto costante. In altre parole sono le curve di libello della funzione
di profitto in oligopolio.

Possiamo quindi derivare le scelte delle due imprese che massimizzano il profitto in questo mercato
oligopolistico. Dall’ispezione delle funzioni di profitto è chiaro che le decisioni ottimali di ciascuna impresa
dipendono dalle decisioni di produzione dell'altra impresa.
Dobbiamo quindi derivare il comportamento ottimo delle imprese sulla base delle anticipazioni sul
comportamento delle imprese concorrenti (interazione strategica).
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

Proprietà dell’equilibrio in un duopolio à la Cournot


L’equilibrio si trova quando ogni impresa sceglie la quantità che massimizza il profitto data la quantità ottima
della concorrente, cioè all’intersezione delle funzioni di risposta ottima. L’equilibrio è inefficiente per le imprese,
che potrebbero entrambe ottenere un profitto maggiore. Di conseguenza esiste un incentivo a colludere
comportandosi come se fossero un monopolio, ma la collusione non è un equilibrio in questo mercato.

Concludendo, in un mercato oligopolistico dove si compete alla Cournot


1. L’equilibrio si trova quando ogni impresa sceglie la quantità che massimizza il profitto data la quantità
ottima della concorrente, cioè all’intersezione delle funzioni di risposta ottima;
2. L’equilibrio è inefficiente per le imprese, che potrebbero entrambe ottenere un profitto maggiore;
3. Esiste un incentivo a colludere comportandosi come se fossero un monopolio, ma la collusione non è un
equilibrio in questo mercato

L’oligopolio alla Cournot, la concorrenza perfetta e il monopolio in generale


La curva di domanda del mercato dipende dalla quantità complessiva offerta dalle due imprese.
p = p(Q) = p(x1 + x2) Dal punto di vista dell’impresa 1, la quantità dell’impresa 2 è data; quindi:
p = p(x1 + x2) Rappresenta la curva di domanda residuale che l’impresa 1 deve affrontare, cioè la sua curva di
domanda individuale data la strategia di quantità congetturata dell’altra impresa.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

La curva di domanda residuale indica il prezzo al quale l’impresa può vendere il suo prodotto, in funzione del suo
livello di produzione, dato un che l’impresa 2 ha scelto una certa quantità.

Intuitivamente, l’impresa 1 si comporta come un


monopolista sulla frazione di mercato che prevede non
sia coperto dall’impresa 2. Questa condizione di ottimo
definisce implicitamente la risposta ottima dell’impresa
1 a ogni livello di produzione che l’impresa 2 può
scegliere; questa funzione viene solitamente chiamata
funzione di reazione o FUNZIONE DI RISPOSTA OTTIMA.

Equilibrio nel duopolio di Cournot


Un mercato oligopolistico è in equilibrio se ogni singola impresa adotta una strategia che è una risposta ottima,
date le strategie adottate da tutte le altre imprese. In altre parole, il mercato è in equilibrio se nessuna impresa
ha interesse a modificare il suo comportamento unilateralmente.
Un duopolio di Cournot è in equilibrio quando ogni impresa produce la quantità che massimizza i suoi profitti
data la quantità prodotta dall’altra impresa. Quest’equilibrio viene detto equilibrio di Cournot-Nash.
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Alessandro Canciani

Concorrenza alla Cournot, concorrenza perfetta e monopolio:


La concorrenza alla Cournot ha un equilibrio che si colloca tra
monopolio e concorrenza perfetta.

Il monopolio è associato al prezzo più alto, alla minore quantità e al profitto più alto. La concorrenza perfetta è
associata al prezzo più basso, alla quantità più alta e a un profitto nullo.
L’equilibrio di Cournot si colloca in una posizione intermedia rispetto a tutte e tre queste dimensioni.

Anche il surplus totale e la perdita secca di benessere si muovono in questo senso:


 La perdita di benessere è nulla in concorrenza perfetta;
 La perdita di benessere aumenta in oligopolio di Cournot;
 La perdita di benessere è massima in oligopolio.
Pertanto, il modello di Cournot può essere considerato una generalizzazione dei modelli visti in precedenza, nel
senso che concorrenza perfetta e monopolio vengono ottenuti come casi specifici di concorrenza alla Cournot
sotto opportune ipotesi.

Politica economica e oligopolio


 Se un mercato è caratterizzato dalla concorrenza alla Bertrand, allora il numero di imprese che
operano su questo mercato è irrilevante ai fini dell’efficienza delle allocazioni d’equilibrio, purché non
sia monopolio;
 Se un mercato è caratterizzato da concorrenza alla Cournot oppure i prodotti sono differenziati, allora
il numero di imprese presenti sul mercato è cruciale

Maggiore è il numero di imprese, più complesso diviene colludere e comportarsi come se ci fosse un unico
monopolio. La differenziazione del prodotto è cruciale per dare alle imprese oligopoliste un potere di mercato
che permette di aumentare i profitti, ma questo avviene a detrimento dei consumatori e dell’efficienza delle
allocazioni di equilibrio. La presenza di imprese leader è rilevante ai fini dei prodotti delle imprese, ma
sostanzialmente irrilevante ai fini dell’efficienza delle allocazioni di equilibrio.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

Oligopolio alla Bertrand


Modello di Bertrand, modello di oligopolio nel quale si assume che le scelte possibili per ciascuna impresa
consistono nel determinare il prezzo di un bene omogeneo, senza conoscere le scelte dei concorrenti, e la
quantità prodotta è stabilita dalla domanda di mercato in relazione al vettore di prezzi scelto dalle imprese.
Il comportamento delle imprese in un oligopolio alla Bertrand
Supponiamo la situazione seguente:
 Le imprese simultaneamente scelgono il prezzo del loro prodotto;
 I beni prodotti sono succedanei perfetti;
 I prezzi scelti e la conseguente quantità domandata alla singola impresa determinano i loro rispettivi
profitti.
Con questa struttura di mercato, l'analisi del comportamento delle imprese oligopolistiche è molto semplice.

L’ipotesi 2, cioè che i beni prodotti dalle imprese siano (percepiti) identici, implica che la quantità domandata
alla singola impresa sia:
1. La domanda di mercato se il prezzo dell’impresa è il minore sul mercato,
2. La metà della domanda di mercato se i prezzi delle due imprese sono uguali,
3. Zero se il prezzo fissato è maggiore di quello della concorrente.

Il modello di Bertrand
La scelta ottimale di ciascuna impresa dipende dalla scelta dell’altra impresa. Con una curva di domanda lineare,
un prezzo prossimo al prezzo di monopolio genera un profitto maggiore. Le imprese hanno incentivo a praticare
un prezzo inferiore a quello del rivale per potersi accaparrare tutta la clientela
La domanda per l’impresa individuale nel modello di Bertrand -> la domanda per la singola impresa mostra la
relazione fra il prezzo praticato dall’impresa e la quantità venduta, dato il prezzo scelto dall’impresa rivale.
 Necessaria per individuare l’equilibrio di Nash
La domanda per la singola impresa è pari a:
 Zero se l’impresa fissa un prezzo superiore a quello della rivale
 Metà della domanda di mercato, se l’impresa fissa un prezzo uguale a quello del rivale
 Domanda di mercato se l’impresa sceglie un prezzo inferiore a quello praticato dall’altra

Per ogni possibile strategia p2 scelta dall’impresa 2, la


miglior risposta dell’impresa 1 sarebbe di applicare un
prezzo p1 più basso di p2, a meno che p2 sia uguale al
costo marginale c. Lo stesso vale per 2.
Quindi in questa forma di concorrenza oligopolistica, le
imprese massimizzano il profitto fissando un prezzo
inferiore al prezzo del concorrente, fino a quando il
profitto non diventa negativo.

Questa forma della funzione di domanda e quindi di profitto implica delle particolari funzioni di risposta ottima:
per ogni possibile prezzo stabilito dall'impresa j la scelta che massimizza il profitto per l'impresa i è addebitare
un prezzo leggermente inferiore.
Un mercato oligopolistico è in equilibrio quando ciascuna impresa sceglie il prezzo che massimizza il profitto data
la scelta ottimizzante delle altre imprese.
Esiste un unico equilibrio nell’oligopolio di Bertrand: entrambe le imprese fissano il prezzo minore possibile
compatibile con un profitto non negativo, cioè scelgono entrambe un prezzo pari al costo marginale
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

Equilibrio di Nash nell’oligopolio à la Bertrand


Nessuna combinazione di prezzi tale per cui p1>c o p2>c può essere un equilibrio di Nash, dato che la risposta
ottima di almeno un’impresa sarebbe di fissare un prezzo minore di quello del rivale. Inoltre questa guerra dei
prezzi deve fermarsi quando p1=p2=c, perché nessuna impresa che massimizza i suoi profitti potrebbe fissare
un prezzo inferiore al proprio costo marginale. Quindi in equilibrio entrambe le imprese fisseranno lo stesso
prezzo uguale al costo marginale

Questo implica che, se tutte le imprese operanti in un’industria oligopolistica hanno un costo marginale costante
pari a c, nella situazione di equilibrio di Bertrand applicheranno tutte lo stesso prezzo pari a c.
L’equilibrio di Bertrand-Nash ha una caratteristica molto interessante: replica
perfettamente l’allocazione dell’equilibrio concorrenziale (cioè genera lo
stesso volume di produzione, lo stesso prezzo e gli stessi profitti).

Conclusioni -> in un mercato oligopolistico dove si compete alla Bertrand:


1. In equilibrio le imprese per massimizzare il profitto scelgono il prezzo uguale al costo marginale;
2. L’esito di equilibrio coincide con quello di concorrenza perfetta, di conseguenza l’equilibrio è Pareto
efficiente per il mercato, anche se le imprese hanno un profitto nullo;
3. Anche in questo caso esiste un incentivo a colludere comportandosi come se fossero un monopolio, ma
ancora una volta la collusione non è un equilibrio in questo mercato

Confronto equilibrio di Bertrand con equilibrio di concorrenza perfetta


Se:
 N è maggiore o uguale a 2,
 Tutti i prodotti sono sostituti perfetti
 Nessuna impresa ha un vantaggio di costo
Allora equilibrio di Bertrand ed equilibrio di concorrenza perfetta coincidono.
Anche nell’oligopolio alla Bertrand come in quello alla Cournot è possibile aumentare il profitto di entrambe le
imprese se si comportassero come un unico monopolio colludendo: esiste un incentivo per le imprese a
colludere, pur non essendo questo comportamento parte di un equilibrio di un mercato oligopolistico.
Esiste un altro modo per aumentare i propri profitti quando si compete nei prezzi: differenziare i propri prodotti.

Bertrand o Cournot?
Nel caso di Bertrand, l’ipotesi cruciale è che la produzione si aggiusti velocemente alle variazioni di domanda
legate alle scelte di prezzo, senza vincoli di capacità per la singola impresa.
Al contrario nel caso di Cournot, l’ipotesi fondamentale è che sia il prezzo ad aggiustarsi velocemente per
equilibrare domanda e offerta.
Quindi per valutare l’applicazione pratica di un modello di oligopolio, bisognerà valutare la velocità relativa di
aggiustamento di quantità o di prezzi oltre che un’eventuale differenziazione di prodotto.

Oligopolio e il modello di Stackelberg


Modello di Stackelberg, modello di oligopolio in cui un’impresa
leader sceglie per prima il suo output, tenendo conto delle
imprese che scelgono successivamente quanto produrre dopo
aver osservato il livello di produzione della prima.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

Collusione
Cartelli e collusione
Cartello, accordo tra produttori indipendenti per coordinare le loro decisioni di modo che ognuno di loro possa
ottenere una quota del profitto monopolistico. Tre importanti fattori contribuiscono all’instabilità dei cartelli:
1. Incentivo a barare
2. Difficoltà di raggiungere un accordo
3. Profitti che attirano altre imprese.
Nel mondo reale le imprese competono fra loro di continuo, e non una sola volta. La ripetizione del processo
concorrenziale può portare a esiti diversi dall’equilibrio di concorrenza oligopolistica.
Modello di Bertrand ripetuto all’infinito: le imprese ripetono continuamente il gioco dei prezzi del modello di
Bertrand originale. L’ equilibrio non competitivo è la ripetizione, in ogni singolo periodo, dell’equilibrio di Nash
del gioco statico -> Esistono altri equilibri. Es: prezzo di monopolio sostenibile attraverso grim trigger strategies.

Collusione
La collusione si regge sulla minaccia credibile di una futura guerra dei prezzi nel caso in cui un’impresa non rispetti
l’accordo di collusione. L’impresa teme una guerra dei prezzi se si preoccupa dei profitti futuri.
Il timore di perdite future è tanto più alto quanto minore è il tasso di interesse -> Il valore atteso delle perdite
future è maggiore. Fattori che ostacolano la collusione:
 Maggiore è il numero di imprese, maggiore il guadagno dalla violazione dell’accordo, e minori le
perdite future
 Differenze nei costi marginali di produzione
 Conoscenza imperfetta dei costi delle imprese rivali
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

Collusione tacita ed esplicita


Collusione esplicita, Le imprese comunicano fra di loro per raggiungere un accordo sui prezzi
Pratica illegale in molti Stati
Collusione tacita, le imprese colludono ma senza comunicare, mantenendo il prezzo ad un livello superiore a
quello in assenza di cooperazione
Solitamente non è illegale, ma è difficile da sostenere.

Collusione in oligopolio e giochi ripetuti


Modello di gioco ripetuto, un modello della teoria dei giochi in cui il “gioco” si ripete più di una volta
Occhio per occhio (tit for tat), strategia in cui ogni giocatore imita il comportamento (per esempio, ingannare,
rispettare gli impegni...) messo in atto dall’altro giocatore nel periodo precedente
Analizzare gli esempi di duopolio alla Cournot e alla Bertrand – slides da 73 a 92

Esternalità e beni pubblici


Beni pubblici
Beni la cui fruizione da parte di un individuo non riduce la quantità disponibile per il consumo di altri soggetti,
come per esempio la difesa nazionale
Beni pubblici puri
Beni la cui fruizione da parte di un individuo non riduce la quantità disponibile per il consumo di altri soggetti
e per i quali è impossibile o estremamente costoso limitarne il consumo a persone selezionate una volta che
siano stati prodotti

I beni pubblici
 Bene non rivale nel consumo
Bene tale che il consumo di una persona non diminuisce la quantità disponibile per il consumo di altri
 Non-inclusione
Condizione in cui è possibile o estremamente costoso limitare a persone selezionate i benefici di un bene
una volta che questo sia stato prodotto
 Free-rider
Agente impegnato in un’attività di free riding
 Free-riding
Problema legato all’incentivazione di un gruppo di agenti, quando ciascun individuo ha un impatto
proporzionalmente piccolo sul risultato finale e, quindi, è meno motivato a impegnarsi strenuamente.

Efficienza nell’erogazione di un bene pubblico


Curva del beneficio marginale sociale= la curva di domanda di un bene pubblico
Somma verticale (delle curve di domanda)= derivazione della curva di beneficio
marginale sociale mediante la somma verticale delle curve di beneficio
marginale dei consumatori.
Il livello efficiente di erogazione di un bene pubblico soddisfa la condizione ->
BMaS = CMa
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

Un bene pubblico è un bene non rivale e non escludibile. Un bene si dice non rivale quando più persone possono
consumarlo allo stesso tempo, senza che questo alteri il valore che ogni individuo attribuisce al bene stesso.
Una volta prodotto, il costo marginale di offrirlo ad un consumatore addizionale è nullo.
Un bene è non escludibile se non vi è modo di evitare che alcune persone possano consumarlo
Spesso i beni pubblici sono forniti dallo Stato, ma non tutti i beni prodotti dallo Stato sono da considerare beni
pubblici

Fornitura efficiente di un bene pubblico


Il livello socialmente efficiente di produzione è quello per cui il costo marginale sociale uguaglia il costo marginale
sociale. Per determinare il beneficio sociale marginale di un bene pubblico, occorre sommare i benefici di tutti
gli individui -> Importante differenza rispetto al processo seguito per i beni privati • Nel caso dei beni pubblici,
le curve individuali vanno sommate verticalmente.
Esempio: servizio di vigilanza in un isolato
Tre negozi riceverebbero un beneficio marginale, rispettivamente, di € 7,50, € 45 e € 40 dalla prima ora
del servizio. Il beneficio marginale sociale è la somma verticale: ammonta quindi a € 92,50 per la prima
ora di servizio

Beni pubblici e fallimento di mercato


Se qualcuno decide di contribuire alla fornitura del bene pubblico, altre persone potranno beneficiarne anche
senza contribuire. La contribuzione crea un’esternalità positiva. I mercati concorrenziali portano a produrre un
output troppo basso quando sono presenti esternalità positive.
Se la fornitura di un bene pubblico è lasciata alle decisioni indipendenti dei privati, il livello di produzione risulterà
eccessivamente basso.
I fallimenti del mercato associati all’esistenza di beni pubblici sono dovuti al fenomeno del free riding.
Un free rider contribuisce in misura scarsa o nulla alla fornitura del bene pubblico, pur godendo appieno dei
contributi degli altri

Il settore pubblico e i beni pubblici


Il Governo affronta i fallimenti del mercato dovuti alla presenza di beni pubblici in vari modi:
 Fornisce direttamente alcuni beni pubblici (la difesa nazionale per esempio)
 Sostiene le organizzazioni no-profit che forniscono altri (radio e televisioni pubbliche)
 Sussidia i privati che erogano servizi pubblici (come nel caso della protezione ambientale)
I sussidi prendono spesso la forma di deduzioni fiscali o contributi per cause meritevoli.
La fornitura efficiente di beni pubblici non richiede necessariamente la produzione pubblica.
I fallimenti del mercato dovuti alla presenza di beni pubblici hanno origine dal lato della domanda, non
dell’offerta -> il Governo spesso si affida ai privati per fornire i beni pubblici.

Esternalità
Esternalità= effetti collaterali benefici o dannosi detti che ricadono su soggetti che non sono direttamente
coinvolti negli scambi di mercato
Benefici esterni (o economie esterne) = effetti collaterali positivi di attività economiche ordinarie
Costi esterni (o diseconomie esterne) = effetti collaterali negativi di attività economiche ordinarie
Differenza tra esternalità e beni pubblici:
 Le esternalità sono effetti collaterali di attività intraprese per altri scopi
 I beni pubblici sono esternalità positive estreme
 In ogni caso entrambi portano a inefficienze allocative
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

I mercati concorrenziali possono allocare le risorse in maniera non efficiente quando le assunzioni del modello
di concorrenza perfetta vengono violate. Si parla di esternalità quando un’attività di consumo o di produzione
genera effetti sul benessere di soggetti terzi, effetti che non danno però luogo ad alcuna transazione di mercato.

1. Esternalità negativa= effetto esterno penalizza gli altri


L’inquinamento, per esempio, genera problemi alla società; il fatto di trascurare il giardino di casa va a
danno di tutto il quartiere.
2. Esternalità positiva= l’effetto esterno va a beneficio degli altri
L’abbattimento dell’inquinamento va a beneficio della collettività; il fatto di curare il proprio giardino
accresce anche il valore delle case

Esternalità negative e inefficienza


La presenza di un’esternalità negativa in un mercato concorrenziale
porta solitamente ad un’allocazione inefficiente delle risorse.
Il costo esterno è costituito dal danno, in termini economici, che
l’esternalità causa agli altri soggetti.
Ogni impresa produce fino al punto in cui il prezzo di mercato
uguaglia il suo costo marginale di produzione. Il livello di produzione
efficiente dal punto di vista sociale è quello per cui il beneficio
sociale marginale uguaglia il costo sociale marginale. Il livello di
produzione efficiente per l’impresa risulta eccessivo ed inefficiente
dal punto di vista della società.
Costo sociale marginale= costo marginale del produttore + costo marginale esterno.

Esternalità positive e inefficienza


I mercati concorrenziali sono inefficienti ogni qualvolta è presente
un’esternalità, sia essa positiva o negativa.
Il beneficio esterno è rappresentato dal guadagno, in termini economici, che
deriva agli altri dall’esternalità indotta dall’attività di produzione o di consumo.
Con esternalità il livello di produzione scelto dell’impresa risulta inefficiente,
poiché -> troppo basso quando le esternalità sono positive e troppo alto
quando le esternalità sono negative, dal punto di vista della società. Come le
esternalità negative, anche quelle positive generano una perdita secca e
rappresentano quindi un fallimento del mercato

Rimedi alle esternalità


Il settore privato
Quando l’allocazione delle risorse è inefficiente, è sempre possibile procedere a transazioni vantaggiose tra le
parti. I privati hanno quindi incentivo ad individuare le inefficienze e a negoziare le soluzioni.
Quando le negoziazioni fra privati non sono in grado di rimediare al problema delle esternalità, in linea teorica
l’intervento pubblico può comunque ripristinare l’efficienza economica tramite:
 Politiche a supporto del mercato (per esempio, chiara definizione dei diritti di proprietà)
 Controlli sulle quantità (per esempio, standard sulle emissioni)
 Politiche correttive degli incentivi privati (tasse pigouviane, sussidi, …)

Diritti di proprietà e negoziazioni


L’esito di una negoziazione dipende dall’assegnazione iniziale dei diritti di proprietà. La parte che detiene il diritto
di proprietà rilevante è quella con maggiore potere contrattuale.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

L’assegnazione iniziale dei diritti di proprietà non influenza il livello finale di inquinamento, ma solo i profitti dei
soggetti in causa.

Teorema di Coase= quale che sia l’assegnazione iniziale dei diritti di proprietà, l’accordo volontario fra le parti
pone rimedio al problema dell’esternalità, a condizione che la negoziazione possa avvenire senza frizioni.
Questo può giustificare, in alcuni casi, una politica del laissez faire –> Come sosteneva lo stesso Coase, è però
difficile pensare che le contrattazioni possano avvenire senza frizioni!

Esternalità e diritti di proprietà


Teorema di Coase
Idea secondo la quale la contrattazione tra due parti può pervenire a un esito Pareto-efficiente, purché i diritti
di proprietà siano chiaramente definiti e applicati e non esistano costi di contrattazione.
Il teorema di Coase asserisce che non importa se i diritti di proprietà sono inizialmente assegnati all'agricoltore
o all’allevatore. Purché i diritti siano chiaramente definiti e fatti rispettare, la contrattazione tra le parti può
assicurare un risultato efficiente, in assenza di costi di transazione.
Gli effetti distributivi, però, dipendono dall'esatta definizione dei diritti di proprietà.

Limitazioni alla contrattazione


Ogni esternalità nasce dall’assenza di un mercato specifico. La negoziazione fra privati può portare a transazioni
che le parti avrebbero effettuato se i mercati necessari non fossero stati assenti.
Molti fattori possono però impedire che la negoziazione ponga rimedio alle esternalità:
 La contrattazione può non essere praticabile
 Difficoltà logistiche, tempo insufficiente, sforzi impossibili, …
 Definizione ambigua dei diritti di proprietà
 Informazioni limitate circa costi e benefici altrui
 Difficoltà di monitoraggio del rispetto degli accordi

Limitazione della quantità


L’Autorità pubblica può cercare di porre rimedio ad una esternalità regolando l’attività che la provoca.
Uno standard sulle emissioni rappresenta un limite legale sulla quantità di emissioni inquinanti che possono
essere prodotte come conseguenza di una certa attività.
Esempio: abbattimento rumore generato da un aeroporto -> Si può imporre uno standard in linea con il livello
socialmente efficiente, ma questo richiede informazioni su costi e benefici dell’abbattimento del rumore. Le parti
private hanno incentivo a gonfiare i loro costi o i loro benefici. Se il Governo non è in grado di stabilire costi e
benefici con esattezza, lo standard può risultare inefficiente generare una perdita secca
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

Politiche correttive degli incentivi dei privati


Alcune politiche mirano a indurre i privati a “internalizzare” costi e benefici esterni.
La tassazione pigouviana prevede che l’introduzione di una tassa (uguale al costo esterno marginale in
corrispondenza del risultato efficiente) possa porre rimedio alle esternalità negative.
Una tassa pigouviana porta infatti l’operatore privato a considerare il costo marginale esterno associato alla
propria attività –> Confronta quindi il suo beneficio marginale con il costo marginale sociale, giungendo alla
decisone efficiente per la società. La tassa pigouviana ideale dipende dal prezzo che il bene in questione avrebbe
in equilibrio in un mercato concorrenziale efficiente

Un approccio alternativo orientato al mercato per controllare l’inquinamento richiede


1. La determinazione di un livello d’inquinamento complessivo
2. Ogni impresa abbia assegnati permessi di emettere una certa quantità di unità di inquinamento.
3. I permessi possono essere scambiati tra imprese del settore.
Questo approccio alla Coase è stato adottato nel 1994 nel bacino di Los Angeles. Il mercato dello smog di Los
Angeles consente di raggiungere un obiettivo di riduzione delle emissioni nel modo meno costoso.

Asimmetrie informative
Informazione asimmetrica
Una situazione in cui una delle parti coinvolte in una transazione economica possiede più informazioni dell’altra.
Spesso la parte meno informata sa che l’altra possiede più informazioni; quindi può fare supposizioni osservando
il comportamento della controparte. Ci sono due tipologie di asimmetrie informative:
 Caratteristiche nascoste= cose che una delle due parti coinvolte in una transazione sa riguardo a sé e di
cui la controparte non è a conoscenza, anche se vorrebbe saperle.
 Azioni nascoste= azioni compiute da una delle parti che hanno stipulato un accordo economico,
all’insaputa della controparte.

La selezione avversa
Situazione in cui la simmetria informativa accresce il rischio che i consumatori acquistino, o che i fornitori
vendano, beni di qualità scadente
In un mercato in cui i compratori sono meno informati dei venditori a proposito della qualità dei prodotti
(informazione asimmetrica), e una quota elevata di beni può essere costituita da “bidoni”, allora il mercato può
“sparire”, abbiamo cioè un fallimento del mercato totale.
L’assunzione fondamentale è quella di asimmetria informativa -> i partecipanti su un lato del mercato (i venditori
in questo caso) sanno sulla qualità dei prodotti qualcosa di più dei partecipanti sull’altro lato (compratori).

Esempio selezione avversa – Akerlof da video nota


Assumiamo che nel mercato delle auto usate, siano in vendita due tipi di automobili:
 Auto efficienti E
 Auto bidoni B
E che ci siano N automobili sul mercato e N potenziali acquirenti.
I proprietari sono disposti a vendere le automobili “efficienti” e i
“bidoni” rispettivamente a

Gli acquirenti sono disposti a comprare le automobili “efficienti” e i


“bidoni” rispettivamente a
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

Sia gli acquirenti che i venditori sanno che la probabilità di comprare un “bidone” è ½, cioè ci sono N/2 automobili
“efficienti” e N/2 “bidoni”.

L’equilibrio con informazione completa


Se la qualità delle auto usate non fosse una caratteristica nascosta, nell’equilibrio con informazione completa
entrambi i tipi di automobile sarebbero venduti a prezzi di equilibrio che soddisfino le seguenti condizioni:

Quindi in un equilibrio con informazione completa tutte le N automobili sarebbero vendute, e l’economia
raggiungerebbe una allocazione Pareto-efficiente.

L’equilibrio con informazione asimmetrica


Se la qualità della auto usate fosse una caratteristica nascosta, i proprietari avrebbero più informazioni degli
acquirenti riguardo alla qualità delle macchine; per semplicità ipotizziamo che i proprietari conoscano
esattamente la qualità dell’auto, mentre gli acquirenti non possono osservarla.
Quindi dal punto di vista degli acquirenti il valore atteso di una macchina è:

Quindi le automobili “efficienti” non verranno mai offerte sul mercato, perché il prezzo massimo che gli
acquirenti sono disposti a pagare è minore del prezzo minimo a cui i proprietari sono disposti a vendere!
Dato che tutte le informazioni rilevanti, tranne la qualità delle auto, sono note, gli acquirenti si rendono conto
che tutte le automobili offerte sul mercato sono “bidoni”. Quindi in un equilibrio con informazione asimmetrica
sul mercato verranno venduti solamente i “bidoni” a un prezzo che soddisfi la seguente condizione:
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

Se ρ è abbastanza basso, avremo V < ps B, e non ci sarà mercato nemmeno per i “bidoni”: il mercato delle auto
usate collassa. Invece se ρ è abbastanza alto, avremo V > ps E, ed entrambi i tipi di automobili saranno scambiati.

In questo caso il prezzo massimo che gli acquirenti sono disposti a pagare è il valore atteso di un’auto usata,
V > ps E
Dato che la qualità delle auto è una caratteristica nascosta, i proprietari dei “bidoni” non riveleranno mai che
quello che stanno vendendo sono dei “bidoni” e quindi il prezzo minimo a cui tutti i proprietari saranno disposti
a vendere le loro auto è pd E Quindi nell’equilibrio con informazione asimmetrica tutte le automobili sono
scambiate sul mercato a un prezzo che soddisfi la seguente condizione:

I consumatori spesso hanno modi di distinguere i prodotti di bassa piuttosto che di alta qualità, anche se queste
modalità possono essere costose e quindi ridurre il surplus di mercato.

Asimmetrie informative e meccanismi di cernita


Segnale
Indicatore più o meno informativo delle caratteristiche nascoste di un bene o un servizio
Meccanismo di cernita
Sistema che, sotto certe condizioni, induce la parte più informata a rivelare la propria informazione privata.
Una situazione frequente è quella di un’impresa che non conosce il prezzo massimo che i consumatori sono
disposta a pagare -> caso emblematico di informazione asimmetrica

Cernita
Normalmente un consumatore sa quanto è disposto a pagare un determinato bene, mentre l’impresa che glielo
vende no. Questo è un caso tipico di informazione asimmetrica

Esempio da video nota


Una compagnia aerea ha due passeggeri, un manager e uno studente:
o Il manager è disposto a pagare il biglietto €500, ma vorrebbe tornare il giorno successivo. Se
invece deve fermarsi più giorni è disposto a spendere solo €250;
o Lo studente è disposto a spendere al massimo €200, e non ha vincoli particolari riguardo alla
durata del soggiorno.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

Il costo marginale della compagnia è €120 a persona.


La compagnia aerea si trova di fronte a un dilemma: le piacerebbe far pagare un biglietto 500€ in modo da
estrarre tutto il surplus dell’uomo d’affari, ma se fissa un prezzo troppo alto, lo studente rinuncerà a comprare il
biglietto. In questo caso il profitto sarebbe €500-€120=€380.
Se la compagnia vendesse i biglietti a €200 l’uno, entrambi i consumatori acquisterebbero il biglietto.
In questo caso il profitto sarebbe €400-€240=€160 Quindi se la compagnia dovesse fissare un prezzo unico per il
volo, preferirebbe vendere i biglietti a €500 l’uno, e in questo caso solo il manager prenderebbe l’aereo!

Quando i consumatori non hanno tutti la stessa disponibilità a pagare, il venditore può ottenere un profitto
maggiore se riesce ad applicare ai diversi gruppi di consumatori prezzi diversi che rispecchino la loro disponibilità
a pagare. Per avere discriminazione di prezzo devono valere tre condizioni:
1. Il venditore deve fare il prezzo;
2. I consumatori non devono poter praticare l’arbitraggio;
3. Il venditore deve essere in grado di classificare i potenziali consumatori del suo bene in base alle diverse
caratteristiche della loro domanda.

La prima e la seconda condizione sono soddisfatte nel nostro esempio, ma la terza condizione, la disponibilità a
pagare è una caratteristica nascosta. La compagnia deve trovare qualche indicatore o segnale della disponibilità
a pagare di ciascun individuo.

Segnale= indizio che rivela una caratteristica nascosta


Nel nostro esempio, la compagnia aerea potrebbe osservare l’abbigliamento dei suoi clienti, ma allora i manager
potrebbero cominciare viaggiare in bermuda.
Un segnale più utile potrebbe essere la disponibilità o meno del viaggiatore a prolungare il soggiorno: tenete
presente che il manager non vuole stare in giro più di un giorno. La compagnia può suddividere i clienti offrendo
biglietti che differiscono non solo per prezzo, ma anche per le limitazioni che impongono al viaggiatore.

Supponiamo che la compagnia offra:


1. Una tariffa “business”, pari a €449, che non prevede alcuna limitazione;
2. Una tariffa “turistica”, pari a €200, che prevede una permanenza di almeno due settimane.
Evidentemente lo studente sceglierà la seconda alternativa, e la compagnia estrarrà tutto il suo surplus.
Per il manager, un volo che prevede una permanenza minima di due settimane ha un valore di €250 e gli
costerebbe €200: quindi il suo surplus sarebbe €50. Altrimenti può pagare €449 per un biglietto senza limitazioni
che per lui ha un valore di €500: in questo caso il suo surplus sarebbe €51.
Quindi il manager sceglierà la tariffa “business”: ciò significa che è disposto a pagare €249 (449-200) per non
essere costretto a doversi fermare due settimane.
Si noti che, sebbene il monopolista inizialmente non sia in grado di distinguere gli uomini d’affari dagli studenti,
in equilibrio ciascun viaggiatore rivela alla compagnia aerea a quale categoria appartiene; la compagnia usa le
due tariffe come meccanismo di autoselezione.
Meccanismo di autoselezione= sistema utilizzato per far sì che la parte più informata in una relazione economica
riveli una propria caratteristica nascosta: le vengono proposte diverse alternative in modo che, scegliendone
una, fornisca un’informazione utile alla controparte.

Cernita= tentativo della parte meno informata in una relazione economica di classificare le controparti.
Considerato che la compagnia capisce a quale categoria appartiene ciascun cliente, una volta che questi ha
comprato il biglietto, possiamo dire che essa riesce ad attuare una discriminazione di prezzo perfetta?
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

NO, perché l’impresa riesce a conoscere la disponibilità a pagare di tutti i suoi clienti solo ex post, dopo che
hanno acquistato il biglietto; questo tipo di discriminazione viene detto discriminazione di prezzo del secondo
ordine. Se la compagnia riuscisse a capire immediatamente la disponibilità a pagare e a evitare l’arbitraggio,
allora farebbe pagare il biglietto €500 al manager e €200 allo studente.
In questo caso il profitto sarebbe €700-€240=€460!

Se offrisse biglietti da €500 e €200, il manager sceglierebbe la tariffa turistica; infatti a questi prezzi il manager
otterrebbe un surplus pari a €50 con la tariffa turistica (€250-€200), mentre avrebbe un surplus pari a €0 con la
tariffa business. Per evitare che il manager finga di essere uno studente, la compagnia aerea dovrà consentirgli
di ottenere un sovrappiù del consumatore di almeno €50, anche nel caso scelga la tariffa più alta. Quindi il
massimo che l’impresa può ottenere dal manager è €450
L’iniziale mancanza di informazioni sposta parte dei guadagni dello scambio (€50) dal monopolista a chi ha
informazione privata, in questo esempio al manager.
Si dice che chi ha informazione privata gode di una rendita informativa: per indurre l’agente a rivelare la sua
informazione privata devo concedergli parte del surplus dello scambio, anche se è monopolista; in altre parole
l’informazione è potere.

Segnalazione
Un caso importante di mercato caratterizzato da asimmetria informativa è il mercato del lavoro.
I datori di lavoro non hanno alcuna certezza delle capacità produttive di differenti candidati all’assunzione. Ciò
non significa che i datori di lavoro non abbiano diversi modi, per quanto imperfetti, di distinguere tra dipendenti
di alto e basso livello. I segnali, se hanno costi diversi per tipi differenti, possono servire a distinguere dipendenti
di alta - piuttosto che di bassa - qualità.
Spence mostra che, anche se il livello di istruzione rappresentato dal MBA non contribuisce in alcun modo alla
produttività del dipendente, gli aspiranti dipendenti di alta qualità investiranno nell’acquisto di una maggior
istruzione in modo tale da segnalare la loro più alta produttività ai datori di lavoro.
Esempi di segnalazione slide 29-32 (spiegato in videolezione)

Comportamento opportunistico e incentivazione


Comportamento opportunistico (moral hazard)
Situazione tra due parti caratterizzata dalle condizioni
 Le azioni di una parte influenzano il benessere dell’altra;
 Gli interessi delle parti divergono in una certa misura;
 Le azioni scelte della prima parte non sono completamente controllabili e influenzano in modo aleatorio
gli esiti osservabili da entrambe le parti.
Il problema del comportamento opportunistico è cruciale in tutte le situazioni di delega
Principale agente= problema/situazione in cui un soggetto (l’agente) deve svolgere un’attività per conto di un
altro soggetto (il principale) e gli incentivi dell’agente e del principale sono, almeno in parte, non allineati, per
esempio, il manager che agisce per conto degli azionisti di un’impresa.

Moral Hazard
Cosa può fare il principale (gli azionisti nell’esempio) per assicurarsi che l’agente (Il manager)
agisca nel suo interesse – interesse del principale?
= Offrire un contratto “intelligente” all’agente
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

Le azioni dell’agente (il manager) non sono osservabili. Ad esempio gli azionisti non hanno la capacità o il tempo
di controllare tutte le scelte del manager, ma il principale può legare le compensazioni dell’agente a variabili
osservabili, quali i profitti dell’impresa; le cose tuttavia non sono così semplici

Le variabili osservabili, quali i profitti infatti, possono dipendere anche a eventi che sono al di fuori della sfera di
controllo dell’agente.
 Economia in boom o in recessione
 Variazioni della domanda o del prezzo delle materie prime
Legando la compensazione del manager ai profitti, gli azionisti lo espongono al rischio che ci sia una recessione
o uno shock esogeno al comportamento del manager
Se il manager è avverso al rischio, chiederà un premio per il rischio (un salario più elevato) per accettare una
remunerazione basata sui profitti. Il salario più elevato viene ovviamente a scapito dei profitti degli azionisti.
La presenza di moral hazard crea dunque un trade off per il principale tra fornire assicurazione all’agente e
fornirgli incentivi ad impegnarsi.
Quindi, un contratto che lega la numerazione dell’agente ai risultati raggiunti, come ad esempio il profitto:
 Fornisce all’agente (manager) forti incentivi a lavorare più duramente +
 È costoso per il principale (azionista) perché l’agente deve essere compensato per il rischio che
deve sopportare -

Esempio
Mostra come dare incentivi all’agente comporti costi maggiori per il principale -> il principale sono gli azionisti
dell’impresa e l’agente è il manager a cui è affidata le gestioni di un progetto.
1. Se il progetto ha successo l’output è q = 100 mentre se non ha successo è q = 20
2. Il prezzo, p, dell’output è 1 -> ricavi = pq = q = output. L’unico costo è il salario del manager 
Il successo del progetto dipende dallo sforzo del manager, con probabilità di successo più elevata in caso di
maggiore sforzo
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

Il first-best, qual è il contratto che dà il maggior profitto agli azionisti?


Partiamo dal caso ipotetico in cui non c’è moral hazard, supponendo che lo sforzo sia osservabile (ottimo primo).
Poiché il manager è avverso al rischio, preferisce un salario fisso (cioè indipendente dall’output) mentre per gli
azionisti, essendo neutrali al rischio, conta solo il salario atteso pagato al manager

Second-best, lo sforzo non è osservabile. Se gli azionisti vogliono indurre lo sforzo basso, è ottimale pagare un
salario fisso al manager dato che il manager è avverso al rischio.

Il vincolo di partecipazione del manager diventa allora e quindi il salario ottimale è ω=4 come nel first best 

Supponendo che gli azionisti vogliano indurre il manager a scegliere lo sforzo elevato -> contratto di first-best,
cioè un salario fisso pari a 16, non si effettua una grande scelta.
= Dato che lo sforzo non è osservabile, se il manager è pagato un salario fisso, sceglierà il basso livello di sforzo.
L’unico modo per indurre il manager a scegliere lo sforzo elevato è quello di pagarlo di più di quando l’output è
100. Ma l’output è incerto anche con lo sforzo elevato.

Dato che il manager è avverso al rischio, deve essere compensato per


questo rischio con un salario atteso più elevato di quello di first-best.

Intuizione
Il salario ottenuto quando l’output è alto deve
essere sufficientemente più elevato di quello
ottenuto quando l’output è basso.

È ottimale:
Il vincolo di compatibilità degli incentivi è stringente
(cioè vale con l’uguale) perché il manager è avverso
al rischio e quindi non vuole che il salario avvia una
variazione elevata.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani

Il profitto di second-best è dunque più basso di quello di first-best.


Questo accade perché il manager deve essere compensato anche per il maggior rischio che deve sopportare.
Nel first-best, il manager riceve un salario fisso pari a 16, mentre il salario atteso nel second-best è 20.
La differenza salariale, 20 – 16 = 4, è il costo del moral hazard ->
Ovvero il premio per il rischio che il manager vuole scegliere

Riassumendo:
 La combinazione di sforzo non osservabile e preferenze non congruenti tra principale e agente crea per
il principale un trade off tra incentivazione e assicurazione all’agente
 Per ottenere un livello di impegno elevato dall’agente il principale deve offrire una remunerazione legata
alla performance che però deve inglobare un premio per il rischio: questo è il costo del moral hazard
 Il costo del MH può essere tale da indurre il Principale a preferire lo sforzo nullo nel second best.

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