Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Alessandro Canciani
MICROECONOMIA
Prima lezione - 1 Marzo 2021
Codice classe libro di testo ed eserciziario forniti dal professore per accesso a servizi online
Guardo indicazioni fornite su e-learning.
Due prove parziali anno 2020/2021, il 14 aprile e 16 giugno se parziale -> dura 30 minuti e composto da due parti:
due domande vero/falso teoriche e un esercizio diviso in due punti.
Generale il 16 giungo, 7 luglio e 23 settembre, sempre alle 9:30 -> dura 60 minuti e composto da due parti:
quattro domande vero/falso teoriche e un esercizio diviso in tre punti. Il professore dà la possibilità di ritirarsi
nel caso in cui si sia impreparati e consiglia di farlo se effettivamente lo si è. Nel caso in cui si facesse ugualmente
l'esame (anche se impreparati) e si conseguisse una valutazione inferiore a 14 - gravemente insufficiente - ne
tiene conto all'esame successivo e penalizza abbassando il voto in caso di esame sufficiente.
CAPITOLO 1-3
Curva di domanda
Obiettivi di apprendimento=
Caratterizzare i comportamenti dei compratori e dei venditori attraverso le curve di domanda e
di offerta;
Spiegare come si determinano il prezzo e la quantità di equilibrio nei mercati di beni e servizi.
Analizzare l’influenza di variazioni della domanda e dell’offerta sull’equilibrio di mercato.
Esplorare gli effetti dell’intervento dello Stato nel mercato e, in particolare, l’impatto delle
politiche di controllo dei prezzi sui prezzi stessi, sulle quantità offerte e domandate e sul benessere
di compratori e venditori.
Mostrare come le elasticità forniscano una misura quantitativa della sensibilità delle quantità
domandate o offerte alla variazione di altre variabili come il prezzo o il reddito.
Conoscere la matematica associata alle elasticità. Può rappresentare la domanda di un singolo soggetto o di un
gruppo di persone. Normalmente sull'asse delle ascisse si trovano le quantità di prodotto da considerare e
sull'asse delle ordinate il prezzo dello stesso.
La funzione di domanda spiega quanto varia la domanda in funzione del prezzo, in particolare se è inclinata
negativamente esprime la legge della domanda (prezzo in funzione della domanda).
La posizione della curva dipende dalle variabili esogene - determinanti della domanda diverse dal prezzo=
Reddito
Beni normali, relazione tra reddito e domanda è uguale per tutti i soggetti
Beni inferiori, aumenta reddito, diminuisce la richiesta di dato bene
Prezzi di altri beni
Complementari, se aumenta prezzo e quantità di bene complementare, diminuirà la domanda di quel
bene perché si tendono ad utilizzare questi beni insieme (software e computer)
Sostituti, se aumenta richiesta di bene sostituito, diminuisce quella del sostituto
Gusti o preferenze
Spostamenti della o lungo una curva di domanda
Movimenti lungo una curva di domanda= cambiamento nella quantità domandata come risposta a una
variazione del prezzo del bene in questione, mantenendo le altre determinanti della domanda costanti.
Movimento della curva di domanda= cambiamento nella curva di domanda a seguito di variazioni nel reddito,
nel prezzo degli altri beni o delle preferenze.
Disegnare una curva di domanda
“Quantità” misurata sull’asse orizzontale
“Prezzo” misurato sull’asse verticale
Altri fattori (reddito, prezzi altri beni, preferenze) mantenuti invariati lungo la curva di domanda
Legge di domanda: la curva è inclinata negativamente.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani
Legge di offerta
La funzione di offerta è una relazione positiva tra prezzo e quantità -> quanto è
maggiore il prezzo, tanto maggiore è la quantità che il venditore offre sul mercato.
Se aumenta il prezzo di dato bene, la quantità tenderà ad aumentare, ipotizzando
che tutti gli altri fattori restino costanti. Curva di offerta sarà tanto più inclinata
tanto più la stessa varia in funzione del prezzo. Se aumenta il prezzo di un dato
prodotto, la quantità che i produttori metteranno sul mercato, tenderà ad
aumentare (con quantità e prezzi come valori positivi).
Disegnare una curva di offerta=
La quantità è misurata sull'asse orizzontale
Il prezzo è misurato sull'asse verticale
Gli altri fattori (tecnologia, costi, aspettative, relazioni, obiettivi, tasse e sussidi) uguali in tutti i punti
della curva di offerta
Legge di offerta, la curva di offerta è inclinata positivamente.
Spostamenti della o lungo la curva di offerta
Movimento lungo la curva di offerta= riflette una variazione nel prezzo di vendita del bene.
Movimento della curva di offerta= riflette un cambiamento nella tecnologia o nelle altre determinanti della
curva di offerta.
Determinazione di un prezzo e quantità di equilibrio
EQUILIBRIO
Stato di un sistema tale che, una volta raggiunto, non cambia se non varia un fattore
esterno (variabile esterna) precedentemente tenuto costante;
Nel caso di un mercato perfettamente concorrenziale, prezzo e quantità tali che la
domanda eguaglia l’offerta; di conseguenza, al prezzo di equilibrio sia i compratori sia
i venditori ottengono quanto desiderano;
Graficamente si colloca all’intersezione tra la curva di domanda e curva di offerta.
Nello stesso grafico si trovano funzione della domanda inclinata negativamente e funzione dell'offerta inclinata
positivamente, normalmente si incontrano in un punto chiamato punto di equilibrio.
Perché il punto di intersezione (di equilibrio di mercato) è importante? La condizione domanda=offerta è utilizzata
per spiegare il prezzo che prevale in un certo mercato. Il primo approccio che seguono gli economisti è capire
quindi cosa determina l’offerta e cosa determina la domanda -> questo modello spiega variabile endogena
(prezzo) e quantità di equilibrio sul mercato. Spiega inoltre il variare del prezzo e della quantità sul mercato dei
singoli prodotti, giungendo di fatto a delle risposte coerenti con gli andamenti.
Se prezzo è troppo alto (> di prezzo di equilibrio) ne consegue poca domanda ed eccesso di offerta, il prezzo
diminuisce. Allo stesso modo se è troppo basso il prezzo (< di prezzo di equilibrio) si genera poca offerta per
eccesso di domanda, il prezzo tende ad aumentare.
Disequilibrio= situazione nella quale la quantità domandata è diversa dalla quantità offerta
Scarsità
Eccesso di domanda per un bene
Le forze di mercato tendono a esercitare una pressione al rialzo del prezzo.
Surplus
Eccesso di offerta per un bene
Le forze di mercato tendono a esercitare un pressione al ribasso del prezzo.
Statica comparata ed elasticità
Unità di misura conta per determinare la posizione delle curve di domanda/offerta, necessario avere una misura
che reagisca al variare dei prezzi/quantità domandata o offerta. Elasticità di una curva è una misura di quanto le
quantità rispondano a variazioni di prezzo. È un concetto diverso dall'inclinazione della curva: inclinazione
dipende dall'unità di misura delle quantità e dei prezzi, ma l'elasticità no.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani
Shock della domanda= aumento della domanda (variati i gusti). Aumento del prezzo e della quantità, cosa
determina se aumenta di più il prezzo la quantità a parità di spostamento della domanda?
Fondamentale l’inclinazione della curva di offerta -> più la curva di offerta è inclinata/rigida, maggiore è l’effetto
sui prezzi, minore è l’effetto sulle quantità.
Shock dell’offerta= offerta si sposta verso destra, aumentando (aumento della produttività) prezzo di scambio è
diminuito, quantità scambiata è aumentata. Quanto di queste variazioni si scaricano sul prezzo e quante sulla
domanda, dipende dalle variazioni della curva di domanda. Tanto più è rigida, tanto maggiore è l’effetto sui prezzi
e minore l’effetto sulle quantità scambiate. Tanto è più elastica/orizzontale, tanto è maggiore la quantità
scambiate, minore è l’effetto dei prezzi.
1. Determinare come in un dato mercato è cambiato l’equilibrio
2. Individuare se la causa dei cambiamenti è da ricercarsi nella domanda o nell’offerta
3. Ricerca dei fattori che hanno generato il cambiamento osservato
La curva di offerta solitamente è inclinata positivamente, all’aumentare del prezzo persone/imprese, sono
disposte a vendere una maggiore quantità del bene -> all’aumentare del prezzo aumenta l’offerta. Determinanti?
La tecnologia di produzione, il costo dei fattori produttivi e la politica fiscale (imposizione di imposte sul bene).
Il punto di incontro tra le due funzioni, spiega il punto di equilibrio in cui D(p) = S(p).
In presenza di un eccesso di offerta (prezzo più alto), è necessario far calare il prezzo del bene per raggiungere
l’equilibrio. Allo stesso modo un eccesso di domanda, dato dal prezzo troppo basso del bene, porta alla necessità
di alzare P in funzione della quantità domandata.
Tanto più inclinata una curva di offerta, tanto minore sarà l’effetto sulle
quantità di uno shock dal lato della domanda. Allo stesso modo, anto più rigida
la curva di domanda, tanto maggiore sarà l’effetto dei prezzi sul lato della
domanda e minore sarà quello dei prezzi. L’inclinazione dipende dall’unità di
misura dei prezzi e delle quantità -> per avere una misura dell’inclinazione della
curva di domanda e offerta che prescinde dall’unità di misura, gli economisti
utilizzano il concetto di elasticità. Vengono considerate le variazioni percentuali
della quantità domandata/offerta, rispetto alle variazioni percentuali del prezzo. X= quantità
Terminologia
Modello= descrizione semplificata ed astratta di un fenomeno spesso formulato tramite equazioni e/o disegni.
Scopo del modello è spiegare le variabili endogene tramite variabili esogene.
Variabili endogene, variabili spiegate all’interno di un modello, il cui valore viene determinato da variabili
prese come date, cioè come variabili esogene.
Variabili esogene, variabili che non sono spiegate all’interno di un modello, valore considerato come dato
Statica comparata= metodo di analisi di un modello che consiste nel confrontare le configurazioni di equilibrio
delle variabili endogene al variare delle variabili esogene.
Mercato= interazione di tutti i potenziali compratori e venditori di una particolare merce o servizio.
Prezzo nominale, prezzo assoluto, non modificato rispetto alla variazione del valore della moneta
Prezzo reale, il prezzo nominale aggiustato per la variazione del valore della moneta.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani
Male economico=
Qualsiasi prodotto o servizio in relazione al quale è preferito a più in tutte le possibili varietà di consumo.
Bene economico=
Qualsiasi bene o servizio in relazione al quale più è meglio di meno.
Si definisce curva di indifferenza la rappresentazione grafica di tutti i panieri di beni o servizi che il consumatore
considera ugualmente soddisfacenti.
Una curva di indifferenza collega tutte le altre alternative ugualmente gradite al consumatore. Proprietà:
1. Sono “sottili”
Hanno lo spessore di un singolo punto
2. Non hanno inclinazione positiva, sono piatte o inclinate negativamente
3. Separano panieri considerati migliori da quelli considerati peggiori, i panieri sopra la curva sono preferiti
ai panieri sotto la curva.
Caratteristiche:
Una curva d’indifferenza ha inclinazione negativa se
entrambi i beni sono desiderabili.
Una curva d’indifferenza più lontana dall’origine è
preferita rispetto a una più vicina
Le curve di indifferenza non possono intersecarsi
Una mappa di curve d’indifferenza è una famiglia di
singole curve di indifferenza
Una mappa di curve d’indifferenza rappresenta un
ordinamento ordinale
Sebbene il grafico con curve di indifferenze convesse sia tipico, nessuna legge naturale afferma che le
preferenze debbano conformarsi a tale proprietà.
CATEGORIE DI BENI
Bene= quando di più è preferito a di meno.
Male= quando di meno è perferito a di più.
La maggior parte delle cose sono costituite o da ‘beni’ o da ‘mali’, ma si può
verificare anche un caso intermedio dove il consumatore non si preoccupa
né di aumentare né di diminuire la disponibilità di un determinato bene.
Neutro economico= caso in cui il consumatore non si preoccipa né di
aumentare, né di diminuire la disponibilità di un determinato bene.
Immaginando movimenti orizzontali e veriticali, si può dedurre la forma
delle curve di indifferenza riguardanti vari beni in condizioni differenti.
L’aspetto più importante è comprendere il caso generale in cui su
entramnbi gli assi si trovano beni desiderabili (caso più frequente).
Le forme delle curve di indifferenza indicano la disponibilità dei conumatori a sostituire un bene con un altro
mantenendo immutato il proprio livello di benessere. A un estremo, alcuni beni sono sostituti perfetti nel
consumo; in questo caso le curve di indifferenza sono linari con un SMS costante.
All’estremo opposto troviamo beni che sono complementi perfetti nel consumo; questi sono associati a curve di
indifferenza ad angolo retto o a forma di L la ragione del brusco cambiamento di tendenza nel punto d’angolo
riflette il desiderio di consumare una precisa combinazione dei beni in questione.
PREFERENZE COBB-DOUGLAS
Le curve di indifferenza relativa a preferenze Cobb-Douglas sono rappresentate dall’equazione seguente.
IL VINCOLO DI BILANCIO
Il vincolo di bilancio è il modo in cui il reddito disponibile del consumatore e i prezzi da pagare per i vari
beni limitano la scelta.
La retta di bilancio mostra la combinazione di beni e servizi che possono essere acquistati ai prezzi
specificati, ipotizzando che tutto il reddito disponibile per il consumatore venga speso.
Le intercette con gli assi mostrano la quantità massima di un bene che può essere acquistato quando
non si acquista nulla dell’altro bene.
L’inclinazione indica quanto di un bene deve essere ceduto per comprare una unità in più dell’altro bene.
Il reddito, insieme con i prezzi dei beni, determina la retta di bilancio del consumatore. Ogni variazione del
reddito o dei prezzi provocherà un spostamento della retta di bilancio. Spostamenti dati da due fattori:
Variazioni del reddito
Un cambiamento di reddito a prezzi costanti produce uno spostamento parallelo della retta di bilancio
Variazione dei prezzi
Un cambiamento nel prezzo di un bene, a parità di reddito e di prezzo dell’altro bene, produce una
rotazione della retta di bilancio introno a una delle intercette.
Soluzione d’angolo= situazione in cui un bene particolare non è consumato affatto dal singolo consumatore,
perché il valore della prima unità del bene è inferiore al costo.
La scelta ottima del consumatore non è caratterizzata dall’eguaglianza tra SMS e prezzi relativi
Si acquista solo un bene perché il valore della prima unità dell’altro bene è minore del suo costo.
Curva di reddito-consumo= curva che congiunge tutti i punti di consumo ottimo generati variando il reddito.
LA FUNZIONE DI UTILITÁ
Un modo alterantivo di interpretare la teoria della scelta del consumatore passa attraverso i concetti di utilità
totale e utilità marginale. Nella mente dei consumatori, il consumo di beni fornisce loro un’utilità. Ma è
necessario distinguere i concetti di utilità totale e utilità marginale.
Utilità totale= funzione che attribuisce un numero (util) a ogni possibile paniere di beni, o più in generale
a ogni possibile situaizone, e che rappresenta le preferenze degli agenti, associando numeri maggiori a
panieri più desiderabili.
Utilità marginale= incremento dell’utilità totale che si ottiene quando il consumo aumenta di un’unità
Utilità marginale decrescente= ipotesi secondo la quale, a partià di tutte le altre condizioni, all’aumentare
del consumo di un dato bene, l’utilità marginale associata con il consumo d iunità addizionali di quel bene
tende a diminuire.
L’utilità è un valore numerico che usiamo per quantificare il benessere del consumatore. Possiamo stabilire
l’utilità associata al consumo d iciascun paniere attraverso una funzione di utilità.
Le funzioni di utilità assegnano lo stesso numero ai panieri sulla stessa curva di indifferenza. Le funzioni di utilità
assegnano numeri maggiori ai panieri su curve di indifferenza più alte.
IL PROBLEMA DI SCELTA
Al consumatore viene offerta una serie di panieri di consumo, tra i quali deve effettuare una scelta.
X indica l’insieme di tutti i possibili panieri di consumo
Il problema di scelta del consumatore è:
Scegliere un x dal sottoinsieme A di X,
dove A rappresenta l’insieme dei panieri possibili.
Criteri: principio della scelta -> tra tutte le alternative disponibili, il consumatore sceglie quella cui attribuisce il
rango più elevato nel suo ordinamento.
Una vola che si conosce la funzione di utilità del consumatore, il suo comportamento in ogni situazione di scelta
è chiaro e prevedibile. La scelta infatti è completamente descritta da due condizioni -> comportamento razionale:
1. La funzione di utilità del consumatore;
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani
2. L’affermazione che tra i panieri possibili il consumatore sceglie sempre un paniere che si trova nella
posizione più elevata in base all’ordine determinato da tale funzione
Se il governo introduce una politica di calmieramento dei prezzi con un prezzo massimo paria 6, allora l’offerta
massima è S(p)= 1000(6 – 4) = 2000
Mentre la domanda per p=6 è D(p)= 2000(10 – 6) = 8000
Presente eccesso di domanda e una parte dei consumatori viene razionata: vorrebbe comprare a quel prezzo.
Proseguo con altri esercizi da video lezione.
Riassunto e CAPITOLO 4
Le applicazioni del modello di scelta razionale alla scelta del consumatore
1. Derivazione domanda individuale, esercizi di statica comparata;
2. Effetto reddito ed effetto sostituzione
Bene di Giffen
Se un bene è “troppo” inferiore, allora │Effetto sostituzione (-)│ < │Effetto reddito (+)│
Quindi: Effetto totale (+)
Se l’effetto reddito positivo domina, in modulo, l’effetto sostituzione negativo, allora la curva di domanda ha una
pendenza crescente, e il bene viene detto bene di Giffen. Anche se l’esistenza di questi beni è teoricamente
possibile, la rilevanza empirica di questo fenomeno è estremamente limitata.
Def I beni di Giffen sono beni inferiori per i quali la quantità acquistata aumenta nel momento in cui aumenta
il prezzo. Ciò è dovuto al fatto che l’effetto reddito è maggiore dell’effetto sostituzione.
Riepilogo
Il vincolo di bilancio rappresenta ciò che è possibile per il consumatore dato il reddito e i prezzi dei beni
Il comportamento del consumatore viene modellato geometricamente come ricerca della curva di
indifferenza più alta dato il vincolo di bilancio
Il paniere di beni scelto da consumatore è identificato con il punto di equilibrio del consumatore
Il punto di equilibrio del consumatore è individuato
Come soluzione interna con il SMS uguale ai prezzi relativi
Come soluzione d'angolo con il SMS minore o uguale ai prezzi, in relazione al fatto che si consumi
solo il bene 2 o il bene 1.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani
Dato un piano cartesiano e la relativa funzione di utilità, possiamo capire che spostandosi verso l’alto la funzione
di utilità aumenta, ma non si può sapere di quanto. Scegliere ciò che preferiamo significa andare a raggiungere
la curva di indifferenza più alta possibile, compatibilmente ai vincoli.
STATICA COMPARATA
Consiste nell’andare a verificare come le variabili endogene siano influenzate dalle variabili esogene e come
variano in funzione di quest’ultime (variabili esogene P1, P2, Y influenzino le variabili endogene X1 e X2).
Se desideriamo trasferire risorse da oggi a domani, si può risparmiare in modo da avere domani un reddito
maggiorato dell’ammontare risparmiato e dal rendimento finanziario della somma risparmiata. Il
rendimento del risparmio è il tasso d’interesse I moltiplicato per la somma risparmiata.
Viceversa se desideriamo trasferire risorse da domani a oggi, allora ci indebitiamo e ci impegnano a restituire
domani il debito più un interesse su tale somma. Quindi il mercato finanziario che ci permette di trasferire
risorse inter-temporalmente.
Per potere rappresentare le opportunità di scambio
intertemporale dobbiamo specificare
1. La ricchezza del consumatore in termini di reddito
oggi e reddito domani,
2. Il costo o il guadagno di trasferire denaro da un
periodo all’altro.
In un contesto intertemporale la ricchezza del consumatore è
il flusso di reddito percepito dall’agente nei diversi periodi
della sua vita. Nel modello semplificato quindi è un vettore di
numeri non negativi.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani
Inoltre il costo o il guadagno di trasferire denaro da un periodo all’altro è il tasso d’interesse. Nel nostro modello
semplificato quindi è un numero non negativo . i
È possibile che l’individuo sia soddisfatto di consumare il suo reddito y1 nel periodo 1 e il suo reddito y2 nel
periodo 2. Cioè c1 = y1 e c2 = y2. Tuttavia l’individuo può invece preferire riarrangiare il consumo prendendo o
dando a prestito tra i due periodi, quindi c1 diverso da y1 e c2 diverso da y2.
Punto di dotazione iniziale= paniere di beni e servizi che gli agenti detengono prima i iniziare a scambiare, in
questo caso, in assenza di risparmio o indebitamento.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani
In generale il vincolo di bilancio intertemporale passa per il punto (y1, y2) detto di dotazione iniziale, ed ha
inclinazione pari a – (1 + i), cioè pari al negativo del rapporto tra il prezzo del consumo oggi e il consumo domani.
Si sovrappone la mappa di curve di indifferenza all’insieme di bilancio che rappresenta tutti i panieri (c1, c2) che
il consumatore può permettersi -> in questo modo viene mostrato come il modello di scelta intertemporale sia
uguale a quello studiato per i beni, a parte la formalizzazione del vincolo di bilancio.
In corrispondenza del paniere di consumo ottimale, la retta di bilancio e la curva di indifferenza sono tra loro
tangenti. È questa la manifestazione grafica della regola dell’uguaglianza dei valori soggettivi.
Statica comparata
Una variazione nella dotazione iniziale può essere dovuta a una variazione nel reddito presente o reddito futuro.
La retta di bilancio rilevante per le scelte di consumo nel tempo dipende dal reddito attuale e futuro come pure
dal tasso d’interesse. Una variazione di una o più di queste variabili modificherà la retta di bilancio e influenzerà
il paniere di mercato scelto. La variazione dei redditi in uno qualsiasi dei due anni sposta il punto di dotazione
nel grafico. Una riduzione del reddito futuro non altererà il costo relativo del consumo futuro e presente, ma
influenzerà il comportamento attraverso il suo effetto reddito.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani
Se il consumo in ogni anno è un bene normale – il che è quasi certamente vero poiché il consumo è un bene
definito in senso ampio – allora lo spostamento della retta i bilancio indurrà a ridurre il consumo in entrambi gli
anni. Quest’analisi implica che una riduzione dei guadagni futuri attesi determina un aumento del risparmio
nell’anno 1. Il risparmio è la differenza tra consumo e reddito. Il risparmio corrente, perciò non dipende
esclusivamente dal reddito corrente, ma è influenzato anche dal livello atteso del reddito.
Variazioni del tasso di interesse Un tasso d’interesse più alto modifica il costo relativo del consumo presente
verso quello futuro, che si riflette in una variazione della pendenza della retta di bilancio. Un tasso d’interesse
più alto riduce il costo del consumo futuro in termini di sacrificio richiesto nel presente.
Tasso d’interesse più alto che induce a minor risparmio L’effetto sostituzione associato con un più alto tasso
d’interesse deriva dalla variazione del costo relativo del consumo presente rispetto a quello futuro. Un tasso
d’interesse più alto riduce il costo del consumo futuro, e ciò implica un effetto sostituzione che favorisce il
consumo futuro a spese del consumo presente. Così l’effetto sostituzione incoraggia il consumo futuro invece di
quello presente. Per contro l’effetto reddito associato con un più alto tasso d’interesse arricchisce il
risparmiatore, che è in grado di raggiungere una curva di d’indifferenza più alta. Un reddito reale più alto
consente all’individuo di consumare di più in entrambi i periodi, per cui l’effetto reddito favorisce un incremento
del consumo in entrambi i periodi, se il consumo in ciascun periodo è un bene normale.
Poiché sia l’effetto sostituzione sia l’effetto reddito favoriscono un maggior consumo nell’anno 2, questo
aumenterà sicuramente. Invece gli effetti sostituzione e reddito per il consumo dell’anno 1 vanno in direzioni
opposte, per cui l’esito dipende dalle loro dimensioni relative. Se l’effetto reddito è più grande, il consumo
dell’anno 1 aumenterà, il che implica che il risparmio diminuirà.
Scelta intertemporale
Appunti da video nota*
Dati 2 periodi (inter-temporalità), due redditi y1 e y2, due desideri di consumo c1 e c2, il tasso di interesse e la
funzione utilità U (c1, c2). Il consumo di oggi sommato al consumo domani, a sua volta rapportato il costo
opportunità di consumare oggi (1 + i) -> valore attuale del flusso di consumo, deve essere uguale al valore attuale
del flusso di reddito.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani
In termini di valore futuro, invece, il consumo di oggi deve essere moltiplicato per il suo prezzo/costo opportunità
(1 + i) e sommato al consumo di domani, deve essere uguale al reddito di oggi moltiplicato per il suo prezzo e
sommato al reddito di domani. Le due espressioni sono equivalenti.
Se il consumo di oggi è maggiore reddito di oggi c1 > y1, l’individuo si sta indebitando per poter
consumare di più di quello che è il suo reddito -> mutuo. Se vale l’opposto ovvero che c1 < y1,
l’individuo sta risparmiando per poter consumare di più in futuro. In questo modo si riesce a
determinare se vi è un mutuo o un risparmio come soluzione endogena al problema di scelta.
Tempo libero porzione di tempo di un lavoratore che non viene dedicata al lavoro.
Vincolo di bilancio di un lavoratore la sua inclinazione riflette il salario orario, che corrisponde al costo
opportunità del tempo libero.
Offerta di lavoro il consumatore acquista beni e servizi sul mercato. Allo stesso tempo però può agire sul mercato
come offerente: può vendere il proprio lavoro alle imprese. L’offerta di lavoro è la disponibilità a vendere tempo
alle imprese contro un salario. L’offerta di lavoro è l’offerta di un male dal punto di vista del consumatore. La
domanda di tempo libero, che è un bene, è l’altra faccia della medaglia dell’offerta di lavoro.
Formalmente se indichiamo con T la dotazione di tempo a disposizione, con l le ore di lavoro e con n le ore di
tempo libero, allora -> l= T – n. Di conseguenza per un dato T, scegliere n è del tutto equivalente a scegliere l.
Quindi possiamo ipotizzare che oggetto di scelta siano il livello di consumo e l’ammontare di tempo libero, c e n:
in questo modello di scelta lavorativa un paniere di consumo è costituito da una coppia di numeri (n, c) che
rappresentano il livello di consumo e l’ammontare di tempo libero.
Una volta trovati i livelli di tempo libero n e di consumo c desiderati, è immediato trovare l’offerta di lavoro l
tramite l’equazione l=T-n. Un consumatore ordinerà i possibili panieri (n, c) tramite una funzione di utilità.
Il problema di scelta del consumatore nel mercato del lavoro può essere rappresentato graficamente riferendoci
al consumo e al tempo libero come ai due beni rappresentati rispettivamente sull’asse delle ordinate e sull’asse
delle ascisse. La funzione di utilità del consumatore è rappresentata tramite una mappa di curve di indifferenza
o insiemi dei livelli della funzione di utilità, u, del consumatore.
In corrispondenza del paniere di consumo ottimale, la retta di bilancio e la curva di indifferenza sono tra loro
tangenti. È questa la manifestazione grafica della regola dell’uguaglianza dei valori soggettivi, infatti:
Offerta di lavoro
I lavoratori lavorano di più ad un salario più alto?
L'effetto sostituzione di un salario più alto incoraggia il lavoratore a offrire più ore di lavoro: dato che il
tempo libero è diventato più costoso in termini di reddito perduto, il lavoratore è incoraggiato a
sostituire il tempo libero con il reddito, vale a dire a lavorare di più.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani
L’effetto reddito ha un risultato opposto sullo sforzo di lavoro rispetto all'effetto sostituzione: un più alto
reddito reale tende a tradursi nell'aumento del consumo di tutti i beni normali, e il tempo libero per la
maggior parte delle persone è un bene normale. L'effetto reddito di un aumento del saggio di salario
incoraggia, quindi, il consumo di tempo libero e porta il lavoratore a lavorare di meno.
Ci interessa sapere se l’offerta di lavoro aumenterà sempre al crescere del salario oppure se, paradossalmente,
è possibile che una maggiore retribuzione induca un minore desiderio di lavorare. La risposta a questo quesito
può avere implicazioni cruciali per i meccanismi di retribuzioni reali: un aumento di stipendio potrebbe avere
l’effetto perverso di ridurre l’impegno di un lavoratore invece di stimolarlo.
Essendo il tempo di lavoro il complemento a T del tempo libero scelto, è sufficiente derivare la domanda di n e
poi derivare l’offerta di lavoro come differenza da T -> l=T-n. Per derivare la domanda di tempo libero e quindi
l’offerta di lavoro ricorriamo ai soliti esercizi di statica comparata.
In questo caso l’offerta di lavoro cresce all’aumentare del salario w.
Il modello economico di puro scambio considera due agenti e due beni, gli agenti A e B e i beni 1 e 2.
Possibilità di scambio limitate a disponibilità di merci -> per poter studiare lo scambio bisogna individuare
Ciò che è possibile
Ciò che desiderano gli agenti
Ciò che effettivamente succede.
Dotazione iniziale= panieri che i due agenti mettono a disposizione dei possibili scambi per una certa quantità.
Allocazione nella teoria economica
Il termine allocazione indica la ripartizione delle risorse a disposizione di un sistema economico fra soggetti
diversi e utilizzazioni diverse. Il processo di allocazione delle risorse è costituito dall’insieme delle attività di
produzione e scambio che si svolgono nel sistema economico.
Il sistema adottato è quello di rappresentare le allocazioni fattibili all’interno di un rettangolo, la cui base è la
somma delle dotazioni iniziali di A e B del bene 1 la cui altezza è la somma delle dotazioni iniziali di A e B del bene
2. Di conseguenza l’insieme delle allocazioni fattibili è dato dai panieri (pA, sA) e (pB, sB).
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani
Possibilità di scambio
Ogni punto nel rettangolo rappresenta una allocazione
fattibile. Se misurato rispetto all’angolo in basso a destra
fornisce quanto ottiene A; riferito invece all’angolo in
alto a destra indica il paniere di B.
Per costruzione la dotazione iniziale di A misurata
rispetto all’angolo in basso a sinistra coincide
geometricamente con la dotazione iniziale di B misurata
rispetto all’angolo in alto a destra, indicati entrambi con
E nel rettangolo.
Una volta individuato l’insieme degli scambi possibili, cioè l’insieme delle allocazioni fattibili, possiamo
passare a descrivere i desideri degli agenti economici.
I loro desideri vengono rappresentati da funzioni d’utilità o, equivalentemente, da mappe di curve di
indifferenza (esempio nei lucidi, soggetto Alberto e Barbara)
Edgeworth
È utilizzata per studiare problemi di distribuzione delle
risorse tra agenti economici nel caso semplice in cui
l’economia sia composta da due beni e due individui; in
particolare permette un’analisi grafica dell’ottimo
paretiano e dell’equilibrio competitivo nell’ipotesi di
un’economia di puro scambio in cui due agenti (A e B),
che hanno in dotazione determinate quantità di due beni
differenti (X e Y), possono decidere se consumarli o
scambiarli. La scatola di Edgeworth è costituita da 4 lati
che rappresentano le dotazioni totali dei due beni a
disposizione degli agenti, cosicché ogni punto all’interno
del diagramma rappresentato nel grafico indica una
diversa distribuzione dei beni tra i due individui.
All’interno del diagramma vengono tracciate le curve di
indifferenza (IC) degli agenti, ognuna delle quali
rappresenta tutte le combinazioni dei due beni che
assicurano loro un dato livello di utilità.
L’insieme dei punti in cui le curve risultano tangenti, costituisce a sua volta un’altra curva detta curva dei
contratti, che indica le allocazioni ottime in senso paretiano: non ci si può muovere da tali punti per migliorare
la posizione di un individuo senza peggiorare quella dell’altro.
Rispetto all’allocazione corrispondente alla dotazione iniziale delle risorse, cioè in un regime di autarchia, lo
scambio risulta conveniente se assicura un livello maggiore di utilità a entrambi gli agenti.
Una volta costruito il nostro modello economico di scambio e rappresentatolo graficamente tramite la scatola di
Edgeworth, possiamo passare ad analizzare i possibili esiti dell’interazione tra i potenziali scambisti.
Il primo passo consiste nell’individuare delle proprietà desiderabili di cui possono godere le allocazioni risultanti
dallo scambio.
Allocazioni Pareto efficienti Definiamo allocazioni Pareto efficienti tutte quelle allocazioni tali che l’unico modo
di migliorare la situazione per un agente sia peggiorare quella dell’altro, cioè le allocazioni in cui tutti i benefici
della scambio sono completamente esauriti. Questa idea di desiderabilità come assenza di spreco delle risorse
disponibili è una condizione necessaria per considerare desiderabile un’allocazione.
La curva dei contratti è il luogo di tutte le allocazioni tali da eguagliare i saggi marginali di sostituzione degli agenti
Quindi le allocazioni interne Pareto efficienti sono caratterizzate dal fatto che i saggi marginali di sostituzione
dei consumatori sono uguali -> condizione necessaria quando le allocazioni Pareto efficienti sono interne e le
preferenze sono regolari.
Una volta costruito il modello economico di scambio e rappresentatolo graficamente tramite la scatola di
Edgeworth, si può passare ad analizzare i possibili esiti dell’interazione tra i potenziali scambisti.
Per A tutte le allocazioni al di sopra della curva nera sono preferite rispetto al punto E (dotazione iniziale). Per B
tutte le allocazioni al di sopra della curva blu sono preferite rispetto al punto della dotazione iniziale E.
Le allocazioni nell’area rossa S sono preferite al punto E da entrambi gli agenti.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani
Se ipotizziamo che gli scambi siano volontari, allora gli agenti A e B, saranno disposti a scambiare solo se in questo
modo aumentano la loro utilità. Dobbiamo quindi considerare tutte le allocazioni che migliorano l’utilità di
entrambi gli scambisti: queste sono quelle poste nello spicchio individuato dalle due curve d’indifferenza che
passano per la dotazione iniziale e costituiscono l’insieme S evidenziato nella figura precedente.
E’ sufficiente ipotizzare che lo scambio sia volontario per poter concludere che ogni scambio comunque migliora
il benessere degli scambisti e sarà nell’insieme S.
La “coopetizione” Entrambi gli scambisti hanno un incentivo a cooperare nello scambio per aumentare la loro
utilità possiamo cioè parlare di “coopetizione” nello scambio. Una volta raggiunta un’allocazione PE si pone un
conflitto distributivo perché qualsiasi miglioramento dell’utilità di uno è a detrimento dell’utilità altrui.
Esiste quindi uno spazio per la cooperazione e uno per la competizione -> “coopetizione nello scambio”.
Vale se le curve di indifferenza del consumatore non presentano punti angolosi e hanno SMS decrescente
Quando il SMS dei consumatori è diverso, entrambi possono guadagnarci con lo scambio
La curva dei contratti mostra ogni allocazione efficiente dei beni di consumo all’interno della scatola di
Edgeworth
Esiste un prezzo che una volta accettato da tutti gli agenti economici rende i loro desideri di scambio compatibili
nel senso di indurli a scegliere la stessa allocazione tra quelle fattibili?
Se questo prezzo esistesse, allora l’allocazione desiderata sarebbe detta equilibrio di concorrenza perfetta il
prezzo corrispondente è il prezzo di equilibrio di concorrenza perfetta. Per determinare l’equilibrio di
concorrenza perfetta (se esiste), in primo luogo dobbiamo trovare i desideri di scambio dei consumatori ai diversi
possibili prezzi.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani
I vincoli di bilancio sono in realtà due facce della stessa medaglia: entrambi indicano lo stesso luogo all’interno
della scatola di Edgeworth, perché i due agenti:
Hanno gli stessi prezzi di mercato, quindi la pendenza dei due vincoli di bilancio è la stessa;
Non fanno il prezzo, quindi entrambi i vincoli di bilancio sono delle linee rette.
Equità e redistribuzione
In base al primo teorema del benessere, l’equilibrio concorrenziale è Pareto-efficiente, ma ciò potrebbe non
essere sufficiente a convincerci che una politica liberista sia ottimale. Le allocazioni efficienti possono essere
estremamente inique. Anche se l’allocazione dell’equilibrio concorrenziale giace sulla curva dei contratti, su tale
curva potrebbero esistere altri punti più attraenti dal punto di vista dell’equità.
Il secondo teorema del benessere ci dice che ogni allocazione Pareto efficiente costituisce un equilibrio
concorrenziale per una data allocazione iniziale delle risorse. In linea di principio, le società possono ricorrere ai
mercati concorrenziali, per raggiungere sia l’efficienza sia l’equità.
Se una società può ridistribuire le risorse in maniera appropriata, i mercati concorrenziali porteranno alla più
equa allocazione Pareto- efficiente.
Un’economia in concorrenza può raggiungere diverse allocazioni Pareto efficienti, a seconda della distribuzione
delle dotazioni iniziale fra gli agenti. Ma qualsiasi allocazione Pareto efficiente può essere ottenuta da prezzi
concorrenziali, assumendo che ci sia una appropriata assegnazione delle dotazioni iniziali?
Secondo Teorema dell’Economia del Benessere
Con preferenze regolari, per ogni allocazione Pareto efficiente esiste un insieme di prezzi e una distribuzione
iniziale delle dotazioni che permette di ottenere tale allocazione come un equilibrio generale concorrenziale.
La funzione di produzione
Indica il massimo output che un’impresa può produrre per ogni data combinazione di inputs dato lo stato della
tecnologia. Mostra ciò che è tecnicamente fattibile quando l’impresa opera in modo efficiente.
Una funzione di produzione descrive, in termini matematici, la frontiera efficiente di produzione di un’impresa.
Analisi grafica
Una funzione di produzione f indica, per ogni combinazione di input, la quantità massima di prodotto
che si può realizzare a partire da tali input: f (y1, y2) = x
La funzione di utilità è ordinale, mentre la funzione di produzione è cardinale: il livello di produzione è
economicamente rilevante, quindi la funzione di produzione non può essere manipolata tramite trasformazioni
monotone crescenti.
Isoquanti
Un modo di rappresentare la tecnologia delle imprese è utilizzando gli isoquanti. Questi sono simili alle curve di
indifferenza. Un isoquanto è una curva nello spazio degli input e rappresenta il luogo delle combinazioni di input
che producono il medesimo livello di output. Se entrambi gli inputs sono effettivamente usati nel processo
produttivo, ne consegue che gli isoquanti devono essere inclinati negativamente: se la quantità di un input
diminuisce, allora la quantità dell’altro deve crescere per compensare e mantenere output costante.
Isoquanto di produzione
Un isoquanto individua tutte le combinazioni di input efficienti per produrre un dato ammontare di output.
L’isoquanto descrive tutte le combinazioni di K (capitale), L (lavoro) che producono un livello costante di output.
La famiglia degli isoquanti è data da tutti gli isoquanti tracciabili in corrispondenza dei possibili libelli di output.
Decrescenti
Isoquanti più in alto e a destra corrispondono a una maggiore produzione
Non si intersecano
Tipicamente sono convessi.
Nel lungo periodo sia il lavoro che il capitale sono variabili ed entrambi hanno rendimenti decrescenti.
Gli isoquanti sono inclinati negativamente e convessi come le curve di indifferenza.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani
Costo variabile totale (CVT) costo che l’impresa sostiene in relazione alla quantità di output che produce
Costo fisso diverso dai costi sommersi:
Il costo fisso è il costo degli input che non variano al variare della produzione ed è rilevante anche
se la produzione è nulla
Il costo sommerso è il costo che non può essere recuperato dalla vendita degli input
Costo totale (CT) somma del costo fisso totale e del costo variabile totale per tutti i livelli di output
Costo marginale (CM) variazione del costo totale risultante da una variazione del prodotto di un’unità
Costo fisso medio (CFM) costo fisso totale diviso per il livello di output
Costo variabile medio (CVMe) costo variabile totale diviso per il livello di output
Costo totale medio (CTMe) costo totale diviso per il livello di output
Quando il costo marginale è minore del costo medio (totale o variabile) il costo medio diminuisce;
Quando il costo marginale è maggiore del costo medio, il costo medio è crescente;
Quando il costo medio è minimo, il costo marginale è uguale al costo medio.
Rette di isocosto
Isocosto= retta che identifica tutte le combinazioni di input
che possono essere acquistate a un dato costo totale.
La retta interseca gli assi in corrispondenza della quantità di
input che l’impresa piò acquistare se usa solo quell’input.
La pendenza dei una retta di isocosto è (meno) il rapporto tra
i prezzi degli input, w/r, cioè il prezzo relativo degli input.
Curva di isocosto C = WL + RK
Isocosto è il ‘luogo’ di tutte le combinazioni di L e K che possono essere acquistate con lo stesso costo
complessivo. In forma analitica l’equazione dell’isocosto espresso K in funzione di L: K= C/R – (W/R) L
La pendenza dell’isocosto è data dal rapporto fra tasso di salario e costo di utilizzo del capitale. Esprime il tasso
al quale è possibile sostituire capitale a lavoro senza cambiare il costo.
Rette di isocosto più vicine all’origine sono associate ad un costo totale inferiore. Una famiglia di rette di isocosto
è costituita dalle rette di isocosto per tutti i possibili livelli di costo dell’impresa, dati i prezzi degli input
Analogia fra l’isocosto e la retta di bilancio del consumatore
Le rette mostrano i panieri accomunati dallo stesso costo
L’inclinazione è data dal prezzo relativo (con segno negativo)
Quando il prodotto marginale dell’ultimo euro speso è lo stesso per ogni fattore, non c’è più modo di diminuire
la spesa totale per i fattori cambiando le quantità di fattori utilizzate.
Quindi se gli input i e j sono usati entrambi e se il SMST è definito PMi(y) / PMj (y) = ri/ rj
Il sentiero di espansione
Curva formata connettendo i punti di tangenza tra le
rette di isocosto e i più alti isoquanti raggiungibili.
Il costo medio
Il costo medio è il costo di produzione totale diviso per il numero di unità di output prodotte.
Graficamente, il costo medio misura l’inclinazione della retta che collega un punto della curva
di costo totale all’origine. La scala di produzione efficiente è data dal livello di produzione in
corrispondenza del quale AC ha il suo minimo.
La curva AC:
È decrescente nel tratto in cui giace al di
sopra della curva MC, ossia quando AC > MC
È crescente nel tratto in cui giace sotto di
essa, ossia quando AC < MC
Raggiunge il punto minimo quando le curve
AC e MC si intersecano.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani
La scala efficiente
La scala di produzione x per cui il costo medio è minimo (se ne esiste una) è definita scala di produzione
(tecnologicamente) efficiente. Si può trovare con il calcolo differenziale ponendo la derivata del costo medio pari
a zero oppure risolvendo CMa(x) = CMe(x). Secondo il punto di vista della singola impresa la scala efficiente non
è connessa al livello di produzione che massimizza il profitto.
Economie di scala= situazione in cui un’impresa può incrementare la sua produzione più che proporzionalmente
rispetto al costo totale degli input -> riflettono i rendimenti di scala crescenti.
Diseconomie di scala= situazione in cui la produzione dell’impresa aumenta meno che proporzionalmente
rispetto al costo totale degli input -> riflettono i rendimenti decrescenti di scala.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani
Qual è la relazione tra curva di costo medio di breve periodo e di lungo periodo?
La curva di costo medio di lungo periodo è l’inviluppo più basso delle curve del costo medio di breve periodo.
Il grafico della funzione di profitto è tracciato come differenza tra la curva di R(Q) e C(Q).
Il profitto è massimo quando Π’ = R’ – C’ = 0, cioè il costo marginale è uguale al ricavo marginale: R’(q) = C’ (q)
Per individuare la quantità di vendite che massimizza Π:
Passaggio 1: Regola della quantità (Condizione di ottimo)
Calcolare il livello di Q tale che MR = MC
Se vi sono più livelli di Q che soddisfano tale condizione, scegliere il livello di Q associato al Π più alto
Passaggio 2: Regola di chiusura (Condizione di break even)
Verificare se i Π associati alla Q calcolata nel passaggio 1 sono maggiori ai Π associati a Q=0
La concorrenza perfetta
& le imprese price-takers (prezzo preso come dato)
Ipotesi di concorrenza perfetta
1. Numero elevato di compratori e venditori
2. Libertà di entrate e di uscita
3. Omogeneità di prodotto
4. Informazione perfetta
Un’impresa che non fa il prezzo decide come agire con la consapevolezza di non poter influire sui prezzi dei
prodotti che vende o dei fattori che acquista. La curva di domanda della singola impresa indica la quantità del
prodotto dell’impresa che viene domandata per ogni prezzo praticato da quell’impresa.
Un’impresa che non fa il prezzo si trova di fronte a una curva di domanda che è infinitamente elastica in
corrispondenza del prezzo del mercato.
Analisi geometrica
Per qualsiasi prezzo p sull’asse verticale, la quantità
che l’impresa fornisce è il livello x cui corrisponde
questo costo marginale
Cma(x) e o(p) non sono affatto la stessa funzione
Cma fornisce un valore in termini monetari come
funzione della quantità, mentre
La funzione di offerta fornisce il valore della quantità
del bene come funzione del prezzo
Una funzione è l’inverso dell’altra.
La funzione di offerta è all’incirca la funzione del costo marginale -> perché il segmento lungo l’asse verticale
costituisce parte della funzione di offerta, mentre non appartiene alla funzione del costo marginale.
Per prezzi inferiori al costo marginale minimo, l’uguaglianza p= Cma(x) non può essere risolta e l’impresa non
offre alcuna quantità.
Se:
1. La migliore tecnologia di un settore è
liberamente disponibile a tutti i produttori,
2. Un numero illimitato di potenziali entranti
sono pronti a entrare nel settore utilizzando
tale tecnologia
3. Ad essa corrisponde una curva del costo
medio a forma di U
Allora l’unico prezzo dell’equilibrio di lungo
periodo in un mercato perfettamente
concorrenziale si trova al livello del costo medio
minimo.
CONCLUSIONI: nell’equilibrio di lungo periodo, ogni impresa attiva produce alla scala efficiente e realizza un
profitto economico nullo.
Equilibrio di lungo periodo -> in un settore concorrenziale, nel lungo periodo i profitti (economici) di tutte le
imprese non sono nulli. Ma VERIFICATA se l’entrata nel settore è libera e se tutte le imprese, sia quelle attive sia
i potenziali entranti hanno accesso alla stessa tecnologia.
Surplus totale
Somma del surplus del produttore e del surplus del consumatore
Efficienza produttiva
Condizione in cui la produzione si espande fino al punto in cui il beneficio marginale eguaglia il costo marginale
e quindi il surplus totale è massimo
Perdita secca di benessere o costo sociale misura della perdita aggregata in termini di benessere (monetario)
dei partecipanti a un mercato, conseguente a un livello di produzione inferiore al livello efficiente. Il confronto
tra le variazioni nel surplus del consumatore e il surplus del produttore indica chi guadagna e chi perde
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani
È vero che i mercati concorrenziali massimizzano il surplus totale, ma implica alcune ipotesi in particolare:
L’utilità che ogni consumatore ottiene dal consumo dipende solamente dal suo livello di consumo e non
dal metodo di produzione utilizzato o dal livello di consumo ottenuto dagli altri consumatori;
Il costo totale di produzione di ogni impresa dipende esclusivamente da ciò che l’impresa produce
Queste ipotesi indicano l’assenza di esternalità di consumo o di produzione.
Il problema di massimizzare la somma dei surplus consiste nel problema di trovare i livelli di produzione e di
Regola per la soluzione del problema di massimizzazione -> tutti i costi marginali devono essere uguali, tutte le
utilità marginali devono essere uguali ed entrambi questi valori devono essere uguali tra loro.
L’uguaglianza dei margini è esattamente il meccanismo che si verifica nell’equilibrio di un mercato
concorrenziale, grazie al prezzo di equilibrio. Il prezzo di equilibrio indica ai produttori il valore al margine del
loro prodotto per i consumatori e indica ai consumatori il costo di produzione del bene al margine.
Ovviamente i consumatori e i produttori non ragionano in questi termini, ma massimizzano la loro utilità, ovvero
il loro profitto. In questo modo, però, essi portano il costo marginale di produzione a eguagliare il valore
marginale del bene al consumo, ed è questo meccanismo che massimizza il surplus totale = mano invisibile.
Efficienza ed equità
Efficienza = indica se viene prodotta la giusta quantità di un bene, in termini dei costi e dei benefici marginali del
bene nei confronti della società nel suo complesso, se il bene viene prodotto dalle imprese caratterizzate dal
costo marginale basso e se finisce nelle mani dei consumatori che vi attribuiscono il maggior valore marginale.
Equità = valuta se l’insieme dei trasferimenti di beni e denaro porta a una giusta distribuzione del surplus creato
con la produzione e lo scambio.
La somma dei surplus dei consumatori e dei produttori misura l’efficienza prescindendo dall’equità
Vi sono molti modi per dimostrarlo, ad esempio:
Nel calcolo del surplus totale rientrano solamente i trasferimenti dei beni fisici. Qualsiasi trasferimento
di denaro è indifferente;
Nel calcolo del surplus totale, si sommano indifferentemente i surplus dei consumatori e dei produttori.
Le tasse
La tassa introduce un cuneo tra il prezzo
pagato dal consumatore e incassato dalle
imprese,
Pb = prezzo pagato dal consumatore
Ps = prezzo ricevuto dal produttore
T = tassa in euro per unità
Ps = Pb - T
L’imposta aumenta il costo marginale di una misura pari al suo ammontare; conseguentemente, in un settore
concorrenziale la curva di offerta di ogni impresa sale di una misura pari all’imposta (per semplificare l’analisi
ipotizziamo che non vi siano costi fissi evitabili) e quindi l’offerta di settore si alza della stessa misura.
Per svolgere i calcoli algebrici con l’imposta e alzare la curva di offerta, si deve prima invertire l’offerta per
ottenere l’offerta inversa, poi aggiungervi t, e infine reinvertire tale funzione
L’introduzione di un’accisa con incidenza di diritto sui venditori fa sì che, per i consumatori, la curva di offerta di
mercato si sposti verso l’alto in misura pari all’ammontare dell’imposta.
Il prezzo di equilibrio (pagato dai consumatori) aumenta in misura minore rispetto all’ammontare
dell’imposta
La quantità venduta diminuisce
Il gettito fiscale ammonta a t x x1
Il nuovo prezzo di equilibrio pagato dal consumatore è il prezzo al quale la curva di domanda interseca la
nuova curva di offerta
La quantità scambiata si riduce
Il prezzo pagato dal consumatore aumenta e quello ricevuto dal venditore si riduce
In un mercato concorrenziale il peso di un’imposta viene suddiviso fra consumatori e produttori
Il surplus totale diminuisce perché l’imposta porta a una riduzione della quantità, che passa da Q0 a QT
Il livello socialmente efficiente di produzione e di consumo (il livello che eguaglia il valore marginale del
consumo al costo marginale di produzione) è infatti la quantità ottenuta dalla mano invisibile senza
l’intervento del governo, Q0
Quando viene introdotta l’imposta, viene prodotta la quantità minore QT perché tra l’utilità marginale
dell’ultima unità consumata e il costo marginale di produrla si crea un divario pari alle dimensioni dell’imposta.
Dall’analisi grafica:
I consumatori e i produttori ci perdono
Il Governo ottiene il gettito fiscale G=TQo
La società nel complesso ci perde: perdita secca
La tassazione può essere utilizzata per muovere risorse dal settore privato a quello pubblico. Gli effetti
complessivi della tassa sul benessere sociale dipendono da come viene impiegato il gettito fiscale -> trade-off tra
efficienza ed equità
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani
Implicazioni economiche di un’imposta -> perché vengono introdotte imposte su articoli come alcolici/sigarette?
Un motivo è che la domanda per questi articoli spesso è piuttosto inelastica, per cui il costo netto sarà contenuto.
Imposte ad valorem
Le imposte percentuali complicano leggermente la nostra
analisi. Poiché le imprese sono price taker, esse considerano il
valore dell’imposta come dato, ma non sappiamo di quanto
alzare la funzione di offerta inversa finché non conosciamo il
punto in cui la funzione di offerta alzata intersecherà la funzione
di domanda.
Sebbene i calcoli algebrici siano un po’ più complicati, il
ragionamento economico rimane invariato
Non è chiaro quale politica implichi una spesa minore da parte del governo.
Il programma di acquisto e magazzinaggio o distruzione richiede una spesa minima se la domanda e l’offerta
sono entrambe inelastiche, mentre richiede una spesa considerevole se tali funzioni sono entrambe elastiche.
Nessun dubbio invece riguardo a quale di questi interventi risulti migliore in termini di surplus totale generato:
il sistema a due prezzi vince sempre
Poiché l’offerta è relativamente inelastica, la quantità di abitazioni fornita non diminuisce di molto; l’offerta
scende a y*. La domanda per p* invece è y**, che è notevolmente superiore rispetto all’offerta: il diritto di
ottenere una casa ad affitto controllato diventa quindi prezioso. I costi di “corruzione” del programma di
controllo degli affitti sono difficilmente quantificabili, pertanto nella nostra analisi non li consideriamo,
concentrandoci invece sulla distribuzione del surplus. Formuliamo l’ipotesi ottimista che gli appartamenti
disponibili siano razionati in modo tale da essere ottenuti da coloro che vi attribuiscono il valore maggiore
Ovviamente occorre considerare i costi di corruzione e altri costi del sistema di razionamento, così come i costi
nascosti relativi al fatto che alcuni appartamenti sono abitati da persone che non vi attribuiscono un valore tanto
elevato quanto coloro che non sono riusciti a ottenerli.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani
Gli oppositori del controllo degli affitti sostengono che tale grafico sia troppo ottimista, in quanto ipotizza che
l’offerta di abitazioni sia inelastica. Questa ipotesi potrebbe essere soddisfatta nel breve periodo, ma nel periodo
più lungo i proprietari non manterranno le unità abitative oppure le ritireranno dal mercato degli affitti.
Se l’offerta è elastica la situazione peggiora
Il surplus del consumatore e del produttore, e il beneficio netto negli scambi internazionali
Perché esaminare il commercio internazionale?
Interdipendenza tra nazioni
Il libero scambio internazionale è dannoso al benessere di una nazione?
Perché si sviluppa il commercio internazionale?
Compratori e venditori in paesi diversi trovano nel loro interesse scambiare tra loro
Quando il mercato sarà in equilibrio?
Quando il prezzo sarà lo stesso nei mercati interni e nel mercato internazionale
Il monopolio si verifica:
Posizione di monopolio legale
L’impresa è la prima a produrre un nuovo prodotto
Proprietà di un input essenziale
Economie di scala significative
In molti casi l’esercizio del potere di mercato tende ad
erodersi nel tempo.
Il ricavo marginale
Un aumento della quantità venduta (ΔQ) modifica il ricavo
dell’impresa in due modi:
1. L’impresa vende ΔQ unità addizionali di output, ognuna
delle quali ad un prezzo pari a P(Q)
= Effetto di espansione del prodotto
2. Per poter vendere le unità aggiuntive, l’impresa deve
abbassare il prezzo praticato: il ricavo si riduce sulle (Q-
ΔQ) unità originarie
= Effetto di riduzione del prezzo
Quando l’impresa aumenta il volume di produzione di un’unità aggiuntiva, il prezzo a cui deve vendere tutte le
unità diminuisce: quindi i ricavi derivanti da tutte le unità intramarginali (le unità vendute prima dell’aumento
del volume di produzione) diminuiscono.
NB: se → ∞ allora RM(x) →p! Se la curva di domanda individuale diventa perfettamente elastica, il
monopolista si comporta come un’impresa che non fa il prezzo.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani
sul prezzo
Regolamentazione di un monopolio
La perdita secca di monopolio rappresenta una giustificazione per l’intervento pubblico.
Obiettivo dell’intervento pubblico:
Ridurre i prezzi più vicini al MC
Aumentare il surplus del consumatore
Aumentare l’efficienza.
Antitrust, legislazione= una serie di provvedimenti legislativi volti a promuovere un ambiente di mercato
concorrenziale. Tre provvedimenti principali -> Sherman Act del 1890, Clayton Act del 1914, Federal Trade
Commission Act del 1914.
MONOPOLIO NATURALE mercato nel quale a causa delle tecnologie disponibili un’unica impresa copre
efficientemente (cioè con un costo medio minore rispetto all’operare di due o più imprese) la domanda di
mercato. Quindi il costo di produzione è minimizzato se opera una sola impresa. Le economie di scala operano
fino ad un livello notevole di produzione. Dilemma: efficienza nella produzione richiede un solo produttore o
efficienza nell’allocazione (prezzo e quantità prodotta) richiede concorrenza?
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani
Le politiche di prezzo
Discriminazione di prezzo= pratica che consiste nell’applicare prezzi differenti per lo stesso prodotto in assenza
di differenze di costo per il produttore nella fornitura del bene o servizio.
Un’impresa opera una discriminazione di prezzo per aumentare i profitti.
Il profitto del monopolista può risultare maggiore quando il produttore è in grado di risolvere i due problemi:
I consumatori che acquistano il prodotto sono caratterizzati da un certo surplus
a) Il monopolista può incrementare i suoi profitti se è in condizione di praticare un prezzo più alto
I consumatori non acquistano quelle unità del prodotto cui attribuiscono un valore inferiore al prezzo di
monopolio (seppur maggiore del costo marginale)
b) Il monopolista può incrementare il profitto se riuscisse a far pagare a questi consumatori un
prezzo inferiore in riferimento a tali unità di prodotto
Il monopolista può migliorare la sua situazione attraverso la discriminazione di prezzo: si tratta di praticare
prezzi diversi per unità differenti dello stesso bene
Solitamente un’impresa non conosce perfettamente la disponibilità a pagare dei consumatori. Vi sono modi
differenti per discriminare il prezzo in assenza di queste informazioni:
La discriminazione di prezzo può essere basata sulle caratteristiche osservabili del consumatore; in tal
caso l’impresa può distinguere i consumatori con alta disponibilità a pagare da quelli con bassa
disponibilità
La discriminazione di prezzo può anche essere basata sull’auto-selezione: l’impresa offre un menù di
alternative disegnato in modo che i differenti consumatori compiranno scelte diverse
In un piano di prezzo dipendente dalla quantità (o sensibile al volume), il prezzo che un consumatore
paga per un’unità addizionale dipende da quante unità di prodotto sono state comprate
Tipologie di discriminazione
Discriminazione di prezzo di primo grado (perfetta)=
Politica dell’impresa per cui ogni unità di output è venduta al prezzo massimo che il consumatore è disposto a
pagare. In questo caso, domanda e ricavo marginale coincidono.
Discriminazione di prezzo di secondo grado o block pricing=
Uso di un listino prezzi tale per cui il prezzo unitario diminuisce all’aumentare della quantità acquistata da un
particolare consumatore.
Discriminazione di prezzo di terzo grado o segmentazione di mercato=
Situazione in cui ogni consumatore affronta un unico prezzo e può acquistare quanto desidera a quel prezzo, ma
il prezzo si differenzia per categorie di consumatori
In caso di discriminazione perfetta di prezzo, l’impresa conosce perfettamente la disponibilità a pagare della
controparte. Il prezzo praticato ad ogni individuo corrisponde alla personale disponibilità a pagare dell’individuo
stesso. La curva del ricavo marginale coincide con la curva di domanda di mercato. La quantità che massimizza i
profitti è quella in corrispondenza della quale la curva di domanda interseca la curva del ricavo marginale.
Il monopolista produce la stessa quantità che si produrrebbe in un mercato perfettamente concorrenziale
a) Ogni consumatore acquista la stessa quantità che acquisterebbe
in concorrenza perfetta
b) Non esiste perdita secca
c) I guadagni totali dallo scambio sono appropriati dal monopolista
Importanza di difendere le proprie caratteristiche private ->
INFORMAZIONE È POTERE
Determinazione del livello di output -> qual è il livello di output più profittevole?
Valore comune del RMa= somma orizzontale delle curve di RMa di ciascun segmento del mercato
Linea guida= suddividi le vendite tra i segmenti di mercato comparando il valore comune del RMa con i CMa
Peak-load pricing
Video nota Il monopolio= una sola impresa. Molti compratori che prendono il prezzo come dato. Non esiste
libertà di entrata e uscita dal mercato. Non esistono sostituti perfetti. Cause del monopolio:
1. Brevetti
2. Innovazione
3. Proprietà input
4. Monopoli naturali, rendimenti di scala crescenti molto significativi che producono una curva di costo
medio decrescente per la maggior parte del campo di interesse
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani
Teoria dell’oligopolio
Oligopolio
Struttura di mercato caratterizzata da un numero elevato di acquirenti senza potere di mercato e da un numero
ridotto di venditori con potere di mercato e consci di questa situazione di interazione, in conseguenza della quale
il profitto di ciascun venditore dipende dal comportamento degli altri offerenti.
Oltre al numero di imprese in competizione tra loro, altre caratteristiche dei mercati oligopolistici influenzano
l’equilibrio di mercato:
Strumenti usati per competere, in particolare se le imprese usano la quantità prodotta o il prezzo come
variabile strategica
Possibilità per un’impresa di vincolarsi a una scelta strategica
Natura omogenea o differenziata del prodotto
Natura delle barriere all’entrata, se esistono
Quando le imprese si rendono conto che le decisioni di ciascuna di loro riguardo al prezzo e al volume di
produzione influiscono sui profitti di tutte le altre, si dice che sono consapevoli della loro interdipendenza
reciproca. La consapevolezza dell’interdipendenza reciproca ha due importanti conseguenze:
1. Ogni impresa interessa sapere che cosa stanno facendo i concorrenti;
2. Ogni impresa sa che gli altri produttori la sorvegliano e che reagiranno in qualche modo alle sue iniziative.
Quindi l’impresa deve tener conto delle possibili reazioni dei suoi concorrenti quando prende qualche decisione,
si dice che l’agente assume un comportamento strategico.
L’equilibrio è raggiunto quando nessuna delle imprese ha un incentivo a variare il suo output.
Ciò avviene quando ogni impresa sta producendo l’output che massimizza il suo profitto, dato l’output
effettivamente scelto dall’altra impresa.
In un mercato oligopolistico dove le imprese competono alla Cournot, le imprese scelgono i loro rispettivi livelli
di produzione simultaneamente; il prezzo viene determinato attraverso la funzione di domanda aggregata; le
quantità scelte e il prezzo determinano i loro rispettivi profitti.
Possiamo quindi derivare le scelte delle due imprese che massimizzano il profitto in questo mercato
oligopolistico. Dall’ispezione delle funzioni di profitto è chiaro che le decisioni ottimali di ciascuna impresa
dipendono dalle decisioni di produzione dell'altra impresa.
Dobbiamo quindi derivare il comportamento ottimo delle imprese sulla base delle anticipazioni sul
comportamento delle imprese concorrenti (interazione strategica).
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani
La curva di domanda residuale indica il prezzo al quale l’impresa può vendere il suo prodotto, in funzione del suo
livello di produzione, dato un che l’impresa 2 ha scelto una certa quantità.
Il monopolio è associato al prezzo più alto, alla minore quantità e al profitto più alto. La concorrenza perfetta è
associata al prezzo più basso, alla quantità più alta e a un profitto nullo.
L’equilibrio di Cournot si colloca in una posizione intermedia rispetto a tutte e tre queste dimensioni.
Maggiore è il numero di imprese, più complesso diviene colludere e comportarsi come se ci fosse un unico
monopolio. La differenziazione del prodotto è cruciale per dare alle imprese oligopoliste un potere di mercato
che permette di aumentare i profitti, ma questo avviene a detrimento dei consumatori e dell’efficienza delle
allocazioni di equilibrio. La presenza di imprese leader è rilevante ai fini dei prodotti delle imprese, ma
sostanzialmente irrilevante ai fini dell’efficienza delle allocazioni di equilibrio.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani
L’ipotesi 2, cioè che i beni prodotti dalle imprese siano (percepiti) identici, implica che la quantità domandata
alla singola impresa sia:
1. La domanda di mercato se il prezzo dell’impresa è il minore sul mercato,
2. La metà della domanda di mercato se i prezzi delle due imprese sono uguali,
3. Zero se il prezzo fissato è maggiore di quello della concorrente.
Il modello di Bertrand
La scelta ottimale di ciascuna impresa dipende dalla scelta dell’altra impresa. Con una curva di domanda lineare,
un prezzo prossimo al prezzo di monopolio genera un profitto maggiore. Le imprese hanno incentivo a praticare
un prezzo inferiore a quello del rivale per potersi accaparrare tutta la clientela
La domanda per l’impresa individuale nel modello di Bertrand -> la domanda per la singola impresa mostra la
relazione fra il prezzo praticato dall’impresa e la quantità venduta, dato il prezzo scelto dall’impresa rivale.
Necessaria per individuare l’equilibrio di Nash
La domanda per la singola impresa è pari a:
Zero se l’impresa fissa un prezzo superiore a quello della rivale
Metà della domanda di mercato, se l’impresa fissa un prezzo uguale a quello del rivale
Domanda di mercato se l’impresa sceglie un prezzo inferiore a quello praticato dall’altra
Questa forma della funzione di domanda e quindi di profitto implica delle particolari funzioni di risposta ottima:
per ogni possibile prezzo stabilito dall'impresa j la scelta che massimizza il profitto per l'impresa i è addebitare
un prezzo leggermente inferiore.
Un mercato oligopolistico è in equilibrio quando ciascuna impresa sceglie il prezzo che massimizza il profitto data
la scelta ottimizzante delle altre imprese.
Esiste un unico equilibrio nell’oligopolio di Bertrand: entrambe le imprese fissano il prezzo minore possibile
compatibile con un profitto non negativo, cioè scelgono entrambe un prezzo pari al costo marginale
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani
Questo implica che, se tutte le imprese operanti in un’industria oligopolistica hanno un costo marginale costante
pari a c, nella situazione di equilibrio di Bertrand applicheranno tutte lo stesso prezzo pari a c.
L’equilibrio di Bertrand-Nash ha una caratteristica molto interessante: replica
perfettamente l’allocazione dell’equilibrio concorrenziale (cioè genera lo
stesso volume di produzione, lo stesso prezzo e gli stessi profitti).
Bertrand o Cournot?
Nel caso di Bertrand, l’ipotesi cruciale è che la produzione si aggiusti velocemente alle variazioni di domanda
legate alle scelte di prezzo, senza vincoli di capacità per la singola impresa.
Al contrario nel caso di Cournot, l’ipotesi fondamentale è che sia il prezzo ad aggiustarsi velocemente per
equilibrare domanda e offerta.
Quindi per valutare l’applicazione pratica di un modello di oligopolio, bisognerà valutare la velocità relativa di
aggiustamento di quantità o di prezzi oltre che un’eventuale differenziazione di prodotto.
Collusione
Cartelli e collusione
Cartello, accordo tra produttori indipendenti per coordinare le loro decisioni di modo che ognuno di loro possa
ottenere una quota del profitto monopolistico. Tre importanti fattori contribuiscono all’instabilità dei cartelli:
1. Incentivo a barare
2. Difficoltà di raggiungere un accordo
3. Profitti che attirano altre imprese.
Nel mondo reale le imprese competono fra loro di continuo, e non una sola volta. La ripetizione del processo
concorrenziale può portare a esiti diversi dall’equilibrio di concorrenza oligopolistica.
Modello di Bertrand ripetuto all’infinito: le imprese ripetono continuamente il gioco dei prezzi del modello di
Bertrand originale. L’ equilibrio non competitivo è la ripetizione, in ogni singolo periodo, dell’equilibrio di Nash
del gioco statico -> Esistono altri equilibri. Es: prezzo di monopolio sostenibile attraverso grim trigger strategies.
Collusione
La collusione si regge sulla minaccia credibile di una futura guerra dei prezzi nel caso in cui un’impresa non rispetti
l’accordo di collusione. L’impresa teme una guerra dei prezzi se si preoccupa dei profitti futuri.
Il timore di perdite future è tanto più alto quanto minore è il tasso di interesse -> Il valore atteso delle perdite
future è maggiore. Fattori che ostacolano la collusione:
Maggiore è il numero di imprese, maggiore il guadagno dalla violazione dell’accordo, e minori le
perdite future
Differenze nei costi marginali di produzione
Conoscenza imperfetta dei costi delle imprese rivali
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani
I beni pubblici
Bene non rivale nel consumo
Bene tale che il consumo di una persona non diminuisce la quantità disponibile per il consumo di altri
Non-inclusione
Condizione in cui è possibile o estremamente costoso limitare a persone selezionate i benefici di un bene
una volta che questo sia stato prodotto
Free-rider
Agente impegnato in un’attività di free riding
Free-riding
Problema legato all’incentivazione di un gruppo di agenti, quando ciascun individuo ha un impatto
proporzionalmente piccolo sul risultato finale e, quindi, è meno motivato a impegnarsi strenuamente.
Un bene pubblico è un bene non rivale e non escludibile. Un bene si dice non rivale quando più persone possono
consumarlo allo stesso tempo, senza che questo alteri il valore che ogni individuo attribuisce al bene stesso.
Una volta prodotto, il costo marginale di offrirlo ad un consumatore addizionale è nullo.
Un bene è non escludibile se non vi è modo di evitare che alcune persone possano consumarlo
Spesso i beni pubblici sono forniti dallo Stato, ma non tutti i beni prodotti dallo Stato sono da considerare beni
pubblici
Esternalità
Esternalità= effetti collaterali benefici o dannosi detti che ricadono su soggetti che non sono direttamente
coinvolti negli scambi di mercato
Benefici esterni (o economie esterne) = effetti collaterali positivi di attività economiche ordinarie
Costi esterni (o diseconomie esterne) = effetti collaterali negativi di attività economiche ordinarie
Differenza tra esternalità e beni pubblici:
Le esternalità sono effetti collaterali di attività intraprese per altri scopi
I beni pubblici sono esternalità positive estreme
In ogni caso entrambi portano a inefficienze allocative
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani
I mercati concorrenziali possono allocare le risorse in maniera non efficiente quando le assunzioni del modello
di concorrenza perfetta vengono violate. Si parla di esternalità quando un’attività di consumo o di produzione
genera effetti sul benessere di soggetti terzi, effetti che non danno però luogo ad alcuna transazione di mercato.
L’assegnazione iniziale dei diritti di proprietà non influenza il livello finale di inquinamento, ma solo i profitti dei
soggetti in causa.
Teorema di Coase= quale che sia l’assegnazione iniziale dei diritti di proprietà, l’accordo volontario fra le parti
pone rimedio al problema dell’esternalità, a condizione che la negoziazione possa avvenire senza frizioni.
Questo può giustificare, in alcuni casi, una politica del laissez faire –> Come sosteneva lo stesso Coase, è però
difficile pensare che le contrattazioni possano avvenire senza frizioni!
Asimmetrie informative
Informazione asimmetrica
Una situazione in cui una delle parti coinvolte in una transazione economica possiede più informazioni dell’altra.
Spesso la parte meno informata sa che l’altra possiede più informazioni; quindi può fare supposizioni osservando
il comportamento della controparte. Ci sono due tipologie di asimmetrie informative:
Caratteristiche nascoste= cose che una delle due parti coinvolte in una transazione sa riguardo a sé e di
cui la controparte non è a conoscenza, anche se vorrebbe saperle.
Azioni nascoste= azioni compiute da una delle parti che hanno stipulato un accordo economico,
all’insaputa della controparte.
La selezione avversa
Situazione in cui la simmetria informativa accresce il rischio che i consumatori acquistino, o che i fornitori
vendano, beni di qualità scadente
In un mercato in cui i compratori sono meno informati dei venditori a proposito della qualità dei prodotti
(informazione asimmetrica), e una quota elevata di beni può essere costituita da “bidoni”, allora il mercato può
“sparire”, abbiamo cioè un fallimento del mercato totale.
L’assunzione fondamentale è quella di asimmetria informativa -> i partecipanti su un lato del mercato (i venditori
in questo caso) sanno sulla qualità dei prodotti qualcosa di più dei partecipanti sull’altro lato (compratori).
Sia gli acquirenti che i venditori sanno che la probabilità di comprare un “bidone” è ½, cioè ci sono N/2 automobili
“efficienti” e N/2 “bidoni”.
Quindi in un equilibrio con informazione completa tutte le N automobili sarebbero vendute, e l’economia
raggiungerebbe una allocazione Pareto-efficiente.
Quindi le automobili “efficienti” non verranno mai offerte sul mercato, perché il prezzo massimo che gli
acquirenti sono disposti a pagare è minore del prezzo minimo a cui i proprietari sono disposti a vendere!
Dato che tutte le informazioni rilevanti, tranne la qualità delle auto, sono note, gli acquirenti si rendono conto
che tutte le automobili offerte sul mercato sono “bidoni”. Quindi in un equilibrio con informazione asimmetrica
sul mercato verranno venduti solamente i “bidoni” a un prezzo che soddisfi la seguente condizione:
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani
Se ρ è abbastanza basso, avremo V < ps B, e non ci sarà mercato nemmeno per i “bidoni”: il mercato delle auto
usate collassa. Invece se ρ è abbastanza alto, avremo V > ps E, ed entrambi i tipi di automobili saranno scambiati.
In questo caso il prezzo massimo che gli acquirenti sono disposti a pagare è il valore atteso di un’auto usata,
V > ps E
Dato che la qualità delle auto è una caratteristica nascosta, i proprietari dei “bidoni” non riveleranno mai che
quello che stanno vendendo sono dei “bidoni” e quindi il prezzo minimo a cui tutti i proprietari saranno disposti
a vendere le loro auto è pd E Quindi nell’equilibrio con informazione asimmetrica tutte le automobili sono
scambiate sul mercato a un prezzo che soddisfi la seguente condizione:
I consumatori spesso hanno modi di distinguere i prodotti di bassa piuttosto che di alta qualità, anche se queste
modalità possono essere costose e quindi ridurre il surplus di mercato.
Cernita
Normalmente un consumatore sa quanto è disposto a pagare un determinato bene, mentre l’impresa che glielo
vende no. Questo è un caso tipico di informazione asimmetrica
Quando i consumatori non hanno tutti la stessa disponibilità a pagare, il venditore può ottenere un profitto
maggiore se riesce ad applicare ai diversi gruppi di consumatori prezzi diversi che rispecchino la loro disponibilità
a pagare. Per avere discriminazione di prezzo devono valere tre condizioni:
1. Il venditore deve fare il prezzo;
2. I consumatori non devono poter praticare l’arbitraggio;
3. Il venditore deve essere in grado di classificare i potenziali consumatori del suo bene in base alle diverse
caratteristiche della loro domanda.
La prima e la seconda condizione sono soddisfatte nel nostro esempio, ma la terza condizione, la disponibilità a
pagare è una caratteristica nascosta. La compagnia deve trovare qualche indicatore o segnale della disponibilità
a pagare di ciascun individuo.
Cernita= tentativo della parte meno informata in una relazione economica di classificare le controparti.
Considerato che la compagnia capisce a quale categoria appartiene ciascun cliente, una volta che questi ha
comprato il biglietto, possiamo dire che essa riesce ad attuare una discriminazione di prezzo perfetta?
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani
NO, perché l’impresa riesce a conoscere la disponibilità a pagare di tutti i suoi clienti solo ex post, dopo che
hanno acquistato il biglietto; questo tipo di discriminazione viene detto discriminazione di prezzo del secondo
ordine. Se la compagnia riuscisse a capire immediatamente la disponibilità a pagare e a evitare l’arbitraggio,
allora farebbe pagare il biglietto €500 al manager e €200 allo studente.
In questo caso il profitto sarebbe €700-€240=€460!
Se offrisse biglietti da €500 e €200, il manager sceglierebbe la tariffa turistica; infatti a questi prezzi il manager
otterrebbe un surplus pari a €50 con la tariffa turistica (€250-€200), mentre avrebbe un surplus pari a €0 con la
tariffa business. Per evitare che il manager finga di essere uno studente, la compagnia aerea dovrà consentirgli
di ottenere un sovrappiù del consumatore di almeno €50, anche nel caso scelga la tariffa più alta. Quindi il
massimo che l’impresa può ottenere dal manager è €450
L’iniziale mancanza di informazioni sposta parte dei guadagni dello scambio (€50) dal monopolista a chi ha
informazione privata, in questo esempio al manager.
Si dice che chi ha informazione privata gode di una rendita informativa: per indurre l’agente a rivelare la sua
informazione privata devo concedergli parte del surplus dello scambio, anche se è monopolista; in altre parole
l’informazione è potere.
Segnalazione
Un caso importante di mercato caratterizzato da asimmetria informativa è il mercato del lavoro.
I datori di lavoro non hanno alcuna certezza delle capacità produttive di differenti candidati all’assunzione. Ciò
non significa che i datori di lavoro non abbiano diversi modi, per quanto imperfetti, di distinguere tra dipendenti
di alto e basso livello. I segnali, se hanno costi diversi per tipi differenti, possono servire a distinguere dipendenti
di alta - piuttosto che di bassa - qualità.
Spence mostra che, anche se il livello di istruzione rappresentato dal MBA non contribuisce in alcun modo alla
produttività del dipendente, gli aspiranti dipendenti di alta qualità investiranno nell’acquisto di una maggior
istruzione in modo tale da segnalare la loro più alta produttività ai datori di lavoro.
Esempi di segnalazione slide 29-32 (spiegato in videolezione)
Moral Hazard
Cosa può fare il principale (gli azionisti nell’esempio) per assicurarsi che l’agente (Il manager)
agisca nel suo interesse – interesse del principale?
= Offrire un contratto “intelligente” all’agente
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani
Le azioni dell’agente (il manager) non sono osservabili. Ad esempio gli azionisti non hanno la capacità o il tempo
di controllare tutte le scelte del manager, ma il principale può legare le compensazioni dell’agente a variabili
osservabili, quali i profitti dell’impresa; le cose tuttavia non sono così semplici
Le variabili osservabili, quali i profitti infatti, possono dipendere anche a eventi che sono al di fuori della sfera di
controllo dell’agente.
Economia in boom o in recessione
Variazioni della domanda o del prezzo delle materie prime
Legando la compensazione del manager ai profitti, gli azionisti lo espongono al rischio che ci sia una recessione
o uno shock esogeno al comportamento del manager
Se il manager è avverso al rischio, chiederà un premio per il rischio (un salario più elevato) per accettare una
remunerazione basata sui profitti. Il salario più elevato viene ovviamente a scapito dei profitti degli azionisti.
La presenza di moral hazard crea dunque un trade off per il principale tra fornire assicurazione all’agente e
fornirgli incentivi ad impegnarsi.
Quindi, un contratto che lega la numerazione dell’agente ai risultati raggiunti, come ad esempio il profitto:
Fornisce all’agente (manager) forti incentivi a lavorare più duramente +
È costoso per il principale (azionista) perché l’agente deve essere compensato per il rischio che
deve sopportare -
Esempio
Mostra come dare incentivi all’agente comporti costi maggiori per il principale -> il principale sono gli azionisti
dell’impresa e l’agente è il manager a cui è affidata le gestioni di un progetto.
1. Se il progetto ha successo l’output è q = 100 mentre se non ha successo è q = 20
2. Il prezzo, p, dell’output è 1 -> ricavi = pq = q = output. L’unico costo è il salario del manager
Il successo del progetto dipende dallo sforzo del manager, con probabilità di successo più elevata in caso di
maggiore sforzo
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani
Second-best, lo sforzo non è osservabile. Se gli azionisti vogliono indurre lo sforzo basso, è ottimale pagare un
salario fisso al manager dato che il manager è avverso al rischio.
Il vincolo di partecipazione del manager diventa allora e quindi il salario ottimale è ω=4 come nel first best
Supponendo che gli azionisti vogliano indurre il manager a scegliere lo sforzo elevato -> contratto di first-best,
cioè un salario fisso pari a 16, non si effettua una grande scelta.
= Dato che lo sforzo non è osservabile, se il manager è pagato un salario fisso, sceglierà il basso livello di sforzo.
L’unico modo per indurre il manager a scegliere lo sforzo elevato è quello di pagarlo di più di quando l’output è
100. Ma l’output è incerto anche con lo sforzo elevato.
Intuizione
Il salario ottenuto quando l’output è alto deve
essere sufficientemente più elevato di quello
ottenuto quando l’output è basso.
È ottimale:
Il vincolo di compatibilità degli incentivi è stringente
(cioè vale con l’uguale) perché il manager è avverso
al rischio e quindi non vuole che il salario avvia una
variazione elevata.
Dispensa di Microeconomia
Alessandro Canciani
Riassumendo:
La combinazione di sforzo non osservabile e preferenze non congruenti tra principale e agente crea per
il principale un trade off tra incentivazione e assicurazione all’agente
Per ottenere un livello di impegno elevato dall’agente il principale deve offrire una remunerazione legata
alla performance che però deve inglobare un premio per il rischio: questo è il costo del moral hazard
Il costo del MH può essere tale da indurre il Principale a preferire lo sforzo nullo nel second best.