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Le risorse economiche sono scarse (limitate) così come altre risorse importanti tempo,
salute, denaro ecc.
La scarsità di risorse implica la rinuncia a qualcosa per ottenere qualcos’altro (trade-
off).
Data una determinata attività si misura il valore massimo del beneficio, che l’individuo è
disposto a pagare per averlo. Evitare tale spesa equivale ad ottenere un beneficio.
Il prezzo di riserva è il prezzo al quale un soggetto è indifferente tra fare un’attività oppure
no.
Infine si misura il valore delle risorse cui l’individuo deve rinunciare per avere l’attività.
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Microeconomia
Il beneficio medio è il rapporto tra i benefici totali e il numero delle unità effettuate.
Marginal Cost = rappresenta il costo di ogni unità addizionale con valore costante; il Marginal
Benefit riflette il valore attribuito all’unità addizionale e decresce all’aumentare della
quantità totale.
MC= ∆C/∆Y(produzione)
MB= ∆B/∆Y(produzione)
Un interesse individuale spesso è compatibile con gli obiettivi sociali di più ampia portata e
addirittura necessario per il raggiungimento degli stessi.
I consumatori perseguono il proprio interesse producendo un risultato più favorevole del bene
comune, secondo quella che Adam Smith definiva “mano invisibile”. Tuttavia questo sistema
può non funzionare nel caso in cui i costi e benefici tocchino altre persone oltre a chi decide.
Il costo esterno è un costo sopportato da altre persone non coinvolte nella decisione
(esternalità negative)
Le scelte razionali vengono fatte solo se i costi sono minori dei ricavi. Secondo il principio
della razionalità si trovano:
1) La razionalità come interesse individuale: si da peso solo ai costi e ricavi che gravano
direttamente sul soggetto. Quindi non valuta in che modo le proprie scelte possano
gravare sulla collettività.
2) La razionalità secondo i fini: agire in modo efficiente per raggiungere un obiettivo
prefissato;
Si parla di domanda normativa quando si vuole sapere la politica da adottare per conseguire il
miglior risultato e si parla di domanda positiva quando si vuole sapere le conseguenze delle
politiche.
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Microeconomia
La gente agisce sempre nel proprio interesse individuale anche quando non riesce a valutare i
costi e benefici.
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Microeconomia
Alcuni di essi sono delimitati da vincoli di spazio e tempo, altri coprono un vasto mercato
“fittizio” e i soggetti che vi partecipano nemmeno si incontrano (es borsa di NewYork).
Una misura importante per stabilire se il mercato sia concorrenziale o meno è rappresentata
dalla quota di mercato.
Il prezzo reale del bene è il prezzo in relazione a quello di tutti gli altri beni e servizi.
Qui l’analisi del costo/beneficio è dato dal prezzo del prodotto e la soddisfazione del consumo
dello stesso. Quando il prezzo del prodotto aumenta, la soddisfazione diminuisce.
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Microeconomia
caso rimangono soddisfatti i compratori; mentre se il prezzo è sotto il valore di equilibrio c’è
una carenza o eccesso di domanda, in questo caso sarebbero soddisfatti i venditori.
L’analisi della domanda e dell’offerta è utile per valutare la reazione dei prezzi e le quantità di
equilibrio ai cambiamenti del mercato.
1) Redditi: per tutti i beni normali il prezzo aumenterà all’aumentare del reddito; per i
beni inferiori la quantità domandata diminuirà all’aumentare del reddito, in quanti i
consumatori abbandoneranno i beni inferiori in favore di beni qualitativamente migliori
appena possono permetterselo.
2) Gusti: non tutti i consumatori hanno gli stessi gusti e questi cambiano nel tempo.
3) Prezzi di beni sostitutivi e complementari : l’aumento del prezzo di un bene fa diminuire
il consumo dello stesso e aumentare quello del sostituto (es: se aumenta il caffè, si
consuma più te), mentre un aumento di un prezzo di un prodotto complementare fa
ridurre la domanda dell’oggetto e di quello complementare (es: se aumenta il prezzo
delle uova, si riduce la domanda delle uova e della pancetta).
4) Aspettative: chi prevede un incremento del costo del bene da acquistare, cerca di
acquistarlo prima che si verifichi tale incremento, così come chi prevede un incremento
del reddito è propenso a spendere di più.
5) Fattori demografici: più grande è il mercato maggiore è la quantità richiesta e
viceversa.
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Microeconomia
Determinanti dell’offerta
1) Tecnologia: i beni che ogni produttore può offrire a un determinato prezzo dipende dai
costi di produzione; e questi a loro volta sono collegati alla tecnologia.
2) Prezzi di fattori produttivi: questi incidono sul costo di produzione (es: materie prime,
forza lavoro ecc). (Si sposta verso sinistra la curva)
3) Numero di produttori: maggiore sono i produttori che offrono un certo bene, maggiore
sarà la quantità offerta per ogni livello di prezzo.
4) Aspettative: anche i produttori valuteranno le variazioni dei prezzi per la produzione.
5) Condizioni meteorologiche: per alcuni prodotti, specie quelli agricoli, il fattore
meteorologico influenza la posizione dell’offerta.
Variazione della
domanda è lo
spostamento
dell’intera curva di
domanda, mentre la
variazione della
quantità domandata
fa riferimento a uno
spostamento lungo la
curva di domanda.
Nello stesso modo si
interpretano la
variazione dell’offerta
e la variazione della
quantità offerta.
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Microeconomia
Per definire tali variazioni bisogna prevedere i movimenti delle curve, quindi:
Per calcolare
algebricamente
si prende il
prezzo del bene
e lo si calcola con
Qs e Qd
(quantità offerta e domandata) e si sostituiscono con Qx, quindi si fa l’equazione.
La teoria della scelta razionale parte dal presupposto che i consumatori si affaccino al
mercato con preferenze ben definite. Assumendo i prezzi come dati, i consumatori allocano
solo i loro redditi per soddisfare al meglio le loro esigenze. Questo si suddivide in due fasi:
Il consumatore può acquistare quindi ogni paniere che si trova lungo il suo vincolo di bilancio e
ogni paniere che si trova nell’insieme di bilancio (panieri che si trovano nel vincolo di bilancio,
per i quali la spesa è inferiore o uguale al reddito).
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Microeconomia
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Microeconomia
Spesso avere un quantitativo minore è più vantaggioso ed è questo il motivo per cui sono
preferiti i panieri che sono al di sotto della curva di indifferenza; l’insieme di panieri che
soddisfano il consumatore tanto quanto il paniere originario.
Il paniere che si trova al di sopra della curva di indifferenza è preferito a tutti gli altri
panieri e secondo il principio di non sazietà, i panieri collocati nella curva di indifferenza sono
preferiti a quelli che stanno al di sotto.
Il saggio marginale di sostituzione (MRS) è il valore assoluto della pendenza della curva in quel
punto.
La pendenza del vincolo di bilancio esprime il saggio a cui si può sostituire un bene all’altro
senza modificare il totale; il MRS indica il saggio a cui il consumatore è disposto a scambiare i
beni senza modificare la soddisfazione totale. La pendenza del vincolo di bilancio è il costo
marginale, mentre il MRS è il beneficio marginale.
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Microeconomia
dell’altro bene; perciò il saggio Marginale di sostituzione si riduce, spostandosi verso destra e
le curve di indifferenza sono convesse rispetto all’origine.
Non sempre tuttavia il miglior paniere è collocato nel punto di tangenza, in alcuni casi perché
non esiste e il MRS è superiore o inferiore alla pendenza del vincolo di bilancio; quindi si parla
di soluzione d’angolo e quindi rinunciare completamente ad un bene; questo si verifica con dei
beni che sono sostituti perfetti o altamente sostituibili.
Spesso si valuta una soluzione interna, cioè con problemi in cui il miglior paniere si trova in
corrispondenza di un punto di tangenza tra la curva di indifferenza e il vincolo di bilancio e
quindi il MRS è uguale alla pendenza del vincolo di bilancio.
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Microeconomia
La curva di domanda individuale del consumatore è simile a quella del mercato; essa indica la
quantità che il consumatore acquisterà ai diversi prezzi. Tutti i dati per costruirla sono della
curva PPC
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Microeconomia
La curva di Engel deriva i dati dalla curva reddito consumo (su y ci va il reddito, su x la
quantità) e indica la relazione tra la quantità consumata di un bene e il reddito individuale.
È inclinata positivamente in
quanto all’aumentare del
reddito, il consumatore
acquisterà maggiori beni.
Questo per i beni normali,
mentre per i beni inferiori
diminuisce la quantità
domandata con un
incremento del reddito.
Questo accade perché lo
sostituisce con beni più costosi.
L’aumento dei prezzi di un bene provoca la convenienza ad acquistare i sostituti; quindi si crea
l’effetto di sostituzione prodottoda un incremento del prezzo.
In ogni caso l’aumento del prezzo provoca una riduzione dell’acquisto di quel prodotto.
Aumentando il prezzo si riduce il potere di acquisto, quindi per un bene normale ridurrà la
quantità, mentre per un bene inferiore aumenterà l’acquisto. Questo è l’effetto di reddito
della variazione del prezzo.
La direzione dell’effetto del reddito dipendente dal bene; se si tratta di un bene normale
l’effetto opera nella stessa direzione dell’effetto sostituzione (al crescere del prezzo
diminuisce la quantità e viceversa); per i beni inferiori gli effetto vanno in direzioni opposto
(all’aumentare del prezzo aumenteranno le quantità).
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Microeconomia
Un bene è difficile che soddisfi entrambi i requisiti distintivi; la maggior parte dei beni
assorbe quote limitate nel reddito del consumatore.
1) Si isola la quantità;
2) Si moltiplica per i consumatori;
3) Si ricava la fx prezzo;
L’elasticità sarà sempre negativa o pari a zero; questo perché la variazione del prezzo genera
una variazione di segno opposto nella quantità.
L’elasticità al prezzo è:
1) Diversa in ogni punto della curva di domanda e la pendenza di una curva lineare è
costante in ogni punto e quindi anche il suo reciproco è costante;
2) Il rapporto prezzo quantità: assume un valore diverso in ogni punto della curva
3) Non è mai positiva, ed anche il suo reciproco è sempre negativo. Di solito si considera
il valore assoluto
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4) In ogni punto della curva di domanda lineare è la relazione inversa con la pendenza della
curva di domanda, più è inclinata la curva meno è elastica la domanda.
La spesa totale S= Q*P; essa aumenta o diminuisce se il guadagno ottenuto con maggiore
vendite è superiore o inferiore alla perdita causata dalla variazione dei prezzi.
Per piccole variazioni, conoscendo l’elasticità nel punto iniziale, è possibile prevedere come
varierà la spesa totale.
L’elasticità può essere anche vista come rapporto tra ∆Q/∆P %; se il rapporto è maggiore di
1, la variazione della quantità è maggiore della variazione del prezzo e quindi l’incremento delle
quantità sarà sempre maggiore delle perdite per la riduzione dei prezzi; se l’elasticità è
inferiore a 1, la variazione % della quantità domandata sarà inferiore alla variazione di prezzo
e quindi le vendite aggiuntive non compenseranno le perdite.
Una riduzione di prezzo piccola aumenterà il ricavo totale se e solo se il valore assoluto
dell’elasticità della domanda rispetto al prezzo è maggiore di 1, e accade il contrario in caso di
aumento di prezzo.
Il valore dell’elasticità della domanda rispetto al prezzo del prodotto è determinato da:
La quantità domandata da ogni consumatore dipende sia dal prezzo sia dal reddito del
consumatore stesso. La curva di domanda di mercato, costituita dalla somma orizzontale delle
curve di domanda individuali, sarà influenzata anche dai redditi dei consumatori. Anche se a
volte uno stesso livello di reddito dà origine a diverse curve di mercato, a seconda della
distribuzione del reddito tra i consumatori.
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Microeconomia
Se un bene presenta una curva di Engel stabile, si definisce l’elasticità della domanda rispetto
al reddito un indice della reattività della quantità domandate rispetto alle variazioni del
reddito dei consumatori presenti sul mercato.
Exz= (∆Qx/Qx)/∆Qz/Qz
Se la loro elasticità è <0 sono complementari, se è >0 allora sono beni sostitutivi.
Il surplus del consumatore viene calcolato come differenza tra la somma massima che sarebbe
disposto a pagare e il prezzo di mercato; sommato algebricamente tra la curva di mercato e il
prezzo del bene
La variazione del surplus è calcolata in base alla variazione al di sotto della curva di domanda;
essa sottostima la variazione compensativa – quindi non considera – una volta ottenuto il
rimborso.
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Microeconomia
La perdita del surplus del consumatore è inferiore alla variazione compensativa questo per i
beni normali; se beni inferiori la perdita del surplus sarà maggiore della variazione
compensativa.
Le tariffe in due parti sono costituite da una quota fissa e un ricarico marginale per ogni unità
acquistata; e il loro effetto è quello di trasferire una parte del surplus del consumatore
dall’acquirente del prodotto al venditore (es: compagnia telefonica costo fisso al mese + costo
telefonata).
Il valore attuale è la somma del denaro disponibile tra T anni e oggi è uguale a X/(1+r).
Il tasso di interesse è il premio che bisogna pagare per trasferire reddito futuro al periodo
corrente. Dato che l’asse orizzontale misura il consumo corrente e quello verticale il consumo
futuro, il vincolo di bilancio indica il tasso di cambio tra reddito attuale e futuro.
Il tasso creditore è diverso da quello debitore; il primo è più basso del secondo. Di
conseguenza si creeranno dei vincoli di bilancio a gomito; a causa del costo opportunità del
consumo del reddito odierno rispetto al consumo futuro ed esso è diverso a seconda che si
prenda o si dia in prestito il capitale.
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Microeconomia
Ogni lotteria (cioè ogni modello dei giochi d’azzardo) ha un valore atteso EV, cioè la media
ponderata delle vincite e delle perdite associate ai possibili risultati, dove i pesi sono le
probabilità.
Bisogna confrontare l’utilità attesa tra la media delle utilità che mi darebbe ciascuno dei due
esiti, ponderata per le rispettive probabilità.
EU = U(in caso vada male)* (% probabilità)+ U (in caso vada bene) * (% probabilità)
I valori attesi dei risultati di un dato insieme di alternative non hanno lo stesso ordine di
preferenza delle utilità attese delle alternative. Si ipotizza infatti la funzione di utilità
concava rispetto alla ricchezza e quindi si ha un’utilità marginale decrescente della ricchezza
(decresce all’aumentare della ricchezza).
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Microeconomia
Un individuo che ha la funzione di utilità concava rispetto alla ricchezza totale è detto
avverso al rischio e quindi rifiuterà sempre una lotteria con valore atteso zero (gioco
equo).
Si ha la propensione al rischio quando le preferenze descritte da una funzione di
utilità hanno un utilità marginale crescente rispetto alla ricchezza; egli accetterà
sempre una lotteria equa.
Se un individuo è indifferente ad accettare o meno il gioco viene definito neutrale al
rischio.
La condivisione dei rischi è possibile grazie ad una proprietà statistica chiamata legge dei
grandi numeri e quindi la probabilità p che ha un evento di verificarsi è indipendente per
ciascun membro di un gruppo numeroso di individui in un certo tempo.
Non ha senso assicurarsi contro perdite di piccola entità in quanto le assicurazioni devono
coprire il loro rischio e fare profitto, quindi di fatto costerebbe di più della perdite.
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Microeconomia
Un soggetto con un capitale iniziale di M0, di fronte a due eventi (uno a credito e uno a
debito), si ritrova con un capitale M0+credito-debito e questi fanno aumentare la funzione
crescente della ricchezza totale.
Secondo la teoria gli aspetti importanti sono: gli individui valutano i guadagni e le perdite in
modo asimmetrico, dando meno importanza alle prime e inoltre, dopo averli valutati
singolarmente, li considerano congiuntamente. Questo comportamento è irrazionale in quanto
la valutazione dovrebbe essere complessiva.
I costi non recuperabili sono costi che non andrebbero considerati; anche se la maggior parte
degli individui li considera comunque.
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Microeconomia
La difficoltà nel prendere una decisione rappresenta una possibile causa all’indebolimento
della capacità descritta dalla teoria di scelte razionali.
Spesso le scelte non sono indipendenti rispetto alle alternative irrilevanti, come invece
dovrebbe essere.
Capitolo 9: La produzione
La produzione trasforma un insieme di input in output. La funzione di produzione è la relazione
con cui si combinano i fattori produttivi per generare l’output.
Gli input più importanti sono il capitale, la forza lavoro, tecnologia ecc.
Q= F(K,L)
I prodotti intermedi sono beni che vengono trasformati tramite processo in un bene di
maggior valore.
BREVE PERIODO
Il breve periodo, invece, è il periodo in cui uno più input non si possono modificare.
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Microeconomia
Le curve del prodotto totale mettono in relazione la quantità totale di output con la quantità
variabile di input.
CT= Q/L
MPL= ∆Q/∆L
APL= Q/L
Quando la curva del prodotto marginale è sopra la curva del prodotto medio; quest’ultimo è
crescente, quando la curva del prodotto
marginale è sotto la curva del prodotto
medio, il prodotto medio è decrescente.
Esse si intersecano nel punto
corrispondente al valore massimo della
curva del prodotto medio.
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Microeconomia
LUNGO PERIODO
I numeri sulle curve di indifferenza rappresentavano l’’ordinamento dei panieri sulle diverse
curve; il numero di isoquanti corrisponde al livello effettivo di output che si ottengono.
Il saggio marginale di sostituzione tecnica MRTS rappresenta il saggio al quale si può variare
un fattore produttivo con un altro, lasciando inalterato l’output; esso corrisponde al valore
assoluto della pendenza dell’isoquanto.
|∆K/∆L|
I rendimenti di scala decrescenti sono riferiti all’output inserendo gli input nella stessa
proporzione, mentre la legge dei rendimentidecrescenti si riferisce alla variazione di un solo
fattore, lasciando gli altri invariati.
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Microeconomia
Il costo totaleTCè la somma dei costi fissi e costi variabili (retta crescente aumentata dei
costi fissi); graficamente verrà rappresentato con partenza dalla linea dei costi fissi + costi
variabili.
Il costo medio fisso AFC è il rapporto tra i costi fissi e le quantità di output; esso diminuisce
all’aumentare della quantità prodotta.
Il costo medio totale ATC il rapporto tra il costo totale e le quantità di output.
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Microeconomia
Il costo marginale MC è la variazione nel costo totale che deriva aggiungendo un’unità di
output.
Quando il costo marginale è minore del medio, il costo medio sta decrescendo; essi si
incontrano nel punto di minimo.
Per minimizzare i costi della produzione bisogna allocare la produzione in modo che i costi
marginali siano uguali in ogni processo produttivo.
Nel lungo periodo non esistono costi fissi, in quanto tutti i fattori produttivi sono variabili.
Così come per il consumatore, dato un reddito e due beni si valutavano le combinazioni tramite
il vincolo di bilancio; per le imprese la retta di isocosto
permette di individuare tutte le combinazioni tra lavoro e
capitale che generano un dato livello di costo.
Per individuare l’output massimo che può essere prodotto si può individuare il punto di
tangenza tra l’isocosto e la mappa degli isoquanti.
L’uguaglianza tra il saggio marginale di sostituzione tecnica e il prezzo relativo dei fattori
produttivi.
La crescita del prodotto definisce il sentiero di espansione degli output; il quale descrive il
costo totale minimo necessario per ogni livello di produzione. In corrispondenza del sentiero si
può definire la curva del costo totale di lungo periodo (LTC). Il rendimento di quest’ultima
dipende dai rendimenti di scala dalla funzione di produzione.
I costi nel lungo periodo partono dall’origine, in quanto l’azienda non ha costi fissi, variabili
ecc, sono tutti costi variabili.
Il costo marginale di lungo periodo (LMC) è il costo che l’azienda deve sopportare per
espandere la produzione di un’unità ed è pari alla pendenza della curva del costo totale:
LMC=∆LTC/∆Q
Il costo medio di lungo periodo (LAC) è il rapporto tra il costo totale il numero di output:
LAC= LMC/Q
Le curve di costo medio di lungo periodo (LAC) e costo marginale (LMC) rappresentano dei
rendimenti di scala, se i prezzi sono costanti al variare dell’output.
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Microeconomia
Se i rendimenti di scala sono crescenti l’output cresce in modo più che proporzionale
rispetto agli input; il costo totale cresce più velocemente dell’output.
La struttura dell’industria è influenzata dai costi; in quanto l’azienda deve essere in grado di
ridurre al minimo i costi totali.
Nel mercato dove la curva del costo medio di lungo periodo è decrescente, e quindi si hanno
dei minimi costi, si ha un monopolio naturale.
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Microeconomia
Un’impresa che opera nel mercato di concorrenza perfetta e quindi può vendere la quantità
che desidera al prezzo di mercato avrà un ricavo totale proporzionale all’output; esso viene
rappresentato con la retta passante dall’origine Total Revenue (TR), la cui pendenza è uguale
al prezzo del prodotto.
Per massimizzare il profitto l’azienda deve avere un prezzo (maggiore dei costi medi variabili)
pari al costo marginale lungo il tratto di curva crescente.
Se il ricavo medio fosse più basso del costo medio, l’impresa avrebbe una perdita per ogni
unità prodotta; quindi il ricavo totale sarebbe minore del costo variabile totale (AVC). In
questo caso all’azienda non conviene produrre e pertanto si verifica la condizione di
produzione nulla – cioè l’azienda interrompe la produzione.
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Microeconomia
Il prezzo deve essere uguale al costo marginale nel tratto crescente della curva MC e
maggiore del minimo costo medio variabile; se si rispettano queste due regole si definisce a
curva di offerta di breve periodo in condizioni di concorrenza perfetta.In questo modo
l’azienda si comporta come price taker e massimizza il profitto.
Anche se l’azienda copre i costi variabili, potrebbe non avere un profitto, ma comunque offre
una quantità positiva nel breve periodo.
MC=P costo marginale
= prezzo si trovano le
quantità
Nel breve periodo:
AVC<P costi variabili
medi < prezzo allora
si ha profitto;
Nel lungo periodo:
ATC= AVC+AFC
(costi variabili + costi
fissi (/qtà) )< prezzo
si ha profitto.
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Microeconomia
Quindi se vuole massimizzare il profitto, senza influenzare il mercato l’azienda deve vendere
al prezzo di equilibrio. Se abbassa il prezzo non massimizza il profitto, se lo aumenta perde i
consumatori che acquisterebbero da altri.
L’intersezione tra la curva di domanda e di offerta determina il prezzo di equilibrio tale per
cui la quantità domandata è pari a quella offerta.
Una delle caratteristiche dei mercati di concorrenza perfetta è la garanzia dell’efficienza
allocativa; sfruttare al massimo tutti i benefici dello scambio.
Il surplus del produttore è il beneficio che l’impresa ottiene dall’aver offerto le quantità di
output per massimizzare il profitto; ed esso è differente dal concetto di profitto.
Nel breve periodo il surplus è pari al profitto economico e i costi fissi.
Per calcolare il surplus aggregato dei produttori, si sommano tutti i surplus delle singole
aziende.
Il prezzo uguaglia il costo marginale sia nel lungo che nel breve periodo; pertanto l’equilibro è
efficiente. L’ultima unità ha: per gli acquirenti un valore uguale a quello delle risorse
necessarie per produrlo.
Il prezzo è uguale al punto di minimo della curva del costo medio nel lungo periodo e non si può
ridurre il costo. Gli imprenditori realizzando soltanto il saggio normale di profitto; ovvero il
costo opportunità delle risorse investite nell’impresa. I consumatori non pagano niente di più
del costo di produzione.
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Microeconomia
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Microeconomia
Il monopolista punta anche lui alla massimizzazione del profitto; nel breve periodo sceglie un
output per cui la differenza tra ricavo e costo totale sia massima.
Il ricavo totale per un’azienda che opera in condizioni di concorrenza perfetta è una retta
passante per l’origine con coefficiente angolare = al prezzo di vendita.
Anche per il monopolista il ricavo è dato prezzo*quantità; tuttavia esso deve ridurre il prezzo,
non solo dell’unità addizionale ma di tutte le altre. Anche questa, come quella della
concorrenza perfetta, parte dall’origine, e in caso di riduzione del prezzo il ricavo totale non
aumenta proporzionalmente ma raggiunge il massimo nel punto intermedio, dopodiché
diminuisce.
Il ricavo totale raggiunge il massimo quanto l’elasticità della domanda vs il prezzo è uguale a 1.
La curva di ricavo parte dall’origine, ma quando il prezzo si riduce, il ricavo non aumenta in
modo lineare. Raggiunge semplicemente un massimo in corrispondenza del punto intermedio
della curva di domanda; dopodiché inizia a scendere.
L’inclinazione della curva di costo totale è uguale al costo marginale; il ricavo marginale è la
pendenza della curva del ricavo totale che si verifica con l’aggiunta di un’unità di output;
pertanto un monopolista ottimizza il profitto scegliendo il livello di output per cui il costo
marginale è uguale al ricavo marginale.
Un monopolista che voglia massimizzare il profitto nel breve periodo sceglierà quel livello di
output Q* tale per cui:
MCQ* = MRQ*
La condizione di ottimo
per un monopolista:
Calcolare il
ricavo
precedente alla
variazione = p*q
Calcolare il nuovo
ricavo di vendita
Quindi si fa= (Ricavo nuovo-ricavo
vecchio)/variazione quantità
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Microeconomia
il ricavo derivante dalla nuove vendite e la perdita di ricavo che si sostiene. Esso per il
monopolista è inferiore al prezzo.
Il ricavo totale èP(Q)*Q, dove P(Q) è la funzione inversa della domanda di mercato.
Quando la curva di domanda è rigida è più marcata la differenza tra prezzo e ricavo marginale
(e viceversa).
MRQ=P(1-1/|e|)
Il Mark-up (indice di Lerner) dipende dall’elasticità della domanda perché indica cosa accade
se si aumenta eccessivamente il prezzo e quindi conviene quando si ha un’elasticità rigida.
Più la domanda è rigida, più il mark up è elevato e viceversa. La formula permette di vedere il
potere di mercato del monopolista.
Il monopolista non ha una curva di offerta; ma segue una regola di offerta; ovvero uguagliare
il ricavo marginale al costo marginale.
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Microeconomia
Le autorità di politica economica possono intervenire in diversi modi per affrontare problemi
di equità ed efficienza legati al monopolio naturale:
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Microeconomia
Ogni duopolista sceglierà cosa produrre eguagliando Costo marginale al Ricavo marginale
derivante dalla domanda residuale.
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Poiché il bene è omogeneo, i consumatori acquistano dal duopolista che applica il prezzo
minore; pertanto ciascuno di essi ha l’incentivo a ridurre il prezzo marginale fintanto che
questo non coincide con il costo marginale.
Nell’oligopolio collusivo i due duo polisti riconoscono che se si comportassero come uno unico
potrebbero avere maggiori profitti:
Per massimizzare i profitti: MR= MC1=MC2, dopo aver ottenuto Q1 e Q2 si ottiene la quantità
aggregata Q* e sostituendola nella domanda di mercato si ottiene il prezzo di cartello. Le
imprese spartiscono quindi il profitto, tuttavia ciascuna ha incentivo a defezionare in quanto il
cartello non è auto vincolante.
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Microeconomia
La domanda di lavoro di breve periodo per un’impresa in concorrenza perfetta, dove il capitale
è fisso, è rappresentata dal valore marginale del prodotto lavoro VMPL= PxMPL (p è il
prezzo di mercato dell’output e MPL è la produttività marginale del lavoro).
Il valore del prodotto marginale del lavoroè VMPL=PxMPL che è pari al maggior guadagno
realizzato dall’impresa quando vende l’output che deriva dall’impiego dell’unità addizionale del
lavoro.
Nel lungo periodo la domanda di lavoro è più elastica, in quanto l’azienda ha più possibilità di
sostituire il lavoro con altri fattori produttivi.
La curva di domanda di lavoro di mercato è più inclinata rispetto alla somma delle singole
curve; in quanto una riduzione di salario porta le imprese a domandare più lavoro espandendo
la produzione. Questo comporta una riduzione del prezzo di output e conduce ad una riduzione
del valore marginale prodotto lavoro (VMPL) di tutte le imprese.
MRPL=∆TR/∆L
MRPL=MRxMPL il ricavo marginale del prodotto lavoro, allora il monopolista assume finché il
MRPL è uguale a w MRxMPL=w
L’alternativa al lavoro è il tempo libero, esso si valuta in base al costo opportunità e quindi al
reddito da lavoro a cui l’individuo rinuncia per poter godere del tempo libero, oltre a questo,
l’individuo con quel reddito acquista un insieme di beni e servizi.
Il problema dell’individuo è di scegliere tra reddito e tempo libero; e la scelta è simile a quella
tra due beni per il consumatore, quindi il punto di ottimo si avrà quando la curva di
indifferenza del tempo libero e reddito sarà tangente al vincolo di bilancio.
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Un incremento del salario ha un effetto reddito e sostituzione sulla quantità del tempo libero;
infatti questo sarà propenso a lavorare di più, riducendo il tempo libero (Effetto sostituzione)
e contestualmente aumenterà il potere d’acquisto e quindi domanderà più tempo libero
(effetto reddito).
Al variare del salario cambia la scelta ottimale e si può ottenere la curva individuale di offerta
di lavoro. In alcuni casi l’andamento può essere decrescente per valori di w elevati.
Partendo dalla dotazione iniziale (ammontare dei beni ad inizio periodo) i due individui possono
scambiarsi i beni per raggiungere un equilibrio. Nel punto in cui le curve di indifferenza di
entrambi sono tangenti non si può migliorare altro. Questo punto viene definito Pareto-
ottimale.
Nelle economie di mercato dove ci sono milioni di individui, l’equilibrio viene raggiunto dai
prezzi. Quando per un determinato prezzo c’è un eccesso di domanda, molti acquirenti
pagheranno di più, dall’altra parte il prezzo di quel bene aumenterà e l’eccesso di domanda
viene riassorbito.
L’equilibrio si realizza quando la domanda coincide con le dotazione aggregate di due beni,
ossia quando i saggi marginali di sostituzione sono uguali al prezzo.
Secondo il teorema della mano invisibile (primo teorema del benessere) l’equilibrio nei mercati
equilibrio pareto-ottimale (teorema di Adam Smith mano invisibile).Il secondo teorema
dell’economia del benessere afferma che ogni allocazione sulla curva dei contratti può essere
ottenuta come equilibrio concorrenziale.
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La rilevanza del secondo teorema sta nel fatto che consente di separare logicamente il
problema dell’equità nella distribuzione dal problema dell’efficienza dell’allocazione.
Per costruire la scatola di Edgeworth riferita alla produzione si procede come nello scambio:
minimizzare i costi implica che il saggio marginale di sostituzione sia uguale per tutte le
imprese, dall’unione di tutti i punti efficienti nella produzione si ricava la curva dei contratti
di produzione.
MRT= MCX/MCY
Per essere efficienti le combinazioni di fattori produttive devono essere uguali il MRS e MRT.
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Microeconomia
Si parla di esternalità positive o negative quando un’attività crea costi o ricavi a terzi, che
non siano inclusi tra benefici e costi privati.
Secondo il teorema di Coase quando le parti interessate da esternalità possono negoziare tra
loro senza costi, si perviene sempre a un risultato socialmente efficiente, indipendente da
come la legge attribuisca la responsabilità dei danni.
Le leggi che regolamentano le proprietà sono stabilite per riprodurre gli accordi che
avrebbero raggiunto gli individui se fossero stati liberi di negoziare tra loro senza costi.
La tassazione rappresenta una soluzione alle esternalità negative in quanto fornisce delle
entrate al governo ed è esente dalle inefficienze allocative.
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Microeconomia
Un bene con gradi elevati di non rivalità e non escludibilità è definito bene pubblico puro (es:
difesa nazionale).
Il bene collettivo è il bene che ha solo il principio della non rivalità; questi sono offerti dal
governo o da imprese private.
La curva di domanda di mercato per i beni pubblici è la curva della disponibilità aggregata a
pagare ed è rappresentata dalla somma verticale che ogni individuo è disposto a pagare.
La curva del costo marginale si interseca con la curva di domanda aggregata e quindi si
determina il livello ottimale di offerta di un bene pubblico. Questo si verifica se il costo
totale è rappresentato dall’area sottostante la curva del CM e la disponibilità a pagare è
misurata nell’area sottostante la curva aggregata di disponibilità a pagare. Se il costo totale è
minore della disponibilità a pagare, Q* è il livello ottimale del bene.
I beni pubblici e i beni privati consumati congiuntamente sono diversi dai beni privati
consumati individualmente; individui indifferenti sono liberi di consumare come meglio
desiderano i beni privati che scelgono; ma i beni consumati insieme devono essere offerti nella
stessa quantità e qualità a tutti gli individui.
Un sistema tributario del tipo lump-sum tax(pagamento delle tasse a forfait, senza
considerare il reddito) provoca agli individui con un maggior reddito di consumare beni pubblici
di qualità e quantità inferiore rispetto a quella desiderata; un sistema invece basato su
imposta progressiva incrementa il surplus economico di tutti gli individui.
Si definisce free-ridingla scelta di astenersi dal fornire il proprio contributo, sperando siano
gli altri a contribuire. Questi problemi spesso si risolvono trovando nuovi metodi per
finanziare per esempio vendere un prodotto collaterale del bene pubblico.
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Microeconomia
Anche contratti legali tra privati rappresentano un mezzo per superare le difficoltà di free-
riding.
Il costo marginale del consumo addizionale di un bene pubblico è pari a zero; il costo marginale
di beni privati decresce all’aumentare del numero di utilizzatori. Per un bene privato quando il
costo marginale è inferiore al costo medio, i consumatori sono incentivati a condividerne
l’acquisto e l’uso.
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