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Università di Torino

Corso di Microeconomia
Pindyck – Rubinfeld
Capitolo 1 – Introduzione

Docente: Prof. Pellegrino

a.a. 2020 – 2021


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Capitolo 1 – Introduzione al corso

o Tutto il capitolo è oggetto di studio, ad esclusione del:


â Paragrafo 1.4 – Perché studiare la microeconomia?

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Concetti di base
o Lo studio dell’economia si compone di due branche principali:
â la microeconomia;
â la macroeconomia.

o La microeconomia si occupa del comportamento dei singoli


agenti economici e spiega come e perché gli agenti economici
compiono scelte economiche.
Consumatori
Lavoratori
Imprese
Proprietari terrieri
Investitori

â Descrive il modo in cui i consumatori prendono decisioni di ac-


quisto e come variazioni dei prezzi e dei redditi influenzano le
loro scelte.
â Descrive in quali modi le imprese decidono quanti lavoratori as-
sumere e come i lavoratori decidono quanto lavorare.
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Concetti di base

o La microeconomia si occupa anche delle interazioni tra agenti


economici:
â studiando il comportamento e l’interazione di imprese e con-
sumatori, la microeconomia rivela il funzionamento e l’evoluzione
dei settori produttivi e dei mercati.

o La microeconomia:
â si pone l’obiettivo di capire la struttura istituzionale di un si-
stema economico.
â si pone inoltre l’obiettivo di spiegare in che modo le risorse scarse
vengano allocate ai diversi usi mediante i mercati.

o La microeconomia è quindi la scienza che studia la condotta


umana come relazione tra scopi e mezzi scarsi applicabili ad usi
alternativi.
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Concetti di base

o La microeconomia ha a che fare con dei limiti:


â il reddito che i consumatori possono spendere per l’acquisto di
beni e servizi;
â budget e know-how che le imprese possono utilizzare per pro-
durre;
â il numero di ore che i lavoratori possono ripartire tra tempo
libero e lavoro.

o Fondamentale è dunque il ruolo dei prezzi: la microeconomia


descrive anche il modo in cui essi vengono determinati.
â Un consumatore sceglie la quantità da acquistare di due prodotti
in base alle proprie preferenze e in base ai prezzi dei prodotti.
â Un lavoratore sceglie il tempo da dedicare al lavoro e al tempo
libero anche in base al prezzo che ottiene per il proprio lavoro,
ovvero il salario.
â Una impresa sceglie se assumere nuovi lavoratori o acquistare
nuovi macchinari anche in base al livello dei salari e ai prezzi dei
macchinari.
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Concetti di base

o La microeconomia studia i modi per gestire al meglio questi


limiti: si occupa dell’allocazione delle risorse scarse.

o La microeconomia è interessata alla spiegazione dei fenomeni


osservati.

o Le spiegazioni e le previsioni si basano su teorie.


â Le teorie economiche costituiscono la base per la formulazione
di previsioni.
â Con l’applicazione di tecniche statistiche ed econometriche, le
teorie possono essere utilizzate per costruire modelli tramite i
quali effettuare previsioni quantitative.
â La statistica e l’econometria consentono inoltre di misurare la
precisione delle previsioni.

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Analisi positiva e analisi normativa

o La microeconomia affronta questioni di natura:

â positiva;

â normativa.

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Analisi positiva

o L’analisi positiva cerca di rispondere alla domanda: qual è


l’effetto della politica X sulla variabile Y ?

â La teoria positiva spiega le cause di un fenomeno economico.


Descrive le relazioni di causa ed effetto.
Non devono essere specificati giudizi di valore.

â Esempi
Cosa succede all’offerta di lavoro (Y ) se viene aumantata l’ali-
quota d’imposta (X )?
Cosa succede alla quantità prodotta da un monopolista (Y ) se
viene imposta una certa struttura tariffaria (X )?
Cosa succede se il governo decide di aumentare l’accisa sulla
benzina?

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Analisi normativa
o L’analisi normativa cerca di rispondere alla domanda: qual è la
scelta migliore da intraprendere per ottenere il risultato Z ?
â L’analisi normativa non si preoccupa solo di scelte alternative,
ma considera anche come le singole scelte sono strutturate.
Se il governo introduce l’accisa sulla benzina, nel bilanciare i
costi e i benefici del provvedimento, un aspetto fondamentale
è la quantificazione dell’entità ottimale dell’imposta.
Devono essere specificati giudizi di valore, spesso per bilanciare
il trade-off tra equità ed efficienza.
Quando si considerano giudizi di valore, la microeconomia non
è in grado di indicare quale sia la politica migliore, ma può
aiutare a capire meglio i trade-off da affrontare.

â Esempi
Come dovrebbero essere strutturate le imposte al fine di mini-
mizzare le distorsioni nell’offerta di lavoro (Z )?
Come dovrebbe essere regolamentata la tariffa per il mono-
polista se l’obiettivo è avere una produzione che massimizzi il
benessere della collettività (Z )?
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Il mercato

o Gli agenti economici possono essere suddivisi in due grandi


gruppi, in base al loro ruolo.
â Acquirenti:
i consumatori (che acquistano beni e servizi);
le imprese (che acquistano il lavoro, il capitale e le materie prime
utilizzate per produrre i beni e i servizi).

â Venditori:
le imprese (che vendono i loro prodotti e servizi);
i lavoratori (che vendono le loro prestazioni lavorative);
i proprietari di risorse (che cedono in locazione immobili o ven-
dono risorse alle imprese).

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Il mercato

o La maggior parte degli agenti economici opera sia come ac-


quirente sia come venditore, ma è utile considerare ciascun
soggetto come semplice acquirente quando acquista e come
semplice venditore quando vende.

o Acquirenti e venditori interagiscono tra loro, dando luogo ai


mercati.

o Un mercato è l’insieme degli acquirenti e dei venditori che, at-


traverso le loro interazioni (effettive e potenziali), determinano
il prezzo di un prodotto o di un gruppo di prodotti.

o Un’industria, invece, è un insieme di imprese che vendono uno


stesso prodotto (o prodotti strettamente correlati) e costituisce,
di fatto, il lato dell’offerta di un mercato.
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Definizione ed estensione del mercato

o Gli economisti si occupano della definizione di mercato, ovvero


di determinare quali acquirenti e venditori debbano essere in-
clusi in un particolare mercato.

o Il mercato dell’oro.
â Se un newyorkese intende acquistare oro, egli non si sposterà a
Zurigo per farlo.
â La maggior parte di quelli che acquistano oro a New York inter-
agisce con venditori che operano a New York.
â Poiché il costo di trasporto dell’oro è basso rispetto a quello
dell’oro stesso, gli acquirenti di New York potrebbero acquistare
a Zurigo, se lı̀ i prezzi fossero significativamente più bassi.
â Differenze significative nel prezzo creerebbero però possibilità
di arbitraggio (ovvero la possibilità di acquistare ad un prezzo
basso su una piazza e di vendere ad un prezzo più alto altrove).
â Questo aspetto impedisce che il prezzo dell’oro a New York dif-
ferisca in modo significativo da quello di Zurigo, determinando
l’esistenza di un mercato mondiale dell’oro.
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Definizione ed estensione del mercato

o Per alcuni beni ha senso parlare di mercato solo con riferimento


ad un’area geografica circoscritta.

o È il caso, ad esempio, del mercato immobiliare.


â La maggior parte delle persone che lavorano a Torino cercherà
una casa non troppo distante da Torino.
â Un potenziale aquirente non sarà interessato ad abitazioni lon-
tane 500 km da Torino, anche se più economiche.
â Per queste ragioni il mercato immobiliare di Torino è separato e
distinto da quello di Roma, ad esempio.

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Prezzi reali e prezzi nominali

o Spesso è utile confrontare il prezzo odierno di un bene con il


prezzo passato o il probabile prezzo futuro.

o Per rendere significativo questo confronto, occorre esprimerlo


in relazione ad un livello generale dei prezzi.
â Il prezzo di una dozzina di uova oggi è molto più alto del prezzo
di 50 anni fa, in termini assoluti.
â Rispetto al livello generale dei prezzi, il prezzo di una dozzina di
uova oggi è più basso di 50 anni fa.

o Quando si confrontano prezzi riferiti a tempi diversi, occorre


tenere conto dell’inflazione (ovvero l’aumento del livello gene-
rale dei prezzi).
â Occorre quindi misurare i prezzi in termini reali anziché nominali.

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Prezzi reali e prezzi nominali

o Il prezzo nominale di un bene è il suo prezzo assoluto.

o Il prezzo reale di un bene è il prezzo rapportato ad una misura


aggregata dei prezzi (per tenere conto dell’inflazione).

o Per i beni di consumo la misura aggregata dei prezzi più utiliz-


zata è l’indice dei prezzi al consumo (IPC ).

o Esso è calcolato attraverso la rilevazione dei prezzi al dettaglio


e registra le variazioni nel tempo del costo di un ampio paniere
di beni acquistati da un consumatore tipo.

o Le variazioni percentuali dell’IPC misurano il tasso di inflazione


dell’economia.
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Prezzi reali e prezzi nominali

o Al netto dell’inflazione, un determinato bene era più costoso


nel 2015 o nel 1970?

o Per rispondere alla domanda occorre calcolare il prezzo del bene


del 2015 in termini di moneta del 1970.

o Negli USA il prezzo nominale di una libbra di burro era di 0,87


dollari nel 1970 e di 3,48 dollari nel 2015:
N
P1970 = 0, 87
N
P2015 = 3, 48
o Negli USA l’IPC nel 1970 era pari a 38,8, mentre era pari a
237 nel 2015:
IPC1970 = 38, 8
IPC2015 = 237
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Prezzi reali e prezzi nominali

o Valutato in termini di dollari del 1970, il prezzo reale del burro


del 2015 era pari a

2015 IPC1970 N 38, 8


P1970 = · P2015 = · 3, 48 = 0, 57
IPC2015 237

o In termini reali, il prezzo del burro del 2015 era minore di quello
del burro del 1970:
N 2015
P1970 = 0, 87 > 0, 57 = P1970

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Prezzi reali e prezzi nominali

o Tra il 1970 e il 2015 il prezzo nominale del burro è salito del


300%:
3, 48 − 0, 87
=3
0, 87

o Tra il 1970 e il 2015 l’IPC è salito del 511%:


237 − 38, 8
= 5, 108
38, 8

o Rispetto al livello generale dei prezzi, il prezzo del burro è dimi-


nuito tra il 1970 e il 2015.

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I prezzi delle uova negli Stati Uniti

1970 1980 1990 2000 2016


IPC 38,8 82,4 130,7 172,2 241,7
PtN 0,61 0,84 1,01 0,91 2,47
t
P1970 0,61 0,40 0,30 0,21 0,40
t
P1990 2,05 1,33 1,01 0,69 1,34

1980 IPC1970 N 38, 8


P1970 = · P1980 = · 0, 84 = 0, 40
IPC1980 82, 4

1970 IPC1990 N 130, 7


P1990 = · P1970 = · 0, 61 = 2, 05
IPC1970 38, 8

2016 IPC1990 N 130, 7


P1990 = · P2016 = · 2, 47 = 1, 34
IPC2016 241, 7

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Prezzi reali e prezzi nominali

o Nel corso faremo riferimento al prezzi reali, non nominali.

o Anche se i prezzi verranno misurati in dollari piuttosto che in


euro, ragioneremo in termini di reale potere d’acquisto di quel
denaro.

o Si considerino due beni. Nel corso del tempo il prezzo reale di


un bene aumenta, mentre quello dell’altro diminuisce. Il prezzo
nominale di entrambi, invece, aumenta.

o Nelle scelte effettuate dai consumatori, sono le variazioni rela-


tive dei prezzi che contano e non il fatto che il prezzo dei due
beni sia aumentato, in termini nominali, nel corso del tempo.

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