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Lezione 4

MERCATO CONCORRENZIALE
Si consideri un mercato concorrenziale in cui la funzione di domanda diretta è rappresentata da
Q D= a-bP, mentre la funzione di offerta è data da QS =c+dP.
Per determinare l’equilibrio di mercato è necessario eguagliare la quantità domandata alla
quantità offerta ponendo Q D=Q S. Questa equazione può essere riscritta, sostituendo dalle
funzioni di domanda e offerta, come a-bP = c+dP. la soluzione di questa equazione permette di
a−c
determinare il prezzo di equilibrio che sarà pari a: p*=
b +d
Per ottenere il valore della quantità del bene scambiata in equilibrio, possiamo sostituire il prezzo
di equilibrio nella funzione di domanda oppure nella funzione di offerta. Sostituendo nella
funzione di domanda avremo :
a−c a ( b+d ) −ab+bc ad +bc
Q*=a-b b +d = = b +d
b+ d
la coppia prezzo quantità di equilibrio sul mercato concorrenziale può essere ricevuta, in modo
analogo, eguagliando le funzioni di domanda e di offerta inversa. In questo caso, avremo che
a Q −c Q
− = +
b b d d
Da cui si ricava che:

Sostituendo la quantità di equilibrio nella funzione inversa di domanda o, indifferentemente, nella


funzione inversa di offerta, si può ricevere il valore di equilibrio del prezzo che sarà dato da:

EFFETTI DI STATICA COMPARATA SULLA QUANTITA’ E SUL PREZZO DI EQUILIBRIO


(catturare l’effetto della variabile reddito sull’equilibrio del mercato)
La variazione di una di queste variabili provoca una traslazione della curva di domanda verso
l’alto
La funzione di domanda, nella rappresentazione che ne abbiamo appena dato, lega ovviamente
prezzo
del bene e quantità. Noi sappiamo però che altri fattori (diversi dal prezzo del bene) possono
influenzare la quantità domandata:
• reddito disponibile: generalmente quando aumenta il reddito a disposizione aumenta anche la
domanda del bene considerato, se il suo prezzo si mantiene stabile; l'eccezione riguarda i beni
"inferiori";
• prezzi dei beni correlati: generalmente la domanda di un bene (burro) cala quando il prezzo di un
bene sostituibile (margarina) diminuisce, anche se il prezzo del primo bene resta immutato;
inoltre la domanda di un bene (zucchero) aumenterà quando il prezzo di un
bene complementare (caffè) diminuisce;
• variazione dei gusti e delle preferenze: ovviamente un bene che diviene "di moda" vedrà
aumentare la sua domanda anche se il prezzo resta invariato.
Movimenti lungo la curva di domanda sono quelli che legano la quantità domandata e il prezzo.
Movimenti della curva o traslazioni della curva sono quelli che ci permettono di catturare, nel
grafico
in cui misuriamo p e Q, gli effetti di una variazione di una variabile diversa da p e Q.
Quindi la variazione di uno di questi fattori (diversi dal prezzo del bene) che influenzano il livello
della domanda di un bene determinerà uno spostamento (traslazione) della curva di domanda e,
conseguentemente, una modifica dei valori del prezzo e della quantità di equilibrio. Per illustrare
questo problema si consideri la domanda di un bene che dipende negativamente dal suo prezzo e
positivamente dal livello del reddito dei consumatori. Si supponga che la funzione di domanda sia
rappresentata dall’equazione lineare:
(L’effetto di una variazione del reddito sulla quantità scambiata Se Q D è la funzione di domanda
come catturo questi “spostamenti” della curva di domanda. L’idea è questa. Io ho una funzione
che posso chiamare)
(1)
kè una costante
M —> è il reddito
con gamma > 0 nel caso di beni normali
gamma > 0 mi dice che, in caso di beni normali, all’aumentare del reddito aumenta la quantità domandata, fermo
restando il livello del prezzo. Il legame tra M e Q, dato p, sta nella costante a (a = ℎ + 12). Quindi dire che aumenta il
reddito equivale a dire aumenta a e quindi si verifica una traslazione (come detto prima). Quindi il reddito, e l’effetto
del reddito, sta in a. A questo punto sono legittimato a dire che se il bene è un bene normale, vista la (1), se aumenta R
aumenta a e se aumenta a io ho una traslazione della curva verso dx (e quindi verso l’alto).
Si noti che una variazione del reddito comporterà, a parità di altre condizioni, una variazione della
quantità domandata nella stessa direzione; in questo caso, si dirà che il bene è percepito come un
bene normale

. Qualora, invece, le variazioni del reddito e della quantità domandata fossero di segno
diverso, parleremmo di beni inferiori in quanto un aumento(diminuzione) del reddito dei
consumatori provocherà una riduzione (aumento) della quantità domandata E’
questo il caso, ad esempio, di quei beni il cui consumo è connesso ad un determinato stile di vita
come le spese alimentari, quelle per il tempo libero o per divertimento. Le abitudini di consumo di
un agente in questi ambiti potranno modificarsi qualora egli acceda a livelli di reddito superiori che
gli consentiranno di sostituire al paniere di beni acquistato in precedenza diversi livelli di consumo
prima inaccessibili. La modifica del paniere di consumo, sollecitata dal raggiungimento di un più
elevato livello di reddito, determinerà quindi una riduzione della spesa per i beni acquistati
originariamente che saranno quindi identificati come beni inferiori.
La domanda di un bene dipende anche dai prezzi di altri beni che vengono considerati dal
consumatore sostitutivi o complementari al bene domandato. Due beni, indicati con 1 e 2, si

dicono sostituti (complementari) quando vale a dire che indicheremo due beni come
tra loro sostituti quando, al crescere del prezzo di uno di essi, crescerà la domanda per l’altro: al
contrario, due beni di dicono complementari quando al crescere del prezzo di uno di essi si riduce
la domanda anche dell’altro bene (si pensi, ad esempio, alla riduzione della domanda di
attrezzature per lo sci che si determinerebbe in presenza di un aumento del prezzo delle settimane
bianche). Per catturare anche questo effetto sulla domanda di un bene possiamo riscrivere la
funzione di domanda lineare del bene i come:
,dove il segno del parametro µ sarà positivo quando i due beni sono sostituti, negativo quando
complementari e nullo nel caso di beni indipendenti.
Questa funzione di domanda rappresenta una visione maggiormente articolata della funzione
lineare che abbiamo impiegato per caratterizzare l’equilibrio di mercato competitivo; tuttavia è
possibile conciliare queste formulazioni ponendo . (INTERCETTA FUNZIONE DI
DOMANDA)
In questo modo apparirà naturale interpretare variazioni del parametro a come effetti di una
variazione del reddito e del prezzo di un altro bene che determineranno spostamenti (traslazioni)
della curva di domanda sul piano. Si esamini, per esempio, l’effetto di un incremento (riduzione)
del reddito dei consumatori sulla coppia prezzo-quantità di equilibrio in un mercato
concorrenziale; come notato in precedenza, sarà necessario distinguere due casi:
1 Il bene è normale (γ > 0); in questo caso, il valore del parametro a aumenterà(diminuirà) e, di
conseguenza, la curva di domanda traslerà verso l’alto a destra (basso a sx);
2 Il bene è inferiore (γ < 0), il valore del parametro a diminuirà (aumenterà) e la curva di domanda
traslerà verso il basso a sinistra (alto a dx).

Nel caso 1, quindi, un aumento del reddito, determinando attraverso una traslazione verso
l’alto a destra della retta che rappresenta la funzione di domanda inversa, provocherà un
aumento del prezzo e della quantità di equilibrio.
Nel caso 2, invece, un aumento del reddito provocherà una traslazione della curva di domanda
verso il basso e, di conseguenza, una riduzione del prezzo e della quantità di equilibrio.
Allo stesso modo, una variazione del prezzo di un altro ben si tradurrà in una variazione del
parametro a e determinerà una traslazione della curva di domanda.
Si consideri l’effetto di un aumento (diminuzione) del prezzo del bene j; anche ora dovremo
distinguere due casi:
1 i due beni sono sostituti (µ > 0), il valore del parametro a aumenta (diminuisce) e la curva di
domanda traslerà verso l’alto a destra (basso a sx);
2 i due beni sono complementari (µ < 0), il valore del parametro a diminuisce (aumenta) e la curva di
domanda traslerà verso il basso a sinistra (alto a dx);

nel primo caso, quindi, un aumento del prezzo di un bene sostituto, determinando una
traslazione verso l’alto a destra della retta che rappresenta la funzione di domanda inversa,
provocherà un aumento del prezzo e della quantità di equilibrio.

In modo analogo, appare possibile analizzare gli effetti di cambiamenti delle variabili, diverse
dal prezzo del bene, che influenzano le decisioni di offerta dei produttori.
Un incremento del prezzo dei fattori produttivi (costo del lavoro o delle materie prime, tasso di
interesse), ad esempio, provocherà una traslazione verso l’alto a sinistra della curva di offerta
con la conseguenza che la quantità scambiata sul mercato sarà ridotta e il prezzo risulterà più
elevato. Dal punto di vista algebrico, un simile effetto viene catturato da una riduzione del
parametro c che determinerà proprio uno spostamento verso l’alto a sinistra della stessa curva
(una riduzione del valore del parametro c determina un intercetta verticale maggiore della
curva di offerta inversa (-c/d) e un’intercetta orizzontale minore(c) ).
Un incremento del valore del parametro b provocherà una riduzione dell’intercetta verticale e
dell’inclinazione della curva di domanda inversa. L’intercetta orizzontale resterà invariata. Ne
deriva
Un incremento del valore del parametro b provocherà una riduzione verticale e
dell’inclinazione della curva di domanda inversa. L’intercetta orizzontale resterà invariata. Ne
deriva che, in equilibrio, si determinerà una riduzione del prezzo e della quantità.
Infine, un aumento del valore del parametro d, determinando una riduzione dell’intercetta
(negativa) e della pendenza della funzione di offerta inversa (si noti che il valore dell’intercetta
orizzontale c resta invariato) causerà un aumento della quantità scambiata sul mercato e una
riduzione del prezzo di equilibrio.
Da sbob:

Gli effetti di una variazione dei parametri del modello lineare di equilibrio in un mercato
concorrenzile sul prezzo e la quantità scambiata sono riassunti:

Data la coppia prezzo-quantità corrispondente all’equilibrio del mercato concorrenziale,


possiamo ora calcolare il livello del benessere sociale, dato dalla somma del SURPLUS DEI
CONSUMATORI E DEI PRODUTTORI.

Le funzioni inverse di domanda e offerta sono date, rispettivamente, da:


-c/d è neg cioè 1/d la retta incontra l’asse delle ascisse
A dx del punto 0.0 quindi l’area del s. dei produttori sarà un
trapezio

Il surplus dei consumatori è misurato dall’area compresa tra la curva della curva inversa di
domanda e il prezzo di equilibrio. Avremo quindi:

Il surplus dei produttori è misurato dall’area del trapezio ( non più un triangolo lo era se
l’intercetta era =0) . Avremo quindi:

Da cui deriva che il livello del benessere sociale sarà pari a:

Si supponga che, data la struttura del mercato, un pianificatore desideri scegliere la coppia prezzo
quantità che rende massimo il benessere sociale rappresentato dalla somma del benessere dei
consumatori e del benessere dei produttori.
Nel caso di funzioni di domanda e offerta lineari, il problema di massimizzazione del benessere
della collettività potrà essere scritto come:

La condizione del primo ordine del problema sarà quindi data da:

Da cui si ottiene che


a−c
P= = P*
b +d
e, sostituendo nella funzione di domanda o in quella di offerta
ad +bc
Q*=
b +d
Vale a dire che la coppia prezzo quantità che massimizza il benessere sociale è proprio quella
corrispondente alla soluzione di equilibrio del modello concorrenziale.

INTRODUZIONE DI UN’IMPOSTA
Si ha una divaricazione fra il prezzo ricevuto dal produttore e quello pagato dai consumatori e
questa differenza è data dall’imposta

se introduciamo un imposta avremo una nuova intercetta a/b - t e avremo una


traslazione pari a t della curva di domanda verso il basso oppure se lasciamo le
formule come sono faremo traslare la curva di offerta verso l’alto sx

Più alto in assenza di imposta. Quando


t=0 l’eq è a-c/b+d (nel caso lineare)

Più basso
Si noti che le due espressioni precedenti mostrano che la quota di imposta che grava sui
consumatori (produttori) dipende direttamente dal valore del parametro d(b) , vale a dire
dall’inclinazione della funzione di domanda (offerta). Più in generale, il fattore di traslazione, cioè
la quota di imposta che grava sui consumatori (produttori) dipende dal valore relativo
dell’elasticità dell’offerta(domanda). Infatti, le due espressioni relative alla quota di imposta che
grava sui due gruppi di agenti possono essere opportunamente riscritte in termini di elasticità
della domanda e dell’offerta. Avremo infatti:

L’analisi delle espressioni precedenti mostra che la quota di imposta graverà sui consumatori, per
un valore finito dell’elasticità dell’offerta, cresce al ridursi dell’elasticità della domanda fino a
diventare pari a 1 (l’imposta graverà interamente sui consumatori) nel caso in cui la domanda sia
perfettamente rigida. Al contrario, quando l’elasticità della domanda tende a infinito, la quota
d’imposta che graverà sui consumatori tenderà a 0.
Art. I PAID $2,500 for a Halmiton ticket. I’m happy about it
MANKIW fece un viaggio a New York City quando la sua vita professionale o personale gli porta a
visitare qualche città cerca sempre di trovare il tempo per andare a vedere una commedia , e c’era
un musial di Miranda questo che era un genio infatti i biglietti di Hamilton erano veramente difficili
da trovare infatti i biglietti messi in vendita dal teatro finivano molto rapidamente
Egli comprò i biglietti due settimane prima del suo viaggio su ebay a 2.500 $ a biglietto circa 5 volte
il loro valore nominale che significa che il mercato li aveva messi in media 500 $.
Molte persone avranno obiezioni relativamente al prezzo termini come scalping and prices
gouging
questi sono prezzi a termini importanti che vengono utilizzati nella economia di internet che
salgono fino a livelli inverosimili.
Molte persone non possono semplicemente permettersi di pagare così tanto soltanto poche ore di
intrattenimento.
I prezzi alti sono la conseguenza di una domanda elevata e di un’offerta limitata
Lezione 5
Teoria del consumatore
Approccio classico all’analisi del comportamento di scelta del consumatore

Dato un sistema di vincoli di natura fisica ed economica e data una struttura di preferenze l’agente
sceglie tra le alternative disponibili un pattern di consumo in modo da raggiungere il risultato che
considera per lui o per lei migliore.
E’ abbastanza evidente che la costruzione di un approccio di analisi economica al comportamento
di scelta del consumatore deve anche cercare il soddisfare un requisito di regolarità che permetta
sostanzialmente di utilizzare o impiegare le tecniche del calcolo differenziale per poter andare a
caratterizzare le soluzione del problema cioè l’impiego di uno strumento analitico rilevante come
la funzione di utilità come modalità di rappresentazione delle preferenze del consumatore è
perfettamente funzionale all’ impiego delle tecniche di ottimizzazione vincolata per la soluzione
del problema di scelta del consumatore ora è abbastanza evidente che per poter naturalmente
parlare di un problema di ottimizzazione vincolata bisogna chiarire qual è l'oggetto della scelta del
consumatore e chiarire inizialmente quali sono i vincoli alcuni del suo problema di scelta il nostro
agente consumatore dovrà soddisfare.
Di natura economica dato un oggetto della scelta che sono combinazioni di beni chiaramente
dobbiamo sfruttare poi una rappresentazione dei gusti e delle preferenze del consumatore per
poter naturalmente costruire un modello di comportamento l' approccio che tradizionalmente
viene seguito nell’analisi economica è un approccio che si basa su un insieme di assiomi cioè in
generale se noi dobbiamo rappresentare il comportamento di scelta di questo ipotetico agente
ideale il consumatore chiaramente sappiamo che le preferenze sono una componente del tutto
legata alla individualità ma noi abbiamo bisogno di chiaramente raggiungere risultati siano
sufficientemente generali l' approccio assiomatico quindi ci permette in qualche misura di
introdurre il tema di una rappresentazione delle preferenze che abbia questa finalità e cioè
rispondere ad un' esigenza e cioè quella di individuare requisiti di coerenza logica di robustezza
della costruzione di un ordinamento di preferenze che dovrebbero potrebbero si ritiene
dovrebbero essere soddisfatti da ogni individuo che voglia legare suo processo di scelta ad un
ipotesi di razionalità cioè cerco di spiegarmi noi sappiamo che un elemento cruciale del processo
di scelta individuale e dato dalla struttura di preferenze dei gusti dell' individuo allora uno
potrebbe tipicamente obiettare ma i gusti sono un corso di perti nella sfera individuale come
facciamo noi a immaginare di poter rappresentare i gusti di ogni individuo o come possiamo noi
pensare che la rappresentazione delle preferenze di questo agente ideale il consumatore possa in
qualche modo catturare no un processo di scelta e poi a livello individuale si muove si articola
secondo delle modalità che sono specifiche proprie.
L’ approccio assiomatico a cosa serve? Su quali pilastri si fonda?
è vero un individuo ha la sua struttura di preferenze e vero io non potrei mai che sono in grado di
raccogliere informazioni traducibili in una modellizzazione su la struttura di preferenze di ognuno e
vero debbo riconoscere 1 ° di differenza tra le preferenze individuali di tanti ma è altrettanto vero
che io posso assumere che nella costruzione di un ordinamento di preferenza tutti gli individui
debbano rispettare alcuni requisiti che in economia meno definiti di razionalità individuale di
coerenza logica e nel farlo quindi mi muovo nella direzione di poter rappresentare il
comportamento di scelta di una gamma molto ampia di individui almeno di tutti coloro che
pervengono ad una costruzione del loro ordinamento individuale di preferenze rispettando una
struttura logica coerente naturalmente questo non ci libera dal problema che potrebbe essere
facilmente osservato da parte di qualcuno il tipo va bene ma esistono persone esistono individui
che prendono le loro decisioni in modo del tutto casuale va bene e quindi perché chiedersi o
perché immaginare che queste persone nella costruzione del loro processo di scelta soddisfino dei
requisiti di razionalità così d'accordo perfettamente legittimo pensare e perfettamente possibile
che questo accada però ecco a quel punto li vedete bisogna fare un osservazione che ci Lega poi
alle prime riflessioni che vi ho proposto questa mattina non è il definire il comportamento dei
singoli agenti noi non dobbiamo dimenticare che abbiamo in mente una finalità e la finalità è
quella di pervenire alla costruzione di un modello di funzionamento del sistema economico perché
soltanto disponendo di una rappresentazione di un modello del sistema economico potremmo poi
rispondere a delle domande il tipo va bene ma come deve essere questo organizzato se
organizzate in un certo modo otteniamo determinati risultati se noi organizziamo un sistema di
relazioni economiche in un certo modo possiamo anche prevedere che cosa succede al sistema nel
momento in cui ad esempio viene disturbato attraverso no le valutazioni di un'analisi di sensibilità
benissimo ora per pervenire la costruzione di un modello di funzionamento del sistema economico
io non posso fare a meno che immaginare di immaginare che tutte le componenti del sistema beh
debbano soddisfare dei requisiti di razionalità per una semplice ragione perché se così non fosse
sostanzialmente non potrei mai costruire un modello coerente cioè l'idea stessa che io voglio
costruire un modello in cui i singoli elementi non devono essere coerenti tra di loro beh mi impone
necessariamente che il criterio che io adotto per la costruzione di questo modello deve essere un
criterio che soddisfa determinati requisiti perché se così non fosse non potrei mai costruire un
modello dicendo va bene ma tutto va in maniera caotica che coerenza potrei dare potrei in un
istante costruire una cosa un attimo dopo invece dimostrare che questa cosa non si tiene in piedi
quindi diciamo l'idea che quindi il comportamento dei singoli agenti sia caratterizzato da requisiti
di coerenza interna e assolutamente funzionale all' obiettivo di fondo era analisi economica che è
quella appunto della costruzione di un modello di funzionamento dell’economia cioè se
sostanzialmente non è impossibile anzi legittimo riconoscere che ci possono essere
comportamenti erratici e altrettanto legittimo mente fondato assumere che non possiamo
costruire un modello di funzionamento del sistema economico basato su ipotesi che i
comportamenti siano pasquali ma se noi vogliamo costruire un modello di funzionamento del
sistema economico dobbiamo immaginare che questi comportamenti siano evidentemente tenuti
in modo marginale irrilevante dal punto di vista della coerenza del disegno complessivo e per
questo quindi che non dovete fare altro che immaginare che quei requisiti di razionalità che noi
imporremo sono perfettamente coerenti con la logica del costruzione di un progetto più ricco e
articolato rispetto alla semplice descrizione di ciò che accade intorno.
Oggetto della scelta
Consideriamo un’economia in cui il numero di beni L tra cui il consumatore può effettuare la sue
scelte sia finito ( l =…L)
Oggetto della scelta del consumatore sono panieri o combinazioni beni, vale a dire un elenco delle
quantità di ciascuno degli L beni disponibili nel sistema.

Il paniere x è una combinazione di beni -> che indica la quantità del bene 1, 2 … e dell’ ell-esimo
bene .
X è un vettore

I panieri di consumo tra cui l’agente può effettuare le proprie scelte appartengono all’insieme di
consumo X⊂ R L.

Come ricorderete, abbiamo discusso nel corso della prima lezione dedicata alla teoria del
consumatore diversi esempi di “insieme di consumo” (sono degli insiemi che hanno delle
limitazioni per es. ci sono dei vincoli, dei limiti fisici ecc.. ) costruito per illustrare casi specifici in cui
le opportunità di consumo dell’agente erano limitate come nei casi di:

a) Beni disponibili in quantità discrete


b) Vincoli di sussistenza
c) Non è possibile superare limiti spaziali
d) Non è possibile superare limiti fisici

Per semplicità ipotizzeremo che i beni siano perfettamente divisibili e che

Significa che l’insieme di consumo è l’insieme di tutte le combinazioni di beni che sono disponibili
all’interno del sistema economico.

Si noti che l’insieme di consumo X è un insieme convesso e chiuso


CHIARIMENTO DELLE LIMITAZIONI

Vincoli del consumatore


La scelta deve tener conto di due vincoli:

- Vincolo fisico o di fattibilità : il consumo è limitato all’insieme delle alternative disponibili= panieri
di beni e servizi che possono essere consumati.
Insieme delle alternative: le alternative disponibili sono un insieme finito: panieri limitati sia nel
numero dei loro componenti che nella loro quantità. Cause: dotazione finita di risorse naturali,
limiti tecnologici alle possibilità produttive, capacità finita di consumo e caratteristiche fisiche dei
beni.
- Vincolo economico o di bilancio : il consumo è limitato all’insieme di beni che il consumatore può
acquistare con il suo reddito o la sua ricchezza. Dati i prezzi dei beni, l’individuo non può spendere
una somma maggiore di quella che possiede.

In termini generali: l’insieme di bilancio, vale a dire l’insieme dei panieri che il consumatore è
in grado di acquistare, sarà definito come

Dove X è l’insieme di consumo

Se X= R+¿ ¿ i panieri appartenenti all’insieme di bilancio saranno quelli per cui è soddisfatta la
2

seguente condizione:

R-> Tutti beni che si trovano o sulla frontiera dell’insieme di bilancio vedete o all'interno
dell’insieme di bilancio (Grafico prec)
Un modo alternativo la somma di p1x1+p2x2 può essere vista come la spesa

Il consumatore non può tipicamente acquistare tutte le combinazioni di beni (panieri) che
appartengono all’insieme di consumo X.

Principio di universalità/ completezza dei mercati


La prima ipotesi che noi facciamo è quella che viene chiamata “ipotesi di universalità dei mercati”.
Tutti gli L beni sono scambiati a prezzi monetari che sono noti a tutti gli operatori (quindi stiamo
escludendo la possibilità che i beni vengano scambiati da un sottoinsieme di consumatori). Tutti gli
L beni presenti nel sistema economico sono scambiati sui mercati e i loro prezzi sono quotati e
pubblici.
Indichiamo con p il vettore dei prezzi

p1è il prezzo di mercato cioè di ciascuna unità del bene 1

pl è il prezzo unitario del bene l con p1>0 per ogni l= 1, …… L

I prezzi dei beni per il consumatore sono dati

Il paniere x è ammissibile se px= p1 x 1 +… p L x L ≤ R

L’insieme di bilancio può quindi essere definito come

L’insieme di bilancio è un insieme convesso (Un insieme si dice convesso se dati due punti
appartenenti all’insieme tutti i punti che rappresentano una combinazione lineare dei primi due
devono appartenere all’insieme. Detto diversamente, un insieme si dice convesso se per ogni
coppia di punti appartenenti all’insieme il segmento che li congiunge è interamente contenuto
nell'insieme.)

Dati due panieri x ed x’ che appartengono all’insieme Bp,R anche il paniere x”


L’insieme di consumo è un insieme convesso

L’equazione della retta di bilancio sarà data da:

R/p2

NOTA:

Lezione 6
Per rispondere alla seguente domanda -> quali proprietà dovrebbe possedere un ordinamento di
preferenze perché come impareremo spero sia possibile verificare che obbedisce a delle regole che
andremo a comprendere di razionalità interna e cioè un ordinamento di preferenze che soddisfi i
requisiti di razionalità quanti caratteristiche dovrebbe possedere in particolare come possiamo noi
costruire su quali basi possiamo costruire un ordinamento che abbia delle caratteristiche di
razionalità e questo è quello che si cerca di fare con un approccio assiomatico cioè ci si domanda
quali regole quali principi dovrebbe soddisfare ordinamento di preferenze per che risponda un
requisito di razionalità e vediamo un attimo come si sviluppa questo discorso per farlo ieri per
introdurre questa analisi abbiamo cercato di familiarizzare con le nozioni che vengono impiegate
per costruire una rappresentazione di un ordinamento di preferenza siamo partiti con la
presentazione di una nozione quella di preferenza debole che implica ieri abbiamo visto da cui è
possibile chiedo scusa poi far derivare altre due nozioni importanti di preferenza in senso forte o
stritto e di indifferenza allora dati due panieri di beni x ed y la relazione di preferenza debole
d'accordo x debolmente preferito di y così si legge indica che il paniere x è percepito come almeno
altrettanto gradevole

Le relazioni di preferenza
Simbologia
≿ debolmente preferito (“at least as good as”, almeno altrettanto buono quanto)
≻ strettamente preferito
∼ indifferente
Questo simbolo ≿ indica una relazione binaria. Perché si parte da questa relazione? Perché in
generale
noi siamo abituati a considerare relazioni di preferenza stretta oppure di indifferenza, ma qual è la
matrice comune di queste ultime due relazioni? Il concetto di relazione binaria di preferenza
debole.
Perché è da quest’ultima che possiamo far discendere quella di preferenza forte e di indifferenza.

1) Preferenza debole
X ≿y indica che il paniere x è debolmente preferito al paniere y e cioè il paniere x viene
percepito dal consumatore come almeno altrettanto gradevole “at least as good as” quanto il
paniere y.
Dalla relazione di preferenza debole è possibile far discendere altre due relazioni:
2) Preferenza forte
Se X ≿ y ma non y ≿ x, allora x≻ y vale a dire che il paniere x è strettamente preferito a y.

3) Indifferenza
Se X ≿ y e y ≿ x allora x ∼ y vale a dire che il consumatore è indifferente tra il paniere x e il paniere
y.

Assiomi della teoria del


consumatore
La relazione di preferenza debole ≿ si dice razionale se soddisfa gli assiomi di completezza e
transitività

1. Completezza
Dati due panieri x e y ∈ X, il consumatore sarà sempre in grado di indicare se x ≿ y o y ≿ x
oppure se entrambe le relazioni sono vere, vale a dire x  y
Il consumatore oggetto della nostra analisi è chiamato a compiere scelte tra panieri di beni
sulla base dei vincoli (di natura economica e fisica) che devono essere soddisfatti e delle sue
preferenze, seguendo modalità di scelta che andremo a caratterizzare nel corso dell’analisi; è
comunque chiaro che non sarebbe ipotizzabile costruire un modello teso ad analizzare il
processo di scelta del consumatore se non venisse soddisfatto il requisito secondo cui questi è
in grado di ordinare i panieri oggetto potenziale della sua scelta sulla base delle sue preferenze
Come potrei provare a spiegare cosa spinge un individuo a scegliere x piuttosto che y, quando
entrambi i panieri sono disponibili, se assumessi che questi non sa dire se preferisce il primo al
secondo o il secondo al primo o se è indifferente tra loro?
L’assioma della completezza ci dice che dati due qualunque panieri appartenenti all’insieme di
consumo, l’agente è sempre in grado di stabilire se x ≿ y o y ≿ x o entrambi. Stiamo tenendo fuori
la possibilità che il consumatore sia indeciso (in questo caso non saremo infatti in grado di poter
costruire un ordinamento di preferenze). In altre parole, il consumatore sarà sempre in grado di
comparare due scelte e quindi quale delle due preferisce.

2) transitività

Dati tre panieri x,y,z ∈ X -> se x ≿ y e -> y ≿ z allora -> x ≿ z.

Questo requisito di razionalità individuale è stato spesso messo in discussione; sono moltissimi i
casi in cui ciascuno di noi potrebbe mostrare di non soddisfare il principio della transitività nel
definire la sua scala di preferenze tra alternative. È certamente possibile che io preferisca il
gelato alla crema a quello al cioccolato e questo alla nocciola e che poi indichi che il gusto alla
nocciola mi risulta più gradito di quello alla crema. Nessuno potrebbe obiettare nulla; i gusti non
possono essere giudicati.
Tuttavia, come abbiamo mostrato in classe, assecondare questa possibile inclinazione si rivela
un lusso, dal momento che sarebbe possibile trarre profitto ai danni di chi di concede questa
opportunità.
Ricordate anche quello che abbiamo detto a proposito della difficoltà di pervenire alla
costruzione di ordinamento di preferenze collettivo che consenta di soddisfare l’assioma della
transitività.

Il paradosso di Condorcet _> fa emergere con chiarezza questa difficoltà.


Supponete che tre individui A,B e C debbano scegliere collettivamente un’alternativa tra tre
possibili opzioni (x,y e z). l’ordinamento di preferenza dei tre agenti è il seguente:
Quindi A preferisce x a y e y a z. B preferisce y a z e z a x. Infine, C preferisce z a x e x a y.
Se i tre soggetti fossero chiami a indicare la loro alternativa preferita, ciasciuna delle tre opzioni
riceverebbe un voto. Se si chiedesse a ciascuno di loro, invece di dare un punteggio alle tre
alternative attribuendo il voto 3 all’alternativa da loro considerata migliore, 2 alla seconda e infine
1 alla peggiore, ogni alternativa otterrebbe 6 voti. Di conseguenza nessuna tra le due modalità di
aggregazione delle preferenze garantisce l’individuazione di un esito.
Come superare queste difficoltà?
Supponiamo che A prenda
Supponiamo che si adotti un metodo democratico, è che quindi ogni individuo voti per la sua
migliore alternativa. In questo caso non andremo da nessuna parte, perché A voterebbe x, B
voterebbe y e C voterebbe z. Anche nel caso in cui si decidesse di assegnare un punteggio in base
alle preferenze dei singoli individui non si giungerebbe ad una decisione. Se, ad esempio, si
decidesse di assegnare 3 punti alla prima scelta, 2 alla seconda e 1 alla terza, allora tutte e tre le
alternative otterrebbero un punteggio pari a 6.
Come giungere allora ad una decisione? Una strada potrebbe essere quella di delegare ad uno dei
tre il compito di “uscire” da questa impasse.

Supponiamo che a guidare la scelta sia dapprima C e che questi chieda di scegliere prima tra x e y e
poi tra x e z. Alla fine la decisione cadrebbe sull’alternativa z (che è la prima scelta di C).
xey
x−y⇒x
xez
x−z⇒z

Se invece a guidare la scelta fosse A, questi chiederebbe dapprima di scegliere tra y e z e poi tra y e
x. Alla fine vincerebbe l’alternativa x (che è la prima scelta di A).
yez
y−z⇒y
yex
y−x⇒x

Infine, se a guidare la scelta fosse B, questi chiederebbe dapprima di scegliere tra z e x e poi tra x e
y. Alla fine vincerebbe l’alternativa y (che è la prima scelta di B).
zex
z−x⇒z
zey
Dalle sbob:
EFFETTI DI BENESSERE SOCIALE
L’introduzione di un’imposta unitaria sulla quantità scambiata del bene determina una riduzione
della quantità scambiata e l’impossibilità, per alcuni agenti, di realizzare guadagni di efficienza
attraverso lo scambio. Questa distorsione nell’allocazione delle risorse generate dall’imposta è
nota come perdita secca di benessere o “eccesso di pressione”. Nel contesto del modello lineare
che abbiamo fin qui utilizzato come riferimento nell’analisi del modello concorrenziale, la perdita
secca può essere facilmente calcolata. Essa sarà infatti data dall’area del triangolo che ha come
base l’imposta (pari alla differenza tra il prezzo pagato dai consumatori e il prezzo percepito dai
produttori) e come altezza la differenza tra la quantità scambiata sul mercato prima
dell’introduzione dell’imposta e quella scambiata dopo l’introduzione dell’imposta. Avremo allora
che:

Effetti dell’introduzione di un prezzo massimo


(vedi articolo “I Paid $2,500 for a ‘Hamilton’ Ticket. I’m Happy About It.” By Gregory Mankiw)

Noi studiamo le caratteristiche che deve possedere un mercato per garantire efficienza
nell’allocazione delle risorse. Un mercato competitivo descritto da una curva di domanda e da una
curva di offerta raggiunge il suo equilibrio in corrispondenza dell’uguaglianza tra domanda e
offerta. Ma c’è di più. In corrispondenza dell’equilibrio tra domanda e offerta i piani degli agenti si
rivelano realizzabili e compatibili fra loro.
Cosa succede in corrispondenza di p*? Che tutti coloro che avevano una disponibilità a pagare
maggiore di p* riescono a comprare il bene venduto da tutti coloro che avevano una disponibilità
a vendere ad un prezzo di riserva inferiore di p*. È evidente che in corrispondenza di p*, che si
determina quando la domanda eguaglia l’offerta in corrispondenza della quantità Q*, tutti i
possibili guadagni dallo scambio vengono esauriti, perché il bene entra in possesso di chi lo valuta
di più e viene ceduto da chi lo valuta di meno. Dire che tutti i possibili guadagni dallo scambio
vengono esauriti vuol dire che non c’è la possibilità per nessun’altro di trovare opportunità di
scambiare il bene.
Vediamo perché. Perché adesso quelli che non sono riusciti a vendere il bene sono coloro che
hanno un prezzo di riserva più alto di p*. Quelli che non sono riusciti a comprare il bene sono
coloro che hanno un prezzo di riserva più basso di p*. Queste persone se si incontrano non
riusciranno mai a trovare un accordo. Perché chi possiede il bene lo valuta più di quello che
dovrebbe comprare e quindi non sarà mai disposto a cederlo.

Quindi in corrispondenza di un’allocazione di equilibrio concorrenziale tutti i guadagni possibili


dallo scambio vengono esauriti. E in particolare tutti coloro che volevano comprare il bene ad un
prezzo maggiore o uguale di p* trovano la possibilità di comprare il bene. Tutti coloro che
volevano vendere ad un prezzo minore o uguale di p* riescono a vendere. Questo significa che il
meccanismo di mercato garantisce che i piani degli agenti formulati in modo indipendente siano
resi compatibili fra loro. Questa è la straordinaria forza del meccanismo di mercato competitivo. In
più c’è il risultato che l’allocazione delle risorse che ne deriva, corrispondente a quella condizione
di equilibrio è anche efficiente, nel senso che non ci sono margini di ulteriori guadagni dallo
scambio.

Pensate per esempio ad una politica come quella del controllo degli affitti che fu introdotta in Italia
alla fine degli anni ’70 (cd. legge sull’equo canone )( Per equo canone si intende un canone di locazione il cui
ammontare non è lasciato alla libera contrattazione delle parti bensì è stabilito dalla legge, secondo parametri
generali, riferiti al tipo di immobile (rurale, ultrapopolare, popolare, economico, civile, signorile), al livello di piano
(considerando anche la presenza o meno dell'ascensore), allo stato di conservazione (relativamente anche alle parti
comuni dell'edificio), alla zona, alle dimensioni della città).
Nel mercato degli affitti i proprietari di case decisero di ritirare dal mercato le case, mentre molte
persone, a quel prezzo '̅decisero di andare a cercare casa. Quindi la domanda aumentò, mentre
l’offerta si ridusse. Nel mercato degli affitti la tipica transazione che si realizzava era questa:
scriviamo un contratto per 500 € e gli altri 500 me li dai in nero. Quindi se tu cerchi di costringere il
mercato attraverso questo sistema di imposizioni, non fai altro che indurre comportamenti che
sono completamente in linea con quelle che il mercato assumerebbe in assenza di imposizioni,
soltanto che lo rendi illegale. Indubbiamente il prodigio di questi scienziati della politica fu quello
di gonfiare il mercato illegale. Con un sistema come quello del controllo dei prezzi per esempio sui
concerti, cosa succede?
Si assiste ad un trasferimento delle risorse da chi le avrebbe meritate, cioè l’artista, a chi passa una
notte in fila per acquistare i biglietti ad un prezzo p per poi rivenderli ad un o prezzo p1 maggiore
di p. Non è una forma molto sofisticata di ridistribuzione del reddito. Crea distorsione.

TEORIA DEL CONSUMATORE


Il consumatore (così come l’impresa) all’interno del modello di analisi economica che cerchiamo di
sviluppare rappresenta uno dei agenti rappresentativi che costituiscono i tasselli di un edificio che
è il sistema economico che noi andiamo a caratterizzare. L’idea è che noi vogliamo studiare le
proprietà che un sistema economico dovrebbe possedere per garantire il raggiungimento di
risultati misurati in termini di efficienza. Per costruire questo modello di funzionamento del
sistema economico abbiamo la necessità di comprendere come le varie componenti si muovano. E
naturalmente una delle componenti del sistema economico è il lato della domanda. Quello che noi
adesso iniziamo a fare è cercare di comprendere come, dal punto di vista dell’analisi economica,
gli agenti, che operano sul versante della domanda all’interno dei mercati, determinano i loro
comportamenti. Quindi studiamo il comportamento di un agente rappresentativo, il consumatore,
figura ideale di cui dobbiamo cercare di comprendere le caratteristiche. L’approccio è un approccio
assiomatico1 (quello standard). L’idea è di rappresentare come un consumatore tipicamente
assume le proprie decisioni e per farlo devo valutare quali caratteristiche dovrebbe possedere un
processo decisionale come quello che noi andiamo ad analizzare. Questo è l’approccio
assiomatico. Cioè io stabilisco dei principi a cui ritengo che un consumatore con determinate
caratteristiche dovrebbe obbedire. Esistono anche approcci alternativi, come per esempio quello
che fa in qualche modo il precorso inverso (vedi nota 1 ( L’utilizzo dell’approccio assiomatico in economia è
una manifestazione del progressivo impiego, nel 20° sec., del metodo matematico alla teoria economica, nel tentativo
di conferire a quest’ultima lo status di ‘scienza’. Coerentemente con l’approccio assiomatico, specifiche proprietà sono
imposte alla relazione di preferenza del consumatore sui panieri di beni, e da queste proprietà – gli assiomi – vengono
dedotte caratteristiche delle curve di domanda e del funzionamento dei mercati. Un’alternativa alla teoria assiomatica
delle preferenze è quella ideata da P.A. Samuelson ( ➔), nota come teoria delle preferenze rivelate (➔ anche rivelate,
preferenze), che suggerisce di sviluppare l’analisi direttamente a partire dalle scelte osservate del consumatore, e da
queste dedurne le preferenze.)).

- Approccio assiomatico (preferenze  scelte) Qual è l’obiettivo del consumatore? L’obiettivo del
consumatore è quello di soddisfare il suo desiderio nel raggiungere il miglior risultato possibile,
ovviamente nel campo delle scelte tra alternative che lui si trova a poter effettuare date le sue
caratteristiche (che sono le sue preferenze) e le sue condizioni iniziali. Una volta stabilito tutto ciò
determiniamo la sua modalità di comportamento ottimale, che in realtà si traduce in quella che è
una funzione di domanda. Cioè l’esito di tutto questo processo è quello di capire come il
consumatore formula i propri piani. Il punto è che noi possiamo determinare quello che il
consumatore farebbe in quelle condizioni per rendere massima la sua soddisfazione. Quindi
abbiamo una previsione di come il consumatore si comporterebbe.
- Approccio “inverso” (scelte  preferenze) Il cammino inverso cosa si propone di fare? Osservare le
scelte del consumatore e partire dall’osservazione del suo comportamento effettivo per risalire alla
sua struttura di preferenza (cd. teoria delle preferenze rivelate). Il punto di partenza per l’analisi di
qualunque problema di decisione individuale è rappresentato da un insieme di possibili alternative
tra le quali l’individuo deve scegliere, possibilmente alternative che siano mutuamente esclusive.
Quello che noi indichiamo con:

X è l’insieme delle alternative

Ciò che caratterizza qualunque problema di decisione individuale è la definizione dell’insieme delle
alternative disponibili.
L’approccio tradizionale è quello di considerare le caratteristiche individuali, in particolare i gusti, le
preferenze del consumatore, che sono sintetizzate in relazioni di preferenza (preference relation,
un ordinamento di preferenze).
Come si costruisce una teoria? Si impongono degli assiomi di razionalità sulla struttura di
preferenza. Cioè ci si domanda: quali caratteristiche dovrebbe possedere un ordinamento di
preferenze per soddisfare determinati requisiti di razionalità individuale? Quindi si parte dall’analisi
delle preferenze dell’individuo, ma per rappresentarle ho bisogno di immaginare che l’individuo
costruisca un ordinamento di preferenze, che gli permetta di dire per esempio che quella
combinazione di beni è preferita rispetto ad un’altra combinazione di beni. Questo dipende dalla
sua struttura individuale, ma io devo costruire una teoria basata sul fatto che ci sia un consumatore
rappresentativo e allora devo dare un po’ di sostanza a questa teoria che mi permetta di
immaginare come un ordinamento di preferenza venga costruito. L’unico strumento che ho è
rispondere alla seguente domanda: quali caratteristiche dovrebbe possedere un ordinamento di
preferenze per garantire che le scelte soddisfino determinati requisiti (imposti) di razionalità
individuale?
Intendiamoci. Gli individui prendono le decisioni nel modo più stravagante possibile. Tuttavia, noi
abbiamo la necessità di rappresentare il problema di un individuo, di un agente economico, che è
funzionale alla costruzione di un sistema di relazioni economiche. Quindi, se io immagino di
rappresentare un sistema economico che possegga determinate caratteristiche tutti gli elementi
devono soddisfare determinati requisiti (non posso dire “ognuno agisce causalmente”).
Il problema di scelta ottima del consumatore è tradizionalmente articolato in questo modo: le
preferenze trovano una loro rappresentazione attraverso uno strumento analitico che è la funzione
di utilità, la funzione di utilità è quella funzione che rappresenta l’obiettivo del consumatore, cioè
compiere delle scelte che consentano di ottenere il livello di utilità e di soddisfazione maggiore.
Riassumendo: preferenze espresse attraverso una funzione di utilità. La funzione di utilità diventa
l’obiettivo da massimizzare, naturalmente nel rispetto di vincoli, dove i vincoli sono dati dalle
disponibilità individuali e dal contesto di mercato, quindi dai prezzi dei beni.
Noi studieremo il problema di scelta ottima del consumatore seguendo questa struttura standard
(approccio diretto) del problema, ma accanto a questa svilupperemo anche una strada alternativa
che è quella di analizzare il problema di scelta del consumatore non come un problema di
massimizzazione dell’utilità sotto il vincolo rappresentato dalle disponibilità che l’individuo ha, ma
come un problema duale. Quindi minimizzazione della spesa per ottenere un determinato livello di
soddisfazione (di utilità). Partiamo, nella nostra analisi, dalla definizione di quello che è l’oggetto
della scelta del consumatore e di quelli che sono i vincoli ai quali il consumatore deve sottostare.
Nel nostro problema di scelta ottima del consumatore, X (insieme delle alternative) è quello che si
chiama insieme di consumo

X è l’insieme di consumo
se il numero di beni è L, noi definiamo un paniere di consumo x come

x è un paniere di consumo che si compone di x 1 unità del bene 1, di x 2 unità del bene 2, di x L unità
del bene L.

DETTO DAL PROF


Approccio classico all’analisi del comportamento di scelte del consumatore. Dato un sistema di
vincoli di natura fisica ed economica e data la sua struttura di preferenze l’agente sceglie tra
alternative in modo da conseguire il risultato da lui ritenuto migliore.
Il problema di scelta potrà essere formalizzato come un problema di ottimo vincolato. Perché
questa analisi possa essere condotta è necessario caratterizzare i vincoli che il consumatore deve
soddisfare e imporre restrizioni sulla struttura di preferenze, utilizzando un approccio assiomatico.
Queste restrizioni sono finalizzate a garantire che le scelte dell’individuo soddisfino un requisito di
“razionalità” individuale.
OGGETTO DELLA SCELTA
Consideriamo un’economia in cui il numero di beni L tra cui il consumatore può effettuare le sue
scelte sia finito (l = 1,…..L).
Oggetto della scelta del consumatore sono panieri o combinazioni di beni, vale a dire un elenco
delle quantità di ciascuno degli L beni disponibili nel sistema.

I panieri di consumo tra cui l’agente può effettuare le proprie scelte appartengono all’insieme di
consumo X⊂ R L.
Come ricorderete, abbiamo discusso nel corso della prima lezione dedicata alla teoria del
consumatore diversi esempi di “insieme di consumo” costruito per illustrare casi specifici in cui le
opportunità di consumo dell’agente erano limitate come nei casi di:
e) Beni disponibili in quantità discrete
f) Vincoli di sussistenza
g) Non è possibile superare limiti spaziali
h) Non è possibile superare limiti fisici
Per semplicità ipotizzeremo che i beni siano perfettamente divisibili e che

Significa che l’insieme di consumo è l’insieme di tutte le combinazioni di beni che sono disponibili
all’interno del sistema economico.

CHIARIMENTO DELLE LIMITAZIONI


Vincoli del consumatore
La scelta deve tener conto di due vincoli:
- Vincolo fisico o di fattibilità : il consumo è limitato all’insieme delle alternative disponibili= panieri
di beni e servizi che possono essere consumati.
Insieme delle alternative: le alternative disponibili sono un insieme finito: panieri limitati sia nel
numero dei loro componenti che nella loro quantità. Cause: dotazione finita di risorse naturali,
limiti tecnologici alle possibilità produttive, capacità finita di consumo e caratteristiche fisiche dei
beni.
- Vincolo economico: il consumo è limitato all’insieme di beni che il consumatore può acquistare con
il suo reddito o la sua ricchezza. Dati i prezzi dei beni, l’individuo non può spendere una somma
maggiore di quella che possiede.
Insieme di bilancio: è l’insieme di panieri che il consumatore può acquistare dato il suo
reddito. L’ammontare di ogni bene che egli può acquistare dipende non solo dal reddito ma anche
dai prezzi dei beni.
In termini generali: l’insieme di bilancio, vale a dire l’insieme dei panieri che il consumatore è
in grado di acquistare, sarà definito come

Dove X è l’insieme di consumo


Se X= R+¿ ¿ i panieri appartenenti all’insieme di bilancio saranno quelli per cui è
2

soddisfatta la seguente condizione:

Il consumatore non può tipicamente acquistare tutte le combinazioni di beni (panieri) che
appartengono all’insieme di consumo X.

PRINCIPIO DI UNIVERSALITA’/ COMPLETEZZA DEI MERCATI


La prima ipotesi che noi facciamo è quella che viene chiamata “ipotesi di universalità dei mercati”.
Tutti gli L beni sono scambiati a prezzi monetari che sono noti a tutti gli operatori (quindi stiamo
escludendo la possibilità che i beni vengano scambiati da un sottoinsieme di consumatori). Tutti gli
L beni presenti nel sistema economico sono scambiati sui mercati e i loro prezzi sono quotati e
pubblici.
Indichiamo con p il vettore dei prezzi

p1 è il prezzo unitario del bene l con p1>0 per ogni l= 1, …… L


I prezzi dei beni per il consumatore sono dati
Il paniere x è ammissibile se px= p1 x 1 +… p L x L ≤ R
L’insieme di bilancio può quindi essere definito come

L’insieme di bilancio è un insieme convesso(Un insieme si dice convesso se dati due punti
appartenenti all’insieme tutti i punti che rappresentano una combinazione lineare dei primi due
devono appartenere all’insieme. Detto diversamente, un insieme si dice convesso se per ogni
coppia di punti appartenenti all’insieme il segmento che li congiunge è interamente contenuto
nell'insieme.)

Dati due panieri x ed x’ che appartengono all’insieme Bp,R anche paniere

L’equazione della retta di bilancio sarà data da:

NOTA:
Le relazioni di preferenza
Simbologia
≿ debolmente preferito (“at least as good as”, almeno altrettanto buono quanto)
≻ strettamente preferito
∼ indifferente
Questo simbolo ≿ indica una relazione binaria. Perché si parte da questa relazione? Perché in
generale
noi siamo abituati a considerare relazioni di preferenza stretta oppure di indifferenza, ma qual è la
matrice comune di queste ultime due relazioni? Il concetto di relazione binaria di preferenza
debole.
Perché è da quest’ultima che possiamo far discendere quella di preferenza forte e di indifferenza.

4) Preferenza debole
X ≿y indica che il paniere x è debolmente preferito al paniere y e cioè il paniere x viene
percepito dal consumatore come almeno altrettanto gradevole “at least as good as” quanto il
paniere y.
Dalla relazione di preferenza debole è possibile far discendere altre due relazioni:
5) Preferenza forte
Se X ≿ y ma non y ≿ x, allora x≻ y vale a dire che il paniere x è strettamente preferito a y.
6) Indifferenza
Se X ≿ y e y ≿ x allora x ∼ y vale a dire che il consumatore è indifferente tra il paniere x e il paniere
y.
ASSIOMI DI TEOREMA DEL CONSUMATORE
Per definire razionale un ordinamento di preferenze abbiamo bisogno di due assiomi:
COMPLETEZZA E TRANSITIVITA’.( la relazione di preferenza debole si dice razionale se soddisfa gli
assiomi di completezza e transitività).
1) COMPLETEZZA
per tutti i panieri x e y ∈ X
avremo che x ≿ y o y ≿ x
oppure entrambi
L’assioma della completezza ci dice che dati due qualunque panieri appartenenti all’insieme di
consumo, l’agente è sempre in grado di stabilire se x ≿ y o y ≿ x o entrambi. Stiamo tenendo fuori
la possibilità che il consumatore sia indeciso (in questo caso non saremo infatti in grado di poter
costruire un ordinamento di preferenze). In altre parole, il consumatore sarà sempre in grado di
comparare due scelte e quindi quale delle due preferisce.
2) TRANSITIVITA’
Dati tre panieri x,y,z ∈ X, se x ≿ y e y ≿ z allora x ≿ z.
Questo requisito di razionalità individuale è stato spesso messo in discussione; sono moltissimi
i casi in cui ciascuno di noi potrebbe mostrare di non soddisfare il principio della transitività
nel definire la sua scala di preferenze tra alternative. È certamente possibile che io preferisca il
gelato alla crema a quello al cioccolato e questo alla nocciola e che poi indichi che il gusto alla
nocciola mi risulta più gradito di quello alla crema. Nessuno potrebbe obiettare nulla; i gusti
non possono essere giudicati!.
Tuttavia, come abbiamo mostrato in classe, assecondare questa possibile inclinazione si rivela
un lusso, dal momento che sarebbe possibile trarre profitto ai danni di chi di concede questa
opportunità.
Ricordate anche quello che abbiamo detto a proposito della difficoltà di pervenire alla
costruzione di ordinamento di preferenze collettivo che consenta di soddisfare l’assioma della
transitività.
Il paradosso di CONDORCET fa emergere con chiarezza questa difficoltà.
Supponete che tre individui A,B e C debbano scegliere collettivamente un’alternativa tra tre
possibili opzioni (x,y e z). l’ordinamento di preferenza dei tre agenti è il seguente:

Quindi A preferisce x a y e y a z. B preferisce y a z e z a x. Infine, C preferisce z a x e x a y.


Supponiamo che si adotti un metodo democratico, è che quindi ogni individuo voti per la sua
migliore alternativa. In questo caso non andremo da nessuna parte, perché A voterebbe x, B
voterebbe y e C voterebbe z. Anche nel caso in cui si decidesse di assegnare un punteggio in base
alle preferenze dei singoli individui non si giungerebbe ad una decisione. Se, ad esempio, si
decidesse di assegnare 3 punti alla prima scelta, 2 alla seconda e 1 alla terza, allora tutte e tre le
alternative otterrebbero un punteggio pari a 6.
Come giungere allora ad una decisione? Una strada potrebbe essere quella di delegare ad uno dei
tre il compito di “uscire” da questa impasse.

Supponiamo che a guidare la scelta sia dapprima C e che questi chieda di scegliere prima tra x e y e
poi tra x e z. Alla fine la decisione cadrebbe sull’alternativa z (che è la prima scelta di C).
xey
x−y⇒x
xez
x−z⇒z

Se invece a guidare la scelta fosse A, questi chiederebbe dapprima di scegliere tra y e z e poi tra y e
x. Alla fine vincerebbe l’alternativa x (che è la prima scelta di A).
yez
y−z⇒y
yex
y−x⇒x

Infine, se a guidare la scelta fosse B, questi chiederebbe dapprima di scegliere tra z e x e poi tra x e
y. Alla fine vincerebbe l’alternativa y (che è la prima scelta di B).
zex
z−x⇒z
zey
z−y⇒y

Quindi l’esito di questa scelta dipende dal modo in cui le alternative vengono presentate. Ecco
perché gestire un’assemblea può essere importante. Perché l’ordine di votazione permette di
condurre all’esito desiderato. Una persona intelligente, perspicace, un politico fine, gestirà l’ordine
di votazione in modo tale da portare al risultato desiderato.
Prima abbiamo ipotizzato di assegnare un punteggio in base alle preferenze dei singoli individui. In
questo caso ogni alternativa otterrebbe un punteggio di 6. Questo risultato è manipolabile
anch’esso. Per esempio, si potrebbe considerare una quarta alternativa. Quindi, ad esempio, oltre
alla partita, allo show televisione e al film anche il documentario. Il documentario non piace a
nessuno in particolare, però per qualcuno potrebbe non essere la peggior scelta. Quindi
introducendo l’alternativa h, che non vincerà mai, e trasformando la scelta tra tre in una scelta fra
quattro l’esito della votazione (il risultato) cambierà. Quindi si lancia un’alternativa irrilevante ma
tale da modificare il risultato della votazione.

Dal nostro punti di vista succede che z ≻ x ≻ y ≻ z. Quindi le preferenze non soddisfano l’assioma
della transitività. Siamo partiti da tre individui che hanno preferenze transitive e siamo arrivati ad
un processo di decisione collettiva che non soddisfa l’assioma della transitività. Ma il non soddisfare
l’assioma della transitività è proprio la ragione per cui gli esiti sono manipolabili. Quindi se trovi
qualcuno più furbo degli altri si porta a casa il risultato. La situazione illustrata si definisce
Paradosso di Condorcet ed è una situazione in cui le preferenze collettive possono essere cicliche,
cioè non transitive, anche se le preferenze dei votanti non lo sono individualmente.

Desiderabilità (monotonicità) “goods are desirable if we prefer more to less” più è


meglio.

I due assiomi della completezza e della transitività sono sostanzialmente sufficienti alla costruzione
di un ordinamento di preferenze razionali. Se però io voglio dare più struttura alle preferenze devo
aggiungere qualche altra cosa. Cosa aggiungiamo? Quelli che chiamiamo assiomi sulla
desiderabilità.
Se x ∈ X e y ≥ x allora y ∈ X. Cosa significa y ≥ x? Significa che y è un paniere che contiene per
ciascuno dei beni che compongono i due panieri quantità non minori rispetto ad x. Dice anche
qualcos’altro, quantità non minori ma almeno per uno dei beni maggiori.

- MONOTONICITA’ (debole)
La relazione di preferenza ≿ soddisfa l’assioma della monotonicità se, per ogni x e y ∈ X tali che
y≫x, allora y ≻x.
y ≫ x significa che per ciascuno dei beni la quantità contenuta in % è strettamente maggiore della
quantità contenuta in $. Quindi sto confrontando il paniere y(3,3) col paniere x(2,2). Questo
significa “strettamente maggiore”. Per ognuno dei beni la quantità di essa contenuta in y e
strettamente maggiore della quantità (corrispondente) contenuta in x. Se confronto questi due
panieri allora, quando le preferenze sono monotone, y ≻ x (y è strettamente preferito a x). Quindi
“più è meglio”. Questo concetto viene catturato attraverso la caratteristica della monotonicità.
È importante notare che la monotonicità (debole) permette di considerare casi in cui
l’aumento della quantità di uno dei beni, lasciando costante la quantità degli altri beni presenti
nel paniere, lasci indifferente il consumatore.

- MONOTONICITA’ (stressa o forte)


La relazione di preferenza ≿ soddisfa l’assioma della monotonicità se, per ogni x e y ∈ X tali
che y ≥ x, e y≠ x allora y≻x.

Non sazietà locale


Dalla monotonicità passiamo adesso ad un’ipotesi tecnica che è quella della non sazietà locale.
Questa ipotesi ci dice che piccoli incrementi nella quantità di un bene possono generare una
relazione di preferenza. Questo assioma serve ad evitare che le curve di indifferenza siano spesse.
La relazione di preferenza ≽ soddisfa l’assioma della non sazietà locale se, per ogni x ∈ X ed ε > 0
esiste un paniere y ∈ X tale che y ∈ Bε (x) e y ≻ x.

Dato la relazione di preferenze ≽ e un paniere qualsiasi x ∈ X, è possibile definire tre insiemi di


panieri.

-B è un paniere strettamente maggiore di A


-A è strettamente maggiore di D
Quindi per l’assioma della monotonicità debole B sarà
preferito ad A ed A sarà preferito a D.
-questo mi porta a dire che in una situazione del genere io posso comprendere che i panieri
indifferenti ad A dovranno necessariamente trovarsi nel secondo e quarto quadrante, perché nel
primo quadrante ci sono panieri strettamente preferiti; nel terzo quadrante ci sono panieri
strettamente peggiori. Questo è quello che mi permette di costruire un insieme di indifferenze I(x).
Inoltre, l’insieme di indifferenza è quello che passa per A;
mentre l’insieme dei panieri debolmente preferiti per
monotonicità sono quelli che si trovano sopra la curva e a
destra in alto; mentre gli insiemi W(x) è l’insieme che
comprende tutti i panieri a cui appartengono tutti i panieri
che si trovano o sulla curva di indifferenza o al di sotto di
essa.
CONVESSITA’
La relazione di preferenza ≽ soddisfa l’assioma della
convessità se, per ogni x ∈ X, l’insieme P(x) è un insieme convesso, vale a dire se per tutti i panieri
x,y,z ∈ X, tali che y≽ x e z ≽ x, avremo che ay + (1-a) z≽ x, con a ∈ [0,1].

STRETTA CONVESSITA’
La relazione di preferenza ≽ soddisfa l’assioma della convessità stretta se per tutti i panieri x,y,z ∈
X, tali che y≽ x e z ≽ x e y≠z, avremo che ay + (1-a) z≻ x, con a ∈ (0,1).
Lezione 6
abbiamo discusso il problema del vincolo di bilancio del consumatore e abbiamo definito l'insieme
di bilancio ne abbiamo ricordato le proprietà poi abbiamo anche va bene semplicemente di
assunto alcune nozioni fondamentali di teoria del consumatore che cioè l'ho portato ad analizzare
il significato economico dell’ inclinazione della frontiera dell’insieme di bilancio cioè il rapporto dei
prezzi e ci siamo dilungati per qualche minuto per essere sicuri che naturalmente a tutti fosse
chiaro qual è il significato del rapporto tra i prezzi di due beni come la quantità di uno dei beni a
cui è necessario rinunciare per ottenere un unità addizionale dell'altro bene quindi se noi
misuriamo il rapporto tra i prezzi con p1 su p2 questo valore indica la quantità del bene due per
cui si deve rinunciare per ottenere una unità addizionale del bene.
Allora supponendo che il consumatore abbia definito il contesto economico nel quale si muove e il
contesto anche dettato dai vincoli naturali che deve soddisfare possiamo immaginare adesso di
interrogarci sul modo in cui nell’analisi del problema di scelta del consumatore la teoria economica
propone di organizzare diciamo la rappresentazione delle preferenze del consumatore come vi ho
tra guardato ieri è evidente che le preferenze attengono ad una sfera ovviamente individuale
quindi immaginare di poter rappresentare le preferenze di ogni individuo sarebbe un atto
arbitrario vede Dario quello che noi vogliamo invece cercare di fare e rispondere alla seguente
domanda quali proprietà dovrebbe possedere un ordinamento di preferenze perché come
impareremo spero sia possibile verificare che obbedisce a delle regole che andremo a
comprendere di razionalità interna e cioè un ordinamento di preferenze che soddisfi dei requisiti
di razionalità quali caratteristiche dovrebbe possedere in particolare come possiamo noi costruire
su quali basi possiamo costruire un ordinamento che abbia delle caratteristiche di razionalità e
questo è quello che si cerca di fare con un approccio siomatico cioè ci si domanda quali regole
quali principi dovrebbe soddisfare ordinamento di preferenze perché risponda un requisito di
razionalità e vediamo un attimo come si sviluppa questo discorso per farlo ieri per introdurre
quest analisi abbiamo cercato di familiarizzare con le nozioni che vengono impiegate per costruire
una rappresentazione di un ordinamento di preferenze siamo partiti con la presentazione di una
nozione quella di preferenza debole che implica ieri lo abbiamo visto da cui è possibile chiedo
scusa poi far derivare altre due nozioni importanti di preferenza in senso forte o stretto e di
Indifferenza.

Allora dati due panieri di beni x ed y


la relazione di preferenza debole

x debolmente preferito di y così si legge-> x  y

indica che il paniere x è percepito come almeno altrettanto gradevole quanto il paniere y
d'accordo vi ripeto in inglese lo leggete qui e l'espressione un po' più efficace secondo me è a twist
as good as cioè agli occhi del consumatore

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