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Lezione 03/10/2019

Domanda individuale e domanda di mercato

I comportamenti degli operatori all’interno dei mercati sono razionali, essi hanno l’obiettivo di massimizzare
il proprio business. Una scelta è razionale se risulta idonea a raggiungere gli obiettivi individuali, comunque
essi siano specificati, del soggetto che sceglie il comportamento da tenere.
Per scegliere la dotazione che massimizza la soddisfazione del consumatore si deve identificare l’insieme di
beni e servizi a sua disposizione. Le dotazioni alternative tra cui può scegliere il consumatore sono definite
panieri, rappresentano le diverse combinazioni di beni a disposizione del consumatore, il quale sceglie tra
diversi panieri che sono finiti nel numero e nelle componenti.
L’insieme dei panieri a disposizione del consumatore è limitato da: vincoli fisici, determinati direttamente
dalla dotazione delle risorse; vincoli economici, che dipendono sia dalla dotazione del consumatore, sia dalla
sua possibilità di scambiare sul mercato.
Ipotesi dei vincoli economici:
• la dotazione del consumatore si compone di due soli beni, x1 e x2, il cui prezzo è pari rispettivamente
a p1 e p2;
• il consumatore non è in grado di influire sul prezzo poiché la sua dimensione è trascurabile rispetto al
mercato;
• il reddito monetario del consumatore è pari a m;
• la spesa del consumatore è pari a S.
Le curve di indifferenza o isoutilità sono caratterizzate da tutti i punti di due beni di un paniere che mantengono
costante la soddisfazione del consumatore. Occorre correlare queste curve con il vincolo di bilancio, che indica
le dotazioni a disposizione del consumatore, dati i prezzi correnti e il suo reddito, sotto la condizione che la
spesa non ecceda il reddito monetario:
S = x1p1 + x2p2 ≤ m
Considerando il consumo dei due beni, il vincolo di bilancio è dato da una retta individuata dalla somma del
prodotto per la quantità, cioè la spesa S del consumatore che deve essere minore uguale al reddito del
consumatore. Ciò che non viene consumato dal reddito, viene risparmiato.
La retta di bilancio divide il piano in tre sottospazi:
• I punti all’interno della retta corrispondono alle dotazioni a disposizione del consumatore per acquistare le
quali egli non spende interamente il suo reddito (A);
• I punti sulla retta corrispondono alle dotazioni a disposizione del consumatore per acquistare le quali egli
spende interamente il suo reddito (B);
• I punti all’esterno della retta corrispondono a dotazioni non a disposizione del consumatore (C).
𝑝2 𝑚
Retta di bilancio 𝑥1𝑝1 + 𝑥2𝑝2 = 𝑚 → − 𝑥2 +
𝑝1 𝑝1
• l’intercetta sugli assi esprime il reddito del consumatore in termini del bene misurato su tale asse (m/p1)
• la pendenza della retta di bilancio è pari al prezzo relativo del bene 2 rispetto al bene 1 (p2/p1)
Se il reddito aumenta la retta di bilancio trasla verso destra e il consumatore può acquistare una quantità
maggiore di beni e servizi, se il reddito diminuisce la retta di bilancio trasla verso sinistra e il consumatore può
acquistare una quantità minore di beni e servizi.

Se si modifica il prezzo di uno dei due beni cambia la pendenza della retta, varia il prezzo relativo: se si
consuma una quantità diversa di un bene per mantenere costante la spesa (pari a m) è ora necessario consumare
una quantità diversa dell’altro bene.
La curva di indifferenza è il luogo dei punti che individua la combinazione di due beni tale che la soddisfazione
del consumatore rimanga costante.

Se il consumatore si trova in una curva di indifferenza più alta, può acquistare una quantità maggiore dei due
beni.

Le curve di indifferenza non si possono intersecare, altrimenti A e C, Be C avrebbero la stessa utilità e ciò non
è possibile. La cruva di indifferenza è decrescente affinché il consumatore rimanga sulla stessa curva di
indifferenza una riduzione nella dotazione di un bene deve essere compensata dall’aumento della dotazione
dell’altro bene; è convessa, quanto minore è la dotazione iniziale di un bene, quanto più il consumatore deve
essere compensato in termini dell’altro bene per rimanere sulla stessa curva di indifferenza.
Il saggio marginale di sostituzione indica quanto il consumatore sia disposto a sacrificare la quantità di un bene
con una data quantità di un altro.
L’ottimo per il consumatore si trova sulla curva di indifferenza più lontana
dall’origine, l’ottimo è costituito dal punto di tangenza tra curva di
indifferenza e retta di bilancio. Nel punto di ottimo, prezzo relativo e SMS
coincidono. Le quantità ottime consumate dipendono dal prezzo di entrambi i
beni e dal reddito del consumatore.

Se il reddito del consumatore aumenta, la retta di bilancio trasla verso l’alto e tocca una curva di indifferenza
più alta e in quel punto il consumatore può consumare una quantità di beni normali maggiore a parità di prezzi.

Nel caso in cui uno dei due beni sia considerato inferiore all’altro, aumenta la quantità di x 1 e diminuisce la
quantità di x2 perché x2 è un bene inferiore.

Effetto sostituzione ed effetto reddito


Consideriamo variazioni dei prezzi a parità di reddito monetario, l’effetto della variazione del prezzo di un
bene sulla quantità domandata dello stesso bene può essere scomposto in:
• effetto di sostituzione: misura la variazione della quantità domandata dovuta al fatto che ora il bene è più
o meno conveniente degli altri (l’effetto della variazione del prezzo in sé). Si muove in direzione opposta alla
variazione di prezzo.
• effetto di reddito: misura la variazione della quantità domandata dovuta alla variazione del potere di
acquisto del consumatore (del suo reddito reale in termini del bene il cui prezzo è variato). Il segno è positivo
o negativo a seconda che si tratti rispettivamente di un bene normale o di un bene inferiore. Esempio: il reddito
di cittadinanza è il trasferimento di denaro dallo Stato al cittadino, che decide come spendere.
Partiamo da una situazione di equilibrio E 1, supponiamo che il prezzo di x 2 diminuisca, questo implica che
avremo una nuova retta di bilancio che tocca una curva di indifferenza più alta e ci troviamo in E 2. Avremo un
incremento della quantità acquistata del bene 2. Questo incremento è dovuto in parte ad un effetto di reddito,
dovuto al fatto che se il prezzo del bene è diminuito, fermo restando il reddito, il consumatore ha una maggiore
quantità di reddito da poter spendere nell’acquisto del bene 2; ed effetto di sostituzione, che opera tenendo
conto del comportamento individuale e razionale del consumatore, se il prezzo di un bene diminuisce, la
domanda aumenta (e viceversa). Scomponiamo i due effetti con la compensazione Hickisiana, si considera la
nuova retta di bilancio e la si sposta parallelamente a sé stessa, fino a quando non va a toccare la vecchia curva
di indifferenza, punto E’, così è come se dalla nuova situazione di equilibrio E 2 togliessimo la parte di
incremento di reddito dovuto alla diminuzione del prezzo del bene 2. Lo spostamento da E 1 a E’ è l’effetto di
sostituzione, che indica che con lo stesso reddito, visto che il prezzo del bene 2 è diminuito, il consumatore
può incrementare di una parte il consumo del bene 2. Il passaggio da E’ a E2 indica l’incremento dovuto
all’effetto di reddito, il consumatore passa da E 1 a E2, ha incrementato il consumo del bene 2, ma in realtà una
parte è dovuta all’effetto di sostituzione e un’altra all’effetto di reddito. Questo è un esempio classico in cui i
due effetti si sommano. L’effetto di reddito può anche essere negativo, se il bene 2 è inferiore rispetto al bene
1, il punto E2 sarebbe più in alto e potrei avere l’effetto di reddito che si mangia l’effetto di sostituzione, lo va
a diminuire. Nel caso di beni normali l’effetto di reddito è positivo e quindi si somma all’effetto di
sostituzione, determinando un effetto complessivo di segno opposto alla variazione di prezzo. Nel caso della
maggior parte dei beni inferiori, l’effetto di reddito è negativo, ma non di consistenza tale da controbilanciare
l’effetto di sostituzione e l’effetto complessivo è ancora opposto alla variazione di prezzo. Quando parliamo
di effetto di reddito è come se traferissimo una somma di denaro all’individuo, che può scegliere come
spenderla, quindi non andiamo a distorcere le preferenze dell’individuo. L’effetto di sostituzione è distorsivo,
perché se il prezzo di un bene diminuisce, il consumatore è portato a comprare quel bene, es. 3x2 del
supermercato, effetto distorsivo legato al fatto che costa di meno è quindi lo compro.
Es. trasferisco €100 all’individuo, il consumatore decide come allocare le risorse, quindi abbiamo un effetto
di reddito. Se invece do €100 di buoni pasto all’individuo, c’è una piccola percentuale di effetto di sostituzione,
ma è anche vero che se il budget mensile prevede che il consumatore spenda €100 per l’acquisto di viveri, il
consumatore avrà altri €100 che gli rimangono in tasca che può spendere come vuole. Se invece normalmente
ne spende €40 per la spesa, l’effetto distorsivo lo spinge a spendere tutti i €100 di buoni pasto in acquisto di
viveri.
Lo Stato utilizza il credito di imposta, cioè se il consumatore consuma un determinato bene o servizio, come
le tasse universitarie o la spesa sanitaria, una parte di quello che spende lo può detrarre fiscalmente dalle
imposte. Credito di imposta si ha quando posso detrarre una parte dalle tasse. La spesa fiscale origina un credito
di imposta. Per generare un credito di imposta l’individuo deve consumare quel bene, ad esempio deve
iscrivere il figlio all’università, che è diverso dal dargli €100 che po' spendere come vuole. È importante
individuare quanta della variazione è data dall’effetto di reddito e quanta dall’effetto di sostituzione per
indirizzare i comportamenti. Es. tasso di più per scoraggiare i consumi (tasse sulle sigarette, sul lotto, aumento
dell’IVA), ma questo spesso è un intervento regressivo perché colpisce maggiormente il povero piuttosto che
il ricco.
Funzione di domanda inversa
È la disponibilità a pagare per poter consumare quella quantità di bene, da questa curva individuiamo il prezzo
di riserva e il surplus del consumatore.

Prezzo di riserva: è quel livello di prezzo in corrispondenza del quale ciascun consumatore è indifferente tra
l’acquistare e il non acquistare una unità del bene:
• egli acquisterà per livelli di prezzo inferiori al prezzo di riserva;
• egli non acquisterà per livelli di prezzo superiori al prezzo di riserva.
Surplus del consumatore: fornisce una misura del benessere che i consumatori traggono dallo scambio. Per il
singolo consumatore: è la differenza tra prezzo di riserva e prezzo di mercato (p). Per il mercato: è la somma
di tutti i surplus dei consumatori ed è costituito dall’area compresa tra la funzione di domanda inversa e il
prezzo di mercato.

Definizione di Settore Pubblico


• Interpretazione funzionale: appartengo-no al settore pubblico i soggetti che come funzione principale
producono servizi non commerciabili e/o intervengono nel processo di redistribuzione del reddito.
• Interpretazione istituzionale: sono comprese nel settore pubblico le unità che rientrano nell’ambito
della proprietà pubblica, anche se svolgono attività simili a quelle private. Es bar università che viene
gestito da privati ma è un’attività pubblica.
Amministrazioni pubbliche
1. Amministrazioni centrali: Ministeri e organi costituzionali, Cassa Depositi e Prestiti, ANAS, CRI,
CONI, CNR, ISTAT.
2. Amministrazioni locali: Regioni, Province, Comuni, ASL e ospedali pubblici, Università, Camere di
Commercio, Enti Provinciali per il Turismo, Istituti Autonomi Case Popolari, Enti Regionali di
Sviluppo.
3. Enti di previdenza: INPS (previdenza sociale), INAIL (infortuni sul lavoro).

Misurare l’ampiezza del SP

Una misura dell’ampiezza della SP è data dal numero di impiegati, anche se non è molto indicativa.

Un altro modo risiede nel considerare l’incidenza del valore aggiunto delle AP sul valore aggiunto totale
(14,1% nel 2017).Il valore aggiunto delle AP è misurato dalla differenza tra il valore dell’output e il valore
delle materie prime, beni e servizi intermedi acquistati. Il valore aggiunto è un utile lordo, non considera gli
ammortamenti e neanche la manodopera, è pari alle vendite - costi esterni, oppure è apri alla somma di
utile+imposte+ammortamento+interessi passivi+manodopera. Il valore aggiunto serve a remunerare gli altri
fattori produttivi che sono la manodopera, gli ammortamenti, gli interessi passivi, gli oneri tributari e la parte
residuale di utile che rimane all’imprenditore. Poiché nell’amministrazione pubblica non ci sono ricavi, il
valore aggiunto si calcola come la somma delle voci precedenti, nella spesa pubblica la voce più grossa è la
manodopera. Se si aumentano gli stipendi si aumenta il valore aggiunto, ma in realtà non è proprio così perché
se fossimo nel privato questo ridurrebbe l’utile.

La maggior parte della produzione del SP non viene venduta sul mercato, bensì utilizzata diretta-mente dal SP
stesso o offerta gratuitamente ai cittadini. Per tali beni e servizi non esiste un prezzo di mercato, quindi la loro
valutazione è basata sul costo degli input impiegati per produrli.

Se lo Stato decide di aumentare le retribuzioni dei dipendenti pubblici, l’incremento salariale si traduce in un
pari aumento del VA, poiché il valore dell’output di servizi pubblici (non destinabili alla vendita) è misurato
dal valore dell’input.

Pertanto, alcuni ritengono che l’occupazione sia un’immagine più affidabile della dimensione del SP.

Tipologie di attività pubblica

Il settore pubblico svolge numerosi ruoli:

• Fornisce l’ordinamento giuridico fondamentale, all’interno del quale operano individui e imprese.

• Regolamenta le attività economiche: incoraggia, sussidiandole, alcune attività e disincentiva,


tassandole, altre. Es aumenta la tassa sulla benzina per scoraggiarne il consumo.

• Produce beni e servizi e offre forme di credito e di assicurazione. Questa attività è molto limitata
perché i beni e i servizi sono esternalizzati.

• Acquista beni e servizi, molti dei quali prodotti da imprese private. Es sedie, cattedre, lavagne ect.

• Redistribuisce il reddito, sottraendo risorse ad alcuni gruppi sociali e trasferendole ad altri.

• Offre assicurazioni sociali, per il pensionamento, la disoccupazione, l’invalidità, la malattia.


Previdenza perché non si troverà mai un’assicurazione privata che assicura la disoccupazione ad
esempio.

Influenza del SP sul privato

Nei settori in cui lo Stato non è né un produttore né un consumatore, esso può tuttavia avere un notevole effetto
sulle decisioni dei produttori privati, mediante sussidi, imposte e regolamentazioni.

Lo Stato può sostenere la produzione privata nei seguenti modi:

• con pagamenti diretti (trasferimenti) a favore dei produttori, come il sostegno ad attività di
produzione di energia rinnovabile, può anche essere a favore dei singoli;

• con pagamenti indiretti (spese fiscali) tramite il sistema impositivo, come la detrazione fiscale dalle
spese fiscali;

• tramite le cosiddette “spese nascoste”, esempio Trump coni dazi sul parmigiano italiano, il
consumatore americano pagherà il 25% in più il parmigiano, così preferirà comprare il parmigiano
americano;
• tramite la regolamentazione delle imprese private, es. l’obbligo di avere il bagno dei disabili in ogni
attività.

Trasferimenti alle imprese

Sono i pagamenti effettuati senza contropartita di beni e servizi, classificati come:

• Contributi alla produzione, cioè trasferimenti correnti alle imprese, effettuati allo scopo di
influenzarne i prezzi e/o di consentire una sufficiente remunerazione dei fattori produttivi.

• Contributi agli investimenti, cioè versamenti a fondo perduto, destinati a finanziare, in tutto o in
parte, specifici investimenti fissi.

Queste voci non comprendono le partite finanzia-rie (le partecipazioni al capitale di società e le azioni
sottoscritte dalle AP) che, in pratica, sono assimilabili a veri e propri trasferimenti.

Spese fiscali

Alcuni dei più importanti sussidi erogati dallo Stato passano attraverso il sistema delle imposte e dei
contributi sociali.

Se lo Stato eroga un sussidio a un’impresa per l’acquisto di macchinari, il sussidio compare come spesa
pubblica; se, invece, concede un credito d’imposta (tutto ciò che posso portare in detrazione fiscale) sulla
spesa per macchinari, questo non appare come spesa pubblica.

• Agevolazioni tributarie alle imprese mirate alla riduzione del debito di imposta (ammortamenti).
Es è il superammortamento, lo Stato consente di avere quote di ammortamento maggiori per gli
investimenti sull’industria 4.0, questo permette alle aziende di avere più costi, cioè minore utile e
quindi di pagare meno tasse.

• Agevolazioni tributarie alle imprese che operano in particolari settori o particolari aree
geografiche.

• Per quanto riguarda le sovvenzioni pubbliche, particolare importanza hanno gli incentivi
all’occupazione sotto forma di riduzione dei contributi sociali a carico delle imprese (sgravi
contributivi).

• In particolare incentivano:

– l’assunzione di particolari categorie (giovani, disoccupati).

– la domanda di lavoro delle imprese che operano nelle aree economicamente depresse del paese.

Questi trasferimenti impliciti sono denominati spese fiscali (tax expenditures).

• Per determinare il loro ammontare, si deve calcolare l’imposta (o il contributo sociale) che ciascun
contribuente avrebbe pagato in assenza delle disposizioni speciali che consentono deduzione e
crediti per una varietà di spese.

• La differenza tra questa cifra e l’imposta effettivamente pagata rappresenta la perdita di gettito
associata alla spesa fiscale.

La spesa fiscale permette di risparmiare in termini di pagamento di imposte. Se lo stato fa pagare alle imprese
meno imposte, lo stato avrà meno entrate. Se invece lo Stato opera un trasferimento a un’impresa di €200.000
da investire in macchinari, lo Stato avrà una spesa pubblica che figurerà in bilancio. La detrazione fiscale non
è una voce di bilancio, non incrementa la spesa pubblica ma decrementa le entrate dello stato.
Sussidi nascosti

Quando lo Stato impone un limite quantitativo (un contingente) o un dazio sulle importazioni di un bene, fa
aumentare il prezzo del bene all’interno del paese.

• Si ha un vero e proprio sussidio ai produttori nazionali pagato non dallo Stato ma direttamente dai
consumatori.
• Altri esempi sono i “pensionamenti anticipati” e l’erogazione di credito a tassi agevolati.

Regolamentazione

Lo Stato regolamenta l’attività delle imprese nel tentativo:

• di proteggere i lavoratori, i consumatori, l’ambiente;

• di assicurare un ordinato funzionamento dei mercati.

• Per tale motivo, ha fissato norme che tutelano la salute e l’integrità fisica dei lavoratori, norme
sull’orario di lavoro, i turni e il riposo settimanale.

• Il Ministero del Lavoro e Politiche Sociali, della Salute (e gli organi periferici) vigila sull’osservanza
delle leggi sul lavoro.

• L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato vigila sull’osservanza delle norme
sull’informazione dei consumatori.

• Le aziende di credito sono regolamentate dal Ministero dell’Economia (MEF), dal CICR e dalla Banca
d’Italia.

• Nel settore delle assicurazioni la regolamentazione è svolta dall’IVASS.

• Le società per azioni e il mercato della borsa sono controllati dalla CONSOB.

• Il trasporto è regolamentato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT).

Spesa per acquisti e investimenti

• Gli acquisti di beni e servizi comprendono i mezzi necessari al funzionamento della macchina
amministrativa e alla produzione dei servizi pubblici.
• Gli investimenti fissi includono la costruzione di opere pubbliche.
• I consumi intermedi non comprendono i beni e servizi acquistati per essere erogati direttamente
alle famiglie, come per esempio farmaci, servizi medici ambulatoriali, ricoveri in case di cura
private convenzionate, classificati come trasferimenti in natura (prestazioni sociali).
• Sono inclusi nei consumi intermedi i beni durevoli di uso militare, in quanto si ritiene che tali beni
non costituiscano un investimento produttivo.

Redistribuzione del reddito

Una delle attività più importanti del SP è la ridistribuzione del reddito, vale a dire il trasferimento di risorse
da un gruppo sociale a un altro.

I programmi di spesa esplicitamente ridistribuiva (trasferimenti di reddito) sono classificati in:


• programmi di assistenza pubblica che erogano prestazioni a quei cittadini abbastanza poveri da
averne diritto.

• assicurazioni sociali che offrono prestazioni ai lavoratori in pensione, invalidi, disoccupati e malati.

I trasferimenti influenzano il modo in cui il prodotto complessivo della collettività viene diviso tra i suoi
membri.

La redistribuzione avviene mediante:

• la spesa sanitaria; i programmi della spesa sanitaria finanziano prestazioni sociali in natura (beni e
servizi erogati gratuitamente all’utente finale).

Le prestazioni sono classificabili in due gruppi:

– assistenza ospedaliera in istituti pubblici;

– farmaci, cure mediche e assistenza in case di cura convenzionate con il SSN.

– Vanno aggiunte la spesa per i servizi amministrativi e quella in conto capitale

• la spesa assistenziale; i programmi della spesa assistenziale assumono due forme:

-Erogazioni in denaro direttamente ai beneficiari (pensione sociale, pensione agli invalidi civili).

-Erogazione di specifici beni e servizi (istituti per anziani, consultori, asili nido, assistenza domiciliare agli
anziani);

• la spesa previdenziale; eroga prestazioni in denaro ai lavoratori il cui reddito sia ridotto
temporaneamente o permanentemente a causa di eventi esterni (vecchiaia, invalidità, superstiti,
disoccupazione, infortuni, malattia, assegni familiari).Le assicurazioni sociali si differenziano
dall’assistenza pubblica in quanto le prestazioni di cui beneficia un individuo dipendono in parte dai
contributi pagati.Il programma più rilevante è quello relativo alle pensioni, che assorbe circa il 90%
della spesa previdenziale.

• i programmi implicitamente ridistri-butivi, Lo Stato influenza la distribuzione del reddito anche


attraverso gli effetti indiretti del sistema tributario e degli altri programmi pubblici.

– Detraibilità spese mediche, detrazioni per carichi familiari, esclusione dall’imposizione degli assegni
familiari, delle pensioni di guerra e delle rendite per infortuni sul lavoro.

– Sussidi alla produzione e restrizioni alle importazioni (dazi e contingenti).

– Anche la spesa per servizi può avere conseguenze ridistributive (sussidio al trasporto urbano oppure
al trasporto aereo).

Il finanziamento della Sanità è affidato al sistema tributario generale.

I programmi della spesa sanitaria finanziano prestazioni sociali in natura (beni e servizi erogati gratuitamente
all’utente finale).

Le prestazioni sono classificabili in due gruppi:

• assistenza ospedaliera in istituti pubblici;

• farmaci, cure mediche e assistenza in case di cura convenzionate con il SSN.

• Vanno aggiunte la spesa per i servizi amministrativi e quella in conto capitale.


L’assistenza viene erogata a chi non ha i mezzi per formare la previdenza, che si forma per chi ha reddito,
versando i contributi. L’assistenza viene prelevata dalla fiscalità generale, dalle tasse di tutti, come la pensione
sociale.

Per la spesa sanitaria il ticket è nato come contributo per limitare l’effetto del terzo pagante, cioè se un servizio
o un bene è totalmente gratuito l’individuo lo richiede anche se non gli serve.

Composizione spesa pubblica 2017

Classificazione per voci economiche (come spendono le A.P.):

• Redditi da lavoro dipendente 19,5%

• Consumi intermedi 16,7%

• Prestazioni sociali 40,6%

• Altre uscite correnti 11,8%.

• Interessi passivi 3,4%

• Uscite in c/capitale 8%

Composizione entrate 2017

• Imposte dirette 31,3%

• Imposte indirette 31,2%

• Contributi sociali 28,2%

• Altre entrate correnti 8,7%

• Entrate in c/capitale 0,6%

Deficit/PIL 2,38%

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