Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
All’economista del singolo consumatore non frega nulla, gli interessa che cosa il comportamento
del consumatore produce in termini di effetti sul sistema, quindi come funziona il mercato.
Bisogna capire;
1. La prima cosa che conta quanto guardiamo un individuo come consumatore, è che sappiamo
che questa persona ha dei gusti. I gusti sono una valutazione assoluta che noi facciamo di ciò
che ci piace. A qualcuno piace il dolce, ad altri il salato. (Valutazione assoluta)
2. I gusti del consumatore si strutturano. Per esempio: a me piace la natura, ma questo vuol dire
tante cose: mi piace camminare in montagna, o stare al mare?. Io preferisco stare al mare,
piuttosto che in montagna. Inizio a distinguere e fare valutazioni relative, che sono comunque
scollegate da ogni riferimento economico. La formazione delle preferenze si scontra con il
possesso o meno di risorse. Le risorse definiscono poi cosa andrò effettivamente a fare.
3. Le risorse sono scarse, non posso fare tutto, devo scegliere cosa fare. Ho quindi un vincolo di
bilancio, che entra poi nella fase di organizzazione delle preferenze (ordinamento delle
preferenze, ossia la gerarchia che noi facciamo dei diversi beni, servizi sulla base del loro
prezzo e del nostro vincolo di bilancio). Qui mi occupo anche di ciò che sono in grado di
raggiungere economicamente.
Il consumatore, in quanto agente economico, cerca di massimizzare il suo beneficio al netto del
costo. Come minimo il beneficio deve superare il costo e questo beneficio lo definiamo come
soddisfazione dal consumo.
Definire la soddisfazione dal consumo: è una soddisfazione generica che si risolve facilmente
nell’individuazione della quantità del bene che voglio acquistare.
La soddisfazione che io ottengo dal consumo di un bene è crescente (più io consumo, meglio sto,
non siamo mai sazi), ma a ritmo decrescente (cresce di meno, non smette di crescere).
UTILITA’ MARGINALE DECRESCENTE: ogni unità che noi consumiamo in più, vale meno della
precedente. Non vale meno di 0, ha un valore positivo. Ci fa piacere consumare un’unità in più,
ma questo piacere va via via a diminuire.
Pensare al margine, ossia pensare a cosa accade quando aggiungo unità, vale per tutti gli ambiti,
consumo, produzione, ecc…
Esempio: io continuerò a comprare gelati perché comunque la mia soddisfazione cresce, anche
se crescita via via di meno. Quando mi fermo? Quando il costo del gelato diventa superiore alla
soddisfazione che io ottengo.
Dall’analisi di quanto compro di un certo bene (quanta soddisfazione ricevo dalle unità successive
di bene) e dalla analisi del costo, io ottengo il numero di beni (gelati) che posso comprare.
Costruiamo quindi una curva di domanda individuale: una relazione grafica tra il prezzo del bene e
la quantità che io sono disposta ad acquistare in funzione del beneficio. Tutto il resto è tenuto
costante (ex. reddito). Quello che sappiamo che questa curva è decrescente.
La curva di domanda individuale esiste per tutti. Sommando le curve individuali, o ottengo la
curva di domanda di mercato.
L’individuo consumatore ottiene soddisfazione dal consumo dei beni.
Ux = f(x)
Questa utilità sarà sempre crescente, ma sempre di meno, tende ad arrivare ad un punto di
saturazione (ossia cresce sempre più lentamente ma mai in modo esponenziale).
Noi come consumatori non consumiamo solo un bene. Compriamo più beni in quantità differenti e
l’utilità di un paniere di beni è data dalla funzione delle quantità di tutti i beni che entrano in
questo paniere.
U = f (x , y , ….. z).
Alcuni panieri di beni che contengono una quantità diversa dei diversi beni, potranno dare la
stessa utilità, ossia sono indifferenti.
Ci sarà la possibilità di scambiare all’interno della composizione del paniere le quantità del bene x
con le quantità del bene z, senza che questo pregiudichi necessariamente l’utilità finale.
Se questo accade questi due panieri sono indifferenti tra loro e creo delle curve di indifferenza.
1. Le curve di indifferenza hanno una pendenza negativa (si rinuncia ad una quantità di X solo
aumentando il consumo di y).
2. Le curve più alte danno una soddisfazione maggiore (consumo più di prima, sono più
soddisfatto più consumo).
3. Le curve di indifferenza non si incrociano, se si incrociassero vorrebbe dire che nel punto in
cui si incrociano ho la stessa identica combinazione di beni per due livelli di utilità diversi, e
non è possibile. Non posso avere due soddisfazioni diverse in un certo punto.
Quando ho delle curve di indifferenza, ho ordinato i beni secondo la loro utilità, ma devo ordinarli
anche in base al loro prezzo.
Io ho un reddito che deve essere tale da permettermi di acquistare alcune quantità che non
devono superare il valore del mio reddito. Altrimenti mi indebito.
Il mio reddito deve essere superiore o uguale alla spesa per il bene x più la mia spesa per il bene y
più la mia spesa per il bene z ecc…
GRAFICO triangolo
Data una serie di curve di indifferenza, qual è il massimo di soddisfazione che io riesco a tenere?
Dipende dal mio vincolo di bilancio.
Io porto la retta di bilancio a toccare una curva di indifferenza e quella è la curva di indifferenza
che da l’utilità massima raggiungibile. (slide 14)
Quando è che il mio vincolo di bilancio cambia e quindi cambia la combinazione di beni che
io posso raggiungere?
Ho lo stesso reddito di prima ma posso comprare meno spritz, perché il prezzo dello spritz è
aumentato. Aumenta il prezzo, diminuisce la qualità che posso acquistare, il mio reddito non
cambia (perchè la quantità di libri acquistabili rimane invariata).
Il prezzo relativo: la variazione di un prezzo cambia il rapporto in cui si scambiano i due beni.
“il rapporto di scambio tra due beni ovvero il prezzo di un bene misurato in relazione al prezzo di
un altro bene”.
Se il prezzo di A è 1.50 EURO e quello del bene B è 0,50 EURO, il prezzo relativo di A in termini di
B è 3 EURO (=1,50/0,50). Per comprare un A io devo avere 3 B.
Il prezzo relativo ci consente di eliminare l’unità di misura e ci fa entrare nella logica del baratto.
CURVA DI DOMANDA: è data dalla sommatoria di tutte le scelte che fanno i vari individui. La
somma delle curve di domanda individuale mi da una curva di domanda di mercato.
Quando c’è una curva di domanda mercato e una curva di offerta che è fissa? Ossia poco
disponibile a cambiare perché le quantità prodotte sono quelle?!
Quindi l’aumento di domanda produce un aumento del prezzo che è inferiore rispetto a prima.