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ECONOMIA NEOCLASSICA: L’UTILITA’

Il concetto di utilità
Lo strumento adeguato alle indagini economiche è il calcolo differenziale: non è, infatti, importante la
quantità assoluta di utilità che un’azione permette di conseguire ma importano gli incrementi di utilità che
essa produce. Il calcolo differenziale era il più adatto quindi per studiare la variazione di grandezza.

W. Jevons è ricordato soprattutto per il suo contributo dato al concetto di utilità marginale (il termine da lui
usato era però “grado finale di utilità”).

Concetto di margine
-“compiere scelte al margine significa rinnovare la decisione ad ogni unità aggiuntiva del bene che si sta
consumando”
-“scegliere al margine significa reiterare la decisione se consumare una fetta di pizza in più o una in meno”

Le due leggi di Gossen


→prima legge di Gossen (principio dell’utilità marginale decrescente)
il livello di soddisfazione o utilità marginale concesso con il consumo di dosi successive di uno stesso
bene decresce (anche se aumenta l’utilità totale)
→seconda legge di Gossen (principio dell’utilità marginale ponderata)
l’individuo raggiunge il massimo di soddisfazione solo se spende il reddito in modo di eguagliare il
rapporto tra le utilità marginali dei beni e i loro prezzi di mercato
𝑈′𝑥 𝑈′𝑦
=
𝑝𝑥 𝑝𝑦

Aspetti importanti:
-vale la regola della massimizzazione
-il problema è il seguente: il soggetto ha un reddito limitato. Quali e quanti beni consumare per
massimizzare l’utilità?
-i dati del problema sono: reddito limitato e prezzi dei beni
-la soluzione del problema è: eguagliare i rapporti tra le utilità marginali e i prezzi (utilità marginali
ponderate)

L’ultimo euro speso in ciascun bene deve dare la stessa utilità

Es. Katia ha 20€ da spendere.


Al mercato acquista:
-1 kg di uva che le costa 2€ e che le da una utilità marginale pari a 2
-1 kg di funghi finferli che le costano 18€ e le danno una utilità marginale pari a 18
-In questo caso Katia spende i suoi 20€ in modo razionale e ottimizza le sue risorse. Infatti:
𝑈′𝑢 𝑈′𝑓
=
𝑝𝑢 𝑝𝑓
2 18
=
2 18
Katia ha 25€ da spendere.
Al mercato acquista:
-1 kg di castagne che le costa 4€ e che le dà una utilità marginale pari a 8
-1 kg di funghi porcini che le costa 21€ e le dà una utilità marginale pari a 42
In questo caso Katia spende i suoi 25€ in modo razionale e ottimizza le sue risorse. Infatti:
𝑈′𝑢 𝑈′𝑓
=
𝑝𝑢 𝑝𝑓
8 42
=
4 21
Utilità e scambio
il grado finale di utilità è posto quale base della teoria dello scambio. Viene ipotizzato che ogni scambista
abbia informazioni complete, che ogni merce sia di qualità omogenea e divisibile
Ogni trading body ha una sua funzione di utilità che si propone di massimizzare
Le funzioni di utilità sono di tipo additivo: in base ad esse nel- calcolare l’incremento di utilità derivante dal
consumo di una unità aggiuntiva di un determinato bene occorre considerare solo quel particolare bene e
non eventuali sostituti

-lo scambio ha luogo quando l’utilità marginale dell’unità del bene che l’agente si propone di ottenere è
maggiore di quella del bene posseduto quale dotazione iniziale.
-l’impostazione è edonistica. l’utilità è un piacere, il costo è una pena
-se questo ragionamento passa da un bene e un individuo a più beni e individui si passa dalla legge di
equilibrio del singolo scambista alla legge generale dello scambio

Il lavoro
-Per quanto riguarda il lavoro, questo viene considerato sempre in termini di utilità ma di utilità negativa. -E
vale per il lavoro una legge analoga a quella dei beni ossia una legge della disutilità marginale
crescente: lavorare per un tempo più lungo comporta un sacrificio che aumenta in modo più che
proporzionale.
-Per quanto riguarda il lavoratore, questi deciderà di prolungare la giornata lavorativa fino a che lo sforzo
aggiuntivo richiesto non è sufficientemente compensato dagli incrementi di utilità che ne deriva dal
prodotto del lavoro.

Breve sintesi
1) Il problema economico è concepito come problema di scelta razionale tra mezzi alternativi e limitati per
la soddisfazione di bisogni illimitati.
2) Il comportamento è razionale nel senso che il consumatore cerca di ottenere il massimo risultato con un
dato ammontare di mezzi a disposizione (o detto in altro modo ottenere un dato risultato con il minimo
utilizzo di risorse possibile).
3) Il principio di razionalità vale sia per il consumatore che per il produttore.
4) I bisogni sono illimitati: anche se si raggiunge un livello di saturazione per un dato bene questo non può
avvenire per tutti i beni.
5) Si definiscono beni economici quei beni che sono presenti in quantità limitata e non illimitata. Possono
essere beni o servizi (beni immateriali).

Nel mondo marginalista-neoclassico si hanno due diversi concetti di utilità


A) utilità cardinale
B) utilità ordinale

Utilità cardinale
l’utilità è ritenuta grandezza misurabile
unità totale e marginale
-si definisce unità totale (ut) la quantità di utilità ottenibile dal consumo delle dosi disponibili di un
determinato bene. Essa cresce fino al punto di sazietà e poi decresce
-si definisce utilità marginale (U’) l’utilità che deriva all’individuo dall’ultima dose consumata del bene
-per la prima legge di Gossen, dosi successive di un determinato bene danno gradi di utilità via via minori.
per la seconda legge di Gossen l’individuo tende a eguagliare le utilità marginali ponderate dei diversi beni
ovvero a suddividere il proprio reddito in modo da ricavare la stessa utilità da ciascun acquisto.
es.

Nella tabella è riportata l’utilità totale derivante dal consumo di


caffè

L’utilità marginale si calcola come differenza tra le utilità totali.

Utilità cardinale
l’utilità non è una grandezza misurabile

L’unità ordinale
-l’utilità non può essere misurata perché l’individuo non può stabilire di quanto l’utilità del bene A supera
l’utilità del bene B
-l’individuo può percepire la diversa intensità del bisogno dei due beni ma non quantificare l’utilità dell’uno
e dell’altro

L’importante è capire come l’individuo ordina le sue preferenze. Se l’individuo sceglie x piuttosto che y
significa che egli preferisce x a y
L’intensità di tale preferenza non è importante per il processo di scelta, perché se preferisce x sceglie
comunque di consumare x (teoria dell’unità ordinale). Quindi:
U(x) > U(y) se e solo se x P y
U(x) = U(y) se e solo se x I y

Concetto di paniere (pag 77)


per paniere si intende un insieme di beni (nel nostro caso due beni)

La curva di indifferenza
Una curva di indifferenza come U2U2 mostra tutti i panieri di due beni X e Y che danno al consumatore una
stessa utilità totale

Postulato di monotonicità (caratteristica della non sazietà)


dati due panieri A e B, il postulato di monotonicità dice che: se A>B allora A P B
che significa che il consumatore preferisce il paniere che contiene quantità non minore di ciascun bene e
una quantità maggiore di almeno un bene
Ipotizziamo che un consumatore preferisca avere di
c più che avere di meno

A immaginate che un consumatore si trovi nel punto a:

b -il consumatore preferirebbe trovarsi in un punto più a


nord-est, ad esempio c
-allo stesso modo preferirebbe stare in a rispetto a
tutti i punti a sud-ovest come b

curve di indifferenza: ipotesi di fondo


1) Cœteris paribus, i consumatori preferiscono sempre consumare quantità superiori di un bene rispetto a
quantità inferiori dello stesso bene.
2) Quanto minore è la quantità consumata di un bene tanto minore è la quantità di quel bene cui il
consumatore sarà disposto a rinunciare per aumentare di una unità il consumo di un altro bene.
3) L’obiettivo del consumatore è la massimizzazione dell’utilità totale, ovvero il raggiungimento della più
alta curva di indifferenza

proprietà delle curve di indifferenza


-sono curve strettamente convesse
-sono inclinate negativamente
-non si intersecano mai
queste caratteristiche dipendono dalle proprietà delle preferenze del consumatore

Proprietà delle preferenze del consumatore: proprietà di completezza


Le preferenze di un consumatore si dicono complete se dati due panieri A e B il consumatore è sempre in
grado di stabilire se
A P B oppure
B P A oppure
AIB
Tale proprietà assicura che il consumatore sia sempre in grado di decidere tra due panieri (assicura che
l’individuo sia individuo razionale)

Proprietà delle preferenze del consumatore: proprietà di transitività


Le preferenze di un consumatore sono transitive quando dati tre panieri A B e C è possibile affermare che
se
APBeBPC
allora
APC
Oppure
AIBeBIC
allora
AIC
Questa proprietà assicura che le curve di indifferenza non si intersecano mai

Proprietà delle preferenze del consumatore: proprietà di non sazietà (o monotonicità)


le preferenze di un consumatore soddisfano la proprietà di non sazietà quando A P B perché A contiene
quantità di x e y non inferiori a B una quantità superiore per almeno un bene

Tale proprietà assicura che il consumatore scelga il paniere con maggiore quantità di beni

La proprietà di non sazietà assicura che la curva di


indifferenza abbia inclinazione negativa.

E’ la conseguenza dell’ipotesi che l’utilità sia funzione


crescente della quantità consumata dei beni considerati

Saggio (o tasso) marginale di sostituzione


il saggio marginale di sostituzione misura la quantità di un bene (bene x) che il consumatore è disposto a
cedere per ottenere una quantità aggiuntiva di un altro bene (bene y)

Proprietà delle preferenze del consumatore: proprietà di stretta convessità


Tale proprietà assicura che le curve di indifferenza siano inclinate negativamente e convesse verso l’origine
degli assi.
Sta a evidenziare che quando si riduce la quantità di uno dei due beni tale riduzione va compensata da
aumenti via via maggiori della quantità dell’altro bene per restare sulla stessa curva di indifferenza.
E’ quindi conseguenza del principio dell’utilità marginale decrescente, ovvero dell’idea che dosi successive
di consumo di un bene hanno per il consumatore un’importanza via via minore.

Mappa di indifferenza (pag 88)

Ordinalità delle preferenze (postulato monotonicità) (pag 88)


Il vincolo di bilancio
esiste una mappa di curve di indifferenze per il consumatore (ciò che al consumatore piacerebbe fare) che
individua un numero infinito di curve
ma su quale curva può posizionarsi la scelta del consumatore?
questo dipende dal vincolo di bilancio (ossia dal reddito disponibile)

Il vincolo di bilancio è definito come “l’insieme delle combinazioni (panieri dei due beni che il consumatore
può acquistare, dati i prezzi dei beni e spendendo interamente il proprio reddito”
ovvero: pxx + pyy = R

Se si risolve rispetto a y si ha: y = (R/py )– (px/py) x dove – (px/py) dà la pendenza (negativa) della retta ed
R/py individua l’intercetta verticale.

L’intercetta verticale (R/py ) dice la quantità


massima del bene y acquistabile con il reddito
(acquistando solo y); l’intercetta orizzontale
(R/px) indica la quantità massima acquistabile con
il reddito (acquistando solo x)

L’intercetta verticale (R/py ) dice la quantità massima del bene y


acquistabile con il reddito (acquistando solo y);
l’intercetta orizzontale (R/px) indica la quantità massima
acquistabile con il reddito (acquistando solo x)
Esempio da vostro libro p. 79

A proposito della pendenza della retta di bilancio


-La pendenza – (px/py) corrisponde al prezzo relativo del bene x in termini del bene y.
-Misura cioè il numero di unità del bene y alle quali il consumatore deve rinunciare per acquistare una unità
aggiuntiva del bene x a reddito invariato.
-Se il prezzo del bene x è pari a 4€ e il prezzo del bene y è pari a 2€ il prezzo relativo del bene x sarà pari a 2:
per avere una unità in più di x il consumatore deve rinunciare a 2 unità del bene y, a reddito invariato
Altro esempio: il vincolo di bilancio
Supponiamo che uno studente abbia a disposizione 50 euro alla settimana da spendere per pasti (P) o film
(F). Il prezzo di un pasto è 5 euro e quello di un film è pari a 10.
Il reddito ed i prezzi determinano le combinazioni dei due beni che il consumatore può acquistare.
La linea di bilancio separa ciò che si può acquistare da ciò che non si può acquistare. Ad esempio, la
combinazione G.
La pendenza del vincolo di bilancio è il prezzo relativo

Spostamenti del vincolo di bilancio


il vincolo di bilancio è definito per un dato livello dei prezzi dei due beni considerati e per un dato livello di
reddito
variazioni dei prezzi dei beni o del reddito (in quanto variabili esogeni: cap 1) comportano degli spostamenti
della retta di bilancio. Nello specifico:
-la variazione del prezzo di un bene comporta il cambiamento di pendenza della retta di bilancio
-la variazione del livello del reddito comporta lo spostamento parallelo (in alto o in basso) della retta di
bilancio

Variazione del prezzo di un bene


HP: diminuzione del prezzo di x. L’intercetta sull’asse orizzontale si sposta a destra

HP: aumento del prezzo di X. L’intercetta sull’asse orizzontale si sposta a sinistra


variazione del livello del reddito
HP: il reddito aumenta. La retta di bilancio si sposta parallelamente a destra

HP: il reddito diminuisce. La retta di bilancio si sposta parallelamente a sinistra

La scelta del consumatore


il problema del consumatore è quello di scegliere tra l’infinito numero di panieri quello che egli reputa
ottimale, tenendo conto del reddito a disposizione.
La sua scelta, che individua quello che è definito l’equilibrio del consumatore, sarà individuata graficamente
dal punto di tangenza tra curva di indifferenza e retta di bilancio.

Il punto in cui il consumatore massimizza la propria utilità si ottiene considerando contemporaneamente le


curve di indifferenza e la retta di bilancio.
La scelta ottima del consumatore

il punto di ottimo è E (0,D) in cui la retta di bilancio


è tangente alla più esterna tra le curve di
indifferenza.

I panieri B e C si potrebbero acquistare, ma


darebbero una minore utilità in quanto
appartengono ad una più bassa curva di
indifferenza.

L’effetto di una variazione del reddito del consumatore


a parità di prezzi dei beni, una variazione del reddito del consumatore sposta la retta di bilancio senza
cambiarne la pendenza
La variazione delle quantità consumate dipenderà dalla natura dei due beni

Beni normali
quando entrambi i beni sono normali, un aumento del reddito comporta la scelta di un nuovo paniere nel
punto C. la quantità scelta di ognuno dei due beni aumenta

Un bene inferiore ed un bene normale


se anziché due beni normali abbiamo un bene normale (es pane) ed un bene inferiore (es polenta), un
aumento del reddito comporterebbe uno spostamento da C a C’
la quantità di pane aumenta ma quella di polenta diminuisce

La curva di Engel
mostra la relazione tra la domanda di un bene e la variazione del reddito nominale
L’effetto della variazione del prezzo di un bene
A parità del reddito spendibile e del prezzo di un bene, un aumento del prezzo dell’altro bene sposta la
retta di bilancio variandone la pendenza che dipende dal prezzo relativo

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