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Macroeconomia

Lezione 6 (22/03/2022)

Oggi vedremo tutto il Modello ISLM nella sua versione semplice:
Settimana scorsa abbiamo visto:
- l’equilibrio nel marcato dei beni;
- l’equilibrio nel mercato finanziario;
Oggi vediamo il Modello ILSM che di fatto mette insieme questi due argomenti.
Il modello ILSM sarà formato da due curve:
- curva IS: indica una relazione tra produzione e tasso d’interesse quando i mercati dei beni
sono in equilibrio;
- curva LM: indica una relazione tra produzione e tasso d’interesse quando i mercati finanziari
sono in equilibrio;

Poi utilizzeremo il modello ILSM per studiare e modernizzare gli effetti delle politiche economiche:
Vedremo quali sono gli effetti su reddito (produzione) e tasso d’interesse d’equilibrio quando
cambiato le Politiche Fiscali e le Politiche Monetarie.
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Equilibrio nel Mercato dei beni: Curva IS
La condizione di equilibrio nel mercato dei beni può essere descritta sia
come uguaglianza tra Produzione Aggregata (Reddito) e Domanda Aggregata o
come uguaglianza tra Risparmio e Investimento.


1) Siamo in un’economia chiusa quindi la domanda aggregata è uguale alla somma di consumi +
investimenti + spesa pubblica.
2) Risparmio=Investimento; Il risparmio totale è dato dalla somma del risparmio privato e del
risparmio pubblico.

Avevamo fatto una forte semplificazione poiché avevamo immaginato che gli investimenti fossero
esogeni (costanti).
Andiamo ora a vedere come cambia la Condizione di Equilibrio nel Mercato dei Beni se invece
consideriamo gli investimenti non più come esogeni, ma consideriamo che dipendano da altri fattori.
In particolare, da che cosa dipendono gli investimenti?
- Dipendono positivamente da un lato dal livello della produzione e delle vendite (Y): maggiore sarà il
reddito, le vendite, la produzione e maggiori saranno in aggregato gli investimenti.
- Dipendono negativamente dal tasso d’interesse (i): se il tasso d’interesse aumenta gli investimenti ti
diminuiscono. Se aumenta l tasso d’interesse aumenta il costo di prendere a prestito e quindi gli
investimenti diventano più costosi.

Gli investimenti sono quindi una funzione positiva del reddito e una funzione negativa del tasso
d’interesse:
Un aumento della produzione provoca un aumento degli investimenti.
Un aumento del tasso d’interesse provoca una riduzione degli investimenti.

Se riscriviamo la condizione di equilibrio nel mercato dei beni indicando anche da cosa dipendono gli
investimenti abbiamo:
la funzione del consumo (C), la funzione dell’investimento (I) e la spesa pubblica (G)
(che è esogena e la lasciamo esogena).



La condizione di equilibrio nel mercato dei beni scritta in questo modo ci permette di osservare qual è
la relazione tra variazione del tasso d’interesse e produzione che mantiene in equilibrio il mercato dei
beni.

Cosa succede se aumenta il Tasso d’Interesse?
Noi attraverso la curva IS vogliamo rappresentare la relazione tra tasso d’interesse e produzione
(reddito) che mantiene in equilibrio il mercato dei beni.
Se aumenta il tasso d’interesse: nell’equazione sopra il tasso d’interesse rientra solo nella funzione
degli investimenti; se aumenta il tasso d’interesse si riducono gli investimenti e quindi si riduce la
domanda aggregata.
Perché i mercati rimangano in equilibrio, se la domanda aggregata si riduce si deve ridurre anche la
produzione.
Perché i mercati dei beni siano in equilibrio ci deve essere una relazione negativa tra tasso
d’interesse e produzione: al crescere del tasso d’interesse la produzione (reddito) scende.

Quello che sappiamo è che la relazione tra Tasso d’Interesse e Produzione che mantiene in
equilibrio il mercato dei beni è una RELAZIONE NEGATIVA.
Quando noi andremo a disegnare la Curva IS (che si disegna su un pano in cui abbiamo il tasso
d’interesse sull’asse verticale e la produzione Y sull’asse orizzontale) noi sapremo che la curva IS sarà
negativamente inclinata.

Possiamo vedere la derivazione grafica della curva IS in questo grafico:



Abbiamo la retta Z che è la curva di Domanda Aggregata.
Se (a partire dalla situazione di equilibrio del punto E) aumenta il tasso d’interesse, gli investimenti si
ridono e quindi si riduce la domanda aggregata.
La retta Z trasla verso il basso e l’equilibrio passa da E ad E’.
Di conseguenza la produzione di equilibrio (Y*) si riduce.



Nel grafico sottostante rappresentiamo i livelli di reddito di equilibrio che abbiamo al variare del tasso
d’interesse.
L’equilibrio iniziale corrisponde ad un caso d’interesse pari ad i (produzione Y);
Se il tasso d’interesse aumenta, la produzione si riduce (passa da Y ad Y’).

La Curva IS riporta quello che vediamo sopra su un piano in cui abbiamo sull’asse delle verticale
il tasso d’interesse e sull’asse orizzontale la produzione (reddito).
Si può quindi evidenziare una relazione negativa tra tasso d’interesse e produzione.
Questa relazione negativa è proprio detta Curva IS (dove IS sta per Investiment/Saving).

Che caratteristiche ha la Curva IS?
è inclinata negativamente perché un aumento del tasso d’interesse riduce la domanda di beni e porta
quindi ad una riduzione della produzione di equilibrio.
L’equilibrio nel mercato dei beni richiede che la Produzione sia funzione decrescente del Tasso
d’Interesse.

Possiamo anche vedere una formulazione esplicita della curva IS, ovvero esplicitando le
funzioni:
La curva IS è una relazione tra la produzione (Y) e il tasso d’interesse (i) che si ha quando sono in
equilibrio i mercati dei beni.
Si parte dalla condizione di equilibrio nel mercato dei beni e poi si esplica questa relazione:


La funzione del consumo la abbiamo già discussa: i consumi dipendono dal reddito disponibile.
La funzione degli investimenti può essere scritta in questo modo:
I=d0+d1Y - d2i
- d0 ----> componente autonoma degli investimenti; c’è una parte di investimenti che non dipende dalla
produzione e non dipende dal reddito. In genere questo si definisce come "investimento necessario",
quello che serve per ripristinare il valore del capitale e coprire il deprezzamento del capitale. Questa è
una parte di investito che è positiva anche con produzione o reddito 0 (parte di investimento che non
dipende dalla produzione e non dipende dal tasso d’interesse).
- d1 ----> poi l’investimento dipende positivamente dalla produzione; questo parametro d1 ci dice in
che modo gli investimenti dipendono dal reddito. d1 è un parametro che ha delle caratteristiche simili
a c1, ovvero è positivo (perché al crescere della produzione cresce l’investimento) e sarà compreso tra
0 e 1.
È un valore più piccolo di 1 perché gli investimenti rispondono in modo meno che proporzionale agli
aumenti della produzione: per un dato aumento della produzione (delle vendite), gli investimenti
aumentano di una quota pari a d1.
- d2 ----> è un parametro che ci sarà utile per capire da cosa dipende l’inclinazione della IS e
sopratutto per poi valutare l’efficacia della politica monetaria.
È sostanzialmente un parametro che ci indica la sensibilità degli investimenti al variare del tasso
d’interesse. Se il tasso d’interesse aumenta gli investimenti si riducono:
di quanto dipende da questo parametro.
Questo parametro volendo si può andare a stimare: se uno ha i dati sugli investimenti e ha i dati sulla
produzione può andare a stimare il valore di questo parametro.
È un parametro che varia nel tempo a seconda delle situazioni, dei Paesi e dei settori.

Da notare anche le restrizioni sui parametri che vediamo nella slide sopra.
c1+d1<1: per ogni dato aumento della produzione noi avremo un aumento dei consumi e un aumento
degli investimenti e la somma di questa variazione è inferiore di 1.
Ogni aumento di reddito o produzione si traduce in un aumento di consumi ed investimenti meno che
proporzionale.
Se questi due parametri sommati fossero maggiori di uno noi avremo un aumento di consumi e
investimenti in aggregato più forte rispetto all’aumento della produzione e del reddito.

La IS è una curva che mostra la relazione tra produzione e tasso d’interesse.
Questa equazione la otteniamo, partendo alla condizione di equilibrio, spostando tutti i termini con Y a
sinistra e poi aggiustando l’equazione.
L’equazione che si ottiene in seguito ai passaggi la si vede nella slide sopra.
Questa equazione che si ottiene è proprio la curva IS, nel senso che ci da la relazione tra la produzione
ed il tasso d’interesse quando i mercati sono in equilibrio perché noi siamo partiti proprio dalla
condizione di equilibrio nel mercato dei beni (Y=Z).

1/(1-c1-d1) x (c0+d0-c1T+G) ----> intercetta sull’asse orizzontale e quindi mi darà una misura di
quando si sposterà la mia IS al variare della Spesa Autonoma;
d2/(1-c1-d1) ----> pendenza della mia IS;

In questo caso il Moltiplicatore della Spesa Autonoma è 1/(1-c1-d1).
C’è anche d1 nel Moltiplicatore.

Vediamo graficamente da che cosa dipende l’inclinazione della IS:
Come vedremo dall’inclinazione della IS dipenderà l’efficacia della Politica Monetaria.


L’inclinazione della curva IS misura di quanto varia la produzione al variare del tasso
d’interesse.
Tanto più la IS è piatta e tanto più la produzione è sensibile a variazioni del tasso d’interesse; più la IS
è piatta e più la produzione risponde a variazioni del tasso d’interesse.
L'inclinazione dipende da questi 2 fattori:
----> d2: misura la sensibilità degli investimenti al variare del tasso d’interesse;
Questo parametro ci dice di quanto gli investimenti (e quindi la domanda aggregata) variano quando
cambia il tasso d’interesse.
----> 1/(1-c1-d1): moltiplicatore che ci dice quanto questo effetto di variazione degli investimenti è
poi amplificato in termini di variazione della produzione.

----> Quando il tasso d’interesse (i) scende, ci sarà un effetto diretto sugli investimenti e quindi sulla
domanda aggregata e questo dipende da d2.
Tanto più alto è d2 e tanto più gli investimenti sono sensibili a variazioni del tasso d’interesse (e tanto più
la domanda aggregata è sensibile a variazioni del tasso d’interesse perché gli investimenti sono una
componente della domanda aggregata).
Questo è l'effetto diretto e dipende dal parametro d2.
Tanto più d2 è alto e tanto più piatta sarà la curva: per ogni variazione del tasso d'interesse avremo
uno spostamento degli investimenti maggiore.

----> L’inclinazione dipende quindi da d2, ma anche dal moltiplicatore:
Il moltiplicatore ci dice in che modo variazioni di Z si traducono in variazioni di Y.
Tanto più alto è il moltiplicatore e tanto più piatta sarà al curva IS.
Se il moltiplicatore è alto vuol dire che la produzione risponde in maniera significativa a variazioni
della domanda aggregata.

L’inclinazione della curva IS dipende da questi due fattori:
Da d2 (sensibilità degli investimenti al tasso d’interesse);
Dal moltiplicatore (effetto di variazioni della domanda su variazioni della produzione);

La curva IS sarà poco inclinata (più piatta) se a seguito di una piccola variazione del tasso d’interesse
la produzione deve variare tanto per riportare in equilibrio il mercato dei beni.
Le variazioni della produzione, per ogni data variazione degli investimenti, saranno tanto maggiori
quanto più elevati saranno i parametri c1 e d1 perché sono quei parametri (contenuti nel
moltiplicatore) che ci dicono in che modo la produzione risponde a variazioni della domanda
aggregata.

d2: misura l’effetto diretto dl tasso d’interesse sulla domanda;
moltiplicatore: amplifica questo effetto diretto;
L’effetto totale quindi dipende da entrambe le cose: dalla sensibilità dell’investimento al tasso
d’interesse e dal moltiplicatore.

Se gli investimenti non cambiassero al variare del tasso d’interesse la curva IS sarebbe molto ripida.

Abbiamo visto da che cosa dipende la pendenza della IS: questi parametri ci dicono quanto è inclinata.
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Da che cosa dipendono gli spostamenti della Curva IS?
Che cosa sposta la Curva IS verso destra o verso sinistra?

Spesa autonoma: tutti i fattori che sono inclusi nella Spesa Autonoma (in particolare Spesa
Pubblica e Tasse) spostano la Curva IS.
----> Un aumento della Spesa Pubblica sposterà la curva verso destra perché implica un aumento di
reddito a parità di tasso d’interesse;
----> Un aumento delle Tasse sposterà la curva verso sinistra perché implica una diminuzione di
reddito a parità di tasso d’interesse;

L’entità dello spostamento dipende dipenderà ancora una volta dal Moltiplicatore.

Spostamenti della curva IS:
tutte le variazioni dei fattori che determinano la domanda di beni e servizi dato il tasso d’interesse
(componenti autonome di consumo "c0" e investimento "d0"; spesa pubblica "G" e tasse "T") causano
uno spostamento della curva IS perché implicano una variazione del reddito (della produzione) a
parità di tasso d’interesse.
Se si spostano Spesa Pubblica, Tasse e componenti autonome di consumo e investimento la IS si
sposta.
Se cambia il tasso d’interesse non si sposta la IS, ma ci si sposta lungo la IS.

In questo grafico vediamo in che modo si sposta la IS:
Immaginiamo di partire da una situazione di equilibrio iniziale nel mercato dei beni.
Immaginiamo poi che ci sia un aumento della Spesa Pubblica (G):
se aumenta la Spesa Pubblica la retta ZZ della domanda aggregata si sposta verso l’alto di un
ammontare pari alla variazione della Spesa Pubblica.
La produzione Y aumenterà di "DeltaG x Moltiplicatore".
É più grande la variazione di Y rispetto alla variazione di G: questo è dovuto all’inclinazione della ZZ che
è più piatta rispetto alla retta 45º.



La Spesa Pubblica aumenta; la Domanda Aggregata aumenta; la Produzione aumenta in modo più che
proporzionale.
Nel grafico IS vediamo la Curva IS che avevamo già disegna inizialmente (quella nera, che ci da una
certa relazione tra produzione e tasso d’interesse), la cui pendenza dipende dai parametri che
abbiamo già citato prima;
Quando la Spesa Pubblica aumenta noi abbiamo che la IS si sposta verso destra perché a parità di tasso
d’interesse, per ogni tasso d’interesse, noi abbiamo che la produzione è aumentata di DeltaY.
Da qui capiamo che, per ogni data variazione di una delle componenti della Spesa Autonoma (ad
esempio G), lo spostamento della IS sarà tanto maggiore quanto più rande è il valore del
moltiplicatore.
Il moltiplicatore ci dice in che modo la produzione risponde a variazioni di DeltaG.
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In questo grafico vediamo lo spostamento opposto:


Immaginiamo che aumentino le tasse: la IS si sposta verso sinistra perché se aumentano le tasse si
riduce il reddito disponibile; se si riduce il reddito disponibile si riducono i consumi; se si riducono i
consumi si riduce la domanda aggregata; se si riduce la domanda aggregata si riduce la produzione.
Per ogni dato tasso d’interesse la produzione si riduce.

---> Un aumento delle imposte o una riduzione della spesa pubblica sposta la IS verso sinistra.
---> Una riduzione delle imposte o un aumento della spesa pubblica sposta la IS verso destra.
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Riepilogo:
La IS rappresenta tutte le combinazioni di Tasso d’Interesse e Produzione che tengono in equilibrio il
mercato dei beni.
È inclinata negativamente perché ad un aumento del tasso d’interesse corrisponde una riduzione degli
investimenti, quindi una riduzione della domanda aggregata e quindi una riduzione della produzione.
Tutte le variazioni dei fattori che influenzano la domanda aggregata (dato il tasso d’interesse,
indipendenti dal tasso d’interesse) causano spostamenti della IS:
---> Tutti i fattori che diminuiscono la domanda di beni dato il tasso d’interesse la spostano verso
sinistra;
---> Tutti i fattori che aumentano la domanda di beni dato il tasso d’interessi la spostano verso destra;
---> Variazioni del tasso d’interesse causano spostamenti lungo la curva IS;

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Equilibrio nel Mercato Finanziario: Curva LM
Mostra le relazioni sempre tra Tasso d’Interesse e Produzione (Reddito) quando sono in equilibrio i
Mercati Finanziari.
IS: relazione tra i e Y quando sono in equilibrio i mercati dei beni;
LM: relazione tra i e Y quando sono in equilibrio i mercati finanziari;

La Condizione di Equilibrio sui Mercati Finanziari è data dall’uguaglianza tra offerta di moneta e
domanda di moneta (dove l’offerta di moneta è decisa dalla Banca Centrale e la domanda dipende
positivamente dal reddito e negativamente dal tasso d’interesse).



Qui abbiamo tutto in termini nominali perché quello che la Banca Centrale decide in ogni momento è lo
stock nominale di moneta, ovvero quanta moneta stampare (produrre)
Però possiamo riscrivere questa equazione in termini reali perché ci interessa avere il reddito reale
(non nominale).
Per avere le due curve sullo stesso piano scriviamo la LM in termini reali:


Questa è la condizione di equilibrio riscritta in termini reali:
Identifica un'uguaglianza tra offerta reale di moneta e domanda reale di moneta che dipende
dal reddito reale e non più dal reddito nominale.
Questa equazione descrive l’equilibrio nel mercato della moneta ed è utilizzata per derivare la curva
LM, quando la Banca Centrale stabilisce un offerta di moneta.
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Per quanto riguarda la curva IS ci siamo chiesti: che cosa succede alla produzione, se varia il tasso
d’interesse, per mantenere in equilibrio i mercati dei beni?
Per quanto riguarda la curva LM ci chiediamo: che cosa succede al tasso d’interesse, se aumenta la
produzione o il reddito, per mantenere in equilibrio i mercati finanziari?
Per determinare la relazione tra (i) e (Y) tale per cui i mercati finanziari sono in equilibrio, che
cosa succede al tasso d’interesse se il reddito aumenta?

Nel Mercato dei Beni se aumenta il tasso d’interesse diminuisce la produzione perché si riducono gli
investimenti e quindi si riduce la domanda aggregata.
Nel Mercato Finanziario abbiamo invece una relazione che è positiva tra tasso d’interesse e
produzione perché:
pensando ai mercati della moneta che abbiamo visto settimana scorsa, noi avevamo sull’asse verticale
il tasso d’interesse (i) e sull’asse orizzontale (M).
La domanda di moneta era negativamente correlata al tasso d’interesse (se il tasso d’interesse
aumenta la domanda di moneta si riduce perché aumenta il costo-opportunità di tenere moneta) e poi
avevamo un’offerta di moneta decisa dalla Banca Centrale.
In questo caso, se il reddito aumenta, si sposta verso l’alto la domanda di moneta (per ogni dato tasso
d’interesse la domanda di moneta aumenta).
Perché il mercato rimanga in equilibrio (successivamente all’aumento del reddito) il tasso d’interesse
deve aumentare, altrimenti a livello del tasso d’interesse iniziale si avrebbe un eccesso di domanda
sull’offerta (i mercati non sarebbero in equilibrio).
A seguito di un aumento del reddito, che provoca un aumento della domanda di moneta, il tasso
d’interesse deve aumentare per mantenere in equilibrio i mercati finanziari.

Questa è la ragione per cui nella LM, avendo sull’asse verticale il tasso d’interesse (i) e sull’asse
orizzontale il reddito (Y), la relazione tra tasso d’interesse e produzione (reddito) che mantiene
in equilibrio i Mercati Finanziari sarebbe una relazione Positiva:








Al crescere del reddito, perché i Mercati Finanziari rimanga in equilibrio, il tasso d’interesse deve
aumentare.
Se il tasso d’interesse non aumentasse i mercati non sarebbero in equilibrio (ci sarebbe un eccesso di
domanda sull’offerta).
Questo lo diciamo perché sono molti i manuali in cui abbiamo una LM inclinata positivamente in
questo modo.
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In realtà l’idea è che questa vista sopra è la relazione che esiste tra tasso d’interesse e reddito che
mantiene in equilibrio i Mercati Finanziari se la Banca Centrale non interviene.
Se la Banca Centrale non interviene un aumento del reddito comporta un aumento del tasso d’interesse.
Nella realtà il modo in cui operano le Banche Centrali è questo:
le Banche Centrali fissano un tasso d’interesse ottimale e aggiustano l’offerta di moneta per ottenere
quel tasso d’interesse.
La Banca Centrale quindi si dà un tasso d’interesse obiettivo e aggiusta l’offerta di moneta per
raggiungere quel tasso d’interesse.
In questo caso, se noi abbiamo una situazione come quella che dicevamo, cioè abbiamo una situazione
in cui abbiamo:









Se aumenta il reddito, aumenta la domanda di moneta e il tasso d’interesse di equilibrio aumenta.
Questa relazione è quella che dava poi l’inclinazione positiva della LM.









In realtà se la Banca Centrale si era data un tasso d’interesse come obiettivo, a seguito di questa
variazione del reddito aumenta l’offerta di moneta in modo tale da mantenere il tasso d’interesse al
livello prestabilito









Immaginare una LM positivamente significa ignorare il comportamento della Banca Centrale che è
quello di modificare l’offerta di moneta in modo tale da mantenere un tasso d’interesse obiettivo.
Se la Banca Centrale risponde alla variazione della domanda di moneta, modificando l’offerta di
moneta per mantenere il tasso d’interesse, la LM diventa orizzontale (piatta) al livello del tasso
d’interesse deciso dalla banca cenale.
Piatta significa indipendente dal reddito:
se la Banca Centrale si fissa un tasso d’interesse obiettivo, possiamo anche avere un aumento del
reddito (e quindi un aumento della domanda di moneta), ma la Banca Centrale agisce modificando
l’offerta per materne il Tasso d’Interesse al livello prefissato.


La condizione di equilibrio nei mercati finanziari richiederebbe una relazione positiva tra tassi
d’interesse e reddito, tuttavia le Banche Centrali oggi decidono il tasso d’interesse obiettivo e
aggiustano l’offerta di moneta per raggiungere questo tasso d’interesse obiettivo.
Se è così che agiscono le Banche Centrali, si arriva ad una versione semplificata della curva LM che è
semplicemente una retta orizzontale in corrispondenza del Tasso d’Interesse stabilito dalla Banca
Centrale.

La curva LM è semplicemente una retta orizzontale al livello del tasso d’interesse scelto dalla Banca
Centrale come suo obiettivo.
Di conseguenza:
Se il reddito aumenta quello che succede nel mercato della moneta è questo:










È aumentato il reddito, ma non è cambiato il tasso d’interesse; questo non perché non ci sia una
relazione positiva, ma perché la Banca Centrale è intervenuta modificando l’offerta di moneta.

Noi considereremo questa versione semplificata della curva LM, che descrive bene quello che avviene
nella realtà.
Questa retta piatta della LM non vuol dire che non esista una relazione tra Reddito e Tasso d’Interesse;
questa relazione esiste, ma la Banca Centrale interviene e mantiene la retta piatta (se aumenta il
reddito, aumenta la domanda di moneta, il tasso d’interesse aumenta per riportare i mercati in
equilibrio e la banca centrale aumenta l’offerta di moneta per riportare i al valore prefissato).


Perché quella retta LM sia orizzontale ci vuole sempre l’intervento da parte della Banca Centrale che
modifica l’offerta di moneta per tenere il tasso d’interesse obiettivo.
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Abbiamo visto una curva IS che è inclinata negativamente e una curva LM che è piatta.
Tutti i punti della Curva IS sono tutti i punti in cui i Mercati dei Beni sono in equilibrio;
Tutti i punti della Curva LM sono punti in cui i Mercati Finanziari sono in equilibrio;
C’è un solo punto in cui sono in equilibrio sia i Mercati dei Beni che I mercati Finanziari e
questo è il punto di intersezione tra la IS e la LM.
C’è un’unica combinazione di Tasso d’Interesse e Produzione che rende in equilibrio sia i Mercati
Finanziari che i Mercati dei Beni.


In una condizione di equilibrio generale devono essere soddisfate entrambe le condizioni:
---> Domanda aggregata di moneta uguale all’offerta aggregata di moneta (condizione descritta nella
LM);
---> Domanda aggregata di beni uguale all’offerta aggregata di beni (condizione descritta nella IS)

C’è un solo punto in cui i due mercati sono simultaneamente in equilibrio e questo punto è dato
dall’intersezione tra la IS e la LM.

Anche con queste ipotesi restrittive il modello ILSM è interessante perché ci permette di vedere in
modo chiaro e immediato che cosa succede all’equilibrio (produzione e tasso d’interesse di equilibrio)
al variare delle politiche economiche.
Come cambiano la produzione e il tasso d’interesse di equilibrio se il governo effettua una
politica fiscale espansiva o restrittiva?
Come cambiano la produzione e il tasso d’interesse di equilibrio se il governo effettua una
politica monetaria espansiva o restrittiva?
Basta spostare queste curve e vedere cosa succede.


Queste relazioni che sono dietro le curve IS e LM contengono molte informazioni circa il consumo,
l’investimento, la domanda di moneta e le condizioni di equilibrio.
Possono essere utilizzate per studiare che cosa succede alla produzione e al tasso d’interesse quando
cambia lo stock di moneta, quando il governo decide di variare tasse o spesa pubblica...
sostanzialmente queste relazioni possono essere utilizzate per studiare gli effetti delle politiche
economiche sulle condizioni generali di equilibrio.

Esistono due principali politiche economiche, fiscali e monetarie:
1) Politiche Fiscali: intendiamo quelle politiche decise dal Governo che modifica il livello di spesa
attraverso la variazione della Spesa Pubblica (G) o la variazione delle tasse (T).
Si definiscono politiche fiscali espansive tutte quelle che portano ad un aumento della produzione,
quindi sono politiche espansive quelle di aumento della spesa pubblica e riduzione delle tasse.
Si definiscono politiche fiscali restrittive tutte quelle che portano ad una diminuzione della
produzione, quindi sono politiche restrittive quelle di riduzione della spesa pubblica e aumento delle
tasse.
2) Politiche Monetarie: non sono decise dal Governo, ma sono decise dalla Banca Centrale (di solito
autonoma rispetto al governo). Le politiche monetarie sono decise dalle Banche Centrali e gli
strumenti principali sono le variazioni dello stock di moneta.
Questa variazione dello stock di moneta viene effettuata tramite operazioni di mercato aperto,
acquisto e vendita di titoli che fanno modificare il Tasso d’Interesse.
La Banca Centrale può anche decidere di agire sull’offerta di moneta modificando il Coefficiente di
Riserva in modo tale da aumentare il Moltiplicatore.
Si definiscono politiche monetarie restrittive tutte quelle che portano ad una riduzione dell’offerta di
moneta e quindi aumento del tasso d’interesse
Si definiscono politiche monetarie espansive tutte quelle che portano ad un aumentano dell’offerta di
moneta e quindi riducono il tasso d’interesse.
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Utilizziamo il modello ISLM per vedere che cosa succede a seguito di variazioni nelle Politiche
Fiscali e nelle Politiche Monetarie.

In generale per utilizzare il modello ISLM per studiare gli effetti delle politiche economiche
sull’equilibrio, quello che bisogna fare è
capire le diverse politiche quale curva colpiscono (quale curva riguardano);
capire in che modo muovere le curve;
vedere che cosa succede all’equilibrio;

Le variazioni di G e T (variazioni nei livelli di Spesa Pubblica e Tasse) influenzano solo il mercato dei
beni. Ge T entrano soltanto nell’equazione di equilibrio nei Mercati dei Beni (fanno pare, in particolare,
della Spesa Autonoma).
Quindi variazioni di G e T influenzano solo il mercato dei beni, non hanno alcun effetto diretto sui mercati
finanziari.
Le politiche fiscali influenzano direttamente solo il Mercato dei Beni e questo significa
sostanzialmente che andranno a influenzare solo la curva IS.

Al contrario le variazioni di M o Mp (dove M è lo stock nominale di moneta, Mp è o stock reale di
moneta), l’offerta di moneta decisa dalla Banca Centrale, influenza direttamente solo i mercati
finanziari e va quindi a spostare solo la curva LM.
Poi, come vedremo, l’effetto di variazioni di politiche monetarie sarà anche un effetto reale che va a
influenzare la produzione di equilibrio, ma la curva che viene mossa è la curva LM.


In generale, quando uno deve studiare gli effetti di una politica economica, la prima cosa è individuare
il mercato che viene influenzato, capire, data la politica che stiamo analizzando, qual è il mercato e
quindi qual la curva che si sposta.
Poi si devono specificare gli effetti di questi spostamenti sull’intersezione (sull’equilibrio), come
cambiano a seguito di questi spostamenti la produzione e il tasso d’interesse;
Poi descrivere il nuovo equilibrio;


Che cosa succede, ad esempio, a seguito di una contrazione fiscale dovuta ad un aumento delle
imposte o ad una riduzione della spesa pubblica?
Che cosa succede nel modello ISLM se viene effettuata una politica fiscale restrittiva?
Si sposta la curva IS verso sinistra.
Noi abbiamo, per ogni livello del tasso d’interesse, una produzione più bassa.



La variazione della Spesa Pubblica e delle Tasse influenza l’intercetta orizzontale della IS.
Se la Spesa Pubblica si riduce o le Tasse aumentano la IS si sposta verso sinistra.
La Spesa Pubblica e le Tasse non compaiono nella LM e quindi la LM non si sposta.

Le imposte aumentano; se aumentano le imposte si riduce il reddito disponibile;
se si riduce il reddito disponibile si riducono i consumi; se si riducono i consumi si riduce la domanda
di bene; se si riduce la domanda di bene si riduce la produzione attraverso il moltiplicatore.

Di quanto si sposta questa curva IS?
Dipende da quanto sono variate le Tasse, ma dipende anche dal Moltiplicatore.
Per ogni data variazione della Spesa Pubblica, più grande è il Moltiplicatore (e quindi più grandi sono
c1 e d1) tanto più forte sarà lo spostamento della IS per ogni data variazione di Politica Fiscale.
La Politica Fiscale sarà quindi più efficace se il Moltiplicatore è alto.
La Politica Fiscale dà uno stimolo alla domanda aggregata e poi più il Moltiplicatore è alto e più questo
stimolo iniziale si traduce in un aumento di produzione.
Questo per il meccanismo relativo al Moltiplicatore descritto settimana scorsa:
se io aumento la domanda aggregata, questo fa aumentare la produzione e quindi i redditi, ma non si
ferma lì l’effetto perché un aumento di redditi induce a sua volta un aumento degli investimenti e un
aumento dei consumi, aumento della produzione e così via...
Tanto più alto è il moltiplicatore e tanto più ampio sarà lo spostamento della IS, spostamento sempre
parallelo (destra o sinistra).

Che cosa succede quindi nello spostamento da A ad A’?
Nello spostamento da A ad A’ la produzione scende, la Banca Centrale in questo passaggio ha diminuito
l’offerta di moneta per mantenere il tasso d’interesse al livello prefissato.
Ua riduzione del reddito ha portato ad una riduzione della domanda di moneta; una riduzione della
domanda di moneta che avrebbe fatto abbassare i tassi d’interesse;
Per tenere il tasso d’interesse al livello prefissato la Banca Centrale ha ridotto l’offerta di moneta.



Quando al LM era positivamente inclinata noi avremmo avuto che questa politica di riduzione delle
tasse avrebbe ridotto il tasso d’interesse (sarebbe stata più efficace).

Nel nuovo equilibrio la produzione è diminuita a seguito della politica fiscale restrittiva, mentre il
tasso d’interesse è rimasto invariato perché la Banca Centrale è intervenuta riducendo l’offerta di
moneta.

Macroeconomia Lezione 6 (Seconda Parte)



La IS si sposta a destra o sinistra a seconda che ci sia una variazione positiva o negativa della Spesa
Autonoma.
Per ogni data variazione della Politica Fiscale, la produzione (quindi la IS) si sposta di un ammontare
pari alla variazione x moltiplicatore (che quindi amplifica gli effetti di variazioni di Spesa Pubblica e
Tasse).



Questo si chiama non solo Moltiplicatore della Spesa Autonoma, ma anche
Moltiplicatore della Politica Fiscale (dal momento che Tasse e Spesa Pubblica sono componenti
fondamentali della Spesa Autonoma).
Il Moltiplicatore misura in che modo la produzione risponde a variazioni della politica fiscale.
Se il Moltiplicatore è piccolo, una variazione della Politica Fiscale ha un effetto piccolo sulla
produzione.
Questo è importante da stimare perché l’efficacia delle politiche fiscali dipendono molto da questo
valore.

Il Moltiplicatore ci dà quindi una misura dell’efficacia della politica fiscale e ci dice di quanto si sposta
la IS.
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Politica Monetaria:
Come muove le curve? Cosa succede all’equilibrio? Quali sono i parametri che influenzano la
sua efficacia?

Aumento dell'offerta di moneta: espansione monetaria, politica monetaria espansiva;
Riduzione dell'offera di moneta: contrazione monetaria, politica monetaria restrittiva;

Che cosa succede se aumenta l’offerta di moneta?
Politiche monetarie espansive muovono la LM verso il basso e provocano una riduzione del tasso
d’interesse e fanno si che l’economia si muova lungo la IS perché nel momento cui la Banca Centrale fa
una politica monetaria espansiva e riduce il tasso d’interesse,
la riduzione del Tasso d’Interesse provoca nel Mercato dei Beni un aumento degli Investimenti, quindi
un aumento della Domanda Aggregata e quindi della Produzione.
Ci si sposta lungo la IS a seguito di variazioni di politiche monetarie.



L’offerta di moneta non influenza direttamente né la domanda né l'offerta di beni (non si sposta la
curva IS); la curva che si sposta è la curva LM.
Espansione Monetaria, aumento offerta di moneta: sposta la LM verso il Basso;
Contrazione Monetaria, riduzione offerta di moneta: sposta la LM verso l’Alto;

Nel caso di politica monetaria espansiva, la curva LM si sposta verso il basso;
La Banca Centrale aumenta lo stock nominale di moneta (a parità di prezzi questo porta ad un
aumento dello stock reale di moneta), questo porta ad una riduzione del tasso d’interesse quindi la
curva LM si sposta verso il basso.
La curva IS non si sposta, ma l’economia si sposta lungo la IS:
l’equilibrio passa dal punto A al punto A’: è aumentata la produzione ed è diminuito il tasso d’interesse.
L’economia si sposta lungo la IS perché a seguito di una riduzione del tasso d’interesse sono aumentati
gli investimenti, quindi la domanda aggregata e quindi la produzione.
Un’espansione monetaria provoca una riduzione del tasso d’interesse e quindi un aumento
della produzione di equilibrio.
Si sposta solo la LM (e questo fa diminuire il tasso d’interesse); ad una riduzione del tasso d’interesse
corrisponde un aumento della produzione per il meccanismo che abbiamo spiegato nel mercato dei
beni (ovvero perché aumentano gli investimenti e quindi la domanda aggregata).

Espansione monetaria: determina una riduzione del tasso d’interesse; questa riduzione del tasso
d’interesse stimola gli investimenti:
la riduzione del tasso d’interesse che avviene nei mercati finanziari ha effetti reali sul mercato dei beni
tramite un aumento degli investimenti, che a loro volta influenzano la domanda aggregata e, attraverso
il moltiplicatore, la produzione.

Nel nuovo equilibrio noi abbiamo una situazione in cui la produzione è aumentata, il tasso d’interesse
è diminuito
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Politica fiscale espansiva: aumenta la produzione (IS che si sposta a destra) e il tasso d’interesse
rimane inalterato (la LM è piatta).
Politica monetaria espansiva: aumenta la produzione e riduce il tasso d’interesse.
Una politica fiscale e una politica monetaria espansiva possono avere lo stesso effetto sulla
produzione, ma le componenti della domanda sono influenzate in maniera diversa:
Con una politica monetaria espansiva si riduce il tasso d’interesse e questo tende a far aumentare di
più gli investimenti;
Con una politica fiscale espansiva il tasso d’interesse rimane uguale e quindi la domanda aggregata
aumenta perché aumentano i consumi.

Da che cosa dipende l’efficacia della Politica Monetaria?
Per efficacia noi intendiamo sempre l’effetto sulla produzione. L’efficacia della politica fiscale, ad
esempio, dipende dal moltiplicatore che ci dice die punto si sposta la IS.
La politica monetaria fa si che cambi il tasso d’intesse:
l’effetto che questo ha sulla produzione (efficacia) dipende dall’inclinazione della IS che ci dice
in che modo una data variazione del tasso d’interesse ha effetti sulla produzione.



Per ogni data variazione del tasso d’interesse, la produzione cambia in funzione dell’inclinazione
della curva IS.
L’inclinazione della IS ci dice in che modo la produzione risponde al variare del tasso d’interesse e
quindi ci dice, se questa inclinazione è bassa (la IS curva è molto piatta) anche per piccole variazioni
del tasso d’interesse io ho un grande effetto sulla produzione (politica monetaria molto efficace perché
basta che la Banca Centrale modifichi il tasso d’interesse di poco e la produzione aumenta di tanto).
Se invece la IS è molto inclinata (molto ripida) c’è bisogno di una variazione molto forte del tasso
d’interesse per variare la produzione.
Noi possiamo chiamare l'inclinazione della IS come parametro che descrive l’efficacia della
Politica Monetaria.

Possiamo vedere graficamente questa cosa:









L’efficacia della Politica Monetaria dipende dall’inclinazione della IS.
Se la IS è molti ripida una politica monetaria che porta ad una variazione del tasso d’interesse ha un
effetto piccolo sulla produzione; se invece la IS è piatta, anche una piccola variazione del tasso
d’interesse ha un grande effetto sulla produzione.
L’efficacia della Politica Monetaria dipende dall’inclinazione della IS che ci dice di quanto varia la
produzione al variare del tasso d’interesse.
Più la IS è piatta (e quindi è alto il moltiplicatore, è alto il parametro d2 che ci dà la sensibilità degli
investimenti al variare del tasso d'interesse) tanto più è efficace la Politica Monetaria.
Se io avessi una IS verticale (investimenti non sensibili al tasso d’interesse o moltiplicatore basso e
quindi produzione che risponde poco a variazioni della domanda), si avrebbe che la politica monetaria
è inefficace perché tu puoi anche variare il tasso d’interesse dal 10% allo 0%, ma se questo non
influenza la spesa, la domanda e gli investimenti, la politica monetaria non è efficace (efficacia si
intende in termini d effetti sulla produzione, sul reddito).
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Noi abbiamo osservato in questi esempi separatamente l’effetto di politiche fiscali e di politiche
monetarie.
Nella realtà, quello che accade di solito, è che queste politiche vengano combinate:
Ogni tanto politiche monetarie espansive sono accompagnate da politiche fiscali espansive;
Altre volte la situazione può richiedere di avere un mix di politiche economiche: una politica fiscale
espansiva ed una politica monetaria restrittiva o viceversa.

Questo chiaramente dipende dalla situazione di partenza.

Stati Uniti negli anni 90:
Gli Stati Uniti si trovavano in una situazione di forte disavanzo di Bilancio (avevano disavanzi elevati
che ovviamente potevano far aumentare i detto pubblico accumulato).
L’economia era appena uscita da una recessione.
L’obiettivo delle autorità di politica economica era quello di ridurre il disavanzo senza però incidere
troppo sulla produzione.
Se ho come obiettivo quello di ridurre il disavanzo (perché la spesa pubblica sta aumentando
troppo), ma cercando di evitare che questo abbia effetti troppopieni forti sulla produzione,
Qual è il mix di politiche ottimali?



L’economia era appena uscita da una recessione quindi l’obiettivo era, essendoci un alto disavanzo di
bilancio, quello di ridurre il disavanzi senza modificare troppo la produzione.
Di conseguenza quale mix di politiche economiche permette di ridurre il disavanzo di bilancio senza
incidere troppo sulla produzione e reddito di equilibrio?
----> Per ridurre il disavanzo si devono fare politiche fiscali restrittive (diminuzione spesa pubblica o
aumento delle tasse). La riduzione della Spesa Pubblica sposta la IS a sinistra.
In questo caso la produzione si riduce, ma l’obiettivo era non incidere troppo sulla produzione.
----> Politica monetaria espansiva, si sposta la LM verso il basso, la produzione torna al punto di
partenza con un disavanzo ridotto.

Questo è quello che è stato fatto negli anni 90 nel USA:
Clinton e Alan Greenspan hanno deciso insieme questa politica economica che effettivamente è servita
a risanare i conti pubblici senza incidere sulla produzione in modo significativo.
C’era una debole ripresa dalla recessione, un ampio disavanzo di bilancio (circa 4,5% del PIL) e quindi
l’obiettivo era quello di ridurre il disavanzo senza ridurre la domanda e quindi la produzione.
La soluzione fu quella di una politica fiscale restrittiva accompagnata da una politica monetaria
espansiva.

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