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CAPITOLO 19

LA DOMANDA DI MONETA
Come abbiamo già detto precedentemente, gli individui possono scegliere se tenere
la moneta sotto forma liquida (monete, banconote) oppure depositare i loro soldi
nelle banche che li useranno per elargire prestiti. Questa scelta è influenzata dai tassi
di interesse: la percentuale di denaro che la persona depositante guadagnerebbe
qualora i propri risparmi fossero usati, dalla banca, per fare prestiti. Quindi, se una
persona ha la possibilità di tenere i propri soldi in banca con tassi di interesse alti, è
molto probabile che rinunci al possedere il denaro liquido (perché preferisce godere
dei guadagni fatti dai tassi di interesse, piuttosto che avere la comodità dei propri
soldi sempre a portata di mano). Al contrario, se i tassi di interesse sono bassi, è molto
probabile che la persona scelga di tenere più soldi liquidi nel proprio portafoglio
(perché la percentuale di guadagno, con i tassi, è bassa e quindi preferisce la comodità
dei soldi liquidi).
La logica che sta dietro queste decisioni appare evidente: più alto sarà il tasso di
interesse, meno le persone vorranno detenere denaro liquido; più basso sarà il tasso
di interesse, meno le persone vorranno depositare i propri soldi in banca (e far sì che
siano usati in attività finanziarie).
+TASSO D’INTERESSE (COSTO-OPPORTUNITA’)
+SOLDI PER ATTIVITA’ FINANZIARIE IN BANCA
-SOLDI LIQUIDI

-TASSO DI’INTERESSE (COSTO OPPORTUNITA’)


-SOLDI PER ATTIVITA’ FINANZIARIE IN BANCA
+SOLDI LIQUIDI
Per comprendere ancora meglio questo meccanismo, portiamo un esempio: Luca ha
due possibilità:
1)mettere i propri soldi in banca, investendoli in attività finanziarie, con un tasso
d’interesse (costo-opportunità) pari al 30%.
2) tenere i propri soldi in forma liquida, ma rinunciando ad investirli.
Considerando il fatto che il tasso di interesse è abbastanza alto, Luca reputerà assai
conveniente investire gran parte dei propri soldi in attività finanziarie e godere dei
guadagni del tasso di interesse.
Se, invece, il tasso di interesse sarebbe molto basso, Luca reputerebbe più
conveniente tenere i propri soldi in forma liquida (garantendosi una maggiore
“comodità d’uso”, dal momento che non dovrebbe andare sempre in banca per
ritirarli) e rinunciare al tasso di interesse, che è basso.

E’ possibile studiare la relazione tra la quantità di moneta immessa nel mercato e il


tasso di interesse attraverso la curva di domanda di moneta (DM). Questa curva ha
una pendenza negativa perché all’aumentare del tasso di interesse diminuisce la
quantità di moneta immessa. Chiaramente, come per tutte le altre curve fino ad ora
studiate, vale lo stesso meccanismo: uno spostamento verso sinistra indica una
diminuzione della domanda di moneta, uno spostamento verso destra indica un
aumento della domanda di moneta.
SPOSTAMENTO DESTRA (→)= +MONETA / -TASSO INTERESSE
SPOSTAMENTO SINISTRA ()= -MONETA / +TASSO INTERESSE

Diversi fattori possono provocare uno spostamento della curva di domanda di


moneta; essi sono: variazioni livello generale dei prezzi, variazioni Pil reale,
cambiamenti dei mercati e della tecnologia bancaria, cambiamenti delle istituzioni.
Analizziamoli:
• VARIAZIONI LIVELLO GENERALE DEI PREZZI= se i prezzi aumentano, le persone
hanno bisogno di più denaro liquido per fare i propri acquisti giornalieri. Quindi,
un aumento dei prezzi produrrà un aumento della domanda di moneta.
Generalmente, prezzi e moneta crescono proporzionalmente: all’aumentare di
una, aumenta, della stessa misura, l’altra.
+/-PREZZI
+/-DOMANDA MONETA

• VARIAZIONI PIL REALE= se aumenta la produzione (Pil reale), aumenteranno


anche i profitti e i redditi. Aumentando i redditi, le persone saranno più
motivate nel fare consumi e, quindi, possedere più moneta.
+/-PIL REALE…PRODUZIONE
+/-PROFITTI e REDDITI
+/-CONSUMI
+/-DOMANDA MONETA

• CAMBIAMENTI DEI MERCATI E DELLA TECNOLOGIA BANCARIA= oggi le carte di


credito sono diffusissime nei paesi avanzati; ciò permette agli individui di
eseguire tutti i pagamenti con la carta senza la necessità di possedere il denaro
liquido. Quindi, le carte di credito e le diverse tecnologie bancarie
spingerebbero gli individui a detenere meno moneta.
CARTE DI CREDITO e TECNOLOGIA BANCARIA
+DOMANDA MONETA

• CAMBIAMENTI DELLE ISTITUZIONI= anche i cambiamenti all’interno delle


istituzioni possono aumentare/diminuire la domanda di moneta.
LA MONETA E I TASSI DI INTERESSE
Per capire come viene determinato il tasso di interesse analizziamo il grafico di pagina
555 che mostra il modello della determinazione del tasso di interesse in base alla
preferenza per la liquidità: come viene determinato il tasso di interesse attraverso la
relazione tra la quantità offerta di moneta e la quantità domandata. Analizziamolo:
nel grafico vi è la curva di offerta di moneta (OM), ovvero quanto denaro la banca
centrale decide di immettere nel mercato; la curva è verticale perché non viene
influenzata dalle variazioni del tasso di interesse, essa può cambiare solo per le
decisioni della banca centrale. E’ anche presente la curva di domanda di moneta (DM),
che indica la quantità di moneta che è richiesta dal mercato. Le due curve si
intersecano e toccano sul punto E: il punto di equilibrio monetario. Qui la quantità di
moneta domandata è uguale alla quantità di moneta offerta in circolo (M). A questo
punto di equilibrio E corrisponde anche un tasso di interesse di equilibrio (Re).

Per capire come si comporterebbe il tasso di interesse qualora la domanda di moneta


dovesse variare, immaginiamo la seguente situazione (facendo sempre riferimento al
grafico di pagina 555): il mercato della moneta si trova sul punto L. Qui la quantità di
moneta domandata (ML) è nettamente maggiore rispetto la quantità di moneta
offerta dalla banca centrale (M). Il tasso di interesse corrispettivo al punto L, Rl, è
decisamente più basso rispetto al tasso di interesse d’equilibrio (Re). Questa
situazione implica due fatti: la quantità di moneta domandata è maggiore della
quantità offerta; poiché tutti vogliono detenere denaro liquido e non vogliono
investirlo in attività fruttifere (anche perché il tasso di interesse Rl è molto basso), chi
vuole vendere attività fruttifere è costretto a farlo ad un tasso di interesse abbastanza
alto, così da attivare clienti (ricorda: un tasso di interesse alto aumenta il guadagno
che ciascuno può fare investendo il proprio denaro in attività finanziarie). Così, con
un tasso di interesse alto, le persone iniziano ad investire rinunciando a gran parte del
denaro liquido. Infine, essendosi alzato il tasso di interesse fino al punto di equilibrio
(Rl=Re), la quantità di denaro domandata scende fino a coincidere con quella offerta
dalla banca centrale (Ml=M). Alla fine il mercato della moneta coinciderà con il valore
di equilibrio (E).

Parliamo ora di come la banca centrale possa variare l’offerta di moneta (ricorda: lei
è l’unica a poterlo fare) e, consecutivamente, anche il tasso di interesse. La banca
centrale usa le operazioni di mercato aperto per aumentare/diminuire la quantità di
moneta offerta sul mercato. Queste operazioni si basano sull’acquisto o sulla vendita
dei titoli di stato. Se la banca centrale vuole aumentare l’offerta di moneta, comprerà
titoli di stato pagandoli in moneta; in questo modo aumenterà la quantità di moneta
in circolo e aumenterà anche la domanda di attività finanziarie (e così si abbassano
anche i tassi di interesse).
BANCA CENTRALE COMPRA TITOLI DI STATO
PAGA IN MONETA

+MONETA IN CIRCOLO
+DOMANDA ATTIVITA’ FINANZIARIE

-TASSI DI INTERESSE

Invece, se la banca centrale vuole diminuire l’offerta di moneta, venderà titoli di stato
facendosi pagare in moneta; in questo modo diminuirà la quantità di moneta in
circolo e diminuirà la domanda di attività finanziarie (e così si alzano i tassi di
interesse).
BANCA CENTRALE VENDE TITOLI DI STATO
SI FA PAGARE IN MONETA

-MONETA IN CIRCOLO
-DOMANDA ATTIVITA’ FINANZIARIE

+TASSI DI INTERESSE
Esaminiamo, ora, graficamente questa situazione. Analizziamo il grafico di pagina 556.
Il grafico mostra cosa accade quando la banca centrale aumenta l’offerta di moneta.
Tutto parte da un equilibrio economico E1, con un suo tasso di interesse (R1) e una
sua offerta di moneta (M1). Se la banca centrale decide di aumenta l’offerta di
moneta, la curva OM1 si sposterà verso destra diventando OM2. Qui si verrà a creare
un nuovo equilibrio economico E2 con un suo tasso di interesse (R2) più basso di
quello iniziale (R1), e con un’offerta di moneta circolante (M2) più alta di quella
iniziale (M1). Così, un aumento dell’offerta di moneta provoca una diminuzione del
tasso di interesse
+/- MONETA CIRCOLANTE
-/+ TASSO D’INTERESSE

LA POLITICA MONETARIA E LA DOMANDA AGGREGATA


Nei capitoli precedenti abbiamo parlato di come fosse possibile usare la politica fiscale
per stabilizzare l’economia. Vediamo ora come la politica monetaria (variazioni
quantità moneta e/o tasso di interesse) possa fare altrettanto.
Sappiamo che la politica monetaria è in grado, con un processo a cascata, di spostare
verso destra o sinistra la curva di domanda aggregata (così da aumentare/ridurre la
produzione e accelerare/frenare il ciclo economico). Possiamo avere due tipi di
politica economica: quella espansiva (per aumentare la produzione e chiudere un gap
recessivo) e quella restrittiva (per diminuire la produzione e chiudere un gap
inflazionistico).
Vediamole una alla volta con i loro processi a cascata:
POLITICA ECONOMICA ESPANSIVA
+OFFERTA MONETA

-TASSO DI INTERESSE

+INVESTIMENTI AZIENDE

+REDDITI

+CONSUMI

+PRODUZIONE
(la produzione effettiva sarà pari a quella potenziale=chiusura gap recessivo)

POLITICA ECONOMICA RESTRITTIVA


-OFFERTA MONETA

+TASSO DI INTERESSE

-INVESTIMENTI AZIENDE

-REDDITI

-CONSUMI

-PRODUZIONE
(la produzione effettiva sarà pari a quella potenziale=chiusura gap inflazionistico)
Come possiamo vedere dal processo a cascata, esiste una forte relazione tra la
variazione di moneta immessa e la variazione dei prezzi. Infatti, ad un aumento della
moneta circolante corrisponde un aumento della produzione e del livello dei prezzi
(effetto inflazionistico)
+MONETA
+PRODUZIONE
+COSTI
Al contrario, ad una diminuzione della moneta circolante corrisponde una
diminuzione della produzione e del livello dei prezzi (effetto disinflazionistico)
-MONETA
-PRODUZIONE
-COSTI
Le politiche monetarie possono anche cambiare le aspettative future, diffondendo un
clima di generale ottimismo (esempio: la banca centrale promette di inserire nel
mercato più moneta così da fare aumentare la produzione, il Pil e i redditi in generale).
Il clima di ottimismo è di fondamentale importanza nella crescita di lungo periodo
perché incentiva gli investimenti da parte delle imprese e i consumi degli individui.

In generale, l’obiettivo delle politiche monetarie è quello di contrastare le recessioni


(attuando una politica espansiva quando il Pil effettivo è minore del Pil potenziale) e
garantire una certa stabilità dei prezzi (contrasto inflazione). La Federal Reserve si
pone l’obiettivo di tenere bassa sia la disoccupazione che l’inflazione (per scegliere la
politica monetaria da farsi usava la regola di Taylor: stabilire la politica monetaria più
adatta secondo i dati di inflazione e disoccupazione degli anni precedenti); la BCE
garantisce solo una bassa inflazione (anche se ci sono stati momenti nei quali il rischio
inflazione era praticamente inesistente e quindi attuava politiche monetarie a
sostegno dell’occupazione). Ad oggi le banche centrali usano un approccio chiamato
perseguimento di un obiettivo di inflazione: la banca centrale annuncia l’obiettivo di
inflazione che promette di conseguire (ad esempio, 2% di inflazione), ed organizzerà
le politiche monetarie di conseguenza.
In casi un po’ più estremi, le banche centrali possono adottare il sistema del
Quantitative easing: politica monetaria che vuole “creare moneta” attraverso
l’acquisto di titoli di stato particolarmente grandi ed altre obbligazioni. In America
venne usato affinché la Fed. Reserve, con l’acquisto dei titoli di debito pubblico,
potesse permettere all’economia americana di risparmiare più soldi per investirli nella
produttività e nella crescita del paese.

MONETA, PRODUZIONE E PREZZI NEL LUNGO PERIODO


Abbiamo visto come la politica economica possa essere un validissimo strumento per
stabilizzare l’economia di un paese. Tuttavia, non tutti gli interventi fatti possono
rivelarsi responsabili ed efficaci. Cosa accade se una variazione dell’offerta di moneta
allontana l’economia dall’equilibrio di lungo periodo? Per saperlo, analizziamo il
grafico di pagina 566.
Abbiamo un quadro/situazione economico E1 al quale corrisponde una produzione
(Y1), che è uguale a quella potenziale, e un livello dei prezzi (P1). Se avviene un
aumento dell’offerta di moneta, accade che si riduce il tasso di interesse→più
investimenti→più consumi. Quindi un aumento dell’offerta di moneta accresce la
curva di domanda aggregata (DA1) che si sposta verso destra. La nuova curva DA2 ha
creato un nuovo equilibrio economico (E2), con prezzi più alti (P2 > P1) ed una
maggiore produzione (Y2 > Y1). Ma il nuovo livello di produzione è maggiore del
precedente, che era quello potenziale, e ciò crea un gap inflazionistico: aumento dei
salari, dei costi per la produzione, aumento costi in generale. Per risolvere il problema,
la curva di offerta aggregata (OABP1) diminuisce la propria produzione e si sposta
verso sinistra. Qui si viene a creare un altro equilibrio economico (E3), con una
produzione più bassa di quella precedente ma uguale a quella potenziale e un livello
dei prezzi più alto di tutti.
Quindi, nel lungo periodo, ad un aumento della quantità di moneta immessa nel
mercato genera un aumento dei prezzi (le due cose crescono di egual misura: 50 e 50,
20 e 20) ma non un aumento della produzione e del Pil reale.

NEL LUNGO PERIODO…


AUMENTO MONETA

AUMENTO PREZZI
(in egual misura)
NO +/- PRODUZIONE e PIL

RICCARDO SPEDALE, MACRO M-Z

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