Sei sulla pagina 1di 7

Pensare da economista

I grafici e gli strumenti di un economista: una breve rassegna

Pensare da economista
Il modo di pensare dell’economista . . .
Comporta il pensare analiticamente e obiettivamente.
E’ come il metodo scientifico, nel senso che si cerca di formulare e verificare in maniera
imparziale le teorie sul funzionamento del sistema economico-
Il metodo scientifico
Gli economisti ricorrono a modelli astratti per cercare di capire come opera un mondo reale
complesso.
Sviluppano teorie, raccolgono e analizzano dati per sottoporre a verifica empirica le teorie.

Difficoltà: sperimentazione in laboratorio è preclusa!


Ma si possono usare gli esperimenti naturali offerti dalla storia (es. guerra in Medio Oriente consente
di studiare gli effetti sull’economia Mondiale di una riduzione di una risorsa naturale)
I modelli
Gli economisti ricorrono a modelli per interpretare il mondo, ricorrendo a grafici e funzioni.
Tali modelli sono veri e propri sistemi in miniatura, in cui viene spiegato il rapporto tra due o più
variabili.
MA gli aspetti dell’economia che richiedono spiegazioni sono molteplici. Per questo gli economisti
ricorrono a diversi modelli per ciascun fenomeno.
Non esiste un modello in grado di spiegare in maniera completa il funzionamento di tutti i fenomeni
economici.

Ruolo delle Ipotesi


Ogni modello si fonda su ipotesi semplificatrici, che permettono di facilitare la comprensione della
realtà MA la cui verosimiglianza è alla base della credibilità dei suoi risultati.
Gli economisti usano diverse ipotesi per rispondere a diverse domande.
Ruolo centrale nell’elaborazione di modelli economici è l’ipotesi a parità di condizioni che implica che
tutti gli altri fattori rilevanti rimangano invariati.

Quindi, cosa sono i modelli economici?


Sono rappresentazioni stilizzate che rappresentano una realtà complessa.
Un modello economico è un esercizio di analisi logica di un problema fatto a partire dall’osservazione
della realtà.
Hanno l’obiettivo di:
 comprendere il funzionamento dell’economia
 predisporre politiche per migliorare l’efficienza economica e il benessere degli individui
 identificare le relazioni tra le variabili economiche

Gli economisti studiano. . .


L’economia può essere studiata a diversi livelli.
Si può studiare:
• come gli individui formulano le proprie decisioni;
• come gli individui interagiscono tra loro;
• le forze e le tendenze che influenzano l’economia nel suo complesso.
A partire dagli anni ‘30, l’economia è stata suddivisa in due discipline:
MACROECONOMIA e MICROECONOMIA
Macroeconomia e Microeconomia
Macroeconomia è lo studio dei fenomeni che riguardano il sistema economico nel suo
complesso (variabili economiche aggregate)
Microeconomia è lo studio dei processi decisionali di soggetti singoli e della loro interazione su
singoli mercati
Sono complementari, poiché la macro studia il contesto nel quale avvengono le decisioni
micro.
Domande della Macroeconomia

Perché alcuni paesi sono poveri e altri ricchi?


Come è possibile combattere la disoccupazione?
Da cosa dipende l’inflazione?
Il governo è in grado di migliorare il funzionamento dell’economia?
…………………………
Domande della Microeconomia
Quali sono gli effetti di una tassa come l’ECOPASS imposta su chi circola al centro di Milano?
Quali sono gli effetti dell’istruzione obbligatoria sul reddito dei lavoratori?
Quali sono gli effetti della concorrenza straniera sull’industria dell’auto europea?
…………………………

Due ruoli dell’economista


Spesso si chiede a un economista di spiegare le cause di un evento economico e/o di suggerire
provvedimenti per migliorare i risultati del sistema economico.
• Quando un economista cerca di spiegare il mondo, è uno scienziato.
• Quando un economista cerca di migliorare il mondo, è un consigliere politico.
Analisi Positiva e Analisi Normativa
Affermazione positiva è una dichiarazione che tenta di spiegare il mondo come è

E’ chiamata analisi descrittiva


Affermazione normativa è una dichiarazione che tenta di spiegare il mondo come dovrebbe essere

E’ chiamata analisi prescrittiva


Analisi positiva e analisi normativa
Analisi positiva descrive il funzionamento dei sistemi economici.
• Es. quali saranno il prossimo anno le entrate provenienti dai pedaggi autostradali?
Analisi normativa esprime opinioni su come dovrebbe funzionare un sistema economico.
• Es. è opportuno aumentare il pedaggio, considerando che ridurrebbe il traffico e
l’inquinamento, ma creerebbe un esborso aggiuntivo per i pendolari?
Analisi positiva
Un aumento del salario minimo provocherà una riduzione dell’occupazione tra i lavoratori meno
qualificati.
Un aumento del disavanzo del bilancio pubblico provocherà un aumento del tasso di interesse.
Analisi normativa
I guadagni di reddito derivanti da un salario minimo più alto valgono di più di una lieve riduzione
dell’occupazione.
I governi dovrebbero riscuotere dalle società di tabacco i costi delle cure delle malattie causate dal
fumo.

In sintesi
La teoria economica si occupa di spiegare il funzionamento del sistema economico, ma il suo obiettivo
è di migliorarlo.

Perché gli economisti non sono d’accordo tra loro?


Gli economisti possono non essere d’accordo sulla validità di teorie positive alternative sul
funzionamento del sistema economico: vi sono diverse interpretazioni scientifiche, cioè diverse
posizioni positive.
Gli economisti possono avere valori diversi e, perciò, diverse posizioni normative.
QUINDI
Anche se la scienza economica fosse perfetta, cioè se tutti gli economisti fossero d’accordo
sull’interpretazione agli eventi, potrebbero comunque non essere d’accordo sulle scelte di politica
economica, a causa delle differenze di valori.

Proposizioni sulle quali gli economisti concordano maggiormente


Leggere tabelle 2.1 e 2.2

Molte delle proposizioni riportate risulteranno poco chiare, MA spero che alla fine del corso siate in
grado di capire qualcosa in più.
Conclusione
Gli economisti usano il metodo scientifico.
L’economia è divisa in due discipline: microeconomia e macroeconomia.
Gli economisti contano su analisi positive e normative.

Quali sono gli strumenti di un economista?


I grafici e gli strumenti di un economista: una breve rassegna

Come sviluppare un occhio per l’economia


Funzioni
La funzione è solitamente espressa come: y=f(x)
Vuol dire che y dipende da x
y : variabile dipendente
x: variabile indipendente
Se y dipende da più variabili, si scrive: y=f(x1,…..xn)
Equazioni lineari
Equazioni lineari sono rappresentate graficamente da rette:
y=a + bx
y : variabile dipendente misurata sull’asse delle ordinate
x: variabile indipendente misurata sulle ascisse
a : costante, rappresenta il punto in cui la retta interseca l’asse delle ordinate
b: pendenza della retta (coefficiente angolare)

Grafici
La retta è solo una delle possibili rappresentazioni grafiche.
Perché usare i grafici?
Hanno due scopi:
• Esprimono il tipo di relazione che esiste tra le variabili oggetto di studio. Quindi sono utili per
rappresentare i dati (economici e non solo!).
• Permettono di esprimere in maniera sintetica le teorie economiche: più semplici dei modelli
matematici che sono alle spalle.

I grafici, quindi, possono essere utilizzati per rappresentare OSSERVAZIONI o MODELLI


OSSERVAZIONI: alcuni esempi di rappresentazione dei dati economici
Diagrammi di serie storiche
Diagramma a dispersione
Istogramma circolare (o diagramma a settori)
MODELLI:
Quattro modi di rappresentare i modelli
Due concetti importanti: pendenza e linearità
Diagramma di una serie storica
Mostra come una variabile varia nel tempo:
• Tabella
• Diagramma a barre
• Grafico
1. Tabella che rappresenta una serie storica
(Debito del settore statale italiano in migliaia di miliardi di lire)
2. Diagramma a barre di una serie storica
3. Grafico di una serie storica
Grafico di una serie storica con due variabili
(Grafico a doppia scala)

Diagramma che rappresenta il tempo sull’asse orizzontale e usa scale diverse sull’asse verticale sinistro
e sull’asse verticale destro per confrontare due variabili nel corso del tempo.
La Grande Depressione degli anni 1930
Diagramma a dispersione (1/2)
Serve per confrontare due variabili come nel grafico della slide precedente:
si usa l’asse orizzontale per una delle variabili ;
quello verticale per l’altra.
Perciò si può definire come un diagramma cartesiano in cui i punti rappresentano i valori di due
variabili.
Diagrammi a dispersione (2/2)
Esempio: si vuole confrontare l’andamento del debito come percentuale del PIL con l’andamento del
tasso di interesse che lo Stato deve pagare sui titoli di Stato.
Le due variabili sono riportate nella tabella:

Diagramma a settori o istogramma circolare


Quattro modi di rappresentare i modelli economici
ESEMPIO (non di economia!): come i medici del reparto di otorinolaringoiatra trattano le infezioni
dell’orecchio.
Il modello ci dice che maggiore è il numero dei medici, maggiore è il numero di infezioni trattate.

Questo modello può essere rappresentato attraverso:


1. Descrizione verbale
2. Tabella numerica
3. Rappresentazione grafica
4. Rappresentazione algebrica
Pendenza
La pendenza indica quanto varia la variabile rappresentata sull’asse verticale (y: variabile dipendente)
se si varia di una unità la variabile rappresentata sull’asse orizzontale (x: variabile indipendente).
Per esempio, ci dice quanto varia il numero di trattamenti quando si aumenta di una unità il numero
di medici.
La pendenza di una curva si calcola come: Dy/Dx
Cioè:
variazione della variabile sull’asse verticale (Dy)
diviso
variazione della variabile sull’asse orizzontale (Dx)

Pendenza

La pendenza può essere positiva o negativa


POSITIVA
se la curva è inclinata verso l’alto da sx a dx.
In questo caso le due variabili sono legate da una relazione positiva (o diretta): all’aumentare di
x, y aumenta (o al diminuire di x, y diminuisce).
La distanza verticale (Dy) ha lo stesso segno della distanza orizzontale (Dx).
NEGATIVA
se la curva è inclinata verso il basso da sx a dx.
In questo caso le due variabili sono legate da una relazione negativa (o inversa): all’aumentare
di x, y diminuisce (o al diminuire di x, y aumenta).
La distanza verticale (Dy) ha lo segno contrario rispetto alla distanza orizzontale (Dx).
Pendenza e linearità
La pendenza (positiva o negativa) può variare lungo la curva.
Se non varia è costante (caso delle rette).
Se varia può essere decrescente o crescente
Pertanto, le diverse combinazioni sono:
Pendenza positiva
crescente
decrescente
costante
Pendenza negativa
crescente
decrescente
costante

Pendenza e linearità
Pendenza POSITIVA: all’aumentare del valore di x, y aumenta
crescente decrescente costante

Pendenza e linearità
Pendenza negativa: all’aumentare del valore di x, y diminuisce
decrescente crescente costante

Pendenza ?
retta orizzontale retta verticale

Causa ed effetto
Due possibili errori interpretativi:
• Variabile omessa
• Causalità inversa

Variabile omessa
Possiamo usare un grafico per mostrare come una variabile dipenda da un’altra.
Problema: si può pensare che una variabile provoca variazioni su un’altra, mentre tali variazioni
vengono causate da una terza variabile omessa, cioè non descritta nel grafico.

Esempio: relazione rischio di cancro e quantità di accendini


Grafico con una variabile omessa
Causalità inversa
Possiamo usare un grafico per mostrare come un evento provochi un altro evento.
Problema: si possono commettere errori sui rapporti di causa ed effetto interpretandone male la
direzione.

Esempio: relazione tra numero di poliziotti e numero di crimini


Grafico con un problema di causalità inversa
CONCLUSIONE
ATTENZIONE a trarre conclusioni basandosi su un grafico senza tenere conto del problema delle
variabili omesse e della causalità inversa.
Tutte le volte che vedete un grafico a supporto dell’argomentazione di un nesso causale è importante
domandarsi se:
le variazioni di una variabile omessa possono spiegare i risultati ottenuti?
Il nesso di causalità può avere la direzione inversa?

Potrebbero piacerti anche