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Oligopolio

Nei mercati oligopolistici i prodotti possono essere differenziati o meno.


Ciò che conta è che poche imprese sono titolari della maggior parte
o della totalità della produzione.
In alcuni mercati oligopolistici, una parte o tutte le imprese realizzano consistenti profitti di
lungo periodo perché esistono barriere all’entrata che rendono difficile o impossibile
l’ingresso nel mercato di nuove imprese.

L’oligopolio è la forma prevalente della struttura di mercato. Esempi di oligopolio sono le


industrie automobilistiche, metallurgiche e petrolchimiche, quelle delle apparecchiature
elettriche e quelle dei computer.
La presenza di economie di scala può far sì che l’industria sia redditizia solo quando sono
presenti poche imprese; brevetti o tecnologie esclusive possono escludere i potenziali
concorrenti; la necessità di spendere denaro per diffondere la conoscenza del marchio e
per costruirsi un’immagine potrebbe scoraggiare molte nuove imprese. In questi casi si
tratta di barriere all’entrata “naturali”: sono implicite nella struttura di mercato
considerato. Le imprese attive nel mercato possono anche adottare strategie volte a
scoraggiare i potenziali concorrenti.
Gestire un’impresa oligopolistica è complicato, perché le decisioni relative a prezzi,
produzione, promozione e investimenti richiedono importanti considerazioni strategiche.
Equilibrio in un mercato oligopolistico

In un mercato oligopolistico, l’impresa stabilisce il prezzo o il livello di produzione


anche sulla base di considerazioni strategiche riguardanti il comportamento dei
concorrenti.
Il principio di base per descrivere un equilibrio quando un’impresa prende decisioni che
tengono conto esplicitamente del comportamento dell’altra è lo stesso dell’equilibrio in
mercati concorrenziali e monopolistici. Quando un mercato è in equilibrio, le
imprese operano al meglio delle loro possibilità e non sono incentivate a
modificare né il prezzo né la quantità.
Equilibrio di Nash (John Nash, 1951)

Insieme di strategie o azioni in cui ogni impresa adotta il comportamento


migliore considerate le azioni dei concorrenti.

Equilibrio di Nash: ciascuna impresa si comporta nel modo migliore


possibile date le azioni dei concorrenti.

● Duopolio Mercato nel quale concorrono due imprese.


Il modello di Cournot

Modello di Cournot Modello di oligopolio nel quale le imprese


producono un bene omogeneo, ciascuna impresa considera fisso il
livello di produzione dell’impresa concorrente e le imprese scelgono simultaneamente i
rispettivi livelli di produzione.

LA SCELTA DI PRODUZIONE DELL’IMPRESA 1

Il livello di produzione che massimizza il profitto per


l’impresa 1 dipende dalla quantità che verrà prodotta
dall’impresa 2.
Se l’impresa 1 ritiene che l’impresa 2 non produrrà
nulla, la sua curva di domanda D1(0) coincide con la
curva di domanda di mercato. La corrispondente
curva del ricavo arginale, indicata con R’1(0),
interseca la curva del costo marginale dell’impresa 1
C’1 in corrispondenza del livello di produzione 50.
Se l’impresa 1 ritiene che l’impresa 2 produrrà 50
unità, la sua curva di domanda D1(50) risulta traslata
verso sinistra della medesima quantità e la
massimizzazione del profitto corrisponde ora a una
produzione di 25 unità.
Infine, se ritiene che l’impresa 2 produrrà 75 unità.
L’impresa 1 produce solo 12,5 unità.
Curve di reazione

Curva di reazione Relazione tra il livello di produzione che


massimizza il profitto di un’impresa e la quantità che l’impresa ipotizza venga
prodotta dalla concorrente
CURVE DI REAZIONE ED EQUILIBRIO DI
COURNOT

La curva di reazione dell’impresa 1 esprime la


quantità da essa prodotta in funzione della quantità
che l’impresa 1 ritiene sarà prodotta dall’impresa
concorrente
La curva di reazione dell’impresa 2 esprime il
livello di produzione dell’impresa come funzione
della quantità che essa ritiene verrà prodotta
dall’impresa concorrente.

Nell’equilibrio di Cournot, ciascuna impresa


ipotizza correttamente la quantità prodotta dal
concorrente e massimizza il proprio profitto.
Nessuna delle due imprese, quindi, si discosterà
da questo equilibrio.
Equilibrio di Cournot

Equilibrio di Cournot Situazione nella quale ciascuna impresa ipotizza


correttamente la quantità prodotta dal concorrente e sceglie coerentemente il
proprio livello di produzione.

L’equilibrio di Cournot è un caso di equilibrio di Nash (a volte è indicato come


equilibrio di Cournot-Nash).
In un equilibrio di Nash ciascuna impresa agisce nel modo migliore dato il
comportamento delle imprese concorrenti e, di conseguenza, nessuna delle imprese
ha interesse a modificare il proprio comportamento.
Nell’equilibrio di Cournot, ciascuna impresa produce la quantità che massimizza il
suo profitto data la quantità prodotta dall’impresa concorrente, quindi, nessuna
delle due imprese ha interesse a cambiare il proprio livello di produzione.
Un esempio con curva di domanda lineare
Due imprese identiche affrontano una curva di domanda di mercato lineare: P = 30 – Q
Inoltre, CMg1 =CMg2 = 0

Ricavo totale dell’impresa 1: RT1 = (30 - Q)Q1 = [30 – (Q1 + Q2)] Q1 = 30 Q1 - Q12 - Q2 Q1
DRT1/ DQ1 = 30 – 2Q1 – Q2

Uguagliando RMg1 = 0 (il CMg dell’impresa) e risolvendo rispetto a Q1, si ottiene la

Curva di reazione dell’impresa 1: (1)

Lo stesso calcolo vale per la curva di reazione dell’impresa 2: (2)

𝟏 𝟏 𝟏
Sostituendo la (2) nella (1) si ottiene: 𝟏 = 𝟏𝟓 − 𝟐 (15 - 𝟐 Q1) = 𝑸𝟏 − 𝟒 𝑸𝟏 =7,5 perciò
𝑸𝟏 =10

Equilibrio di Cournot: = Q1 = Q2 = 10

Quantità complessiva prodotta: Q = Q1 + Q2 = 20


Collusione
Se le due imprese colludono tra loro, la produzione totale che massimizza il
profitto si ottiene calcolando il RT, il RMg ed eguagliando quest’ultimo al CMg

Il ricavo totale delle due imprese è:


RT = PQ = (30 –Q)Q = 30Q – Q2
quindi
RMg = ∆R/∆Q = 30 – 2Q
Ponendo RMg = 0 (il costo marginale dell’impresa) si ottiene la quantità che
massimizza il profitto Q = 15

In caso di collusione, la quantità complessivamente prodotta è più bassa.

Q1 + Q2 = 15 è la CURVA di COLLUSIONE
ESEMPIO DI DUOPOLIO

La curva di domanda è
P = 30 − Q ed entrambe le imprese
hanno costi marginali nulli.
Nel punto di Cournot ciascuna
impresa produce 10.
La curva di collusione mostra le
combinazioni di Q1 e Q2 che
massimizzano il profitto
complessivo.
Se le imprese colludessero e
ripartissero equamente i profitti,
ciascuna delle due produrrebbe 7,5.
SCELTA STRATEGICA
SE IN UN MERCATO SONO PRESENTI SOLO DUE IMPRESE CHE PRODUCONO LO
STESSO BENE, LE VARIABILI RILEVANTI SONO 4: P1, P2, Q1, Q2
Quando un’impresa prende decisioni relative a P o a Q, può
essere già a conoscenza delle scelte effettuate dall’altra impresa.
LEADER di Prezzo impresa che fissa il suo Prezzo prima dell’altra che sarà
chiamata FOLLOWER di Prezzo
LEADER di Quantità impresa che fissa la sua Quantità prima dell’altra che
sarà chiamata FOLLOWER di Quantità
L’INTERAZIONE STRATEGICA avrà, in questo caso, la forma di gioco
sequenziale
Quattro possibilità: leadership di Quantià; Leadership di Prezzo;
Determinazione simultanea della Q; Determinazione Simultanea del Prezzo.
Anzichè competere, le imprese possono colludere, cioè accordarsi per stabilire
congiuntamente P e Q (Gioco Cooperativo) in modo che la somma dei profitti
sia massima.
LEADERSHIP DI QUANTITA’
Nel caso della LEADERSHIP di Q, una delle 2 imprese compie le
proprie scelte prima dell’altra.
È questa la situazione rappresentata dal Modello di Stackelberg
dal nome dell’economista tedesco che, per primo, studiò
sistematicamente le interazioni LEADER FOLLOWER

Il modello è spesso impiegato per analizzare industrie nelle quali


esiste un’impresa dominante o un LEADER Naturale; nel
mercato dei computer, per esempio, l’impresa leader è IBM.
Il problema del Leader
Presumibilmente, il Leader si rende conto che le sue azioni
influenzano le scelte di output del Follower. Questa relazione è
riassunta dalla funzione di reazione Q2 = f(Q1)
LEADERSHIP DI QUANTITA’

Nel determinare il livello di output il LEADER dovrà considerare


la reazione del FOLLOWER.
Il problema di massimizzazione del LEADER è
MAX P(Q1 + Q2) Q1 - CMg1(Q1)
Tale che Q2 = f(Q1)

Il problema del FOLLOWER è


MAX P(Q1 + Q2) Q2 - CMg2(Q2)
Il FOLLOWER sceglierà il livello di output in modo che
CMg = RMg
Il vantaggio della prima mossa: il modello di Stackelberg

Una delle imprese decide il proprio livello di produzione prima delle altre.

Supponiamo che l’impresa 1 (Leader) scelga per prima il proprio livello di produzione e
che l’impresa 2 (Follower) scelga dopo avere osservato la decisione di 1. Nella sua
decisione, l’impresa 1 deve perciò tenere conto del modo in cui l’impresa 2 reagirà.
P = 30 – Q curva di domanda già considerata nel Modello di Cournot
Cmg1 = Cmg2 = 0; come avevamo visto, la Curva di REAZIONE dell’Impresa 2 è

Ricavo dell’impresa 1:
RT1 = PxQ1 = (30 - Q)Q1 = [30 – (Q1 + Q2)] Q1 = 30 Q1 - Q12 - Q2 Q1

RT1 = 30 Q1 - Q12 - Q1 (15 - Q1 ) = 30 Q1 - Q12 - 15Q1 - Q12

RT1 = 15Q1 - Q12

RMg1 = 15 - Q1
Il vantaggio della prima mossa: il modello di Stackelberg

Ponendo RMg1 = 0 si ottiene Q1 = 15 e Q2 = 7,5


L’impresa Leader produce il doppio dell’impresa Follower e
realizza un profitto doppio.
La possibilità di scegliere per prima avvantaggia l’impresa
Leader.
Concorrenza nel Prezzo
In molte industrie oligopolistiche la concorrenza si esprime lungo
la dimensione del PREZZO. Le case automobilistiche, ad esempio,
considerano il PREZZO una VARIABILE STRATEGICA e ciascuna
sceglie tenendo in considerazione la concorrenza.
Modello di Bertrand (1883) Modello di oligopolio nel quale le
imprese producono un bene omogeneo. Ogni impresa considera
fisso il prezzo scelto dai concorrenti e tutte le imprese decidono
simultaneamente quale prezzo praticare.
È simile al modello di Cournot, ma le imprese scelgono i prezzi
invece che le quantità e questa scelta ha conseguenze
significative.
Modello di Bertrand

Il LEADER può fissare il PREZZO.


Affinché la sua scelta sia ragionevole, anche in questo caso,
dovrà tenere conto del comportamento del follower.
Si dovrebbe esaminare prima il problema della massimizzazione
del profitto del Follower.
In equilibrio, il prezzo stabilito dal FOLLOWER deve essere uguale
a quello stabilito dal LEADER, perché il bene prodotto è
OMOGENEO.
Se il prezzo fosse diverso, i consumatori ACQUISTEREBBERO IL
BENE CON IL P più basso e non esisterebbe un equilibrio con
entrambe le imprese che producono.
Modello di Bertrand

Si supponga che il LEADER abbia fissato il prezzo e che il FOLLOWER consideri


questo prezzo come un dato e scelga il livello di output corrispondente al suo
max profitto.
Questa scelta coincide con quella che avrebbe fatto un’impresa in
concorrenza perfetta.
In concorrenza perfetta ciascuna impresa considera il prezzo come un dato
poiché controlla una parte infinitesima del mercato.
Nel caso della LEADERSHIP di PREZZO, il FOLLOWER considera il prezzo come
un dato perché il LEADER lo ha già fissato.
Se il Follower intende max il profitto sceglierà il livello di output tale che il
CMg sia uguale al prezzo.
La curva di DOMANDA per l’IMPRESA LEADER sarà la differenza tra la Curva
di domanda di Mercato e la curva di offerta dell’impresa follower.
Concorrenza nel prezzo

Con prodotti omogenei: il modello di Bertrand

Torniamo all’esempio di duopolio. La curva di domanda è:


P = 30 – Q
CMg1 = CMg2 = €3
Q1 = Q2 = 9, e a questo equilibrio di Cournot corrisponde il prezzo di mercato di €12, perciò
ciascuna impresa realizza un profitto pari a €81.
Supponiamo che le due imprese competano scegliendo simultaneamente il prezzo,
invece che la quantità.
Dall’equilibrio di Nash nel modello di Bertrand risulta che le due imprese scelgano il prezzo
uguale al costo marginale: P1 = P2 = €3. La produzione dell’industria è quindi 27 unità, 13,5
per ciascuna impresa, e le due imprese realizzano profitti nulli.
Nel modello di Cournot, dato che ciascuna impresa produce solamente 9 unità, il prezzo di
mercato è €12. Ora il prezzo di mercato è €3. Nel modello di Cournot ciascuna impresa
realizza un profitto; nel modello di Bertrand le imprese scelgono prezzi uguali al costo
marginale e non realizzano profitti.
Il dilemma del prigioniero
Dilemma del prigioniero Esempio classico della teoria dei giochi,
nel quale due prigionieri sono accusati di aver commesso un reato. Rinchiusi in celle separate con
nessuna possibilità si comunicare, devono decidere se confessare o meno il reato. Se uno dei
prigionieri confessa, verrà condannato a una pena lieve (1 anno di reclusione), mentre il suo
complice subirà una condanna più pesante (10 anni di reclusione); se nessuno dei due confessa,
entrambi saranno condannati a due anni di reclusione. Se entrambi confessano, entrambi saranno
condannati a 5 anni di reclusione.

Matrice dei payoff per il dilemma del prigioniero


Prigioniero B
Confessare Non confessare

Confessare –5, –5 –1, –10


Prigioniero A
Non confessare –10, –1 –2, –2

Se il prigioniero A non confessa, corre il rischio che il suo complice tenti di trarne vantaggio.
Indipendentemente dalla scelta del prigioniero A, per il prigioniero B è sempre conveniente
confessare. Per le stesse ragioni, confessare è sempre conveniente anche per il prigioniero A, quindi
B deve temere che A tenti di trarre vantaggio dalla sua confessione. Entrambi i prigionieri, perciò,
probabilmente, sceglieranno di confessare e rimarranno in prigione per cinque anni. La razionalità
individuale si traduce in un fallimento della razionalità collettiva.
Le imprese di un oligopolio spesso si trovano in una situazione analoga a quella dei due prigionieri.
Concorrenza e collusione:
il dilemma del prigioniero
Le imprese nel nostro esempio hanno costi fissi di €20, costi variabili
nulli e le seguenti curve di domanda:
Curva di domanda dell’impresa 1: Q1  12  2 P1  P2
Curva di domanda dell’impresa 2: Q2  12  2 P2  P1
Nell’equilibrio di Nash ciascuna impresa sceglie il prezzo di €4 e realizza un profitto di
€12, mentre in caso di collusione le imprese praticano il prezzo di €6 e realizzano
profitto di €16.
 2  P2Q2  20  (4)[(12  (2)(4)  6]  20  €20
 1  P1Q1  20  (6)[12  (2)(6)  4]  20  €4
Quindi, se l’impresa 1 sceglie il prezzo di € e l’impresa 2 il prezzo di €4, il profitto
della seconda aumenta fino a €20, a spese del profitto della prima, che scende a €4.
La matrice dei payoff
TABELLA 12.3 Matrice dei payoff per il gioco
● Gioco non cooperativo Gioco nel di scelta dei prezzi
quale sono escluse la negoziazione e Impresa 2
l’applicazione di accordi vincolanti. Prezzo €4 Prezzo€6
● Matrice dei payoff Tabella nella
quale sono indicati i profitti (o payoff) di Prezzo €4 €12, €12 €20, €4
Impresa 1
ciascuna impresa date le decisioni dei Prezzo €6 €4, €20 €16, €16
due giocatori.
Implicazioni del dilemma del prigioniero sulla fissazione del
prezzo in regime di oligopolio

Il dilemma del prigioniero costringe le imprese di un oligopolio alla concorrenza aggressiva e


a profitti bassi? Non necessariamente.
Il prigioniero ha una sola opportunità per decidere se confessare o meno; un’impresa, invece,
di solito può tornare più volte sulle proprie scelte di quantità e prezzo, osservando con
continuità il comportamento dei concorrenti e regolando il proprio di conseguenza.
Ciò fa sì che le imprese possano costruirsi una “reputazione”, sulla base della quale ottenere
la fiducia dei concorrenti. Grazie a questo, talvolta, negli oligopoli prevalgono coordinamento
e cooperazione.

Rigidità dei prezzi


Rigidità dei prezzi Caratteristica dei mercati oligopolistici per la quale le imprese
sono riluttanti a variare i prezzi anche in presenza di variazioni dei costi o della
domanda.

Modello a curva di domanda ad angolo Modello di oligopolio secondo il quale


ciascuna impresa si confronta con una curva di domanda che presenta un angolo in
corrispondenza del prezzo corrente: a prezzi superiori la domanda è molto elastica,
mentre a prezzi inferiori è anelastica.
Segnalazione del prezzo e leadership di prezzo

Segnalazione del prezzo Forma di collusione implicita nella quale


un’impresa annuncia un incremento del prezzo nella speranza che i concorrenti
reagiscano imitandola.

Leadership di prezzo Modalità di definizione dei prezzi in base alla quale


una delle imprese annuncia regolarmente variazioni di prezzo e le altre imprese
si adeguano.

In alcuni settori, una grande impresa potrebbe emergere naturalmente quale


leader, mentre le altre ritengono più conveniente limitarsi a seguire i prezzi
del leader, anziché tentare di competere sul prezzo con esso o tra loro.

La leadership di prezzo può servire alle imprese di un oligopolio anche come


mezzo per superare la riluttanza al cambiamento dei prezzi, determinata dal
timore di esporsi al ribasso dei prezzi dei concorrenti e di destabilizzare il
mercato.
I cartelli

I produttori che fanno parte di un cartello si accordano esplicitamente per


stabilire prezzi e livelli di produzione.

Se all’accordo di cartello aderisce un numero sufficiente di produttori, e se la


domanda di mercato è sufficientemente anelastica, il cartello può aumentare i
prezzi ben al di sopra dei livelli concorrenziali.

I cartelli sono spesso internazionali. Le leggi antitrust degli Stati Uniti ed


Europa proibiscono la collusione tra imprese, ma quelle di altri paesi sono
spesso più blande e a volte applicate in modo meno severo. Inoltre, nulla
impedisce agli stati, o a società controllate dai governi, di formare dei cartelli.
L’OPEC, per esempio, è un accordo di cartello internazionale tra i paesi
produttori di petrolio, dimostratosi efficace nell’innalzare i prezzi mondiali del
petrolio al di sopra dei livelli concorrenziali
Condizioni per il successo di un cartello
In primo luogo è necessario che si formi un’organizzazione stabile i cui membri
concordino su prezzo e livelli di produzione e successivamente rispettino
l’accordo.

La seconda condizione è l’esistenza di un potere monopolistico potenziale.


Quand’anche il cartello sia in grado di risolvere i propri problemi organizzativi,
la possibilità di aumentar il prezzo è limitata se la curva di domanda è
fortemente elastica.

Analisi dei prezzi di cartello


La scelta del prezzo in un cartello può essere analizzata utilizzando il modello
dell’impresa dominante esaminato in precedenza. Applicheremo questo modello a
due organizzazioni, il cartello petrolifero OPEC e il cartello del rame CIPEC, per
comprendere i motivi per cui l’OPEC è stato in grado di aumentare i prezzi mentre il
CIPEC non ha raggiunto l’obiettivo.
Il successo di un cartello richiede che siano soddisfatte due condizioni:

In primo luogo, la domanda totale del bene non deve essere troppo elastica
rispetto al prezzo.

In secondo luogo, il cartello deve controllare quasi la totalità dell’offerta


mondiale oppure, in caso contrario, l’offerta dei produttori che non
partecipano al cartello non deve essere elastica rispetto al prezzo.

La maggior parte dei cartelli internazionali delle merci non è efficace, perché
pochi mercati mondiali soddisfano entrambe le condizioni.

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