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degli investimenti
1
Introduzione
2
Infine si descritta una utile applicazione del TIR nella valutazione delle
offerte di vendita con pagamenti rateizzati: il TAN o tasso annuo
nominale e il TAEG cio il tasso annuo effettivo globale.
Capitolo 1
Le operazioni finanziarie
Le operazioni finanziarie spesso vengono distinte in investimenti e
finanziamenti, entrambi descritti da un flusso di capitali di segno
diverso: gli esborsi da somme negative e gli incassi da somme positive.
La loro distinzione potrebbe essere riferita alle finalit delloperazione
dato che da un investimento ci si aspetta un guadagno mentre un
finanziamento richiede un costo; in pratica, si procede alla distinzione
separando, per ogni operazione, la successione degli esborsi da quella
degli incassi e procedendo al confronto tra i valori di un opportuno
indice temporale associato a ciascuna di esse.
Dal nostro punto di vista, le operazioni finanziarie vengono considerate
in via preventiva, quando sono allo stadio di operazioni progettate.
Corrispondentemente, il loro flusso di cassa non osservato, ma solo
previsto. Supporremo tuttavia che i relativi importi siano noti con
certezza, e allo stesso modo, supporremo note con certezza le scadenze
temporali di pagamento.
Ci limiteremo, infine, a considerare operazioni finanziarie discrete,
ossia tali che i movimenti di denaro avvengano ciascuno in un ben
determinato istante; non considereremo ,in altre parole, operazioni in cui
siano contemplati flussi continui di capitale in entrata o in uscita.
3
La valutazione degli investimenti quella attivit che viene
effettuata per verificare l'impatto che un determinato progetto di
investimento ha sulla struttura adottante (azienda, ramo dazienda, ente,
progetto, privato, ecc.), dove per progetto d'investimento si intende un
insieme di attivit produttive o finanziarie in cui l'azienda o il privato
cittadino impegna disponibilit liquide (costo dell'investimento) con
l'obiettivo di conseguire, in contropartita, un flusso di benefici futuri
complessivamente superiori ai costi sostenuti.
5
corrispondente piano di rimborso; o a quella - simmetrica di contrarre
un prestito e procedere poi al suo ammortamento.
Dato il flusso di cassa prevedibilmente associato ad un progetto
dimpresa economica, la differenza tra entrate ed uscite d,
elementarmente, il guadagno che se ne ricaver.
In quanto quelle entrate e quelle uscite sono per destinate a manifestarsi
in tempi diversi, del tutto naturale per noi immaginare di riportarle
finanziariamente ad uno stesso istante.
La funzione che esprime il valore attuale in t0 = 0 ,nella variabile i
ed in regime di interesse composto, della somma degli importi
Pk = P0 + P1 + ...... + Pn ,
prende il nome di DISCOUNTED CASH FLOW (DCF) , cio
flusso di cassa scontato. Lespressione analitica della DCF :
n n
Pk
V (i ) =
k =0
Pk v tk
= (1 + i )
k =0
tk
Cio:
P0 P1 Pn
V(i ) = + + ............. +
(1 + i ) t0
(1 + i ) t1
(1 + i ) tn
Attraverso tale funzione cercheremo di capire se possibile scegliere tra
due diversi progetti finanziari.
6
Capitolo 2
Valore Attuale Netto e
Tasso Interno di Rendimento
2.1 VAN
La somma algebrica delle entrate e delle uscite attualizzate attraverso
lutilizzo di un tasso di attualizzazione di riferimento, rappresenta il
Valore Attuale Netto del progetto dinvestimento (in inglese Net
Present Value) anche noto sotto lacronimo REA cio Risultato
Economico Atteso.
7
Esempio 2.1
0 0.5 1
Esempio 2.2
Abbiamo due possibili investimenti:
8
10000 10000 110000
V1 (i ) = 100000 + + +
1+ i (1 + i ) 2 (1 + i ) 3
Quindi, poich
VAN 1 (i0 ) < VAN 2 (i0 )
9
C, per, di pi. Dire che il valore attuale in 0 del capitale Sk
2.3 TIR
La nozione di VAN (o REA) di un operazione, soffre e lo abbiamo
segnalato del grave difetto di non essere intrinseca alloperazione, e
quindi oggettivamente definita.
Si ottiene invece una caratteristica intrinseca ed oggettiva di
unoperazione se elementarmente parlando si cerca di rispondere non
alla domanda quanto essa consentir di guadagnare ma a quella che
tasso dinteresse si ricava dai capitali investititi?
n
Pk
Considerando la nostra funzione DCF (1 + i )
k =0
tk , avremo che :
10
INTERNO DI RENDIMENTO (T.I.R.) (in inglese IRR cio Internal
Rate of Return).
Il TIR quel tasso che segnala indifferenza al progetto finanziario e
separa gli intervalli di tassi che fanno ritenere loperazione conveniente,
da intervalli per i quali loperazione svantaggiosa.
Come utilizzare il TIR di due operazioni finanziarie? Fondamentalmente
la regola decisionale la seguente:
- nel caso di INVESTIMENTI preferibile quello che ha un TIR
maggiore;
- nel caso di FINANZIAMENTI preferibile quello che ha un TIR
minore.
Esiste anche una versione assoluta del criterio, in base al quale
unoperazione dinvestimento (o di finanziamento) va eseguita se il suo
TIR maggiore (o minore) di un tasso di riferimento prefissato, al quale
si ritiene di poter altrimenti investire le proprie disponibilit (o al quale
si ritiene di potersi altrimenti finanziare).
11
Il tutto talmente semplice, che il criterio stesso, pur se il suo ambito di
applicazione risulta ridotto al solo confronto tra operazioni dotate di
TIR, ha avuto un successo folgorante.
Ad un esame pi approfondito, le ragioni di tale successo appaiono
decisamente inconsistenti.
Abbiamo osservato che il VAN di unoperazione calcolato al tasso i
rappresenta il valore attuale, a quel tasso, del maggior guadagno che
loperazione permette di conseguire, rispetto allimpiego dei medesimi
capitali al tasso i ; e notato criticamente che il fondamento di questo
discorso che per tutta la durata delloperazione i capitali siano davvero
investibili a quel tasso: ipotesi, questa, la cui inaccettabilit rende poco
credibile il tutto.
Peraltro, ha senso dichiarare che svolgere unoperazione avente TIR = i
,equivale ad impiegare gli stessi capitali a questo tasso in quanto se i
annulla il DCF, ci vuol dire che esso rende il montante delle entrate
uguale a quello delle uscite: dunque, se fino alla fine delloperazione i
capitali si possono investire al tasso i , compiere loperazione o investire
al di fuori di essa d gli stessi risultati.
Come si vede, la logica sottesa alla nozione di TIR la stessa che da
senso a quella del VAN, e ne condivide dunque il difetto di fondo: che
quello di ipotizzare lesistenza di un tasso unico costante per una durata
anche notevole.
12
n
Pk
Risolvere la funzione (1 + i )
k =0
tk
= 0 ed individuare in questo
Capitolo 3
Risoluzione approssimata di equazioni
Sia f ( x) = 0 (A)
13
Unequazione, e siano c1 , c 2 ,... le radici della (A), che vogliamo
determinare; sia cio:
f (c1 ) = 0; f (c 2 ) = 0;...
Si ha
14
f ( 0) = 0 * e 0 1 = 1 < 0
f (1) = 1 * e1 1 = e 1 > 0
1 1
f (e 2 ) = (e 2 ) 2 2 ln e 2 = 4
2+2 = 4 >0
e e
equazione.
Notiamo che il teorema di esistenza della radice assicura lesistenza di
una soluzione dellequazione x 2 2 ln x = 0 anche nellintervallo
( )
2 ;2 :
f ( 2) = ( 2) 2
2 ln 2 = ln 2 0.3466 < 0
15
3.2.2 Primo teorema di unicit della radice
Ponendo f ( x) = x 2 2 ln x , si ha:
16
1 2x2 1
f ( x) = 2 x =
x x
Come si pu notare dal grafico che esprime il prodotto dei segni della
nostra funzione f (x) :
2 1 2
0 1 2 2
2 e2 2
- + - +
Fig. 3.2.2.1 Prodotto dei segni
2x 2 1 2 2
f ( x ) > 0 >0 <x<0 x>
x 2 2
2x 2 1 2 2
f ( x) < 0 <0 x< 0< x<
x 2 2
1
Notiamo che nellintervallo 2 ;1 la derivata f ( x) si annulla,
e
1 2
essendo 2
< < 1 . Perci il primo teorema di unicit non
e 2
negativa.
17
Allora esiste ununica soluzione dellequazione f (x) nellintervallo
aperto (a; b) .
Esempio
Consideriamo di nuovo lequazione
x 2 2 ln x = 0
1
Avevamo osservato, che nellintervallo 2 ;1 esiste almeno una
e
1
f ( x) = 2 x
x
1
f ( x) = 2 +
x2
Quindi risulta, per qualunque x0 , f ( x) > 0 . Possiamo quindi
1
applicare allintervallo 2 ;1 il secondo teorema di unicit della
e
DCF( i ) = C 0 + C1v + C 2 v 2 + K + C n v n
Dove:
- ( C 0 ) rappresenta lesborso iniziale e quindi, ovviamente, una
somma negativa;
18
- (C1 ; C 2 ;KC n ) rappresentano gli introiti che derivano dallinvestimento
che sono costituiti da somme positive;
1
-e v= il fattore di attualizzazione.
(1 + i )
Poniamo
f (v) = DCF( i ) = C 0 + C1v + C 2 v 2 + K + C n v n
f (1) = C 0 + C1 + C 2 + K + C n > 0
19
e nel caso di un finanziamento con una sola entrata iniziale e successive
uscite C k < 0 k 1 (per cui f (0) > 0; f (1) < 0 e f (v) < 0; f (v) < 0 );
consolidata tendenza a considerare efficace e significativo il criterio
del TIR: negli altri casi, anche i maggiori estimatori del TIR, ritengono
che esso risulti totalmente inefficiente.
f ( 0) = 1 < 0
f (1) = e 1 > 0
y = xe x 1
20
y
0.5 0.75 1
0.625
0 x
f (1) = e 1 > 0
21
0.5 < x < 0.75
Possiamo continuare il procedimento descritto fino a raggiungere una
precisione prefissata: desiderando un risultato esatto fino alla terza cifra
decimale, si avr, dopo quattordici iterazioni del metodo descritto:
0 < x <1
0 .5 < x < 1
a x1 x2 x3
0 b x
A
xa 0 f (a) ba
= x=a f (a)
b a f (b) f (a ) f (b) f (a )
E quindi si ha
ba
x1 = a f (a)
f (b) f (a )
23
Supponiamo ora, per fissare le idee, che sia f ( x) > 0 in (a; b) , e che
risulti f (a ) < 0 e f (b) > 0 .
In tali ipotesi si potrebbe dimostrare (e del resto non difficile
osservando la figura) che risulta:
a < x1 < b
ottiene:
b x1
x 2 = x1 f ( x1 )
f (b) f ( x1 )
E risulta:
a < x1 < x 2 < b con x (x 2 ; b )
b xn
lim x n +1 = lim x n f ( x n )
n + n +
f (b) f ( x n )
24
bc
c=c f (c ) f (c ) = 0 c = x
f (b) f (c)
f (b) < 0 .
x0 = b
a xn (2)
x + = x f ( x )
f ( a ) f ( xn )
n 1 n n
25
Esempio
1
Come si detto ammette una radice nellintervallo 2 ;1 e una
e
Cominciamo ponendo
f ( x) = x 2 2 ln x
Risulta
1
f ( 2 ) = ( 2 ) 2 2 ln 2 = ln 2 0.346574 < 0
2
f (2) = 4 2 ln 2 = 2 ln 2 1.30685 > 0
Inoltre si ha
1 1
f ( x) = 2 x e f ( x) = 2 +
x x2
x0 = 2
2 xn
xn+1 = xn f (2) f ( x ) f ( xn )
n
Otteniamo
26
2 2 2 2
x1 = 2 f ( 2) 2 (0.346574) 1.537
f (2) f ( 2 ) 1.30685 + 0.346574
2 x1 2 1.537
x 2 = x1 f ( x1 ) 1.537 (0.067463) 1.55973
f (2) f ( x1 ) 1.30685 + 0.067463
2 x2 2 1.55973
x3 = x 2 f ( x 2 ) 1.55973 (0.011755) 1.56365
f (2) f ( x 2 ) 1.30685 + 0.011755
x 4 1.56432
x5 1.56444
x6 1.56446
B1 (x1;f(x1))
B2 (x2;f(x2))
a b
x3 x2 x1
0 x
28
Ponendo y = 0 nellultima equazione, si ottiene x1 :
f (b)
0 f (b) = f (b)( x1 b) x1 = b
f (b)
Risulta, ovviamente:
a < x1 < b
x0 = b
f ( xn ) (3)
xn+1 = xn f ( x )
n
E si avr
a < K < x 2 < x1 < x0 = b
b xn f (c )
lim x n +1 = lim x n f ( x n ) c=c f (c ) = 0
n + n +
f (b) f ( x n ) f (c)
29
Quindi il limite della successione {x n } la soluzione, x , della f ( x) = 0 .
Possiamo considerare ciascuno dei valori x n come approssimazione di
x , affetta da un errore pari a x x n . Per definizione di limite, tale
f (b) < 0 .
Esempio
Nellintervallo ( )
2 ;2 , gi calcolata nellesempio precedente col metodo
delle secanti.
Posto
f ( x) = x 2 2 ln x
30
Risulta
1 1
f ( x) = 2 x e f ( x) = 2 +
x x2
Sostituendo
0.159362
x 2 1.62661 x 2 1.56621
2.63844
x 4 1.56446
32
Possiamo scrivere la funzione DCF come:
1
1
V1 (i ) = 100000 + 27000 (1 + i)
8
i
Cio
27000 27000v 8
V1 (i ) = 100000 +
27000 27000
= 100000 +
i i i i (1 + i ) 8
V1 (i ) = 100000 +
27000 27000
=0
i i (1 + i ) 8
Avremo:
100000(1 + i ) i + 27000(1 + i ) 27000 = 0
8 8
Cio:
f (i ) =
100000
(1 + i )8 i (1 + i )8 + 1 = 0
27000
f (i ) =
V0
(1 + i )n i (1 + i )n + 1 = 0 (4)
R
33
Esprimiamo la (4) nella forma:
(1 + i )n V0 i 1 + 1 = 0
R
n 1 V n V
f (i ) = n(1 + i ) 0 i 1 + (1 + i ) 0 + 0 =
R R
V0 V0
= (1 + i ) n R i 1 + R (1 + i ) =
n 1
V0 V0 V0
= (1 + i )
n 1
R ni n + R + R i
n 1 V
f (i ) = (1 + i ) 0 i (1 + n ) + 0 n
V
(5)
R R
7 100000 100000
f (i ) = (1 + i ) 9i + 8 (1 + i ) [33.3333i 4.2963]
7
27000 27000
V0
n
V 0 V0
R i (1 + n ) + R n = 0 imin = R
V0
(1 + n )
R
34
Che risulta essere punto di minimo.
100000
8
Nel nostro caso imin = 27000 0.1289
100000
(1 + 8)
27000
f (imin ) =
100000
(1 + imin )8 imin (1 + imin )8 + 1 0.3785 < 0
27000
R
Notiamo poi che la nostra funzione nel punto esattamente uguale
V0
a 1, cio:
8 8
R 100000 R R R
f = 1 + 1 + + 1 = 1 > 0
V0 27000 V0 V0 V0
V0
n
R R
<i <
V0
(1 + n ) V0
R
Nel nostro caso:
35
f (0.27) 1
i1 = 0.27 = 0.27 0.2301
f (0.27) 25.0648
0.2253
i2 = 0.2301 0.2144
14.3776
0.0259
i3 = 0.2144 0.212067
11.1028
0.0002
i4 = 0.2120 0.212018
10.6427
visto) :
R
f (i min ) 0.3785 < 0 f = 1 > 0
V0
0.1289 + 0.27
1) m1 = = 0.19945
2
E notiamo che:
f (m1 ) 0.1194 < 0
36
Possiamo continuare il procedimento:
0.19945 + 0.27
2) m2 = 0.234725
2
f (m2 ) 0.2942 > 0
0.19945 + 0.2347
3) m3 = 0.217088
2
f (m3 ) 0.0564 > 0
0.19945 + 0.2171
4) m4 = 0.208269
2
f (m4 ) 0.0386 < 0
0.2082 + 0.2171
5) m5 = 0.212679
2
f (m5 ) 0.007069 > 0
0.2082 + 0.2126
6) m6 = 0.210474
2
f (m6 ) 0.01622 < 0
0.2115 + 0.2126
8) m8 = 0.212128
2
f (m8 ) 0.001168 > 0
0.2115 + 0.2121
9) m9 = 0.211853
2
f (m9 ) 0.00176 < 0
0.2118 + 0.2121
10) m10 = 0.211991
2
f (m10 ) 0.0003 < 0
0.2119 + 0.2121
11) m11 = 0.21206
2
f (m11 ) 0.000437 > 0
38
0.2119 + 0.21206
12) m12 = 0.212026
2
f (m12 ) 0.0000753 < 0
0.212026 + 0.21206
13) m13 = 0.212043
2
39
poniamo v0 = b = 1 che prenderemo come prima approssimazione (per
eccesso) e applichiamo il metodo di Newton:
v0 = b = 1
f (v n )
v n +1 = v n f (v )
n
f (1) 7 .5
v1 = 1 = 1 0.8958
f (v ) 72
1.89811
v 2 = 0.8958 0.8468
38.73934
0.25577
v3 = 0.8468 0.8379
28.77593
0.00648
v 4 = 0.8379 0.837662
27.2586
0.0016875
v5 = 0.837662 0.837662
27.208873
40
Sempre per le stesse considerazioni fatte per il precedente metodo
utilizzato ( f (v) * f (a = 0) < 0 ), poniamo:
v0 = a = 0
b vn
v = v f (v )
n+1 f (b ) f (v n )
n n
dove b = 1
avremo:
1 0
f (0 ) = 0 ( 5) = 0.4
1
v1 = 0
f (1) f (0 ) 7 .5 + 5
1 0 .4
v 2 = 0 .4 ( 4.3308) 0.619638
7.5 + 4.3308
1 0.619638
v3 = 0.619638 ( 3.30853) 0.736068
7.5 + 3.30853
1 0.736068
v 4 = 0.736068 ( 2.0637 ) 0.79302
7.5 + 2.0637
1 0.79302
v5 = 0.79302 ( 1.06404) 0.818736
7.5 + 1.06404
1 0.818736
v6 = 0.818736 ( 0.48658) 0.829779
7.5 + 0.48658
1 0.829779
v7 = 0.829779 ( 0.2095) 0.834405
7.5 + 0.2095
1 0.834405
v8 = 0.834405 ( 0.08778) 0.836321
7.5 + 0.08778
41
1 0.836321
v9 = 0.836321 ( 0.03635) 0.837111
7.5 + 0.03635
1 0.837111
v10 = 0.837111 ( 0.01497 ) 0.837436
7.5 + 0.01497
1 0.837436
v11 = 0.837436 ( 0.00615) 0.837569
7.5 + 0.00615
1 0.837569
v12 = 0.837569 ( 0.00253) 0.837624
7.5 + 0.00253
1 0.837624
v13 = 0.837624 ( 0.00103) 0.837646
7.5 + 0.00103
42
Capitolo 5
TAN & TAEG
43
Esempio
- TAN
La nostra DCF :
1
1
V (i ) = 10000 + 1547.22
(1 + i )8
i
f (i ) =
10000
(1 + i )8 i (1 + i )8 + 1 = 0
1547.22
7 10000
f (i ) = (1 + i ) i (1 + 8) +
10000
8
1547.22 1547.22
44
Come gi studiato, utilizzeremo come prima approssimazione (per
R 1547.22
eccesso) i0 = b = = = 0.154722 :
V0 10000
i0 = b = 0.154722
f (in )
i = i
n +1 n f (i )
n
f (0.154722) 1
i1 = 0.154722 = 0.154722 0.105774
f (0.154722) 20.42996
0.292848
i2 = 0.102774 0.074389
9.331007
0.078208
i3 = 0.074389 0.057428
4.611004
0.01703089
i4 = 0.057428 0.0510413
2.6664547
0.0020609
i5 = 0.0510413 0.0500258
2.0293154
0.000049269
i6 = 0.0500258 0.050000314
1.93249
- TAEG
45
1
1
V (i ) = 10000 + (300 + 100 ) + (1547.22 + 10 + 20 ) (1 + i)
8
i
Cio
1
1
V (i ) = 9600 + 1577.22
(1 + i )8
i
f (i ) =
9600
(1 + i )8 i (1 + i )8 + 1 = 0
1577.22
V0
n
R R
<i <
V0
(1 + n ) V0
R
Cio, nel nostro esempio:
46
i0 = a = 0.034927778
b in dove b = 0.16429375
i n+1 = in f (b ) f (i ) f (in )
n
avremo:
0.16429375 0.034927778
i1 = 0.034927778 ( 0.036285) 0.039457
1 + 0.036285
0.16429375 0.039457
i2 = 0.039457 ( 0.0355559) 0.043743
1 + 0.0355559
0.16429375 0.043743
i3 = 0.043743 ( 0.033468) 0.047647
1 + 0.033468
M
M
i30 0.065079
i31 0.065081
i32 0.065083
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Conclusioni
IL VAN il criterio pi utilizzato nella valutazione di progetti finanziari.
Come abbiamo osservato, per, non esente da difetti: il pi evidente
la soggettivit nella scelta del tasso i 0 , per cui operatori diversi possono
pervenire, nella valutazione degli stessi progetti, a conclusioni diverse.
Inoltre il VAN si basa sullipotesi che, per tutta la durata del progetto
sar possibile investire i capitali al tasso i e ci , ovviamente, assai
improbabile..
Un tentativo per cercare di rendere oggettivo il calcolo di i lutilizzo
di una media ponderata dei tassi che rappresenterebbero i costi del
capitale, di differenti provenienze, investito nel progetto. Tale tasso
medio detto usualmente WACC (Weighted Average Cost of Capital).
In prima analisi, il criterio del TIR appare rispondere in pieno ai requisiti
richiesti: interamente oggettivo, poich, in base ad esso, operatori
diversi, nella stessa situazione, giungono di necessit alle stesse
conclusioni (ci che invece non accadeva con il criterio del VAN) e si
fonda esclusivamente sulle caratteristiche intrinseche dei progetti da
confrontare.
Ad un esame pi approfondito emergono anche i difetti di tale criterio.
Ha senso dichiarare che svolgere unoperazione avente TIR = i ,
equivale ad impiegare gli stessi capitali a questo tasso in quanto se i
annulla il DCF, ci vuol dire che esso rende il montante delle entrate
uguale a quello delle uscite: dunque, se fino alla fine delloperazione i
capitali si possono investire al tasso i , compiere loperazione o investire
al di fuori di essa d gli stessi risultati.
Come si vede, la logica sottesa alla nozione di TIR la stessa che da
senso a quella del VAN, e ne condivide dunque il difetto di fondo: che
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quello di ipotizzare lesistenza di un tasso unico costante per una durata
anche notevole.
Per quanto riguarda i metodi per la risoluzione approssimata di
equazioni, in assoluto, il metodo che converge pi rapidamente verso la
soluzione certamente il metodo di Newton.
Di conseguenza per il tipo di equazioni considerato, il metodo pi
efficace. In alcuni casi per preferibile utilizzare il metodo delle
secanti poich non comporta lutilizzo della derivata prima della
funzione e pu risultare, per questo motivo, maggiormente preciso.
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