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5. Per quale ragione nascono i c.d. “decreti sicurezza”? Possono modificare le regole
della Convenzione di Ginevra oppure, devono, in ultima analisi, adeguarsi a questa?
I c.d. “decreti sicurezza” (d.l. 14 giugno 2019 n.53) nascono dalla necessità di regolamentazione
del flusso di immigrazione relativo al territorio dello Stato. Tali decreti si concentrano su due
principali focus: chiusura dei porti e sanzioni amministrative. Attraverso l’adozione dei c.d.
decreti sicurezza si amplia la platea di ragioni per le quali è possibile chiudere i porti: da “ragioni
di sicurezza ed ordine pubblico” e “tutela dell’ambiente marino”, si aggiunge la categoria di
“contrasto all’immigrazione clandestina”. A questa differenza rispetto alla giurisprudenza
precedente si aggiungono sanzioni amministrative molto più aspre per tutti coloro i quali sono
coinvolti in situazioni di reato relativo all’immigrazione.
Tuttavia, bisogna notare, che nonostante questa rigidità visibile, i decreti sicurezza devono
sottostare alle norme di diritto internazionale, in particolare alla Convenzione di Ginevra (così
come affermato in calce agli stessi decreti) per quanto riguarda la tutela dello status di rifugiato.
Quindi, non possono in nessun modo derogare le Convenzioni Internazionali universalmente
accettate, bensì adeguarsi a queste ultime.