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Libertà costituzionali e diritti

fondamentali

Università di Pavia
Dipartimento di giurisprudenza
Diritto costituzionale A-L
Prof. Giampaolo Parodi
a.a. 2021-2022
@ giampaolo.parodi@unipv.it
Articolo 2 Cost.
Art. 2 Cost.: norma a fattispecie aperta?

A) Diritti non esplicitamente previsti dalla Costituzione

B) Diritti implicitamente previsti:


diritto alla vita, riconosciuto implicitamente dall’art. 2 come "primo
dei diritti inviolabili dell'uomo" (sentenza n. 223 del 1996), in quanto presupposto per
l'esercizio di tutti gli altri (sentenza n. 35 del 1997)

C) Diritti esplicitamente previsti ma ricondotti dalla giur. cost. all’art. 2


«Nell'ordinamento giuridico italiano, l’art. 32, primo comma, Cost., tutela la salute come
"fondamentale diritto dell'individuo", oltre che come interesse della collettività; e non v'è
dubbio, nella giurisprudenza costituzionale, che tale diritto appartenga altresì al novero dei
"diritti inviolabili dell'uomo" riconosciuti dall’art. 2 Cost.» (Corte cost., ord. n. 216/2021)
Articoli 2 e 10, secondo comma, Cost. Diritti
dell’uomo, del cittadino, degli stranieri
 La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e
dei trattati internazionali
 L. 06/03/1998, n. 40, Disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello
straniero.
 Art. 2. Diritti e doveri dello straniero.
 1. Allo straniero comunque presente alla frontiera o nel territorio dello Stato sono
riconosciuti i diritti fondamentali della persona umana previsti dalle norme di diritto
interno, dalle convenzioni internazionali in vigore e dai princìpi di diritto internazionale
generalmente riconosciuti.
 2. Lo straniero regolarmente soggiornante nel territorio dello Stato gode dei diritti in
materia civile attribuiti al cittadino italiano, salvo che le convenzioni internazionali in
vigore per l'Italia e la presente legge dispongano diversamente. Nei casi in cui la
presente legge o le convenzioni internazionali prevedano la condizione di reciprocità,
essa è accertata secondo i criteri e le modalità previsti dal regolamento di attuazione.
 3. Lo straniero regolarmente soggiornante partecipa alla vita pubblica locale.
Segue. La condizione di reciprocità
 Art. 16 disp. prel. cod. civ.
 Lo straniero è ammesso a godere dei diritti civili attribuiti al cittadino a condizione di
reciprocità e salve le disposizioni contenute in leggi speciali.
 Questa disposizione vale anche per le persone giuridiche straniere.

 Prevale in ogni caso la tutela dei diritti fondamentali


 Corte cost., sent. n. 252/2001:
 «lo straniero presente, anche irregolarmente, nello Stato ha diritto di fruire di tutte le
prestazioni che risultino indifferibili e urgenti … trattandosi di un diritto fondamentale
della persona che deve essere garantito, così come disposto, in linea generale, dall'art. 2
dello stesso decreto legislativo n. 286 del 1998»
 «Qualora risultino fondate le ragioni addotte dal ricorrente in ordine alla tutela del suo
diritto costituzionale alla salute, si dovrà provvedere di conseguenza, non potendosi
eseguire l'espulsione nei confronti di un soggetto che potrebbe subire, per via
dell'immediata esecuzione del provvedimento, un irreparabile pregiudizio a tale diritto»
Segue. Art. 10, terzo comma, Cost. Diritto di
asilo e disciplina della protezione
internazionale
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà
democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della
Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge
D.Lgs. 19/11/2007, n. 251, Attuazione della dir. 2004/83/CE recante norme minime
sull'attribuz., a cittadini di Paesi terzi o apolidi, della qualifica del rifugiato o di persona
altrimenti bisognosa di protezione internaz., nonché norme min. sul contenuto della protez.
Status di «rifugiato»: cittadino straniero il quale, per il timore fondato di essere perseguitato
per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o
opinione politica, si trova fuori dal territorio del Paese di cui ha la cittadinanza e non può o, a
causa di tale timore, non vuole avvalersi della protezione di tale Paese … e non può o, a
causa di siffatto timore, non vuole farvi ritorno
Protezione sussidiaria: in favore del cittadino straniero che non possiede i requisiti per essere
riconosciuto come rifugiato ma nei cui confronti sussistono fondati motivi di ritenere che, se
ritornasse nel Paese di origine … correrebbe un rischio effettivo di subire un grave danno
come definito dal presente decreto e il quale non può o, a causa di tale rischio, non vuole
avvalersi della protezione di detto Paese
Segue
 Ai fini del riconoscimento della protezione sussidiaria, sono considerati danni gravi:
 a) la condanna a morte;
 b) la tortura o altra forma di pena o trattamento inumano o degradante;
 c) la minaccia grave e individuale alla vita o alla persona di un civile derivante dalla
violenza indiscriminata in situazioni di conflitto armato interno o internazionale

 Protezione umanitaria
 Ipotesi tipizzate previste dalla legge:
 vittime di violenza domestica (art. 18 bis d.lgs n. 286 del 1998);
 lavoratori che subiscono un “particolare sfruttamento lavorativo” e che denuncino e
collaborino alle indagini penali (22, comma 12 quater, d.lgs n. 286 del 1998)
Il principio di eguaglianza
Art. 3 Cost.
Cittadini e stranieri
Corte cost., sent. n. 186/2020: «Questa Corte ha, già da tempo, superato l’apparente ostacolo

frapposto dal dato letterale dell’art. 3 Cost. (che fa riferimento ai «cittadini»), sottolineando che,
«se è vero che l’art. 3 si riferisce espressamente ai soli cittadini, è anche certo che il principio di
eguaglianza vale pure per lo straniero quando trattisi di rispettare [i] diritti fondamentali» (sentenza
n. 120 del 1967), e ha chiarito inoltre che al legislatore non è consentito introdurre regimi
differenziati circa il trattamento da riservare ai singoli consociati se non «in presenza di una
“causa” normativa non palesemente irrazionale o, peggio, arbitraria» (sentenza n. 432 del 2005).
Nelle singole situazioni concrete, la posizione dello straniero può certo risultare diversa rispetto a

quella del cittadino (…) e quindi non si può per ciò solo escludere la ragionevolezza della
disposizione che ne prevede un trattamento diversificato. Infatti, «la riconosciuta eguaglianza di
situazioni soggettive nel campo della titolarità dei diritti di libertà non esclude affatto che, nelle
situazioni concrete, non possano presentarsi, fra soggetti uguali, differenze di fatto che il
legislatore può apprezzare e regolare nella sua discrezionalità, la quale non trova altro limite se non
nella razionalità del suo apprezzamento»
Segue
Eguaglianza formale

«pari dignità sociale»


Corte cost., sent. 186/2020: «Per la portata e per le conseguenze anche in termini di stigma
sociale dell’esclusione [dell’iscrizione anagrafica] operata con la norma oggetto del presente
giudizio, di cui è non solo simbolica espressione l’impossibilità di ottenere la carta
d’identità, la prospettata lesione dell’art. 3, primo comma, Cost. assume in questo contesto –
al di là della stessa violazione del principio di eguaglianza – la specifica valenza di lesione
della connessa ‘pari dignità sociale’»

Il giudizio trilaterale: il tertium comparationis


Eguaglianza sostanziale
Il principio di ragionevolezza
 L’irrazionalità intrinseca
 Corte cost., sent. n. 186/2020
 «dalla ricostruzione della ratio della norma in esame, il legislatore avrebbe inteso
liberare le amministrazioni comunali, sul cui territorio sono situati i centri di accoglienza
degli stranieri richiedenti asilo, dall’onere di far fronte agli adempimenti in materia di
iscrizione anagrafica degli stessi. Da questo punto di vista, la precarietà della loro
permanenza sul territorio è stata ritenuta argomento idoneo a giustificare l’esclusione
dell’iscrizione anagrafica.
 Così provvedendo, tuttavia, il legislatore contraddice la ratio complessiva del decreto-
legge al cui interno si colloca la disposizione denunciata. Infatti, a dispetto del dichiarato
obiettivo dell’intervento normativo di aumentare il livello di sicurezza pubblica, la
norma in esame, impedendo l’iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo, finisce con il
limitare le capacità di controllo e monitoraggio dell’autorità pubblica sulla popolazione
effettivamente residente sul suo territorio, escludendo da essa una categoria di persone,
gli stranieri richiedenti asilo, regolarmente soggiornanti nel territorio italiano.
Segue
 Corte cost., sent. n. 96/2015: «insuperabile aspetto di irragionevolezza
dell'indiscriminato divieto … all'accesso alla PMA, con diagnosi preimpianto, da parte
di coppie fertili affette (anche come portatrici sane) da gravi patologie genetiche
ereditarie, suscettibili (secondo le evidenze scientifiche) di trasmettere al nascituro
rilevanti anomalie o malformazioni»
 «con palese antinomia normativa (sottolineata anche dalla Corte di Strasburgo nella
richiamata sentenza Costa e Pavan contro Italia), il nostro ordinamento consente,
comunque, a tali coppie di perseguire l'obiettivo di procreare un figlio non affetto dalla
specifica patologia ereditaria di cui sono portatrici, attraverso la, innegabilmente più
traumatica, modalità della interruzione volontaria» quando siano «accertati processi
patologici ... relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino
un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna»
 «il sistema normativo, cui danno luogo le disposizioni censurate, non consente (pur
essendo scientificamente possibile) di far acquisire "prima" alla donna una informazione
che le permetterebbe di evitare di assumere "dopo" una decisione ben più
pregiudizievole per la sua salute»
Segue
 «Dal che, quindi, la violazione anche dell’art. 32 Cost. in cui incorre la normativa in
esame, per il mancato rispetto del diritto alla salute della donna. Senza peraltro che il
vulnus, così arrecato a tale diritto, possa trovare un positivo contrappeso, in termini di
bilanciamento, in una esigenza di tutela del nascituro, il quale sarebbe comunque esposto
all'aborto.
 La normativa denunciata costituisce, pertanto, il risultato di un irragionevole
bilanciamento degli interessi in gioco, in violazione anche del canone di razionalità
dell'ordinamento»
 La sent. n. 96/2005 ha pertanto dichiarato «l'illegittimità costituzionale degli artt. 1,
commi 1 e 2, e 4, comma 1, della L. 19 febbraio 2004, n. 40 (Norme in materia di
procreazione medicalmente assistita), nella parte in cui non consentono il ricorso alle
tecniche di procreazione medicalmente assistita alle coppie fertili portatrici di malattie
genetiche trasmissibili, rispondenti ai criteri di gravità di cui all'art. 
6, comma 1, lettera b), della L. 22 maggio 1978, n. 194 (Norme per la tutela sociale della
maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza), accertate da apposite strutture
pubbliche»
Il bilanciamento dei diritti
 La dottrina dei diritti «tiranni»
 Corte cost., sent. n. 85/2013: «La ratio della disciplina censurata consiste nella
realizzazione di un ragionevole bilanciamento tra diritti fondamentali tutelati dalla
Costituzione, in particolare alla salute (art. 32 Cost.), da cui deriva il diritto all’ambiente
salubre, e al lavoro (art. 4 Cost.), da cui deriva l’interesse costituzionalmente rilevante al
mantenimento dei livelli occupazionali ed il dovere delle istituzioni pubbliche di spiegare
ogni sforzo in tal senso.
 Tutti i diritti fondamentali tutelati dalla Costituzione si trovano in rapporto di
integrazione reciproca e non è possibile pertanto individuare uno di essi che abbia la
prevalenza assoluta sugli altri. La tutela deve essere sempre «sistemica e non frazionata
in una serie di norme non coordinate ed in potenziale conflitto tra loro» (sentenza n. 264
del 2012). Se così non fosse, si verificherebbe l’illimitata espansione di uno dei diritti,
che diverrebbe “tiranno” nei confronti delle altre situazioni giuridiche costituzionalmente
riconosciute e protette, che costituiscono, nel loro insieme, espressione della dignità della
persona»
 Il principio di proporzionalità e i diversi passaggi del test di proporzionalità
Segue. L’obbligo vaccinale
 Corte cost., sent. n. 5/2018:
 «la giurisprudenza di questa Corte in materia di vaccinazioni è salda nell’affermare che
l’art. 32 Cost. postula il necessario contemperamento del diritto alla salute del singolo
(anche nel suo contenuto di libertà di cura) con il coesistente e reciproco diritto degli
altri e con l’interesse della collettività (da ultimo sentenza n. 268 del 2017), nonché, nel
caso di vaccinazioni obbligatorie, con l’interesse del bambino, che esige tutela anche nei
confronti dei genitori che non adempiono ai loro compiti di cura (ex multis, sentenza n.
258 del 1994).
 In particolare, questa Corte ha precisato che la legge impositiva di un trattamento
sanitario non è incompatibile con l’art. 32 Cost.: se il trattamento è diretto non solo a
migliorare o a preservare lo stato di salute di chi vi è assoggettato, ma anche a preservare
lo stato di salute degli altri; se si prevede che esso non incida negativamente sullo stato
di salute di colui che è obbligato, salvo che per quelle sole conseguenze che appaiano
normali e, pertanto, tollerabili; e se, nell'ipotesi di danno ulteriore, sia prevista comunque
la corresponsione di una equa indennità in favore del danneggiato, e ciò a prescindere
dalla parallela tutela risarcitoria (sent. n. 258 del 1994 e n. 307 del 1990)»
Eguaglianza, ragionevolezza e discrezionalità
del legislatore. Le tecniche di giudizio della
Corte costituzionale
 Rime obbligate e sentenze additive di principio
 Il caso del «divorzio imposto»
 Corte cost. sent. n. 170/2014 ha dichiarato costituzionalmente illegittime disposizioni della
legge n. 164 del 1982 in materia di rettificazione dell’attribuzione di sesso “nella parte in
cui non prevedono che la sentenza di rettificazione dell’attribuzione di sesso di uno dei
coniugi, che provoca lo scioglimento del matrimonio o la cessazione degli effetti civili
conseguenti alla trascrizione del matrimonio, consenta, comunque, ove entrambi lo
richiedano, di mantenere in vita un rapporto di coppia giuridicamente regolato con altra
forma di convivenza registrata, che tuteli adeguatamente i diritti ed obblighi della coppia
medesima, con le modalità da statuirsi dal legislatore”
 Il caso del parto anonimo
 Corte cost. sent. n. 278/2013 ha dichiarato l’ill. cost. dell’art. 28, comma 7, della l. n.
184/1983 (Diritto del minore ad una famiglia) «nella parte in cui non prevede – attraverso
un proc., stabilito dalla l., che assicuri la massima riservatezza – la possibilità per il
giudice di interpellare la madre – che abbia dichiarato di non voler essere nominata … – su
richiesta del figlio, ai fini di una event. revoca di tale dichiarazione.
La libertà personale

 Non è ammessa forma alcuna di detenzione di ispezione o perquisizione personale, né


qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dall'Autorità
giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge.
In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge, l'autorità di

Pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati
entro quarantotto ore all'Autorità giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive
quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto.
È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di

libertà.
La legge stabilisce i limiti massimi della carcerazione preventiva.
L’inviolabilità del domicilio
 Il domicilio è inviolabile.
 Non vi si possono eseguire ispezioni o perquisizioni o sequestri, se non nei casi e modi
stabiliti dalla legge secondo le garanzie prescritte per la tutela della libertà personale.
 Gli accertamenti e le ispezioni per motivi di sanità e di incolumità pubblica o a fini
economici e fiscali sono regolati da leggi speciali.
Segretezza della corrispondenza
(art. 15 Cost.)
 La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione
sono inviolabili.
 La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell'Autorità giudiziaria con
le garanzie stabilite dalla legge
 Riservatezza e privacy: artt. 2, 14 e 15 Cost.
 D.Lgs. 30/06/2003, n. 196, Codice in materia di protezione dei dati personali
 In particolare: "dati sensibili", i dati personali idonei a rivelare l'origine razziale ed
etnica, le convinzioni religiose, filosofiche o di altro genere, le opinioni politiche,
l'adesione a partiti, sindacati, associazioni od organizzazioni a carattere religioso,
filosofico, politico o sindacale, nonché i dati personali idonei a rivelare lo stato di salute
e la vita sessuale
 Reg. (CE) 27/04/2016, n. 2016/679/UE relativo alla protezione delle persone fisiche con
riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati
 «dato personale»: qualsiasi informazione riguardante una persona fisica identificata o
identificabile («interessato»)
Segue
 Princìpi sul trattamento: «liceità, correttezza e trasparenza»
 «limitazione della finalità»
 «minimizzazione dei dati»
 «esattezza»
 «limitazione della conservazione»
 «integrità e riservatezza»
 «responsabilizzazione»
 Il trattamento è lecito, tra l’altro, se ricorre almeno uno dei seguenti casi:
 a) l'interessato ha espresso il consenso;
 b) il trattamento è necessario all'esecuzione di un contratto;
 c) tratt. necess. per adempiere un obbligo leg. al quale è soggetto il titolare del tratt.;
 d) tratt. necess. per la salvag. degli interessi vitali dell'interessato o di un'altra pers. f.;
 e) trattamento necessario per l'esecuzione di un compito di interesse pubblico o connesso
all'esercizio di pubblici poteri di cui è investito il titolare del trattamento
Segue
 Il diritto all’oblio (art. 17 GDPR)
 L'interessato ha il diritto di ottenere dal titolare del trattamento la cancellazione dei dati
personali che lo riguardano senza ingiustificato ritardo e il titolare del trattamento ha
l'obbligo di cancellare senza ingiustificato ritardo i dati personali, se sussiste uno dei
motivi seguenti:
 a) i dati personali non sono più necessari rispetto alle finalità per le quali sono stati
raccolti o altrimenti trattati;
 b) l'interessato revoca il consenso su cui si basa il trattamento, se non sussiste altro
fondamento giuridico per il trattamento;
 c) l'interessato si oppone al trattamento nei casi previsti;
 d) i dati personali sono stati trattati illecitamente
Diritto di circolazione e soggiorno (art.
16 Cost.)
 Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio
nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità
o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche.
 Ogni cittadino è libero di uscire dal territorio della Repubblica e di rientrarvi, salvo gli
obblighi di legge.
Libertà di riunione (art. 17)
 I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz'armi.
 Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso.
 Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono
vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica.
Libertà di associazione (art. 18 Cost.)
 I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non
sono vietati ai singoli dalla legge penale.
 Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi
politici mediante organizzazioni di carattere militare
 Libertà anche negativa (ma, ordini professionali)
 Art. 416 c.p. Associazione per delinquere: Quando tre o più persone si associano allo scopo
di commettere più delitti, coloro che promuovono o costituiscono od organizzano
l'associazione sono puniti, per ciò solo, con la reclusione da tre a sette anni
 L. n. 17/1982, Norme di attuazione dell’art. 18 Cost. in materia di associazioni segrete e
scioglimento della associazione denominata Loggia P2.
 Si considerano ass. segrete, come tali vietate dall’art. 18 Cost. quelle che, anche all'interno
di ass. palesi, occultando la loro esistenza ovvero tenendo segrete congiuntam. finalità e
attività sociali ovvero rendendo sconosciuti, in tutto od in parte ed anche reciprocamente, i
soci, svolgono attività diretta ad interferire sull'esercizio delle funzioni di org. cost., di
amm. pubbliche, anche ad ordinam. autonomo, di enti pubblici anche economici, nonché di
servizi pubblici essenziali di interesse nazionale.
Libertà di manifestazione del pensiero (art. 21
Cost.)
 Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e
ogni altro mezzo di diffusione.
 La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
 Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'Autorità giudiziaria nel caso di
delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione
delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.
 In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento
dell'Autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali
di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare
denunzia all'Autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore
successive, il sequestro s'intende revocato e privo d'ogni effetto.
 La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di
finanziamento della stampa periodica.
 Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie
al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le
violazioni.
La diffamazione a mezzo stampa: Corte
cost., sent. n. 150/2021
 Quesito: se sia compatibile con la Costituzione, anche alla luce della giurisprudenza della
Corte europea dei diritti dell’uomo, la previsione di pene detentive per il delitto di
diffamazione commesso a mezzo della stampa.
 In particolare, con riguardo all’art. 13 della legge n. 47 del 1948, che commina la
reclusione in via cumulativa rispetto alla pena pecuniaria, allorché la diffamazione a
mezzo stampa consista nell’attribuzione di un fatto determinato.
 «l’indefettibilità dell’applicazione della pena detentiva … rende la disposizione censurata
incompatibile con il diritto a manifestare il proprio pensiero, riconosciuto tanto dall’art.
21 Cost., quanto dall’art. 10 CEDU.
 Come già rilevato da questa Corte nella ordinanza n. 132 del 2020, una simile necessaria
irrogazione della sanzione detentiva … è divenuta ormai incompatibile con l’esigenza di
«non dissuadere, per effetto del timore della sanzione privativa della libertà personale, la
generalità dei giornalisti dall’esercitare la propria cruciale funzione di controllo
sull’operato dei pubblici poteri»: esigenza sulla quale ha particolarmente insistito la
Corte EDU nella propria copiosa giurisprudenza rammentata nella stessa ordinanza, ma
che anche questa Corte condivide
Segue. Il dispositivo interpretativo di rigetto
della q.l.c. dell’art. 595, terzo comma, c.p.
 «La previsione in via … soltanto alternativa della pena detentiva … non può ritenersi di
per sé in contrasto con la libertà di manifestazione del pensiero, tutelata dagli artt. 21
Cost. e 10 CEDU»
 «Come rammentato nell’ordinanza n. 132 del 2020, se è vero che la libertà di
espressione – in particolare sub specie di diritto di cronaca e di critica esercitato dai
giornalisti – costituisce pietra angolare di ogni ordinamento democratico, non è men
vero che la reputazione individuale è del pari un diritto inviolabile, strettamente legato
alla stessa dignità della persona»
 «il giudice penale dovrà optare per l’ipotesi della reclusione soltanto nei casi di
eccezionale gravità del fatto, dal punto di vista oggettivo e soggettivo, rispetto ai quali la
pena detentiva risulti proporzionata, secondo i principi poc’anzi declinati; mentre dovrà
limitarsi all’applicazione della multa, opportunamente graduata secondo la concreta
gravità del fatto, in tutte le altre ipotesi»

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