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Tema 1
Nozioni introduttive
Che cosa si intende per “filosofia sul bello”?
1) Filosofia del arte
2) Estetica
3) Filosofia del bello
Filosofia del arte:
- implica la produzione e natura dell’opera d’arte
- si rapporta con il artista in quanto produttore dell oggetto
Poein; poetica = gr. poiesis = porre atto, produrre, creare
- è un intervento umano sulla materia per produrre in modo artigianale o manufaturiero
Pratein = scopo essenziale è di perfezionare immanentemente (podstatně) il soggetto agente (mangiare, studiare)
Estetica:
Estetica = gr. aesthesis = sensazione intesa come normativa di sensibilità
- si riferisce principalmente a chi osserva l’oggetto bello, cioè le sue emozioni, giudizi, idee che questo incontro
con la opera suscita
- che cosa oggetto di osservazione suscita nello spettatore
- A.Baumgarten (1714-1762) inizia parlare sulla estetica come disciplina
Seconda parte della definizione del bello: domandarsi sulla natura di bellezza = bello in quanto trascendentale
Filosofia del bello si trova prima della filosofia dell’arte e della estetica, il bello “rivela la metafisica”
“Si nomina bello, ciò che causa ammirazione e trattiene lo sguardo”
Scolastica dice: id quod visum pacet = il bello è ciò che fa piacere allo sguardo
1.obbiezione: la presenza del bello è riconosciuta dal piacere di cui è acompagnata la sua apprensione
2.obbiezione: piacere è coleggato alla conoscenza
1) Il dibatito interpretativo:
a) Prospettiva soggettiva
Marc de Munnznck:
- ciò che il soggetto conosce
- ci vuole oggetto bello per attivare sentimento estetico
- non spiega quali siano le cause del sentimento estetico, per cui qualche realtà suscitano il piacere e altre no.
- ciò che è visto piace, è collegato ad un oggetto, ma questo oggetto non ha rilevanza
Mazzantini:
- la causa del godimento deve cercarsi nella natura oggetiva della cosa
- visione è piacere = “visio e placet”
b) Intunzionalismo
Jacques Maritain:
- ci vuole intuizione intellettuale
- incontro con il bello si realizzi per l’uomo mediante i sensi i quali immediatamente trasmetterebbero il contenuto per-
cepito al intelletto in un movimento che è opposto alla astrazione
- intuizione non ha bisogno il processo conoscitivo attraverso astrazione = percepiamo con i sensi e con intuizione (la luce
dell’essere) colpisce subito il intelletto
- intelletto nell’incontro con il bello è passivo, non fa astrazione, non fa procedimenti razionali e non genera il concetto solo
semplicemente gode.
- sensi e intelletto hanno rapporto stretto tra questi due ambiti
- la intuizione intellettuale è una proposta per i testi di San Tommaso. (per Tommaso è una attività di senso e di intelletto)
c) Comprensione razionale
- parte dalla concezione conoscitiva generale, si conosce bello come si conoscono altre realtà
- questi interpretti ritengono che visio o aprensio in rapporto alla belleza deve essere normale processo conoscitivo: parte dai
sensi, passa per astrazione e si conclude nel concetto e nel giudizio
- il proprio percorso nel processo conoscitivo del bello consiste nel piacere intellettuale.
Umberto Eco critica intuizione intellettuale di Maritain
Dibbatitto aperto:
La belezza ha fare con i sensi, con la percezione soggettiva, ma ci sono problemi
1) Riconoscere che la bellezza ha che fare con la visio significa affermare che essa è solo materiale?
2) La bellezza è oggetto di ciascun senso esterno o soltanto di alcuni sensi?
3) Quale è dinamica antropologica che consente di esperimentare la bellezza?
4) La bellezza ha uno suo statuto ontologico indipendemente dalla percezione soggetiva? O dipende esclusivamente da ogget-
to? (ci vogliono tutti e due)
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2) Bellezza e sensi “maxime conoscitive”
-sensi che conoscono in modo maggiore sono vista e l’udito e sono al servizio della ragione
Conclusione:
Visio - non è solo la visione occulare, ma significa conoscenza in quanto tale
Il dileto = piacere
Il senso di dilletta nelle cose debitamente proporzionate, come in qualche cosa che gli è simile
Tommaso non ci parla sulla diversa conoscenza dell bello, non ci sono testi che dicono il contrario. Così apprensione
dell bello è secondo processo conoscitivo.
22.10.2018
Quale è statuto ontologico di bellezza?
Che cosa è la bellezza?
- c’e un nesso tra aspetto oggettivo e soggettivo della bellezza
- sensi sono ragioni particolari che mi permetono di conoscere e c’è una proposizione in sè che miei sensi e mia volontà
può cogliere
- godimento della bellezza è effetto, per cui desiderio (appettito) dell’uomo è parte del dinamismo dell’esperienza della
bellezza.
Visio (visione) è placet (piacere) coinvolgono tutte due dimensioni spirituali dell’uomo: intelletto e bellezza
3) Bontà e bellezza causano il piacere nel soggetto. Solo nel momento in cui il soggetto lo desidera e lo possiede
Bene è nelle cose è la volontà tende a possederla.
- il bello sviluppa una certa gioia nell’atto stesso del suo darsi a conoscere
- appettito/volontà non ha bisogno di possedere e non richiede approprazione del bene (lo sguardo riposa, si tratiene nel
vedere il bello)
- effetti sono differenti, perchè e diversa intensità di rapporto di queste due nozioni con facoltà umane.
- “si dice bene ciò che semplicemente compiace l’appettito”
- “si deice bello la cui stessa apprensione piace”
Domande:
1) Dibattito interpretativo:
- Prospetiva soggetiva
- Intuizionismo
- Comprensione razionale
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Tema 3
Platone e la bellezza, Aristotele e l’arte
I primi filosofi consideravano che il culmine della filosofia platonica si riscontra nelle Idee.
Protologia: è discorso intorno a questi principi che fondamentano le Idee e le diverse entità
Principi supremi: UNO=Bene, diadem numeri, metà-idee, entimatamatici, le realtà sensibili e loro rifelssi
Uno produce ordine e stabilità nel mondo sensibile, produce anche il valore.
- ciò che è ordinato è anche armonico, buono e bello
Il Bene è ordine prodotto dal’UNO
UNO - ordina e permette la conoscenza ed è anche amabile
- il Bene è superiore al essere e alle Idee per dignità di potere
- il Bene è causa e origine di tutto ciò che è
- il Bene è il fine che muove e attira a sè
gr. Agathon = bene (ciò che conduce al fine) come ciò che è adeguato o conveniente/vantagioso ad un fine
gr. Kalon = bene è ciò che in se stesso ha un valore o è bello (si rifferisce a ciò che è in se stesso nobile)
Intenzione di Platone è dimostrare che il bello non è un buono in modo derivato, ma in sé stesso.
il termine: Kalon (il bello) è invece ciò che è giusto, conveniente, buono, proporzionato all’essenza, ciò che contiene
in sé la propria integrità
- il Bene come primo principio è la massima identità ed è la misura e causa di ogni misura, di ogni proporzione e
armonia
- primo principio è il camino (la meta ultima), è massima verità e bontà è origine di tutta la belezza.
- la belezza è visibile ma il Bene non si può vedere senza morire
Gradi di bellezza:
1) l’amore della bellezza dei corpi
2) L’amore della bellezza delle anime
3) L’amore della bellezza delle attività umane e delle leggi
4) L’amore della bellezza delle conoscenze - amore per la sapienza
5) La visione del Bello-in-sé:
- qualcosa che sempre è, e che non nasce e non perisce, Bello si manifesta in sé
- si manifesta in se stesso e per se stesso, non ha bisogno altro come fondamento
- tutte le altre cose belle partecipano, Bello è fondamento per altre cose, altre cose partecipano ad essa
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4) Bellezza e arte
Bellezza è immagine del bene
- Platone non si riferisce alle immagini artistiche.
- L’arte si rapporta con la apparenza e non con la menifestazione del bene/verità.
- L’arte per Platone è apparenza come debole riflesso di quel ordine metafisico.
- L’arte immita: pittura, poesia conducono al ingano perché artisti non possono conoscere la vera essenza delle cose.
- Chi immita è “fabricante di apparenze”
Per Platone la realtà è il mondo intellegibile e non mondo materiale, per Platone Filosofia dell’arte non c’è, arte è negativa.
5) Aristotele e l’arte
Domande:
- Che cosa vuol dire Bellezza come imamgine del bene secondo Platone?
- Come si arriva alla contemplazione della bellezza in se stessa secondo Platone?
- Rapporto tra bellezza e l’arte secondo Platone
Tema 4
Estetica medievale
Introduzione:
- i medievali non solo avevano sensibilità estetica propria, non erano vincolati dai classici
- il mondo è il frutto della creazione del mondo da Dio (libero atto di amore; ex nihilo subiecto)
- l’uomo è immagine e somiglianza di Dio
Umberto Eco:
- si va verso la realtà sensibile in tutti i suoi aspetti
- bellezza veniva colta con i nostri sensi, si può conoscere è materiale, ma è anche nelle realtà inteligibili e spirituali e
tutto culmina in Dio
1) Fonte antica
a) Dionigi Aeropagita
- De Divinis Nominibus è una fonte imprescindibile per importanza della luce e della proporzione nella comprensione
e costituzione della bellezza.
- significato dei nomi di DIO: Pulcher (Bello) e Pulchritudo (Belezza) sono atributi universali
Dionigi è la fonte per la triplice via di ascesa e conoscenza analogica di Dio (affermazione, negazione, eminenza)
affermazione - c’è una cosa bella
negazione - neghiamo tutto ciò che sia limitato, materiale
eminenza - affermiamo che bello è i-limitato = super bello
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b) Agostino d’Ippona
- le opere di Agostino sono tutte pervarse del senso del bello
De Ordine: la bellezza viene colta da Agostino come species/forma
Le confessioni - sono inno alla bellezza di Dio, Dio è superiore fonte di bellezza che le creature finite
De civitatem Dei - la bellezza delle creature e segno della irradiazione (vyzařuje) della bellezza di Dio.
- bellezza è una via per accedere a Dio
- il mondo con la sua bellezza proclama che è stato creato da Dio
- in De civitatem Dei è breve riasunto delle prove dell’esistenza di Dio
Agostino nel suo tempo già individuava armonia e soavità di colore come fattori di bellezza.
Troviamo nei suoi testi: numerus, mensura, pondus come caratteristiche del bello che sono associate con modus, spe-
cies, ordo
Severino Boezio:
- in De consolazione philosophiae la definizione della bellezza umana è intesa come
commensuratio (simetricit)
delle membra
- armonia non è solo al livello corporeo ma anche al livello spirituale
- la proporzione diventa una legge che struttura tutta la realtà
- c’e una corrispondenza tra realtà bella e il godimento che provocano nell’uomo
In immagine del quadro e l’uomo c’è una proporzione, ma solo nel dipinto
proporzione non c’è.
R. Grossatesta:
- riesce conciliare luce e consonanza (harmonie); oro è bello non
per la proporzione, ma per la luce
- estetica della proporzione e della luce convivono insieme, non possono essere
separate una da altra
3) La prospettiva metafisica
- la bellezza delle cose è vista come riflesso o rivelazione della bellezza divina
- la bellezza è nelle cose, si parte dal sensibile e si va oltre e si spiega l’origine della bellezza nella azione creatrice di Dio
Nel XII secolo erano stati descritti diversi aspetti del bello, come portare l’unità in tutti elementi di bellezza?
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- Che cosa è il bello?
- Come possiamo radunare tutte le manifestazioni di bello?
C’è anche una somiglianza tra bene e il bello (entrambi sono amabili, ci attirano), ma bontà e bellezza
non si identificano, così c’è bisogno spiegare le differenza.
Problema principale di studiosi era: come integrare la bellezza con i trascendentali vero e buono!
- per difendere la dignità della bellezza (pulchrum) era necessario mostrare che non era in opposizione ad vero
e buono e garantire le distinzione, altrimenti l’identità e la consistenza propria della bellezza sarebbe scomparsa.
- autori principali erano: Francescano Bonaventura, Domenicano Alberto Magno e Ulrico di Strasburgo
4) Simbolismo e alegorismo
Simbolo e allegoria sono entrambi la manifestazione di una visione della realtà che non si regge in se stessa ma rimanda
continuamente ad altro
Simbolo - implica un legame di rassomiglianza analogica tra il significante e il significato, richiama ad altra realtà
- soggetto conoscente stabilisce il rapporto di conformità (es. fiori bianchi come simbolo di purezza)
Segno - è ogni cosa che ne fa conoscere un’altra, richiama ad altra realtà
- non è soggettiva, non dipende dagli uomini, la spiegazione è più stretta
Simbolismo - è ciò che costituisce un simbolo (Simbolo della bilancia = giustizia)
Allegoria - è parlare per immagine, si riferisce alla Sacra Scrittura, ha oggettività teologica e non è soggettiva
Simbolismo filosofico:
- in filosofia si usa il segno (una realtà che richiama ad altra realtà)
- la bellezza del mondo sensibile è segno di una realtà che non vediamo immediatamente. Le cose rispecchiano
la bellezza divina come uno specchio.
Esemplarismo:
- dato che Dio ha fatto l’universo conforme ai principi della sua sapienza, tutto ciò che esiste imita o riflette in
modo limitato delle idee esemplari divine.
- conoscendo le cose è possibile conoscere imperfettamente qualcosa di Dio
La bellezza di Dio è indefinibile, infinita, ma si può conoscere la Sua bellezza (di Dio) attraverso le realtà create.
Allegorismo religioso:
- è la visione simbolica
- ha fondamento nelle Sacre scritture, allegorismo indica un preciso livello di lettura della Bibbia
- è necessaria la guida della rivelazione
Guglielmo di Auxerre:
- studia il fondamento metafisico del bello e si pone in stretta dipendenza dalla dottrina dei trascendentali di Fil. il Canceliere
- studia costituzione di bellezza e il suo rapporto con l’ente → tutto è bello = ottimismo estetico
Alesandro di Hales
- opera “La summa Halensis”
- riflette sui trascendentali → trascendentali sono prime determinazioni dell’ente
- si preoccupa sulla distinzione del Bene e Bello
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- per autori precedenti il concetto di Bello e Bene sono stessa cosa → Bene = Bello
- quando si riflette sul Bene sorge il problema di Bello
Bene onesto (in se stesso) = Bellezza/Bello (la virtù è bella)
Bene utile ≠ bellezza
- sono stessi nella sostanza, ma gli distinguiamo sul livello razionale, cioè distinzione formale (virtù e bella, virtù e bene)
Alberto Magno
Alberto vede il bello come il frutto del vero e del bene, ma viene dopo di loro.
Bonum onestum (il bene in se stesso) e pulchrum (bellezza) sono identici nel soggetto, ma sono differiscono nella
ragione.
Bello = Bene onesto
Bene è la causa finale
Bello è la causa formale, ma può essere causa efficiente e finale perché la bellezza attira a sé ogni realtà
→ Bello è ciò che chiama dal gr. Kaleo (chiamare)
Bonaventura di Bagnoregio
Domande:
- bontà e bellezza in Dionigi
- Caratteristiche del bello in Agostino
- Estetica della proporzione e Estetica della luce
- Prospetiva metafisica (problematiche da risolvere - autori)
- Che cosa è il simbolismo religioso? Distinzione tra simbolo e segno.
- Che cosa è il alegorismo?
- La summa di Alesandro di Hales
- definizione del bello di Alberto Magno, caratteristiche della bellezza per Bonaventura
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Tema 5
Ontologia del bello
il trascendentale pulchrum
S. Tommaso in nessun suo testo non afferma e non nega esplicitamente Pulchrum come trascendentale (attributo universale)
Perché affermare la trascendentalità della bellezza implica affermare che ogni ente è bello.
2) Aerten
- nega che il bello è tra trascendentali
- il bene presuppone il vero
- non c’è posto per il pulchrum in tale elenco, perché non c’è scritto da S. Tommaso, non è da lui nominato
- ordine dei trascendentali: Ens - unum - verum - bonum (non c’è spazio per il bello)
- bellezza rimane identificata con il bene:
bello sarebbe “specie” del bene, c’è rapporto tra vero (intelligenza) e bene (volontà)
3) Mercier
- ci sono solo tre nozioni trascendentali, perché ci sono tre facoltà del anima (vegetativa, sensitiva, razionale)
- vero è buono hanno rapporto con intelletto e volontà
2) Gilson:
-bellezza è trascendentale
- giustifica trascendenza anche se non è scritta nella somma teologica
-”pulchrum” è trascendentale dimenticato
- bellezza dipende dalla forma, ogni essere ha la forma → ha la bellezza
- “Id cuius ipsa apprehensio placet” = “Ciò a cui stessa apprensione piace”
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3) De Reymaeker:
- il bello è bene del vero = pulchrum e boni veri
- si tratta di una conoscenza che piace
- verità che produce godimento
- pulchrum si converte con il vero → bonitas veri = bontà della verità
4) Eco:
- riflette sulla bellezza dal aspetto psicologico della bellezza (che cosa bellezza produce in noi)
- c’è un nesso tra forma, bellezza e trascendentalità
- il bello, come bene, si fonda sulla forma e pertanto è universale. Dato che la bellezza si fonda sulla forma “messa a
fuoco da una visio umana, allora tutto l’essere può divenire bello se guardato come tale
Domande:
- Ragioni per negare la trascendentalità del bello in: De Munnyck, Aersten, Mercier
- Ragioni per affermare la trascendentalità del bello in Maritain e Eco.
Tema 6
Ontologia del bello
testi tomistici
Nei testi di Tommaso sembra che c’è qualche trascendentalità tra bene e bello → Bello si converte con Bene,
Tema 6
Ontologia del bello
La ratio pulchri
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Chi desidera il bene, desidera il bello.
Bene aggiunge un ordine perfetivo.
Tema 7
Ontologia del bello
La ratio pulchri
Sembra che il Bello e il Bene siano realmente identici, ma tutti e due differiscono nella ragione
→ il bello aggiunge sul bene l’ordine alla potenza conoscitiva che riguarda il suo essere
Modus
La “ratio pulchri” è al interno alla “ratio boni” Species
- bello è nell’interno del bene Ordo
- nel bello l’appetito è fermato alla forma/species,
solo la ragione può fermare l’appetito nella contemplazione → fermarsi a contemplare la bellezza!
- bello e bene si trovano nelle cose, i concetti (vero) si trovano nell’intelletto
Il bello non è un trascendentale consequente al bonum, non è posteriore al bonum, non è una “combinazione” di
verum e bonum. Non è il compimento dei trascendentali.
Tommaso non ha elencato puchrum come trascedentale perché è tutto incluso in bonum
→ Pulchrum è incluso in Bonum
S. Tommaso identifica il bello con bene e non con ente. → Questo suggerisce che bello è una nozione trascendentale
e non è una proprietà trascendentale!
- il bello è aspetto che accompagna il bene (come suo interno aspetto)
- il bello non procede dal ente, ma dal bene. → c’e certa trascendentalità ma solo come nozione.
(Bello è come nozione trascendentale di res o aliquid)
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Anche se bello e buono si convertono non c’è bisogno di aggiungere esplicitazione del belo per due motivi:
1) Bello è incluso nel bene e la sua trascendentalità è quella di una nozione, non quella di proprietà
2) Bello non è in grado di specificare un’altra potenza: Uno → Ente
Vero → Intelletto
Buono → Volontà
Bello → ?
→ Manca una potenza/facoltà aperta al ente!
- il bello richiama non una terza potenza ma l’appetito/volontà
→ Il bello ha sua trascendentalità attraverso il bene!
Riasunto:
1) Il bello ha una nozione trascendentale, ma non una proprietà
2) Il bello si accosta fondamentalmente e principalmente al bonum
3) Tommaso sempre afferma che si converte con il bene. Sempre
Tema 8
Ontologia del bello
proprietà pulcrifiche
1) L’intergità/perfezione - integritas:
- la perfezione è attualizzazione dell’ente
- è caratteristica di ogni ente, nella misura in cui realizza la propria forma sostanziale, cioè il proprio fine
- una cosa è perfetta in quanto è in atto ed è imperfetta quando è in potenza
(es. prima di studiare estetica sono meno perfetto = imperfetto, dopo averla studiata sono più perfetto)
- In Dio la perfezione si realizza nella semplicità assoluta, cioè Dio è atto puro, tutto atto, non c’è potenza in lui.
- noi siamo sempre in potenza, perché ci manca qualcosa
2) Proporzione:
- proporzione della bellezza è della quantità e qualità → è un ordine di diversi elementi
- la proporzione aggiunge alla integrità la convenienza
- proporzione può essere applicata in simmetria, l’armonia e i ritmo
- proporzione nelle cose produce il godimento! (se non c’è proporzione ci percepisce subito)
3) Chiarezza - claritas:
- la chiarezza è relazionata alla luce e al senso della vista
- la luce illumina e la vista percepisce colore dei corpi e con il colore la bellezza.
- il bello esige chiarezza e splendore intellettuale → “Luce vera che illumina ogni uomo che viene in questo mondo” (Gv 1,9)
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- Per Tommaso: “La chiarezza è un elemento di bellezza” → claritas è abbinata alla forma
“Ogni cosa è bella e buona seconda la propria forma” → bello è splendore della forma
Per determinare la bellezza si usano tre criteri precedenti: Intergritas, Proportio, Claritas
- sono i criteri oggettivi per determinare la bellezza di una opera d’arte
- non è detto che opera d’arte deve piacere a tutti → bisogna educare la capacità di apprezzamento e il gusto estetico
Tema 9
La svolta della modernità
Kant e la critica dell giudizio
Fenomeno:
- è proprio della conoscenza tramite la sensibilità (tramite spazio e tempo) e l’intelletto lo mette nelle categorie
- si possono conoscere solo i fenomeni
Noumeno:
- non appartiene all’ambito della conoscenza
- non è una cosa misurabile
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Critica della ragione pratica:
- qui non c’è posto per la libertà
- libertà = Morale
- libertà = idee che “determinano liberamente” l’agire umano (anima, Dio, libertà → vanno oltre al fenomeno)
Contro empirismo Kant afferma che il piacere estetico è disinteressato → il giudizio estetico è universale
3) la bellezza è la forma della finalità di un soggetto, in quanto vi è percepita senza la rappresentazione di uno scopo
- non ha nessuna finalità, nessuno scopo
- bello per il bello
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Bellezza libera e bellezza aderente:
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