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Estetica

Tema 1
Nozioni introduttive
Che cosa si intende per “filosofia sul bello”?
1) Filosofia del arte
2) Estetica
3) Filosofia del bello
Filosofia del arte:
- implica la produzione e natura dell’opera d’arte
- si rapporta con il artista in quanto produttore dell oggetto
Poein; poetica = gr. poiesis = porre atto, produrre, creare
- è un intervento umano sulla materia per produrre in modo artigianale o manufaturiero
Pratein = scopo essenziale è di perfezionare immanentemente (podstatně) il soggetto agente (mangiare, studiare)

Estetica:
Estetica = gr. aesthesis = sensazione intesa come normativa di sensibilità
- si riferisce principalmente a chi osserva l’oggetto bello, cioè le sue emozioni, giudizi, idee che questo incontro
con la opera suscita
- che cosa oggetto di osservazione suscita nello spettatore
- A.Baumgarten (1714-1762) inizia parlare sulla estetica come disciplina

Estetica al rapporto con l’arte (poiesis):


- è una educazione del gusto
- godibilità e contemplazione delle opere dell arte
La natura dell oggetto impone il metodo
- il metodo è “tradizionale” distinguendo concetti a partire dalla esperienza sensibile
- determiniamo essenza della cosa
- il metodo non è artisctico, ma filosofico = definire filosoficamente ciò che è bello = il filosofi dà i principi sul
ciò che è bello

Filosofia del bello:


Prima parte della definizione del bello: il bello si riconosce, perché è oggetto di ammirazione
- ammirazione è una reazione spontanea dell’uomo di fronte alle percezioni di ogni oggetto la cui apprensione piace da sè.
Oggetto di ammirazione: 1) naturale - corpo umano, albero, animale
2) prodotto - manufatto
Ma c’è bisogno distinguere il bello dal utile, ciò che è bello può essere anche utile, ma bello non è tale in vista della sua
utilizzazione possibile ma per se stesso.

Seconda parte della definizione del bello: domandarsi sulla natura di bellezza = bello in quanto trascendentale

Filosofia del bello si trova prima della filosofia dell’arte e della estetica, il bello “rivela la metafisica”
“Si nomina bello, ciò che causa ammirazione e trattiene lo sguardo”

Scolastica dice: id quod visum pacet = il bello è ciò che fa piacere allo sguardo
1.obbiezione: la presenza del bello è riconosciuta dal piacere di cui è acompagnata la sua apprensione
2.obbiezione: piacere è coleggato alla conoscenza

Bello è ciò di cui l’apprensione piace in se stessa e per se stessa


- il piacere artistico non finisce mai (godere un poema, vista di una statua, ascoltare un opera d’arte)
- la bellezza dell’arte ci dà sempre una percezione sensibile

Ontologia del bello:


- individuare statuo ontologico dell bello
- costituzione del “ratio pulchri”
- rapporto del bello con la volontà è intelletto
- il bello come nozione trascendentale
- proprietà del bello: intergritas, debita proporzio, claritas
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Tema 2
Sensibilità o intelligibilità del bello

1) Il dibatito interpretativo:

Aporie (nejistoty) contemporanee:


Confusione di oggi che cosa è il bello ci presenta una serie di aporie

Definizione di bello di san Tommaso:


“Belle sono dette quelle cose che viste piaciono”
“Bello è detto ciò la cui stessa apprensione piace”
Si possono interpretare in tre prospettive diverse.

a) Prospettiva soggettiva

Marc de Munnznck:
- ciò che il soggetto conosce
- ci vuole oggetto bello per attivare sentimento estetico
- non spiega quali siano le cause del sentimento estetico, per cui qualche realtà suscitano il piacere e altre no.
- ciò che è visto piace, è collegato ad un oggetto, ma questo oggetto non ha rilevanza

Mazzantini:
- la causa del godimento deve cercarsi nella natura oggetiva della cosa
- visione è piacere = “visio e placet”

b) Intunzionalismo
Jacques Maritain:
- ci vuole intuizione intellettuale
- incontro con il bello si realizzi per l’uomo mediante i sensi i quali immediatamente trasmetterebbero il contenuto per-
cepito al intelletto in un movimento che è opposto alla astrazione
- intuizione non ha bisogno il processo conoscitivo attraverso astrazione = percepiamo con i sensi e con intuizione (la luce
dell’essere) colpisce subito il intelletto
- intelletto nell’incontro con il bello è passivo, non fa astrazione, non fa procedimenti razionali e non genera il concetto solo
semplicemente gode.
- sensi e intelletto hanno rapporto stretto tra questi due ambiti
- la intuizione intellettuale è una proposta per i testi di San Tommaso. (per Tommaso è una attività di senso e di intelletto)

c) Comprensione razionale
- parte dalla concezione conoscitiva generale, si conosce bello come si conoscono altre realtà
- questi interpretti ritengono che visio o aprensio in rapporto alla belleza deve essere normale processo conoscitivo: parte dai
sensi, passa per astrazione e si conclude nel concetto e nel giudizio
- il proprio percorso nel processo conoscitivo del bello consiste nel piacere intellettuale.
Umberto Eco critica intuizione intellettuale di Maritain

Dibbatitto aperto:
La belezza ha fare con i sensi, con la percezione soggettiva, ma ci sono problemi
1) Riconoscere che la bellezza ha che fare con la visio significa affermare che essa è solo materiale?
2) La bellezza è oggetto di ciascun senso esterno o soltanto di alcuni sensi?
3) Quale è dinamica antropologica che consente di esperimentare la bellezza?
4) La bellezza ha uno suo statuto ontologico indipendemente dalla percezione soggetiva? O dipende esclusivamente da ogget-
to? (ci vogliono tutti e due)

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2) Bellezza e sensi “maxime conoscitive”

-sensi che conoscono in modo maggiore sono vista e l’udito e sono al servizio della ragione

Conclusione:
Visio - non è solo la visione occulare, ma significa conoscenza in quanto tale
Il dileto = piacere
Il senso di dilletta nelle cose debitamente proporzionate, come in qualche cosa che gli è simile

Tommaso non ci parla sulla diversa conoscenza dell bello, non ci sono testi che dicono il contrario. Così apprensione
dell bello è secondo processo conoscitivo.

22.10.2018
Quale è statuto ontologico di bellezza?
Che cosa è la bellezza?
- c’e un nesso tra aspetto oggettivo e soggettivo della bellezza
- sensi sono ragioni particolari che mi permetono di conoscere e c’è una proposizione in sè che miei sensi e mia volontà
può cogliere
- godimento della bellezza è effetto, per cui desiderio (appettito) dell’uomo è parte del dinamismo dell’esperienza della
bellezza.

Visio (visione) è placet (piacere) coinvolgono tutte due dimensioni spirituali dell’uomo: intelletto e bellezza

3) Bontà e bellezza causano il piacere nel soggetto. Solo nel momento in cui il soggetto lo desidera e lo possiede
Bene è nelle cose è la volontà tende a possederla.
- il bello sviluppa una certa gioia nell’atto stesso del suo darsi a conoscere
- appettito/volontà non ha bisogno di possedere e non richiede approprazione del bene (lo sguardo riposa, si tratiene nel
vedere il bello)
- effetti sono differenti, perchè e diversa intensità di rapporto di queste due nozioni con facoltà umane.
- “si dice bene ciò che semplicemente compiace l’appettito”
- “si deice bello la cui stessa apprensione piace”

4) Essenza di bellezza va oltre ciò che è materiale


- bellezza può essere materiale e anche spirituale

Domande:

1) Dibattito interpretativo:
- Prospetiva soggetiva
- Intuizionismo
- Comprensione razionale

2) I sensi magiormente coinvolti nell bello: rapporto con la conoscenza

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Tema 3
Platone e la bellezza, Aristotele e l’arte
I primi filosofi consideravano che il culmine della filosofia platonica si riscontra nelle Idee.

1) L’ontologia platonica secondo dottrine non scritte:

Protologia: è discorso intorno a questi principi che fondamentano le Idee e le diverse entità
Principi supremi: UNO=Bene, diadem numeri, metà-idee, entimatamatici, le realtà sensibili e loro rifelssi

Uno produce ordine e stabilità nel mondo sensibile, produce anche il valore.
- ciò che è ordinato è anche armonico, buono e bello
Il Bene è ordine prodotto dal’UNO
UNO - ordina e permette la conoscenza ed è anche amabile
- il Bene è superiore al essere e alle Idee per dignità di potere
- il Bene è causa e origine di tutto ciò che è
- il Bene è il fine che muove e attira a sè

2) La bellezza come immagine del bene (due forme di beni):

gr. Agathon = bene (ciò che conduce al fine) come ciò che è adeguato o conveniente/vantagioso ad un fine
gr. Kalon = bene è ciò che in se stesso ha un valore o è bello (si rifferisce a ciò che è in se stesso nobile)

Intenzione di Platone è dimostrare che il bello non è un buono in modo derivato, ma in sé stesso.

il termine: Kalon (il bello) è invece ciò che è giusto, conveniente, buono, proporzionato all’essenza, ciò che contiene
in sé la propria integrità
- il Bene come primo principio è la massima identità ed è la misura e causa di ogni misura, di ogni proporzione e
armonia
- primo principio è il camino (la meta ultima), è massima verità e bontà è origine di tutta la belezza.
- la belezza è visibile ma il Bene non si può vedere senza morire

In chè consiste la belleza nel Platone?


- bellezza è immagine del bene, cioè Bello è manifestazione del Bene!
- principale caratteristica dell’esperienza del bello è svegliare la propria coscienza ponendo l’anima nel camino
della realtà. (mondo nel iperuanio) e questo percorso suppone dolore e rinuncia
-si arriva al bene (al mondo degli dei) attraverso la bellezza, non si può arrivare al bene diretamente

3) il rapporto della bellezza con l’amore

Punto di partenza della dotrina sul’amore è l’indigenza umana


- nel Simposio Socrate parla dell’amore (eros) come di un desiderio delle cose buone e belle e della felicità che ac
compagna il loro possesso.
- eros: è un desiderio delle cose buone e belle a della felicità.
- si parte da limitatezza umana per arrivare al bene in sé
- immortalità si ragiunge solo nella generazione del bene e delle cose buone = nella virtù
- dinamismo di ascesa (salire in grado di grado) verso il mondo insensibile, verso la belezza è conteplare bellezza in sè

Gradi di bellezza:
1) l’amore della bellezza dei corpi
2) L’amore della bellezza delle anime
3) L’amore della bellezza delle attività umane e delle leggi
4) L’amore della bellezza delle conoscenze - amore per la sapienza
5) La visione del Bello-in-sé:
- qualcosa che sempre è, e che non nasce e non perisce, Bello si manifesta in sé
- si manifesta in se stesso e per se stesso, non ha bisogno altro come fondamento
- tutte le altre cose belle partecipano, Bello è fondamento per altre cose, altre cose partecipano ad essa
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4) Bellezza e arte
Bellezza è immagine del bene
- Platone non si riferisce alle immagini artistiche.
- L’arte si rapporta con la apparenza e non con la menifestazione del bene/verità.
- L’arte per Platone è apparenza come debole riflesso di quel ordine metafisico.
- L’arte immita: pittura, poesia conducono al ingano perché artisti non possono conoscere la vera essenza delle cose.
- Chi immita è “fabricante di apparenze”

Per Platone la realtà è il mondo intellegibile e non mondo materiale, per Platone Filosofia dell’arte non c’è, arte è negativa.

5) Aristotele e l’arte

Aristotele tende metere insieme il bello e buono


- bellezza non può essere cercata al di fuiri del mondo naturale. La bellezza si trova nel mondo naturale!
- le bellezze della natura è lecito a conteplarle e riconoscere le cose belle
- L’orgine della bellezza è l’essere = ente, solo dal essere si può orintare all’amore
- L’arte è una imitazione lecita della natura

Domande:
- Che cosa vuol dire Bellezza come imamgine del bene secondo Platone?
- Come si arriva alla contemplazione della bellezza in se stessa secondo Platone?
- Rapporto tra bellezza e l’arte secondo Platone

Tema 4
Estetica medievale

Introduzione:
- i medievali non solo avevano sensibilità estetica propria, non erano vincolati dai classici
- il mondo è il frutto della creazione del mondo da Dio (libero atto di amore; ex nihilo subiecto)
- l’uomo è immagine e somiglianza di Dio

Umberto Eco:
- si va verso la realtà sensibile in tutti i suoi aspetti
- bellezza veniva colta con i nostri sensi, si può conoscere è materiale, ma è anche nelle realtà inteligibili e spirituali e
tutto culmina in Dio

Sensibilità estetica si fonda in cristianesimo e in metafisica


- non c’è distinzione chiara in bellezza sensibile e intelligibile, materiale e spirituale → c’è una armonia tra loro due. Sen-
sibili non sono pensati senza intelligibile e intellegibile non può essere conosciuto senza sensibile.

1) Fonte antica

a) Dionigi Aeropagita
- De Divinis Nominibus è una fonte imprescindibile per importanza della luce e della proporzione nella comprensione
e costituzione della bellezza.
- significato dei nomi di DIO: Pulcher (Bello) e Pulchritudo (Belezza) sono atributi universali

Bontà e bellezza sono uno.


-è ilustrano rapporto tra Dio e le creature
- non c’è distinzione tra Bello e Bene
- descrizione della bellezza è totalmente compresa nella spiegazione del Bene (Bonum)
“Questo uno, buono e bello è singolarmente la causa di tutte le molteplici belle e buone

Dionigi è la fonte per la triplice via di ascesa e conoscenza analogica di Dio (affermazione, negazione, eminenza)
affermazione - c’è una cosa bella
negazione - neghiamo tutto ciò che sia limitato, materiale
eminenza - affermiamo che bello è i-limitato = super bello
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b) Agostino d’Ippona
- le opere di Agostino sono tutte pervarse del senso del bello
De Ordine: la bellezza viene colta da Agostino come species/forma
Le confessioni - sono inno alla bellezza di Dio, Dio è superiore fonte di bellezza che le creature finite
De civitatem Dei - la bellezza delle creature e segno della irradiazione (vyzařuje) della bellezza di Dio.
- bellezza è una via per accedere a Dio
- il mondo con la sua bellezza proclama che è stato creato da Dio
- in De civitatem Dei è breve riasunto delle prove dell’esistenza di Dio
Agostino nel suo tempo già individuava armonia e soavità di colore come fattori di bellezza.
Troviamo nei suoi testi: numerus, mensura, pondus come caratteristiche del bello che sono associate con modus, spe-
cies, ordo

2) Estetica della proporzione ed estetica della luce

a) Estetica della proporzione:


- sono riflessioni sulla proporzione, è una concezione proporzionata del bello (testa:corpo; 1:7) Canone di Policleto
- per Eco era; concezione sostanzialmente quantitativa della bellezza
- per imparare le belle arti ci vuole giusta proporzione
- in medioevo la proporzione deve essere intesa in termini quantitativi, la quantità è un accidente

Severino Boezio:
- in De consolazione philosophiae la definizione della bellezza umana è intesa come
commensuratio (simetricit)
delle membra
- armonia non è solo al livello corporeo ma anche al livello spirituale
- la proporzione diventa una legge che struttura tutta la realtà
- c’e una corrispondenza tra realtà bella e il godimento che provocano nell’uomo

In immagine del quadro e l’uomo c’è una proporzione, ma solo nel dipinto
proporzione non c’è.

b) Estetica della luce:


- si sviluppa dopo estetica della proporzione
- è un gusto per la luminosità e i colori vivaci
- la luce è sorgente di bellezza, perché costituisce la sostanza stessa del colore
- ciò che è proprio della bellezza è la luce, lo splendore
- Guglielmo di Alvernia, Roberto Grossatesta, Bonaventura di Bagnioreggio

R. Grossatesta:
- riesce conciliare luce e consonanza (harmonie); oro è bello non
per la proporzione, ma per la luce
- estetica della proporzione e della luce convivono insieme, non possono essere
separate una da altra

Il bello è la luce e dove risplende, c’è la bellezza!


Sacra scrittura:
- c’e assimilazione del bello con la luce
- Presenza di Dio è la luce è splendore della sua gloria,
questo si trasmette anche nella liturgia

3) La prospettiva metafisica

- la bellezza delle cose è vista come riflesso o rivelazione della bellezza divina
- la bellezza è nelle cose, si parte dal sensibile e si va oltre e si spiega l’origine della bellezza nella azione creatrice di Dio
Nel XII secolo erano stati descritti diversi aspetti del bello, come portare l’unità in tutti elementi di bellezza?
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- Che cosa è il bello?
- Come possiamo radunare tutte le manifestazioni di bello?
C’è anche una somiglianza tra bene e il bello (entrambi sono amabili, ci attirano), ma bontà e bellezza
non si identificano, così c’è bisogno spiegare le differenza.

Ci vuole una sintesi che ordinasse tutte queste idee.


Si intuiva che due linee tradizionali delle bellezza dovevano essere riconciliate tra di loro
→ cioè: estetica di proporzione e estetica della luce, e la razionalità quantitativa e qualitativa
Questo si riuscì a compiere grazie alle università, in università si studiavano questi problemi

Problema principale di studiosi era: come integrare la bellezza con i trascendentali vero e buono!
- per difendere la dignità della bellezza (pulchrum) era necessario mostrare che non era in opposizione ad vero
e buono e garantire le distinzione, altrimenti l’identità e la consistenza propria della bellezza sarebbe scomparsa.
- autori principali erano: Francescano Bonaventura, Domenicano Alberto Magno e Ulrico di Strasburgo

4) Simbolismo e alegorismo

Simbolo e allegoria sono entrambi la manifestazione di una visione della realtà che non si regge in se stessa ma rimanda
continuamente ad altro

Simbolo - implica un legame di rassomiglianza analogica tra il significante e il significato, richiama ad altra realtà
- soggetto conoscente stabilisce il rapporto di conformità (es. fiori bianchi come simbolo di purezza)
Segno - è ogni cosa che ne fa conoscere un’altra, richiama ad altra realtà
- non è soggettiva, non dipende dagli uomini, la spiegazione è più stretta
Simbolismo - è ciò che costituisce un simbolo (Simbolo della bilancia = giustizia)
Allegoria - è parlare per immagine, si riferisce alla Sacra Scrittura, ha oggettività teologica e non è soggettiva

Simbolismo filosofico:
- in filosofia si usa il segno (una realtà che richiama ad altra realtà)
- la bellezza del mondo sensibile è segno di una realtà che non vediamo immediatamente. Le cose rispecchiano
la bellezza divina come uno specchio.
Esemplarismo:
- dato che Dio ha fatto l’universo conforme ai principi della sua sapienza, tutto ciò che esiste imita o riflette in
modo limitato delle idee esemplari divine.
- conoscendo le cose è possibile conoscere imperfettamente qualcosa di Dio

La bellezza di Dio è indefinibile, infinita, ma si può conoscere la Sua bellezza (di Dio) attraverso le realtà create.

Allegorismo religioso:
- è la visione simbolica
- ha fondamento nelle Sacre scritture, allegorismo indica un preciso livello di lettura della Bibbia
- è necessaria la guida della rivelazione

5) Alcuni autori del XIII secolo

La specificità del XIII sec. è la estetica della luce e la proporzione.


- movimento ereticale di catari e albigesi, ribadivano (zduraznovali) la bontà del creato nella lotta tra bene e il male.

Guglielmo di Auxerre:
- studia il fondamento metafisico del bello e si pone in stretta dipendenza dalla dottrina dei trascendentali di Fil. il Canceliere
- studia costituzione di bellezza e il suo rapporto con l’ente → tutto è bello = ottimismo estetico

Alesandro di Hales
- opera “La summa Halensis”
- riflette sui trascendentali → trascendentali sono prime determinazioni dell’ente
- si preoccupa sulla distinzione del Bene e Bello
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- per autori precedenti il concetto di Bello e Bene sono stessa cosa → Bene = Bello
- quando si riflette sul Bene sorge il problema di Bello
Bene onesto (in se stesso) = Bellezza/Bello (la virtù è bella)
Bene utile ≠ bellezza
- sono stessi nella sostanza, ma gli distinguiamo sul livello razionale, cioè distinzione formale (virtù e bella, virtù e bene)

Bellezza ha rapporto con il conoscente e si fonda sulla forma.


Bellezza viene distinta dal bene in riferimento alla facoltà umana
- un ente è bello colpisce intelletto, in quanto piace all’intelletto, il bene diletta la tendenza = volontà

Bene si rapporta alla causa finale - “tutti desiderano il bene”


Bello si rapporta alla causa formale - bellezza si fonda sulla forma che piace all’intelletto
- anche la bellezza sia costituita da modus, species, ordo, ed è più legata a species
il bello viene definito: «disposizione da parte della forma relativa all’esterno»
La bellezza (pulchrum) = Bonum honestum
Bene utile = bello funzionante (aptum)
Sembra che la strada per iscrivere il bello tra i trascendentali è percorsa, ma il testo di Alesandro di Hales non lo fa!
Unici trascendentali sono unum, verum, bonum.

Alberto Magno

- “Commentario ai nomi divini”, “Summa de bono”, “De pulchro et bono”


- la nozione del bello universale consiste nello splendore della forma sulle parti proporzionate della materia o sulle
diverse forze o azioni.
- Bellezza è lo splendore della forma! Tutti enti hanno la forma → tutti enti sono belli
- Uno splendore intrinseco ad ogni ente in quanto ente, e non dipende dalla conoscenza effettiva della cosa da parte
di un conoscente → Ente è bello per sé!

Alberto vede il bello come il frutto del vero e del bene, ma viene dopo di loro.
Bonum onestum (il bene in se stesso) e pulchrum (bellezza) sono identici nel soggetto, ma sono differiscono nella
ragione.
Bello = Bene onesto
Bene è la causa finale
Bello è la causa formale, ma può essere causa efficiente e finale perché la bellezza attira a sé ogni realtà
→ Bello è ciò che chiama dal gr. Kaleo (chiamare)

Neanche Alberto scrive che il bello è trascendentale.


Ente, uno, vero e buono sono convertibili. Ogni ente ha unità quanto verità e quanto bontà.

Bonaventura di Bagnoregio

Scrive “Itinerarium mentis in Deum”


→ c’è la bellezza in tutti gli esseri o una certa disposizione delle parti con soavità del colore.
- tutte le cose hanno una forma → tutte le cose sono belle
- il bello è in tutte le cose ed è sommamente in Dio, nella persona del figlio (fa costante riferimento alla trinità)
- la bellezza è in tutte le cose, ha portata universale, e partecipazione alla bellezza divina: ma non viene indicata
come uno dei trascendentali

Domande:
- bontà e bellezza in Dionigi
- Caratteristiche del bello in Agostino
- Estetica della proporzione e Estetica della luce
- Prospetiva metafisica (problematiche da risolvere - autori)
- Che cosa è il simbolismo religioso? Distinzione tra simbolo e segno.
- Che cosa è il alegorismo?
- La summa di Alesandro di Hales
- definizione del bello di Alberto Magno, caratteristiche della bellezza per Bonaventura
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Tema 5
Ontologia del bello
il trascendentale pulchrum

1) La trascendentalità della bellezza


a) Aspetto oggettivo: Se gli elementi essenziali della bellezza siano caratteristiche universali dell’esse
b) Aspetto soggettivo: Il tipo di rapporto che intercorre tra il dato oggettivo e il soggetto che ad esso si rapporta

S. Tommaso in nessun suo testo non afferma e non nega esplicitamente Pulchrum come trascendentale (attributo universale)
Perché affermare la trascendentalità della bellezza implica affermare che ogni ente è bello.

Condizioni per i trascendentali:


1) essa deve essere come nozione del ente massimamente estesa
2) deve identificarsi con un modo dell’ente che esprime qualche aspetto che il nome ente non esplicita

Quelli che negano la trascendentalità:


1) De Munnynck
a) Tommaso non ha mai inserito bello tra trascendentali
b) non ha mai affermato la coincidenza in rei (cosa) con ente
- Definizione “visum placet” è più importante del bello di S. Tommaso nei suoi scritti.
- il bello si rapporta con facoltà conoscitiva e appetitiva
- bellezza appartiene al mondo sensibile e suscita il godimento nel soggetto

2) Aerten
- nega che il bello è tra trascendentali
- il bene presuppone il vero
- non c’è posto per il pulchrum in tale elenco, perché non c’è scritto da S. Tommaso, non è da lui nominato
- ordine dei trascendentali: Ens - unum - verum - bonum (non c’è spazio per il bello)
- bellezza rimane identificata con il bene:
bello sarebbe “specie” del bene, c’è rapporto tra vero (intelligenza) e bene (volontà)

3) Mercier
- ci sono solo tre nozioni trascendentali, perché ci sono tre facoltà del anima (vegetativa, sensitiva, razionale)
- vero è buono hanno rapporto con intelletto e volontà

Quelli che affermano la trascendentalità di bellezza:


1) Maritain:
- come uno, vero, buono, così il bello è l’essere presso sotto un certo aspetto. Bello è una proprietà del essere
- la tavola dei trascendentali non è completa, bello non è menzionato perché si riferisce al buono.
- Tommaso distingue bello e bene → questo è sufficiente per metterlo tra i trascendentali
- “il bello è lo splendore di tutti trascendentali riuniti”
- pulchrum sarebbe complementazione e compimento di tutti trascendentali
- bellezza è trascendentale perché tende a portare l’anima al di la del creato
→ c’è una bellezza analogica = non tutti hanno la stessa bellezza (ci sono gradi di bellezza) → ogni cosa ha bellezza in sè
(Bellezza di Dio ≠ bellezza del albero, sono simili in certo aspetto ma anche diversi in altri aspetti)
- bello aggiunge al essere relazione di ragione → essere preso in quanto diletta con la sola intuizione,
cioè dona gioia a chi conosce
- La bellezza è conoscibile come prima per claritas e nella forma
- la bellezza è una “specie” di buono

2) Gilson:
-bellezza è trascendentale
- giustifica trascendenza anche se non è scritta nella somma teologica
-”pulchrum” è trascendentale dimenticato
- bellezza dipende dalla forma, ogni essere ha la forma → ha la bellezza
- “Id cuius ipsa apprehensio placet” = “Ciò a cui stessa apprensione piace”
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3) De Reymaeker:
- il bello è bene del vero = pulchrum e boni veri
- si tratta di una conoscenza che piace
- verità che produce godimento
- pulchrum si converte con il vero → bonitas veri = bontà della verità

4) Eco:
- riflette sulla bellezza dal aspetto psicologico della bellezza (che cosa bellezza produce in noi)
- c’è un nesso tra forma, bellezza e trascendentalità
- il bello, come bene, si fonda sulla forma e pertanto è universale. Dato che la bellezza si fonda sulla forma “messa a
fuoco da una visio umana, allora tutto l’essere può divenire bello se guardato come tale

Domande:
- Ragioni per negare la trascendentalità del bello in: De Munnyck, Aersten, Mercier
- Ragioni per affermare la trascendentalità del bello in Maritain e Eco.

Tema 6
Ontologia del bello
testi tomistici

Chiunque desidera il bene, per lo stesso motivo desidera il bello.


- il desiderio/tendenza/volere della bellezza → appetito si rivolge alla bontà e alla bellezza
Bene è ciò che tutti desiderano (volontà)
- Buono piace in se stesso
- Belle sono quelle cose quanto sono viste, piaciono

Bello è la cui stessa aprensione piace


- Bello è la conoscenza che porta al piacere
- Bello riguarda la facoltà conoscitiva → è vedere che piace
- Bello aggiunge al bene un certo ordine alla facoltà conoscitiva

- Tendenza della conoscenza è vero


- Tendenza della volontà è buono e bello

Differenza tra bello e buono è la ragione!


Volontà è mossa dalle cose, siamo mossi dalle cose belle e buone.

Nei testi di Tommaso sembra che c’è qualche trascendentalità tra bene e bello → Bello si converte con Bene,

Tema 6
Ontologia del bello
La ratio pulchri

“Ratio pulchri” = Bello è ciò a cui stesso apprensione piace


- è quello che nella cosa risponde a ciò che esprimiamo quando diciamo il nome bello
- bello si riferisce sempre al bene

“Ratio boni” = bene è ciò che tutti desiderano


- bene è costituito da tre aspetti: Modus, Species, Ordo

Modus (misura) - è il modo di essere (sono le condizioni per la forma)


Species (forma) - forma ci da specie, forma è nodo centale
Ordo (ordine) - è un modo di tendere, l’inclinazione = la tendenza al fine di questa forma

→ ogni ente ha una forma (species) di essere (modus) e un fine (ordo)


- ogni ente è accompagnato dalla forma e ordine

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Chi desidera il bene, desidera il bello.
Bene aggiunge un ordine perfetivo.

Bene = modo + specie + ordo → desidero/voglio il bene


Bello = modo + specie → contemplo il bello (mi fermo alla forma)
→ bello in se stesso non ha la tendenza, cioè non ha un ordo. Bello si ferma alla forma
→ fondamento è la forma! Bene e anche il bello si fondano alla forma.
Bene perfeziona non solo in quanto mi porta alla fine, ma anche secondo la specie
a) prima colgo con intelletto = il vero
b) poi colgo con la volontà = appetito attraverso intelletto
Vero perfeziona secondo la ragione della specie (perfeziona solo intelletto)
Bene perfeziona secondo la specie e secondo la realtà (crea appetito attraverso intelletto)
Bello perfeziona secondo la specie e va al appetito = piace, deve essere un movimento della conoscenza
- non è ciò che è visto → piace
- non è ciò che è visto → desidero

Tema 7
Ontologia del bello
La ratio pulchri

Sembra che il Bello e il Bene siano realmente identici, ma tutti e due differiscono nella ragione
→ il bello aggiunge sul bene l’ordine alla potenza conoscitiva che riguarda il suo essere
Modus
La “ratio pulchri” è al interno alla “ratio boni” Species
- bello è nell’interno del bene Ordo
- nel bello l’appetito è fermato alla forma/species,
solo la ragione può fermare l’appetito nella contemplazione → fermarsi a contemplare la bellezza!
- bello e bene si trovano nelle cose, i concetti (vero) si trovano nell’intelletto

1) Prima devo conoscere la cosa nella realtà


2) Con la mia volontà mi fermo a godere la visione

Il bello non è un trascendentale consequente al bonum, non è posteriore al bonum, non è una “combinazione” di
verum e bonum. Non è il compimento dei trascendentali.

Tommaso non ha elencato puchrum come trascedentale perché è tutto incluso in bonum
→ Pulchrum è incluso in Bonum

Caratteristiche dei trascendentali propri:


a) Coextensio - si può predicare di tutti quanti enti (ente è uno, vero, buono)
b) Conversio - conversione: ciò che è buono e bello, e ciò che è bello è buono
c) Additio - significa che aggiunge qualcosa al ente
- buono aggiunge qualcosa alla volontà, vero aggiunge qualcosa all’intelletto, e al bello manca altra facoltà!!
d) Processio - sorge dal ente, è una conseguenza dal ente (Ente → Uno → Vero → Buono)

Additio del belo al bonum:


- il bello è lo stesso come il bene, la differenza è solo nella ragione
- alla ragione di bene appartiene che è desiderato!
- alla ragione di bello appartiene che è contemplato!

Trascendentali sono proprietà (Coextesio, Conversio, Additio, Processio)

S. Tommaso identifica il bello con bene e non con ente. → Questo suggerisce che bello è una nozione trascendentale
e non è una proprietà trascendentale!
- il bello è aspetto che accompagna il bene (come suo interno aspetto)
- il bello non procede dal ente, ma dal bene. → c’e certa trascendentalità ma solo come nozione.
(Bello è come nozione trascendentale di res o aliquid)
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Anche se bello e buono si convertono non c’è bisogno di aggiungere esplicitazione del belo per due motivi:
1) Bello è incluso nel bene e la sua trascendentalità è quella di una nozione, non quella di proprietà
2) Bello non è in grado di specificare un’altra potenza: Uno → Ente
Vero → Intelletto
Buono → Volontà
Bello → ?
→ Manca una potenza/facoltà aperta al ente!
- il bello richiama non una terza potenza ma l’appetito/volontà
→ Il bello ha sua trascendentalità attraverso il bene!

Riasunto:
1) Il bello ha una nozione trascendentale, ma non una proprietà
2) Il bello si accosta fondamentalmente e principalmente al bonum
3) Tommaso sempre afferma che si converte con il bene. Sempre

Domande per lo studio:


- gli elementi che costituiscono la ratio boni → modo, specie, ordo
- gli elementi che costituiscono la ratio pulchri → modo + specie
- rapporto del bello all’intelletto e alla volontà → species passano atraverso intelletto e si fermano alla volontà
- trasendentalità del bello secondo i quanttro aspetti trascendentali (Coextesio, Conversio, Additio, Processio)
- conseguenze sul bello in quanto nozione trascendentale

Tema 8
Ontologia del bello
proprietà pulcrifiche

Per la bellezza si richiedono tre elementi:


1) L’intergità o perfezione
2) Proporzione o armonia
3) Chiarezza

1) L’intergità/perfezione - integritas:
- la perfezione è attualizzazione dell’ente
- è caratteristica di ogni ente, nella misura in cui realizza la propria forma sostanziale, cioè il proprio fine
- una cosa è perfetta in quanto è in atto ed è imperfetta quando è in potenza
(es. prima di studiare estetica sono meno perfetto = imperfetto, dopo averla studiata sono più perfetto)
- In Dio la perfezione si realizza nella semplicità assoluta, cioè Dio è atto puro, tutto atto, non c’è potenza in lui.
- noi siamo sempre in potenza, perché ci manca qualcosa

Si puà dire che alla perfezione:


- non manca nulla (aspeto negativo)
- ha tutto, nulla manca di ciò che deve possedere (aspetto positivo)

2) Proporzione:
- proporzione della bellezza è della quantità e qualità → è un ordine di diversi elementi
- la proporzione aggiunge alla integrità la convenienza
- proporzione può essere applicata in simmetria, l’armonia e i ritmo
- proporzione nelle cose produce il godimento! (se non c’è proporzione ci percepisce subito)

3) Chiarezza - claritas:
- la chiarezza è relazionata alla luce e al senso della vista
- la luce illumina e la vista percepisce colore dei corpi e con il colore la bellezza.
- il bello esige chiarezza e splendore intellettuale → “Luce vera che illumina ogni uomo che viene in questo mondo” (Gv 1,9)
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- Per Tommaso: “La chiarezza è un elemento di bellezza” → claritas è abbinata alla forma
“Ogni cosa è bella e buona seconda la propria forma” → bello è splendore della forma

Chiarezza comprende elementi di perfezione e proporzione:


1) Chiarezza indica la forma sostanziale dalla quale consegue la bellezza degli esseri naturali
2) Chiarezza designa (určuje) la forma accidentale, cioè l’elemento interno delle opere d’arte

Il Bello, Bellezza e l’opera d’arte:


- Ogni ente è bello tramite il bene. Ma non ogni ente sia opera d’arte! → Bello e bellezza no sono la stessa cosa!
Nell’apprensione di bellezza dei corpi sono coinvolti i sensi e sentimenti
- lo studio dell’opera d’arte e delle “belle arti” appartiene alla filosofia dell’arte

Per determinare la bellezza si usano tre criteri precedenti: Intergritas, Proportio, Claritas
- sono i criteri oggettivi per determinare la bellezza di una opera d’arte
- non è detto che opera d’arte deve piacere a tutti → bisogna educare la capacità di apprezzamento e il gusto estetico

Problema del rapporto tra arte e morale:


- arte e morale non devono essere separati
- bellezza deve portare verso bene
- è possibile che l’uomo fa una deviazione solo verso estetica
→ si rapporta con la bellezza e non con il bene, e si stacca il bello dal bene
→ questo è la decisione dell’uomo fatta con al volontà
Quando si educa nella bellezza si deve finire nella virtù, perché si va verso il bene morale

Domande per lo studio:


- spiegare brevemente i tre elementi del bello
- quale è rapporto tra morale e bellezza dell’opera d’arte

Tema 9
La svolta della modernità
Kant e la critica dell giudizio

La nozione di Pulchrum in Tommaso d’Acquino: bello è ciò che è visto piace


Il gusto della bellezza è: rapporto tra oggetto e soggetto della bellezza!

Critica della ragione pura:


- in critica si parla sui i principi di intelletto per conoscere la natura “universo”
- intelletto non può conoscere niente se non viene attraverso intuizione
- ci sono due principi a-priori: Spazio e Tempo (si trova nel soggetto)
- tutto ciò che non entra nello spazio e tempo non appartiene alla conoscenza filosofica ed entra nel noumeno
- Kant usa il metodo Trascendentale: - condizioni della conoscenza che siano valide universalmente (cioè per tutti gli uomini)
- si parte dal soggetto (da chi conosce) e non più dal oggetto
- non si fonda nella esperienza e neanche sulla osservazione
- si fonda sulla riflessione, è centrato sulla conoscenza dell’uomo
- ci interessa come soggetto percepisce la bellezza

Fenomeno:
- è proprio della conoscenza tramite la sensibilità (tramite spazio e tempo) e l’intelletto lo mette nelle categorie
- si possono conoscere solo i fenomeni

Noumeno:
- non appartiene all’ambito della conoscenza
- non è una cosa misurabile

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Critica della ragione pratica:
- qui non c’è posto per la libertà
- libertà = Morale
- libertà = idee che “determinano liberamente” l’agire umano (anima, Dio, libertà → vanno oltre al fenomeno)

Critica del Giudizio:


- il giudizio estetico è giudizio del gusto
- parte da necessità della natura e libertà dell’uomo e gli unisce
- parte dal particolare e cerca la regola generale
- Kant tenta unione tra natura e libertà attramite il bello e il giudizio

Quando si domanda se una cosa è bella si interessa se in me suscita il piacere.


- parto da una cosa bella, ma è una rappresentazione dell oggetto accompagnato dal piacere.

Fare un giudizio estetico:


- cerca un metodo universale per definire il bello partendo da rappresentazione dell oggetto e di quello che susscita in noi
- Una cosa è bella se suscita in me il piacere. Questo non dipende dalla esistenza dell oggetto

Contro empirismo Kant afferma che il piacere estetico è disinteressato → il giudizio estetico è universale

Tre momenti che Kant rileva nel giudizio estetico:


1) Il piacere che determina il giudizio di gusto è disinteressato
- non gli interessa la esistenza dell oggetto

2) Il bello è ciò che è rappresentato senza concetti come l’oggetto di un piacere universale
- ci interessa che cosa oggetto suscita nel’soggetto
Giudizio scientifico è intelletto! - la vera conoscenza parte dai concetti e si occupa di oggetto
Giudizio estetico - non è fondato sull oggetto, è un giudizio di sentimento e non si interessa dell oggetto,
non si fonda su un concetto.

Come è possibile che il giudizio estetico vale in modo universale? (cioè vale per tutti?)
- non ogni sentimento risponde Kant, ma è la conoscenza in generale.

La conoscenza della bellezza


- La “conoscenza in generale” è la chiave della critica del gusto
- il sentimento di piacere è prodotto da conoscenza dell’oggetto rapresentato
(es. cielo è bello, perché ci produce un certo piacere, ma non è il cielo che produce in noi il piacere. Importante ciò
che succede nel soggetto)
Il sentimento di piacere estetico è la consapevolezza che l’immagine della cosa bella armonizza con l’intelletto
→ la armonia è in soggetto tramite immaginazione
→ oggetto si rappresenta in una immagine + conoscenza (si rapporta con intelletto) = Sentimento di piacere

Al Kant interessa immagine che si armonizza con intelletto (armonia = bellezza),


- bellezza deve essere universale, cioè tutti gli uomini esperimentano lo stesso, il oggetto non viene in considerazione

3) la bellezza è la forma della finalità di un soggetto, in quanto vi è percepita senza la rappresentazione di uno scopo
- non ha nessuna finalità, nessuno scopo
- bello per il bello

Cosa va verso un concetto (metodo trascendentale)


- finalità significa rispondenza di una cosa ad un concetto
- c’è la finalità nella natura, la natura è prodota da una idea
- non posso collegare una cosa bella a un concetto.
- siamo colpiti dalla bellezza che non possiamo a esprimere con i concetti
→ trovo armonia con una cosa bella, ma non posso descriverla con i concetti

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Bellezza libera e bellezza aderente:

Bellezza libera: è puro giudizio estetico, è senza concetto


- esempi sono pochi (es. quella chiesa non è bella perché è tropo ornata)

Bellezza aderente: è la bellezza nella cui apprensione entra anche il concetto


= implica il concetto
- il concetto che guida nei giudizi estetici è la perfezione dell’oggetto
- perfezione è una idea di ragione, sempre si torna al soggetto
- il soggetto è sempre in centro
- la perfezione non è data nella esperienza (è sbagliato)

La universalità dell giudizio estetico = Ideali della bellezza


- non si può fare una regola universale
L’ideale è l’idea incarnata in un esistente singolare
L’idea estetica è quella che si apprende nel singolare
L’ideale non può esserci per la bellezza libera, ma solo per la bellezza aderente, ma anche qui solo della
bellezza umana. Cioè ideale di bellezza è la bellezza aderente ed è solo la bellezza umana.

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