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LA LIBERT E LAMORE-DONAZIONE
ASPETTI PSICOLOGICI
Ir. Elizabeth S. Ribeiro CMSTMJ
Introduzione
La prima condizione per ottenere qualcosa volere. Volere qualcosa presuppone avere preso una decisione e significa che la persona si trova pronta e disponibile a fare ci che ha deciso di
realizzare. Dunque, tutta la sua energia converge verso la meta scelta1.
Ebbene, possiamo definire la vita religiosa come un progetto da realizzare, una meta da
conquistare, infine, qualcosa che coinvolge tutto lessere della persona che fa tale scelta. Stando cos le cose, tutti i suoi atti, il suo modo di essere, di pensare, di agire e di sentire devono essere
espressioni concrete della sua consacrazione, della sua gioiosa e libera consegna di s a Dio.
Perch devessere cos? Perch i voti sono ali per volare e non pesi che si trascinano.
Per riuscire a vedere tutta la positivit della consacrazione necessario allontanarci dal
punto di vista della societ odierna e pulire gli occhi dallimpurit delle propagande che manipolano. Vedendo chiaro, possiamo allora sperimentare la liberazione che deriva dai voti, una volta che
essi liberano le nostre mani dalla schiavit del possedere, il nostro cuore e corpo, dalla schiavit
dellerotismo e la volont, dalla tendenza del potere. Liberandoci, ci rendono anche capaci di solidariet, di amore-donazione e di libert. Cos, possiamo gi definire i voti secondo il seguente modo: la castit non altro che la capacit di donarsi con amore vero; la povert la capacit di essere
e lobbedienza, la capacit di autonomia.
Affronteremo il discorso della povert servendoci della teoria di Eric Fromm, uno psicanalista e filosofo sociale tedesco; per lobbedienza ci serviremo della teoria dello sviluppo cognitivo
secondo Piaget e la teoria dello sviluppo morale di Kohlberg. Ambedue psicologi cognitivisti. Per il
voto di castit avremo contributi di vari autori.
POVERT EVANGELICA: CAPACIT DI ESSERE
Introduzione
Possedere beni e avere potere, fama e stima sono i criteri usati dalla societ odierna per valutare la superiorit delle persone. Avere: ecco la proposta di felicit che arriva dai mezzi di comunicazione. Una proposta che fa dimenticare il valore della ricchezza interiore, della vita, dellessere
umano e induce le persone al consumismo, allaccumulo e a sfruttare gli altri. Tutto ci riduce le
persone a semplici strumenti usa e getta.
Essere persona, essere capace di solidariet, di donazione, di amore vero, ecco la proposta
che ci arriva dal voto di povert. Una proposta difficile da capire anche per coloro che lhanno scelta come stile di vita, una volta che molto pi seduttrice anche se schiavizzante, la proposta di autoaffermazione per mezzo del possedere.
Avere o essere, dunque, sono due atteggiamenti diversi di fronte alla vita. Due alternative,
due progetti: possedere e possedere il massimo possibile oppure cercare lessenza della vita: il progetto divino di amore solidale. A noi la proposta, a noi la risposta.
Cf. Erich FROM, Do Ter ao ser. Caminhos e descaminhos do auto-conhecimento, Ed. Manole, So Paulo 1992, pg.
51
1.
Tendenza a possedere
La povert che Cristo propone nel Vangelo a tutti coloro che vogliono vivere come Lui
vissuto, tocca profondamente una tendenza naturale dellessere umano: la tendenza a possedere.
Tale tendenza molto evidente gi allinizio della vita di ogni persona. Infatti, un bimbo, prima di
imparare a dire io, dice mio.
Ma non solo il linguaggio a rivelare tale evidenza. Piaget, nella sua teoria sullo sviluppo
mentale del bambino, dice che i bimbi piccoli entrano in contatto con la realt tramite lassimilazione egocentrica2, cio, loro incorporano le cose a s.
I bimbi succhiano non solo mentre mangiano, vedono il mondo come una realt da essere
succhiata. Infatti, succhiano le dita o qualsiasi oggetto che sia vicino a loro 3. Allet di circa quattro
mesi, cominciano a prendere in mano tutto ci che vedono. Ai diciotto mesi, possibile osservare
che prendono un bastone per portare vicino a s un oggetto che lontano. Quando vedono un oggetto nuovo cercano di toccarlo e metterlo in bocca, quasi che possono conoscerlo solo usandolo. Possiamo dire che il modo caratteristico del bimbo per entrare in rapporto con le cose quello di ingoiarle: le toccano, le mettono in bocca e cercano di ingoiarle. In questo modo, possiedono tutto ci
che trovano.
Ora, incorporare qualcosa bevendo o mangiando, una forma molto arcaica di possederla e
il bimbo lo fa perch incorporare il suo primo metodo per acquisire sicurezza. Il cannibalismo,
una pratica comune tra i popoli primitivi unaltra forma di incorporazione. Cos, mangiare il cuore
di un essere umano coraggioso significa acquisire il suo coraggio.
Un tipo di cannibalismo moderno il consumismo. Questo significa ingoiare il mondo intero, le persone famose, ricche, importanti e cos possedere la ricchezza e la loro fama. Erich
Fromm dice che il consumatore un eterno bimbo che strilla aspettando il biberon. Possiamo vedere la persona alcolizzata che beve un bicchiere di birra dopo laltro, senza mai sentirsi sazio, o il
drogato che si prende una dose dopo laltra senza mai sentirsi soddisfatto; ledonista che salta da
unesperienza di piacere allaltra senza mai trovarlo, il consumatore che compera un oggetto dopo
laltro, sempre in ricerca delle novit del mercato.
Dai due anni ai sette, nel secondo stadio dello sviluppo umano, appare il linguaggio e inizia la socializzazione. Anche qui evidente la tendenza allassimilazione. Il bambino reagisce ai
compagni con un egocentrismo incosciente. Ad esempio, quando lavorano, seduti ad un tavolo,
ognuno parla per conto suo. una specie di monologo collettivo. A cinque o sei anni, i bambini definiscono le cose iniziando con le parole servono per4.
In questo periodo, tutto ci che il bambino percepisce centralizzato su s stesso. lio
che si trova al centro della realt, e ci perch lui non cosciente di s. Qui legocentrismo carat terizzato dallincorporare le cose al pensiero tramite il gioco simbolico e il pensiero magico.
Quando una persona arriva alladolescenza acquisisce la capacit di pensiero astratto che
gli dona la possibilit di riflettere e costruire delle teorie. Questa nuova fase, caratterizzata dal potere di pensare in modo astratto, inizia con la tendenza ad assimilare, incorporare in modo egocentrico. E legocentrismo intellettuale che pu essere equiparato allegocentrismo infantile e si manifesta tramite le convinzioni sullonnipotenza della riflessione, come se il mondo dovesse sottomettersi
ai sistemi e non i sistemi alla realt5.
Per, nella misura in cui la persona cresce, matura gli aspetti cognitivo e affettivo, vai lasciando pian piano questo stile di rapportarsi alle cose e impara una modalit adulta, anche se non
2
3
4
5
Jean PIAGET, Lo Sviluppo mentale del Bambino e altri studi di Psicologia. Ed. Elnaudi,Torino 1967, pg. 72.
idem, pg. 16-18.
idem pgs.17-28
idem pgs. 68-72.
ch il proprietario finisce per essere, anche lui un oggetto. In questa situazione, purtroppo, la
persona non si accorge che una macchina, un telefonino o che altro sia solo un simbolo di status,
di potere. Per, un simbolo non passa da una rappresentazione, unevocazione di una realt assente.
La pubblicit spinge la gente a comprare dicendo loro che se comprano dimostrano che sono intelligenti, importanti, quando in realt, la trasforma in illustrissimi oggetti che pensano ci che
la pubblicit fa pensare. Purtroppo, viviamo in una societ di persone passive che fanno finta di essere protagoniste della propria storia!
Le radici dellatteggiamento avere sono: ricerca di potere, insicurezza, paura della vita, desiderio di distruggere gli altri9. Insicuro, lessere umano costretto ad aggrapparsi alle cose e cerca
di accumulare molti beni con lobbiettivo di allontanare linstabilit. Ma, possedere beni materiali
non pu saziare chi stato creato per essere; al contrario, i beni trasmettono una sicurezza momentanea e falsa, oltre a sviluppare sempre nuove necessit insieme allansiet di volere ad ogni costo
acquisire sempre di pi. Ci succede perch chi fa la scelta dello stile avere, si valuta usando come
misura il successo, la fama, la stima degli altri, ci che gli altri dicono riguardo a lui10.
Nella logica dellavere, il rapporto con le cose, con le persone e con il mondo, un rapporto di possesso, di propriet. Chi segue questa logica intimamente insicuro, immaturo, in balia dellansiet e dellangoscia a causa della paura di perdere qualcosa.
La logica dellavere si traduce in consumismo, incorporazione e sfruttamento le cui conseguenze sono delle dinamiche distruttive.
Lobiettivo del consumismo la quantit e porta alla voracit, allintemperanza e alla falsa
indipendenza. Consumare qualcosa di molto importante nella nostra societ e racchiude in s delle
ambiguit: solleva dallansiet ma esige che si consumi sempre e ogni volta di pi perch ci che si
comprato perde subito la sua caratteristica di soddisfare11.
Appare, allora, lincorporazione che un accumulare beni e un modo di possedere laltro e
conservarlo come propriet personale. Il rapporto in questo caso, caratterizzato dal controllo della
libert e della vita dellaltro, dalla competizione, invidia, gelosia, dal soffocare laltro. Chi schiavo
di s e dei beni finisce per schiavizzare laltro o, se laltro non accetta di essere schiavo, lo elimi na12.
Lo sfruttamento traduce la tendenza di servirsi delle cose e delle persone per vantaggi personali. la ricerca del piacere ad ogni prezzo. Quindi, tutto valido: vale manipolare le persone,
usarli come oggetti per soddisfare le proprie necessit di nuove emozioni e piacere. Veramente sono
dei poveri miserabili mascherati da ricchi! La nostra una societ di mendicanti, dove la fame pi
grande e mai saziata quella di avere sempre di pi.
Nello stile avere anche Dio trasformato in fabbricazione nostra, su quale proiettiamo i
nostri poteri. Lui deve mettersi a nostro servizio, soddisfare i nostri desideri di possedere, fare ci
che vogliamo, darci risposte pronte senza mai mettere in discussione i nostri atteggiamenti egoistici.
Se Lui si azzarda ad essere diverso, anche Lui sar eliminato perch anche Lui deve essere una propriet nostra. Infatti, la persona che segue il modo avere coccola un sogno narcisista: essere il centro
di tutto, bastare a se stessa, soddisfare immediatamente le proprie necessit.
I blocchi nelle fasi evolutive possono essere allorigine dellesigenza di soddisfare in modo
intransigente le proprie necessit di voracit di potere e di accumulare le cose. Il mancato supera9
mento positivo della fase erotica-anale pu formare un tipo di persona che orienta la sua vita nel
senso di acquisire, conservare e accumulare soldi, oggetti, sentimenti, parole, rancore. Il carattere
anale tipico di chi non arrivato alla maturit. Per Freud, la tendenza a possedere comune
nellinfanzia, ma diventa patologica quando non superata nella fase infantile13.
3. Le conseguenze di una povert incoerente
Il voto di povert riguarda non solo i beni, ma anche gli altri e Dio. Inoltre, i segni esterni
di povert non provano sufficientemente lesistenza di una povert autentica. povera, la persona
che non si lascia dominare dalla tentazione del potere e del dominare gli altri 14. Dunque, la povert
soprattutto interna.
Uno dei segni di una falsa povert linflessibilit che si manifesta nella difficolt a cambiare idea e atteggiamenti incoerenti, ad accettare un trasferimento, un lavoro diverso da quello che
ha fatto finora, la chiusura a lasciare la propria patria, un cambiamento di personale che lavora nelle
nostre opere. Il minimo cambiamento in questi aspetti provoca una grande insicurezza, perch le
persone possessive hanno una sicurezza fragile, una volta che dipendono da ci che possiedono:
soldi, beni, prestigio, status, posizione sociale, amici, nome. Il loro Io dipende da qualcosa esterno
a loro stessi.
Perci, quando perdono qualcosa, finiscono per sentirsi sconfitti, svuotati, un niente. Si
mettono sempre in atteggiamento di autodifesa, diventano duri, sospettosi, solitari e spinti ad agire
per la necessit di avere sempre di pi perch cos si sentono protetti. Queste un tipico esempio di
un modo sbagliato di mettersi fronte la vita.
Laltra caratteristica di una povert vissuta male la necessit di dominare gli altri, di mostrare potere. Molte volte la persona finisce per usare la forza e anche la violenza per dominare coloro che non accettano di essere schiavizzati.
Per chi ricerca il possedere, la felicit consiste nellessere superiore agli altri, avere potere,
essere capace di dominare. Per questo, non hanno nessun rimorso di coscienza nel fare uso di mezzi
disonesti per poter avere qualcosa, e, senza vacillare tolgono di mezzo qualcuno che per caso tenta
impedire la realizzazione dei propri desideri pazzi.
Quante comunit religiose vivono questo clima! Com triste costatare tutto ci dopo i capitoli generali o provinciali! A che punto arriviamo tante volte a causa della sete di dominare!
Quante suore mettono nel frigorifero delle suore solo perch non la pensano come loro. Quante,
nellesercizio delle sue funzioni usano o abusano della propria posizione per sottomettere gli altri a
fare non ci che giusto, ma ci che vogliono loro, nella pretesa di trasformare loro alla propria
immagine e somiglianza! Quante suore, per il fatto di avere un po pi di anni di vita religiosa pensano di avere il diritto di fare di coloro che sono pi giovani, delle persone al proprio servizio!
Quante vite distrutte, soffocate in nome del potere!
Cosa dire sul clima creato nei mesi precedenti ai capitoli elettivi? Impariamo con pi facilit le lezioni che ci danno i nostri politici senza scrupoli che la lezione del Maestro: I governanti
delle nazioni le dominano e i grandi le opprimono. Tra di voi, per, non deve essere cos. Chi vuole
essere il primo sia lultimo. Io sono venuto per servire e non per essere servito15.
Peggio ancora la ricerca dei propri interessi mascherata da una falsa amabilit, la
manipolazione delle persone con promesse di incarichi, studio, trasferimenti affinch siano malleabili nelle mani di chi si sente bene solo quando comanda. Molte volte, nella vita religiosa, il posse13
14
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dere le persone nascosto da una forma sottile di preoccupazione e di affetto esagerato. Di solito, le
vittime sono spesso i bambini, gli adolescenti e gli adulti resi fragili dalla sofferenza o dalla carenza
affettiva.
Possedere persone, dominarle, forse uno dei grandi piaceri, quindi, la tendenza a mettersi
in posizione di superiorit di fronte a coloro che sono considerati piccoli: le persone che lavorano
per noi, le formande, le pi giovani.
Linsicurezza che caratterizza la ricerca senza limite di avere, porta la persona a temere il
rischio del provvisorio, dei cambiamenti, dei trasferimenti, della rotazione dei ruoli. La resistenza,
molto frequente, a tali cambiamenti, rivela insicurezza, inflessibilit, incapacit di essere autenticamente povere.
Lindividualismo, un altro sintomo della povert vissuta male, significa auto-propriet, diritto e dovere di investire la propria energia sul proprio successo, senza dare nessuna importanza alle necessit degli altri. Lindividualismo induce la persona a diventare egoista, chiusa, incapace di
donare, di condividere, di solidarizzare.
Quando si parla di povert, il problema non possedere qualcosa, ma latteggiamento di
fronte alle cose e alle persone.
Lesistenza umana esige che abbiamo delle cose, che le conserviamo, che le utilizziamo.
Tutto ci per potere vivere. Il nostro corpo ha bisogno di cura, abbiamo bisogno di cibo, di casa, di
vestiti, di strumenti di lavoro. Questo modo di possedere pu essere chiamato avere-esistenziale ed
orientato alla ricerca di mantenerci vivi e non ha niente a che vedere con il consumismo. Lavere
esistenziale non in conflitto con il modo essere16.
4. La logica dellessere
Mentre lavere si fonda su qualcosa che diminuisce nella misura in cui usato, lessere
aumenta con la pratica. Ci che si dona non si perde, invece, ci che si conserva si perde. Lunica
minaccia alla mia sicurezza nellessere risiede in me stessa: mancanza di fede nella vita e nelle mie
forze produttive; nelle tendenze regressive; nellindolenza intima e nella disposizione a che gli altri
dominino la mia vita17.
Lavere finisce con il tempo perch le cose passano, mentre lessere aumenta, perch
unesperienza. Solo nella misura in cui diminuisce il modo avere, quando si lascia da parte la ricerca di sicurezza e di identit in ci che esterno, solo quando si decide di non aggrapparsi a ci che
si possiede, solo allora, sorge il modo essere.
Il modo essere presuppone luscita dallegocentrismo e dallegoismo, esige un presentarsi
davanti alle persone e a Dio con le mani vuote, come diceva S. Teresina. Esige povert interiore.
Essere in contraddizione con la filosofia del fare, del possedere e del dominare. Essere ci porta a
cercare il senso della vita dentro di noi, in Dio. In questa modalit di esistenza, la paura di perdere
qualcosa assente perch la persona ci che e non ci che possiede. Niente e nessuno le pu togliere la sua sicurezza e la sua identit.
Sono poche le persone che scelgono il modo essere ed per questo che donare, condividere, sacrificarsi e solidarizzare sono gesti eccezionali, messi in uso solamente in tempo di guerra, in
situazioni di emergenze, di calamit pubbliche18.
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semplice e umile con qualsiasi persona, non importa il ruolo che si esercita, let, la posizione
sociale. Ogni persona un fratello che devessere amato e servito. Inoltre, la povert evangelica ci
aiuta a superare latteggiamento di superiorit che opprime, e fa generare la fraternit vera.
Ma, essere povere, per che cosa? Qual la meta della povert? Diventiamo povere non per
dire agli altri che andranno allinferno perch sono ricchi, nemmeno per dire alle nostre consorelle
che loro non danno testimonianza, n per godere nelleternit dopo avere sofferto la povert. Scegliamo di essere povere per arrivare ad avere gli stessi sentimenti di Cristo 21. questo il primo
obiettivo della nostra scelta di povert. Siamo povere per lasciare che Dio sia lunico Signore della
nostra vita, per essere disponibili alla missione servendo con umilt i poveri. La povert ci apre allospitalit, ci rende capaci di fare spazio dentro di noi affinch laltro entri e si senta accolto.
Infine, la povert esige solidariet che si traduce in condivisione, in disponibilit, in capacit di aprire nuovi orizzonti e in coraggio di assumerci dei rischi che ci liberano. Essere povero significa lasciarsi formare per la gratuit, per un rapporto nel quale non c spazio per il possesso e il
dominio dellaltro. Non esiste povert senza amore22.
Jean PIAGET, Lo sviluppo mentale del bambino. E altri studi di psicologia, Ed. Giulio Einaudi , Torino 1967, p. 44.
Cf. Antonio ARTO, Psicologia evolutiva. Metodologia di studio e proprosta educativa, LAS Roma, 1990, p. 218.
tendenze in detrimento di altre. Per lui, la volont inutile quando gi esiste unintenzione determinata e unica: appare, per, quando esiste un conflitto di tendenze o di intenzioni, come quando, per
esempio la persona vacilla tra il piacere e il dovere. Ossia, tra una tendenza inferiore, ma forte in s,
e una tendenza superiore, ma, momentaneamente, pi fragile. In questo caso, latto di volont non
consiste nel seguire la tendenza inferiore e forte (qui si potrebbe parlare di volont fragile), ma, al
contrario, latto di volont consiste nel rafforzare la tendenza superiore e fragile, facendola trionfare26.
Un altro sentimento che scaturisce dalla reciprocit quello della giustizia. Nei bambini
piccoli lobbedienza prevale sulla giustizia, cio, giusto ci che i genitori dicono o comandano.
Per i bambini grandi, invece, la giustizia deve essere distributiva e prendere in considerazione le intenzioni e le circostanze pi che le azioni concrete. Da qui si vede che nelladolescenza emerge il
sentimento di equit, la convinzione che tutte le persone hanno diritti uguali e che necessario considerare le situazioni particolari quando si deve applicare le leggi.
1.2. Il contributo di Kohlberg: dallobbedienza conformista e edonista allobbedienza libera e eccentrica
Kohlberg d continuit e allarga ancora la teoria di Piaget, proponendo tre livelli di sviluppo morale che sono divisi in sei stadi o periodi. Vediamoli:
1) livello pre-convenzionale in questo livello la persona considera i propri interessi come prioritari, le norme sociali sono esterne ad essa. Il bambino impara a distinguere tra il bene e il
male, il certo e lo sbagliato, ma li interpreta in base ai castighi, premi e interessi. Fanno parte di
questo livello:
a) stadio 1: orientamento obbedienza- punizione le conseguenze fisiche delle azioni determinano la bont e la cattiveria delle medesime, indipendentemente dal significato o dal valore
delle conseguenze. Limportante fare ci che ladulto dice, evitare i castighi e ricevere dei premi.
b) stadio 2: orientamento relativista strumentale lazione corretta consiste nel soddisfare
le proprie necessit e, occasionalmente, quelle delle altri. Se qualcosa porta soddisfazione, allora
buona, contrariamente, cattiva. Non esiste gratuit, giustizia o lealt. Il rapporto ha come fondamento lo scambio di doni: io ti do tale cosa se tu mi darai qualche altra. Il bambino si conforma
alle norme per ottenere ricompense, vantaggi.
2. Livello convenzionale in questo livello la persona percepisce le aspettative e gli ordini
degli altri come giuste in se stesse, indipendentemente dalle conseguenze. presente non solamente, una conformit alle aspettative degli altri, ma anche la lealt, lappoggio e la giustificazione degli ordini. Due sono gli stadi a questo livello:
a) stadio 3: orientamento bravo bambino il comportamento buono quello che gradisce
e aiuta gli altri e che ha lapprovazione dellambiente. La persona si adagia sullopinione della maggioranza per evitare disapprovazione e critiche.
b) stadio 4: orientamento norma-autorit: il comportamento corretto consiste nel fare il
proprio dovere, dimostrare rispetto per lautorit, mantenere la legge e lordine sociale. La persona
accetta le norme per evitare di essere svalutata dallautorit e evitare anche il senso di colpa. La persona fedele alle norme in s, non trova ragioni interiori per tale fedelt.
3. Livello post-convenzionale in questo livello la persona capace di distinguere il suo
io dalle norme e aspettative degli altri. anche capace di definire liberamente, i propri valori e
26
10
principi morali che vanno oltre lautorit e le persone che difendono tali principi. Sono anche due
stadi a formare questo livello:
a) stadio 5: orientamento legalista e contrattuale il corretto ci che concordato costituzionalmente e democraticamente. Lazione buona quella che rispetta il diritto della persona secondo criteri criticamente esaminati e convenienti alla societ. La ragione della norma aiutare la
persona a prevedere il benessere dellaltro. Il consenso libero e il contratto sono elementi che obbligano.
b) stadio 6: orientamento fondato sul principio etico universale lazione buona quella
che si fonda sulla decisione di coscienza e che in conformit con i principi etici universali scelti liberamente. I principi universali sono la giustizia, la reciprocit e luguaglianza dei diritti umani e il
rispetto della dignit della vita umana27.
Quindi, per Kohlberg, nella misura in cui la persona diventa matura, lascia pian piano lo
stile edonista e lobbedienza conformista o passiva e si lascia guidare da una moralit autonoma che
porta ad accettare e rispettare le norme a causa del significato delle medesime e per essere in conformit con le proprie scale di valori. Arrivando al livello post-convenzionale la persona capace di
non centralizzarsi pi su s stessa, di non pensare egoisticamente, ma d priorit alla persona umana
e al suo impegno sociale.
2.
Obbedienza infantile
Sappiamo che lessere umano man mano che cresce sviluppa tutte le sue dimensioni in modo continuo, graduale e progressivo. Biologicamente, la maturit segue un percorso di continuit
senza considerevoli ritardi o regressioni. Psicologicamente, per, il cammino verso la maturit non
sempre lineare e sono molto comuni i ritardi, la fissazione e anche le regressioni.
Tanto Piaget quanto Kohlberg affermano che la condizione per uscire da uno stadio
inferiore e passare allo stadio successivo lacquisizione di alcune abilit cognitive. Secondo Kohlberg lo sviluppo cognitivo pi rapido di quello morale 28. Pertanto, anche se con un ritmo diverso,
tutte le persone hanno bisogno di attraversare la stessa sequenza di stadi per arrivare ad unobbedienza matura. Le condizioni ambientali e personali non sempre favoriscono la maturit della persona. Per questo, non raro che le persone cronologicamente mature si trovino in uno stadio molto inferiore riguardo al livello psicologico.
Stando cos le cose, non ci sorprende trovare suore che non avendo superato le fasi infantili
e delladolescenza vivono unobbedienza caratterizzata da immaturit: dipendenza quasi totale dalla
persona che esercita lautorit, obbedienza per timore o per ricevere elogi, per avere privilegi o incarichi, obbedienza per amicizia o perch della mia nazionalit o trib; oppure rifiuto di ogni autorit, ricerca di una libert senza limiti, critiche costanti e infondate allautorit. Per, non solo
nella passivit e nella ribellione che si possono costatare i segni di unobbedienza infantile. Questa
si rivela anche nella tendenza a dominare, a imporsi, ad opprimere, a cercare ad ogni prezzo di essere superiore agli altri.
Abbiamo visto che lindividualismo e legoismo sono caratteristiche dei bambini che hanno let inferiore ai 6 anni. Loro giocano in gruppo, ma ognuno segue le sue regole senza preoccuparsi di quelle dei compagni. Abbiamo visto anche che la loro obbedienza dipende dalla simpatia
che nutrono per la persona che comanda e che obbediscono perch hanno come obiettivo la soddisfazione delle proprie necessit. Ebbene, molte volte, troviamo nella vita religiosa, persone che fan27
Cf. ARTO pgs. 227-228; Cf. Ronaldo DUSKA e Mariellen WHELAN, Kohlbergs Moral Judment Stages, in:
Psychology and Religion, Paulist Press, New York, pgs.181-184.
28
Cf. Idem, pg. 226.
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somma, arriver ad una risposta matura sul significato della propria vita. Allora, obbedire per la
persona matura, non sar unumiliazione, unoppressione, un peso. Ma un modo di orientare la propria vita nel rispetto di s stessa e degli altri e nelladesione ai piani di Dio.
4.
Il voto di obbedienza: capacit di autonomia e libert
Tutti gli adulti, in un modo o nellaltro, obbediscono sempre a qualcuno e alle norme della
societ e del posto dove si lavora. Ciononostante, molto diffuso il concetto che lobbedienza cosa da bambini. Questo concetto esiste perch molto comune mettere lautonomia in contraddizione
con lobbedienza. Intanto, abbiamo visto che solamente una persona autonoma e, quindi, adulta
capace di unobbedienza autentica.
Molti autori oggi parlano della necessit di integrare autonomia e obbedienza religiosa.
Ora, generalmente, si integra ci che in antagonismo. Bisogna definire cosa intendiamo per autonomia e per obbedienza. Se definiamo autonomia come liberazione per fare tutto ci che si desidera o per amministrare i propri interessi indipendentemente da qualsiasi norma e lobbedienza
come capacit di fare tutto ci che non si desidera fare oppure capacit di fare tutto ci che gli altri
vogliono, allora autonomia-obbedienza si trasformano in due polarit difficili da essere integrate e
lobbedienza finisce per essere qualcosa che ferisce il sacro diritto della libert umana.
Per, se definiamo autonomia come capacit di scelta e di decisione e capacit di disporre liberamente di s stessa e, daltra parte, lobbedienza come consenso libero, come partecipazione
attiva e capacit di collaborazione con un determinato gruppo per il bene comune, allora e solo allora, autonomia e obbedienza diventano compatibili.
Finora, abbiamo parlato di unobbedienza civile, comune a tutti i mortali. Parliamo ora,
di quella obbedienza specifica dei religiosi. Lobbedienza come accettazione della volont di Dio
impegno di ogni cristiano e non soltanto della persona consacrata. Per, la scelta del religioso di obbedire a Dio e al suo progetto ha una forma specifica che passa attraverso la mediazione delle norme della Congregazione o dellOrdine, mediazione dellautorit30 e della comunit.
per questo che il voto di obbedienza implica capacit di decisione, autonomia e responsabilit, perch obbedire alle norme, vivere linterdipendenza non deve essere un peso da trascinare
o qualcosa dimposto, ma una scelta libera, unopzione per valori che vanno oltre i capricci infantili, legoismo e lindividualismo.
Lobbedienza religiosa scelta da una persona matura non toglie la sua libert, n la riduce
alla passivit, non la fa diventare infantile. Interiorizzando le norme liberamente accettate, la persona consacrata pu dire con Cristo: Nessuno toglie la mia vita, sono io che la consegno liberamente.
Io ho il potere di riaverla31.
La consacrata matura definisce la propria libert come capacit di aderire alla volont di
Dio e di camminare in piena sintonia con le esigenze del Vangelo e del carisma della congregazione
liberamente scelti32. Obbedisce non per pressione interna o esterna, non perch ha bisogno di sicurezza, non per passivit, non per imposizione o paura, non perch vuole essere Generale, ma solamente perch accetta vivere da figlia che non rifiuta di realizzare il progetto del Padre.
Per, nella vita religiosa, sono frequenti gli atteggiamenti immaturi: ricerca di una figura di
autorit che eserciti il ruolo di protettrice o di anestesia contro lansiet ogni qualvolta bisogna affrontare un conflitto; comportamenti ambivalenti, caratterizzati da contestazione o da rifiuto associati alla sottomissione e passivit; dipendenza esagerata dallautorit che genera dinamiche di gelo30
Cf. Benito GOYA, Psicologia e vida consagrada, Paulus, So Paulo 1999, pg. 149.
Jo, 10,18.
32
Cf. Benito GOYA, Formazione integrale alla vita consacrata. Alla luce della esortazione post-sinodale, EDB 1997,
p. 109.
31
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Santiago Gonzlez SILVA, Povert, in: Dizionario teologico della vita consacrata, ed. Ancora, Milano 1994
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cfr. P. Colombo, Documentazione statistica sul clero diocesano e religiosi nel mondo, in Europa, in Italia, in: L.
Prezzi, Il prete nello scisma pastorale in: IL Regno. Attualit, 18 (1993).
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chiudendosi in s stessa in un egoismo che distrugge tanto se stesse quanto gli altri. La maturit af fettiva favorisce la capacit di aprirsi ai propri sentimenti, di guardare senza timore o vergogna il
proprio cuore per orientarlo verso la via della propria scelta di vita.
Molte situazioni che provocano rotture nella vita dei religiosi che dicono di non riuscirci a
vivere la castit consacrata hanno origine nel vuoto affettivo, nei sentimenti cronici di tristezza,
nella sensazione di non essere amati. Allora la sfida arrivare alla maturit affettiva. Per, nessuno
maturo in modo assoluto. Ma abbiamo degli atteggiamenti che sono riferimenti di maturit:
o
avere un concetto positivo e reale di s,
o
di autonomia affettiva,
prendere decisioni,
assumere responsabilit,
creativit, ecc.
cerca di piacere;
Psicologica: sessualit come condotta, ha funzione integrativa della persona;
Dialogica/relazionale: sessualit come linguaggio e capacit di comunicazione interpersonale;
Socio-culturale: sessualit come realt condizionata dalla cultura e dal sociale;
Mistica: sessualit come canale dove si esprime il mistero che trascende la realt
umana dellesistenza.
La persona consacrata essere umano, dunque la sua vita sessuata, dunque la sessualit
componente della persona che si consacra allamore di Dio e delle persone. In quanto componente,
la sessualit fonte di energia perch ci fa uomini o donne. Essendo cos, la domanda non cosa fare della nostra sessualit. Ma, come orientare la nostra vita, perch la sessualit umana appartiene
allessere e non allavere. La sessualit racchiude tutto lessere umano, infatti, il sesso non qualcosa la persona possiede, ma qualcosa che la caratterizza, la identifica.
Nonostante, la sessualit nella vita consacrata sia vissuta con particolarit specifica (senza
la dimensione genitale), la persona consacrata non pu reprimerla n eliminarla n metterla tra parentesi. Ci non significa che la vita consacrata sia una forma negativa di vivere la sessualit. La castit pu essere una via meno comune di si vivere la propria sessualit, ma non sar mai una via che
castra le persone, anche perch la vita consacrata ha bisogno di persone integre e non mutilate. Inoltre, la sessualit un valore e la consacrazione a Dio non esige il sacrificio dei valori umani, esige
invece lintegrazione, umanizzazione della sessualit.
Lintegrazione della sessualit e sua umanizzazione sono una sfida importante per
ogni essere umano e in qualsiasi stato di vita. Talintegrazione sta in rapporto con la storia personale de ogni individuo. Problemi sessuali che vengono fuori nellet adulta sono riflessi del non superamento di fasi dello sviluppo umano oppure fissazione ad delle fasi anteriori allattuale. Il dilemma
della sessualit: non si trova nel fatto che continuiamo a sentire listinto sessuale, bens in una questione fondamentale: nellamare o non amare, nel donarsi o non donarsi.
La sessualit unenergia integrativa della persona umana, che si apre a tre dinamismi fondamentali: maturit e integrazione della persona, apertura allaltro e apertura al noi.
2.1. Maturit e integrazione della persona
Il primo dinamismo della sessualit ha come obiettivo la maturit e lintegrazione della
persona. nella nostra totalit che ci impegniamo a cercare il Regno di Dio, che ci proponiamo di
amare, di accogliere, di andare oltre i nostri impulsi, di donarci, di lottare contro le ingiustizie, di vivere la fraternit senza guardare se laltro o meno simpatico a noi.
Ogni persona porta con s il bagaglio della propria storia personale e le macchie di ogni fase della sua vita:
Difficolt nella fase orale lasciano nella persona eccessiva carenza affettiva: sua vita di
piet pu essere segnalata da infantilismo e da egocentrismo, pu diminuire la sensibilit verso gli
altri.
Durante la fase anale si sviluppa laggressivit, la base di una personalit rigida, tendente
al solo dovere, calcolatrice, senza il dinamismo di un amore generoso, gratuito e spontaneo. In questa fase sono formate le persone ostinate, autoritarie, crudeli con s e con gli altri.
La crisi della fase edipica determina la strutturazione della personalit sessuale, influisce
su tutto il rapporto affettivo e fonda il rispetto della legge e della morale. La non superazione positiva porta a difficolt di adattamento alla vita sociale; la sessualit si fa conflittuale, potendo apparire
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problematiche tali come impotenza sessuale, tendenze omosessuali, scrupolosit relazionata alla
vita sessuale. Altri disturbi possono essere: coscienza troppo esigente, religione e piet del dovere,
false motivazioni vocazionali per avversione al matrimonio o simili.
Ci sono delle condizioni per il processo di maturazione psicologica: comprensione e accettazione di s, capacit di tollerare le frustrazioni per arrivare ai valori autentici, capacit di autocontrollo, di coerenza e stabilit del proprio comportamento, accettazione serena del proprio passato.
Qui possiamo capire meglio limportanza della formazione umana, della conoscenza di s, del superamento dei condizionamenti familiari prima che la persona assuma limpegno dei voti.
2.2. Apertura allaltro
il dinamismo del rapporto interpersonale. La persona umana apertura allaltro, rapporto, amore. E lamore dono. Quando lamore non diventa oblazione, pu essere definito come
amore-necessit significando un sentimento amoroso allo stato infantile e quindi, un amore immaturo, regressivo. Allora lamore diventa povero perch ridotto alla pretesa pi o meno insaziabile di
ricevere sempre.
Uscire da s la legge che regge lesistenza della persona adulta. In nostro modo di essere
esiste un appello e una ricerca che ci portano alla reciprocit, allamore. Se esce da s quando si
impara ad amare. Sappiamo che lamore il fondamento della castit, perci possiamo affermare
che vera frustrazione amorosa non non ricevere amore, bens non essere capaci di donarsi.
Amare implica lavorare perch laltro sia libero, implica accettazione dellaltro in sua individualit, mai guardarlo come oggetto di piacere o di potere, perch lamore donazione la negazione radicale di ogni egoismo. Solo chi arrivato ad un certo grado di maturit si trova capacitato
a donarsi come espressione damore. Dunque si frustra nellamore chi non capace di donarsi. Senza un minimo di maturit diventa impossibile convivere.
Solo chi ha lasciato le fasce dellinfanzia, ossia il narcisismo e legocentrismo, pu aprirsi
ai valori supremi e sentirsi libero per consacrarsi a tali valori in comunione con i fratelli.
Il bagaglio delle esperienze passate deve essere riletto con lo sguardo di oggi, accettato e
integrato alla personalit affinch la consacrata diventi adulta, cio, capace di fidarsi di s, degli altri e di Dio. Insomma, capace di amore che si dona.
2.3. Apertura al noi
Il terzo dinamismo della sessualit si concretizza nella realizzazione del noi. Nella psicogenesi dellamore umano, lamore materno o paterno occorre quando tutti gli altri tipi damori sono
stati consolidati. A questo punto della vita la persona diventa genitore, ossia, genera vita intorno a
s. una specie di legge della vita. La persona allora, portata a promuovere il bene dellaltro (non
importa chi sia) fino alla sua maturit.
Dare vita, far crescere la vita, trasmettere la propria sapienza perch gli altri crescono anche segno di maturit affettiva. la dimensione della maternit e paternit, nel nostro caso, spirituale. Questa dimensione della vita essenziale alla maturit affettiva della persona umana e nessuno
pu rinunciare ad essa, nemmeno i consacrati. Tramite la consacrazione i consacrati proclamano
che possibile creare legami profondi a partire dal Vangelo; legami questi che vanno oltre i vincoli
della carne e del sangue, generano vita per il Regno di Dio.
Lapertura al noi che lenergia della sessualit ci fa arrivare, anche apertura alla comunit, a tutti i fratelli e sorelle che il Signore ci pone sulla strada della vita. la capacit de accogliere
la vita, proteggerla, incrementarla.
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di vita, devessere fermata nella fede e essere matura affettivamente. Caso contrario, essa cercher
unamicizia di interesse, per riempire il proprio vuoto interiore, con il rischio di unamicizia frammentata che finisce in una fusione di due identit. Perci, nella ricerca di compensazioni la consacrata finisce per cercare tutti i mezzi (anche quelli spirituali) per riuscire a portare avanti unamicizia ambigua.
Dallaffettivit sgorgano differenti espressioni damore: amore erotico che orientato dallistinto sessuale; amore materno o paterno caratterizzato dalloblazione in vista della crescita degli
altri; amore filiale che facilita un rapporto di fiducia; amore fraterno che porta allapertura; amore di
amicizia che aiuta a purificare gradualmente il rapporto interpersonale dagli elementi erotici e egocentrici3. una consacrata matura capace di rinunciare alla prima espressione di amore, ossia, allamore erotico e vivere con libert e profitto gli altri tipi di amore. Senza una maturit psicoafffettiva,
almeno da una parte, non si pu parlare di amicizia intima e autentica tra una consacrata e altra persona, ci perch una consacrata, nelle sue amicizie, deve trovare forme di vivere lamore per laltra
persona senza mettere in atto un processo emozionale fisico che pu portare allunione fisica. Solamente una persona matura capace di manifestare e ricevere amore senza eccitarsi o senza provocare laltra sessualmente a punto di non riuscire un controllo personale o della situazione.
Lamicizia casta esige anche una risposta libera a Dio, coerenza alla chiamata, cammino
spirituale progressivo e profondo, autenticit nel donarsi senza cedere alla tendenza di possedere
laltro, capacit di affrontare frustrazioni e solitudine, di accettazione dei propri limiti e debolezze;
ascesi nellarea della sessualit,che in rapporto con la disciplina riguardo internet, nel bere, dormire, lavorare, studiare, pregare, vita di comunit, insomma ci vuole determinazione.
Lesclusivit porta la persona a mettersi al centro della vita dellaltra o permette che laltra
sia il centro dellesistenza
una vita consacrata che permetta la relazione genitale o un ambiguo rapporto un controsenso, unimmaturit, egoismo, irresponsabilit, mancanza di rispetto per se stesso e per laltra
persona
valutare lorigine della crisi affettiva: frustrazione nel lavoro, nelle relazioni comunitarie,
una castit vissuta senza convinzione, fase critica dello sviluppo, imprudenze o ambiguit nelle relazioni di amicizia?
limportanza di fare delle nostre comunit scuole di amicizia
latteggiamento migliore quello di fronteggiare linnamoramento come un processo e, di
conseguenza, qualcosa di passeggero
attraverso la stella maschile, il sole divino (perch molto pi forte) ancora potr essere
avvertito.
Conclusione
La scelta di rimanere casta per causa del Regno di Dio, tocca le inclinazioni pi profonde
della natura umana, rinuncia a qualcosa che, per natura, destinato a rimanere vivo. Solamente il
fascino per Cristo pu orientare e guidare una scelta cos grande. Solamente lamore a Cristo e di
Cristo pu sostenere una decisione tale. Certamente lamore di Cristo non soddisfa le necessit
umane n risponde al desiderio umano di affetto ma questo amore assume tanto le necessit quanto i
desideri dando ad essi un significato nuovo e li mette dentro un progetto che trascende qualsiasi altro progetto.
Pu succedere che qualche volta la carne sia pi forte dello spirito e la consacrata pu
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Cf. Giordani, La donna nella vita religiosa. Aspetti psicologici, Ancora 1993.
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sentire il suo cuore diviso tra Dio e una persona di carne e ossa. Quando ella si sente attratta ses sualmente non deve negare il fatto di essere una donna come le altre, per allo stesso tempo, interpellata ad avere uno sguardo pi ampio della persona che ha davanti a se, a contemplarla per intero,
senza cadere nella tentazione di fissare a guardare solo un aspetto. Cos vedr che Dio per lei significa molto di pi di qualsiasi essere umano.
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