Secondo la qualità
Gusto è la facoltà di valutare un oggetto o una maniera di
rappresentazione mediante un compiacimento, o dispiacimento, senza
alcun interesse. L’oggetto di un tale compiacimento si dice bello.
Il compiacimento che determina il giudizio di
gusto è senza alcun interesse, cioè senza
compiacimento collegato alla rappresentazione
dell’esistenza di un oggetto.
Tracannare VS Degustare
“Buono è ciò che piace mediante la ragione, per il suo mero concetto. Chiamiamo
buono per (l’utile) qualcosa che piace solo come mezzo; e invece buono in sé
qualcosa che piace per se stesso. In ambedue è contenuto sempre il concetto di un
fine, dunque il rapporto della ragione col volere (quanto meno possibile), quindi un
compiacimento per l’esistenza di un oggetto o di un’azione, cioè un qualche
interesse.
Nonostante tutta la loro diversità, gradevole e buono convergono tuttavia in ciò: essi
sono sempre collegati a un interesse per il loro oggetto, non solo il gradevole e ciò
che è buono mediatamente (l’utile), il quale piace come mezzo in vista di qualcosa di
gradevole, bensì anche ciò che è buono in assoluto, cioè il moralmente buono, il
quale comporta l’interesse supremo. Infatti ciò che è buono è l’oggetto del volere
(cioè di una facoltà appetitiva determinata dalla ragione). Ma volere qualcosa e avere
un compiacimento per la sua esistenza, ossia prendervi interesse, è la stessa identica
cosa.
3 forme diverse di COMPIACIMENTO
MA
ANALOGIE
“La comprensione diventa sempre più difficile quanto più avanza l’apprensione e
giunge presto al suo massimo, cioè alla grandezza massima (esteticamente) che
funge da misura-base della stima di grandezza”.
INADEGUATEZZA DELL’IMMAGINAZIONE
NELL’ESIBIZIONE DEL CONCETTO DI UNA GRANDEZZA.
È per questo che non si dovrebbe indicare il sublime in prodotti dell’arte,
dove un fine umano determina sia la forma sia la grandezza, né in cose
naturali il cui concetto comporti già un fine determinato (per esempio,
animali dalla destinazione naturale ben nota), bensì nella natura bruta (e in
questa, anzi, solo in quanto non comporta alcuna attrattiva né emozione
derivante da pericolo effettivo), solo in quanto ha in sé grandezza.
MA QUAL È LA FINALITÀ SOGGETTIVA, NEL CASO DEL SUBLIME???
Simile, perché in entrambi i casi possiamo richiedere che ciascuno giudichi come
noi.