Sei sulla pagina 1di 5

I.

Meditazione
Dimostrazione di l’esistenza di Dio e la distinzione di anima dal corpo.

Obiettivo: le cose che si possono rievocare in dubbio

Procedimento di Cartesio:

- Bisogna distruggere base della nostra conoscenza e ricominciare da capo dalle prime fondamenta
- critica intera conoscenza finora acquistata

Metodo: - con dubbio metodico mette alla prova le conoscenze acquistate


- conoscenze che passano dubbio sono vere

Primo livello del dubbio:

- conoscenze acquistate attraverso i sensi o per mezzo di essi (sensi sono fonte principale della conoscenza)
→ sensi ci ingannano, non si può fidare dei sensi = conoscenze false
“non dare mai la fiducia a chi ti ha già ingannato anche una sola volta”

Secondo livello del dubbio:

- non c’è un modo certo per distinguere la vaglia dal sonno → tutte le cose esterne sono inganno dei sogni
- ci sono verità che sono validi quando si dorme e quando siamo svegli → numeri, aritmetica, geometria
- la loro esistenza non dipende da oggetti che sono in natura (3+2=5, triangolo ha tre angoli)
- fisica, l’astronomia e medicina sono dubbie, perché dipendono dalle cose composte (aspetti sensibili e generali)

Terzo livello del dubbio:

a) Dio ingannatore - c’è una opinione di Dio che mi inganna


- basta ipotizzare che il Dio onnipotente, creatore dell’uomo che sempre inganna l’uomo
- Cartesio dubita sul tutto quello che conosce! (si dubita anche su aritmetica e le cose evidenti)
- Cartesio sempre vuole trovare qualcosa che resiste al dubbio!

b) Genio Maligno - Cartesio suppone un genio maligno potente e astuto che vuole sempre inganarmi
- le conoscenze quali si pensava che sono probabili, sono attraverso genio maligno tutte false

Conclusione: - l’unica cosa che io so è che non c’è nulla di certo!


II. Meditazione
Della natura dell’anima: come essa sia più facile a conoscersi del corpo

Proposito: Come è più facile conoscere l’anima che il corpo

Obiettivo: Conoscere qualcosa di certo

Riassunto di meditazione precedente: Non c’è nulla di certo

Esistenza di l’Io:

- Tutti pensieri siano incerti e sono dubbi.


- Da dove mi vengono questi pensieri? Chi è loro autore? Autore è Dio o Io (che medito)?
- Se mi sono convinto di qualche cosa, certamente esistevo. Io penso,
- Anche se c’è genio maligno che mi inganna, non c’è dubbio che io esisto! Io esisto!
→ Finché penserò Io sono qualcosa

Chi è Io, che cosa esso sia?

- “Io” di cui siamo giunti finora non ha nessuna proprietà corporea


- Per Cartesio è più facile conoscere propria l’anima che suo corpo. (prima si giustifica forma, e poi il corpo)
- Corpo è: tutto ciò che è delimitato in qualche forma, circoscritto in qualche luogo, riempie lo spazio, non è
mosso da se stesso, ma da qualcosa altro.
- C’è gerarchia tra le sostanza: sostanza anima (res cogitans) muove sostanza corpo (res extensia)

Per Aristotele sostanza dell’Io: è composto da anima e corpo


Per Cartesio sosta dell’Io: corpo è una sostanza e anima è altra sostanza → Dualismo
La natura dell’Io:

- Pensiero è la sola cosa che non può essermi tolta


- Io sono una cosa pensante! = res cogitans (sono una mente, intelletto, una ragione) Io sono:
- una cosa che pensa e anche: una cosa che dubita, afferma, nega, sente, giudica “res cogitans”
- pensiero resiste al dubbio

L’esempio di pezzo di cera:

- pezzo di cera può essere conosciuto distintamente attraverso i vari sensi


- Pezzo di cera → lo conosco con sensi → fuco → caratt. non sono più, rimane qualcosa flessibile, mutevole → riconosco pezzo di cera → si
→ posso solo cogliere con la mia mente che questo è pezzo di cera
- la percezione di cera è una analisi della mia mente. Cogliere cere è un atto mentale!

Ogni conoscenza è comprensione intellettuale. (può essere confusa e imperfetta o chiara e distinta)

Capelli e mantelli: - vedo uomini che passano per la strada → gli vedo con sensi → vedo solo capelli e mantelli
sotto quali potrebbero essere nascosti automi → Cartesio giudica che sono uomini

→ Giudizio intellettuale conferma la conoscenza!


→ Senso non ha capacità dell giudizio

Conclusione: Quando giudico, dimostro la natura della mia mente e mi confermo che Io esisto!
I corpi non sono colti con i sensi o dalla immaginazione, ma dall’intelletto e capiti dalla mia mente

- é più facile conoscere la propria anima che il corpo


- Anima = res cogitans, Corpo = res extensia
III. Meditazione
Di Dio, e della sua esistenza

Proposito: Dio Dio, e della sua esistenza

Obiettivo: Dimostrare esistenza di Dio

Riassunto di meditazione precedente: Io sono, Io esisto Io sono res cogitans

Regola generale: - è vero tutto ciò che concepisco in modo chiare e distinto. Idee sono vere se sono chiare e distinte

Distinzione delle idee: 1) Idee: sono immagini delle cose, non possono essere mai false (es. Uomo, Dio, Cielo)
a) Idee avventizie: - derivano dall’esterno, attraverso i sensi
- si presentano contro la mia volontà (es. Idea di sole: una
deriva dai sensi altra da ragionamenti astronomici)

b) Idee innate: - sono quelle che Io trovi in se stesso (es. idea di infinito, di verità)

c) Idee fattizie: - sono fatte da me, sono di mia creazione

2) Altre forme di pensieri: contengono un atto ulteriore (es. quando voglio, affermare)

a) Atti di volontà - non possono essere mai falsi

b) Giudizi - in giudizi si può cadere in errore (“giudicare che le idee che si


trovano in me siano simili a certe cose che stano fuori di me”

Realtà delle idee: Realtà oggettiva: - è ciò che idea rappresenta interamente
- non derivano dall nulla, hanno una causa di loro esistenza
- e tale causa deve contenere in sé almeno tanta realtà, quanta è nel suo
effetto, se non di più. (es. idea di Dio infinito ha più realtà oggettiva che qualcosa di finito)

Realtà formale: - è la esistenza attuale di qualche cosa, Idea è un atto della nostra mente
(es. le foto, tutte le foto sono fisicamente uguali (realtà formale),
si distinguono tra di loro per immagine (realtà oggettiva)

Prima prova di esistenza di Dio: aposteriori Cartesio cerca causa dell’idea di Dio

1) Non c’è una cosa che può venire dal nulla idea di Dio deve essere messa in me da qualche altra causa

2) Anche se una idea nasce da altra non si può andare all’infinito, ma deve essere una idea prima

3) Io non posso essere la causa di questa idea Idea di sos. infinita, essendo io finito deve procedere da qualche sos. infinita

4) Io non sono solo al mondo, esiste una cosa che è causa di mia idea

5) Dio deve essere causa di questa idea

Seconda prova di esistenza di Dio: aposteriori Da dove viene idea di Dio in me?

1) Io ho una idea di sostanza infinita, non proviene da me stesso Da dove mi viene questa idea?

2) Idea di Dio deve procedere da qualcosa che ha maggiore realtà quale è infinita, (io ho realtà finita)

3) Idea di Dio è chiare e distinta, e contiene maggiore realtà oggettiva di qualche altra idea
4) Idea di Dio innata è più vera
III. Meditazione
Di Dio, e della sua esistenza

Da dove viene mio essere:

a) Da me stesso: - mi darei tutte le perfezione → Io sarei Dio - non ho questa capacità


→ Dipendo da qualcuno che è diverso da me
- Io sono una cosa pensante, ho in me certa idea di Dio

b) Da qualcuno meno - non è possibile: 1) in una causa deve esserci tanta realtà quanta c’è n’è nell’effetto
perfetto di Dio: 2) possiedo l’idea di Dio come ente dotato di ogni perfezione

c) Da genitori: - genitori non creano l’anima, hanno solo posto alcune disposizioni nella
materia in quale mi io mi trovo

Idea di Dio è innata? - non viene dai sensi o dalle cose sensibili (idee avventizie)
- non è stata fatta da me (idee fattizie)
- Idea di Dio è innata in me, come idea di me stesso

Conclusione: - Io ho in me idea di me stesso e di Dio (come idee innate)


- Dio ha tutte le perfezioni, io non gli comprendo, posso solo sfiorare con pensiero
- Dio non ha nessuna mancanza → non è fallace (ogni frode e inganno dipendono da qualche mancanza)
IV. Meditazione
Del vero e del falso

Proposito: Del vero e del falso

Obiettivo: Quali sono i miei errori e come evitarli

Riassunto di meditazione precedente: - Io sono, Io esisto → Io sono res cogitans


- Ho idea chiara e distinta è di anima
- Dio esiste e io dipendo da lui
- Dio non può inganarmi, perché in ogni inganno c’è imperfezione

Posso io errare? - C’è in me facoltà di giudicare che ho ricevuto da Dio


- Se uso correttamente facoltà di giudica non posso sbagliare
- Io sono stato creato da Dio → in me non c’è nulla che mi inganni → ma io non sono
sommo ente → ho le mancanze → io mi inganno
→ Faccio errori perché la mia facoltà di giudicare non è infinita!

- La mia natura è limitata e sono una sostanza finita


- Non devo meravigliarmi che sbaglio → non per questo dubiterò sul Dio

- I sensi danno datti sui cui non sono coinvolti → intelletto crea idea non giusta → volontà spinge
ad esprimere giudizio → giudizio in assenza di idee chiare e distinte fa errori

Quali sono miei errori? 1) Facoltà di conoscenza = intelletto è scarso e limitato


2) Facoltà di scegliere = volontà in me è tanto grande → è infinita e indefinibile
- perché in me ho certa immagine di Dio infinito

Libertà: - Essere libero non significa che mi rivolgo verso una parte o verso altra
- Quando propendo verso una cosa, sia perché in essa comprendo con la scelta è la libertà
evidenza la ragione del vero e del buono → Dio orienta il mio pensiero

Libertà indifferenzata: - è grado più basso della libertà


- è quando nessuna ragione mi spinge di più verso una parte che da altra parte

- è quando non sono in grado di decidere

Da dove nascono errori? - Errore c’è nella volontà che si espande più ampiamente dell’intelletto!
- Volontà si estende anche su quelle cose che non intendo
→ Intelletto non deve rimanere mai indietro volontà, errore non c’è nell’intelletto
- Prima deve essere percezione con intelletto e poi c’è la determinazione della volontà

Imperfezione nel uso della libertà è in me o in Dio?

- Non è imperfezione di Dio


- Imperfezione è indubbiamente in me, perché non faccio buon uso di libertà e
esprimo giudizio su cose che non conosco in modo chiaro e distinto.

Come evitare errori? - Ogni volta quando esprimo un giudizio devo contenere la volontà che non si esprime
affinché le cose non vengono presentate dal intelletto in modo chiaro e distinto
- per raggiungere la verità basta che quando giudico, devo giudicare solo se le cose
comprendo in modo chiaro e distinto

Conclusione: - per raggiungere la verità basta che quando giudico, devo esprimermi solo su le cose che
comprendo in modo chiaro e distinto

Potrebbero piacerti anche